Il Mattino, 5.6.2002
ANTICIPAZIONE. Camilleri: Eduardo e io, nella stagione del teatro in tv
Sarà da oggi in libreria «La linea della palma. Saverio Lodato fa raccontare Andrea Camilleri» (Rizzoli, pagg. 414, euro 16.50), corposo volume ai confini tra romanzo autobiografico e pamphlet politico sull’Italia di oggi. Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo in anteprima uno stralcio dedicato all’incontro dello scrittore siciliano con Eduardo De Filippo.

«Maurizio Ferrara - non quello comunista, un altro, grande funzionario Rai, napoletano e amico del napoletano Eduardo - era riuscito a convincere Eduardo a tradurre il suo teatro in forma televisiva. Un teatro che restasse per sempre sotto forma di immagini: questo convinse Eduardo più di ogni altra cosa. Non era un carattere facile, tutt’altro. Abitava in via Ettore Ximenes ai Parioli, dove andai a trovarlo, e fortunatamente il nostro primo incontro filò liscio. Anche perché mi giocai una carta familiare. Eduardo aveva conosciuto mia moglie da bambina; con mio suocero, infatti, erano molto amici. Soprattutto quando andarono a vivere a Milano, Eduardo, Peppino e Titina frequentarono la casa di un giovanissimo Gaetanino Afeltra, grande amico di mio suocero. Bene, potevo vantare comuni amici, e la cosa lo tranquillizzò. Poiché \ ci avevano affidato un adattatore, anticipai la notizia a Eduardo con queste parole: ”Eduà, non è meridionale, è piemontese, però è un bravo commediografo, si chiama Aldo Nicolaj”. ”Lo conosco”. E accettò Aldo Nicolaj che - sia detto per inciso - nell’adattamento si muoveva con i piedi di piombo. Manteneva il più possibile la struttura teatrale di Eduardo».
Com’era Eduardo?
«Un uomo molto riservato. Mi resi conto che da parte sua non c’era ostilità. Quando ci trovammo a parlare di teatro intuì che ne capivo e si sentì piuttosto rassicurato. (...) Accettava alcuni tagli, altri non li accettava, e dovevo discutere con la censura interna della Rai. Raggiungevamo sempre un compromesso e un accordo. D’altra parte quel che chiedeva la censura erano imbecillità pure. (...) Un venerdì, apparentemente tutto filava liscio, me ne vado a trascorrere il weekend con le mie figlie. La sera mi telefona il vicedirettore del Centro di produzione: ”Eduardo ha abbandonato la produzione. Se ne è partito per Napoli. Ha avuto uno scontro col direttore del centro, sulla scenografia di Filumena Marturano”. Eduardo quindi era da considerarsi perduto. (...) Torno immediatamente a Roma. ”Che cosa è successo?” ”Quando ha visto montata la scenografia che aveva approvato, voleva una modifica, voleva spostare una porta... Ma non possiamo andare dietro i capricci di Eduardo”. (...) L’indomani mattina vado al Centro di produzione, e parlo con il direttore. ”Lei si sta giocando Eudardo, io informo Bernabei che per una porta rischiamo di perdere il rapporto con De Filippo”. La porta venne immediatamente spostata. Eduardo arrivò alle due del pomeriggio. Cominciò a lavorare tranquillo, come se niente fosse».
Saverio Lodato e Andrea Camilleri