La Stampa, 3.11.2002
Tra gli aerei duellanti Robert Capa mitragliava
Sicilia 1943: un incontro con il grande fotoreporter, mentre in cielo
infuria la battaglia
Gazzetta di Parma,
3.11.2002
Dentro la TV
Prodotto di qualità fatto in casa
Gira e rigira, le cosa più autentica di questa tv è la
fiction.
[...]
Se Lo zio d'America rappresenta l'ineluttabile compromesso tra piccolo
e grande schermo, Il commissario Montalbano, tornato a furor di pubblico
anch'esso su Raiuno (quattro nuovi episodi il lunedì sera) rappresenta
la prova che la fiction di qualità è possibile anche farla
in casa. Non per nulla si parte dai romanzi di Andrea Camilleri, l'unico
caso letterario nato in Italia negli ultimi dieci anni, ossia in piena
era televisiva. Il regista Alberto Sironi e il protagonista Luca Zingaretti
se ne sono impossessati con amore, ma senza timori reverenziali, costruendo
un protagonista che con quello letterario non ha quasi nessuna somiglianza
in senzo stretto, ma è un buon esempio di verosomiglianza artistica.
Schivo, introverso, taciturno, Salvo Montalbano è un solitario
cane sciolto, come tutti gli sbirri che si rispettino. Ma con un fascino
e una passionalità tutti suoi. Così la fiction funziona sia
per la forza quasi bruta del protagonista, sia per la natura straordinaria
che gli fa da sfondo. Dopo tante Piovre e tanti Padrini, era tempo che
arrivasse un difensore della legge a muoversi tra le luci, i mari, le piazze,
i misteri e i fichi d'India della Sicilia. Poco importa che il «giallo»
in senso stretto lasci qualche volta a desiderare: in questo Montalbano
televisivo ci sono tanti colori in più, proprio come nel linguaggio
inventato da Camilleri.
Nanni Delbecchi
Il Gazzettino, 3.11.2002
A giusto titolo la Mondadori ha ...
A giusto titolo la Mondadori ha deciso di dedicare un Meridiano, le
prestigiose monografie dedicate ai più grandi autori della letteratura,
ad Andrea Camilleri. Ma la vicenda fa scalpore perché è la
prima volta che un Meridiano viene assegnato a uno scrittore di gialli,
un genere spesso ritenuto "minore". Al suo interno possiamo trovare tutti
i testi che hanno visto protagonista l'ispettore Salvo Montalbano: La forma
dell'acqua, Il cane di terracotta, Il ladro di merendine, La voce del violino,
La gita a Tindari, L'odore della notte e una selezione di racconti già
pubblicati da Mondadori nelle raccolte Un mese con Montalbano, Gli arancini
di Montalbano e La paura di Montalbano. Completano il già ricco
volume testi critici di Nino Borsellino, Antonio Franchini e Mauro Novelli.
[...]
Lorenza Stroppa
Gazzetta del Sud,
4.11.2002
Film Raiuno alle 20.55
Gli arancini di Montalbano
Raiuno – Alle 20.55 «Gli arancini di Montalbano». Il commissario
Montalbano (Luca Zingaretti) indaga sulla morte d'un commendatore e della
giovane moglie, finiti in una scarpata con l'auto. Sembrerebbe un normale
incidente, ma il dubbio s'insinua nella mente dell'investigatore. Perché
la donna ha le unghie delle mani spezzate? Si profila un nuovo successo
d'ascolto, dopo lunedì scorso, per il personaggio creato da Andrea
Camilleri, che scrive a macchina, non al computer e, appena finito un testo,
racconta di sentire «il bisogno di leggerlo ad alta voce, perché
solo così sento dove stavo sbagliando, avverto il ritmo e il procedere
del senso». È un uomo di teatro, ha insegnato all'Accademia
D'Amico e ha fatto il regista. Il mestiere di autore di gialli racconta
di averlo imparato quando fu delegato di produzione Rai per la realizzazione
degli ormai storici Maigret, «andando a bottega da Diego Fabbri,
che sceneggiava i romanzi di Simenon, procedendo come un orologiaio che
smonta e rimonta meccanismi. Fu una scuola da cui ebbi molto, molto di
più che qualche suggestione per la mia scrittura successiva».
Gazzetta del Sud,
4.11.2002
L'attrice catanese si divide tra teatro e tv ed è pronta a scrivere
un film
Guia Jelo, un “vulcano” di simpatia
MESSINA – Con Messina, e soprattutto con i messinesi, ha sempre avuto
un rapporto speciale, se è vero che la città dello Stretto
le ha dato due mariti e un compagno straordinario («che, pur essendo
nato e vissuto a Venezia, è peloritano d'origine», ammette):
è un «vulcano» di entusiasmo e di simpatia, Guia Jelo,
una delle attrici siciliane più amate e più apprezzate nel
panorama nazionale.
[...]
Attrice duttile e completa, capace di emozionare – e di «bucare»
lo schermo – come poche: al cinema la ricordiamo in molte pellicole di
impegno civile («Ragazzi fuori» di Marco Risi; «La scorta»
di Ricky Tognazzi; e in molti film di Aurelio Grimaldi, un autore a lei
molto caro: con «Le buttane», in particolare, nel 1994 è
stata candidata quale miglior attrice al Festival di Cannes); in televisione,
in molte fiction di successo («La Piovra 9», «Donne di
mafia», «Uomo di rispetto», solo per citare alcuni titoli)
e, ultimamente, nelle fortunatissime serie del «Commissario Montalbano»;
e, a teatro, splendida interprete di Pirandello, Verga, Martoglio, Rosso
di San Secondo e di altri grandi autori del passato (Plauto e Terenzio,
per esempio) e contemporanei, diretta da Strehler, Puggelli, Manfrè,
Sepe, Cassano, Crivelli e Bolognini.
[...]
Per quanto riguarda il teatro, è reduce dal grande successo
ottenuto a Vienna (al Burg Theater) con la pièce antologica «Volti
di donna siciliana», con testi di autori contemporanei (tra cui l'immancabile,
oramai, Andrea Camilleri); e in queste settimane è in tournée
(tra le altre tappe, ad Agrigento), al fianco di Tuccio Musumeci, in «Aragoste
di Sicilia».
[...]
Matteo Pappalardo
Corriere della sera,
4.11.2002
Cd-rom
L’enciclopedia che si può ascoltare
Omnia De Agostini Multimedia; prezzo: 99 euro. Si tratta di un’enciclopedia
multimediale in 5 cd-rom dedicati a «Enciclopedia, sezioni tematiche
e Dizionario», «Natura», «Scienza», «Storia»,
«Arte e sport».
[...]
Quanto ai contenuti, viene dato un eccessivo privilegio, nel Novecento,
alla contemporaneità. In letteratura, per esempio, si trovano Baricco
e Camilleri, e non Corazzini o Bilenchi.
[...]
Giorgio De Rienzo
La Repubblica,
5.11.2002
Un nuovo libro
Andrea Camilleri uomo di teatro
Si intitola L´ombrello di Noè il prossimo libro di Andrea
Camilleri. Uomo di teatro per tutta la vita, come autore, regista e critico,
lo scrittore siciliano ha concepito questo volume, che sarà pubblicato
da Rizzoli a novembre, come una raccolta delle sue conversazioni su alcuni
degli autori di teatro che più l´anno appassionato in particolare
Pirandello, ma anche Shakespeare, Adamov, Beckett e Genet. Vi sarà
anche una lunga intervista dove Camilleri rievoca episodi e incontri che
l´hanno particolarmente colpito.
La Stampa, 5.11.2002
Non una fiaba, ma un´incursione per i cultori del vino nell´ex
biblioteca di un convento
Roma. "C'ena una volta?", non proprio una fiaba per piccoli ma, tra
il sacro ed il profano, una vera e propria incursione teatral-gastronimica
dedicata ai cultori del vino che amano degustarlo "intriso" di cultura
ed ironia. Il curioso menù di questa sera sarà servito a
partire dalle ore 21 al Tempio di Dioniso (via delle Quattro Fontane 113,
tel.: 06473973), un locale raffinato e dai toni caldi ricavato nell'ex
biblioteca di un convento domenicano del '700. Ad animare la serata con
l'intento di esaltare il nettare di Bacco, ci sarà "Katakokkine",
la compagnia formata da Alessandra Arcidiacono che ne è anche la
regista, Elvira Frosini, Massimiliano Carnevale e Cristiana Giannachi,
con i costumi di Daniele Iraci. Lo spettacolo, che va rigorosamente condiviso
con la degustazione di vini esclusivi alcuni dei quali anche pregiati e
consigliati da sommelier che ne spiegheranno origini e segreti, indaga
con ironia sulle connessioni tra il cibo, l'arte, il vino, l'amore, la
cucina, la memoria ed il desiderio "scomodando" alcuni testi sul tema tratti
da Molière, Emile Zola, Eduardo De Filippo, Italo Calvino, Isabel
Allende e Andrea Camilleri. Ad appassionati e curiosi si consiglia di prenotare.
Valentino Castaldo
Il Tempo,
6.11.2002
Montalbano fa 10 milioni. Sorpreso anche Zingaretti
UN GRADIMENTO oltre le più rosee aspettative anche per lo stesso
Luca Zingaretti. Un risultato d'audience che lunedì sera si è
attestato sui 9.892.000 spettatori con uno share del 34,44%, conquistando,
rispetto alla precedente puntata d'esordio, un punto in più di share.
