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RASSEGNA STAMPA

AGOSTO 2015

 
3.8.2015
I romanzi di Vigàta e altro ancora / Le indagini di Montalbano

In occasione dei 90 anni di Andrea Camilleri la Sellerio pubblicherà due e-book speciali in vendita solo per quattro giorni, dal 3 al 6 settembre 2015, con tutti i libri di Camilleri pubblicati dalla Casa Editrice.
 
 

Il Messaggero, 4.8.2015
Da Aristofane a d'Annunzio e Camilleri, iI profumo della letteratura: due libri che fanno perdere la testa

Quanti profumi, sensuali, freschi, vigorosi, caldi, pungenti, maliziosi, inconfondibili.
[...]
Tutti abbiamo un naso, tutti sappiamo quanto sia ricco di sensazioni il mondo degli odori e dei profumi. Ma spesso ci mancano le parole per raccontarlo. Gli scrittori, in ogni tempo, l’hanno fatto, tentando di portarci nel suo “cuore espressivo”: se la lingua non basta a esprimere eros o struggimento, ecco che una fragranza supplisce.
Anche la letteratura ha un odore e una fragranza, anzi tanti odori e tante fragranze, i profumi, si sa, “servono a evocare luoghi, a ritrarre personaggi, a toccare le corde dell’emozione”. E a un’eccezionale “passeggiata olfattiva” ci guidano “Il profumo della letteratura” di Daniela M. Ciani Forza e Simone Francescato (“Il profumo nella letteratura”, Skira, 380 pagine 26 euro) e “La sua voce è profumo” (Mondadori, 212 pagine 12 euro) di Giovanna Zucconi, duplice viaggio seducente e per tanti versi imprevisto attraverso libri che hanno dedicato pagine su pagine a questa magnifica ossessione: quella, per fare un esempio da manuale, della povera Armida nella “Gerusalemme liberata”, condannata a rimanere da sola nel suo profumatissimo giardino incantato dove aveva sperato di ospitare per sempre l’adorato Rinaldo.
[...]
Profumano le prelibatezze culinarie di Adelina, la pelle di Livia, il mare. Andrea Camilleri, i suoi romanzi sono intessuti di fragranze, la parola sciauro, che vuol dire odore, ricorre spesso. Un suo libro s’intitola “L’odore della notte”. In un altro,” Il re di Girgenti”, è l’afrore erotico delle ascelle di Filònia a muovere il racconto. Un avvocato particolarmente viscido porta un “profumo diciastro che faciva vinniri il vomito”.
[...]
Renato Minore
 
 

Kurier, 5.8.2015
Montalbano wird nicht erschossen
Der Sizilianer wird 90, deshalb erscheinen von ihm heuer drei Kriminalromane.

