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RASSEGNA STAMPA

LUGLIO 2008

 
Le Monde diplomatique, 7.2008
Letteratura
In Italia, tornano nei libri di azione e mistero gli anni di piombo
L'Italia ancora non finisce di regolare i conti con i ribelli del post-'68. Su richiesta del loro amico Silvio Berlusconi, le autorità francesi, tradendo la promessa di François Mitterrand, minacciano d'estradare l'ex-brigatista Marina Petrella, come Paolo Persichetti nel 2002. Cesare Battisti sfuggì a questa sorte nel 2004 raggiungendo il Brasile, dove fu arrestato. Ritornano dunque gli «anni di piombo» che solo il romanzo poliziesco nella Penisola evoca ancora. Ma molto parzialmente...

Per il livello di vendite e per le capacità di rinnovamento, il romanzo noir costituisce in Italia uno dei settori più dinamici dell'editoria.
Come in Francia, spesso - soprattutto gli autori - lo considerano un genere capace più di altri di critica sociale. Era dunque prevedibile che sapesse raccontare la «grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica ed esistenziale», che dilagò nella penisola tra la fine degli anni '60 e quella degli anni '70. Un decennio ribattezzato in seguito «anni di piombo», formula mediatica che serve soprattutto a dimenticare...
Dimenticare che i vili attentati, di gran lunga i più micidiali, furono opera di fascisti legati a settori dei servizi segreti e del potere, e che i loro mandanti e la maggior parte dei loro esecutori non sono mai stati condannat. Dimenticare gli eccessi della repressione giudiziaria che si abbatté sul movimento di estrema sinistra. Dimenticare soprattutto che migliaia, forse milioni d'abitanti della penisola vissero per anni in opposizione radicale con il «vecchio paese». Per il suo carattere di massa, per la sua durata e la sua profondità, si trattò senza dubbio del più vasto movimento sociale anticapitalista dopo la seconda guerra mondiale.
Di questo contesto, che segnò così profondamente la storia italiana, non si può dire che la letteratura «generalista» abbia saputo rendere conto - salvo l'opera di Nanni Balestrini e qualche passaggio di quella di Erri De Luca. Il romanzo giallo ha fatto di meglio?
[...]
Grazie al suo immenso successo popolare, Andrea Camilleri contribuisce ampiamente al riconoscimento di cui gode oggi il genere noir nella Penisola. Tuttavia, sebbene prenda personalmente delle posizioni di rottura con l'ortodossia della sinistra istituzionale («Né con le Brigate rosse né con lo stato... i compagni che sbagliavano, erano sempre dei compagni, e lo stato era quello che era allora...» (intervista a Camilleri), le allusioni agli anni '70 nei suoi racconti non vanno più in là della denuncia, certo gradita, dell'opportunismo degli ex capetti di sinistra passati a destra e diventati dirigenti di giornali o di canali televisivi, deputati o senatori (Cfr. le prime pagine di "La gita a Tindari", Sellerio).
[...]
Ma, trattandosi degli «anni di piombo», attendiamo ancora gli autori che sapranno legare la carica della critica sociale alla potenza dell'affresco per trasmettere, dietro il vecchio orribile fantasma, l'eterna giovinezza del sogno di un altro mondo possibile. Non mancano i segnali che suggeriscono che ciò non tarderà.
Serge Quadruppani
 
 

L'H Confidencial, n.61, 1.7.2008
Andrea Camilleri
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Andrea Camilleri va néixer el 1925 a Porto Empedocle, província d’Agrigento, Sicilia, i actualment viu a Roma on dóna classes a l’Acadèmia d’Art Dramàtic.
Durant quaranta anys va ser guionista i director de teatre i televisió. El 1994 crea el personatge de Salvo Montalbano. Andrea Camilleri és avui l’escriptor més popular d’Itàlia i un dels autors més llegits d’Europa.
Camilleri, junt amb Manuel Vázquez Montalbán, Jean-Claude Izzo i Petros Márkaris, són els autors que han renovat la novel·la negra de la Europa del sud.
SALVO MONTALBANO, personatge creat el 1994 per Andrea Camilleri, és comissari de la policia italiana. Viu i treballa a Vigàta, ciutat imaginària siciliana. És culte, temperamental i sarcàstic i està dotat d’una gran intuïció i sagacitat psicològica i deductiva. Odia anar al perruquer, les rates, els compromisos familiars, anar d’excursió i menjar entrepans. Li agrada menjar bé, prendre el sol, nadar i mirar la televisió descalç i en calçotets i samarreta.
Té una estimada, Lívia, que viu al nord d’Itàlia, amb la qual parla freqüentment per telèfon, i una cuinera, Adelina, que sempre li deixa plats cuinats dins el forn.
Montalbano és un desencantat i cínic que estima la vida; amb l’elecció d’aquest nom, l’autor ret homenatge a Manuel Vázquez Montalbán.
 
 

CheLibri, 7/8.2008
Percorsi/Dialetti
Provinciali di successo
Mentre scompare dal linguaggio quotidiano, affascina nella letteratura.
Il dialetto si trasforma in best seller

Negli ultimi anni il panorama letterario italiano ha presentato un fenomeno per molti versi inedito: romanzi con una forte connotazione regionalistica e scritti in una lingua che risente di cospicui apporti dialettali hanno scalato le classifiche di vendita incontrando il favore di un vasto pubblico, per nulla intimorito dall’uso di termini lessicali ben lontani dall’italiano corrente. Protagonisti assoluti di questo fenomeno sono stati due scrittori, uno siciliano e l’altro sardo: Andrea Camilleri e Salvatore Niffoi.
Diversi fra loro in quasi tutto, a partire dallo stile, i due sono accomunati da un utilizzo abbastanza simile dei rispettivi dialetti: entrambi impiegano in maniera massiccia il lessico e spesso anche i sintagmi tipici della lingua parlata nelle loro regioni d’origine, e non arretrano neppure di fronte a termini difficilmente comprensibili per chi non sia nato in Sicilia o in Sardegna, ma si legano a situazioni e personaggi che il lettore percepisce subito come familiari, e li confezionano in moduli che, ripetuti più volte, perdono a poco a poco la loro oscurità pur conservando una patina esoticamente provinciale.
Prendiamo l’ultimo giallo di Camilleri, “Il campo del vasaio”, un libro gustoso e molto ben congegnato: come accade in altre opere dello scrittore con protagonista il commissario Montalbano, vengono qui ripresi parecchi degli espedienti tipici del romanzo poliziesco, che il lettore ben conosce e che l’utilizzo del dialetto ambienta in un contesto preciso e insolito, dando ad essi maggiore verosimiglianza e addirittura un sapore quasi inedito.
Se i meccanismi dell’inchiesta di polizia vengono rinfrescati dal dialetto, il dialetto viceversa viene “normalizzato”, se cos’ si può dire, dai cliché e dalle figure tipiche del giallo. Così, ad esempio, la sintassi e il lessico del dialetto sono elementi importanti del modo di essere e di ragionare di Montalbano, che è sempre il motore dell’inchiesta e quindi il perno dello sviluppo narrativo; e persino il narratore, solidale in tutto e per tutto col suo protagonista, fa proprio il suo modo di esprimersi. Basta considerare l’inizio del “Campo del vasaio” (ma si potrebbe prendere in considerazione l’incipit anche di altri romanzi di Camilleri): “L’arrisbigliò una tuppiata forte e insistente alla porta di casa, tuppiavano alla dispirata, con le mano e con i pedi, ma curiosamente non sonavano il campanello”. Non si può dire certo che il lettore medio venga blandito assecondando le sue abitudini linguistiche.
Quando poi a parlare è Catarella, che funge sempre da spalla comica all’eroe Montalbano, l’uso del dialetto diventa ancora più pervasivo, ma nello stesso tempo si concentra in curiose espressioni che sono un po’ il “marchio di fabbrica” del personaggio, e che il lettore impara rapidamente a riconoscere come tali (“di pirsona pirsonalmente” ad esempio).
Salvatore Niffoi scrive romanzi che strizzano meno l’occhio a una narrativa di genere e che spesso sono piuttosto ambiziosi, anche se gli esiti sono disuguali (il risultato migliore è forse “La vedova scalza”). Anch’egli tuttavia mette in atto meccanismi simili a quelli di Camilleri: la Sardegna che egli rappresenta è impregnata di uno spirito arcaico, lo spirito orgoglioso dei pastori e dei briganti; è una Sardegna caratterizzata da una religiosità ossessiva e superstiziosa, percorsa da selvaggi fremiti di sensualità e scossa da passioni antiche.
[…]
La novità rappresentata dal fenomeno di cui Camilleri e Niffoi sono espressione appare ancora più evidente se si guarda al complesso della storia della nostra letteratura.
[…]
Fra gli scrittori a noi vicini dotati di un certo appeal presso un vasto pubblico, l’unico che vagamente si avvicina a Camilleri e Niffoi per la capacità di universalizzare la rappresentazione stilizzata di scenari tipicamente provinciali è forse Piero Chiara; ma in Chiara l’utilizzo del dialetto è assai più sporadico, tanto che un suo sistematico accostamento agli altri due scrittori parrebbe del tutto arbitrario.
Una volta appurato il carattere inedito del successo di Camilleri e Niffoi viene spontaneo chiedersi perché piacciano tanto. Come sempre in questi casi è difficile fare ipotesi esaustive. Forse la nostra narrativa recente ha trascurato troppo la forte vocazione regionalistica della cultura italiana; vocazione regionalistica che in scrittori di questo tipo e nel loro stile trova un suo riscatto.
Forse, più semplicemente, il pubblico reagisce con una nuova voglia di “dialettallità” al pessimo vizio di tanti editor al servizio delle case editrici (probabilmente convinti di conoscere la ricetta per portare un libro al successo) di “livellare” i testi su cui intervengono, facendoli sembrare tutti scritti dalla stessa mano.
Di certo c’è che il filone scoperto da Camilleri e Niffoi all’interno della letteratura che, senza per nulla sminuirla, potremmo chiamare d’intrattenimento, non pare destinato a esaurirsi tanto presto.
Stefano Gianni


Andrea Camilleri
Il campo del vasaio
pag. 280, € 12,00, Sellerio

Quando il corpo di uno sconosciuto chiuso dentro un sacco e tagliato in trenta pezzi viene ritrovato in un terreno che funge da cava d’argilla, la matrice mafiosa dell’omicidio sembra chiara, come chiaro pare il movente: la cava d’argilla è il “campo del vasaio”, il luogo in cui Giuda si impiccò dopo aver consegnato Cristo ai suoi carnefici; i trenta pezzi, corrispondenti ai trenta denari dei Vangeli, sono il prezzo del tradimento; il cadavere è senza dubbio quello di un traditore. Ma è davvero certo che le cose stiano così? È sicuro che siamo l’uomo ucciso il vero traditore? Il tradimento è il più ambiguo e infido dei peccati, e Montalbano lo sa.
Come spesso accade in Camilleri, l’ariosità di uno sviluppo narrativo molto movimentato e la vivacità dello stile non nascondono una nota di fondo di cupa malinconia, qui accresciuta dall’avanzare dell’età che il protagonista inesorabilmente sente su di sé.
 
 

WUZ, 1.7.2008
"Il casellante" di Andrea Camilleri
“Prima di partirisinni per Vigàta, Nino spiò a so mogliere se si la sentiva di ristari sula fino a la notti. Tanto pariva lui prioccupato, tanto Minica era frisca e sirena.”

Una favola amara, una metamorfosi incompiuta, la vita di un casellante e della sua amatissima e sfortunata moglie in un’epoca di ingiustizie quotidiane, il fascismo.
Quest’ultimo libro di Camilleri ci parla di come la vita di Nino, casellante ma anche suonatore di chitarra in concertini domenicali, con ogni abitudine regolata sull’orario dei treni, iniziò ad essere turbata dalla costruzione di alcuni bunker (siamo nel 1942) sulla spiaggia, non lontano dal suo casello, costruzione che prima gli fa seccare il pozzo e poi porta degli importuni a casa sua a disturbare, in sua assenza, la giovane amatissima moglie Minica.
Unico dispiacere nella povera e serena vita della coppia è la mancanza di figli, di cui si appura essere responsabile proprio Nino, ma i consigli antichi di una mammana fanno miracoli e con gioia inaudita Minica si scopre incinta.
Purtroppo però la loro vita (che una vincita alla lotteria fa pensare baciata dalla fortuna) prende una piega dolorosa, che poi sfocerà in tragedia.
Il fascismo infatti, anche nei paesi più piccoli, stringe sempre di più le sue maglie e incarcera tutti quelli che sospetta essere suoi nemici, anche i più miti, anche gli innocenti.
Intanto, vicino al casello custodito da Nino è stato messo (avendo espulso come antifascista il vecchio titolare), in un passaggio a livello non lontano, un uomo che mostra da subito un interessamento particolare per Minica. La donna accoglie con compassione le attenzioni dell’uomo, vedovo, con i figli lontani, che dice di rivedere in lei la moglie morta quando era giovane, e che le sembra molto tranquillo e solo.
Ma ecco che nella vita di Nino e Minica, in gioiosa attesa del loro bambino, entra la sventura. L'uomo viene assurdamente arrestato per aver suonato, su ritmo ballabile, le canzoni del fascismo e viene trattenuto per un paio di giorni in prigione senza che  dargli la possibilità di avvertire subito la moglie.
Ma la tragedia si compie quando Nino viene scarcerato e ritorna a casa.
La trama in un caso come questo è fondamentale per capire il senso profondo del romanzo ed è ingiusta rivelarla nella sua completezza, anche se è necessario che venga detto che è la perdita del figlio, perdita che rende sterile Minica, a spingere nella sua follia la donna a tentare una rudimentale e dolorosa metamorfosi: se, come donna, non può dare dei frutti, vuole diventare albero perché non può assolutamente accettare di essere sterile. Per questo si pone nel campo, con i piedi dentro la terra, rifiuta il cibo e chiede infine che il suo albero venga innestato.
La metamorfosi sarà incompleta, perché non c’è magia, non c’è miracolo, non ci sono dei, ma solo il dolore e la disperazione e alla fine, quando ormai la speranza sembra essersi totalmente esaurita…
Se Camilleri ha una grandezza, questa sta proprio nella capacità di leggere, nelle pieghe della storia, le vicende degli uomini qualunque, vedere come le vicende della grande Storia tocchino profondamente le vite delle persone qualsiasi, uomini e donne insignificanti, ignorate dai libri che si studiano a scuola.
Grazia Casagrande
 
 

Famiglia Cristiana, 1.7.2008
Best seller
Da Camilleri un romanzo tra mito e realtà

Il nuovo romanzo di Andrea Camilleri coniuga storia e leggenda, bellezza della natura e meschinità umane, scene di feroce violenza e momenti di autentica gioia. Lo scrittore siciliano riprende la tematica della metamorfosi, tanto cara alla mitologia antica e fonte d’ispirazione per una sua precedente opera, "Maruzza Musumeci". I protagonisti sono Nino e Minica, addetti al casello ferroviario dell’immaginaria cittadina di Vigata. L’affinità di coppia è totale, ma guastata dalla tristezza per l’impossibilità di procreare. Nonostante i tentativi, il figlio resta un sogno proibito. Minica, convinta che l’unico modo sia trasformarsi in albero e generare un frutto, vive in simbiosi con la natura e i vegetali. In attesa di un evento che le cambierà la vita...
L’elemento fiabesco è spesso soppiantato dalla cruda realtà: il romanzo, infatti, è ambientato nella Sicilia degli anni ’40, tra la spietatezza della dittatura fascista, il dramma dei bombardamenti contro i civili e un clima di inaudita violenza. In virtù di un amaro paradosso, il romanzo mostra come la giustizia dell’epoca fosse intransigente nei confronti dei dissidenti politici e tollerante verso gli autori di gravi reati. Così Nino, autore di una parodia delle canzoni fasciste, rischia una dura condanna per un fantomatico vilipendio delle istituzioni, mentre un suo collega "allineato", grazie ad alcuni cavilli, potrebbe evitare una condanna per stupro.
Pietro Scaglione
 
 

1.7.2008
“Il casellante” di Andrea Camilleri

Dopo “Maruzza Musumeci”, metamorfosi donna-sirena, siamo alla trasformazione donna-albero (arbolo):  le mutazioni  si replicano! Eh già, nell’era della fanta-politica, della fanta-scienza, della fanta-stampa, non poteva mancare la fanta-letteratura. Chi poteva inaugurarla riveduta e corretta? Ma Camilleri, lo scrittore “Cult” per una larghissima fascia di pubblico per cui ad ogni uscita di un suo romanzo l’appuntamento in libreria diventa irrinunciabile, quasi, un punto d’onore. Certo che la fantasia del nostro autore è una fonte energetica inesauribile e va “oltre i confini della realtà” e a noi poveri lettori fa strabuzzare tanto d’occhi e raggiungere sempre alti gradi di piacevolezza. Si ha l’impressione che i libri “Camilleriani”, senza Montalbano, stiano subendo una virata in senso fiabesco, senza, tuttavia, perdere gli agganci con la realtà in una commistione tra passato e presente in cui i fatti sono trasfigurati e i personaggi esacerbati nei loro caratteri, le donne si trasmutano come se volessero attingere a nuove forme per affrontare sfide ai limiti dell’impossibile. Questa materia narrativa, paradossale, e amara e pietrificante, è impastata da una prosa  così strettamente imparentata con il dialetto che, anch’essa in trasmutazione, diviene tale. Siamo a Vigata, nel 1942, durante la 2° guerra mondiale, le leggi fascistissime, ridicole nella loro iperbolica radicalizzazione, i bombardamenti aerei, uomini dabbene e  immancabili uomini d’onore fanno da sfondo al teatro umano fatto di bassi istinti, primigenia barbarie, violenza ferina e ottundimento delle menti. I due protagonisti, Minica e il marito casellante Nino Zarcuto, si trovano, vittime inconsapevoli, in balia di eventi più grandi di loro. Il tema della metamorfosi, in questo caso non riuscito (di classica e non memoria), s’innesta nella mente di Minica quando la sua essenza di donna, non più in grado di procreare, la porta a voler diventare un tutt’uno con la natura per riappropriarsi del ciclo vitale di essa, a lei che quel ciclo le era stato tolto con la violenza. Estirpata dalle sue radici materne, ella si abbarbica  nella terra, in una sorta di rivendicazione di essere soggetto mutante quando la ferocia bestiale dell’essere bruto l’aveva ridotta in mero oggetto consumante. Minica semplice ed illetterata, caparbia e radicata nel suo dolore viscerale, nel suo forte istinto materno, vuole ritornare allo stato vegetale per mutarsi in albero: una follia che solo suo marito per amore e solo per amore asseconda; innaffiarsi, essere concimata, potata, innestata, sono i ritmi effettuali della nuova vita di Minica. Ed ecco che la tenacia e l’ostinazione alla fine daranno i loro frutti: dalle macerie della guerra un bambino sortirà ad illuminare i toni foschi e drammatici della storia. Lo sguardo pietoso di Camilleri vigila al fine di non precipitare nella tragedia. In un’immagine sacra di Madonna con il “Suo” bambino si chiude “Il casellante” a cristallizzare il momento di estatica felicità di Minica: una sorta di quadro della natività, madre, figlio e… la grotta rischiarata dalla luce della speranza (o della provvidenza?). Un romanzo di ombre oscure e di luci abbacinanti come è nello stile di Camilleri dove si fondono armoniosamente tutti i segni d’identificazione propri della sua  immaginifica arte.
Arcangela Cammalleri
 
 

AgrigentoWeb.it, 1.7.2008
Porto Empedocle, tornano i cannoni della Torre. Soddisfazione di Camilleri

“Caro Sindaco, in relazione alla restituzione dei cannoni ti comunico di voler aderire alla tua richiesta e di rimanere a disposizione per concordare in dettaglio le questioni logistiche”.
Così il sindaco di Perugia, Renato Locchi ha scritto in una lettera al primo cittadino di Porto Empedocle, Calogero Firetto, dando precise assicurazioni che i cannoni di epoca borbonica che venivano utilizzati per difendere la Torre Carlo V (oggi in esposizione nella “Sala Cannoniera” della Rocca Paulina di Perugia) torneranno al più presto nella cittadina marinara.
La battaglia intestata dal sindaco Firetto per riportare a casa tutto ciò che appartiene al passato storico della città, “sposata” in pieno dallo scrittore Andrea Camilleri, ha ottenuto un concreto risultato.
“Il sindaco di Perugia – ha commentato lo scrittore inventore del celebre commissario Montalbano – in questo modo ha dimostrato di possedere grande sensibilità riconoscendo che i cannoni appartengono al patrimonio storico della comunità empedoclina. La storia e l’identità di un paese esigono rispetto!”.
Della vicenda si era occupata la stampa nazionale proprio a seguito della dura presa di posizione dello scrittore empedoclino quando, dopo una serie di ricerche, si scoprì che i cannoni della Torre Carlo V, in passato utilizzati anche come bitte per l’ancoraggio delle navi al porto, erano finiti a Perugia.
 
 

Agrigentonotizie.it, 1.7.2008
Porto Empedocle, dedicati a Camilleri i varchi ai lidi

D'ora in avanti i varchi di accesso ai lidi empedoclini, la celebre "Marinella" dello scrittore Andrea Camilleri, avranno precise denominazioni che riguarderanno le opere dell'autore più amato dal pubblico. Cinque varchi, a partire dalla zona del "Ponte di Ferro" nel rione Cannelle lungo tutto il litorale, ricorderanno i luoghi cari ad Andrea Camilleri: "Varco Marinella", "Varco Patò", "Varco Macallè", "Varco Montalbano" e "Varco Luna di Carta" sono i nomi con i quali d'ora in avanti verranno contrassegnati i cinque accessi.
L'idea, che prevede l'installazione di apposita segnaletica montata su struttura in ferro lavorato, nasce dal progetto del sindaco, Calogero Firetto di valorizzare maggiormente i luoghi "camilleriani".
[...]
 
 

Aprileonline, 1.7.2008
L'iniziativa     
Prendete le nostre impronte

Nonostante i molti interventi di autorevoli organizzazioni e di personalità note a livello nazionale e internazionale, il ministro Maroni continua a chiedere ai Prefetti che hanno l'incarico di Commissari straordinari di Roma, Napoli e Milano, di prelevare le impronte digitali di tutti i rom e sinti che vivono nei campi delle tre più grandi metropoli italiane, compresi i bambini.
L'idea di un censimento delle presenze nei campi rom e del numero di campi rom presenti nel nostro Paese è certamente di grande utilità per capire l'entità e la fisionomia del fenomeno e ricercare soluzioni durature. Ma la schedatura attraverso le impronte digitali, compresa quella dei bambini, non risponde a nessuna esigenza di programmazione degli interventi, ne tanto meno, come ripete ossessivamente il ministro, alla necessità di identificare le persone. Molte di queste sono infatti note e regolarmente registrate all'anagrafe, tra queste senz'altro quelle di nazionalità italiana che sono tante, e non c'è alcuna ragione per schedarli in quanto appartenenti ad un gruppo linguistico, ad una minoranza.
L'unica ragione evidente è quella di criminalizzare un gruppo, evocando rischi di sfruttamento e violenze nei confronti dei minori che, anche se fossero dimostrati, non potrebbero trovare soluzioni nella persecuzione dei bambini e nella criminalizzazione generalizzata di tutti i rom e sinti.
Viene usata la retorica della divisione tra buoni e cattivi per giustificare un intervento discriminatorio nei confronti di un intero popolo.
L'effetto è di consolidare pregiudizi già esistenti e suscitare comportamenti violenti e razzisti nei confronti dei rom. Non sono bastati i roghi e gli assalti violenti delle scorse settimane per convincere politici e giornalisti, e in particolare il governo di centro destra, che "seminando vento si raccoglie tempesta".
L'idea di prendere le impronte digitali ai bambini è odiosa e insopportabile e non è comprensibile la posizione di chi dice che è eccessivo l'accostamento con le leggi razziali: cos'altro dovrà succedere prima che vi sia una sollevazione popolare? L'immagine dei bambini in fila davanti a poliziotti e carabinieri per dare le proprie impronte ci riporta indietro nel tempo a tragedie che hanno segnato fortemente la storia dell'Europa e non può essere annoverata tra le diversità di opinioni, a meno di non cancellare la storia di questo Paese e la sua Costituzione.
E' necessario fermare questo scempio della democrazia. Per il 7 luglio, a Roma e a Milano, per dar voce ai tanti che oggi vogliono opporsi a questa scelta del governo, organizzeremo delle azioni simboliche di solidarietà raccogliendo le impronte digitali di quanti condividono la nostra indignazione. Migliaia di impronte che invieremo al ministro con un messaggio: "Prenditi le nostre impronte, non toccare i bambini e le bambine rom".
L'Aned (associazione nazionale deportati) ci ha confermato il proprio sostegno e sono già tante le adesioni all'iniziativa che stanno pervenendo.
Assieme a noi ci sarà Moni Ovadia, che fin dall'inizio ha reagito con grande autorevolezza e lucidità, Andrea Camilleri, Ascanio Celestini, Dacia Maraini e tanti altri.
A tutte le forze politiche di opposizione, alle forze democratiche, alle associazioni, ai singoli chiediamo di aiutarci a fermare questo ennesimo atto di discriminazione che segna profondamente la vita civile e democratica del nostro paese, in cui il razzismo è ormai pratica di governo incrinando fortemente le basi della nostra democrazia.
Filippo Miraglia (Responsabile Immigrazione dell'Arci)
 
 

Apcom, 1.7.2008
Giustizia/ Su palco a Piazza Navona Borsellino-Camilleri-Travaglio
Adesione informale da una decina di parlamentari Pd e Arci a 8/7

Roma - Arrivano nuove adesioni alla manifestazione indetta per l'8 luglio a Roma a piazza Navona alle ore 18 da Furio Colombo, Pancho Pardi e Paolo Flores d'Arcais per protestare "contro le leggi-canaglia con cui il governo Berlusconi vuole distruggere il libero giornalismo e la legge eguale per tutti".
Dal palco, oltre ai tre promotori, prenderanno la parola anche Rita Borsellino, capogruppo dell'opposizione all'Assemblea regionale siciliana, lo scrittore Andrea Camilleri, che leggerà alcune delle sue "poesie incivili" appena pubblicate su MicroMega, il giornalista Marco Travaglio che spiegherà la nuova "Costituzione ad personam", lo scrittore e attore Moni Ovadia.
Audio di adesioni (tra cui quelli di Margherita Hack, Dacia Maraini, Salvatore Borsellino, Gianni Vattimo, Luciano Gallino, Gianni Barbacetto, Oliviero Beha, Lidia Ravera) compaiono sul sito www.micromega.net dove si può seguire l'aggiornamento quotidiano della manifestazione.
Sullo stesso sito, ogni giorno, Paolo Flores d'Arcais si rivolge in video a Walter Veltroni per chiedergli almeno "una buona ragione" per non partecipare, stigmatizzare il suo "inciucio per omissione" e invitarlo ad un confronto pubblico sull'argomento. Sul fronte politico fin qui solo l'Italia dei valori di Di Pietro ha aderito alla manifestazione e si sta impegnando concretamente alla sua realizzazione. Ma una decina di parlamentari Ds hanno fatto sapere informalmente che concordano con i promotori. Anche l'Arci per bocca del suo presidente ha informalmente dichiarato al senatore Pardi che sosterrà la manifestazione, e si attende un comunicato ufficiale nei prossimi giorni.
 
