Tutto quello che avreste voluto sapere su Andrea Camilleri, lo scrittore
di Porto Empedocle che nel giro di pochi anni è diventato un clamoroso
«caso letterario», ve lo racconta in oltre trecento pagine
il giornalista Saverio Lodato, inviato de L'Unità, nel suo nuovo
libro-intervista. Nel volume Camilleri racconta per la prima volta la propria
esistenza, lunga e avventurosa come una favola, senza segreti o omissioni,
ripercorrendo passo dopo passo l'infanzia siciliana, la giovinezza nel
dopoguerra, gli esordi letterari, il trasferimento a Roma, il lavoro di
regista, il tardivo e travolgente successo. Un successo che spesso ha portato
la critica, propriamente o impropriamente, a controversi paragoni con Leonardo
Sciascia, considerato il vate della letteratura siciliana. Del suo rapporto
letterario con Sciascia – riferisce Lodato – Camilleri dà un resoconto
preciso: quando sento di avere le batterie scariche, dice, vado dall'elettrauto
Sciascia e rileggendo a caso qualsiasi pagina, ritrovo tutte le energie
creative». Quello che l'intervistatore ci consegna è un Camilleri
dalle tante facce: non solo lo straordinario cantore di un mondo che non
c'è più, ma anche l'attento testimone di un'attualità
complessa e spesso inaccettabile, un uomo di cultura che, senza essere
«organico» a schieramenti ufficiali, è capace
di considerazioni lucidissime quanto impietose su vizi e malefatte
del nostro tempo. Il suo talento – diversamente dalla sua popolarità
che è assai recente – da almeno cinquant'anni ottiene riconoscimenti
costanti.
Come lo stesso Camilleri racconta nel libro-intervista, è nel
dopoguerra che i suoi racconti, le sue poesie, i suoi scritti sul teatro
cominciano ad essere pubblicate sulle più prestigiose riviste specializzate
del tempo. Il boom, arriva, però, con l'invenzione del commissario
Salvo Montalbano, poliziotto intriso di arguzia e disincanto, il protagonista
di numerosi casi giudiziari che ha restituito nuovo smalto al racconto
«giallo» italiano, ottenendo una vera e propria consacrazione
televisiva. «Da lettore delle avventure di Montalbano – racconta
Lodato – mi era venuta la curiosità di capire chi si nascondeva
dietro il personaggio chi tirava le fila, qual era la musa che ispirava
le sue indagini poliziesche». L'incontro con Camilleri è stata
la conferma delle intuizioni: « Dietro Montalbano – prosegue Lodato
– ho scoperto il mandante: ma questa volta è un mandante buono,
un mandante che... ordina concetti, idee, grandi racconti. Un grande vecchio,
insomma, che alla veneranda età di 76 anni mantiene ancora il candore
di quando a Porto Empedocle giocava in una piccola piazza che ancora non
sapeva sarebbe diventata la grande piazza di Vigata».
Pina Taberini