L'Unità, 19.3.2002
Camilleri: "Le critiche civili fanno paura a Berlusconi”
“I movimenti civili che stanno germogliando in Italia, li giudico positivamente,
perché sono autonomi e critici e si fondano su valori morali di
legalità e giustizia. Non nascono sotto l'egida di nessun partito,
sono liberi e credo che dovrebbero restare tali”. Andrea Camilleri, uno
degli scrittori italiani più celebri al mondo, creatore del commissario
Montalbano ed autore di complessi e brillanti romanzi storici, torna a
parlare di politica e risponde alle domande de “L'Unità” sui movimenti
politici e democratici che si stanno affermando in Italia.
Camilleri spiega: “Questi movimenti sono l'indice più evidente
della punta di un iceberg molto strano, sul quale gli italiani si trovano
in questi mesi. Cioè a dire, non c'è che prendere atto di
una situazione complessa, di una gigantesca anomalia berlusconiana. Metà
Italia non si riconosce in questa anomalia, ed una parte di essa scende
in piazza per manifestare civilmente, in difesa dei diritti della legalità
e della giustizia. Quelli che hanno scelto di muoversi sono persone non
abituate solitamente a manifestare. Si tratta dello strato intermedio della
società, del ceto borghese acculturato, e questo rappresenta una
sorta di novità assoluta in Italia. E quindi è una realtà
che va osservata con attenzione e ad un tempo appoggiata con entusiasmo”.
Vi sono diversità nel mondo dei nuovi movimenti?
Certo che vi sono, ed è un bene che vi siano. Anzi, penso che
la pluralità culturale sia un elemento positivo nel raggiungimento
di un obiettivo comune. E l'obiettivo comune è il rifiuto delle
leggi che questo governo sta facendo, leggi anomale, come è anomalo
il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
La iscriveranno al partito degli apocalittici?
Mi hanno già iscritto nel partito degli apocalittici.
Quali sono a suo giudizio le principali anomalie?
Le anomalie sono le leggi fatte senza vergogna, leggi che si avvalgono
della forza dei numeri in Parlamento e sono leggi tutte tendenti a togliere
d'impaccio e d'impiccio il presidente del Consiglio e quelle persone che
sono legate a lui da interessi. Questo mi sembra una anomalia enorme. Ed
aggiungo, sono personalmente offeso dalla richiesta di spostare da Milano
il processo Sme per la manifestazione del Palavobis. Lo slogan più
forte è stato “brigante, brigante e mezzo”. Come ha ben notato sul
“Corriere della Sera” Michele Brambilla, questa è una frase di Sandro
Pertini.
Camilleri chiosa ironicamente: “Hanno parlato di un atmosfera di violenza,
puntualmente sottolineata dalla bomba scoppiata due giorni dopo, della
quale non si parla più, nel modo più assoluto. Sarà
un caso?”.
La manifestazione del Palavobis ha suscitato polemiche e critiche.
Perché a suo giudizio?
Guardi, mi sento veramente offeso, come tutti gli altri 40mila del
Palavobis, per coloro che hanno definito quella pacifica manifestazione
come una iniziativa dove erano corse parole di violenze. Ma insomma, si
è trattato solo di una manifestazione in difesa della giustizia.
Gli avvocati di Berlusconi, nella loro richiesta di spostare il
processo Sme di Milano, non citano solo il Palavobis, ma anche il cantastorie
siciliano Trincale...
Siamo al paradosso. Il cantastorie siciliano Trincale, si è
comunque difeso bene, dicendo: “Che colpa ne ho dei processi di Berlusconi?”.
E' una frase bellissima, non è solo lui a scontare i processi di
Berlusconi, è metà Italia a scontare i processi di Berlusconi.
Torniamo all'analisi dei movimenti.
Vede questi sono movimenti spontanei, li definisco germogli di primavera.
Quelli che partecipano ai movimenti sono quelli che più di tutti
sono in grado di capire il rischio che questo governo rappresenta. E' una
questione di consapevolezza, di coscienza critica. Non si tratta di manifestazioni
violente, ma di iniziative dove vi è un'autentica esplosione di
sentimenti. Sentimenti e ragione, passione e ragione, sono gli elementi
positivi che caratterizzano questi germogli di primavera. E poi, diciamolo
chiaramente ai critici a priori dell'indignazione. L'indignazione è
un fatto importante, che ha una valenza morale. Criticano me, Furio Colombo
e tanti altri intellettuali perché cogliamo il senso morale dell'indignazione.
Mi chiedo: ma perché mai, in Italia la parola morale dà tanto
fastidio? Questo è un fatto sul quale aprire una riflessione.
Come sono composti questi movimenti?
Vi è il ceto borghese acculturato, vi sono le persone normali,
vi sono i ceti medi e anche quelli popolari. Gente tranquilla, che viene
con la famiglia, con i bambini. Manifestazioni civili e di gioia. Persone
normali animate dalla voglia di dire no all'anomalia rappresentata dal
governo Berlusconi. E' un no democratico, pacifico, gioioso, è un
moto spontaneo dell'anima. Vi è una frase bellissima di un ragazzo
che mi è rimasta in mente: “non pensavo che alla manifestazione
avrei incontrato mia madre e il mio dentista”. Ritengo che sia questo che
dà tanto fastidio al governo: a manifestare non vi sono gli estremisti,
come la propaganda della maggioranza polista vuol dimostrare, ma gente
pacifica, tranquilla, che non condivide l'anomalia berlusconiana, e manifesta
per la difesa della giustizia e della legalità. Questo spiazza il
governo ed i suoi sostenitori. Una consapevolezza civile e civica, che
in Italia è più profonda e presente di quanto qualcuno credesse.