 

MicroMega, 2.7.2008
In esclusiva per MicroMega
Camilleri legge cinque nuove poesie incivili (VIDEO)
Una feroce satira contro il fascismo strisciante di Berlusconi, Fini e Bossi e la non opposizione di Veltroni
Cinque nuove poesie incivili
 
 

TG3 - Primo Piano, 2.7.2008
Incubo intercettazioni
Ospiti: Massimo Franco - "Corriere delle Sera", Massimo Giannini – Vice Direttore "La Repubblica"
Con interventi di Andrea Camilleri ed Umberto Eco
[È stato trasmesso un breve brano del video pubblicato sul sito di MicroMega in cui Camilleri legge le sue "Poesie incivili", ed è stata data la notizia della sua presenza alla manifestazione del prossimo 8 luglio, NdCFC]

Tensione per le indiscrezioni sull'uscita delle conversazioni private tra il premier ed alcuni esponenti del PDL. Non quelle apparse gia' sull'"Esoresso", ma quelle nuove che starebbero per essere pubblicate. Va avanti alla Camera la discussione del decreto sicurezza: superato stamane il primo voto, quello sulla costituzionalita' del provvedimento che contiene anche la norma blocca processi, bocciata ieri dal CSM.
Intanto Napolitano ha dato il via libera al disegno di legge che prevede l'immunita' per alte cariche dello Stato: un testo, fa sapere il Quirinale, che appare conforme alle indicazioni della Corte Costituzionale.
 
 

Sorrisi e Canzoni TV, 2.7.2008
Il ritorno di Montalbano
Sulle tracce (online) di Montalbano
Il commissario più introverso, oltre che più amato, della tv ha deciso di prendere in contropiede i milioni di fedelissimi fan. Per svelare tutto, o quasi, di sé e dei prossimi quattro film di cui sarà protagonista nella primavera 2009 su Raiuno ha scelto la strada del web. Da pochi giorni, infatti, è attivo un portale in cui gli orfani della creatura di Andrea Camilleri possono placare l'astinenza di novità riguardando i 14 episodi finora trasmessi e il backstage delle riprese

Rivoluzione Montalbano. Il commissario più introverso, oltre che più amato, della tv ha deciso di prendere in contropiede i milioni di fedelissimi fan e di darsi in pasto alla loro insaziabile curiosità. Così, mentre in giro per la penisola decine di troupe si affannano a sfuggire ai paparazzi e a mantenere una totale riservatezza su film e serie che vedremo in futuro nei cinema e in tv, l'imprevedibile Montalbano ha scelto la strada del web per svelare tutto, o quasi, di sé e dei prossimi quattro film di cui sarà protagonista nella primavera 2009 su Raiuno. Da pochi giorni, infatti, è attivo il portale «Sulle tracce di Montalbano» (l'indirizzo è www.montalbano.tv), in cui gli orfani della creatura di Andrea Camilleri possono placare l'astinenza di novità (l'ultimo episodio inedito «Il gioco delle tre carte» è andato in onda nel lontano 14 marzo 2006) con una sorta di diario dal set. «Si tratta di clip da tre minuti in cui si racconta il dietro le quinte di questi mesi di riprese» spiega il produttore Carlo Degli Esposti, che con la sua Palomar è l'ideatore di questo portale, oltre che «il papà» della serie fin dai tempi de «Il ladro di merendine». Ecco allora un divertito Luca Zingaretti avvicinarsi a un'anziana signora che al di là delle transenne gli mostra gonfia di orgoglio il suo tesserino da «figurante protagonista»; o il regista Alberto Sironi intento a spiegare una scena ai protagonisti un minuto prima del ciak e a esigere «cattiveria vera» da un'attrice troppo bonaria; o ancora le strade di Marina di Ragusa precettate dai driver della produzione per permettere le riprese sotto il cocente sole siciliano.
Insomma, la sensazione è quella di essere lì, a un tiro di schioppo dai propri beniamini e dal mare di Vigata, nome di fantasia che nella realtà corrisponde a Porto Empedocle. Non solo. Chi vuole potrà gustarsi, integralmente e gratis, tutti i 14 episodi andati in onda finora e più volte replicati dalla Rai. «Montalbano è un fenomeno di tale portata che, nonostante sia stato replicato decine di volte, continua a vincere gli ascolti delle serate. Sono film così ricchi da avere una lettura “a cipolla”, ovvero se ne può cogliere uno strato alla volta a seconda di quale è l'aspetto su cui ci si vuole sofferm a re» sostiene ancora Degli Esposti. Tra le varie sezioni del portale ce n'è una, denominata «Un caso da risolvere», dove i più incalliti seguaci del commissario, pur senza il carisma doc di Zingaretti, potranno giocare a immedesimarsi in lui e cercare di vincere dei premi a suon di risposte esatte sui gialli già affrontati.
E quelli da affrontare? Anche «Sorrisi» ha svolto una piccola indagine nel tentativo di fare luce sulle prossime avventure di Montalbano. E quella più gustosa sfoggia innegabilmente contorni rosa. Già, perché il burbero solitario disegnato da Camilleri come fedele compagno a distanza dell'eterna fidanzata Livia stavolta perderà la testa per un'altra donna. Anzi, e qui la novità ha davvero del clamoroso, per ben due donne.
A rivelarlo in una pausa tra un ciak e l'altro è il regista Alberto Sironi, «cotto come un melone» sotto gli impietosi 40 e passa gradi di Ragusa. «Il primo, narrato nel film “La vampa d'agosto”, è un innamoramento robusto, una storia drammatica di amore e morte insieme, in cui Montalbano perde la testa per la giovane Adriana, personaggio interpretato da Serena Rossi. La seconda storia, invece, è raccontata ne “La pista di sabbia”, ultimo episodio che andrà in onda. Qui a far girare la testa del commissario sarà una nobile cavallerizza di origini tedesche, sposata con un italiano e interpretata da Mandala Tayde. Più che un amore sarà un'attrazione molto forte».
E Livia? «La loro storia, inutile negarlo, attraversa un momento di crisi» spiega il regista. «Direi che resta sospesa sull'orlo dell'esaurimento». Il capolinea, insomma, non è poi così scontato, come tutto quello che riguarda questo commissario dalla duplice e complicatissima vita, letteraria e televisiva, che solo due anni fa sembrava giunta al termine con la decisione di Zingaretti di dire addio al suo alter ego poliziesco e con quella di Camilleri di decretarne la fine in un racconto tutt'ora chiuso nella cassaforte dell'editrice Elvira Sellerio a Palermo.
Si andrà avanti? «Chissà» risponde Degli Esposti. «Quella costruita intorno a questa serie è una grande squadra di amici, sempre gli stessi dal '98 a oggi, in cui ci si dice tutto sapendo che ciascuno ha i propri segreti».
Cinzia Marongiu
 
 

RaraMente.net, 2.7.2008
Eventi dell'editoria
Camilleri e la lirica

Montalbano sono, non si può che dire e ripetere. In principio, però, l'eroe di Camilleri si chiamava Cecé Collura, che come il più famoso Salvo, vegliava sulle notti di Vigata, l'immaginaria cittadina creata dallo scrittore siciliano. Dall'antologia di racconti dedicati a Collura, "Le inchieste del commissario Collura", furono tratte addiritura delle opere liriche. La città Monte San Giovanni Campano (Frosinone), in occasione del Festival delle Città Medievali, ha deciso di riscoprire quel piccolo tesoro tra musica e letteratura, dedicando un'intera serata ad Andrea Camilleri. Domenica 5 luglio saranno messe in scena le arie più belle di quelle opere liriche, "Il fantasma della cabina", "Il mistero del finto cantante" e "Che fine ha fatto la piccola Irene". Musiche di Marco Betta, libretto e regia di Rocco Mortelliti. Le inchieste del commissario Collura fu originariamente pubblicato da Libreria dell'Orso, in seguito, grazie ovviamente all'exploit di Montalbano, ripreso da Mondadori. Se vivete in zona ciociara, e avete voglia di riscoprire le origini della fantasia che ha portato alla nascita del commissario Montalbano, un salto a Monte San Giovanni Campano è l'occasione.
 
 

La Sicilia, 2.7.2008
Piace la sua cucina
Il Commissario Salvo Montalbano conquista Tunisi

Il Commissario Salvo Montalbano, nato dall'abile penna dello scrittore Andrea Camilleri, conquista anche Tunisi.
Grazie alla traduzione in francese dei romanzi e grazie anche alla fiction televisiva il commissario di Vigata è conosciutissimo in tutti i paesi francofoni del Magreb. Ne è stata ulteriore prova il successo ottenuto dall'iniziativa «A tavola con il commissario Montalbano» promossa dalla Regione Siciliana, assessorato al Lavoro, Servizio emigrazione e immigrazione e della Encal Cisal, che si è tenuta a Tunisi, con l'organizzazione dell'associazione Arte e Musica di Agrigento.
«Il Commissario Montalbano - ha detto Maria Concetta Giannetto direttore regionale dell'Encal-Cisal - è diventato ormai uno dei più importanti veicoli di promozione della Sicilia, della sua cultura, del suo mare, della sua archeologia e, perché no, anche della sua gastronomia, in una sola parola della sicilianità».
Parole di elogio per l'ottima iniziativa sono state espresse dall'ambasciatore d'Italia a Tunisi, Antonio D'Andria, ospite d'onore della serata:
«Grazie a Camilleri-Montalbano abbiamo scoperto una Sicilia unica e meravigliosa, fatta di cose semplici ma anche di grande storia e grandi tradizioni».
Nel corso della serata sono stati fatti degustare alcuni piatti tipici della cucina siciliani, elaborati dagli chef Salvatore Avenia e Salvatore Bacchi sotto la regia di Vittorio Collura, mentre l'attore agrigentino Francesco Naccari creava l'atmosfera giusta accompagnando le portate recitando il testo di riferimento negli scritti di Camilleri.
Presenti alla serata Anna Rosa Corsello, Capo di Gabinetto dell'assessore al Lavoro della Regione Siciliana e Rosa Calì, funzionario dello stesso assessorato; Francesco Viola segretario regionale della Cisal.
Tra gli ospiti i responsabili dell'Istituto Italiano di Cultura e di Casa Sicilia Tunisi nonché diversi giornalisti e operatori culturali italo tunisini. Ad arricchire la manifestazione anche una mostra dello strumento musicale del Mediterraneo dell'Associazione Gergent.
Giuseppe Moscato
 
 

La Sicilia, 2.7.2008
Varchi nel nome di Camilleri
Porto Empedocle. Cinque accessi alla spiaggia di Marinella intitolati dal Comune alle opere dello scrittore

Porto Empedocle. In paese non si vede da una vita, ma comunque Porto Empedocle dimostra sempre la sua riconoscenza ad Andrea Camilleri. L'ennesima prova di ciò arriva dal Comune che ieri ha reso noto come sia stata decisa l'intitolazione di cinque varchi d'accesso alla spiaggia di Marinella, alle opere del papà del commissario Montalbano. «Varco Marinella», «Varco Patò», «Varco Macallè», «Varco Montalbano», «Varco Luna di carta».
L'idea che prevede l'installazione di un'apposita segnaletica montata su strutture in ferro lavorato, nasce da un progetto portato avanti dal sindaco Calogero Firetto di valorizzare maggiormente i luoghi camilleriani. Anche se la Marinella vista in tv è quella di Ragusa Ibla, quella vera è a Porto Empedocle. Ma siccome all'intitolazione dei varchi a quanto prodotto dall'arte camilleriara deve fare da eco il maggiore rispetto verso questi stessi luoghi, il Comune ha deciso di attuare un giro di vite.
L'intento è quello di sensibilizzare i fruitori delle spiagge a una maggiore cura dell'ambiente. Verranno infatti montati alcuni striscioni sistemati in vari punti cruciali della zona balneare, per ricordare ai bagnanti e ai villeggianti di mantenere il decoro del litorale.
Il tutto, mentre dal suo imprecisato luogo di attuale residenza, Andrea Camilleri ha espresso soddisfazione per l'imminente restituzione da parte del sindaco di Perugia Renato Locchi dei cannoni di epoca borbonica al Comune di Porto Empedocle. Si tratta degli oggetti di artiglieria che nei secoli scorsi vennero scippati alla Torre di Carlo V e utilizzati addirittura come bitte per l'ancoraggio delle barche.
Decisivo per la restituzione dei cannoni fu l'intervento del sindaco Firetto e dell'alleato di lusso Camilleri. Con la speranza che nelle prossime settimane lo stesso anziano scrittore possa recarsi a Marinella, passando attraverso il «varco Patò».
Francesco Di Mare
 
 

l'Unità, 3.7.2008
Camilleri: «Subito in piazza, in autunno rischia d’essere troppo tardi»

Alla tua età ancora voglia di girotondi?
«No, magari non farò girotondi, però li farò in spirito... Non ho più l’età per fare girotondi e poi per me, con questo caldo, sarebbe letale... Ma mi interessa partecipare allo spirito dei girotondi...».
Non hai l’impressione che quando la parola «girotondi» viene evocata, ciò equivale a suonare un fortissimo campanello d’allarme sulla cosiddetta emergenza democratica?
«Quale che sia la parola che viene adoperata, rimane il senso di ciò che si vuole fare con questa manifestazione dell’otto luglio a Roma. Chiamatela come volete, le definizioni non sono importanti. Conta la sostanza».
Il centro sinistra è diviso. Il Pd ha detto che non intende partecipare. Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais e Pancho Pardi ritengono invece che sia un appuntamento ineludibile prima dell’autunno.
«Non so perché il Pd non voglia partecipare. Questa è una manifestazione spontanea, organizzata da cittadini certo non più giovanissimi e altrettanto certamente non dediti a violenze di piazza. Quindi anche il Pd potrebbe tranquillamente partecipare. Personalmente parteciperò, senza nessun problema, alla manifestazione autunnale che il Pd dice di volere organizzare... Oltretutto, se mi è concessa la battuta di spirito, a quell’epoca rischiamo veramente di stare freschi, visto che, a mio parere, sarà un po’ troppo tardi».
Andrea Camilleri, arzillo e pimpante come al solito, voce appena arrochita dalle sessanta sigarette giornaliere, non proprio quella che si dice una «modica quantità», ora si è persino improvvisato poeta, e con risultati apprezzabilissimi, perché Berlusconi e il berlusconismo gli risultano indigesti; li ha sempre visti come la causa fondamentale di una perniciosa diseducazione di massa; ha chiarissimo che l’Italia, continuando così, può solo andare a sbattere, come si dice dalle sue parti.
Perché per te Berlusconi e il berlusconismo hanno sempre avuto il sapore dell’olio di ricino?
«Non tanto il sapore dell’olio di ricino. Quanto il sapore di un'anomalia, il sapore di qualcosa che ti resta in gola e non va giù. Pare che l’esperienza di due governi Berlusconi non abbia insegnato nulla agli italiani che lo hanno votato. La polemica, per lui funzionale, contro la giustizia rischia in ogni momento di arrivare a un punto di non ritorno. La mia affermazione che lui non appartiene alla democrazia viene comprovata ogni giorno».
Puoi fare degli esempi?
«Ne faccio solo uno che risale a martedì. Quel giorno il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, fa una preoccupata denuncia nella quale dice che il potere d’acquisto dei salari è enormemente diminuito. Per questo si creano sempre nuova zone di povertà. Benissimo. A queste parole del governatore cosa risponde nella stessa giornata il nostro presidente del consiglio? Che ci sono le condizioni per potere fare un decreto legge sulle intercettazioni. Non ti sembra un ottimo esempio dell’attenzione del premier nei confronti dei problemi dei cittadini nel suo Paese?»
Sono anni che ci provano a soffocare intercettazioni telefoniche e libertà di stampa nel pubblicarle. Ora si è arrivati allo scandalo della vicenda Rai. Visto che ti occupi prevalentemente di parole, «magnaccia», riferito a un presidente del Consiglio, lo trovi un po’ troppo hard come termine?
«Quando presidenti del Consiglio erano persone anche discusse, come Craxi o Andreotti, a chi sarebbe mai venuto in mente di adoperare una parola simile per loro? Io non adopero questo linguaggio ma se qualcuno viene spinto ad adoperarlo vuol dire che qualche buon motivo ce l’ha. E agli scandalizzati di oggi vorrei ricordare che i votanti di sinistra vennero definiti da Berlusconi "coglioni", i magistrati "persone tarate", e, proprio qualche giorno fa, autentica "metastasi"».
Resta il fatto che stavolta Berlusconi l’hanno votato a stragrande maggioranza.
«Allora devo fare una precisazione: il partito di Berlusconi non ha raggiunto una stragrande maggioranza. Solo che pur non essendo maggioranza, all’interno della sua coalizione, lui personalmente agisce come se avesse il potere assoluto. Ed è proprio questa l’anomalia di cui parlavo prima, difficile da digerire, difficile da accettare. Io personalmente, se si fosse trattato di andare genericamente contro un governo di destra, liberamente eletto dai cittadini, alla manifestazione dell’8 luglio non avrei partecipato, neanche in spirito. Io vado a protestare contro un governo di centro destra monopolizzato da Berlusconi che è totalmente prono ai suoi interessi personali».
Lodo Alfano e norma salva processi, appunto. Ma com’è possibile che a sinistra, periodicamente, qualcuno si convinca che Berlusconi non è più quello di una volta?
«Sai, probabilmente molti erano in buona fede nel crederlo. E avranno avuto un amarissimo risveglio dalla loro illusione. Dovevano forse ricordarsi di qualcun vecchio proverbio dei nonni».
Diccene qualcuno.
«Rispondo con un classico, in lingua italiana: il lupo perde il pelo ma non il vizio... E con un classico, in dialetto siciliano: cu nasci tunnu un po’ moriri quadratu...».
Tutto ciò premesso, che giudizio dai dei primi atti di questo governo?
«Ma quali sono stati questi atti di governo? Il tentativo, fallito, di salvare rete quattro? Di economia non ne capisco. So solo che ogni giorno leggo sui giornali, e apprendo dalle televisioni, notizie inquietanti sullo stato dell’economia italiana. Non saranno certamente i tagli alla scuola, alla ricerca, alla sanità, a risolvere il problema dei problemi: la stagnazione dell’economia. In questa direzione non vedo alcun provvedimento del governo, a parte i soliti proclami di Tremonti e Brunetta che riguardano sempre il futuro e mai il presente».
Però il prelevamento delle impronte ai bambini Rom è diventato immediatamente operativo.
«Questo sì, perché equivale esattamente a quello che, come ci racconta Manzoni, capitava durante la peste di Milano. Mentre le persone morivano a migliaia il governo dava la caccia agli untori che, fra parentesi, non erano mai esistiti. Insomma, le uniche cose che questo governo ha fatto sin qui sono quelle remunerative sotto il profilo demagogico... o che interessano personalmente il direttore dell’orchestra...».
E poi, già che ci siamo, perché non prendere anche le impronte a tutti i piccoli figli dei mafiosi?
«Ma tu vorresti mettere sullo stesso piano figli dei mafiosi e figli degli zingari? C’è una differenza abissale fra le due categorie: i mafiosi aiutano la politica, i Rom sono utili alla politica solo demagogicamente ma, purtroppo per loro, non elettoralmente...»
Saverio Lodato
 
 

Apcom, 3.7.2008
Tornano premi Braille, stasera andranno a Napolitano e Camilleri
Premiati anche Prestigiacomo e la Rai. Telecom sponsorizza

Roma - Come ogni anno, torna il premio Luois Braille, un riconoscimento pubblico per chi si è distinto nella promozione dei diritti delle persone con disabilità visiva: il filo conduttore di questa XIII edizione sarà un invito ad impegnarsi in prima persona e a fare del raggiungimento delle pari opportunità un problema di tutti.
Questa sera (ore 21, sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica di Roma) Tommaso Daniele, presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, consegnerà i premi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, ad Andrea Camilleri, al programma della Rai Radio Anch'io, a Microsoft Italia e Intesa Sanpaolo.
[…]
 
 

Apcom, 3.7.2008
Rita Borsellino fonda Un'altra Storia: democrazia fuori da partiti
Aderiscono Benigni, Consolo, Dandini,Fo, Maraini, Flores D'Arcais

Roma - Un'associazione per esportare in tutta Italia il 'modello Sicilia', quello dei 'cantieri', della democrazia partecipata che portò Rita Borsellino tre anni fa alla candidatura per il centrosinistra nelle elezioni regionali nell'isola. Si chiama Un'altra Storia, l'ha fondata la stessa Borsellino e l'ha presentata oggi a Roma alla presenza di esponenti del mondo politico come Anna Finocchiaro e Giuseppe Lumia del Pd, Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando di Idv, Carlo Leoni di Sd, ma anche della 'società civile': Paolo Flores D'Arcais, lo scrittore Carlo Lucarelli, l'attore Renato Scarpa e molti altri.
"Questa esperienza non nasce oggi ma nella campagna elettorale di tre anni fa, da quella voglia di partecipazione", ha spiegato Borsellino. "Avevamo cominciato a impegnarci nel '92, dopo le stragi, con le carovane antimafia, con le associazioni, andando nelle scuole, ma solo tre anni fa mi sono resa conto che quello che facevo era fare politica". L'associazione intende rispondere al bisogno di "luoghi di elaborazione dove i cittadini possano dare un contributo alla politica".
Si tratta di un'associazione ma anche di un movimento politico, "ma ho voluto mantenere il carattere di associazione - ha detto ancora l'esponente del centrosinistra siciliano - per mantenere una libertà di rapporti con tutti ma per non essere soggetti a nessuno. I nostri valori di riferimento sono quelli del centrosinistra, anche se oggi qualche volta si fa fatica a individuarli e si sente il bisogno di ripuntualizzarli, ad esempio spiegando cosa si intende fare per la questione morale. Il rapporto con i partiti è importante, ma in uno spirito di collaborazione aperta, anche critica se necessario ma senza soggezione".
L'associazione pesca nella cosiddetta 'società civile', fra intellettuali, artisti, professionisti, ma raccoglie anche l'adesione dell'ex magistrato, attuale sindaco di Bari e segretario regionale pugliese del Pd Michele Emiliano. Tra le altre adesioni: Gianni Barbacetto, Roberto Benigni, Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Serena Dandini, Dario Fo, Paolo Flores D'Arcais, Carla Fracci, Margherita Hack, Leo Gullotta, Dacia Maraini, Roy Paci, Gustavo Zagrebelsky.
 
 

NonSoloCinema, 3.7.2008
"Il casellante" di Andrea Camilleri
Tra fiaba e realtà

Siamo nel ’42: la guerra lambisce una Sicilia non ancora sconvolta dallo sbarco alleato e dal turbinio dei feroci bombardamenti. Lungo la linea ferroviaria tra Vigata e Castellovitrano un tranquillo casellante vive serenamente con la moglie Minica dividendosi tra gli impegni del lavoro, l’orto e i concertini domenicali di mandolino e chitarra che tiene a Vigata nel salone del barbiere.
Solo il desiderio di un figlio che non arriva impensierisce la coppia, ma quando Minica comunica di aspettare, la felicità sembra davvero alla porta. Intorno a loro si anima una piccola società fatta di persone semplici e oneste, di uomini d’onore, di fascisti convinti, impegnati a difendere in maniera paradossale e meschina la dignità del regime. Ma in questo quadro di abitudini apparentemente inamovibili, si muove anche il Male. Improvvisamente tutto cambia: una “malitta” sera che Nino è assente Minica è aggredita da un uomo che la violenta, tenta di ucciderla e, soprattutto, le fa perdere quel figlio tanto desiderato. Nonostante le amorevoli cure di Nino, la donna sembra rinchiudersi in un suo mondo inaccessibile: vuole trasformarsi in albero per poter dare dei frutti. E’ una metamorfosi interiore che riecheggia gli antichi miti greci e nello stesso tempo è il dolore profondissimo, insanabile, ancestrale di una madre a cui hanno strappato il figlio. Sembra non esserci salvezza per questi coniugi disperati, ma alla fine, come in una rustica fiaba, quasi per un miracolo, il bambino arriva, in una notte di paura e di angoscia, in una grotta primitiva, inconsapevole lenimento a una ferita profondissima.
Andrea Camilleri, con un linguaggio essenziale in cui l’uso del dialetto sovrabbonda l’italiano relegato a pochissime battute, ci offre un nuovo saggio della sua conoscenza dell’animo umano. Tocca, in un pamphlet scarno, ma profondissimo, tutte le corde: dalla ferocia distruttiva del malvagio, alla disperata accondiscendenza del casellante devoto alla moglie, dalla folle regressione vegetale di Minica alla semplicità quasi elementare dei rapporti di amicizia e onore.
Forse, unico appunto a un romanzo godibilissimo, è l’aver solo accennato, suggerito molte tematiche che fanno da sfondo alla storia e che sarebbero adatte ad approfondimenti.
Maria Chiara Alfieri
 
 

Il Giornale, 3.7.2008
Intellettuali radical chic: minacciano l’espatrio ma non se ne vanno mai
Da Eco a Battiato: i soliti proclami di chi denuncia il «tiranno» Berlusconi

Roma. Ultimo aggiornamento alla voce: antiberlusconismo apocalittico. Paolo Flores D’Arcais approfitta di una intervista a Il Riformista per asserire con tono grave: «Non siamo mai usciti dal regime, e ci stiamo affondando sempre di più». Nello stesso giorno Andrea Camilleri esce dai panni di creatore del commissario Montalbano, per infilzare su La Stampa, a colpi di versi, «Gli ex adoratori di Stalin». Vi state chiedendo chi? Ma i veltroniani del Partito democratico, proni al Cavaliere (sarà pure vero, ma sono i suoi ex compagni!).
[...]
Luca Telese
 
 

Il Velino, 3.7.2008
CLT - Lettere immaginarie / Juan Rodolfo Wilcock ad Andrea Camilleri

