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AC: …notte i morti più cari ai quali si era scritta la letterina
o si era fatta una richiesta orale poi avrebbero portato, notte tempo,
un regalo. Naturalmente l’indomani mattina, cioè il giorno 2, la
cesta non era più sotto il letto, i morti facevano lo scherzo di
nasconderla, bisognava cercarla per tutta casa e poi quando la si trovava
era una festa. Devo dire che questa festa così come era dei bambini
si trasferiva anche al campo santo, si andava a fare visita ai morti per
ringraziarli dei regali perché i bambini portavano i regali appena
ricevuti al cimitero e giocavano nei vialetti. Ecco tutto qua. Io questo
giorno dei morti della mia infanzia, sembra un giorno di bellissima festa
nella mia memoria.
Lorenzo Scoles: E’ interessante il fatto che lei parli di festa
quando invece il giorno dei morti acquisisce, allontanandoci da queste
tradizioni, da questi giochi, da fare anche con gli scomparsi, un senso
molto più grave, molto meno vicino forse ai defunti di quanto non
lo sia tramite un gioco, tramite lo scherzo, tramite il gioco dei bambini.
AC: Certo, certo. C’era questo scambio dei regali e proprio quindi
i morti diventavano come dice un poeta... per i morti familiari... [frase
disturbata, NdT] proprio lì c’erano portati i regali, non ci
facevano paura. Sti poveri genitori nostri dovevano restare svegli fino
a tardi perché noi facevamo di tutto per restare svegli, per riuscire
a vedere il nonno o lo zio che ti portava il regalo. Ecco.
LS: Ecco Andrea Camilleri deve far confrontare il suo personaggio Montalbano
con la morte anche, perchè comunque l’investigazione può
riguardare anche casi in cui la morte è spaventosa. Ma cresce la
paura verso la morte o invece questo abbandono delle tradizioni è
semplicemente un fattore di oblio culturale?
AC: Io credo sia un fatto di oblio culturale, poi la paura della morte
è individuale ed è sempre quella diciamo. Ma credo che sia...
vedi per esempio quando io parlo di questo mio periodo della mia infanzia
non c’era lo scambio dei regali a Natale. I bambini ricevevano i regali
quel giorno, non lo trovavano il regalo sotto l’albero di Natale. Anche
questo per esempio, l’avvento dell’albero di Natale ha significato anche
la fine di un’altra tradizione che era la costruzione del Presepio, vedi
Eduardo “Te piace o’presepio”, “Natale in casa Cupiello”.
LS: Ma la sostituzione o per lo meno lo sparire di queste tradizioni
di queste usanze è stato occupato da qualcos’altro, lei trova qualcosa
che riempie i vuoti lasciati da queste lacune?
AC: Mah, alcune cose vengono riempite, infatti il presepe è
sostituto all’albero che in fondo continua ad essere sempre un, diciamo,
ricordo presente. Invece la festa dei morti no, quella veramente, non so,
è come se i morti avessero perso la strada di casa, ecco.
LS: Speriamo allora di ritrovarla e speriamo che qualcuno contribuisca
al recupero di queste tradizioni, di queste usanze che sono anche il nostro
patrimonio...
AC: me lo auguro anch’io.
LS: anche se è destinato a diventare una società per
azione. Grazie mille ad Andrea Camilleri, buona giornata.
AC: arrivederci
LS: arrivederci