Andrea Camilleri schreibt und schreibt, denn wenn er nicht schreibt, dann ist ihm langweilig.
Hält man ihm (vorsichtig) vor, dass er vielleicht unter Umständen zu viel schreibt, wird er laut: "Was ist das Maß für dieses zu viel? Der einzige Mensch, der befähigt ist zu entscheiden, ob ich zu viel oder zu wenig schreibe, bin ich."
Man stelle sich vor, dass Honoré de Balzac (15 Stunden am Tag, bis zu 50 Schalen Kaffee) kritisiert wurde: "Du schreibst zu viel, lieber Balzac..."
Camilleri: "Das wäre ja noch schöner gewesen!"
Wer seinen aktuellen Roman "Das Spiel des Poeten" liest, wird anerkennen: Der Kerl (Pardon) soll schreiben, er wird immer besser.
Heuer, am 6. September, wird Andrea Camilleri 90 Jahre alt.
In dem sizilianischen Hafenort Porto Empedocle, in dem er aufwuchs (und der in vielen Romanen den Namen Vigàta bekommt), war ein Lehrer, der im Unterricht schlief – angeblich aus Protest, weil er so wenig verdiente.
Karriere mit 70
Die Kinder protestierten, sie wollten etwas lernen. Ja, damit war der Lehrer einverstanden, er verlangte aber jede Woche eine Schachtel Zigaretten. Aus pädagogischen Gründen: Die Kinder passten besser auf und wurden klug.
Camilleri wurde Theater- und TV-Regisseur – leicht bitter, weil jeder zweite Italiener nicht lesen kann (wie er behauptet). Von den ersten Romanen mit ersten Mordopfern wurden immerhin 5000 Exemplare verkauft. Mehr geht halt nicht, so dachte der Autor. Eh nicht übel.
70 war er, als er den wetterfühligen Commissario Montalbano erfand. Einen lustvollen Faulenzer und Genießer, der das Pech hat, dank Camilleris Fleiß zwei Fälle pro Jahr klären zu müssen.
Damit schafft er seither allein in Italien eine Million Bücher.
Und gibt Andrea Camilleri die Möglichkeit, sein Land zu beschreiben, dessen Bewohner sich durch Berlusconi verändert haben: Verseucht habe er sie – jeder Italiener versuche nun, noch gerissener zu sein als die anderen.
Andrea Camilleri wollte seinen Polizisten längst schon sterben lassen, weil sich Montalbano in der Hightech-Welt der Verbrechensbekämpfung nicht mehr zurecht findet. Zum Dank für die eigene späte Karriere lässt er ihn leben. Den letzten Teil der Serie hat er seit mehr als zehn Jahren fertig. Er liegt beim Verleger in einer Schublade und darf posthum erscheinen.
Montalbano wird nicht erschossen. Auch wird er nicht in Rente gehen. Sondern wird nicht mehr in die Schreibmaschine geklopft.
Wie Camilleri in einem Interview mit dem Turiner Journalisten Lorenzo Rosso verraten hat, ist sein Commissario seit längerer Zeit wütend. Denn Leute fragen ihn, ob er der Typ aus dem Fernsehen sei oder der richtige...
(Im TV liefen bisher 26 Folgen.)
Montalbano mag nicht ständig für sein Alter Ego gehalten werden; und um das abzuschaffen – um sich selbst abzuschaffen, wendet er sich an seinen Autor...

RANKING
Die drei besten Krimis mit Montalbano
Hitparade. "Das Spiel des Poeten" ist der 16. ins Deutsche übertragene Roman mit Commissario Montalbano. Im September, zu Andrea Camilleris 90. Geburtstag, bringt "sein" Kölner Verlag Bastei Lübbe noch Band 17, "Das Lächeln der Signorina", und Band 18, "Der ehrliche Dieb". heraus.
Aber im Italienischen sind bereits zusätzliche sechs Krimis erschienen; und wenn man bedenkt, dass Andrea Camilleri angeblich mehrere fertige Manuskripte bei seinen Enkelkindern versteckt hat...
Höchst subjektiv die Liste der drei besten Montalbano-Romane: "Die Stimme der Violine", vierter Fall aus 2000 – eine moderne Ehe inkl. Mord und großartiger sizilianischer Küche.
"Das kalte Lächeln des Meeres", Fall sieben aus 2003 – der Commissario kollidiert beim Schwimmen mit einer Leiche (und ist sehr witzig).
"Das Spiel des Poeten", zurzeit in den Bestsellerlisten, überrascht mit einer nie dagewesenen Düsterkeit und mit zwei massakrierten Gummipuppen.
Peter Pisa

Montalbano non verrá ucciso.
Il siciliano sta per compiere 90 anni, e quest’anno verranno pubblicati tre suoi nuovi romanzi gialli.