«Il commissario Montalbano» che nelle precedenti serie, andate
in onda su Raidue, si era attestato sui 7.500.000 spettatori, sembra il
Maigret del duemila. La crescente simpatia della platea televisiva, nonostante
una evidente economizzazione delle risorse, riscontrabile nella quarta
serie, attualmente in onda, è giustificata da una serie di motivazioni.
La prima è di ordine squisitamente letterario: il giallo, in televisione,
ritorna a raccontare la letteratura, come era avvenuto, in passato, solo
con Simenon e Sciascia. La seconda è la presenza di Zingaretti,
che interpreta, in maniera reale, un personaggio ideale. E dire che Camilleri,
inizialmente, aveva osteggiato la scelta dell'attore, per lui troppo giovane
nel ruolo del suo Commissario, ma impostagli da Raifiction. «È
un successo che, in video, si somma a quello degli anni precedenti, grazie
a Camilleri che ha saputo conquistare con le sue trame accattivanti, l'attenzione
del pubblico» afferma Carlo Lucarelli, scrittore di gialli e del
genere noir, oltre che conduttore del programma di Raitre «Blu notte»,
dedicato a casi di cronaca nera insoluti. «Le storie di Montalbano,
proprio per l'intrigante, ma accessibile scrittura, arrivano ad una platea
di lettori di differente estrazione culturale, non solo ad intellettuali.
E rappresentano la dimostrazione che se si persegue la qualità,
in Tv l'audience alla fine paga», conclude Lucarelli. «Rispetto
al passato, noto, nello svolgimento della sceneggiatura, una più
evidente concessione alla commedia che ne ha alleggerito i toni ed ha consentito
al pubblico di accedere più da vicino alla vita privata del protagonista.
Nella giusta commistione tra elementi del giallo ed aspetti privati della
quotidianità, è da ricercarsi il successo di personaggi icona
come Montalbano», sottolineano gli sceneggiatori Laura Toscano e
Franco Marotta, ai quali si deve l'invenzione de «Il maresciallo
Rocca» il Carabiniere che, interpretato da Gigi Proietti, ha suscitato
la simpatia del pubblico per la capacità di alternare, nella fiction,
vita professionale e privata. Montalbano è oramai considerato dalla
gente come una persona di famiglia», sottolineano. E Camilleri, indugiando
su aspetti intimistici di Montalbano, anche dopo la risoluzione del caso
e l'arresto dell'assassino, dimostra che il giallo non è fine a
se stesso».
Marida Caterini
Corriere della sera,
ed. di Roma, 7.11.2002
SCRITTORI IN MUSICA / Marco Lodoli all’Auditorium e «Il fantasma
nella cabina» su testo di Andrea Camilleri
L’astronave e la Stellaccia cattiva
«I Cosmonauti russi» con Laura Betti, Gianmaria Testa e
un ensemble di famosi jazzisti
[...]
Gli era rimasto nella penna, ad Andrea Camilleri, il commissario Cecè
Collura: personaggio accantonato, per far posto all’ormai famoso Salvo
Montalbano, e quindi pirandellianamente in cerca d’autore. È così
che lo scrittore siciliano lo ha reso protagonista di otto racconti, che
ora si trasformano in una tetralogia di opera lirica. «Il fantasma
nella cabina» si intitola la prima tappa del percorso, opera in due
atti su libretto di Rocco Mortelliti, con le musiche di Marco Betta. Lo
spettacolo, che segna il debutto di un testo di Camilleri nel melodramma
va in scena in prima nazionale il 13 dicembre al Teatro Donizetti di Bergamo,
per essere all’Opera di Roma nella prossima stagione. Protagonisti in palcoscenico,
Vincenzo La Scola e Katia Ricciarelli. Racconta lo scrittore: «All’inizio
dei miei romanzi, ero indeciso se chiamare il mio commissario Salvo Montalbano
o Cecè Collura. Poi decisi per il primo nome e il povero Cecè
fu abbandonato a se stesso, praticamente un "aborto" letterario. Fu nell’estate
di quattro o cinque anni fa, quando un grosso quotidiano mi chiese di scrivere
dei racconti brevi, che decisi di far nascere Collura: avevo un debito
con lui».
Cecè, stretto collaboratore di Montalbano , reduce da una pallottola
nello stomaco in un’azione poliziesca, va a farsi una convalescenza su
una nave da crociera come commissario di bordo. È lo stesso Montalbano
a consigliarglielo per farlo riposare. Ma Collura, durante la navigazione,
dovrà risolvere un misterioso caso con tanto di fantasma.
I romanzi di Camilleri vanno a ruba in libreria e registrano altissimi
ascolti nella trasposizione televisiva con Luca Zingaretti. Ma il genere
thriller in teatro, di solito, non ha molta fortuna. «È vero
- riflette lo scrittore - e sono proprio curioso di vedere il risultato
. Ma non mi stupisce che un mio testo diventi melodramma: i miei personaggi
sono diventati addirittura fumetti e giochi virtuali...».
Ma Camilleri ama l’opera lirica? «Prediligo gli autori del Novecento.
E risale al 1958 la mia prima e unica regia lirica: il "San Giovanni decollato",
cavallo di battaglia di Angelo Musco. Un’esperienza che francamente non
fu esaltante. Comunque da uomo di teatro, preferisco ascoltare le opere
a occhi chiusi: non sopporterei di vedere un cantante troppo grasso per
il ruolo che interpreta».
Emilia Costantini
Libertà,
7.11.2002
Antenna libera
E` la fiction la tv più autentica contro il nobile cinema
decaduto
Gira e rigira, la cosa più autentica di questa tv è la
fiction.
[...]
Se Lo zio d'America rappresenta l'ineluttabile compromesso tra piccolo
e grande schermo, Il commissario Montalbano, tornato a furor di pubblico
anch'esso su Raiuno (quattro nuovi episodi il lunedì sera) rappresenta
la prova che la fiction di qualità è possibile anche farla
in casa. Non per nulla si parte dai romanzi di Andrea Camilleri, l'unico
caso letterario nato in Italia negli ultimi dieci anni, ossia in piena
era televisiva. Il regista Alberto Sironi e il protagonista Luca Zingaretti
se ne sono impossessati con amore, ma senza timori reverenziali, costruendo
un protagonista che con quello letterario non ha quasi nessuna somiglianza
in senso stretto, ma è un buon esempio di verosomiglianza artistica.
Schivo, introverso, taciturno, Salvo Montalbano è un solitario cane
sciolto, come tutti gli sbirri che si rispettino. Ma con un fascino e una
passionalità tutti suoi. Così la fiction funziona sia per
la forza quasi bruta del protagonista, sia per la natura straordinaria
che gli fa da sfondo. Dopo tante Piovre e tanti Padrini, era tempo che
arrivasse un difensore della legge a muoversi tra le luci, i mari, le piazze,
i misteri e i fichi d'India della Sicilia. Poco importa che il “giallo”
in senso stretto lasci qualche volta a desiderare: in questo Montalbano
televisivo ci sono tanti colori in più, proprio come nel linguaggio
inventato da Camilleri.
Nanni Delbecchi
La Repubblica,
ed. di Palermo, 7.11.2002
RACALMUTO. La Fondazione Sciascia espone le immagini scattate in Sicilia
dal più grande reporter di guerra
ROBERT CAPA. Gli attimi fuggenti del maestro della foto
Camilleri lo incontrò nella Valle dei templi mentre immortalava
un duello tra due aerei
I visi e i luoghi vengono cancellati dal tempo inesorabile o diventano
altra cosa. Restano le immagini, tanto eterne quanto è caduca la
vita, che per una frazione di secondo, la scansione di un clic, liberano
uomini e donne dalla trappola della realtà. Robert Capa, il più
grande fotografo di guerra, cattura emozioni per tutta la sua esistenza,
conclusa tragicamente nel 1954 in Indocina per colpa di una mina antiuomo.
Muore così a 41 anni, tutti vissuti pericolosamente. Alla ricerca
dell´attimo fuggente. Sotto le bombe o nelle retrovie imbriglia il
movimento e dà un volto umano e tangibile alla storia più
drammatica del Novecento. Da sabato alle 17,30 centoventi delle sue fotografie
sulle cinque guerre da lui documentate (Spagna, Cina, Europa, Medioriente,
Indocina), a cominciare da quelle dello sbarco alleato in Sicilia, saranno
esposte nei locali della Fondazione Sciascia a Racalmuto. La mostra, organizzata
da "Contrasto e Magnum", vuole essere un omaggio allo scrittore nell´anniversario
della sua morte. Resterà aperta fino al 9 febbraio del 2003.
Sciascia ventenne è in piazza, con l´inseparabile amico
Aldo Scimè, quel 20 luglio del 1943 quando arrivano gli americani.
«In quel tripudio Leonardo piangeva come un bambino - ricorda commosso
Scimè - ma non erano lacrime di gioia. Forse esprimevano lo sgomento
per un futuro indefinito. Gli ho chiesto più volte negli anni successivi
il perché di quel pianto, ma non mi ha mai dato risposta. Eppure
da convinto antifascista qual era aveva più di un motivo per gioire.