Roma - Gentile Andrea Camilleri. – Sono lieto di annunciarle che ho deciso di assegnare a lei, quest’anno, il famoso premio letterario che istituii nell’ormai lontano 1976, rivelandone i fini e i criteri in una pagina dell’ultima mia operina: quel capriccioso libretto (si intitolava “Frau Teleprocu”) che scrissi e pubblicai due anni prima di trasferirmi in quell’aldilà che da allora è diventato il mio aldiqua.
L’idea di assegnare questo premio proprio a lei mi è venuta in questi giorni leggendo le sue ultime “poesie incivili”, anzi ascoltandole lette e interpretate da lei grazie a un video trasmesso da YouTube, che fra l’altro mi ha permesso non soltanto di apprezzare le sue elegantissime liriche, ma altresì di gustare la sua sapiente dizione, nonché di ammirare il suo nobilissimo faccione.
Anche questi suoi ultimi versi, come tutti quelli precedenti, sono dedicati, ovviamente, al suo mortale nemico, cioè a quel Silvio Berlusconi del quale quassù si dice che la stia facendo crepare di rabbia e d’invidia ostinandosi a inghiottire, insieme ai tanti miliardi che lui guadagna e divora tutti i giorni con tutte le altre sue attività di pescecane, anche quelli che sempre lui, essendo fra l’altro il suo editore, riesce a raggranellare pubblicando le sue opere, delle quali, sempre quassù si dice che si vendano come il pane.
Si tratta dunque di poesie satiriche. Di eccelse, geniali, sublimi poesie satiriche. Così mordaci, graffianti e feroci che non posso sottrarmi al dovere di citarne qualche briciola a vantaggio dei suoi fan. Ecco alcuni versi di rara potenza polemica: “Avrebbe voluto essere un pivot | invece pare che sia stato riformato | alla visita di leva | per non raggiunta statura minima”. Eccone alcuni ancora più sferzanti: “Lo ferma, nella sua lunga corsa al Quirinale, | solo l’idea di dover avere al suo fianco i corazzieri”. Ed ecco infine quelli che io credo siano i più arguti e pungenti che siano mai usciti dal sua testa di illustre e scaltro satiricone: “Il pesce, si sa, | incomincia a puzzare dalla testa. | Oggi la testa del pesce | è letteralmente fetida”.
Credo che queste brevi citazioni bastino a motivare la mia decisione. Non mi resta dunque che ricordare il modo in cui il premio da me ideato, secondo il regolamento prescritto nella paginetta che scrissi sull’argomento, dovrebbe essere somministrato ai suoi vincitori:
“Gli autori vengono coricati ciascuno sul suo letto, con la testa leggermente sopraelevata e un cuscinetto sotto il bacino, le gambe semiflesse, divaricate, la camicia tirata verso lo sterno. Essi dovranno respirare tranquillamente, rilasciare i muscoli, lasciar fare con serenità. Avranno tra le gambe una bacinella. Dopo un intervallo di consultazione, la giuria prende il premio letterario, ben lubrificato, l’inserisce improvvisamente in uno degli autori e lo spinge avanti con dolcezza, fino alla totale penetrazione”.
Ruggero Guarini
 
 

La Provincia di Como, 3.7.2008
Vitali e Camilleri, gli Andrea scrittori li trovi in edicola con "La Provincia"
Da sabato 5 luglio tre grandi opere di narrativa dei due autori, in edizione tascabile, ciascuno a 4,90 euro + il prezzo del quotidiano

Da sabato 5 luglio, del medico bellanese e collaboratore de “La Provincia” troverete in edicola con il quotidiano: “La figlia del podestà”; del "padre" del commissario Montalbano saranno in edicola “Il ladro di merendine” e “Il cane di terracotta”. Che cosa hanno in comune due scrittori ultrapopolari, ultravenduti e affermati come il siciliano Andrea Camilleri e il lombardo Andrea Vitali? La territorialità, la capacità di raccontare persone e fatti vincolati ad un preciso luogo, la sapienza nel condividere, interpretare e rappresentare attraverso uomini comuni e storie normali, l’imbroglio della vita che è alla base di tutte le discordie universali. Ognuno dei due ha fatto del paesello l’ambiente delle sue storie nelle quali ha saputo convogliare l’animo umano suddiviso e composto nelle sue infinite sfaccettature. Come i grossi centri turistici che dispongono delle aziende di soggiorno, Vigata (inventato)  e Bellano (autentico) hanno Camilleri e Vitali che come volenterose Pro Loco, fanno apprezzare gli umori, i dissapori, gli scherzi e i delitti dei loro concittadini visti con la lente dello sdoppiamento umorale e dello sfasamento storico. Equipararli non è difficile. Il popolino di Vitali ha molto di quello siciliano. In entrambi la moderazione agisce da freno, ma l’ambizione, la voglia di visibilità li espone tra luci e ombre. Il cuore della gente batte per tutti allo stesso ritmo, ha uguali palpiti e uguali cedimenti: si ama e si muore allo stesso modo ovunque, dappertutto il dardo dell’umiliazione trafigge i delusi e lo spinotto dell’orgoglio sa ridare energia anche alle più sfinite motivazioni. Camilleri indaga con il suo commissario l’ingratitudine e l’ipocrisia del posto, aggiunge alle umane insufficienze quel non so che di ardito e civettuolo che cerca di adombrare il delitto dandogli svariate derivazioni. Vitali gioca invece di rimessa, lascia cadere il suo asso e poi anima tutte le figure retoriche, i due di picche e gli sfascia illusioni traducendo in poema farsesco anche la rapina, le corna, la morte.
Francesco Mannoni
 
 

Webnews Blog, 4.7.2008
Metti un commissario sul Web
I dù òmini che sinni stavano arriparati sutta la tettoia che era stata messa alla firmata, aspittando con santa pacienza l’arrivata della circolare notturna, macari senza acconoscersi si scangiarono un surriseddro pirchì da dintra di un grosso scatolone di cartone arrovisciato in un angolo proveniva un runfuliare accussì forte e persistente che manco una sega elettrica.
Un povirazzo, un pizzente certamente, che aveva trovato provisorio riparo al friddo e all’acqua di cielo e che, conortato da quel tanticchia di calore del suo stesso corpo che il cartone tratteneva, aveva addiciso che la meglio era inserrare gli occhi, futtirisinni di lu munnu sanu sanu e bonanotti. Finalmenti la circolare arrivò, i dù òmini acchianarono, ripartì. Di cursa arrivò uno: «Ferma! Ferma!»
Il conducente sicuramenti lo vitti, ma tirò di longo.

[Andrea Camilleri, Privo di titolo, Edizioni Sellerio di Giorgianni]

Nonostante le repliche delle repliche delle repliche replicate dalle repliche delle repliche proposte da RaiUno, il commissario Montalbano in versione televisiva continua a piacere e incuriosire milioni di italiani, ormai affezionati alle indagini del ruvido personaggio ideato dalla pirotecnica mente di Andrea Camilleri. La Sicilia, il sole, la musica incessante del mare che si infrange sulla costa e i profumi dell’Isola raccontati dall’autore ed efficacemente riproposti sullo schermo colpiscono nell’immaginario collettivo, rendendo gli episodi di Montalbano dei piccoli trattati sulla capacità dell’uomo di immaginarsi una vita che probabilmente non vivrà mai.
Ma che cosa c’entra Montalbano con la Rete? Grazie ai libri e agli sceneggiati televisivi, il fenomeno del commissario siciliano si è dimostrato sempre più intermediale, tanto da spingere Palomar, la casa produttrice della fortunata fiction basata sui romanzi di Camilleri, a sbarcare in grande stile sul Web con un portale (http://montalbano.tv/) interamente dedicato a Montalbano. Attraverso le numerose sezioni del portale, gli appassionati del genere potranno approfondire le conoscenze sui romanzi e sulla versione in salsa televisiva delle vicende del commissario, scoprire gustosi retroscena sulla produzione della fiction e visionare alcune anteprime in esclusiva sui prossimi capitoli della serie TV.
Grazie a una impostazione ibrida e vagamente “social”, gli utenti possono anche scambiare pareri e opinioni tra loro sulle singole puntate, sui rumors delle prossime edizioni e naturalmente sui romanzi scritti da Andrea Camilleri. Iscrivendosi a Montalbano.tv si può anche partecipare ad alcuni giochi online mettendo alla prova non solo le proprie conoscenze sulle puntate della fiction e sui romanzi, ma anche scoprendo le proprie attitudini nella realizzazione di una vera e propria indagine.
Piatto forte dell’interessante esperimento intermediale rimane comunque la ricca sezione video del portale. Oltre ai backstage e ai reportage dal set (un vero e proprio diario dei giorni di ripresa), gli appassionati possono rivedere online tutte le puntate già andate in onda senza interruzioni pubblicitarie e nessun vincolo di orario, magari dovuto all’eterno preserale che mangia minuti preziosi alla prima serata sulla rete ammiraglia della Rai. La qualità di compressione dei video è buona e consente, a una discreta distanza dal monitor, di visualizzare gli episodi a tutto schermo o - meglio ancora - collegando il proprio computer al televisore.
Un ottimo esperimento, completamente gratuito… finché dura.
Emanuele Menietti
 
 

Giornale di Brescia, 4.7.2008
I due capolavori di Camilleri da domani in edicola con il Giornale di Brescia: decretarono il successo della serie
I primi passi di Montalbano nel mondo di Vigàta (Cliccare per visualizzare l'articolo)
"Il cane di terracotta" e "Il ladro di merendine" sono le indagini-base del celebre commissario
Claudio Baroni

Con Montalbán a San Barnaba e altri incontri
Flash bresciani dal vivo e in video (Cliccare per visualizzare l'articolo)

Sul web le immagini che si stanno girando nel Ragusano per i prossimi quattro film per la tv con Luca Zingaretti
Per tutti i fan di Salvo la fiction e i suoi retroscena sono on line (Cliccare per visualizzare l'articolo)
Paola Gregorio
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.7.2008
In libreria. Alla Sellerio di Valdesi “Il casellante” uscito pochi giorni fa è già un successo. Consueto boom degli Oscar
Camilleri spopola insieme ai gialli "D'estate tutti vanno sul leggero"

Cosa comprano in libreria i bagnanti di Mondello quest’estate? Qual è il loro genere preferito? Al primo posto tra i generi c’è sempre il giallo. È il genere che tira di più alla libreria Sellerio di Valdesi. “Ai nostri clienti piacciono i gialli – spiega Nino Vetri, uno dei dipendenti della libreria – perché il giallo è un genere rilassante e facile da godersi in spiaggia. E nonj impegna molto i lettori. Anche i romanzi vanno molto quest’anno, soprattutto quelli di autori italiani. L’anno scorso, per esempio, è stato l’anno dell’Afghanistan, ma quest’anno piace il romanzo italiano”.
Tra i più venduti c’è “Il casellante” di Andrea Camilleri. È uscito da pochi giorni ed è già un grande successo. Una storia molto diversa da quelle del commissario Montalbano, che è piaciuta al punto di diventare il libro più venduto di questi ultimi giorni.”
[…]
j.s.
 
 

Il Venerdì, 4.7.2008
Noir di Repubblica e L’espresso
Quella “Pista di sabbia” che porta Montalbano sulle tracce dell’assassino

Molti romanzi gialli e noir di successo traggono ispirazione da fatti realmente accaduti. Fedele alla tradizione è “La pista di sabbia” di Andrea Camilleri, terza uscita, martedì 8 luglio, della serie “Noir italiano” di Repubblica e L'espresso. «Come per rutti i romanzi che hanno quale protagonista il commissario Montalbano», scrive l'autore siciliano nella nota che chiude il romanzo, «anche questo mi è stato suggerito da due fatti di cronaca: un cavallo rinvenuto ammazzato sopra una spiaggia catanese e il furto di alcuni cavalli da corsa da una scuderia del grossetano».
Lo scenario della vicenda è il mondo delle corse clandestine: Montalbano deve indagare sulla morte di un cavallo e su quella di un custode delle scuderie, trovandosi, per la pri ma volta, a lavorare tra maggiordomi in livrea, baroni e contesse.
(a,c.)
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.7.2008
Le idee
Il volto più ambiguo del post cuffarismo

[…]
Un autonomismo che serve solo a pochi, un disprezzo assoluto verso considerazioni e analisi, talmente condivise dagli italiani, da elevare a best-seller un saggio, quello scritto da Stella e Rizzo, certo più difficile da leggere rispettoa un romanzo di Camilleri.
[…]
Mario Centorrino
 
 

Giornale di Brescia, 5.7.2008
In un volumetto una ventina diinterventi pubblicati su vari quotidiani: più arguzia che cinismo nella voglia di andare controcorrente
Andrea Camilleri opinionista. Sguardi sull'Italia che cambia (Cliccare per visualizzare l'articolo)
"Racconti quotidiani", Andrea Camilleri, pagine 103, euro 9,00
Claudio Baroni
 
 

ANSA, 5.7.2008
Montalbano su Internet per la prima volta

Roma - Salvo Montalbano, il noto commissario di Vigata, arriva su internet. Il protagonista della penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri risolve un'inchiesta a Roma dove segue un corso europeo di specializzazione. Si tratta del racconto lungo 'La finestra nel cortile' che Camilleri ha pubblicato, in dodici puntate, sul settimanale del quartiere Prati (Roma), il Nasone, che deve il suo nome alle tipiche fontane pubbliche della capitale.
Il racconto è un omaggio che lo scrittore ha fatto ai giovani che hanno ideato e che realizzano il periodico. "Le dodici puntate - racconta lo scrittore - sono terminate alcune settimane fa, un sito internet agrigentino mi ha chiesto di poterle pubblicare ed io ho accettato volentieri".
'La finestra nel cortile' è un doppio omaggio all'autore dell'omonimo romanzo di Cornell Woolrich e al regista Alfred Hitchcock. Il racconto è in rete dal 29 giugno scorso.
 
 

La Sicilia, 5.7.2008
Letteratura e turismo

«E' questa la vera casa di Montalbano, qui a Punta Grande di Marinella, non a Punta Secca, che sta da tutt'altra parte della Sicilia, vicino Ragusa. D'altronde, carta canta: nel racconto La prima indagine di Montalbano Nené Camilleri, parlando dei dintorni della casa, descrive la Scala dei Turchi, questa qua allato, non il barocco ibleo».
A Giovanna, anima del B&B&B (Bed and Breakfast... and Beach) Villa De Leo - in territorio di Realmonte ma in realtà sul lido di Porto Empedocle -, non va proprio giù il fatto che, per via della fiction televisiva, tutti identifichino il palazzetto dell'iblea Santa Croce Camerina, oggi anch'esso trasformato in struttura ricettiva, nella villetta in riva al mare del commissario di Vigata.
Maria De Leo, elegante signora d'altri tempi, proprietaria della villa, agita le dita della mano a indicare il grande tavolo ovale di una delle terrazze: «Stavamo là, a cenare, che il sole era appena calato. Nené, la sigaretta accesa, guardava il Golfo e pareva affatatu. "Nené, mancia!" gli disse mia sorella Lidia, sua parente per parte di marito, un magistrato. Pasta con l'aragosta c'era. Ma pure altro: "Maria, veru 'sta capunatina è comu chidda ca faceva me'matri" mi disse Nené, contento. Noi fin da bambini ci conosciamo. E lui in questa casa di mare ci viene fin da quand'era nicu».
Villa De Leo, tra quattro anni, avrà un secolo di vita. Ed è un piccolo paradiso: le stanze ampie con i tetti a volta, antichi mobili, ghiacciaie e grammofoni, e, su vari piani, magnifiche terrazze circondate da candide balaustrate. Tra la casa e la spiaggia, poi, poche decine di metri di vigneto, punteggiato da fichidindia e fichi, ulivi saraceni e palme, un'altissima araucaria e mare, mare, mare.
Al cui cospetto ci si sente come il Camilleri di quella famosa "ultima cena": affatatu. O anche come lo stesso Salvo Montalbano, di professione commissario, che, come riferisce il suo creatore: «Se ne niscì sulla verandina, s'assittò sulla panca, si mise il telefono allato, pigliò a taliare il mare. Non poteva fare altro, leggiri, pinsàri, scrìviri, nenti. Taliare il mare…»
Maria - obbliga gli ospiti a darle del tu, «sennò mi sento vecchia» - racconta che quella con Andrea Camilleri fu l'ultima cena prima della trasformazione della villa in B&B.
«Mantenere questa casa - spiega - era diventato costosissimo. Siamo a due passi dal mare e la salsedine si mangia tutto: le ringhiere, gli infissi, li dobbiamo pitturare due volte all'anno. Avremmo dovuto vendere... ma come si faceva?».
Racconta, Maria, la storia della casa di Punta Grande, commissionata nei primi del Novecento dalla famiglia empedoclina Melluso, che si occupavano di import-export, a un'impresa palermitana specializzatasi nella realizzazione di ville a Mondello.
«Venne una reggia - dice, con gli occhi brillanti - e quand'erano fidanzati, mia madre voleva sempre che mio padre la portasse in calesse sulla spiaggia di Marinella, per vederla. Poi, una volta qua, gli diceva: "Che bella, quanto mi piacerebbe averla!". Quando i Melluso ebbero un tracollo finanziario, la villa andò all'asta e mio padre la comprò, senza nulla dire a mia madre. Qualche giorno dopo andarono a passeggiare a Marinella, ma mia madre stavolta non disse nulla. "E la casa, manco la guardi?" fece mio padre, siddiatu. E mia madre, "ma tanto…". E mio padre: "E taliala, taliala giusta, ca ora 'a to' è!"».
«Pure mio marito - racconta Maria - lo conobbi qui, sulla spiaggia. Mio zio e i figli, rappresentanti di una grande casa di liquori, avevano ospite un ispettore della ditta, Crescenzo Balzano, di Torre del Greco. Aveva fretta perché doveva tornare in Campania per sposarsi. Poi mi vide e... la fretta gli passò di botto. Dopo sposati, dal 1959, abbiamo sempre passato le vacanze qui a Punta Grande con le nostre due figlie. E con il resto della famiglia: una vera tribù!».
La malinconia scende sul volto di Maria quando narra della morte del marito.
«Fu quattordici anni fa - dice - e mi salvò il dover rimettere a posto questa casa per la stagione estiva: 'Smetti di piangere e rimboccati le maniche!' mi dissero le mie due figlie. E così feci. Con il mio lavoro di segretaria scolastica ho tirato avanti fino alla pensione. Poi, siccome sarei morta a fare soltanto la pensionata, mi sono inventata il Bed and Breakfast».
Racconta delle difficoltà nel rimettere a posto la casa: «Volevo che tornasse come nel periodo del suo splendore e curai ogni particolare. Per gli infissi andai a cercare le maniglie originali, in porcellana bianca di Limoges. E il falegname che li rimise a posto commentò: "Cent'anni di 'ngrasciu ci livai". Perché una volta porte e finestre venivano lucidate con olio e petrolio».
«Ora - conclude Maria -, anche grazie alla popolarità che il Commissario Montalbano ha regalato alla nostra zona, questa casa è diventata una nave che mi porta in ogni parte del mondo a conoscere gente d'ogni nazionalità. E se mi viene la malinconia, apro il libro degli ospiti, leggo quello che hanno scritto, e... mi passa tutto».
Giuseppe Lazzaro Danzuso
 
 
E nella zona iblea la casa televisiva

Se volete trovare la casa di Montalbano della fiction televisiva dovete spostarvi dall'altra parte della Sicilia rispetto a Vigata-Porto Empedocle, raggiungendo quella Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, nell'ibleo, in cui, a fianco a un'antica torre e a un candido faro, sta l'edificio su tre livelli, un tempo opificio per la lavorazione delle sarde, poi venduto dal demanio e cui i nuovi proprietari aggiunsero una meravigliosa terrazza sul mare circondata da una candida balaustrata e direttamente sulla spiaggia.
Anche questa casa - almeno in parte, visto che i proprietari continuano ad abitare il piano terreno - è diventata un B&B, che mette a disposizione per gli ospiti tre camere da letto.
«Tutti - spiega Ivana, la tour operator che si occupa del B&B - chiedono di poter dormire nella camera da letto di Montalbano, e io devo spiegare che... non esiste: nella fiction, infatti, viene 'ricostruita' dove c'è il soggiorno».
Ivana traccia l'identikit di chi sceglie la Casa di Montalbano: italiano (del centro-nord), appassionato di Camilleri, da 35 anni in su, interessato a ritrovare i luoghi dello sceneggiato tv e a gustare i sapori dei cibi amati dal Commissario di Vigata. Con lo stesso silenzio, la stessa pace. «E poi - aggiunge Ivana - il loro desiderio più grande è rimanere sdraiati sulla terrazza della casa a godersi le albe e i tramonti. O anche il luccicare delle stelle d'agosto. E' tutto qui, forse, il fascino della Sicilia più autentica, nelle piccole grandi cose capaci di regalare emozioni indimenticabili».
 
 

Il Messaggero (Frosinone), 6.7.2008
Dai racconti di Camilleri alla musica di Vallesi

Tutto pronto per questa sera a Monte San Giovani Campano per una serata dedicata a Camilleri, che si svolgerà alle 21,15 in piazza Guglielmo Marconi.
"Il festival delle città medievali", infatti, in questa edizione ha messo in cartellone non solo serate di musica ma anche di teatro e letteratura.
E l'evento di questa sera è dedicato proprio alla letteratura con la messa in scena di due opere scritte da Andrea Camilleri, la prima è tratta dai racconti "Le inchieste del commissario Collura" e la seconda opera è una favola in musica dal titolo "Magaria" con musiche di Marco Betta e regia di Rocco Mortelliti.
[…]
 
 

Il Messaggero (Frosinone), 6.7.2008
Estate in giallo, il delitto non va in vacanza

Roma. Killer, spie, sbirri e, perché no, maniaci psicopatici. Sarà pure gente poco raccomandabile, d’accordo, ma spetterà soprattutto a loro - agli eroi della “semplice arte del delitto” – tenere compagnia agli italiani in vacanza. Che si tratti poi di una mystery story, di un legal-thriller o di un racconto a enigmi, poco importa. Purché trionfi il fascino ambiguo del delitto.
[…]
Lo scaffale del giallo italiano offre parecchie novità capaci di attrarre e distrarre il lettore in vacanza. A cominciare, naturalmente, dall’ultima indagine del commissario Montalbano: avvincente, arguto, filosofico, Il campo del vasaio (Sellerio) è un romanzo che non delude. E dimostra come lo scorbutico Montalbano possa pure invecchiare, ma il suo papà, Andrea Camilleri, davvero no.
[…]
Francesco Fantasia
 
 

La Repubblica, 7.7.2008
Così l'autore di "Montalbano" rilegge i classici dell'isola
L'amore raccontato dai poeti della mia Sicilia
In libreria tre importanti Meridiani. I poeti della scuola siciliana
Canti d'amor gioioso
Un viaggio alle origini della cultura italiana da Giacomo da Lentini e la corte di Federico II alla lirica siculo-toscana
Un'opera che raccoglie voci diverse su un unico tema, le accensioni del cuore, declinate in tutte le variazioni
"Lo stesso imperatore amava declamare versi per la sua adorata prediletta"
"Se vi piacciono le storie sentimentali leggete a caso questi versi ed emozionatevi"
Andrea Camilleri
 
 

MicroMega, 7.7.2008
8 luglio, Camilleri: aderisco perchè sono indignato(VIDEO)
 
 

La Repubblica, 7.7.2008
Roma, 18:18
Rom: Iniziata a Roma la schedatura di solidarieta'

E' iniziata da circa un'ora, a piazza Esquilino a Roma, la raccolta volontaria di impronte digitali, promossa dall'Arci, come segno di solidarieta' ai rom oggetto della proposta del ministro dell'Interno Maroni di schedatura con le impronte digitali. Tante gente comune continua ad arrivare per intingere le proprie dita nell'inchiostro e lasciare le impronte. Insieme ai cittadini, hanno deciso di aderire anche tante personalita' del mondo della cultura e della politica italiana: Moni Ovadia, Dacia Maraini, Andrea Camilleri, Dario Franceschini, Rosy Bindi, Fabio Mussi, Giovanni Russo Spena, Livia Turco, Franco Giordano.
[...]
 
 

TG3 - Primo Piano, 7.7.2008
Incubo intercettazioni
Ospiti: Rosy Bindi - PD, Roberto Cota - capogruppo Lega nord alla Camera
[È stata trasmessa una breve dichiarazione di Andrea Camilleri, che ha partecipato alla raccolta volontaria delle impronte digitali, NdCFC]

A Milano è sempre scontro sulla chiusura della moschea di viale Jenner. Il presidente della Provincia Penati propone di multare chi prega per strada e crea intralcio al traffico. Il comune si dice disponibile a ospitare i fedeli in una struttura che potrebbe essere il velodromo Vigorelli. Ma la Lega è irremovibile: "Entro Ferragosto la moschea verrà chiusa". Per la curia milanese i musulmani hanno diritto di eserecitare la loro fede e per risolvere la vicenda bisogna "usare il dialogo". Domani l'incontro decisivo in prefettura...
 