Le critiche al governo Berlusconi giungono anche da ambienti liberali.
Certo. Perché i liberali, i veri liberali, si preoccupano che
venga scambiato per liberalismo, ciò che non lo è neanche
lontanamente. Paolo Mieli, sul “Corriere della Sera” ha più volte
messo in evidenza la questione del conflitto di interessi. Paolo Mieli,
su tale questione, è sempre stato schierato chiarissimamente, citando
Luttwak, che certamente non è di sinistra. Mieli ha pienamente ragione.
Ma è evidente che i liberali da questo governo non vengono ascoltati.
L'improntitudine del centro-destra fa sì che vi è un conflitto
di interessi, quindi un danno per il paese, e al danno si è di recente
aggiunta la beffa. La beffa è la legge Frattini.
Una legge inefficace?
Non è inefficace, è assolutamente una presa in giro.
Fotografa l'esistente e libera il presidente del Consiglio dal conflitto.
Paradosso nel paradosso, il conflitto è negato per legge. La legge
è ribaltata.
Il presidente del Senato Pera ha detto che va cambiata.
Se non si cambia l'impostazione della legge è tutto inutile.
Va cambiato l'articolo 1. Una legge che impedisce di candidarsi a Confalonieri,
che gestisce la ricchezza del premier, e consente a Berlusconi che ne è
titolare di candidarsi, che legge è? Sull'argomento ha pienamente
ragione Giovanni Sartori, che certo non è di sinistra, ma rappresenta
la cultura liberale.
Qual'è l'aspetto di questa vicenda che ritiene più
assurdo?
La cosa più assurda è che per difendere interessi privati
di una persona l'intero Parlamento è coinvolto. Anzi l'intero paese
appare diviso sull'anomalia berlusconiana. Ed ancora in Parlamento vi sono
avvocati di Berlusconi, nelle commissioni vi sono avvocati-deputati di
Berlusconi, la maggioranza del Parlamento vota secondo i suoi pareri. Metà
Italia a difendere i suoi interessi, metà a combattere, è
una pazzia possibile solo in Italia.
Ma pare che l'anima democristiana sia sempre più critica
ed insofferente rispetto alla politica berlusconiana.
Ma anche se fosse? Cosa vuole che possano fare Casini e Buttiglione,
con la loro piccola forza politica. Non vedo come concretamente possano
opporsi. Pensiamo al caso dell'Europa. Bossi fa una dura esternazione,
Follini lo critica, poi arriva Berlusconi e dice che Bossi è uno
che straparla, comunque garantisce lui. La verità è che nel
Polo comanda Berlusconi, tutti gli altri sono subordinati a lui.
Saccà è il nuovo direttore generale della Rai. Quale
è il suo commento?
Saccà! Era già stato deciso che così fosse. E
cosa possono fare i due consiglieri di opposizione?
Hanno votato no.
E dopo? Serve solo a legittimare la decisione del centro-destra. E'
come quando Baldassarre dice, lo controllo io Saccà, che dice di
votare Forza Italia. E' solo un gioco delle parti. Chi controlla Baldassarre?
Ma insomma, finiamola con le buffonate! In questo caso, i due consiglieri
di opposizione possono solo fare un gesto forte: dimettersi. Così
come ha ben fatto l'opposizione in Parlamento ad uscire e non partecipare
alla votazione sul conflitto di interessi. Scelte dal valore etico, dirette
all'opinione pubblica. Altrimenti tutti si riduce ad un astratto dibattito
sulle buone maniere, come ha spiegato Antonio Padellaro. Le cose vanno
dette e spiegate con chiarezza, la forma non deve offuscare la sostanza.
Le sua opinione “sull'evento” Benigni?
Benigni mi piace, è un uomo intelligente. Ma cosa si aspettavano
che si mettesse a dire? Ha detto quello che doveva dire, è un comico,
un artista, non un politico. Cosa pensavano? Che si mettesse a fare comizi?
La vicenda è stata enfatizzata dagli altri, quelli tolleranti alla
Ferrara. Nel Polo sono in molti quelli che tollerano. Sgarbi se la piglia
con le Iene e con Striscia la Notizia, Bossi con la Gialappa's, Ferrara
con Benigni. E diciamolo, siccome l'iniziativa di boicottare Benigni a
Sanremo è stato un clamoroso flop, perché gli italiani amano
il comico toscano, Ferrara se ne è uscito dicendo che l'ha fatto
per pubblicità.
Va poco in televisione?
Di recente mi ha invitato Santoro, mi ha invitato La7, ma glielo dico
con franchezza: non mi piacciono quelli che alzano la voce, non mi piacciono
le trasmissioni dove si tende a prevaricare sugli altri. Vado molto volentieri
da Enzo Biagi, e tornerei volentieri da Maurizio Costanzo, da loro ho potuto
sempre parlare tranquillamente.
Da Bruno Vespa ci andrebbe?
No!
Perché?
Non mi piace come organizza le sue trasmissioni. Non voglio essere
sotto la sua presunta egida superpartes.
Gli esponenti del centro-sinistra ci vanno spesso.
E secondo me sbagliano, dovrebbero garantirsi meglio.
Salvo Fallica