Non dimentichiamo che da tempo era in contatto con la cellula di dissidenti
di Caltanissetta. Leonardo e gli altri mascheravano i loro incontri con
innocenti annunci di letture dantesche».
Sciascia non si avvede di Robert Capa, sicuramente tra i soldati, contrariamente
ad Andrea Camilleri che il giorno prima dell´entrata dell´esercito
a Racalmuto incontra il fotografo vicino al tempio della Concordia mentre
si rotola per terra a pancia in aria teso a immortalare un duello tra un
aereo tedesco e uno americano.
Chissà che foto ci avrebbe tramandato Capa del podestà,
del maresciallo e del prete di Racalmuto che per tre, quattro volte, vanno
vanamente incontro all´esercito alleato, il cui immediato arrivo
viene annunciato per dispetto dal burlone di turno. «I tre andavano
e venivano dalla strada per Gela sudati e infastiditi - racconta Scimè
- Alla fine la prima a entrare in contatto con i soldati liberatori fu
Fifa, ragazza allegra, che era rientrata in paese carica di pacchetti di
Luke strike, scatolette e cioccolata. La prova che gli americani erano
vicini».
In origine è Endre Friedmann, nato nel 1913 a Budapest da una
famiglia della borghesia ebraica. Poi negli anni Trenta, a Berlino dove
è costretto a espatriare dal regime protofascista dell´ammiraglio
Miklòs Horthy, reinventa la sua vita e diventa Robert Capa, uno
pseudonimo che vuole essere un omaggio al regista del sogno americano Frank
Capra e a Robert Taylor, emblema del seduttore, prima che si scoprisse
la sua celata omosessualità. Il nome americano, tra l´altro
aiuta la compagna-socia a piazzare le sue foto nelle riviste.
Comincia dalla gavetta e passo dopo passo - fattorino, assistente di
camera oscura, apprendista e fotografo - si ritrova in mezzo agli orrori
del secolo scorso. Con Henry Cartier-Bresson, del quale diventa amico nei
bistrot di Parigi, fonda la mitica Magnum, fucina di grandi fotografi.
«Robert assunse volontariamente l´incarico di raccontare l´inferno
che gli uomini si sono fabbricati da solo: la guerra», testimonia
il fratello Cornell, fotografo anche lui, che per emulazione sceglie il
cognome Capa. John Steinbeck è tra i primi a capirne il genio. «Robert
- scrive - poteva mostrare l´orrore di un intero popolo attraverso
il viso di un bambino. La sua macchina fotografica coglieva l´emozione
e la tratteneva. Le sue foto non sono incidenti. L´emozione che contengono
non arriva per caso. Era in grado di fotografare il movimento, l´allegria,
lo sconforto. Le sue immagini catturano un intero mondo». Come non
ricordare l´espressione del miliziano morente nella guerra di Spagna,
simbolo di tutte le sofferenze?
Vive assaporando ogni attimo della vita: squattrinato e prodigo, pigro
e frenetico, bohemien e viveur. Ama tantissimo ed è ancor di più
amato. Tra le donne che si innamorano perdutamente di lui anche la divina
Ingrid Bergman, con la quale vive un anno a Hollywood. Ma il richiamo delle
bombe è più forte di quello del jet set. Quando lei comincia
a parlare di matrimonio lui scappa per il fronte. Nel suo libro autobiografico
"Leggermente fuori fuoco", dove si rivela affabulatore di verità
romanzate, una grande lezione di fotogiornalismo: «Se le tue foto
non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino».
E lui è sempre vicino. Di più. Fino all´inciampo nella
mina fatale.
Tano Gullo
Leggo (giornale metropolitano di Milano), 7.11.2002
Nobile: "Sono io il re dello share?"
L'attore è giornalista in "Montalbano" e poliziotto in "Distretto";
le fiction-record
ROMA- Un successo doppio, che lo vede apparire contemporaneamente nelle
due fiction più amate del momento, diviso tra due commissariati,
due storie e due reti concorrenti. Un colpo di fortuna? Per il siciliano
Roberto Nobile, che interpreta il giornalista Nicolò Zito in "Montalbano"
(Rai1) e il poliziotto Antonio Parmesan in "Distretto di polizia 3" (Canale5),
lunedì scorso ancora 9 milioni di spettatori e share tra il 30%
e il 34%), il momento è d'oro.
"La tv? Non mi ha cambiato la vita" dice l'attore, e lo spiega con
un pizzico d'ironia: "Rimango più amato dalla gente che dai dirigenti
televisivi, anche se ho avuto più di quanto mi aspettassi. La vera
fortuna è stata incontrare due ottimi registi, Sironi e De Maria".
Poi prosegue a raccontare dei suoi personaggi: "Il primo è un giornalista
onesto e coraggioso che ha fede nella giustizia ed essendo nato in Sicilia,
ha anche pagato per questo, l'altro un poliziotto 'anziano', una specie
di papà del Distretto". Due ruoli diversi, una preferenza? "Sono
particolarmente legato a Zito, perchè mi ha permesso di tornare
a Ragusa, la mia città, per fare l'attore. Ero emigrato 25 anni
fa proprio perchè non c'erano possibilità, invece Montalbano
è stato girato lì, a casa mia". Alle spalle, Roberto Nobile
ha una carriera di caratterista teatrale e un po' di cinema (ha recitato
anche nell' "Intervista" di Fellini): "La fiction porta una gradevole popolarità
e qualche soldo in più" dice "ma soprattutto la possibilità
di approfondire un ruolo, di imparare".
E i colleghi protagonisti? "Claudia Pandolfi è giovane e allegra,
meno diva di Isabella Ferrari, che avendo alle spalle tanto cinema, sul
set è un specie di 'aristocratica'. Zingaretti? Lo stimo, ma ho
avuto pochi contatti". E dopo i commissariati? "Sarò un nobiluomo
toscano con tanto di cani e cavalli in un film americano, 'Under the tuscan
sun', con Diane Lane e Raoul Bova: niente male per un emigrato siciliano!".
Elisabetta Colangelo
Radio 1,
8.11.2002
Il baco del millennio
Ore 10.30
Andrea Camilleri apre la trasmissione dedicata alla gastronomia palermitana.
Intervengono Franco Cardini, Antonino Buttitta e Gaetano Savatteri.
Palermo non esiste? Con la città di Palermo, le sue prelibatezze
alimentari, la sua storia composita e ricchissima chiudiamo la nostra riflessione
sul cibo e le tradizioni che costituiscono l'identità di un popolo.
Palermo araba, mediterranea, italiana; Palermo che è 'tanticchia'
di tutto e di tutti, sarà per oggi il simbolo della necessità
di mischiare le conoscenze per continuare a costruire tradizioni e abitudini
comuni che, passando per il cibo, arrivino alla mente degli uomini.
9.11.2002
Andrea Camilleri non sarà presente, come inizialmente annunciato,
all'incontro Leggere le immagini, vedere le parole, previsto
per sabato 9 novembre 2002 nell'ambito di Fuori pagina. Poesia e romanzo
in discussione (Genova, dal 5 al 15 novembre 2002).
Giornale di Sicilia, 9.11.2002
Grazie a Montalbano più turisti svedesi
Forte aumento delle presenza in Sicilia
Napoli. Montalbano? Gli operatori turistici della Sicilia possono ringraziarlo.
Dopo la seconda serie del commissario Luca Zingaretti in tivù le
presenze di turisti svedesi nell'isola - dove è ormai il personaggio
più popolare nonostante venga tradotto in lungua scandinava - sono
aumentati di sei volte rispetto ai dati precedenti. Lo ha sottolineato
il direttore generale della Rai, Agostino Saccà, in occasione della
firma di un protocollo d'intesa con il presidente della Regione Campania,
Antonio Bassolino. E dopo la prima puntata della nuova serie, ha aggiunto,
"il centralino della Rai e il sito Internet sono stati subissati di richieste
su dove si trovasse la spiaggia di Scopello".
Il Messaggero,
12.11.2002
Il Cda della tv pubblica non approva le serie, niente contratto per
il prossimo Montalbano e tante produzioni rischiano di fallire
Fiction, è rivolta contro la Rai
I produttori: o viene nominato il direttore della struttura o scioperiamo
ROMA — La fiction continua a versare in uno stato di crisi. Una situazione
che paralizza un settore che dà lavoro a oltre 200 mila persone.
E ieri l’Apt (Associazione dei produttori tv) ha optato per una manovra
offensiva: se la Rai non varerà il piano di produzione fiction 2003
e non nominerà il direttore di Raifiction entro i due prossimi Consigli
di amministrazione, i produttori sciopereranno per un giorno. Lo annuncia
Sergio Silva, presidente dell'Apt che spiega: «La fiction subisce
uno stallo legato alla riduzione degli investimenti e ai rapporti tra broadcaster
e produttori indipendenti: problemi al centro di una discussione aperta
con Rai e Mediaset, che abbiamo intenzione di portare avanti. Ma alla Rai
si è creata una congiuntura che da circa un anno impedisce l'attività
di produzione e di progettazione della fiction, nonostante si confermi
un genere in salute: prova ne sono gli ascolti di questi giorni».
Infatti, nonostante i risultati di serie come Lo zio d’America, o Don Matteo,
realizzate durante la scorsa gestione di Raifiction, alcune aziende sono
costrette a chiudere, altre a licenziare, altre ancora a lavorare rischiando
sulla propria pelle. E, caso eclatante, i prossimi film del Commissario
Montalbano, esempio di una tv raffinata e campione di ascolti, sono ancora
senza contratto.