Andrea Camilleri scrive e scrive, perché se non scrive, si annoia.
Se lo si rimprovera (con molta cautela) di scrivere troppo allora lui alza la voce e dice: “Qual è l’unità di misura per definire questo ‘troppo’? L’unica persona che ha il diritto di decidere se scrivo troppo o meno sono io.”
Immaginatevi se Honoré de Balzac (15 ore al giorno, fino a 50 tazze di caffè) fosse stato criticato: «Scrivi troppo, mio caro Balzac...»
Camilleri: “Questo sarebbe stato ancora più bello!”
Chi ha letto il suo ultimo romanzo "Das Spiel des Poeten" ["La caccia al tesoro", NdCFC] dovrà ammettere che ‘il tizio’ (pardon) è nato per scrivere, quindi deve scrivere e migliora sempre più.
C’era una volta, nel piccolo paese di Porto Empedocle, dove lui è cresciuto, un insegnante che dormiva durante le lezioni come protesta contro lo scarso stipendio.
Gli studenti, a loro volta, protestavano perché volevano imparare qualcosa. L’insegnante era pienamente d’accordo con loro ma iniziò a pretendere, per farli contenti, un pacchetto di sigarette a settimana. In seguito risultò che i ragazzi stavano più attenti e diventarono molto intelligenti.
Camilleri diventò in seguito regista di teatro e tv, amareggiato perché riteneva che un italiano su due non sapesse leggere.
Dei suoi primi romanzi con vittime per omicidio sono state vendute 5000 copie. ‘Di più non è possibile’ pensava l’autore... ’eh niente male’.
Aveva 70 anni quando inventò il meteoropatico commissario Montalbano. Un fannullone piacevole e gaudente [Sic!, NdCFC], che ha la sfortuna, grazie all’impegno di Camilleri, di risolvere due casi all’anno.
Da allora riesce a vendere, solo in Italia, un milione di libri.
E Andrea Camilleri ha la possibilità di descrivere il proprio Paese, i cui abitanti sono cambiati a causa di Berlusconi. L’autore cerca però di corromperli: “che ciascun italiano provi ad essere più astuto dell’altro.”
Andrea Camilleri avrebbe voluto far morire il suo poliziotto già da un pezzo perché Montalbano non si trova più a proprio agio nel mondo high-tech della lotta contro la criminalità. Come segno di gratitudine per i suo successo tardivo lo lascia vivere. L’ultimo episodio della serie di Montalbano l’ha scritto da ben dieci anni. Si trova in un cassetto presso l’editore e verrà pubblicato postumo.
Montalbano non verrà ucciso e non andrà nemmeno in pensione. Ma non sarà più sfruttato dalla macchina per scrivere.
(In TV sono già apparsi 26 episodi.)
A Montalbano non piace essere costantemente scambiato col suo alter ego; e per sopprimere questo ? per sopprimere se stesso, si rivolge al suo autore...

I tre migliori gialli di Montalbano
"Das Spiel des Poeten" è il 16º romanzo con Montalbano ad essere tradotto in lingua tedesca. A settembre, per il 90º compleanno di Andrea Camilleri, l’editore Bastei Lübbe, pubblicherá "Das lächeln der Signorina" e "Der ehrliche Dieb".
In lingua originale, però, sono stati già pubblicati altri gialli
Se solo si pensa che Camilleri ha nascosto altri manoscritti presso i nipoti...

Traduzione a cura di Rossella D'Ippolito e Igor Kusin - Camilleri Fans Club
 
 

tele.at, 6.8.2015
SAT.1 emotions
Donnerstag, 13.08.2015
22:25 bis 00:25
Sonstiges
Commissario Montalbano
I 2001

3. Staffel, Folge 1: Der umtriebige Sanfilippo wird erschossen vor seinem Haus aufgefunden. Neben Unmengen Videos seiner diversen amourösen Abenteuer fällt Montalbano der intensive Briefwechsel mit einer Unbekannten in die Hände. Als das benachbarte Ehepaar ebenfalls vermisst wird und der Commissario bei Nenè ein Manuskript entdeckt, das Parallelen zu dem Fall erkennen lässt, fügt sich langsam ein Puzzle zusammen.
 
 

teXXas, 6.8.2015
morgen, 02:25 Uhr - 04:05 Uhr | SAT.1 Emotions
Commissario Montalbano
Der Hund aus Terracotta, Serie, I 2000
 
 

SWR, 7.8.2015
Mediathek
SWR2 Kultur aktuell
Commissario Montalbano, der italienische Sherlock Holmes
7.8.2015 | 18.40 Uhr | 3:56 min
 
 

La Repubblica, 8.8.2015
Cinema, il successo delle arene. "E' tornata la voglia di condividere un evento"
Il produttore Carlo Degli Esposti parla delle "notti dei miracoli" che si moltiplicano da sud a nord. Dai festival alle rassegne, il grande schermo piace all'aperto. "Il modello Nicolini è rinato"