 

Data Manager on line, 7.7.2008
Il commissario sbarca sul web
Racconto di Camilleri ospitato da sito web

Lo scrittore Andrea Camilleri permetterà ad un sito Internet agrigentino di pubblicare il racconto in dodici puntate “'La finestra nel cortile”, l’ultima avventura del commissario Montalbano.
Le vicende del popolare commissario della Polizia di Stato, Salvo Montalbano, dopo la fortunata serie tv interpretata da Luca Zingaretti, entreranno a far parte dell’intrattenimento degli internauti.
Non è ancora chiaro se l’ultimo racconto pubblicato sul settimanale del quartiere Prati “il Nasone” sarà l’unico ad essere ospitato su un sito web o se ne verranno proposti altri.
Andrea Camilleri, potrebbe anche decidere di seguire la strada dei libri in formato elettronico che dopo una partenza poco promettente stanno ora prendendo piede in tutto il mondo.
Il mondo dell’informazione si è da tempo reso conto dell’importanza di investire sul web, visto che sono numerossime le persone che hanno sostituito la lettura dei quotidiani con quella delle news online.
Grazie alla pubblicazione di eBook dello scrittore anche i navigatori che non hanno ancora avuto il piacere di leggere la serie di romanzi, potrebbero conoscere le vicende del commissario.
La disponibilità dello scrittore di diffondere il suo romanzo online, non sembra escludere la possibilità di future pubblicazioni in formato digitale.
Francesca Guido
 
 

La Repubblica, 8.7.2008
Attori, scrittori e politici alla manifestazione dell'Arci contro il piano del ministro dell'Interno per i piccoli Rom
Tremila in piazza: "Schedate anche noi"
Roma, anche Camilleri al censimento volontario: "I nomadi? Capri espiatori"

[...]
"La schedatura dei minorenni rom - racconta Andrea Camilleri mentre lascia sul foglio le sue impronte - mi ha fatto tornare in mente quella foto storica del bambino ebreo con la coppola e le mani alzate che esce dal ghetto di Varsavia. Ecco, io ho un'amica rom di sei anni che cerco disperatamente di mandare a scuola: prenderle le impronte sarebbe un'inutile umiliazione".
[...]
Vladimiro Polchi
 
 

Carta, 8.7.2008
Camilleri, Celestini e altri clandestini
Foto by Carta Foto by Carta

Più di due mila persone in fila sotto il sole, molte delle quali con la «maglietta clandestina» diffusa da Carta, in attesa di lasciare le loro impronte: l’iniziativa dell’Arci e dell’Associazione nazionale ex deportati [Aned] è pienamente riuscita.
[…]
Tra i tanti Andrea Camilleri.
[…]
Ecco le foto di Andrea Camilleri, Ascanio Celestin, Moni Ovadia e molti altri con la «maglietta clandestina»: http://carta.org/gallerie/22
Cristina Formica
 
 

Peace Reporter, 8.7.2008
Camilleri: 'Mai assuefarsi al veleno'
Lo scrittore rievoca i terribili ricordi del nazismo
Foto by Peace Reporter

Ho avuto una certa indignazione quando hanno detto che avrebbero preso le impronte ai Rom. La mia indignazione è cresciuta quando ho saputo che le avrebbero prese anche ai bambini. Questa indignazione è accresciuta dal fatto che io sono diventato nonno. Ho 83 anni, e c'è ancora una fotografia che io non riesco a ricordare senza provare una sorta di disagio infinito: è quella del bambino ebreo durante il rastrellamento del ghetto di Varsavia, con la coppola in testa, come avevo io da bambino, e le mani alzate in segno di resa. Io non vorrei che si ripetessero, per nessuna ragione al mondo, cose simili.
Cosa l'ha spinta a venire fin qui a farsi 'schedare'?
Mi ha spinto un dovere civico. Io non appartengo a nessun partito politico. Sono venuto come cittadino italiano indignato da una legge ignobile che tira in ballo i bambini ed è profondamente incivile, anzi, fascista. Tutto qua. Ci sono dei popoli che si portano addosso dei miti e delle leggende che nessuna realtà riesce a smentire. Io ricordo anche i miei genitori, che mi dicevano 'attento, ci sono gli zingari, gli zingari rubano i bambini'. Ebbene, da allora non ho mai visto uno zingaro rubare un bambino, però la leggenda da allora continua. I Rom sono ideali per scaricargli addosso la colpa. Sono 150 mila capri espiatori. Si legge poco Manzoni, in Italia, perché Manzoni racconta che durante la peste a Milano, il governo, non sapendo a chi dare la colpa, e a qualcuno doveva darla, la diede agli untori, che non esistevano. Gli 'untori' vennero presi e ammazzati. I Rom, oggi sono come gli untori manzoniani. Oggi c'è una sorta di mitridizzazione, di assuefazione al veleno, ed è necessario trovare antidoti sempre più forti, perché la conseguenza è l'indifferenza, e la cosa peggiore di fronte a fatti di questo tipo è proprio l'indifferenza. Credo purtroppo che l'iniziativa abbia significato qualcosa solo per noi, solo per chi era in questa piazza, anche se erano in molti. Gli altri sono molto sordi. Non saranno le nostre firme a fargli cambiare idea. Potranno cambiare idea solo se prima o poi si torna al voto dopo aver constatato i danni materiali e morali che hanno fatto al popolo italiano. Mi auguro che iniziative simili si moltiplichino in ogni città  d'Italia".
Quanto tempo passerà  prima che un'iniziativa simile venga applicata anche ai cittadini italiani?
Credo che la strada sia brevissima. L'altro giorno il Corriere della Sera riportava la legge di un ministro francese che a suo tempo, anni addietro, aveva schedato i Rom. Da lì a poco tempo si scatenò un eccidio dei Rom. Queste cose aprono la strada a misure più severe e terribili, che spero non vengano mai adottate. Mai.
Cosa direbbe il commissario Montalbano a vederla con le dita macchiate d'inchiostro?
Credo che quasi quasi se la godrebbe, nel vedere che mi hanno preso le impronte digitali, perché in fondo in fondo mi odia...
Luca Galassi
 
 

Liberazione, 8.7.2008
Roma, piazza Esquilino, successo per l'iniziativa contro la schedatura "etnica" del governo
In 3mila in fila per le impronte con l'Arci artisti ed ex-ministri
Camilleri: «Siamo tutti rom»

Tra i primi in fila, lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, con l’immancabile sigaro in bocca: «Non avrei mai pensato di essere felice di lasciare le mie impronte digitali, ma ho sentito il bisogno di farlo perché ritengo ignobile schedare un’etnia - commenta amaro - I rom oggi sono la reincarnazione politica degli untori manzoniani: allora bisognava trovare i colpevoli della peste a Milano, oggi il governo li sta usando per trovare il “mostro” che genera insicurezza. Ebbene, posso affermare che qui, oggi, siamo tutti rom e tutti clandestini». Mentre lo dice mostra con orgoglio una maglia che recita “Siamo Tutti Clandestini” (made by Carta). E a chi gli chiede un messaggio da mandare al ministro Maroni, il padre del più famoso commissario d’Italia si avvale della facoltà di non rispondere, «altrimenti sarei accusato di ingiurie e vilipendio della Repubblica». Hai capito Montalbano...
[...]
Daniele Nalbone
 
 

Il Manifesto, 8.7.2008
Schedature
«Caro Maroni, ecco il polpastrello»
Comincia ed è già un successo la campagna per prendere le impronte agli italiani e mandarle a Maroni. In migliaia si precipitano a farsi «schedare» dall'Arci Un pomeriggio all'Esquilino, in fila per imbrattare un modulo. Con Celestini, Ovadia e tanta gente comune

[...]
«Questo bisogno di sicurezza mi sembra venga dall'alto, i rom rischiano di diventare 150 mila capri espiatori», dice lo scrittore Andrea Camilleri mentre fa vedere ai fotografi la mano sporca d'inchiostro. «Qui c'è il rischio che si inizi con loro e si finisca a schedare tutti i dissidenti». E se qualcuno, di una generazione più giovane, gli fa notare che forse sta esagerando, sbotta: «Beato te, che a differenza mia non hai vissuto il fascismo».
[...]
Giacomo Russo Spena
 
 

La Repubblica, 8.7.2008
Il caso
Primo test dell'opposizione in piazza con Di Pietro una pattuglia di ulivisti

Il leader dell'Idv "garante" di Grillo. Travaglio critica il Colle: cede al razzismo

[...]
Aprirà Rita Borsellino, poi Flores d'Arcais, a seguire le "poesie incivili" lette da Andrea Camilleri, la satira di Sabina Guzzanti ("Occorrono nuovi leader, resistere non basta") e Ascanio Celestini, il messaggio di Umberto Eco e quello di Beppe Grillo, l'intervento di Marco Travaglio, tra gli altri. Furio Colombo a concludere.
[...]
Carmelo Lopapa
 
 

La Repubblica TV, 8.7.2008
Roma, il giorno dei No Cav
Piazza Navona gremita al grido di "Fermiamo il Caimano". Di Pietro: "Referendum contro leggi vergogna"
Le "poesie incivili" di Camilleri
 
 

l'Unità, 8.7.2008
No Cav Day, Grillo insulta. Ma la piazza non è con lui

[...]
Forte risposta anche per gli interventi più pungenti. Da Marco Travaglio che ribalta il punto di vista facendo di Berlusconi «la vittima» di un'opposizione che «lo resuscita» anche quando «sembrerebbe essere sul punto di morire» allo scrittore Andrea Camilleri.
Scandiscono il nome del padre di Montabano quando conclude con la lettura delle 5 poesie "incivili" e con i famosi versi di Pier Paolo Pasolini dedicati all'ipocrisia, dedicandoli al ministro Maroni. «Quando dice che vuole prendere le orme dei bambini rom solo per evitare che vengano sfruttati - dice Camilleri- è ipocrita». E cita: «Talmente ipocrita che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso andrai all'Inferno ma ti dirai in Paradiso».
[...]
Alessia Grossi
 
 

l'Unità, 8.7.2008
La sintesi degli interventi dal palco di piazza Navona
Cicchitto: «Manifestazione eversiva»

[...]
Tra i personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo scesi in piazza contro il Cavaliere, c'è pure Andrea Camilleri, lo scrittore che ha inventato il commissario Montalbano: nessun discorso nemmeno da lui, solo cinque delle sue poesie incivili che dipingono in versi lo sconsolante quadro di Berlusconi al governo.
[...]
 
 

La Repubblica, 8.7.2008
Da oggi Andrea Camilleri “La pista di sabbia”
Il terzo appuntamento di "Noir Italiano", i grandi maestri della suspense. A richiesta con Repubblica o L'espresso
 
 

La Repubblica, 9.7.2008
Il racconto
Quell'accusa alla Carfagna

A Piazza Navona, all'imbrunire, il testacoda dell'antiberlusconismo che prima curva nel turpiloquio, prende ardore e velocità nello spettacolo, poi sbanda nella gara a quale artista del palcoscenico le spara più grosse. Quindi si rovescia su stesso, fino a perdersi nel delirio a sfondo apocalittico, sessuale, teologico e pagliaccesco. E addio politica, allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti. Sul proscenio della manifestazione contro le leggi vergogna restano così solo i comici, i predicatori, gli arcangeli del sarcasmo e le poesie anche rimarchevoli, ma pur sempre pregiudizialmente "incivili" di Camilleri. Sono loro, beninteso, che riempiono le piazze. Ma poi, dopo l'incendio?
Divampa tutto in meno di un'ora. Camilleri, in versi, accenna alle "sgualdrinelle che confortano le sue notti" e pizzica appena il Vaticano che lo ha invitato: "Pecunia, antica saggezza, non olet".
[...]
Filippo Ceccarelli
 
 

l'Unità, 9.7.2008
Peccato!

[…]
Stiamo con Andrea Camilleri e con le sue civilissime poesie incivili.
[…]
Antonio Padellaro
 
 

Quotidiano.net, 9.7.2008
'No Cav. Day' in piazza Navona
Di Pietro: 'La nuova P2, anzi vecchia'
Grillo attacca Napolitano: 'Ha firmato'
Ma la piazza applaude il presidente

[...]
La svolta della giornata arriva quando tocca a Marco Travaglio. Applauditissimo, il suo nome scandito dai giovani in prima fila, il giornalista ne ha per tutti. Non è da meno lo scrittore Camilleri che legge alcune delle sue "poesie incivili" che raccontano un mondo, facilmente identificabile nella collocazione politica, popolato di "ossessioni devastanti per i giudici", "ghigno sotto il quale si nasconde del Lombroso" e ancora "due mogli e sgualdrinelle". Applausi e risate della piazza che non vengono meno con Grillo che ironizza sul "Morfeo che firma tutto".
[...]
 
 

Il Mattino, 9.7.2008
Camilleri legge versi inediti

«Non posso aspettare ottobre perchè le cose stanno accadendo adesso e adesso dobbiamo manifestare il dissenso». Così Fiorella Mannoia, salendo sul palco di Piazza Navona, spiega la sua presenza alla manifestazione dei girotondi contro il governo. «Anche se non cambia nulla - aggiunge la cantautrice - stasera voglio andare a dormire tranquilla di aver fatto il mio dovere». E dalla star della canzone a un astro della letteratura, Andrea Camilleri. cantautrice a uno scrittore «Sarebbe stato opportuno che il Pd fosse stato qui, ma io come sono stato qui a piazza Navona sarò alla manifestazione del Partito democratico. Per me che sono senza partito è più facile», dice lo scrittore siciliano intervenuto dal palco con cinque poesie incivili inedite dedicate in particolare alle vicende legate al premier. Il padre del commissario Montalbano salendo sul palco non ha nascosto la sua soddisfazione: «Madonna quanti siete...».
 
 

Il Mattino, 9.7.2008
La gioia di ritrovarsi contro il Caimano, poi il grande gelo

[...]
È lo stesso per Andrea Camilleri, tra le labbra l’immancabile sigaretta, che dopo aver letto dal palco le sue «poesie incivili» dedicate - c’è bisogno di dirlo? - al cavaliere, dice pacato «il Pd doveva esserci».
[...]
Teresa Bartoli
 
 

L'opinione, 9.7.2008
L’ex Pm senza freni inibitori davanti alla platea di piazza Navona
Di Pietro nostalgico: “E’ tornata la P2”

[...]
Ma i cervelli dei giovani e della borghesia di un paese che la sinistra ha condotto al declino sono particolarmente sensibili a queste sirene della demagogia. E proprio coloro che denunciano in Berlusconi il fascismo che avanza, o quelli che come Camilleri sostengono che il Cav abbia “più scheletri nell’armadio di quelli contenuti nella cripta dei Cappuccini a Palermo”, sono gli stessi che senza capirlo stanno veramente preparando l’avvento del futuro uomo forte: cioè Antonio di Pietro.
Dimitri Buffa
 
 

Il Giornale, 9.7.2008
Le solite facce da guerra civile

Quella che cala dalle terrazze per scendere in piazza, quella che è scesa ieri in piazza Navona, a Roma, chiamata da Micromega, la rivista filosofica di Paolo Flores d’Arcais, è l’Italia sedicente migliore. È l’Italia di Umberto Eco che è il migliore. Quella di Andrea Camilleri, poi, che è il più migliore assai.
[...]
Pietrangelo Buttafuoco
 
 

El Pais, 9.7.2008
Miles de personas protestan contra Berlusconi y apoyan la Constitución
La sociedad civil denuncia en la calle las maniobras del primer ministro italiano
[...]
Las huellas de Camilleri
Andrea Camilleri, el escritor siciliano creador del célebre comisario Montalbano, se ha puesto a sus 82 años a la cabeza de la protesta civil. El lunes, como se observa en la fotografía, fue una de las 4.000 personas que se tomaron las huellas dactilares en Roma en solidaridad con los ciudadanos gitanos que están siendo censados por el Gobierno.
Ayer, subió al escenario de Plaza Navona en el centro de Roma y arrasó con sus poemas. Sobre el primer ministro, Silvio Berlusconi: "No importa que su moral tenga más agujeros que un colador, no importa que haya prevaricado, corrompido y hecho de la mentira su forma de vida, si es recibido en el Vaticano con todos los honores". Y sobre el polémico censo étnico de la población gitana. "Dicen que no es racismo, sólo humana piedad. ¡Qué amor, qué generosidad! Me recuerda los versos del clásico: 'Eres tan hipócrita, / que cuando la hipocresía te haya matado, / estarás en el infierno / pero dirás que es el paraíso".
[...]
Miguel Mora
 
 

Adevarul, 9.7.2008
Italia, pusa la colt de eurodeputati

[...]
Dincolo de aspectul politic, la protest au luat parte si cunoscutul scriitor Andrea Camilleri si regizorul Paolo Verzi care nu au reusit sa treaca neobservati de catre presa, in ciuda faptului ca s-au amestecat in multime.
[...]
Anca Mihai, Anca Voicu
 
 

Romania libera, 9.7.2008
Comisia Europeana, ingrijorata de amprentarea nomazilor

[...]
MANIFESTATII
Initiativa amprentarii nomazilor este contestata si in Italia, fiind folosita drept argument pentru atacarea legitimitatii Guvernului Berlusconi de catre formatiunile care au pierdut anul acesta alegerile. Asociatia culturala ARCI, sustinuta de politicieni din opozitie, de sindicate si de oameni de cultura, printre care scriitorul Andrea Camilleri, a denuntat "actul de discriminare si de persecutare". La initiativa ARCI, sute de persoane au participat luni, la Roma, la un miting de protest, desfasurat sub sloganul "Nu va atingeti de copiii romi!".
Dana Hadareanu
 
 

Trentino, 9.7.2008
Psa incanterà con jazz, Camilleri e opera

Pergine. Abbandonati i fantastici mondi delle fiabe della prima settimana di spettacoli, Psa 2008 torna nel mondo terreno e affronta la seconda settimana proponendo uno dei temi a cui il festival è più affezionato: la musica e il canto. Sarà la “Città che canta” il filo conduttore della programmazione che va dal domani a sabato, con due appuntamenti piuttosto attraenti: l’inedito “duetto” tra l’attore Sergio Rubini e il jazzista Enrico Rava, e l’immancabile opera che sarà “La Traviata”. “Requiem per Chris” è il titolo dello spettacolo che verrà portato in scena domani sera. Scritto da Andrea Camilleri, narra una storia siciliana che si conclude a New Orleans, capitale mondiale del jazz e segnata dall’uragano Katrina. Sul palco vi sarà per l’appunto l’attore Sergio Rubini, accompagnato dal trombettista Enrico Rava, che racconteranno la storia di Chris Lambertine, personaggio che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano.
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Gianluca Filippi
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 9.7.2008
Teatro, musica e clown. E Ponza si fa palcoscenico

Non solo mare, nella più bella delle isole pontine. La regina dell' arcipelago, la vulcanica Ponza, ospiterà dal 26 luglio al 3 agosto, il suo primo festival di musica e teatro.
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Villa le Tortore inaugura domenica 27 con la compagnia MitiPretese (Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolati, Mariangeles Torres) che porta in scena uno studio per "Festa di famiglia", tratto da testi di Pirandello con la collaborazione drammaturgica di Andrea Camilleri.
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Geraldine Schwarz
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 9.7.2008
Romanzo, musica e video in terrazza

La storia di un sogno trasformato in realtà, il racconto della nascita della prima bicicletta made in Siciliy: la rassegna "In art - Teatro-Cinema-Musica-Arte", sulle terrazze dell'Expa, si apre questa sera alle 19,30 con la presentazione del libro di Gaetano Savatteri "La volata di Calò", edito da Sellerio. Saranno presenti, oltre all'autore e Antonio Sellerio, anche Antonello Montante [poi impossibilitato ad intervenire, NdCFC] e Alfonso Catasino. Il libro, preceduto da una testimonianza di Andrea Camilleri, racconta la storia di Calogero Montante, nato a Serradifalco, che mosso dalla passione per la bicicletta comincia, verso gli anni Trenta, a costruirne un prototipo. Apre una fabbrica e le sue bici diventano un marchio prestigioso, trovando acquirenti nei carabinieri ma anche nei postini.
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Adriana Falsone
 
 

Corriere della Sera, 10.7.2008
L'intervista «La folla gioca brutti scherzi, può far perdere il senso delle proporzioni.»
Camilleri: piazza Navona? Un errore
Lo scrittore: se fossi rimasto lì sarei salito sul palco a chiedere scusa
Foto by Arcieri - Corriere della Sera

«Le sono piaciute le mie "poesie incivili"? Quella degli scheletri»?
Com'è già?
«Ha più scheletri dentro l'armadio lui/ che la cripta dei cappuccini a Palermo/ Ogni tanto di notte, quando passa il tram/ le ossa vibrano leggermente, e a quel suono/ gli si rizzano i capelli sintetici/ Teme che le ante dell'armadio si aprano/ e che torme non di fantasmi ma di giudici in toga/ balzino fuori agitando come nacchere/ tintinnanti manette...».
Andrea Camilleri, che impressione ha tratto da piazza Navona?
«A dire il vero, ho sentito poco. I vigili mi hanno bloccato al ponte sul Tevere, e me la sono fatta a piedi sotto il sole. Già ero stanco per la giornata dell'altro ieri, passata in coda per farmi prendere le impronte. Sono arrivato provatissimo mentre parlava Di Pietro, ho ascoltato Pancho Pardi, ho letto le mie poesie e me ne sono andato. Però, a giudicare dalle cronache, hanno fatto bene Di Pietro e Furio Colombo a salire sul palco per prendere le distanze e chiedere in qualche modo scusa a Napolitano. Se fossi rimasto, pur senza averne l'autorità politica, sarei salito sul palco con loro».
Perché?
«A scuola si diceva: fuori tema. Se c'è da criticare il capo dello Stato, non lo fai in pubblico, con quattro parole. È un errore sia nel metodo sia nella sostanza».
Secondo Colombo, Travaglio è stato il primo a «deviare» dal politico al comico, evocando Orwell: «I più uguali degli altri erano i maiali, non le alte cariche dello Stato ».
«Non è un modo di chiamarmi fuori, ma non voglio giudicare parole che non ho sentito. In ogni caso, gli oratori erano maggiorenni e vaccinati. Ognuno è responsabile di quel che dice e di come lo dice. Certo, la folla gioca brutti scherzi. Può farti perdere il senso delle proporzioni».
La Guzzanti ha collocato il Papa all'inferno. Libera satira? O un errore?
«Un errore. Ripeto: fuori tema. Ratzinger non c'entrava nulla. Sì è andati al di fuori dello spirito e degli intenti degli stessi organizzatori ».
Lei all'inferno ha messo invece Maroni.
«Era una citazione di Pasolini: "Sei così ipocrita/ che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso/ finirai all'inferno/ ma ti dirai in paradiso". Ricordavo i versi, non il loro destinatario, credo un poeta rivale di Pier Paolo. Io li ho adattati a Bobo Maroni».
«Un paio di baffi sul nulla», l'ha definito.
«Un altro furto, ai danni dei miei antichi allievi registi egiziani: così chiamavano Nasser. Sostenere che le impronte si prendono nell'interesse dei poveri bambini rom è un'ipocrisia suprema».
Con la Carfagna si è esagerato?
«Non mi pare di aver mai letto questa famigerata intercettazione. Siamo nel campo delle voci e dei pettegolezzi. Prove non ce ne sono. Quindi, meglio lasciar perdere. Vero è che il criterio con cui si assegnano i seggi in Parlamento è l'amicizia personale, e l'ho scritto su MicroMega: è sempre il solito contribuente a pagare. Lo stesso che a suo tempo foraggiò il cavallo di Caligola».
E Grillo? È possibile una convergenza con il suo movimento?
«Sono sempre stato critico con Grillo, e a maggior ragione lo sono ora. La sua è un'azione negativa. È qualunquismo. Io non sono per l'antipolitica; sono per la buona politica. È opportuno mantenere posizioni distanti da quelle di Grillo».
Veltroni come si sta muovendo?
«Io non faccio parte del Pd, e sono andato tranquillissimamente in piazza Navona. Allo stesso modo, per quel che poco che conta, andrò il 25 ottobre alla manifestazione di Veltroni, con lo stesso spirito. La divisione che si è aperta, in un momento come questo, è devastante. Mi auguro sia ricucita al più presto».
Lei oggi voterebbe Veltroni o Di Pietro?
«Oggi, Di Pietro. Il partito democratico è troppo timido. Inadeguato. Anche se non è detta l'ultima parola».
Come mai? Veltroni è condizionato dai problemi interni, con D'Alema, con gli ex democristiani?
«Il Veltroni di adesso mi ricorda il Prodi di ieri, che spiegava di non essere riuscito a sciogliere il conflitto di interessi per resistenze dall'interno. È una sinistra che si autofrena. E non so fino a che punto si possa procedere in salita autofrenandosi».
Piazza Navona è stata davvero un regalo a Berlusconi?
«Qualcosa non ha funzionato. Lo conferma la lettura dei giornali: pure l'Unità, che è sempre stata al fianco dei girotondi e in fondo aveva sostenuto pure la manifestazione dell'8 luglio, l'indomani era critica. Peccato. E' stata un'occasione in parte pregiudicata. Spero ce ne sia presto un'altra, perché la situazione è grave e seria».
Aldo Cazzullo
 
 

Liberazione, 10.7.2008
Andrea Camilleri "Il sogno dell'ipocrita"

Onde ridurre ulteriormente le spese il ministro della Giustizia ordina che, solo per lui, la prescrizione sia preventiva e pregressa ancor prima che i processi siano prefissati a ruolo e pertanto i pm che lo iscrissero nel registro degli indagati siano pregiudizialmente mandati in proscrizione. Per favore attenti agli errori di stampa.
Ha più scheletri dentro l'armadio lui che la cripta dei Cappuccini a Palermo. Ogni tanto di notte quando passa il tram le ossa vibrano leggermente e a quel suono gli si rizzano i capelli sintetici; teme che le ante dell'armadio si aprano, che torme non di fantasmi ma di giudici in toga balzino fuori agitando come nacchere scintillanti manette.
Non importa che abbia avuto due mogli e che le sgualdrinelle confortino le sue notti, non importa che la sua morale abbia più buchi di un colabrodo, non importa che abbia corrotto, falsificato i bilanci, giurato il falso, prevaricato, adottato la menzogna come stile di vita. Non importa. Sia ricevuto in Vaticano con tutti gli onori. Pecunia, antica saggezza, non olet.
Si prendano subito le impronte digitali dei bambini rom, ordina un paio di baffi sul nulla. E i baffi giurano che non è razzismo, ma solo umana pietà verso i bimbi costretti a mendicare. Che cuore, che generosità! E mi tornano a mente i versi di un grandissimo: sei così ipocrita, che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso sarai all'inferno ma ti dirai in paradiso.
 