[...]
Micaela Urbano
15.11.2002
Oggi alle ore 17:30 Andrea Camilleri riceverà a Roma, in Campidoglio,
il Premio Circeo (premio dell'amicizia italotedesca).
Ingresso per inviti.
La
Nuova Sardegna, 15.11.2002
Le armi della poesia contro le menzogne imposte dal potere
Lingua «oscena» opposta ai codici della comunicazione
«Tra assurdo e democrazia: per un'improbabile storia della lingua
italiana». E' il titolo della prolusione con la quale Vincenzo Consolo
inaugurerà martedì 19 i corsi della facoltà di Lingue
e letterature straniere dell'Università di Sassari. Da Dante a Leopardi,
da Manzoni a Pasolini, Consolo ripercorrerà i modi e i temi del
lungo contrasto tra letteratura e codici linguistici imposti, in differenti
contesti storici, dal potere.
[...]
«Sì, la scrittura del romanzo smette di essere dialogica
e diventa monologante, come la poesia. E' la scelta di una lingua oscena,
non spendibile nell'universo di senso, ormai totalmente omologato, delle
comunicazioni di massa, dentro il quale sta anche la falsa letteratura.
Oggi, ad esempio, in poesia si ricorre sempre più spesso ai neodialetti,
che non sono la poesia dialettale di una volta. E' come scrivere in una
lingua altra, in una lingua estranea. Un'operazione completamente diversa
dal recupero del dialetto che fanno alcuni autori, ad esempio Andrea Camilleri.
La cifra linguistica di Camilleri è di tipo folclorico di secondo
grado, nel senso che lui usa una lingua mutuata dai mezzi di comunicazione
di massa. E' una specie di "ritorno del superato", per citare George Steiner.
Non esistono più i contesti dialettali, ma il lettore si diverte
di fronte a questa buffoneria che già conosce per averla ascoltata
nel cattivo cinema e nelle macchiette televisive».
[...]
Costantino Cossu
Giornale di Sicilia, 16.11.2002
Camilleri, "la scrittura che suggestiona". All'autore siciliano
il Premio Mondello
Cerimonia di consegna il prossimo 30 novembre
Roma. "Andrea Camilleri è tra i rari autori contemporanei in
grado di suscitare l'interesse di un pubblico vasto ed eterogeneo; merito
non soltanto del genere da lui prediletto ma, soprattutto, di una scrittura
composita e intrigante, di grande suggestione e comunicativa". E' con questa
motivazione che la giuria della XXVIII edizione del "Premio Letterario
Internazionale Mondello - Città di Palermo 2002" ha assegnato a
Camilleri il Premio Autore Italiano per "Il re di Girgenti" (Edizioni Sellerio).
Con lui, come è stato annunciato ieri mattina in anteprima a
Roma, il prossimo 30 novembre riceveranno il Premio (organizzato dal comune
di Palermo e dalla Fondazione Andrea Biondo, con la collaborazione della
Fondazione Premio Mondello) Per Olov Enquist per il romanzo "Il medico
di corte" (Iperborea) nella sezione autore straniero, e Luigi Reitani per
la raccolta "Holderlin - Tutte le liriche" (Mondadori) nella sezione traduzione.
Il Premio Mondello 2002 sarà, inoltre, assegnato a Tonino Conte
per il romanzo "L'amato Bene" (Einaudi) nella sezione teatro, e a Luciano
Erba per l'insieme della sua opera, racchiusa nel volume "Poesie 1951-2001"
(Mondadori), come premio speciale della giuria.
I premi, scelti dalla giuria tra i componenti delle terne selezionate
il 29 settembre scorso, saranno consegnati dal Sindaco di Palermo Diego
Cammarata e da Giovanni Puglisi, Presidente della Giuria, Segretario Generale
della Commissione Nazionale Italiana dell'Unesco e Rettore dell'Università
Iulm, nella cerimonia che si terrà il 30 novembre a Palermo, a conclusione
degli incontri di approfondimento sugli autori e le loro opere. "Non speravo
di riuscire a vincere questo premio illuminato" ha detto Camilleri ieri
mattina, esprimendo il suo orgoglio "dannatamente italiano e dannatamente
siciliano" per essere allo stesso tempo "profeta in patria" e portatore
della narrativa italiana nel mondo.
Dal canto suo, Puglisi ha ribadito come il Premio Mondello sia e voglia
essere "sempre più internazionale, come la Sicilia: terra d'approdo
e di ospitalità millenaria in cui l'esperienza della diversità
- non come "altro", ma come ricchezza dell'uno - è storia e vocazione".
Tiziana Lupi
Gazzetta del Sud,
16.11.2002
Il direttore artistico Lorenzo Genitori parla della stagione del Teatro
di Messina
Pronti a una sinfonia di stelle
MESSINA – È una stagione musicale certamente di notevole interesse
e opportunamente variegata, quella allestita per il 2003 (per la prima
volta strutturata ad anno solare, da gennaio a dicembre) dall'Ente Autonomo
Regionale «Teatro di Messina».
[...]
Una chicca, in anteprima siciliana, quale sicuramente è «Il
fantasma della cabina» di Betta, su libretto di Camilleri (a febbraio).
[...]
«Avrei voluto ancora – rimarca Genitori – non sostituire un'opera
di cassetta con un delizioso cameo come "Il fantasma della cabina". Siamo
orgogliosi, sia ben chiaro, di proporre qualcosa in anteprima siciliana
e che interesserà messinesi e siciliani: ma tutto questo andava
fatto in aggiunta ai quattro titoli. Tutte queste, comunque – sottolinea
con grande realismo – sono doleances che, comunque sia, non trovano un
futuro diverso rispetto a oggi».
[...]
Matteo Pappalardo
Radio 24, 17.11.2002
Tra
le righe
ANDREA CAMILLERI
"STORIE DI MONTALBANO" (Mondadori, 1682 pagg., Euro 39,00)
Protagonista di questo libro sono le storie di Montalbano, uno dei casi
letterari di successo della nostra attualità, appartiene, infatti,
all'immaginario collettivo del nostro paese. L'introduzione è di
Nino Borsellino; avvincentissima e ricchissima di dettagli è la
cronologia che permetterà ai lettori vecchi e nuovi di Camilleri
di scoprire che la sua vita costituisce in realtà il primo dei suoi
romanzi: gustosissimi ricordi di scuola, ritratti di personaggi di Sicilia,
rapporti e intrighi famigliari, la scoperta del 'milieu' culturale romano,
la televisione, il teatro.
Antonio Calabrò
La
Nuova Ferrara, 18.11.2002
Stiamo leggendo. Le inchieste di Collura
FERRARA. Dopo essere stato ferito nel corso di una sparatoria, il commissario
Vincenzo (Cecè) Collura ha deciso di trascorrere un periodo di convalescenza
su una nave da crociera.
Uomo di terra e non di mare, si trova ad indagare su una serie di piccoli
e divertenti gialli, aiutato da un fedele collaboratore, il triestino Scipio
Premuta. Il mistero di un fantasma apparso in una cabina, lo scambio fra
due gemelle, la comparsa di un cadavere sconosciuto: sono alcune delle
inchieste che Cecè conduce, seguendo il fiuto dello sbirro che ha
in comune con l'amico Montalbano.
«Le inchieste del commissario Collura», di Andrea Camilleri,
edizioni Libreria dell'Orso.
Il Gazzettino, 20.11.2002
Vincenzo Collura, per gli amici ...
Vincenzo Collura, per gli amici Cecé, è la nuova creatura
dello scrittore Andrea Camilleri, "papà" del poliziotto Salvo Montalbano.
Anche Cecé è un poliziotto, protagonista di un libretto intitolato
«Le inchieste del commissario Collura» (pagine 96, 8 euro),
pubblicato dalla Libreria dell'Orso, piccola casa editrice di Pistoia.Siciliano,
amico di Montalbano, come lui «omo di terraferma», il commissario
Collura si trova a svolgere indagini a bordo di una nave popolata di strani
personaggi, durante una crociera solo apparentemente piatta e noiosa. Il
commissario di bordo Cecé, aiutato dal triestino Scipio Premuda,
dovrà dare fondo a tutto il suo fiuto di investigatore per venire
a capo di misteriose ed inquietanti vicende.Otto sono i racconti presenti
nel volumetto che arriva oggi nelle librerie italiane. Come spiega lo stesso
Camilleri, Vincenzo Collura e Salvo Montalbano nascono contemporaneamente:
furono questi inizialmente infatti i due nomi scelti dallo scrittore per
il suo poliziotto, anche se poi si impose il secondo. Camilleri non esclude
tuttavia di poter scrivere un romanzo, in un futuro prossimo, dedicato
solo a Cecé. Lo scrittore siciliano è al secondo libro che
affida alla Libreria dell'Orso: l'anno scorso videro la luce i «Racconti
quotidiani». Conteso dai grandi editori, Camilleri ha scelto di fare
questo regalo alla piccola casa editrice pistoiese per l'amicizia che lo
lega a Giovanni Capecchi, giovane ricercatore di letteratura italiana di
Pistoia che da tempo raccoglie le sue confidenze e interviste.