[...]
Nell'era in cui siamo sempre connessi e soli, questa estate in piazza ha fatto riscoprire un nuovo modo di stare insieme.
"Nella fruizione collettiva c'è la risposta più grande a Netflix, la cosa più individualista, e culturalmente individualista, che esista. Ma vorrei che questa rinascita culturale non riguardasse solo l'estate. Sto cercando di organizzare degnamente a Roma il lancio del Giovane Montalbano e i festeggiamenti per i 90 anni di Andrea Camilleri. Una festa per tutti".
Silvia Fumarola
 
 

YouTube, 9.8.2015
Il Giovane Montalbano 2 Primo spot



Gallia Moi
 
 

askanews, 10.8.2015
Esce "Insoliti sospetti", nuovo romanzo noir di Salvo Toscano
L'autore: la mia è Palermo borghese, di Camilleri mi piace ironia

Roma - Tra i vicoli di una Palermo ricca di fascino e storia, ma anche di insidie e pericoli, tornano ad evolversi le storie dei fratelli Corsaro, l'avvocato e il cronista protagonisti di "Insoliti sospetti", ultimo romanzo noir del giornalista palermitano Salvo Toscano.
[...]
Quando si parla di romanzi gialli in salsa sicula, inevitabile è l'accostamento con il maestro Andrea Camilleri. "Nei miei romanzi c'è una Sicilia un po' diversa da quella di Camilleri - ha concluso Toscano - E' una Sicilia più cittadina e metropolitana. Però, quello che io ho apprezzato molto da lettore nei libri di Camilleri, questo gusto per l'ironia nel tratteggiare situazioni e personaggi è qualcosa che si ritrova nei miei libri".
 
 

Telenova, 11.8.2015
Camarina omaggia Camilleri

Nel programma estivo del Museo Regionale di Camarina non manca un momento attesissimo: l’omaggio allo scrittore Andrea Camilleri il 13 agosto 2015 con inizio alle ore 20.00. L’evento è organizzato dal Museo di Camarina e dal Comune di Vittoria. Nel corso della serata saranno proiettati due film – documentari uno tratto da un’opera di Camilleri, “La Magaria”; mentre l’altro documentario sarà “Ugo e Andrea”. La regia dei due film è di Rocco Mortelliti che sarà presente alla serata e alla fine delle proiezioni dialogherà con il pubblico. La serata sarà introdotta dal Prof. Bonetta. “ Il Museo di Camarina – ha dichiarato Giovanni Di Stefano, Direttore del Museo – ha un feeling con Camilleri e Mortelliti da molto tempo e oramai ogni anno i film del regista Rocco Mortelliti tratti da opere di Camilleri sono una programmazione costante al Museo”. Le due pellicole che saranno proposte sono la “Magaria”, tratta da “Favole al tramonto”, una sorta di fiaba con incanti, magie, meraviglie ma anche con una denuncia per ingiusti sospetti, e poi “Ugo e Andrea”, una conversazione fra Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti. Il regista dei due documentari, Rocco Mortelliti che sarà presente in sala, avvierà poi un dialogo con gli spettatori sulle varie modalità di riprese e sulle partecipazioni di Camilleri alla realizzazione del film. L’appuntamento di Camarina è un momento unico nel panorama siciliano in cui Andrea Camilleri viene presentato come autore diverso dallo stereotipo di Montalbano e in questo l’apporto del regista Mortelliti, genero di Camilleri, appare di grande rilievo.
 
 

Telenova, 12.8.2015
Rocco Mortelliti ospite d’onore a Camarina per la serata in omaggio a Camilleri

«Sono onorato di ritornare a Camarina dove ho girato il film “La strategia della maschera” – ha dichiarato Rocco Mortelliti – e dove ogni anno il Direttore del Museo Giovanni Distefano dedica uno spazio ad Andrea Camilleri. Quest’anno scopriremo un altro Camilleri con “La Magaria” e “Ugo e Andrea”». Mortelliti raggiunto a Roma, in partenza per Camarina è entusiasta del progetto del Museo di Camarina. «Scoprire un altro Andrea Camilleri – ha detto Mortelliti – oltre al Commissario Montalbano è piacevolissimo e Camarina dove abbiamo già dato “La scomparsa di Pato” e “La strategia della Maschera” si candida ad essere la sede dell’altro Camilleri». Rocco Mortelliti sarà l’ospite d’onore della serata del 13 agosto alle ore 20,00 al Museo di Camarina che sarà condotta da Giovanni Distefano e Gaetano Bonetta e nel corso della quale il regista, come sempre, dialogherà poi con il pubblico. Rocco Mortelliti è stato anche attore in vari film “L’amico immaginario”, “Abbiamo fatto l’amore”, “Un’isola”, “Cresceranno i carciofi a Mimongo”. È probabile che nel corso della serata del 13 a Camarina il regista possa annunciare l’intenzione di girare a Camarina e nell’area Iblea un nuovo film tratto da un romanzo di Camilleri.
 