 

Il Giornale, 10.7.2008
La fiera della vergogna riabilita persino Moretti
Alla fine i No Cav hanno fatto il più grande regalo al Cavaliere

[...]
Camilleri crede di far ridere con battute tipo «la morale di Berlusconi ha più buchi di un colabrodo», e c’è chi ride davvero. Ma sì, la gente della piazza è contenta così.
[...]
Michele Brambilla
 
 

l'Occidentale, 10.7.2008
Seguendo la stampa
Una volta c'erano le camicie nere. Oggi ci sono le toghe

[...]
“Non è un modo per chiamarmi fuori, ma non voglio giudicare parole che non ho sentito” Dice Andrea Camilleri al Corriere della Sera (10 luglio) Gli hanno detto a Camilleri che per informarsi, se uno non ha potuto seguire un evento in diretta, ci sono quei lenzuoloni di carta pieni di segnetti neri che sembrano formichine? Giornali, mi pare che li chiamino
[...]
Lodovico Festa
 
 

Corriere della Sera, 10.7.2008
Italians
Tenersi Silvio a vita. Ecco le istruzioni

I geniacci del No Cav Day, nonostante l’impegno, sono ancora lontani dall’obiettivo: consegnare alla destra tutti gli italiani moderati, e garantire a Berlusconi altre otto legislature, quattro ministrelle ad personam, tre baby guardasigilli, una dozzina di leggi private e conflitto d’interessi in secula seculorum. Ecco cinque proposte per riuscire nell’impresa.
[…]
4. Andrea Camilleri, giustamente preoccupato per alcune sterzate della democrazia italiana, chiederà a 24 milioni di famiglie un componimento sul tema: «Noi e la Costituzione: quali minacce, quali garanzie, quali prospettive». I diecimila lavori più meritevoli verranno letti su Rai Tre da Moni Ovadia in una speciale trasmissione intitolata «Meditazioni sulla democrazia».
[…]
Beppe Severgnini
 
 

il Velino, 10.7.2008
CLT - Piazza Navona, Camilleri “incivile” e smemorato

Roma, 10 lug (Velino) - “Più che ‘Poesie incivili’, i versi declamati da Andrea Camilleri l’altro giorno a piazza Navona andrebbero qualificati come ‘Imitazioni incivili’”. Così un critico letterario, che preferisce mantenere l’anonimato, ha commentato con il VELINO l’intervento svolto dallo scrittore siciliano sul palco della manifestazione dei girotondini. A spingere l’ignoto interlocutore a rilasciare questo feroce giudizio è stata l’intervista a Camilleri apparsa oggi sul Corriere della sera. Il papà del commissario Montalbano, infatti, nello spiegare il componimento “incivile” da lui dedicato al ministro dell’Interno Roberto Maroni a piazza Navona, ha dichiarato: “Era una citazione di Pasolini: ‘Sei così ipocrita/ che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso/ finirai all'inferno/ ma ti dirai in paradiso’. Ricordavo i versi, non il loro destinatario, credo un poeta rivale di Pier Paolo. Io li ho adattati a Bobo Maroni”. Purtroppo la memoria ha giocato un brutto scherzo a Camilleri che è incorso in un duplice abbaglio. Innanzitutto i versi esatti del componimento di Pasolini, (facenti parte dei “Nuovi epigrammi 1958-59” raccolti in “La religione del mio tempo”), sono i seguenti: “Sei così ipocrita/ che come l’ipocrisia ti avrà ucciso/ sarai all’inferno/ e ti crederai in paradiso”. Ma soprattutto il destinatario dell’attacco di PPP non era un poeta rivale, come sostenuto da Camilleri, bensì il critico cinematografico Gian Luigi Rondi.
“Due lapsus alquanto grossolani – ha sottolineato l’anonimo critico – per un letterato che ritenendosi un ammiratore di Pasolini ha deciso di onorarlo dando ai propri epigrammi satirici lo stesso titolo – “Poesie incivili” – che il poeta di Casarsa diede ai propri nell’ultima sezione della raccolta “La religione del mio tempo” edita nel 1960”. Un volume, quest’ultimo, nel quale è raccolto anche il violento epigramma scritto da Pasolini all’indomani della morte di Papa Pio XII. Vale la pena ricordarne i versi finali: “Migliaia di uomini sotto il tuo pontificato/ davanti ai tuoi occhi, son vissuti in stabbi e porcili./ Lo sapevi, peccare non significa fare il male:/ non fare il bene, questo significa peccare./ Quanto bene tu potevi fare! E non l’hai fatto:/ non c’è stato un peccatore più grande di te”. L’epigramma apparve nel 1959 nella rivista letteraria Officina di Valentino Bompiani contro il quale si scatenarono l’aristocrazia nera della Capitale e il Vaticano che accusarono l’editore di blasfemia e ne bloccarono la candidatura all’esclusivo Circolo della Caccia. A Bompiani non restò altro che togliere i finanziamenti a Officina che chiuse poche settimane più tardi. È escluso tuttavia che Camilleri possa contare su quel supplemento di pubblicità che i suoi versi otterrebbero se Silvio Berlusconi, che in quanto proprietario della Mondadori è anche l’editore dei due “Meridiani” dedicati alla sua opera, per fargli un dispetto simile a quello che Bompiani fece a Pasolini, decidesse di mandare quei due volumoni al macero.
(gat)
 
 

Trentino, 10.7.2008
«Requiem per Chris» con Rava e Rubini firmato da Camilleri

Pergine. Presentato la prima volta nel novembre del 2007 al Palermo Teatro Festival, «Requiem per Chris» approda questa sera a Pergine Spettacolo Aperto, per aprire la sezione della rassegna denominata «La città che canta», nella quale domani e dopodomani viene allestita anche una rappresentazione della Traviata con la regia di Alessio Pizzech. «Requeim per Chris» vede in scena un’accoppiata molto interessante, con l’attore e regista Sergio Rubini e il musicista Enrico Rava, nell’interpretazione di un soggetto di Andrea Camilleri, «scritto per un film che non sarà mai realizzato». In un fitto scambio di battute tra parole e musica, Rubini e Rava narrano la storia di Chris Lambertine, personaggio fantastico nel quale si concentrano alcuni miti legati alle origini del jazz. È un viaggio che si dipana tra la Sicilia ai tempi del fascismo, in cui si attende lo scoppio della guerra al fianco della Germania, la New Orleans del jazz arcaico e quella della contemporaneità, devastata dall’uragano Katrina. Accanto a Rava si esibirà l’ottimo clarinettista Mauro Negri e il gruppo New Generation, che il nostro illustre trombettista già da qualche tempo propone alle platee di tutta Europa. Nella formazione spicca il nome di Giovanni Guidi, giovanissimo portento del pianoforte, lo scorso anno votato migliore nuovo talento nel referendum della rivista Musica Jazz. Completano l’organico il contrabbassista Stefano Senni e il batterista Joao Lobo. Rava, uno dei nostri musicisti più apprezzati a livello internazionale, trombettista lirico e di grande carattere, catalizzatore di progetti molto interessanti come «L’Opéra Va» e «Rava Carmen», ha collaborato con alcuni grandi nomi della storia del jazz, tra cui Steve Lacy, Gato Barbieri, Carla Bley, Archie Shepp, Richard Galliano. Le sue stesse parole ben sintetizzano il lavoro presentato a Pergine: «È una storia che mi vede protagonista alla ricerca di un materiale musicale mitico, leggendario, difficile da raggiungere. Ogni volta che mi sembra di potermene appropriare, succede qualcosa; l’ultima volta, quando proprio sembra che arrivi alla fonte, che arrivi ad averlo, l’uragano Katrina spazza via tutto. Lo spettacolo è basato molto sull’improvvisazione, sia da parte del gruppo musicale, che nell’interazione con Sergio Rubini». L’attore e regista di «Manuale d’amore» e «L’amore ritorna» descrive a sua volta la storia di Camilleri come «il tentativo di ricostruire la vita di un uomo attraverso pezzi di memoria. Un soggetto che mi ha molto appassionato e che mi ha dato l’opportunità di stare insieme a un personaggio incredibile come Rava». Lo spettacolo al Teatro Tenda di Pergine avrà inizio alle 21.30.
Giuseppe Segala
 
 

Adnkronos, 10.7.2008
Toscana: al via il Festival Lunatica

Massa Carrara - Si inaugurera' il prossimo 20 luglio la quattordicesima edizione di Lunatica Festival, manifestazione itinerante di musica, prosa e danza che, per vocazione e da sempre, si svolge in luoghi suggestivi e straordinari della Toscana: dall'entroterra al mare, dai piccoli borghi medievali alle cave di marmo, dalle piazze ai luoghi nascosti, ai castelli, alle ville, ai luoghi storici.
Sedici spettacoli per sedici serate tutte d'un fiato. Un programma ricco che portera' il pubblico a scoprire location inconsuete quanto incantevoli. Prime nazionali e spettacoli con protagonisti, tra gli altri: Paolo Rossi, Marco Paolini, Sergio Rubini, Roy Paci, Dario Vergassola, Enrico Rava, Maurizio Maggiani, Giuliano Scabia, Toni Garbini, Frank London e Boban Marcovic.
Fra gli appuntamenti di maggior prestigio: [...] "Requiem per Chris" su testo di Andrea Camilleri a Massa in Piazza Mercurio [...].
 
 

Il Giornale, 11.7.2008
Il personaggio
I versi letti in piazza Navona degradano la letteratura
Fa il paladino della giustizia e poi offende chiunque
Camilleri merita il Nobel ma dell’ipocrisia
Lo scrittore che si dissocia dalle volgarità dei comici nel suo intervento ha toccato il punto più basso della kermesse
Sostiene che è giusto prendere le distanze da Grillo e poi dice che oggi voterebbe per Di Pietro del quale il genovese è l'ideologo
Dà lezioni pure al Papa e non si capacita di come possa ricevere Berlusconi, colpevole di tutto, anche se viene sempre assolto

Mi chiedo per quale strana ragione quando io dovetti ascoltare il duo Grillo-Travaglio coadiuvati dall’ufficiale di collegamento Santoro insultare indifferentemente il professore e senatore Umberto Veronesi chiamato «affarista» e «Cancronesi», il presidente della Repubblica, giudicato inerme e addormentato, e quello del Consiglio chiamato psiconano e ridicolizzato per il suo aspetto fisico, e ancora ministri e parlamentari giudicati mafiosi davanti a una platea di quattro milioni di telespettatori ad Anno zero, il 1° maggio, nessuna anima bella si scandalizzò, non di me che avevo tentato disperatamente di frenarli (come sempre per i sacerdoti del politicamente corretto, sopra le righe), ma di loro che avevano fatto le prove generali della manifestazione dell’8 luglio che oggi vedo quasi da tutti esecrata.
Il giudizio più severo è certo quello del più coinvolto e del più vicino, l’innocente presentatore non moderatore Mattia Stella. Indignato dell’intervento della Guzzanti ha dichiarato: «Era come in preda a una stato di trance, pericoloso per sé e per gli altri. Quando è scesa dal palco sono andato a dirle quel che pensavo, da cristiano: che attaccare il Papa mi sembrava fuori luogo e offensivo per tutti quei cattolici che si sono sacrificati per questo Paese, che l’inferno non si augura a nessuno. E lei: “Che c’entra, io non credo all’inferno, e poi tu chi sei?”. Contro la Carfagna, poi, un moralismo da quattro soldi. Che vergogna. Per una volta ha ragione Berlusconi: monnezza». Un bel risultato per una manifestazione contro Berlusconi: non aver convinto neanche il «conduttore» scelto da Pancho Pardi.
Ovunque si sono lette le imbarazzate dichiarazioni degli organizzatori, lo sconforto di Furio Colombo, l’irritazione diffusa, soprattutto a sinistra per Grillo e la Guzzanti. All’indomani della mia difficile, e non complice partecipazione ad Anno zero, un comunista intelligente e illuminato come Luciano Canfora mi comunicò la sua indignazione parlandomi di «squadrismo».
Tornando in piazza ad attaccare assenti, dal presidente della Repubblica al Papa con insulti innominabili, i picchiatori sono riusciti a scandalizzare anche i loro sostenitori. Così oggi si dissocia anche Andrea Camilleri, che pure ha partecipato attivamente alla manifestazione con le sue poesiole incivili. Non è stato, in verità né più persuasivo né più corretto di Grillo e della Guzzanti coll’aggravante di avere dissacrato, oltre che gli avversari, anche la letteratura. Oggi critica aspramente la Guzzanti e ritiene sbagliata l’aggressione alla Carfagna, quanto a Grillo afferma con perfetta lucidità: «Sono sempre stato critico con Grillo e a maggior ragione lo sono ora. La sua è un’azione negativa. È qualunquismo. Io non sono per l’antipolitica: sono per la buona politica. È opportuno mantenere posizioni distanti da quelle di Grillo». Non di meno oggi voterebbe Di Pietro di cui Grillo è l’ideologo. Nella prima delle sue pretese poesie colpiscono il «fugace pretesto», il «delirio particolare», l’«ossessione devastante» riferite «ai monomaniaci» ma poi si dice: «Le sue parole scatenanti sono giustizia e giudici». Dal plurale si passa al singolare per l’«ossessione devastante» (in Camilleri) di Berlusconi. Così si devasta anche la grammatica, e si scrivono banalità come «il sorriso gli si muta in un ghigno». Inutile dire che, nella patetica conclusione appare insensato il riferimento a Cesare Lombroso. Come si sa Lombroso si occupava di folli e di folli criminali, non di furbi. L’obiettivo di Camilleri sembra essere quello di offendere comunque.
Nella seconda poesiola si continua colla grammatica traballante: si parla di uno, sempre Berlusconi, aggiungendo, ad abundantiam «solo per lui», e si dice «li iscrissero nel registro degli indagati». Poco chiaro anche cosa significhi mandare i Pm «in proscrizione».
Nella terza si accostano gli scheletri dentro l’armadio alla cripta dei Cappuccini. Camilleri confonde la cripta dei Cappuccini di Palermo con quella di Roma, infatti a Palermo non vi sono semplici scheletri ma corpi semi imbalsamati e vestiti.
Nella quarta, Camilleri dà lezione al Papa. Non si capacita che Ratzinger riceva il presidente del Consiglio italiano, confidando che egli giudichi gli uomini non con il Vangelo ma con il codice penale e assumendo la posizione dell’accusa. Ovviamente assoluzioni e prescrizioni, stabilite dai giudici, per Camilleri come per Travaglio sono condanne. E il suo Papa ideale, sotto la maschera non ha «una tavola di Lombroso», ma la faccia di Di Pietro.
Così immedesimato nel suo Papa ideale, Camilleri, pur ammirando Pasolini, che cattolicissimo morì dopo un incontro a pagamento, tocca il punto più basso con: «Non importa che abbia avuto due mogli e che le sgualdrinelle confortino le sue notti». Berlusconi è sempre colpevole, e i divorziati per monsignor Camilleri non possono neanche guardare il Papa che non dovrebbe ricevere Sarkozy ma che ha ricevuto, senza turbare Camilleri, Fidel Castro.
Infine Camilleri dimenticando lo «sgualdrinello» Pelosi, nella quinta poesiola, dice Pasolini «grandissimo». E, citandone i versi, nella imperfetta convinzione di stare dalla parte del bene, mentre Berlusconi e Maroni rappresentano il male, non si accorge di riferirli a se stesso: «Sei così ipocrita che quando l’ipocrisia ti avrà ucciso sarai all’inferno ma ti dirai in paradiso». Povero Camilleri. Pentito (di Grillo, della Guzzanti, di Travaglio) ma non di se stesso e delle ingiurie indirizzate non a Berlusconi, ma alla letteratura.
Vittorio Sgarbi
 
 

L'Opinione, 11.7.2008
Il “pentito” Camilleri

Prendi il caso del “pentito” Andrea Camilleri. Che è stato a piazza Navona, è salito sul palco dei comici e dei professionisti dell’indignazione, ha letto le sue poesie contro Silvio Berlusconi iniziando da quella che inizia con la conciliante rima “ha più scheletri nell’armadio lui / che la cripta dei cappuccini di Palermo ...”, ha comunicato che vota per Di Pietro. Ed il giorno dopo si è dissociato da Sabina Guzzanti e Beppe Grillo spiegando che al momento degli interventi dei due comici era uscito dalla piazza e camminava per le strade di Roma. Ed assicurando che se si fosse trovato sul palco avrebbe chiesto scusa. Dal raffinato scrittore siciliano ci si sarebbe aspettato un “pentimento” con una spiegazione un po’ più convincente. Invece, nulla di tutto questo. Solo l’adattamento alle circostanze della tipica scusa dei “picciotti” mafiosi. Quel “nulla vidi, nulla sentii, non c’ero e se c’ero dormivo” che, nella circostanza, è diventato “nulla vidi, nulla sentii, non c’ero e se c’ero camminavo”. Pensa quanto si sarebbe incazzato il commissario Montalbano!
Orso Di Pietra
 
 

Gazzetta del Sud, 11.7.2008
Da Mondadori i "Racconti quotidiani"
Le "variazioni" di Camilleri

Pubblicato nel 2001 dalla Libreria dell'Orso, questo booklet si inscrive in una stagione della vicenda camilleriana che può essere compresa nello spirito di quegli «esercizi di variazione» che vanno dalle "Favole del tramonto" alle "Inchieste del commissario Collura", passando per "Gocce di Sicilia" e appunto "Racconti quotidiani" (Mondadori, pp. 103, euro 9). Si tratta di un campione della vasta interventistica che negli ultimi anni dello scorso decennio impegnò con slancio Camilleri sui generi più diversi, [...]
Gianni Bonina
 
 

La Repubblica, 11.7.2008
Un manuale in sette volumi uscirà per il nuovo anno scolastico
La letteratura diventa europea
Curata da Roberto Antonelli e Maria Serena Spegno, l’opera propone una biblioteca comune nella quale tutti i lettori possano identificarsi oltre le nazionalità

[…]
L' altro fondamentale criterio con cui L' Europa degli scrittori restituisce lo svolgimento della letteratura italiana è mutuato da Carlo Dionisotti, autore del celebre Geografia e storia della letteratura italiana. «È il criterio policentrico», spiegano gli autori, «per il quale ciascun testo è collocato nel proprio ambiente effettivo di produzione e fruizione, sottratto dunque all' omologazione suggerita dalle ricostruzioni postunitarie. Senza però trascurare il ruolo unitario che nell' Italia politicamente divisa fu svolto proprio dalla letteratura». Un criterio che regge fino al secondo Novecento, applicato alla linea lombarda di Gadda ed Arbasino, al Veneto di Meneghello e Zanzotto, alla Sicilia di Sciascia, Consolo e Camilleri.
[…]
Simonetta Fiori
 
 

Il Gazzettino, 11.7.2008

Dopo "Maruzza Musumeci", la donna sirena, arriva il secondo libro della trilogia dedicata al fantastico di Andrea Camilleri. Questa volta l'inventore del commissario Montalbano racconta la vita di Minica, sfortunata moglie di Nino Zarcuto, che lavora in un casello. É una favola amara, di una metamorfosi incompiuta, in un'epoca di ingiustizie quotidiane perpetrate dal fascismo. Minica rimane finalmente incinta, ma un giorno viene violentata e perde il bambino, oltre alla memoria e anche la ragione: vuole infatti diventare un albero, essere piantata e generare, e il suo stesso corpo comincia a trasformarsi: «i capelli in fronde leggere, le braccia verso il cielo come flessibili rami; il corpo si ricopre di corteccia; i piedi in radici».. Nino arriverà alla verità e alla vendetta, «ma non riacquisterà la pace». Intanto arrivano gli americani...
 
 

Arezzo Notizie, 11.7.2008
Il Giardino Profondo: Enrico Rava e Sergio Rubini in ”Requiem per Chris”

Dopo l’inaugurazione della seconda edizione de Il Giardino Profondo con la straordinaria mostra "Marco Bellocchio. Quadri. Il pittore, il cineasta", che resterà allestita a Palazzo Chianini Vincenzi fino al 10 agosto (ingresso gratuito), il festival, organizzato dall’Ente Filarmonico Italiano in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo e diretto da Giulia Ambrosio, entra nel vivo con un progetto particolare e raffinato come il "Requiem per Chris" dove l’attore e regista Sergio Rubini e il jazzista Enrico Rava, una delle trombe più famose della musica internazionale, portano in scena un soggetto inedito di Andrea Camilleri.
Sabato 12 luglio, alle ore 21.30, all’Anfiteatro romano Rubini e Rava raccontano uno strano viaggio nello spazio e nel tempo, dove la Sicilia fascista che attende l’imminente disastro della guerra a fianco della Germania, s’intreccia con frammenti di storia del jazz delle origini di New Orleans, per poi ritornare a viaggiare tra Palermo e Roma e concludersi su un tetto della città americana martoriata dall’uragano Katrina. Filo rosso, la tromba di Enrico Rava e la sua ossessione per quella più misteriosa di Chris Lambertine, leggendario musicista morto suicida nel 1917. “Camilleri è un grande appassionato di jazz - racconta Rava - e in questo personaggio si può rintracciare qualcosa di Nick La Rocca, musicista di New Orleans ma di origini siciliane che lo scrittore considera una vera leggenda”.
Enrico Rava e Sergio Rubini: un musicista creativo ed emozionante e un attore che si è saputo imporre alla critica per il suo valore anche di sceneggiatore e di regista. Per il primo “vanno suonate solo le note necessarie. Le altre no”, per il secondo “il mestiere dell’attore non esiste, è astratto, si concretizza nel momento in cui viene messo a confronto con il pubblico”.
Due anime, due artisti che si confrontano su un testo mai pubblicato di Andrea Camilleri, su un soggetto cinematografico, su un film, che però non verrà mai realizzato. Con "Requiem per Chris" Camilleri ha dipinto con flash-back e salti da un capo all’altro del mondo, un viaggio affascinante alla ricerca delle origini del leggendario musicista.
“Un rompicapo noir, un trattamento, che nel cinema è un passaggio intermedio tra il soggetto e la sceneggiatura – afferma Sergio Rubini - racconteremo il film mancato scena per scena, senza i dialoghi, catapultando il pubblico dentro la storia”.
Insieme a Rava e Rubini, la Enrico Rava New Generation feat. Mauro Negri (sax contralto e clarinetto); Giovanni Guidi al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso, Joao Lobo alla batteria.
Sabato 12 Luglio ore 21.30 - Anfiteatro romano
Enrico Rava New Generation feat. Mauro Negri
Sergio Rubini, voce recitante
“Requiem per Chris”, da un soggetto inedito di Andrea Camilleri

 
 

l’Unità (ed. di Firenze), 11.7.2008
Rubini alla ricerca del jazzista perduto
L'attore domani ad Arezzo dà vita con Enrico Rava ad un testo inedito di Andrea Camilleri

«Quando accetti un invito a cena non ti preoccupi di come sarà l'arredamento della casa: se dico di sì ad un progetto, è perché mi fido di chi me lo propone, il resto non mi interessa». E fu così che Sergio Rubini, tra i nomi di spicco del cinema italiano, attore, sceneggiatore e regista, accettò di «diventare uno strumento musicale» e far parte di una jam session in Requiem per Chris, il lavoro a metà tra prosa e musica scritto da Andrea Camilleri per Enrico Rava (e la sua tromba). Requiem è l'atteso appuntamento che domani farà entrare nel vivo «Il giardino profondo», piccola e raffinata rassegna organizzata dall'Ente Filarmonico Italiano con il Comune di Arezzo (ci saranno anche Ludovico Einaudi il 15 luglio e i Salzburg Chamber Soloists il 4 agosto) all'Anfiteatro Romano). «Stimo Camilleri dai tempi in cui ero suo allievo all'Accademia e mi ha fatto piacere lavorare con lui - continua Rubini -. Ma non nego che abbia giocato anche la curiosità di conoscere Enrico Rava». Soli sul palco insieme ai musicisti del grande trombettista, Rubini e Rava si passeranno il testimone in un viaggio che parte dalla Sicilia fascista per arrivare ai giorni nostri, fendendo lo spazio ed anche il tempo, alla ricerca di una leggenda della musica jazz: Chris Lambertine. «In questo testo, ancora inedito, scritto da Camilleri per Rava è presente la vocazione giallistica dell'autore - ci spiega ancora Rubini -. Il protagonista gira mezzo mondo alla ricerca dei dischi incisi da Lambertine e finisce in uno scenario apocalittico, quello della New Orleans distrutta da Katrina dove avverrà l'incontro decisivo». Assente dalle scene da quasi 15 anni - «ricordo un Festival di Spoleto con Margherita Buy, sarà stato il ‘94» - Rubini si è rimesso in gioco «perché dà forza rischiare con il pubblico lì davanti, senza gli artifici del cinema. E poi, ogni chiamata di Camilleri per me è un ordine!». Lo spettacolo, che ha debuttato con successo a Palermo lo scorso novembre ma non ha praticamente mai girato (sarà a Massa il 24 luglio), ha un andamento molto cinematografico (Camilleri lo aveva pensato come sceneggiatura per il grande schermo, ispirandosi alla figura di Nick La Rocca) e cattura il pubblico con le sue atmosfere senza luogo e senza tempo. Info 0575/401243, Anfiteatro Romano, domani ore 21.30 20/10 euro.
Valentina Grazzini
 
 

La Repubblica (ed. di Firenze), 12.7.2008
Rava: 'Il noir del maestro che doveva essere un film'
Anfiteatro romano, Arezzo Oggi ore 21,30, 20 e 10 euro; info 0575/401243 o www.entefilarmonicoitaliano.it

In questa sua lunga estate toscana Enrico Rava oggi ad Arezzo, col suo ottimo quartetto New Generation, ospiti le ance di Mauro Negri e la voce recitante di Sergio Rubini, scarta dal solco del concerto per un detour fra letteratura, teatro e jazz. Gli era già accaduto con l'omaggio a Charlie Parker su testo di Julio Cortàzar. Ma “Requiem per Chris”, nato dalla fertilissima, coltissima fantasia di Andrea Camilleri, ha qualcosa di speciale. «La storia - racconta Rava - comincia quattro anni fa, quando un gruppo che lavora con Carlo Cresto-Dina (produttore, fondatore e responsabile della sezione documentari della Fandango, ndr) voleva fare documentario su di me. Ne era uscito uno da poco e così suggerii una fiction noir. Bisognava scriverla, e visto che doveva essere un noir pensai a Camilleri, di cui però davvero non immaginavo la passione per il jazz. E il maestro mi ha stupito un'altra volta: a casa sua scoprii che ha invece un grande, competente amore per il jazz, possiede un sacco di dischi, anche moderni tipo Archie Shepp e Gil Evans, ed è amico di Aldo Finesio, suo vicino di ufficio alla Rai, e produttore con la sua storica etichetta Horo». Anche fra jazz e cinema noir la liason è forte e antica, quasi fisiologica: decine di colonne sonore d' autore, come il Miles Davis di “Ascensore per il patibolo” di Malle, e omaggi di stelle del jazz a quelle atmosfere, ad esempio Charlie Haden, ne sono la prova, per non parlare di quanto il jazz sia nel cuore di tanti scrittori noir, da Hachette a Ellroy. «La storia affonda nelle origini del jazz, il cui primo disco risale al 1917 con la bianca Original Dixieland Jazz Band guidata dal cornettista Nick La Rocca, siciliano di prima generazione di cui si diceva fosse addirittura nato sull'isola. E siccome Camilleri è siciliano fin oltre il midollo, fa partire la storia dal flashback di un concerto semiclandestino di La Rocca in visita ai parenti nella Sicilia fascista. Anni dopo entro in scena io a la recherche d'un musicista mitico, il cui nome nel copione è Chris Lambertine, di cui si conosce solo un'incisione che ha mi folgorato. Lambertine l'ha realizzata con La Rocca, ma la Victor rifà il disco senza di lui perché era così avanti che pensavano risultasse ostico al pubblico. Il disco arriva avventurosamente nelle mani di un barone siciliano e poi a New Orleans dove vado a cercarlo. È appena passato l'uragano Katrina, il disco è perduto, e io mi ritrovo a suonare un blues sul tetto d'una casa sommersa. Farne un film avrebbe avuto costi hollywoodiani. Pensammo anche a un'animazione con Altan, che aveva già realizzato un fumetto allegato al mio disco Rava Noir, ma poi ha vinto Camilleri. A qualcuno venne in mente una versione con un attore che leggesse, e così è andata: la prima volta fu a Parma con Baliani, poi c' è stato Cederna e, con quella di stasera, due volte Rubini. La musica è mia, non c'è nulla di archeologico, ci muoviamo fra obbligati e improvvisazioni su canovacci. Mi diverte farlo ogni tanto, il pubblico apprezza molto, ma i tempi precisi del teatro contraddicono la mia natura jazz, non è un lavoro che potrei affrontare regolarmente».
Paolo Russo
 
 

AgrigentoNotizie.it, 12.7.2008
Con Montalbano arriva in Polonia la cucina agrigentina

Il commissario Montalbano, nato dalla fantasia dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri, è ormai a tutti gli effetti ambasciatore della cucina agrigentina... pardon, montelusana. La cucina siciliana è approdata anche in Polonia, a Cracovia, con la manifestazione "A tavola con il commissario Montalbano-cultura e gastronomia nei luoghi dei romanzi di Camilleri”, organizzata dall'associazione Arte e Musica di Agrigento, per conto della Presidenza della Regione Siciliana.
I piatti sono stati elaborati dagli chef Salvatore Avenia e Salvatore Presti, diretti da Vittorio Collura. L'attore agrigentino Francesco Naccari di volta in volta ha recitato il testo di riferimento degli scritti di Andrea Camilleri. La serata è stata condotta dal giornalista Giuseppe Moscato.
Parole di apprezzamento per l'iniziativa sono arrivate dal console onorario Anna Boczar Trzeciak, ospite della serata insieme a diversi giornalisti ed operatori culturali polacchi.
Vanessa Castronovo
 
 

Il legno storto, 13.7.2008
La banda dei sedicenti onesti

Quello che è andato in scena l’8 Luglio a piazza Navona è stato uno psicodramma collettivo e al tempo stesso il serio tentativo di dare una spallata alla sempre più evanescente leadership di Veltroni sul Partito Democratico e dello stesso PD su quel poco che resta della sinistra italiana.
[…]
Sul palco dove ciascuno era sollecitato a raccontare le proprie ossessioni, confessare i propri fantasmi, svelare i propri complessi, in una sorta di seduta psicoanalitica plenaria, c’è stato posto per tutti: dall’insopportabile narcisismo di Travaglio, all’ammiccante e ostentata zoticaggine Dipietresca, dalla presuntuosa vacuità di Flores alla tronfia aterosclerosi di Camilleri e alla furba demagogia di un grillo in versione Costa Smeralda.
[…]
Fabio Raja
 
 

La Stampa, 15.7.2008
Papà e mamma del poliziesco d’oggi
Andrea Camilleri
 
 

Panorama, 15.7.2008
Storia e memoria del personal computer

[…]
Salvo Montalbano e la sua Vigata devono invece molto a mouse e tastiera: “Utilizzo due computer” confessa Andrea Camilleri “che per me sono solo delle macchine per scrivere ipertecnicistiche”. Il motivo è presto detto: “Mi consentono di accelerare i tempi e soprattutto mi hanno liberato dalla fissazione di riscrivere intere pagine per singoli errori. Ma ho dovuto domarle come un cavallo imbizzarrito: questa rapidità di scrittura mi prendeva la mano e producevo storie in continuazione”.
[…]
Filippo Maria Battaglia
 
 

Il Giornale dello Spettacolo, 15.7.2008
Convention Fox a Lipari: il listino 2008-2009

“Il futuro della Twentieth Century Fox in Italia? Metterei la firma perché proseguisse come gli ultimi tre anni: dal 4% siamo saliti al 10-11% di quota di mercato”. E’ entusiasta Osvaldo De Santis, amministratore delegato della major, che anche quest’anno ha scelto l’isola di Lipari per presentare i titoli in uscita per la stagione 2008-2009.
[…]
E gli italiani? “Stiamo lavorando perché ci sia una presenza italiana - risponde De Santis - Il produttore Enzo Gallo sta realizzando un film da un libro di Camilleri e c’è in piedi una co-produzione con la Germania con un grosso attore italiano nel cast. Entrambi i prodotti arriveranno in sala nel 2009”.
Daniela Giammusso
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 16.7.2008
Camilleri ambasciatore. Cracovia conquistata dai piatti di Montalbano

Il commissario Salvo Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri, è diventato ormai uno dei più importanti veicoli di promozione della Sicilia, della sua cultura, del suo mare, della sua archeologia e, perché no, anche della sua gastronomia. Ne è prova il successo che ha riscontrato la manifestazione: "A tavola con il Commissario Montalbano - Cultura e gastronomia nei luoghi dei romanzi di Andrea Camilleri" che si è tenuta a Cracovia organizzata dall'associazione Arte e musica di Agrigento, per conto della Presidenza della Regione Siciliana,. «I motivi della scelta della città di Cracovia dove presentare il nostro progetto - ha detto il responsabile Peppe Matina - sono molteplici, con in primo piano l'amore del popolo polacco per l' Italia e la Sicilia in particolare. Un grande feeling intercorre tra Cracovia ed Agrigento, un legame scaturito anche dall'amore per Papa Giovanni Paolo II, già vescovo di Cracovia». La prestigiosa Università della cittadina polacca offre un corso di laurea in lingua e cultura italiana, un terreno fertile, dunque, dove promuovere la Sicilia facendo leva su uno scrittore conosciutissimo qual è Andrea Camilleri. L'attore agrigentino Francesco Naccari ha recitato per l'occasione il testo di riferimento ai singoli piatti proposti durante la serata negli scritti di Camilleri.
 