TG2 - Costume e società,
20.11.2002
Intervista a Cesare Bocci
Oggi a "TG 2 Costume e Società" è stato intervistato Mimì
Augello [ovvero Cesare Bocci, l'attore che lo intrepreta nei telefilm,
NdCFC].
Mentre preparava il caffè alla sua intervistatrice ha spiegato
i suoi rapporti con il Commissario Montalbano (nello specifico con Luca
Zingaretti) facendo intravedere qualche intransigenza del prim'attore celata
da alta professionalità. Poi è passato a raccontare del matrimonio
con Beba lasciato a metà forse (ma molto forse) con un prosieguo
futuro. La terza mano la giornalista se l'è giocata nel privato
chiedendogli se si era stancato di fare il "secondo". Lui compostamente
ha risposto che nel ruolo di Mimì si trovava bene ma che se gli
capitava l'occasione (lui sperava presto) non se la sarebbe fatta scappare.
Eugenio
La
Nuova Sardegna, 21.11.2002
Il ruolo della pratica letteraria in una società che tende a
desertificare ogni universo di senso
Una letteratura di opposizione
Il dibattito all'università di Sassari con Consolo e Onofri.
La tensione verso una parola che sappia restare agonistica
[...]
C'è un libro, ha anche ricordato Consolo, che nella storia della
produzione letteraria italiana ha segnato questa svolta «conservativa»,
e si chiama «Il nome della rosa». Dopo è passato di
tutto, dai Cannibali ad Andrea Camilleri.
[...]
Costantino Cossu
La Sicilia, 21.11.2002
RACALMUTO – Il 20 dicembre si apre la stagione
Una Fondazione per gestire il teatro Regina Margherita
Camilleri confermato direttore artistico
RACALMUTO - Dopo la Fondazione «Leonardo Sciascia», Racalmuto
ha anche la Fondazione Teatro Regina Margherita. La struttura dopo un'opera
di restauro che si è protratta per oltre vent'anni, finalmente aprirà
i battenti il prossimo 20 dicembre e proprio per questo motivo il sindaco
ha deciso di accelerare i tempi per la costituzione della Fondazione.
[...]
Oltre all'istituzione della Fondazione del teatro, il consiglio comunale
ratificherà la nomina a direttore artistico, lo scrittore e regista
empedoclino Andrea Camilleri, che il 20 dicembre per l'inaugurazione del
Teatro dapprima sarà presente a Grotte per ritirare il premio «Racalmare»
e subito dopo presiederà la cerimonia di inaugurazione del teatro
alla presenza di attori del calibro di Luca Zingaretti (che interpreta
il suo personaggio il commissario Salvo Montalbano), Anna Marchesini, Leo
Gullotta, Gigi Proietti. Infine sarà anche approvato lo statuto
comunale del teatro e subito dopo verrà composto il consiglio d'amministrazione.
[...]
Sempre a proposito del teatro «Regina Margherita», c'è
da dire che il direttore artistico, Camilleri, ha già approntato
una sorta di stagione teatrale con l'utilizzo delle varie compagnie di
teatro popolare della provincia agrigentina e in generale della Sicilia.
Gaetano Ravanà
Yahoo! Notizie,
22.11.2002
Premio Mondello: i vincitori
Con due giornate dedicate alla letteratura si concluderà a Palermo
la XXVIII edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello. Il 29
novembre: al mattino una tavola rotonda sulle opere di Enquist e al pomeriggio
altre due sulle opere di Camilleri e Erba. Il 30 novembre, al pomeriggio,
la cerimonia di premiazione dei vincitori: Per Olov Enquist, Andrea Camilleri,
Luigi Reitani, Tonino Conte e Luciano Erba.
Informazioni Editoriali s.p.a
Corriere della sera,
22.11.2002
Caro Vergani, in questi ultimi due anni mi sento come Pippo ...
Caro Vergani, in questi ultimi due anni mi sento come Pippo Genuardi,
il protagonista del bellissimo romanzo di Andrea Camilleri, «La concessione
del telefono». Per chi ancora non lo avesse letto, è la divertente
storia delle traversie burocratiche di un siciliano della fine ’800 che
a sue spese voleva installare un telefono per collegare il suo magazzino
di legname con la casa del suocero. I motivi della sua richiesta non li
dirò per non guastare la curiosità dei lettori. Allora, alla
fine dell'800, il telefono era più che un lusso, non era un servizio
pubblico primario come lo è oggi, perché la definizione di
servizio di pubblica utilità cambia con il tempo e con le nuove
tecnologie. Oggi è considerato servizio di pubblica utilità
anche Internet che viaggia sui fili del telefono, e che svolge ormai un
ruolo essenziale nella comunicazione tra cittadini e istituzioni, nessuno
immaginerebbe si possa vietare Internet, eppure a Milano oggi succede.
La proprietà, pubblica, della casa dove vivo non concede l'accesso
al collegamento internet attraverso fibra ottica, quindi molto veloce,
perché, si sussurra, vorrebbe dei soldi dalla società che
effettua la connessione. Un mio amico ha lo stesso problema, ma le motivazioni
del diniego da parte della proprietà, privata, al collegamento ad
Internet con fibra ottica non sono venali: semplicemente non vuole altri
«operai» nel palazzo. E' evidente che per luce, gas, e acqua
ciò non sarebbe ammissibile. Oggi sappiamo che il futuro di Internet,
servizio di pubblica utilità, non sarà sul doppino del cavo
telefonico, ma su fibra ottica o via etere, e sappiamo che il cittadino
ha il diritto di scegliere i servizi che desidera. Non le sembra che in
questo caso le proprietà immobiliari oltre che danneggiare la libera
concorrenza impediscano ai cittadini la libera scelta di servizi di pubblica
utilità?
Ennio Rota
La Sicilia, 22.11.2002
Fatalisti e citrulli, così ci vede chi non capisce il nostro
rapporto con l'Etna
Fatalisti, citrulli, indolenti e teatrali, superstiziosi e persino ridicoli
con quelle "museruole" addosso per non mangiare polvere, la scopa in mano
e una "scoppoletta" in testa. Non lo sapevate? Appariamo così (vedi
a esempio l'Espresso della scorsa settimana) sui giornali e spesso sulle
televisioni nazionali, nel segno vieto del colore, del folk, della retorica
del primitivismo.
[...]
Confusi, confusionari, impelagati tra tombini otturati e scuole precarie,
e chiassose rincorse ai contributi. E' così che veniamo fuori da
certe cronache e dal fumo dell'Etna, buffi e scomposti, benedicenti e impreparati,
primitivi e rituali. Ma d'altro canto, è così diversa la
nostra immagine che affiora, proprio in questi giorni, dagli sceneggiati
del commissario Montalbano, tratti da Camilleri?
Non siamo anche qui, in questi pur deliziosi quadretti siciliani, gente
sorniona e approssimativa, dotata di quella rozza leggerezza che ci fa
diversi, ironici e mortuari, giocosi e insolenti, sensuali e ispidi, arretrati
e profetici?
E' solo iconografia, materiale da cartolina, insomma puro colore che
diverte, o c'è del vero?
I primi a chiedercelo, sotto la polvere (è il caso di dirlo)
dello spettacolo, in fondo siamo noi.
Elvira Seminara
Gazzetta di Parma,
22.11.2002
«Giacarandà» di Cacopardo. Oggi la presentazione
a Palazzo Sanvitale
Un'isola nel sole
Domenico Cacopardo, siciliano di Letojanni, classe 1936, è un
consigliere di Stato col vizio della scrittura. Un vizio che coltiva con
dedizione. Apprezzato autore di gialli (il più recente «Cadenze
d'inganno», Marsilio editore), ha deciso di esplorare nuovi generi.
«Giacarandà» (sempre edito da Marsilio) - che verrà
presentato oggi alle 17.30 a Palazzo Sanvitale da Maurizio Chierici e Giuseppe
Marchetti, dopo un'introduzione di Franco Gorreri - è un romanzo
storico, di quelli in cui per muoversi si prende il cavallo, le distanze
si misurano in canne e nei borsellini tintinnano pesanti ducati.
[...]
Lei in passato è stato definito un anti-Camilleri. Come si pone
oggi rispetto a questa definizione? «Camilleri ha avuto il merito
di riportare l'attenzione sulla letteratura siciliana e sulla Sicilia.
Molti libri forse non avrebbero visto la luce se non ci fosse stato tale
fenomeno. Detto questo, credo che ognuno faccia la propria strada. Certo,
se la gente mi percepisce come un autore diverso da Camilleri, a me fa
piacere. Ma poi cosa vuol dire anti-Camilleri? Potrò essere definito
tale solo quando venderò quattro milioni di libri. Per il momento
è lui il riferimento letterario della Sicilia». «Per
il momento», dice Cacopardo. E intanto affila le armi: ha già
pronti il seguito di «Giacarandà» e altri due gialli.
La sfida tra isolani continua.
Antonella Parisi
Radio 3,
23.11.2002
Fahre Spettacolo
Intervista telefonica a Andrea Camilleri, Luca Zingaretti e Carlo Degli
Esposti (il produttore della serie televisiva montalbanica).