 

Camarina, 13.8.2015


Foto Titta Gambuzza - Camilleri Fans Club
 
 

DaringToDo, 13.8.2015
Roberto Andò e Marco Betta - "Il quadro nero" al CRT di Milano
L'opera per film e musica "ll quadro nero" di Roberto Andò e Marco Betta, ispirato a Gattuso e Camilleri, sarà al CRT di Milano dal 25 al 27 settembre 2015

Manca poco alla messa in scena dello spettacolo teatrale Il quadro nero, ispirato al dipinto “La Vucciria” di Renato Guttuso e al testo di Andrea Camilleri.
Roberto Andò si è occupato di curare la parte di progettazione e di ripresa del film mentre Marco Betta si è preso cura della parte compositiva in musica.
L’opera per film e musica Il quadro resterà al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano dal 25 al 27 settembre.
IL QUADRO NERO
La Vucciria, il grande silenzio palermitano
L’opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta è tratta dalle opere di Renato Guttuso di Andrea Camilleri. L’idea è di Roberto Andò, la musica di Marco Betta e la produzione del Teatro Massimo di Palermo.
<<Il quadro nero è ispirato al noto dipinto La Vucciria di Renato Guttuso, che ritrae lo storico mercato palermitano, che ha rappresentato a lungo un pezzo significativo dell’anima di questa città. Su uno schermo cinematografico prende vita come opera per musica e film.
Ma perché questo capolavoro che appare come un tripudio di cibo e di colori, simbolo di vitalità e di ricchezza, sembra calato in un silenzio assordante e diventa qui “Il quadro nero”? L’intuizione è del critico Cesare Brandi secondo il quale Guttuso avrebbe dipinto la sua opera su un fondo annerito con il carbone: sotto l’opulenza della rappresentazione nel quadro si annidano in realtà i presagi del declino di un’intera città. Ad annodare i fili di questo originale film/opera, su sollecitazione e intuizione del figlio adottivo del pittore Fabio Carapezza, ha lavorato un prestigioso gruppo di artisti siciliani: sulla base di un testo scritto da Andrea Camilleri, il regista Roberto Andò ha ideato e girato il film, mentre le musiche sono state composte da Marco Betta. L’amalgama finale è uno sconvolgente affresco, una sinfonia visiva tra teatro, cinema e opera.>>
(v.c.)
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 13.8.2015
Teresa Mannino. L'attrice siciliana si racconta al nostro giornale a margine dello spettacolo di ieri con cui ha concluso il tour nell'isola
«Più rispetto per la nostra terra»