 

La Stampa, 17.7.2008
Il commissario su Internet
 
Ma a Vigàta nei siti si va a passeggio
Andrea Camilleri
 
 
I fan possono giocare con storie e finali o assistere alle riprese. Il produttore Degli Esposti: “Così accorciamo l'attesa per i nuovi episodi in onda a primavera”
www.Montalbano.sono

Roma. Vivere a Vigata, sulle tracce del commissario Montalbano, percorrendo gli itinerari delle sue avventure, discutendone con l’autore Andrea Camilleri in diretta da Porto Empedocle, giocando con trame e finali delle storie, assistendo alle riprese sul set e perfino mettendo bocca nella delicatissima fase del montaggio. Tutto nel tentativo di accorciare l’attesa del ritorno della serie previsto per la prossima primavera. Ma non solo. Il sito «www.montalbano.tv», realizzato dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con Pulsemedia, è attivo da due settimane e già conta un milione e 458 mila accessi, di cui l’80% italiani e il restante 20% suddiviso tra Svezia, Svizzera, Francia, Australia, Belgio, Germania, Brasile: «Il sogno è dare una casa comune a tutti gli appassionati, farli diventare parte dell’universo del commissario, non solo semplici fruitori di un prodotto finito». Da settembre i più preparati sul tema saranno premiati con bottiglie del nuovo vino «Montalbano Prestifilippo», proveniente dalla riserva del padre (defunto) dell’abile investigatore. L’ideale sarà gustarlo con una delle sue ricette preferite, quelle che, nelle prossime settimane, saranno messe a punto dai migliori ristoranti siciliani e trasferite sul sito.
Il forum conta già mille iscritti, le anticipazioni sulle storie saranno almeno un centinaio, tutte con il protagonista Luca Zingaretti impegnato a dialogare con i fan. Per chi avesse problemi di lingua, niente paura, il sito mette a disposizione un curatissimo dizionario dove si chiarisce che «addrumare» vuol dire accendersi una sigaretta, «babbiare» sta per scherzare, la «camurria» è una gran seccatura e il «firticchio» è una voglia improvvisa. Oltre a rivedere le puntate in archivio, i fan possono inviare videosaluti al cast, ma anche visitare i luoghi degli avvenimenti. Così si scopre che la famosa inquadratura degli esterni della Questura di Montelusa ritrae in realtà un angolo di piazza Italia, a Scicli, compreso tra i palazzi Penna e Mormino, che per la casa della prostituta Fatma ben Gallud, collocata nel quartiere arabo Rabàtu, nella “Forma dell’acqua”, il regista Sironi ha scelto come sfondo Portopalo di Capo Passero, piccola città di mare nell’estrema punta sud della Sicilia.
È anche possibile trascorrere un’intera giornata con il commissario, in giro nel ragusano, partendo dalla piccola spiaggia di punta Secca, teatro delle celebri nuotate mattutine, mangiando un boccone nella Trattoria da Calogero (che poi sarebbe «La Rusticana» a Ragusa Ibla), passeggiando davanti alla monumentale cattedrale di San Giorgio, andando a trovare il boss Balduccio Sinagra, residente presso il castello di Donnafugata fresco di restauro. Qui, in una ripresa fuori dal set, si può ascoltare Zingaretti che, indossando un piumino, ricorda che dall’inizio della lavorazione il sole si è fatto vedere una sola volta. Così il mistero di una delle fiction più amate della storia della televisione italiana si apre come un ventaglio davanti agli occhi degli appassionati, realtà e finzione si intrecciano in rete, il commissario è vivo o quasi, e gli spettatori, dice il produttore Carlo Degli Esposti, diventano «come uccellini che cinguettano appollaiati sui fili del telefono». Non più pubblico passivamente affascinato, ma parte integrante del panorama Montalbano.
Fulvia Caparra
 
 

Corriere della sera Magazine, 17.7.2008
Edicola del Corriere / I corti di carta
Andrea Camilleri. “Se il romanzo mi prene la mano, taglio. E lo castigo”
Ogni storia cerca di scriversi da sé, soprattutto se si lavora al computer.
Così il padre di Montalbano si affida al proprio ritmo interiore.
Come è accaduto con il racconto scritto per il Corriere. In siciliano
”La mia misura ideale è quella dei libri di Montalbano, pari a un Maigret e mezzo”

Andrea Camilleri è un uomo che tra­smette serenità. Il suo modo di parlare pacato, composto, aristocraticamente lento, a tratti lasciato so­speso per l'accensione di una sigaretta o per un colpo di tosse, ha un ritmo che non appartiene a questi tempi. Ma piuttosto a un mondo parallelo; un mondo tran­quillo e ordinato - pur sempre venato da una sottile, divertita ironia - dove si ha l'impressione che ogni parola, ogni verbo, persino ogni pausa non potrebbero stare che lì, dove si trovano; un mondo dove ogni frase ha quella leggerezza che illu­mina anche i concetti più bui e comples­si. Proprio come accade leggendo i suoi li­bri, scritti con un linguaggio che ha il re­spiro lungo, profondo e mai affannato di chi sa che cosa raccontare e soprattut­to come raccontarlo. Di chi scrive senza ansie perché quando si siede al computer ha già perfettamente in testa quanto spa­zio occuperà la sua storia, se avrà l'am­piezza di un romanzo o la stringatezza di un racconto. «Ciò che mi muove è una sorta di ritmo interiore», spiega il creatore del commissario Montalbano. «Quando mi viene un'idea, non prendo appunti, ma comincio a elaborarla mentalmente, a masticarla fino a capire, o meglio a "sen­tire", quale sarà la forma nella quale verrà scritta. Immagino passo dopo passo la storia che dovrò raccontare, il suo anda­mento, le accelerazioni e i rallentamenti che la caratterizzeranno. Come se fossi un architetto e dovessi progettare una casa, misurando gli spazi con precisione, ana­lizzando i vuoti e i pieni. A quel punto se capisco che lo sviluppo della vicenda non potrà andare oltre a una certa lunghezza, mi adeguo a quella misura; se invece in­tuisco che la stessa vicenda potrà avere svi­luppi più ampi, allora cerco di darle più spazio, un respiro adeguato alla sua ne­cessità. È insomma l'idea stessa a gui­darmi, a suggerirmi la misura giusta. E finché non ho questa struttura in testa non posso cominciare. È sempre stato così. Detto questo, confesso che mi trovo a disagio con i racconti molto brevi, quel­li di sei sette pagine dattiloscritte, e mol­to meglio con quelli di una ventina, co­me “La tripla vita di Michele Sparacino».
Si riferisce Andrea Camilleri, al "Corto di carta" scritto per la collana del Corriere del­la Sera che raccoglie le novelle inedite dei più amati narratori italiani: la storia, scritta interamente nella "sua" lin­gua - «quel siciliano che non è propria­mente siciliano, tant'è vero che i miei con­terranei mi rimproverano spesso di de­turpare il loro dialetto» - di un uomo qualunque, Michele Sparacino, perse­guitato fin dalla nascita da una falsa re­putazione messa in giro da un giornalista senza scrupoli. Una vita parallela (la seconda, dunque) nella quale gli attribui­scono fatti che non ha mai commesso e che continueranno a perseguitarlo fino a quando la morte non darà il via a una ter­za vita («ma si può ancora chiamare vita quello che accade a un uomo dopo che è morto?», si domanda Camilleri), quella cioè del riscatto finale, che solo il lettore, però, avrà il privilegio di conoscere. Un racconto degli equivoci, amaro e divertente, rubato a una ideale raccolta di sto­rie accadute a Vigata tra la fine dell'Ot­tocento e il Novecento «che sto scriven­do per mio divertimento personale e pri­vato, senza pensare ancora alla loro pub­blicazione».
Ma cosa succede se, nonostante la struttura, il racconto la spinge verso il romanzo?
«Può capitare. Ogni storia rischia di prenderti la mano e cerca di scriversi da sé. Per questo mi preparo così accurata­mente. Se ho lavorato bene, con scrupo­lo e rigore, allora riesco a tenerla imbri­gliata come voglio; se al contrario sono an­dato di fretta o sono rimasto in superficie, il racconto rischia di prendere una fisionomia tutta sua. A quel punto, visto che sono io a scrivere, cancello, così il racconto impara a fare di testa sua».
Quindi tagliare è un'operazione con­templata...
«Certamente. E non mi crea né dolore né traumi. Succede più nei romanzi che nei racconti, perché questi ultimi nascono già con una loro stringatezza. Però se ca­pita che un romanzo con Montalbano - ­che per me deve essere di 180 pagine mie, non una riga di più non una di me­no - una volta finito ne conta 185 vuole dire che ho sbagliato io, che ho inserito delle parti che non ci devono andare. Così torno indietro alla prima pagina e in­dividuo dove mi sono dilungato senza motivo, dove ho scritto cose superflue, e taglio, taglio, taglio fino ad arrivare alla lunghezza giusta. Il romanzo mi ha pre­so la mano e io lo castigo. Perché se il mio piano è di costruire una casa di 100 me­tri quadri non vedo perché alla fine deb­ba risultare di 105».
Però è opinione diffusa che la scrittura generi scrittura...
«Vero. Ma per me è un rischio, una cosa da controllare sempre con estrema attenzio­ne. Soprattutto da quando - e sono ormai dieci anni - lavoro al computer, che tende a scrivere per i fatti suoi. Lo ripeto: la mia misura ideale è quella del romanzo breve, come lo sono quelli con Montalbano, più o meno pari a un romanzo e mezzo di Maigret. Se vado più in là comincio ad af­fannare come i maratoneti quando perdo­no colpi. E questo è grave per me, che quando scrivo amo sentirmi leggero».
Di quella leggerezza che incanta il let­tore.
Lorenzo Viganò
 
 

Sky Tg24, 7.2008
Speciale. Parla Camilleri
Andrea Camilleri, una vita per la letteratura
Conduce Paola Saluzzi. In studio Andrea Camilleri. In collegamento Salvatore Carruba, critico letterario del Sole 24Ore.

[…]
Carruba consiglia a Camilleri il libro dell’ex giudice Ayala. Risposta di Camilleri: “Già letto”.
[…]
Camilleri: “Ho consegnato 5 mesi fa a Sellerio un nuovo romanzo di Montalbano, “L’età del dubbio”, in cui il commissario consiglia a una ragazza di leggere “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. E l’ho scritto in tempi non sospetti”.
[…]
Camilleri consiglia agli ospedali di incoraggiare il costume di “dimenticare” i libri in corsia, onde diffonderne la lettura.
[…]
(Trasmissione vista in replica il 19.8.2008, NdCFC)
 
 

BooksBlog.it, 18.7.2008
Giallo, il colore dell'estate. Andrea Camilleri su Sky Tg 24.

Dopo averla attesa per nove mesi, l’estate è arrivata. E con essa il tempo di riprendere in mano i libri che erano stati accantonati durante l’inverno con la promessa di riaprirli distesi sotto l’ombrellone. O, perché no, anche al fresco degli alberi di una pineta, in cima a una montagna dopo averla scalata, o ancora nel parco cittadino o in casa sprofondati su una poltrona. Ovunque purché si legga.
Gli esperti consigliano di dedicare il periodo delle ferie a rispolverare i grandi classici e si tratta di un ottimo consiglio, ma, chissà perché, il primato assoluto sotto l’ombrellone, lo detiene il genere giallo. Viene da chiedersi quale sia la natura del legame tra letteratura del mistero e stagione calda. Le pagine dei quotidiani si riempiono di omicidi e scomparse irrisolte e nelle edicole aumentano le copertine gialle su cui campeggia sovrana la firma di Agatha Christie.
Non è un caso quindi che Andrea Camilleri, massimo giallista nostrano, appaia in questi giorni più del solito su televisione e giornali. Riporto, di seguito, uno stralcio dell’intervista all’autore andata in onda su Sky Tg 24.
Ovviamente gran parte dell’attenzione è stata dedicata al commissario Montalbano e a questo proposito lo scrittore ha dichiarato di avere già terminato l’ultimo capitolo della saga, che giace in una cassaforte della Sellerio.
“L’ho consegnato alla casa editrice quattro anni fa e quando non mi divertirò più, o mi accorgerò di non essere più in grado di scrivere darò il mio ok per la pubblicazione della conclusione di Montalbano” Alla domanda cosa si può dire per convincere le persone a leggere, il maestro ha risposto che regala libri in continuazione e che nel prossimo romanzo in uscita il commissario Montalbano consiglia a una ragazza “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. “I libri si scelgono come gli amici –ha detto in chiusura– si annusano e si tengono sul comodino e ci accompagnano durante il sonno. Sono come l’aria che respiriamo.”
lara
 
 

Corriere della sera, 18.7.2008
In libreria
Triglie fritte con «cipuddra» Le ricette di Montalbano

«Mentre si sbafava un piatto di triglie fritte condite con aceto, cipuddra (cipolla) e origano continuò a pinsari al rapimento della picciridda». Quante volte, leggendo le digressioni gastronomiche che Andrea Camilleri «concede» al suo celebre commissario, il lettore rimane non solo con l' acquolina in bocca, ma pure con la curiosità di saperne di più. Con lo sfizio di assaggiare quel tal piatto, perfino di provare a cucinarlo. Ora un libretto curioso e gustoso colma questa lacuna: «Nìvuro di sìccia» (Trenta Ed. pp. 172, 14) ovvero «nero di seppia» raccoglie 150 ricette ispirate alle avventure del commissario di Camilleri. Ci sono i piatti che la «cammerera» Adelina lascia amorevolmente nel frigorifero di Montalbano; le specialità delle trattorie preferite, che il commissario si gusta rigorosamente da solo e in silenzio; le ricette cucinate per lui dagli amici (c' è anche l' unico piatto preparatogli dalla fidanzata Livia, il tortino di triglie e patate). Di ogni specialità si riportano ingredienti e consigli per la preparazione.
Severino Colombo
 
 

Corriere della sera, 18.7.2008
Riscoperte. La Camilleri iberica spiega l'antica avversione per il poliziesco. E ora consiglia la lettura di un grande dimenticato: Francisco García Pavón
Spagna, così l'impegno uccise il thriller
«Si preferivano storie d'opposizione alla dittatura. I gialli non scalfivano il potere di Franco»

[...]
Certo, vi è nelle pagine dei suoi libri un linguaggio castigliano spruzzato di termini e modi di dire della lingua popolare manchega, che qua e là si possono cogliere nella traduzione italiana così come i sicilianismi di Camilleri in spagnolo.
[...]
Alicia Giménez Bartlett
 
 

Messaggero Veneto, 18.7.2008
Vite da pittore, a Meduno letture tratte dal Vasari

Meduno. Con “Vite da pittore”, in programma oggi, alle 21, nel cortile di Palazzo Colossis, a Meduno, prosegue l’iniziativa “Biblioteche in cortile”, organizzata dal servizio bibliotecario convenzionato dello Spilimberghese. Protagonista della serata sarà l’attrice pordenonese Carla Manzon, impegnata nella lettura “sotto le stelle” di brani dall’indubbio fascino. Sono tratti da “Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri” del Vasari, da Michelangelo Buonarroti poeta, quindi le toccanti lettere di Van Gogh al fratello Theo, Caravaggio visto da Camilleri.
[...]
(c.s.)
 
 

Spigoli&Culture – Spigolature, 19.7.2008
Occhi composti, composizione di visuali
Andrea Camilleri, “Il gioco della mosca”, Edizioni Angolo Manzoni, Torino, 2008, pp. 109, € 14,00

Più di cinquanta sono i titoli disponibili nella Collana Corpo 16 “oltre che nella tradizionale versione cartacea: in file pdf per ipovedenti gravi (ingrandibile a video e stampabile fino al corpo 24 su carta formato A4, fino al corpo 32 su carta formato A3), in file audio per i non vedenti”, pertanto è un vero piacere ritrovare al numero 49 del catalogo, Il gioco della mosca del nostro amato Camilleri (è presente anche Il filo di fumo, n.14) in questo stupendo progetto di solidarietà sociale realizzato con il contributo finanziario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Se a qualche Lettore fosse sfuggita la pubblicazione nel 1995 de Il gioco della mosca, la sottoscritta ricandida la lettura di questa silloge di microstorie. Ognuna di esse porta un titolo che è tutto un programma di scoperta, in quanto Camilleri svela l'origine di alcuni modi di dire di un paese che ha visto fondersi esperienze di contadini e di marinai in espressioni, sintesi nel loro presentarsi lapidarie, ed in alcuni casi, oscure, di un modo di vivere. Testimonianze gergali, sciolte in parafrasi (ove sia possibile) da Camilleri che rende partecipe il Lettore di un lessico familiare allargato costruito dalla convivenza di generazioni e dal tramandarsi di esso, quale patrimonio collettivo. Eredità ricca e viva di un territorio nella quale lo scrittore Camilleri ha seminato la propria immaginazione, innaffiandola di sensibilità non comune nei confronti delle pochezze e delle altezze umane. Di queste continuando, con singolare maestrìa letteraria, a coltivarne le nuove varietà senza mai dimenticare -«Usata in tutta la provincia di Agrigento, l'espressione trovò forse applicazione perfetta un sabato sera del 1936» (p. 36)-  le peculiarità originarie (o ritenute tali).
«Molte, quasi tutte [le cose qui scritte] mi vennero raccontate da coloro che sono i veri autori di queste pagine, i membri della mia famiglia, paterni e materni», scrive Camilleri nell'Introduzione utile ad immettere il Lettore nel substrato di quel lessico familiare cui prima accennavo, le cui voci (elencate in ordine alfabetico dall'Autore) non corrono il rischio d'andare perdute fissate definitivamente nel dizionario delle espressioni de Il gioco della mosca.
Semmai un lessico familiare dal significato amplificato dalla portata letteraria di molte voci, come nel caso di CECE' «protagonista dell'omonimo atto unico di Pirandello» del quale Camilleri viene a sapere dalla zia Elisa «Lo [il lampadario] regalò al nonno Pepè Malato, che poi Pirandello in teatro fece diventare Cecè» (p. 34), oppure nel caso di A PINSIONI EVA  un breve e personalissimo contributo di Camilleri alla lettura del suo elegante romanzo La pensione Eva, una casa di tolleranza osservata con occhi infantili, adolescenziali ed adulti, o non ultimo, nel caso di I CORNA SU' PROGRESSU testo secondo cui « anche le corna nel novero di tutto ciò che ineluttabilmente porta l'uomo verso quelle “magnifiche sorti e progressive” che cantò Leopardi mutuandole da Terenzio Mamiani» (p. 57)
E' l'atteggiarsi dei compaesani nell'affrontare situazioni particolari a riempire di significato voci verbali de e frasi segmentate, ed è la scrittura semplice e unica di Camilleri a restituire ad esse il contesto. Prese una ad una, le parole e le frasi proposte da Camilleri ne Il gioco della mosca dimostrano la loro disponibilità attuale malgrado l'attualità d'origine di esse si stia perdendo (ed è in ciò il grande valore del recupero attuato da Camilleri con questo testo). In effetti, si tratta di frasi fuori situazione che continuerebbero a risultare enigmatiche per qualsiasi Lettore, poiché visioni parziali, pezzi autonomi di un puzzle, se non venissero raccordate dal desiderio personale dell'Autore di identificarle e chiarirle, unificarle -MUZZIATA «spiega il Mortillaro nel suo “Dizionario” (l'unico a registrare la voce fra i quattro dizionari siciliani in mio possesso e finisce che non spiega un bel niente. Provo a formulare una mia definizione», (p. 70)- in un incastro che una volta terminato manifesta l'intero disegno finalizzato alla comprensione di un popolo, di una terra, la Sicilia. Da parte del siciliano Camilleri, di se stesso e, da parte nostra, dell'intera produzione letteraria del Nostro (e di altri autori d'origine siciliana).
Una composizione di visuali, pertanto, può definirsi Il gioco della mosca se paragoniamo la struttura dell'occhio dell'insetto mosca alla struttura di questo testo: tanti miniracconti, tante visioni parziali, ovvero altrettanti ommatidi (si tratta dei singoli “occhi” che costituiscono l'occhio di insetti e crostacei) che contribuiscono alla capacità visiva finale (U IOCO DA MUSCA , un gioco, per così dire, di visione interiore, di meditazione, è descritto a pag. 100).
A proposito, in tema di visus.
I volumi della Collana Corpo 16 proposti da Edizioni Angolo Manzoni attraverso il formato dei caratteri di stampa, l'ampia interlinea, la grandezza della pagina ed i margini che contengono il testo, il colore e la qualità della carta, il tipo di legatura e  di copertina, agevolano la lettura a coloro i quali, a causa di difficoltà visive, il piacere e il diritto di leggere sembrerebbero ostacolati dalla consuetudine. E' stata relegata ai libri per l'infanzia, infatti, la scelta editoriale di caratteri a grandezza tale da poter essere decifrati e letti facilmente. Eppure la pigrizia oculare adulta che a volte funge da alibi alla scarsa volontà di applicazione sulle pagine d'un libro (sempre più esiguo pare il parco-lettori) può essere, purtroppo, effettivamente dovuta a fattori estranei al potenziale, in termini di propensione o meno alla lettura, del lettore.
A difesa di un diritto, quello di poter sviluppare pienamente la propria personalità, sancito anche dai fondamentali principi alla base della nostra Costituzione (come sottolinea la Nota dell'Editore che apre il volume riportandone Art. 2 e Art. 3)  Edizioni Angolo Manzoni garantisce il proprio contributo al diritto di formazione ed informazione scavalcando intelligentemente alcuni ostacoli.
Ovviamente, la lettura facilitata de Il gioco della mosca in questa edizione, è consigliabile a tutti: è apprezzata già  da molti, anziani e non, ipovedenti e non, i quali stanno riscoprendo il piacere dell'approccio al libro e, di conseguenza, si augurano che a tali iniziative editoriali venga offerta l'opportunità di ampliarsi vedendo diversificati argomenti e cataloghi.
Antonella Chinaglia
 
 

Il Sole 24 Ore, 20.7.2008
Andrea Camilleri spiega come ha inventato il personaggio più noto del giallo italiano.
E riconosce i suoi debiti verso Sciascia e Calvino
Montalbano, la mia scommessa
"Doveva essere pacato, intelligente, buon lettore, restìo a inutili eroismi. Uno che si poteva invitare a cena a casa nostra"
Andrea Camilleri
 
 
Tra realtà e finzione
Guerra in famiglia
Andrea Camilleri. «Il commissario Montalbano. Le prime indagini», Sellerio, Palermo, pagg. 600. € 18,00.