Giornale di Sicilia, 23.11.2002
Al Papa come a Camilleri: "Aiutateci"
Termini Imerese. Qualche volta sono state le lacrime a sbiadire l'inchiostro
delle lettere; qualche volta ha prevalso come nelle migliori trame ricamate
da Eduardo un'amara ironia. Mogli, figli e fidanzate degli operai della
Fiat di Termini Imerese hanno espresso il loro disperato bisogno di aiuto
in mille modi. Hanno scritto al Papa, al presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi, al premier Silvio Berlusconi, alla famiglia Agnelli, al
presidente della casa torinese Paolo Fresco per chiedere di scongiurare
la chiusura dello stabilimento, ma anche allo scrittore Andrea Camilleri
per chiedere solidarietà e persino al Gabibbo per smascherare chi
li ha illusi con promesse mai mantenute.
[...]
La sicilitudine è sentimento vero e le tute blu non potevano
dimenticare un cantore come Andrea Camilleri: "Vogliamo averla con noi
- si legge in una missiva di gruppo - in questa dura battaglia per il futuro
di tutta l'isola".
[...]
Calogero Morreale
La Stampa, 24.11.2002
Comandante dei vigili
«Il vero Salvo Montalbano sono io»
BORGHETTO SS. «Montalbano sono». Non si presenta in questo
modo ma come il «mitico commissario», descritto da Andrea Camilleri
e grande successo televisivo di Raiuno, si chiama Salvatore «Salvo»
Montalbano, e lavora per le forze dell'ordine. Il comandante della polizia
municipale di Borghetto è diventato un personaggio, al di la del
suo ruolo istituzionale, proprio per l'omonima e le molte assonanze con
il personaggio interpretato, con grande bravura, da Luca Zingaretti. Spiega
il comandante: «Devo ammettere che guardo il serial tv e mi sembra
un bel prodotto. I personaggi che vi sono rappresentati, soprattutto i
colleghi e subalterni del ''commissario'' sono proprio quelli che incontri
a volte nella vita quotidiana». C'è chi la chiama «commissario»
invece di comandante? Risponde: «Succede. In un caso, durante un'udienza
civile in cui ero presente come testimone, sono finito sul verbale proprio
come commissario. La gente mi ferma e mi fa le battute. Mi porto dietro
dall'infanzia anche il soprannome di ''Salvo''». Il Montalbano di
Borghetto, cinquantenne, è originario dell'Agrigentino come il commissario
di Camilleri. «Anche se vivo al nord dall'età di 5 anni i
legami sono forti con la mia terra» aggiunge. Montalbano è
comunque un cognome diffuso in Sicilia come in alcune zone intorno a Roma.
Ci sono anche alcuni paesi con questo nome». Ma ora anche Borghetto,
grazie al grande successo del personaggio televisivo (oltre 10 milioni
di spettatori al lunedì sera) ha il suo «commissario»
Montalbano. Il comandante della locale polizia municipale è stato
protagonista del profondo rinnovamento del servizio realizzato in questi
anni. Non tutti hanno condiviso ma i risultati sull'ordine pubblico, grazie
ad una vigilanza di 24 ore in estate, non sono mancati.
a. r.
KataWeb Cinema,
25.11.2002
Francesco Bruni: come scrivere per Virzì o Camilleri
E' lo scrittore per il cinema più richiesto dal mercato (ha
firmato tutti i copioni dei film di Virzì o Calopresti), ma ha raggiunto
un pubblico impressionante con gli episodi di Montalbano per la tv: dimostrando
che anche la fiction può non essere mediocre
Se dovessimo trovare tre aggettivi per definire Francesco Bruni dovremmo
scegliere cordiale, disponibile e semplice.
Ecco una di quelle persone che non sembrano essere state travolte dall'onda
di un successo inaspettato, che mantengono i piedi per terra e che riescono
a non dimenticare valori importanti come l'amicizia e la gratitudine.
Il successo è quello stratosferico della serie del commissario
Montalbano (incassi record ad ogni puntata, quasi dieci milioni di telespettatori,
cifre che possono competere con quelle riguardanti la Nazionale o gli avvenimenti
storici) l'amicizia è quella per Paolo Virzì, nata nell'adolescenza
e continuata attraverso la proficua collaborazione con il regista toscano
fino alle ultime disavventure produttive che hanno accompagnato My name
is Tanino, la gratitudine è verso Andrea Camilleri, sorta di padre
putativo che ha permesso allo sceneggiatore livornese oggi tra i più
richiesti sia dal cinema che dalla tv, di cimentarsi e di riuscire perfettamente
anche nell'adattamento degli intriganti romanzi del commissario più
amato d'Italia. Un passaggio, quello dal piccolo al grande schermo, quello
da una produzione cinematografica d'autore ad uno sceneggiato commerciale,
inaspettato e nato forse per scommessa.
Prima della Sicilia atemporale e magica che sta spopolando il lunedì
sera, c'erano state le grigie palazzine e le fabbriche annerite dallo smog
di La bella vita, le vacanze dei nuovi mostri della commedia all'italiana
di Ferie d'agosto, l'ondivago girovagare di Valeria Bruni Tedeschi alla
ricerca di un qualcosa che possa confermare che La parola amore esiste,
la gioventù spensierata e allo stesso tempo pronta a far ingresso
nel mondo dei grandi di Ovosodo.
Incontriamo Bruni negli uffici della Palomar (gli stessi che hanno
dato vita ad altri successi del piccolo schermo come Perlasca e La piovra
10, che hanno prodotto l'antesignano del 'Grande Fratello Davvero' e per
il cinema Baylon, Peggio di così si muore e Tutti gli uomini del
deficiente) e non possiamo fare a meno di farci raccontare la sua prima
esperienza lavorativa per il tubo catodico.
Come nasce l'incontro con il mondo di Camilleri?
Casualmente e per merito esclusivo di un mio amico, Carlo Degli Esposti,
che cinque anni fa mi fece leggere i romanzi dello scrittore siciliano,
prima che divenissero un vero e proprio caso editoriale, chiedendomi cosa
ne pensavo. Sono rimasto entusiasta in quanto sono storie che contengono
un ingente quantità di materiale narrativo. Di solito, per noi sceneggiatori,
il cruccio più grande riguarda la scarsità di narrazione
con cui abbiamo a che fare. C'è la tendenza per gli autori ad una
sorta di pudore narrativo, la voglia di non raccontare troppo e di non
concatenare in maniera esponenziale i fatti che devono essere narrati.
Qui è stato tutto l'inverso. Mi sono trovato a che fare con un approccio
narrativo, ampio ed affascinante, che manca nel mondo del cinema dove si
deve esclusivamente inventare. E ne sono rimasto entusiasta. Nel cinema
si parte dal nulla, qui si parte da un materiale preesistente che viene
disposto, scandagliato, dove si tagliano delle cose e se ne aggiungono
altre fino ad arrivare ad un lavoro soddisfacente.
Quale lavoro ha dovuto apportare al testo?
Bisogna premettere che i libri di Camilleri sono quasi delle presceneggiature.
Si cerca di tirare fuori una linea narrativa pulita e di sfrondare la linea
secondaria, esclusivamente per problemi di durata. Purtroppo si devono
tralasciare bellissime digressioni del testo, alcune figure marginali,
certi squarci di colore e di paesaggio, spunti sociali, umoristici, persino
gastronomici. Le uniche cose che devono rimanere nitide sono i personaggi
principali e la trama gialla a cui bisogna attaccare indizi, false piste,
deviazioni. Ci si chiede di far funzionare al meglio un racconto che rischierebbe
di perdersi in passaggi troppo articolati. Nella ultima serie mi sono esposto
maggiormente e questo forse giustifica questa intervista. La prima serie
si basava su veri e propri romanzi. Ora, ad eccezione di L'odore della
notte, ci siamo dovuti basare su racconti brevi, circa una decina di pagine,
tratti da Gli arancini di Montalbano e 'Una notte [Sic!, NdCFC]
con Montalbano' e il lavoro è stato in parte diverso. Sono lavori
per così dire a metà: una metà è inventata,
l'altra si basa su estrapolazioni compiute su materiali diversi e disparati
come aneddoti, racconti, spunti. Questo è il lavoro che abbiamo
dovuto fare per le sceneggiature di Il senso del tatto, Gatto e cardellino
e Gli arancini di Montalbano. Abbiamo avuto la fortuna, io e Salvatore
De Mola che ha sceneggiato con me questi ultimi lavori, di avere carta
bianca dallo stesso Camilleri, il quale ha nutrito estrema fiducia nel
nostro lavoro non imponendo mai le sue scelte. È un piacere lavorare
con persone di tale signorilità.
Come si è trovato ad affrontare il meccanismo del 'giallo'
così lontano dalle sue corde stilistiche?
Per ogni sceneggiatore cimentarsi con la struttura dedalica del thriller
e del poliziesco è stimolante. Il giallo istituisce una convenzione
con lo spettatore per la quale ogni scena porta avanti la scoperta del
mistero, ogni singola sequenza è necessaria alla costruzione della
narrazione, ne è la quintessenza. Non mi è stato difficile
passare da generi così disparati tra di loro come la commedia e
il giallo in quanto, soprattutto nei personaggi secondari, ho trovato delle
parentele. Prendi le figure marginali di un film come Ferie d'agosto e
non le troverai così differenti dalle macchiette del mondo di Camilleri.