Teresa Mannino e la Sicilia, ironica e pungente, "della ragione" e dell'esagerazione. La Sicilia che fa ridere e sorridere. A denti stretti, però! La Sicilia vista con gli occhi di una siciliana che vive al Nord ma che torna in Sicilia per ritrovare gli odori e i sapori di una volta. Ed ancora, l'attrice comica che si emoziona al ricordo di Ignazio, un bambino di Porto Empedocle che gli [Sic!, NdCFC] racconta la sua vita ed il suo amore per San Calogero (della Marina). Grazie a Teresa, Ignazio scoprirà Nenè Camilleri, e Teresa rivedrà, nello sguardo di Ignazio, Nenè da bambino. Ma soprattutto, attraverso gli occhi del bambino scoprirà la vera essenza della Vigata descritta da Andrea Camilleri nei suoi libri.
[...]
Ha detto di aver capito alcuni meccanismi della comicità grazie ad Andrea Camilleri. Quale per esempio?
L'esagerazione. Un meccanismo che è molto chiaro ne "La concessione del telefono" ma che si evince anche in altri libri. Lui comincia piano piano per poi esagerare. Questo climax crea la comicità. Ma non solo questo: i suoi libri sono pieni di meccanismi di comicità anche nella descrizione dei personaggi. Poi lui conosce perfettamente quali sono i tempi. Quando iniziai le riprese del documentario "Il Maestro senza regole" andai a vederlo all'Auditorium della Rai [in realtà l'Auditorium Parco della Musica, NdCFC] di Roma e lui con un semplice sospiro fece ridere tutta la numerosissima platea.
[...]
Nel suo spettacolo "Sono nata il ventitrè" racconta dei mutamenti avvenuti in Italia dagli anni 70 a oggi.
Quando ho fatto il documentario su Andrea Camilleri, ho ritrovato a Porto Empedocle molti valori di un tempo. Io mi sono innamorata di questa città, di Agrigento, ma soprattutto della gente di Porto Empedocle. Ho ritrovato la Vigata di cui parla Camilleri. Molti dicono non esiste più quella Vigata, invece, io ritengo sussista ancora nel modo in cui si comportano le persone e nel loro atteggiamento di cortesia e di educazione.
Ricorda un aneddoto legato a quel documentario?
Sì, ricordo un'esperienza fortissima: mentre passeggiavo con la troupe a Porto Empedocle alla ricerca dell'Ufficio del turismo, siamo stati "abbordati" da un bambino di 10 anni che ci ha chiesto se avevamo bisogno di aiuto. Senza neanche guardarci, e con fare molto disinteressato, ci disse anche che nel pomeriggio ci sarebbe stata la processione di San Calogero. Siamo andati insieme alla processione ed in questa occasione ci ha raccontato la sua vita e tutto il suo amore per San Calogero. Abbiamo ritrovato una sorta di Nenè Camilleri piccolo. Abbiamo letto insieme un libro di Andrea e lui alla fine, con tutta la sincerità di un bambino, mi ha detto: "Bello, mi piaci stu Camilleri me lo voglio leggere puru io". Di Camilleri non sapeva nulla, conosceva Montalbano perché aveva visto la statua che c'è in città. Il bambino si chiama Ignazio (la voce si rompe per la commozione). È stato un incontro bellissimo e mi è dispiaciuto che non sia stato inserito nel documentario.
[...]
Luigi Mula
 
 

teXXas, 13.8.2015
heute, 22:25 Uhr - 00:25 Uhr | SAT.1 Emotions
Commissario Montalbano
Das Spiel des Patriarchen, Serie, I 2001
 
 

tele.at, 13.8.2015
SAT.1 emotions
Freitag, 28.08.2015
02:25 bis 04:10
Sonstiges
Commissario Montalbano
I 2001

4. Staffel, Folge 1: Ein blinder Mann kommt ums Leben, scheinbar handelt es sich um einen Unglücksfall. Der Commissario Salvo Montalbano wundert sich allerdings über das große Interesse des Ingenieurs Di Stefano an dem Hund des verstorbenen Mannes. Nach einem Besuch bei der Schwester des Toten, weiß Montalbano mehr. Der sizilianische Commissario geht nun davon aus, dass der Blinde ermordet wurde.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 14.8.2015
Boris Giuliano e la Impastato l'antimafia raccontata in tv

[...]
Personaggi di carne e sangue con un vissuto da romanzo e un contesto da gran teatro che rimpiccioliscono gli investigatori di carta o di celluloide con la pretesa di apparire verosimili, a meno che non siano dichiaratamente "finti" come il commissario Montalbano di Camilleri.
[...]
Mario Di Caro
 
 

Bibliotheek Twenterand, 14.8.2015
The Young Montalbano: Back to Basics
zondag 16 augustus 2015 van 00:00 tot 01:50 | BBC 4, - TV
Serie van zes detectives van Gianluca Tavarelli naar de boeken van Andrea Camilleri. Met Michele Riondino, Andrea Tidona, Katia Greco e.a.

Episode 3/6: Back to Basics. Just as he's starting to settle into his new job, Montalbano is surprised, and somewhat irked, by the unexpected arrival of the new deputy inspector, Mimi' Augello. The two soon find that their personalities are as alike as chalk and cheese. Together, they investigate the kidnapping of a young child and make the acquaintance of a beautiful Genoese architect, Livia Burlando. A rivalry immediately ensues for the girl's attentions.
 