Da qualche tempo Montalbano morde il freno. Vorrebbe avere più libertà e maggiore autonomia. Camilleri gli sta addosso, con tutte le sue fisime di padre geloso delle proprie prerogative. La pensa così MontaIbano. E qualche tentazione d'ingratitudine dispettosa ce l'ha. Sta di fatto che in casa Camilleri sempre più spesso si alza la voce; e volano penne, affilate come stiletti: dall'una e dall'altra parte. Volano anche i vocabolari. Montalbano scaglia contro lo scrittore i tomi massicci del "Dizionario della lingua italiana" del Tommaseo-Bellini. Camilleri, a sua volta, bersaglia il commissario con i tomoni in carta massima del "Vocabolario siciliano" di Piccitto.
La prima volta che Montalbano andò a bussare pirandellianamente alla porta del suo autore, Camilleri credette di avere davanti «un uomo che si poteva tranquillamente invitare a cena in famiglia»: un ospite educato dalle buone letture; un investigatore affabile che, nel battere le piste di un criminale, sapeva aiutarsi improvvisando burle e commedie. I guai cominciarono quando Montalbano, nel corso delle sue indagini cominciò a interrogarsi alla Chesterton su come si scrive un giallo; e sulla lingua da adoperare. Con discrezione, comunque. Senza mai rinnegare il suo autore. E anzi, consultandone le opere per meglio orientare il suo fiuto di segugio. Ma l'intesa non era più quella di una volta. Si cadeva nel litigio, tra le mura domestiche. Tanto più che Montalbano andava incupendosi. Era stato sempre visitato dai sogni, che l'alba gli porgeva. Ma ora erano gli incubi che lo andavano a trovare, come menzogne della notte che erano poi le verità diurne di una canagliesca e illegale situazione politica.
Camilleri ha paterna comprensione. E per affetto torna alle origini, all'inizio del rapporto con il suo commissario. Racconta a se stesso, prima che agli altri, la nascita di una intesa. E ripropone "le prime indagini" di Montalbano, senza nascondere la gratitudine per quell'ospite inatteso che gli ha insegnato a disciplinare la sua vocazione narrativa. Le investigazioni di Montalbano nascono nel momento in cui si complicano le investigazioni stanche di Camilleri. In fondo, il romanzo poliziesco è un altro modo di fare storia: attraverso quella cronaca fittizia, che il commissario Montalbano scopre più vera della realtà.
Salvatore Silvano Nigro
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 20.7.2008
L'ingresso. Tutte gratuite le serate del festival articolate tra la navata dello Spasimo e la zona sopra le mura
Allo Spasimo

Una kermesse con diciannove documentari in concorso ispirati al Mediterraneo e all' Islam. E uno scambio culturale fra la Sicilia e il Libano che vede coinvolti un gruppo di studenti palermitani e quelli di Beirut. è questa la natura del Festival internazionale "Sole e Luna Doc Fest" che giunto alla sua terza edizione, animerà gli spazi dello Spasimo da stasera fino a venerdì o. «Questa città - dice Lucia Gotti Venturano, direttore esecutivo del festival - è diventata il centro delle attività della nostra iniziativa che vuole essere anche quest' anno un ponte sul mar Mediterraneo e uno strumento di approfondimento e di lettura "dell' altro". Un momento importante per dare risalto alla cultura del luogo, ma anche a quelle lontane da noi. Partendo dai giovani che spesso non hanno molte possibilità per realizzare i loro progetti».
[…]
Martedì sarà la volta di "Camilleri alla siciliana" di André Buytaers.
[…]
Claudia Brunetto
 
 

Maremma News, 21.7.2008
Santa Fiora incontra Andrea Camilleri
L’incontro con lo scrittore si svolgerà domenica 27 Luglio alle ore 10.45 presso il parco della Peschiera

Santa Fiora: Il 27 luglio, dalle ore 10,45, incontro a Santa Fiora, nella splendida cornice del parco della Peschiera, con lo scrittore Andrea Camilleri, che da sempre passa parte delle sue vacanze estive al Bagnolo di Santa Fiora.
L’occasione per questo nuovo incontro con il suo pubblico di lettori, di appassionati ed estimatori, è offerta dalla presentazione di due volumi di storia e cultura locale (a testimoniare, una volta di più, la sensibilità dello scrittore per tutto ciò che si muove anche nelle piccole realtà, e la sua attenzione per le piccole cose che in contesti così marginali promuovono cultura, identità, memoria): «Tracce…», il tradizionale annuario sanatafiorese di Consultacultura, giunto ormai al suo tredicesimo anno di vita, e «Tracce… di Maremma», una nuova rivista annuario, di ambito provinciale, di cui viene proposto, a livello sperimentale, il primo numero in uscita.
I due volumi rappresentano momenti significativi della documentazione e della riflessione storico-culturale sul territorio. Il XIII volume di «Tracce…», infatti, è dedicato, nella sua parte monografica, a Santa Fiora paese dell’acqua (ma non mancano nel volume, per complessive 160 pagine, documenti e saggi di varia natura che approfondiscono o esaminano vari aspetti della storia del territorio santafiorese, tra i quali, di particolare importanza, una relazione del 1927 sulle condizioni di vita all’interno delle miniere); la nuova rivista annuario «Tracce…di Maremma» (pp. 360 c.a), che esce con il patrocinio finanziario dell’Amministrazione provinciale e che ha potuto contare sulla collaborazione di numerose istituzioni, associazioni, esperti e studiosi locali, è dedicata, nella sua parte monografica, alle biografie degli uomini e delle donne che hanno fatto la Maremma, dalla montagna al mare, tra il XIX e il XX secolo e rappresenta, sia per il tema trattato che per l’ambizione di fornire uno strumento di studio, ricerca e divulgazione di ambito provinciale, una assoluta novità nel panorama editoriale della Maremma.
Interverranno nell’incontro, oltre allo scrittore Camilleri, Renzo Verdi, Sindaco di Santa Fiora, Cinzia Tacconi, Assessore provinciale alla cultura, Severino Saccardi, direttore di “Testimonianze” e Consigliere regionale firmatario di una proposta di legge per il sostegno alle riviste di cultura toscane. La manifestazione si concluderà con un aperitivo musicale animato dal Coro dei minatori.
 
 

PuraLanaDiVetro, 21.7.2008
Eccoci con un nuovo episodio della saga del commissario Montalbano
Il campo del vasaio: si rimescolano le carte a Vigata

Chi l'avrebbe mai detto che anche il commissario Montalbano sarebbe stato invischiato in beghe da ufficio, anzi da commissariato?
E invece anche ai migliori capita, sembra dirci Camilleri ne "Il campo del vasaio". Poi naturalmente, ci fa anche intendere Camilleri, sta proprio ai migliori uscire dalle sabbie mobili con eleganza e con qualche coupe de theatre che ristabilisca l'ordine. Ed eleganza, alzate d'ingegno e grandi passaggi narrativi sono proprio elementi che non mancano nell'ultimo capitolo della saga di Montalbano, che ci riporta ai fasti dei primi romanzi di Camilleri. Con tanto di citazioni letterarie, anche autoreferenziali.
«Si tratta di una storia di tradimenti dove tutti tradiscono tutti. E lo stesso commissario si troverà coinvolto in seconda battuta nella vicenda, verrà tradito anche lui. Insomma, "Il campo del vasaio" è il luogo dei tradimenti. Ed il commissario per sdipanare il mistero, si troverà fra le mani un mio libro, "La scomparsa di Patò". Ed attraverso Patò arriverà al Vangelo. Troverà così una chiave di lettura per la sua indagine» ha detto Camilleri, in un'intervista rilasciata all'Unità nel marzo scorso.
E che si tratti di un romanzo in cui nulla è come sembra e le carte si rimescolano continuamente lo si capisce fin dall'incipit, che dopo poche pagine si scoprirà essere un sogno. Montalbano sogna di trovare in casa sua niente di meno che Totò Riina, in una veste del tutto inconsueta. Il "capo dei capi" infatti nel salotto di Montalbano aspira alla massima carica dello stato e anzi si appresta a formare la lista dei ministri che comporranno il suo governo.
«Ma come, Montalbano, non sa niente?» lo apostrofa Bonetti-Alderighi anch'egli tra i protagonisti dell'incipit onirico. La mafia in una notte ha preso il potere. «E come voleva che andasse a finire? Una leggina oggi una domani...» dice il questore.
Montalbano si risveglia e da qui inizia il plot del romanzo. A complicare la vicenda una dark lady colombiana che riesce a portare scompiglio tra le mura del commissariato di Vigàta. Il suo nome è Dolores, o come dice Catarella "Dolorosa". Sa come affascinare gli uomini. E come ammaliarli. Somiglia all'Angelica dell'Orlando innamorato di Boiardo. "Esotica e ingannatrice anch'essa: venuta dalla Colombia, come l'altra dal Cataio; entrambe perfide, fatte di «màrmaro e d'azzaro»" come scrive Salvatore Nigro nella quarta di copertina, del libro edito da Sellerio.
Meno dialoghi e più monologhi, in quest'ultima puntata di Vigàta e dintorni. In cui Montalbano sembra sempre più invecchiato e in preda alla "stanchizza" («la faticata si faciva ogni volta cchiù grossa, ogni vol­ta cchiù pisanti. Fino a quanno avrebbe potuto reggiri?»). Amaro finale, anche se non si può dire che manchi del tutto l'happy end. Eppure Montalbano dichiara di sentirsi ormai il «poviro puparo» di una dispersa e «mischina opira dei pupi». E nonostante la faticata sia sempre "cchiù grossa" non capitava da tempo di chiudere un libro di Camilleri, della saga del commissario, e sperare che Montalbano possa ancora "reggiri" ancora un po'.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.7.2008
Il cinema
Camilleri e Ben Jelloun proiezioni allo Spasimo

Il "SoleLuna Doc Fest", dedicato al Mediterraneo e all'Islam, entra nel vivo con una giornata inaugurata dalla Sicilia. Stasera alle 21 nella navata dello Spasimo sarà proiettato il documentario "Camilleri alla siciliana" di André Buytaers. In francese con i sottotitoli in italiano, racconta la biografia dello scrittore, partendo dai luoghi della sua infanzia e dei suoi personaggi più famosi, come il commissario Montalbano.
[...]
c.b.
 
 

Il Giornale, 22.7.2008
Ponza coccola il teatro con il profumo di mito

Probabilmente non avrebbe potuto che essere una donna a concepire l’idea di un nuovo festival incastrato nella cornice materna e sensuale di Ponza, isola vulcanica che profuma di mito e di Mediterraneo. Spetta infatti a Marianella Bargilli - attrice teatrale e conduttrice televisiva - il merito non solo di aver dato i natali alla rassegna «Ponza in festival» (apertura prevista per sabato sera) ma di averla pure scrupolosamente studiata per il luogo, per la vitale energia di strade, piazze, spiagge in cui tutti sono invitati alla festa. «Ponza è un’isola gioiosa - spiega la stessa Bargilli - e mi piaceva renderla ancora più gioiosa attraverso un momento di condivisione collettiva che mi auguro possa diventare un appuntamento rinnovabile, anche con iniziative culturali non necessariamente estive». Set privilegiato dell’operazione è il giardino di Villa alle Tortore, trasformatosi per l’occasione in un teatro all’aperto capace di ospitare 250 spettatori. Proprio qui si terranno [...] e l’atteso debutto della compagnia «Miti pretese», ovverosia il team femminile uscito trionfante dal boom di "Roma ore 11" e composto dalle attrici/registe Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Mariangeles Torres (in procinto di avere un bimbo e dunque non presente in scena). Adesso l'affiatato quartetto si cimenta in uno "Studio per festa di famiglia" dove, partendo da Pirandello e complice la preziosa collaborazione di Andrea Camilleri, «raccontiamo la violenza all’interno del nucleo familiare - chiarisce la Mandracchia - attraverso personaggi che interagiscono tra loro e attraverso un’attualizzazione delle tematiche pirandelliane che non disdice i toni ironici e leggeri» (il 27 luglio).
[...]
Info: 334/9822332.
Laura Novelli
 
 

The Independent, 22.7.2008
Crime fiction: Around the world in 80 sleuths

Holmes and Watson would be proud. Crime fiction is booming as never before - and with dozens of new titles translated into English for the first time, there’s a detective for every holiday destination. Jonathan Gibbs tracks down 80 of the best sleuths to escape with this summer....
[...]
24. Sicily
Andrea Camilleri's Inspector Montalbano books are one of the most popular foreign crime series at the moment. They have a mischievous sense of humour and a lovable hero in the compassionate, cynical person of Montalbano.
Read 'The Shape of Water'(Picador)
[...]
Jonathan Gibbs
 
 

ANSA, 22.7.2008
Il giro del mondo in 80 gialli

Londra - La Firenze narrata nei romanzi di Michele Giuttari, la Sicilia di Andrea Camilleri e la Roma dell'inglese Michael Dibdin: sono queste le tre mete tutte italiane incluse oggi dal quotidiano britannico The Independent nel suo "giro del mondo in 80 gialli", una carrellata delle località del pianeta immortalate dalla letteratura del crimine.
Scavalcando i confini nazionali e lasciandosi alle spalle celebri 'segugi' autoctoni come Miss Marple e Sherlock Holmes, il giornale abbina ad ogni destinazione un autore, consigliando quello che, a suo parere, è il romanzo migliore.
Della saga dell'ispettore Montalbano - definita "una delle più popolari serie di gialli stranieri del momento", l'Independent consiglia quindi di leggere il primo romanzo, 'La forma dell'acqua' (1994), che vede il "compassionevole e cinico" investigatore siciliano esordire con l'omicidio dell'ingegnere Luparello, noto politico locale.
[...]
 
 

La Repubblica, 24.7.2008
Domenica a Ponza va in scena un primo abbozzo di un testo che il creatore di Montalbano ha ricavato tagliando e cucendo sette commedie del grande scrittore. E ci racconta come
Camilleri riscrive Pirandello
"Con il genio racconto la violenza di famiglia"

Quattro gli attori in scena con una regia collettiva a cura del gruppo Mitipretese
“Ho anche mimato un certo linguaggio pirandelliano: a me la falsificazione riesce bene”

Roma. Andrea Camilleri "riscrive" Pirandello per raccontare la violenza sulle donne all´interno della famiglia. Sette commedie del grande autore siciliano vengono così rivisitate con un creativo copia-e-incolla dando luogo a un nuovo testo, “Festa di famiglia”, un´operazione in cui Camilleri collabora con la compagnia Mitipretese, che aveva già portato in scena “Roma ore 11”. Il montaggio - ricavato da brani di “Questa sera si recita a soggetto”, “Sei personaggi”, “L´amica delle mogli”, “Enrico IV”, “L´uomo, la bestia e la virtù”, “La vita che ti diedi” e “Trovarsi” - racconta il compleanno d´una mamma sessantenne alle prese con i rapporti tesi con le figlie. Per ora in forma di studio debutterà a "Ponza in Festival" domenica; protagonisti sono Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Fabio Cocifoglia, in attesa d´una versione autunnale con Mariangeles Torres e un sesto attore. La regia collettiva è di Mitipretese.
Camilleri, una bella responsabilità, trovare un filo rosso nel Pirandello teatrale...
«Non so se l´abbiamo "saccheggiato". Direi che è stato piuttosto un percorso trasversale nel suo teatro. Io avevo già messo mano ad adattamenti da sue pagine letterarie, riducendo “La cattura” (per gli 80 anni di Turi Ferro, ndr), “Il vitalizio”, e “Pena di vivere così” (“La signora Lèuca”). Ad aver buttato giù un primo schema pirandelliano sui disturbi femminili in famiglia sono state le ragazze di Mitipretese, da me conosciute all´Accademia Nazionale d´Arte Drammatica».
Quale è stato il suo apporto?
«Ho elaborato una serie di punti, ho sciolto certi nodi. Loro si prendevano le pagine mie e se le andavano a provare, dicendomi se funzionavano. Io non avevo mai fatto un lavoro con verifiche dirette in palcoscenico. E m´è piaciuto».
Lei ha scritto un saggio sui testi pirandelliani in dialetto. Qualcuno ha detto che il teatro di questo grande autore è fatto su misura per la borghesia italiana, ma Gramsci sostenne che i suoi personaggi sono storicamente popolani siciliani. La sua opinione?
«Sto dalla parte di Gramsci, la cui analisi partì dal “Liolà”. Per una mia laurea ad honorem ho portato una lectio sul rapporto tra Gramsci e Pirandello. Trovo che c´è un percorso anche da Pirandello a Emma Dante: lei trasferisce in contesti urbani la parlata contadina. Qui, in “Festa di famiglia”, nelle scene di raccordo ho mimato un ruvido "linguaggio pirandelliano". Anche lui s´avvaleva di altre fonti: il finale dei “Sei personaggi” lo prese da Reinhardt. E a me la falsificazione riesce bene. Ho avuto un Premio Boccaccio per una mia novella tutta apocrifa...».
Si dichiara contraffattore di Pirandello perché è suo conterraneo?
«Ogni sua struttura è di matrice siciliana. Ai personaggi mette in bocca verità dialettali. Io lo sento. Siamo nati vicini, lui ad Agrigento, io a Porto Empedocle. Ma guai ad alterare il gemellaggio. Il sindaco del mio paese scoprì una statua dedicata a Pirandello, e io obiettai che era un Lenin a basso prezzo, con cranio e barbetta identici, ma con abito stazzonato e scarpe militari, mentre Pirandello aveva calzature di "invulnerato coppale", era distintissimo. E non si meritava la targa in cui Porto Empedocle era definita "seconda città natale": va bene che si vive due volte, ma l´ubiquità della nascita, no. La targa l´hanno tolta».
E l´accostamento tra violenza famigliare e Pirandello, funziona?
«Sì. Nell´universo pirandelliano c´è sopraffazione. La riprova delle violenze domestiche è nella Madre, nella Figliastra, in Mommina. Fenomeni irrisolti, esplosivi, che non esplodono, e che causano feriti gravi, più che morti. Tutto quello che ora nel nostro testo si disfa e si riaggiusta male attorno a una madre e al suo compleanno corrisponde a una situazione pirandelliana, a un salotto buono mandato all´aria. Io ho introdotto un oggetto diabolico, una vecchia scatola metallica per i biscotti, perché contenesse foto bonarie che però suscitano dispute, incomprensioni, rancori».
Oltre al teatro, cosa sta scrivendo?
«Una cosa nuova e complessa. Un racconto lungo su un viaggio poco noto che Pierre-Auguste Renoir fece ad Agrigento, riferito dal figlio Jean Renoir nella biografia sul padre. Sembra che al papà avessero rubato il portafoglio, che sia stato ospitato dal contadino cui aveva chiesto di fargli da guida, uno che s´offese quando alla fine gli fu offerto un compenso, tanto che la moglie Aline risolse togliendosi una catenina con la Madonna e regalandogliela. Si separarono tra i pianti. Altro non c´è. Ma io scrivo».
Rodolfo Di Giammarco
 
 

La Repubblica (ed. di Firenze), 24.7.2008
Requiem per Chris

Sergio Rubini e Enrico Rava in scena a Massa per «Lunatica» con un soggetto inedito di Andrea Camilleri: la storia «siciliana» di un misterioso mito del primo jazz, il trombettista Chris Lambertine, personaggio fantastico che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano. Con Rubini e Rava, qui col suo ottimo gruppo New Generation, anche Mauro Negri (p. Mercurio, 21.30, 12 euro)
 
 

BariSera, 24.7.2008
Enrico Rava e Sergio Rubini ospiti del Locus festival di Locorotondo
Sabato 26 luglio una reinterpretazione del testo di Andrea Camilleri

Un incontro tra un attore e un musicista in cui interpretare parole, storie e personaggi di un grande scrittore.
Sabato 26 luglio a Locorotondo (Ba) alla Cantina Sociale (alle 21,30 - ingresso 10 euro) il Locus festival, giunto alla quarta edizione ospita Requiem per Chris, di Andrea Camilleri con Enrico Rava New Generation & Mauro Negri e Sergio Rubini.
L'attore Sergio Rubini ed il trombettista Enrico Rava (accompagnato da Mauro Negri sax, contralto e clarinetto; Giovanni Guidi pianoforte; Francesco Ponticelli contrabbasso; Joao Lobo batteria) portano in scena un soggetto inedito (unica rappresentazione a Parma nel settembre 2006) di Andrea Camilleri, scritto per un film che non sarà mai realizzato: una "storia siciliana" che si conclude in una New Orleans, segnata dalla catastrofe dell'uragano Katrina, che mantiene, nonostante la tragedia, il fascino della sua tradizione musicale.
Rubini e Rava raccontano la storia di Chris Lambertine, personaggio fantastico che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano, assieme a Mauro Negri (sax contralto e clarinetto) e alla "Enrico Rava New Generation".
"Uno strano viaggio nello spazio e nel tempo, dove la Sicilia fascista che attende l'imminente disastro della guerra a fianco della Germania, s'intreccia con frammenti di storia del jazz delle origini di New Orleans, per poi ritornare a viaggiare tra Palermo e Roma e concludersi su un tetto della città americana martoriata dall'uragano Katrina. Filo rosso la tromba di Enrico Rava e la sua ossessione per quella più misteriosa di Chris Lambertine, leggendario musicista morto suicida nel 1917".
 
 

Dagospia, 24.7.2008
Riceviamo e pubblichiamo
Lettera 6

Caro Dago, raramente sono d'accordo con le tesi di Busi, ma non posso fare a meno di dire che leggerlo è un vero piacere, perché sa scrivere, è fantasioso, mai banale, mai scontato e sa andare controcorrente, perché disinteressato. Le volgarità poi, fanno parte del linguaggio comune, vorrei che non ci fossero, ma non mi scandalizzano più di tanto. Per esempio anche Camilleri (il miracolato dall'ingresso della Sellerio nel CdA Rai: era uno sconosciuto sceneggiatore, prima che gli sceneggiassero un episodio di Montalbano [Sic! NdCFC], logico che, poi, da democristiano [Sic! NdCFC] si sia buttato a sinistra, come Di Pietro) mi sta sulle scatole per via del suo antiberlusconismo, ma lo si legge molto volentieri. Cosa che, al contrario, non riesco a fare coi sopravvalutati Moravia ed Eco, i cui noiosissimi libri chiudo, per mai più riaprire, dopo poche pagine. Ma, forse, è un mio limite di modesto lettore, a fronte di tanta cultura.
Natalino Russo Seminara
 
 

La Repubblica (ed. di Bari), 25.7.2008
Rubini e Rava per Camilleri. Carofiglio con Caine e Fresu

Andrea Camilleri e Gianrico Carofiglio. Parole d'autore per il weekend del Locus festival, oggi e domani a Locorotondo. Parole che prenderanno forma attraverso le voci di Sergio Rubini (nel “Requiem per Chris” orchestrato dal padre del commissario Montalbano e in agenda stasera) e quella della stessa penna togata di Carofiglio. Intrecciata a doppio filo con i reading una partitura sonora virata in jazz e affidata a un tris d'assi. Ovvero Enrico Rava e il suo ensemble New Generation, oggi, e la coppia Paolo Fresu e Uri Caine, domani. Ed è il trombettista a svelare la vicenda di Chris Lamartine, che si dipanerà stasera sul palcoscenico allestito nella Cantina sociale di Locorotondo (ore 21,30; ingresso 10 euro). La storia di un film che non s'è fatto e dalla cui idea è scaturito il reading di oggi. «”Requiem per Chris” - racconta Rava - è il frutto del mio incontro con Camilleri, un autore che amavo ben prima del successo di Montalbano. Il film non s'è fatto perché sarebbe costato molto e da quell'idea è nato il reading, una lettura con la musica in cui il protagonista sono proprio io». E Chris Lamartine? «Un personaggio immaginario funzionale alla storia. L'ha inventato Andrea, immaginandomi alla ricerca della sua musica e delle origini del jazz. Camilleri, del resto, è un grande estimatore del jazz e c'è di più che il primo disco inciso nella storia di questo genere fu realizzato nel 1917 a New Orleans dalla Original Dixieland Jass Band. Ebbene il leader di questo gruppo era un siciliano: Nick Larocca». è così che Rava, attraverso la narrazione di Camilleri e dunque la voce di Rubini, si mette alla ricerca delle note perdute di Chris Lamartine. «Andrò fino a New Orleans, ma troverò la città seppellita dalle acque: sprofonderà tutto, anche la musica irraggiungibile di Chris, e a me, appollaiato sul tetto di una casa, non resterà che prendere la tromba e suonare un requiem. Ecco: è questa la visione creativa che ha avuto Camilleri».
[…]
Antonio Di Giacomo
 
 

Madonie News, 25.7.2008
Il personaggio. Il libraio di Castelbuono Rosario Barreca ha investito nella cultura entrando a far parte del gruppo Edicolè Mondadori Franchising
Per un pugno di libri

C'è chi investe in borsa e chi nella cultura. Quest'ultimo oggi è un caso molto raro, ma il libraio di Castelbuono, Rosario Barreca, lo ha fatto ed ha vinto la scommessa.
[...]
Adesso, conclusi i festeggiamenti, la famiglia Barreca sta realizzando un calendario di incontri tra autori e lettori.
[...]
Il librario castelbuonese, inoltre, come ha dimostrato, punta sempre in alto e si è messo in contatto con il club Camilleri di Palermo. Ma non vuole dire il perchè: sarà un sorpresa per la comunità. Chissà, forse riuscirà a far diventare Castelbuono "la Vigàta delle Madonie".
Giuseppe Spallino
 
 

La Nazione (Grosseto), 26.7.2008
Amiata
Camilleri, lui «pirsonalmente»
Lo scrittore alla presentazione di «Tracce di Maremma»

Il Bagnolo di Santa Fiora è ormai una seconda casa per lo scrittore Andrea Camilleri che non disdegna gli incontri pubblici. La scorsa estate incantò con i suoi racconti di narratore e di uomo la platea che affollava la sala del palazzo comunale di Santa Fiora. Domani mattina il maestro prenderà parte alla presentazione di due volumi di storia e cultura locale. Si tratta di «Tracce», il tradizionale annuario santafiorese di Consultacultura, giunto al tredicesimo anno di vita; e di «Tracce... di Maremma», una nuova rivista di ambito provinciale, di cui sarà proposto a livello sperimentale il primo numero. L’appuntamento è alle 10.45 al Parco della Peschiera. Interverranno anche il sindaco Renzo Verdi, l’assessore provinciale alla Cultura, Cinzia Tacconi, e il consigliere regionale Severino Saccardi, direttore di «Testimonianze». L’incontro si concluderà con un aperitivo musicale in compagnia del Coro dei minatori.
I due volumi rappresentano momenti significativi della documentazione e della riflessione storico-culturale sul territorio. Il tredicesimo volume di «Tracce», infatti, è dedicato a Santa Fiora come paese dell’acqua. Risorsa a cui tanto è legato anche il creatore del commissario Montalbano, che proprio nel primo romanzo giallo ambientato a Vigata, «La forma dell’acqua», cita l’Amiata. Terra in cui lo scrittore ha cercato di portare un po’ della sua Sicilia. Già, come quando ha provato a piantare i mandorli che però non hanno resistito al clima decisamente più freddo.
La nuova rivista annuario «Tracce... di Maremma», invece, propone le biografie degli uomini e delle donne che hanno fatto questa terra, dalla montagna al mare, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Sono circa trecento le schede di cui si compone questo particolare dizionario biografico.
«Il periodo preso in esame — spiega Lucio Niccolai, uno degli autori — si caratterizza per le sue profonde e repentine trasformazioni che hanno segnato la fisionomia complessiva di questi luoghi. Ne risulta un rapporto quasi simbiotico tra terra e uomini: un’appartenenza che accomuna quelli che ci sono nati a quelli che, pur avendo altre origini, l’hanno vissuta e amata».
Irene Blundo
 
 

Il Messaggero, 26.7.2008
"Festa di famiglia", occhi dietro le quinte
A Ponza Pirandello assemblato da Camilleri

Roma - Il Festival di Ponza si affaccia quest’anno all’ampio e lussureggiante balcone delle rassegne estive proponendo appuntamenti di riguardo. Domenica, ad esempio, alla Villa “Le Tortore” (21.30), c’è una una “prima” nazionale: Studio per “Festa di famiglia” da testi di Luigi Pirandello, con Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Alvia Reale e Sandra Toffolatti. Ha collaborato alla drammaturgia Andrea Camilleri; la regia è del collettivo.
Lo spettacolo nasce dalla volontà di “Mitipretese” (Mandracchia-Reale-Toffolatti- Mariangeles Torres, già accomunate dal riuscito esperimento “Roma ore 11”, da Elio Petri) di proseguire la ricerca testuale e scenica intrapresa insieme. Soggetto e oggetto della nuova indagine del quartetto (davvero rispettabile: s’impegna e realizza rara avis più di quanto si lamenti), rimane la figura femminile. Ma se nelle scorse stagioni la donna era còlta nel mondo del lavoro, qui la si scandaglia dentro la famiglia, vittima di dinamiche segrete e “violente” comunque legittimate dal legame coniugale o parentale. «Non ci interessa la cronaca spicciola o l’istant-drama dice il gruppo . Partendo dalla nostra tradizione letteraria e teatrale vorremmo piuttosto arrivare a comporre un testo che ci permetta di far luce sui meccanismi celati all’interno di quello che oggi, così semplicemente e così insistentemente, chiamiamo famiglia».
Brave ragazze. La produzione di “Mitipretese”, che con ogni probabilità confluirà nel cartellone 2008-2009 di “Artisti Riuniti”, testimonia una volta di più come un pugno di attrici in carriera, dotate di sicuro talento e spesso gratificate dai cosiddetti consensi “di critica e pubblico”, sappia affrontare le attuali panie teatrali, economico-finanziarie e creative, nell’unico modo possibile: lavorando.
Tutte diplomate all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, le magnifiche quattro hanno scelto il nome “Mitipretese” in memoria della dattilografa (“di miti pretese”, appunto) che muore tragicamente in “Roma ore 11”.
Rita Sala
 
 

LeccePrima.it, 26.7.2008
Rubini e Rava a Lecce: "Requiem per Chris"

Domenica 27 luglio (sipario alle 21) nell'Anfiteatro Romano di Lecce l'attore Sergio Rubini ed il jazzista Enrico Rava portano in scena Requiem per Chris, un soggetto inedito di Andrea Camilleri, scritto per un film che non sarà mai realizzato: una "storia siciliana" che si conclude in una New Orleans, segnata dalla catastrofe dell'uragano Katrina, che mantiene, nonostante la tragedia, il fascino della sua tradizione musicale. Rubini e Rava raccontano la storia di Chris Lambertine, personaggio fantastico che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano, assieme a Mauro Negri (sax contralto e clarinetto) e alla "Enrico Rava New Generation" composta da Giovanni Guidi (pianoforte), Francesco Ponticelli (contrabbasso) e Joao Lobo (batteria). L'appuntamento rientra nella rassegna Mediterranea Estate 2008, promossa dall'Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Lecce.
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"Requiem per Chris" è uno strano viaggio nello spazio e nel tempo, dove la Sicilia fascista che attende l'imminente disastro della guerra a fianco della Germania, s'intreccia con frammenti di storia del jazz delle origini di New Orleans, per poi ritornare a viaggiare tra Palermo e Roma e concludersi su un tetto della città americana martoriata dall'uragano Katrina. Filo rosso la tromba di Enrico Rava e la sua ossessione per quella più misteriosa di Chris Lambertine, leggendario musicista morto suicida nel 1917.
 