Una di queste è Catarella, il poliziotto imbranato, tenero e pasticcione
che pur dotato di una vis comica dirompente si integra alla perfezione
nel meccanismo poliziesco. Nell'universo di Montalbano, infatti, convivono
due anime, una realistica e una magica, di fantasia, caricaturale. La stessa
rappresentazione della Sicilia è idealizzata, non c'è un
interno che sia anonimo, non c'è un paesaggio che sia squallido,
grigio. Si tratta di una scelta stilistica vincente che da nuova linfa
all'immagine stereotipata, trita e ritrita che si porta a dare dell'isola,
di cui si evidenziano solo gli aspetti squallidi e atroci. Abbiamo voluto
dare l'idea di un paesaggio senza tempo, che riempie gli occhi e il cuore
dello spettatore. Ecco, in certi siparietti, in certi squarci, anche ambientali,
mi è stata molto utile la lezione imparata alla scuola di Virzì.
A quale episodio si sente maggiormente legato e quale personaggio
delle storie le è più congeniale?
Ho sceneggiato tutti gli episodi a parte che è frutto del lavoro
di Angelo Pasquini e li amo tutti. Tra i miei preferiti farei rientrare
Gatto e cardellino e Gli arancini di Montalbano dove ho inserito una digressione
sentimentale tra Montalbano e una giovane poliziotta che si invaghisce
di lui. In un certo qual modo mi sono sentito più libero. Tra i
personaggi sceglierei quello di Mimì Augello, il vice commissario,
anche perché il suo ruolo rispecchia il mio. Lui dipende dal commissario,
io dal regista. E molte volte entrambi incappiamo in degli errori.
Si è rivelato traumatico il passaggio dal mondo del cinema
e quello della televisione?
Non particolarmente anche perché la serie di Montalbano è
un prodotto molto atipico. Quando intendiamo la televisione da un punto
di vista narrativo ci viene in mente un'immagine dai tempi molto dilatati,
ripetitivi. Quando uscirono i primi episodi ricordo che c'era molta perplessità
da parte dei vertici Rai, in quanto si riteneva che la narrazione articolata
di questi racconti potesse inficiare l'ascolto e distogliere l'attenzione
dello spettatore. Invece queste sono storie atipiche, non assomigliano
al cinema ma neanche al tipo di fiction che vedo fare. Sono molto più
ricche della maggior parte delle serie tv e allo stesso tempo meno rarefatte
di un certo tipo di cinema. Gli episodi di Montalbano hanno un tipo di
serialità sui generis. Hanno delle linee narrative costanti ma non
sono schematiche, non rivelano una struttura ferrea. Non ci troviamo davanti
a quel tipo di work in progress che alla fine porta al rimasticamento di
cose già dette e già fatte. È fare televisione come
se fosse cinema. Adesso che le storie sono finite, anche se Camilleri dovrebbe
accingersi a tornare dietro la macchina da scrivere, provo un pò
di nostalgia perché credo che non ci sia nulla in cantiere e, a
meno di un miracolo, non dovrebbe esserci una nuova serie di puntate. Il
passaggio di potere ai vertici della Rai ha aperto un vuoto che non penso
ci permetta di continuare. Un vero peccato. Nessuno di noi si aspettava
un successo così eclatante. Senza nulla togliere ai meriti della
serie, penso che tanto successo sia da ricercare nella pochezza che il
palinsesto televisivo offre allo spettatore. Ci si imbatte in fiction che
fa dell'autoreferenzialità una ragion d'essere, che si affida esclusivamente
a format già collaudati. In questo senso credo che gli episodi di
Montalbano siano pezzi pregiatissimi che riescono a spiccare sul modesto
panorama delle altre serie televisive.
Progetti per il futuro?
Ho in cantiere alcuni lavori sempre per la tv di cui però non
posso accennare.
Tra breve uscirà il nuovo film di Calopresti, La Felicità
non costa niente, e sto lavorando ad un nuovo film di Paolo Virzì.
Spero che questo non subirà le disavventure e le traversie che ha
dovuto affrontare My name is Tanino, una pellicola che rischia di diventare
invisibile. Chi lo ha visto all'ultimo Festival di Venezia lo ha apparentato,
credo a sproposito, a quel tipo di commedia all'italiana che parla di personaggi
alle prese con trasferte internazionali. La matrice della pellicola dovrebbe
essere ricercata invece nei fumetti, nella narrativa picaresca (Twain,
Dickens, Collodi) e nel mondo di Gianni Celati, autori di splendidi romanzi
negli anni 70. È un film molto libero che rimanda alla capacità
di escursione narrativa di un Ovosodo, costruito per frammenti, tramite
una narrazione episodica ma che mi ha dato la possibilità di spaziare
con la fantasia. Spero veramente che riesca ad uscire nelle sale.
La Sicilia venata di fantasia di Camilleri, il mondo agrodolce di
Virzì, l'universo sommesso ed intimista di Calopresti: come si portano
avanti progetti così differenti tra di loro?
Ci si riesce solo dando supporto alla sensibilità degli autori.
Il segreto è credere nel progetto delle persone con cui si lavora,
riuscire a condividerlo. Amo tutti i generi e applico questo mio amore
anche in quello che faccio. Non bisogna remare contro chi si lavora, ma
tifare per il successo dell'opera ed essere pienamente in sintonia con
il progetto che si deve portare in porto.
Cesare Paris
Il Mattino, 26.11.2002
Medico, autore di polizieschi
Un Camilleri napoletano?
Un altro commissario meridionale arriva sulla scena della narrativa
poliziesca: è Andrea Prisco, ha 41 anni, opera in un commissariato
soprannominato la Bella Napoli, «come se si trattasse di una pizzeria»,
nell’immaginario paese abruzzese di Rocca San Severa. Prisco è napoletano
verace, ha il senso dell’umorismo, forse è proprio lui ha battezzato
a quel modo il suo luogo di lavoro dove i collaboratori sono quasi tutti
campani e le giornate scorrono abbastanza quiete. Tranne che, naturalmente,
nei casi in cui l’ambiente viene turbato da un pericoloso assassino. Allora
Prisco, senza rinunciare a un’apparenza di bonaria pigrizia, sfodera le
unghie e rinuncia al riposo e al sonno per accelerare le indagini tra luoghi
reali e virtuali. La sua prima avventura s’intitola per l’appunto Commissariato
di Polizia la Bella Napoli (Marco Valerio Editore, pagg. 236, euro 5),
tra le novità c’è lo svolgimento di parte delle indagini
in chat-line, che a volte piegano verso vicoli pericolosi.
Creatore del commissario Prisco è Ugo Mazzotta, medico legale,
45 anni, napoletanissimo. Mazzotta confessa subito una grande ammirazione
per Andrea Camilleri: «L’idea di scrivere un po’ mi è venuta
leggendo le sue storie attente all’ambiente e ai personaggi di provincia.
Fin da ragazzo ho avuto una passione per i polizieschi, ho scaffali pieni
di Agatha Christie e Maigret».
Quanto dell’ispirazione è arrivato dall’attività di medico
legale? «Chiariamo – dice Mazzotta – che la medicina legale ha tanti
settori d’applicazione. Io non lavoro in quello delle indagini di polizia
ma in quello previdenziale». Non si fanno indagini anche lì?
«Certo, capita. Perciò il gusto per enigmi e indagini, sebbene
non in chiave poliziesca, ho avuto modo di esercitarlo anche attraverso
la professione».
Dettagli medici nel romanzo sono accuratissimi, ma senza indugi oltre
il necessario. Mentre il commissario Andrea Prisco dà la caccia
all’assassino della bella Federica Morelli, uccisa nella sua villetta probabilmente
da uno dei suoi misteriosi amanti, Ugo Mazzotta punta a tratteggiare succosi
personaggi e atmosfere abruzzesi. I nomi delle località sono inventati,
ma per Castel di Seta si può pensare a Roccaraso. Commissariato
di Polizia la Bella Napoli a ottobre scorso ha vinto a Lucca il premio
Mario Tobino per un’opera narrativa inedita, quando già l’editore
Marco Valerio aveva deciso per conto suo di pubblicarlo.
Salvo Vitrano
Liberazione, 27.11.2002
Due appelli rivolti al sindaco e all'amministrazione comunale di Isnello
per il ripristino della targa alla memoria
Piazza Peppino Impastato, contro la mafia e le connivenze politiche
Il 9 maggio 1978 veniva assassinato dalla mafia, a Cinisi, Peppino Impastato.
Solo dopo molti anni che hanno visto il depistaggio delle indagini (la
relazione della Commissione nazionale Antimafia del 6 dicembre 2000 ha
sottolineato l'emblematicità del "caso Impastato") la giustizia
italiana è giunta alla verità che la famiglia, gli amici
e i compagni di Peppino hanno sostenuto sin dall'inizio: la sua morte era
conseguenza delle coraggiose denunce contro i traffici mafiosi e le connivenze
politiche. Esperienza unica, quella di Peppino Impastato, per la sua provenienza
da una famiglia mafiosa.
Nel 1998 l'amministrazione comunale di Isnello (piccolo comune del
palermitano) deliberò di intitolare una piazza a Peppino Impastato,
collocandovi un cippo e una targa alla memoria. Riteniamo un brutto segno
dei tempi il fatto che oggi la nuova amministrazione di Isnello abbia rimosso
il cippo e la targa e intenda cambiare il nome della piazza. Risultano
incomprensibili le motivazioni di simili scelte. Al di là e oltre
ogni possibile polemica chiediamo con forza al sindaco e all'amministrazione
comunale di Isnello di rivedere la propria decisione, ricollocare il cippo
con la targa e confermare il nome di "Piazza Peppino Impastato".