 

Il Giornale, 27.7.2008
Due o tre libri da non scegliere

Il vero «mattone», in realtà, è la frase «Non portiamoci in vacanza i libri-mattone». Detta, di solito, da chi non legge mai. Perché se uno leggesse davvero, l’ultima cosa che consiglierebbe sarebbe - per dire - il romanzo di Paolo Giordano, o uno di Jeffery Deaver, o di McBain. O di Javier Cercas. Un po’ come suggerire un libretto della Némirovsky: così leggero, così facile. Così di moda, così inutile.
I libri indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume. Chi legge davvero, lo sa. E non spreca né tempo né pagine con: i bestseller (nessun grande libro, a partire dalla “Recherche”, lo è stato); i vincitori dei premi letterari (di 60 anni di «Strega» rimangono un Flaiano, un Pavese e Tomasi di Lampedusa, e tutti pre-1960); i titoli in classifica (i primi tre saggi di questa settimana sono: uno di Travaglio, uno di Scalfari e uno di Galimberti. Per dire); i libri che trovi all’autogrill (per forza i più venduti in Italia sono Camilleri e Carofiglio, sono gli unici di cui sono riforniti supermercati e stazioni di servizio); e quelli consigliati dai giornalisti, che notoriamente recensiscono senza leggere.
Per il resto, un buon criterio è evitare ciò che costa più di dieci euro. È come la scommessa di Pascal. Se perdi, perdi poco. Se vinci, il godimento sarà maggiore.
 
 

Agrigentonotizie.it, 28.7.2008
Porto Empedocle, il calendario degli eventi estivi

Il Comune di Porto Empedocle ha reso noto il calendario degli eventi previsti all'interno del cartellone predisposto per l'"Estate empedoclina".
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Martedì 12 agosto protagoniste saranno indirettamente le gesta di Camilleri "ciclista" con, alle 21.30 in piazza Italia, un incontro culturale di cui saranno ospiti il giornalista del Tg5, Gaetano Savatteri che presenterà il suo ultimo libro "La volata di Calò" e Antonello Montante. Inoltre sarà possibile ammirare la bicicletta di Andrea Camilleri.
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La Nazione (Grosseto), 29.7.2008
Santa Fiora
Anche Camilleri sulle Tracce del passato

In tanti alla Peschiera di Santa Fiora sono arrivati con le mani cariche di romanzi di Andrea Camilleri. Per una dedica. Ma anche soltanto per poterlo ascoltare. Lo scrittore siciliano che da quarant’anni trascorre l’estate al Bagnolo ha partecipato alla presentazione di due volumi di storia e cultura locale: «Tracce», il tradizionale annuario santafiorese di Consultacultura diretto da Lucio Niccolai, la cui tredicesima edizione è incentrata sulla risorsa acqua; e «Tracce... di Maremma», una nuova rivista di ambito provinciale pubblicata da Edizioni Effigi che propone le biografie degli uomini e delle donne che hanno fatto questa terra, dalla montagna al mare, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Sono intervenuti anche il sindaco Renzo Verdi, che si è esibito insieme al Coro dei minatori, l’assessore provinciale alla Cultura Cinzia Tacconi, e il consigliere regionale Severino Saccardi.
«Non mi sento casualmente presente a questo incontro come scrittore di passaggio, ma causalmente presente. Prima di tutto — precisa il maestro Camilleri — sono qui come lettore di Tracce. Ricordo in particolare l’edizione del 2004 che parlava delle miniere. Le mie famiglie materna e paterna ci sono state dentro fino al collo nelle miniere di zolfo della Sicilia. Con esse si sono arricchite e rovinate. Dovrei averne ereditata una, ma non l’ho mai vista. Mi hanno detto che ci hanno costruito sopra un palazzo di otto piani. A volte mi viene voglia di andare lì e dire: scusate potete abbattere il palazzo? Devo visitare la mia miniera. Ho quindi anch’io una mia storia mineraria».
E Camilleri ha trovato un’altra affinità con la Maremma, anche se per contrasto: l’acqua, risorsa di cui tanto è ricca l’Amiata quanto povera la Sicilia, «un po’ per cause naturali, un po’ per la mafia che ne ha il controllo».
Tra aneddoti sui primi anni trascorsi a Bagnolo, l’inventore dell’amato commissario Montalbano ha elogiato entrambi i volumi, auspicandone una diffusione capillare, «anche per permettere agli italiani di conoscersi e capirsi nel rapido mutare delle nostre realtà».
Irene Blundo
 
 

Il Tirreno (Grosseto), 29.7.2008
Camilleri figlio di minatori

Santa Fiora. Matineé di lusso a Santa Fiora, dove uno splendido Andrea Camilleri ha presentato al pubblico i due numeri della Rivista "Tracce... di Santa Fiora" e "Tracce... di Maremma". La prima giunta alla sua 13ª edizione e nuova nata, invece, la seconda, che scommette di diventare una rivista dal respiro provinciale, iniziando da questa prima uscita, dalla proposta di un dizionario di uomini che hanno fatto la Maremma dalla metà dell’800 ad oggi. Un Camilleri che come è suo costume, ha spaziato su vari argomenti, ripercorrendo, sulle tracce di problematiche affrontate dalle riviste, anche la sua esperienza di uomo. E parlando di miniere e acqua santafiorese, lo scrittore ha svelato al suo pubblico di essere anche lui figlio di minatori. Tanto che una zolfara siciliana gli appartiene ancora oggi. «Non l’ho mai vista - ha confessato Camilleri - ma so che vi hanno costruito sopra un grande palazzo».  Altra affinità anche con l’acqua. «Santa Fiora ne è ricchissima, noi in Sicilia soffriamo, anche per questo, il controllo della mafia» ha detto, raccontando, poi, come sua madre avesse una riverenza vera e propria nei confronti di questa risorsa oggi tanto importante. E con aneddoti, racconti personali, ironia, è poi entrato nel merito dei due volumi, sottolinenado l’intelligenza organizzativa e la scaltrezza letteararia del curatore Lucio Niccolai.  «Il dizionario di biografie dei personaggi che hanno fatto la Maremma - ha sottolineato Camilleri - mostra quanto variegato e complesso sia il paesaggio umano di questa terra» e ha invitato a una conoscenza necessaria che l’Italia ha nei confronti delle storie locali e regionali. L’intervento di Camilleri è stato preceduto da quelli del sindaco di Santa Fiora, Renzo Verdi, e del direttore della rivista Testimonianze, Severino Saccardi.
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Fiora Bonelli
 
 

Bari Sera, 29.7.2008
Il trombettista e l'attore al Locus Festival
Rava e Rubini nel "Requiem per Chris"

Un uragano di emozioni sprigionate dalla tromba di Enrico Rava e scandite dalla voce di Sergio Rubini ha per il numeroso pubblico della Cantina Sociale di Locorotondo, per il Locus festival. E' l'uragano Katrina raccontato da Andrea Camilleri nel soggetto "Requiem per Chris", scritto per un film che non sarà mai realizzato.
"Roma, 19 settembre 2005. Cari amici, sicuramente penserete che a convincermi di scrivere questa storia per Enrico, siano stati i tre chili e mezzo di culatello del quale vi ringrazio. No. A darmi l'idea è quello che ho visto in televisione di New Orleans dopo l'uragano Katrina. Ho quindi fatto un cammino a ritroso, partendo dall'ultima immagine che poi descrivo, Rava che suona un requiem per la città, solo, in piedi sopra un tetto, e attorno a lui un mare d'acqua, fango, distruzione. Più che di un soggetto si tratta di un'idea, occorre un bravo sceneggiatore che spezzi la linearità del mio racconto, perchè tutto ciò che ho detto del soggetto, va a mio avviso non solo tradotto in immagini presenti, ma smontato, diversamente rimontato, modificato, ampliato. Insomma, avete assoluta libertà di manovra. Potete cambiare quello che volete anche il titolo. Torno a ripetere, si tratta di un'idea che può far nascere altre idee, sempre che vi piaccia. Un caro abbraccio. Andrea Camilleri"
L'attore e regista Sergio Rubini con il jazzista Enrico Rava e la New Generation raccontano di Chris Lamartine, personaggio fantastico che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano, morto suicida, a soli vent'anni, nel 1917.
Si parte dalla descrizione di una Sicilia assopita dal fascismo negli anni '40, che si convince e si prepara alla guerra al fianco della Germania. Era difficile credere nelle sorti del jazz, confinato a piccoli e secondari spazi, definito con disprezzo "cacofonica musica negro-americana". Si arriva a New Orleans così tragicamente segnata dalla catastrofe dell'uragano Katrina ma custode del fascino della sua tradizione musicale. Rappresentato una sola volta alla Reggia di Colorno di Parma nel 2006 con l'attore Marco Baliani, "Requiem per Chris" è un testo nato come un documentario per raccontare di Rava ed è poi stato considerato per una fiction caduta per mancanza di fondi. Partito dal teatro del Nuovo Montevergini per la terza edizione del Palermo teatro festival già dal 2007, sta attraversando l'Italia., e vede sul palcoscenico al fianco di Rava e Rubini, Mauro Negri al sax contralto e clarinetto, Giovanni Guidi al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Joao Lobo alla batteria. Enrico Rava, il trombettista più prestigioso d'Italia entrato di diritto tra i «senatori» del jazz a livello internazionale, insieme alla sua tromba cuce la storia che vive da protagonista, definisce le tappe del suo ostinato viaggio turbato dall'ossessione per quel mistero che avvolge la musica di Chris Lamartine. Si ritrova ad attraversare, per perseguire la sua curiosa ricerca, la più profonda disperazione, arrampicato a brandelli di memorie ricolmi di incertezze.
Camilleri, grande appassionato di jazz, è stato insegnante di Sergio Rubini all'Accademia di arte drammatica Silvio D'Amico. Rubini lo racconta come un fascinoso affabulatore che riempiva le sue lezioni di storie fantastiche. "Requiem per Chris" è un "trattamento cinematografico" ovvero un passaggio intermedio tra il soggetto e la sceneggiatura. Viene descritto, insomma, il film mancato scena per scena affinchè il pubblico si ritrovi catapultato dentro la storia.
L'aspetto dell'opera "Requiem per Chris" da cui Sergio Rubini sembra essere più attratto è in quel tentativo appassionato di ricostruire la storia di un uomo attraverso il recupero dei ricordi, il racconto di racconti custoditi ed impreziositi dalla memoria, che attraversano più generazioni dando un senso a quello che è stato, passato, travolto, perduto.
Lucia Chianura
 
 

La Sicilia, 29.7.2008
«Vicenda siciliana che si chiude a New Orleans»

All’inizio del secolo scorso a New Orleans vive Chris Lambertine, un personaggio fantastico, un trombettista che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano e che muore suicida nel 1917.
La ricerca di Lambertine e dei dischi che ha inciso è il canovaccio di un nuovo racconto di Andrea Camilleri, «scritto per un film che non sarà mai realizzato, una storia siciliana che si conclude a New Orleans», aveva detto lo scrittore.
Il racconto, inedito, è stato messo in scena domnica sera a Lecce, nell’Anfiteatro romano, con la voce recitante di Sergio Rubini e la tromba di Enrico Rava e la sua «ossessione per quella più misteriosa di Chris Lambertine».
L’appuntamento rientra nella rassegna Mediterranea Estate 2008, promossa dall’Assessorato alla cultura e allo spettacolo del Comune di Lecce.
«Requiem per Chris» è uno strano viaggio nello spazio e nel tempo, che comincia in una Sicilia fascista che attende l’imminente disastro della guerra al fianco della Germania. Un musicista, impersonato da Enrico Rava, ha avuto notizie di un altro musicista, Chris Lambertine, un trombettista geniale che rappresenta le origini del jazz, ha inciso dischi ma è poi scomparso nel 1917: nessuno ha più avuto notizie di lui e della sua musica.
Rava decide di cercare le registrazioni.
La storia raccontata da Sergio Rubini si intreccia, a quel punto, con frammenti di storia del jazz delle origini a New Orleans per poi ritornare a viaggiare tra Palermo e Roma.
Com’è solito, Camilleri dà indicazioni che sembrano insignificanti, apparentemente slegate tra loro. Ma pian piano la vicenda si dipana, i tasselli troveranno una loro collocazione. Rava troverà la sorella di Lambertine, depositaria delle incisioni discografiche del fratello. Ma quando sembra che tutto possa arrivare a una soluzione positiva, arriva su New Orleans, evento fisico e metaforico insieme, l’uragano Katrina.
Rava, ormai impossibilitato ad ascoltare le registrazioni di Lambertine, sale allora su un tetto della città americana martoriata dall’uragano e suona il «Requiem per Chris».
Rubini e Rava hanno raccontato la storia di Chris Lambertine, insieme a Mauro Negri (sax contralto e clarinetto) e con la «Enrico Rava new generation» composta da Giovanni Guidi, al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Joao Lobo, alla batteria.
Marina Bianchi
 
 

Gazzetta del Sud, 29.7.2008
Andrea Camilleri nel suo romanzo "Il casellante" racconta un'ambivalente storia di fantasia e realtà
Ninfa, borgo terracqueo dell'incanto. È il mondo delle fate oltre la ferrovia
Lo scrittore lascia Vigàta, luogo del visibile, per avventurarsi in una dimensione magica

Contrada Ninfa, dove Gnazio Manisco compra la sua terra sospesa tra terra e mare, nella cui evanescenza Maruzza Musumeci si fa sirena, è la stessa dove sorge il casello di Nino Zarcuto nel cui orto la moglie, Minica Oliveri, prova a diventare albero.
Non sappiamo se anche il casellante [...]
Gianni Bonina
 
 

AbruzzoCultura, 29.7.2008
Scrivere con gli occhi: intervista a Gianni Carino
Il disegnatore ha appena pubblicato il libro “Racconti lontani. Due storie illustrate tratte da racconti di Tonino Guerra e Mario Rigoni Stern” (Ediesse, pp. 85, Euro 10, con prefazione di Dario Voltolini e postfazione di Sabina Sacchi). In questa intervista parla di sé, dei suoi primi passi con matite e colori e del suo mestiere, che presto lo porterà a lavorare con Dario Fo.

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“Racconti lontani”, il suo nuovo libro, contiene due storie illustrate tratte da racconti di Tonino Guerra e Mario Rigoni Stern. Come mai ha scelto questi due autori e come mai ha scelto queste due storie?
«Questi due autori hanno entrambi fatto la campagna di Russia, sono stati prigionieri in Germania, sono nati nel 1923. Due vite parallele, ma i risultati delle loro opere sono “lontani”: la geniale fantasia di Tonino Guerra e la mitica saggezza di Mario Rigoni Stern. Sono un esempio di come si può essere diversi pur avendo percorso strade parallele, cosa molto importante in questa fase di conformismo imperante, venduto per globalizzazione».
Come è nata l’idea?
«L’idea è nata da un confronto di questi due grandi della letteratura contemporanea e dal loro modo lontano di convergere, comunque, verso il rispetto dell’uomo, il rispetto della natura, la spiritualità delle cose che viviamo e spesso passiamo con ritualità consumistica: il compleanno di un figlio, un matrimonio, una festa per un amico, ma anche un paesaggio di montagna o un paesaggio del deserto. Guardiamo, chiediamo quanto costa e tiriamo avanti. Senza nulla approfondire. Invece, da punti lontani, questi due autori sanno far pensare. Avrei messo insieme a questi scrittori per le stesse ragioni, un altro giovanotto capace, Andrea Camilleri, ma non sono riuscito a concludere».
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Simone Gambacorta
 
 

La Repubblica, 29.7.2008
"Con 'Agrodolce' la fiction trasloca a Termini Imerese"

Roma. «Portiamo Hollywood a Termini Imerese». In questa battuta c'è il senso della nuova sfida di Giovanni Minoli: creare in Sicilia una fabbrica di soap, partendo da Agrodolce (230 puntate di mezz'ora, dall'8 settembre su RaiTre), ricalcando il successo di "Un posto al sole", che segnò la rinascita del Centro di produzione Rai di Napoli.
[...]
«Agrodolce è in verità un grande romanzo popolare in cui coniughiamo i costi della soap con la qualità del cinema. Il direttore di produzione è Alessandro Calosci ("La meglio gioventù"), la supervisione dei dialoghi è stata affidata allo scrittore Roberto Alajmo. La sigla è cantata dalla siciliana Olivia Sellerio. Ci ispiriamo al miglior Montalbano, alla Sicilia di Camilleri».
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Leandro Palestini
 
 

La Stampa, 30.7.2008
Anticipazione. Un racconto alla Hitchcock
Montalbano a Roma: James Stewart sono
Che succede se il commissario Montalbano viene «prescelto» per un corso di aggiornamento a Roma, e qui finisce con due costole rotte, e nella casa che gli ha lasciato in uso un amico, per ingannare il tempo, comincia a spiare le finestre che danno sul cortile, armato di binocolo, come James Stewart nel celebre film? Si intitola infatti «La finestra sul cortile» il testo di Camilleri mai pubblicato in volume (uscito a puntate nel 2007 sul «Nasone di Prati», un mensile del quartiere romano), raccolto con altri già noti in un Oscar Mondadori che esce oggi con il titolo «Racconti di Montalbano» (pp. 504, e13). Ne proponiamo uno stralcio.

Su un canale satellitare stavano scorrenno i titoli di testa di "La finestra sul cortile" di Hitchcock. L’aviva già viduto, gli era piaciuto assà e la coincidenza l’addivirtì tanto che addecise di rividirselo. Le diffirenze ’mportanti tra la pellicola e la sò situazione erano quattro: lui aviva dù costole rotte mentri Jimmy Stewart aviva le gammi scassate; lui era sulo mentri Stewart aviva la bella compagnia di Grace Kelly; lui, fino a quel momento, non aviva scoperto nisciun omicidio mentri Stewart aviva a chiffari con uno che aviva tagliato a pezzi la mogliere; lui annava avanti ’mprovvisanno, a come veni veni, mentri Stewart aviva ’na sceneggiatura e un regista di quel calibro. Po’, finuto il film, si misi a satare da un canali all’altro fino a quanno non si fici l’una di notti. Allura annò in cucina e, allo scuro, s’assittò supra alla seggia col binocolo. Nel terrazzo condominiale non si vidiva nisciuno, il balcuni di sutta, quello della signura Liliana, era stato lassato mezzo aperto e si vidiva la solita luci splapita.
L’interno dello studio del professuri di storia era illuminato dalla luci dell’abagiur, si vidi che era annato a corcarsi nel divano letto. Tra poco la giovane ’nfirmera notturna l’avrebbi raggiunto per consolarlo del granni dolori che provava per la mogliere malata. Il balcuni della coppia trentina era stato spalancato, la luci della cammara era addrumata ma dintra non c’era nisciuno. Capace che quella sira non ci sarebbi stato il solito film a luci rosse epperciò non avivano scanto d’essiri viduti. Doppo ’na mezzorata di sorveglianza non era capitato nenti. Si susì, si fumò ’na sicaretta ’n bagno e quanno tornò ad assittarisi alla finestra vitti all’omo nel terrazzo. Stava piegato supra la ringhiera tutto sporgiuto in fora e taliava il balcuni sottostanti. Erano squasi le dù di notti. L’omo si misi addritta, tirò fora qualichi cosa dalla sacchetta, la pigliò con le dù mano, se la portò all’occhi. Montalbano strammò. L’omo stava talianno il palazzo d’infacci con un binocolo, priciso ’ntifico a quello che stava facenno lui.
Voliva di certo controllare se c’erano pirsone che potivano vidirlo. Il commissario si fici cadiri il binocolo supra al petto, non voliva essiri tradito da un qualichi riflesso delle lenti. A occhio nudo, s’addunò che il balcuni della giovane coppia era stato novamenti chiuso a mezzo e che la mogliere, perfettamenti inquadrata al centro dello spiraglio, si era vistuta come Carmen, aviva persino le nacchere, e abballava movenno i scianchi a ’na musica che non si sintiva. Ripigliò il binocolo. L’omo sul terrazzo stava leganno il capo di ’na corda chiuttosto grossa alla parte ’nferiori di ’na sbarra della ringhiera. Era chiaro che aviva ’ntinzioni di calarisi nel balcuni di sutta. Po’ l’omo provò la tinuta del nodo tiranno forti la corda.
Soddisfatto del risultato, si livò la giacchetta, scavalcò la ringhiera e accomenzò a calarisi appinnuto alla corda. Ma arrivato all’altizza del cornicione, si firmò un attimo appiso e risalì. Aviva cangiato idea? O ci avrebbi riprovato? Certo, non era un latro. Di questo Montalbano ne era cchiù che sicuro. Troppo spratico, troppo maldestro nello scinniri con la corda. Era chiaro che a un certo momento si era scantato di cadiri di sutta o aviva avuto un momento di virtigine e aviva preferito risalire. Ora stava addritta e si stava asciucanno il sudore con un fazzoletto bianco.
Carmen aviva principiato uno spogliarello languido a favori di qualichiduno che non era nell’inquatratura, ma di certo doviva essiri il marito. Po’ l’omo scavalcò novamenti la ringhiera e accomenzò a scinniri con estrema lintizza. C’impiegò ’na decina di minuti ad arrivari supra al balcuni. Lassata la corda, fici ’na cosa stramma. Cavò dalla sacchetta dei pantaluna ’na bombola spray e si spruzzò sutta alle ascelle. No, non era un latro, i latri non si levano il feto di sudori prima di trasire in una casa per arrubbare. Vuoi vidiri che era l’amanti di Liliana? No, pirchì altrimenti la notti avanti non sarebbi ristato fermo quanno lei era comparsa a parlari al cellulare. E allura chi era e che voliva fari?
Andrea Camilleri
 
 

ImmigrazioneOggi, 30.7.2008
I rifugiati... ed il coraggio di chi salva le vite umane.
On-line da questo pomeriggio il nuovo approfondimento video “Oblò” di ImmigrazioneOggi sul tema dei rifugiati. Interviste a Andrea Camilleri, Walter Irvine, Thomas Hammerberger, Laura Boldrini, l’ammiraglio Raimondo Pollastrini, Daniela Di Capua.

Il premio “Per Mare 2008” che l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati ha consegnato lo scorso 20 giugno a pescatori e marinai che si sono contraddistinti per gesti di altruismo e solidarietà nei confronti degli immigrati naufraghi nel Golfo di Sicilia, è stata occasione per ImmigrazioneOggi di riflettere sulla questione rifugiati e sulle politiche del nostro Paese in materia di asilo.
Nasce da qui l’approfondimento video "I rifugiati... ed il coraggio di chi salva le vite umane" con interviste ad Andrea Camilleri, il delegato regionale Unhcr Walter Irvine, il commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammerberger, la portavoce dell’Unhcr Laura Boldrini, il comandante della Guardia Costiera l’ammiraglio Raimondo Pollastrini, la responsabile delle politiche di accoglienza ai richiedenti asilo dell’Anci, Daniela Di Capua, la presidente della Commissione immigrazione di Caritas Europa Le Quyen Ngo Dhin ed altri esperti e protagonisti della materia.
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Last modified Tuesday, May, 13, 2014