La memoria di Peppino appartiene ormai a tutti coloro i quali ritengono
che l'impegno antimafia debba costituire il centro dell'operare civile
e politico e dell'azione amministrativa.
Dario Fo (premio Nobel), Vincenzo Consolo (scrittore), Franca Rame (attrice),
Andrea Camilleri (scrittore), David Riondino (attore), Ludovico Corrao
(pres. Fondazione Orestiadi), Gillo Pontecorvo (regista), Citto Maselli
(regista), Ettore Scola (regista), Franco Rosi (regista), Francesco Tullio
Altan (disegnatore), Guido Crepax (disegnatore), Marco Tullio Giordana
(regista de "I cento passi"), Claudio Gioè (Salvo Vitale ne "I cento
passi"), Paolo Briguglia (Giovanni Impastato ne "I cento passi"), Gigi
Lo Cascio (Peppino Impastato ne "I cento passi"), Pasquale Scimeca (regista),
Paolo Pietrangeli (regista), Luciana Castellina (giornalista), Angelo d'Orsi
(storico), Carlo Bertelli (storico dell'arte), Assunta Diteritti (ord.
Sociologia univ. Sapienza), Giovanni Santangelo (pro-rettore univ. Palermo),
Pietro Carriglio (dir. Art. teatro Biondo), Franco Quadri (critico teatrale),
Angelo Curti (teatri Uniti Napoli), Maurizio Scaparro (regista), Franco
Scaldati (attore, scrittore), Maria Luisa Bigai (regista), Roberto Andò
(regista), Franco Giraldi (regista), Felice Laudadio (regista), Enrico
Stassi (attore), Mario Martone (regista), Monique Voutè (dir. Festival
Roma-Europa), Davide Secchiaroli (regista), Vittoria Ottolenghi (danza),
Giovanna Cau (regista), Salvo Ficarra (attore), Valentino Picone (attore),
Marco Betta (musicologo), Francesco Giambrone (critico musicale), Michele
Perriera (scrittore), Marina Confalone (attrice), Daniele Ciprì
(regista), Franco Maresco (regista), Giosuè Calaciura (scrittore),
Simona Marchini (attrice), Domenico Cacopardo (scrittore), Marco Tomatis
(scrittore, sceneggiatore), Roberto Dal Prà (sceneggiatore), Emilio
Isgrò (artista), Andrea Attardi (fotografo), Mauro D'Agati (fotografo),
Santo Di Miceli (architetto, fotografo), Antonio Presti (dir. Fiumara d'arte),
José Munoz (disegnatore), Giancarlo Alessandrini (disegnatore),
Cinzia Ghigliano (disegnatrice), Gianni Minà (giornalista), Tano
D'Amico (fotografo), Vittoria Ottolenghi (danza).
Noi familiari di persone che hanno dedicato la loro esistenza alla lotta
contro la mafia e sono state uccise per la loro scelta di vita, deploriamo
l'operato illegale del sindaco di Isnello. Chiediamo che la piazza rimanga
intitolata a Peppino Impastato e che altri spazi del comune vengano intitolati
ai caduti nella lotta contro la mafia, a cominciare dai protagonisti delle
lotte contadine, che ebbero nei paesi delle Madonie uno degli scenari più
significativi, fino ai magistrati, agli uomini delle forze dell'ordine,
agli imprenditori, ai rappresentanti della chiesa e della società
civile che in anni recenti sono stati uccisi per il loro impegno quotidiano
per debellare il dominio mafioso.
Antonella Azoti, Rita Borsellino, Marta Fiore Borsellino, Giuseppe Casarrubea,
Michele Costa, Nando Dalla Chiesa, Vita D'Angelo Ficalora, Claudio Fava,
Giovanna Giaconia Terranova, Pina Maisano Grassi, Alice e Davide Grassi,
Gaetano La Placa (nipote di Epifanio Li Puma), Nico Miraglia (figlio di
Accursio Miraglia), Placido Rizzotto (nipote di Placido Rizzotto), Fratelli
Lo Jacono (figli di Vincenzo Lo Jacono), Familiari di Michelangelo Salvia.
Nuove adesioni possono essere inviate a: carpintieri@interfree.
it
Gazzetta del Sud,
28.11.2002
brevi
Opera di Gianni Bonfiglio. Un dizionario-guida al siciliano di Camilleri
«Dedicato a tutti i “siciliani di mare” che vivendo per molti anni
lontani dall'isola «forse hanno dimenticato molti dei vocaboli fondamentali
della loro lingua madre». Per non inceppare il ritmo della lettura
dei libri di Andrea Camilleri che scorre fluida fino a quando la presenza
di qualche espressione dialettale, difficile da comprendere, non ne rallenta
la corsa arriva in libreria un nuovo dizionario «Siciliano-italiano»,
oltre a quello pubblicato da Sellerio in cd rom, scritto da Gianni Bonfiglio,
per i tipi della giovane casa editrice romana «Fermento» (12,00
euro). «Questo volume vuole essere un compendio della lingua siciliana
– afferma l'autore – un piccolo vocabolario, utile strumento per i lettori
di Camilleri e per coloro che incontrano termini siciliani di cui magari
non conoscono il significato».
La Repubblica,
ed. di Palermo, 28.11.2002
Katia Ricciarelli Al Massimo con "Caruso - la storia di un mito"
"Un personaggio unico, una sfida impegnativa"
[...]
Fra qualche settimana intraprenderà una nuova avventura professionale
con "Il fantasma nella cabina" di Camilleri. Ci racconta qualche dettaglio
in più?
"E' divertente poter essere eclettici, poi questa volta si tratta di
una vera prova d'attrice e la cosa mi afffascina parecchio. Non anticipo
altro, vi aspetto in teatro".
Giusy La Piana
Giornale di Sicilia, 29.11.2002
Der Standard, 29.11.2002
Ein Fluch aus alten Zeiten
Neue Schurkereien in Sizilien, Weimar und englischen Pfarrhäusern
Ein "Finanzmagier" hat mit dem Versprechen erheblicher Renditen einen
erklecklichen Teil der Leute in Vigata um ihr Vermögen gebracht und
ist spurlos verschwunden. Commissario Montalbanos spärlich intelligente
Vorgesetzte haben natürlich sofort die Mafia in bequemen Verdacht.
Aber Montalbano beginnt mit seiner üblichen Zähigkeit zu ermitteln
und sich eine abenteuerliche Geschichte um Liebe und Verrat zusammen zu
spinnen. Die Charakterisierung seiner sizilianischen Landsleute ist wie
immer von bestechender Eindrücklichkeit und sarkastischem Humor. Montalbano
gerät am Ende wie in einem Deja-vu in William Faulkners Geschichte
Eine Rose für Emily. Eingeweihte wissen was das bedeutet: Camilleri
stattet dem Horrorgenre einen Besuch ab. Auf jeden Fall gehört der
neue Roman Camilleris zum besten, was er auf diesem Gebiet geschrieben
hat. Er verklammert literarische Reminiszenzen mit der urwüchsigen
lokalen Tradition eines fiktiven sizilianischen Orts und den modernen Zeiten
der Computerschurken.
Andrea Camilleri, Der Kavalier der späten Stunde. Aus dem Italienischen
von Christiane v. Bechtolsheim. EURO 18,50/ 249 Seiten. edition Lübbe,
Bergisch Gladbach 2002.
Il Resto
del Carlino, 30.11.2002
Rubina vince il “Pirandello”
RECANATI — Rubina Carancini, studentessa del Liceo Classico “G. Leopardi”
di Recanati (frequenta l'ultimo anno dell'indirizzo sociopsicopedagogico),
è una delle vincitrici del premio «Modello Pirandello»
indetto dal Kiwanis Club di Agrigento. “Petali di rosa”, l'opera con la
quale ha partecipato al concorso, è una delle dieci — in tutt'Italia
— ritenuta meritevole di riconoscimento da parte di una giuria presieduta
da Andrea Camilleri, il “padre” del commissario Montalbano.
Rubina, che già scriveva poesie quando frequentava le scuole
Elementari, spiega che ha scritto per il piacere di scrivere,per un fatto
deltutto naturale, che “viene da sé”. E, infatti, i “petali di rosa”
del suo racconto sono pensieri, emozioni, sentimenti, tradotti in parole
— delicate, intense e profonde — che esprimono un sentire immediato, ma
interiore. Un successo personale, dunque, che avrà il suo suggello
ad Agrigento il 13, 14 e15 dicembre. Ma è anche un successo del
liceo “G. Leopardi” considerato che l'anno scorso risultarono vincitrici
(nello stesso concorso) Annalisa Massaccesi e Ilenia Scataglini, oggi studentesse
sui banchi II^ A della stessa scuola.
Virgilio - Sapere
e libri, 11.2003
Andrea
Camilleri - Storie di Montalbano
Per uno dei casi letterari più affascinanti degli ultimi anni,
un libro che, oltre a raccogliere il meglio dei racconti dedicati al commissario
di Vigàta, ne esplora le curiosità, con cronologie e un’antologia
dello scrittore; fino ad arrivare all’analisi della lingua ibrida, che
costituisce una caratteristica indimenticabile dei racconti di Camilleri.
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