 

Rai News, 15.8.2015
Rai, il giovane Montalbano e le nuove fiction dell'autunno
Cliccare qui per vedere il servizio televisivo

Michele Riondino torna a vestire i panni del Giovane Montalbano, e in autunno Sotto copertura racconterà la storia di Michele Romano. Tra le nuove fiction spazio anche ai temi del sociale con Anna e Yusef-Un amore senza confini, storia d'amore tra un'italiana, Vanessa Incontrada, e un magrebino.
Gianni Maritati
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 15.8.2015
Lando Buzzanca: "Avrei voluto essere Montalbano"
Il dolore per la perdita della moglie e il ritorno alla vita: "Noi uomini siamo più fragili delle donne. Non sono mai stato il seduttore dei film che interpretavo"

Avere ottant'anni e non sentirseli. Andare ancora appresso a quel ragazzino che è dentro il cuore, anche se le gambe non sempre assecondano e la testa, talvolta, confonde la strada. Avere ottant'anni e guardare sempre avanti, tirando per il collo quella testa che indugia all'indietro. Lando Buzzanca, mattatore del grande e piccolo schermo, festeggerà il compleanno a Palermo, dove è nato, con i parenti stretti, il 22 agosto, due giorni prima della scadenza, anzi un giorno prima, visto che il padre lo dichiarò all'anagrafe solo l'indomani della nascita.
[...]
Tanti attori finiscono nel buco nero che ingoia gli interpreti di personaggi eccessivamente caratterizzati. Come si è salvato?
"Con fortuna e lavorando tanto. Per mia ventura avevo iniziato a fare cinema dalla porta principale e così non mi è stato difficile riannodare i fili professionali. Tempo fa avevo manifestato qualche recriminazione per il fatto che lo scrittore Andrea Camilleri, il produttore e il regista non mi avessero scelto per la parte del commissario Montalbano. Sentivo quel ruolo cucito addosso a me e mi dispiaceva vederlo sullo schermo con le sembianze di un altro. Poi mi è passata, perché sarebbe stato un altro buco nero. Con l'Homo eroticus l'avevo fatta franca, ma una seconda volta chissà. Così viva Montabano di Zingaretti con quelle immagini della Sicilia solari, stupende. Il posto più meraviglioso dell'universo".
[...]
Tano Gullo
 
 

Proximus TV, 15.8.2015
El comisario Montalbano: El toque del artista"
Durée : 105 mins.
 
 

Grosseto Notizie, 16.8.2015
Santa Fiora: Andrea Camilleri a Santa Fiora racconta la psicologia dei suoi personaggi

Andrea Camilleri in persona svela i segreti psicologici e le genesi letteraria dei suoi personaggi.
Succederà lunedì 17 agosto, alle 17.30 nella sala del Popolo di Santa Fiora, con “Nel segno di Camilleri. Dal romanzo alla narrazione psicologica”.
L’incontro pubblico, organizzato dal Comune di Santa Fiora, è condotto dal professor Giuseppe Fabiano e vi parteciperanno anche il sindaco Federico Balocchi, il professor Ennio Sensi, Isabella Dessalvi, assessore comunale al turismo, e il consigliere comunale Luciano Luciani.
Giuseppe Fabiano, psicologo psicoterapeuta, docente alla Sapienza, ha analizzato alcuni romanzi di Camilleri – nel dettaglio, “La presa di Macallè”, “Il casellante” e “L’età del dubbio” – per lo studio del passaggio dalla narrazione all’indagine psicopatologica e psicodiagnostica.
Nel corso dell’evento, video e letture di brani tratti dalle opere di Camilleri che, dallo scorso ottobre, è cittadino onorario di Santa Fiora.

Andrea Camilleri
Andrea Camilleri è uno tra gli scrittori italiani non solo più letti, ma anche più “visti”: alla serie televisiva dedicata al commissario Montalbano, il personaggio più noto prodotto dalla penna di Camilleri, vanno anche sommate quelle dedicate al commissario Maigret e al tenente Sheridan, delle quali Camilleri è stato sceneggiatore e regista.
I suoi romanzi, poi, sono da anni oggetto di studio multidisciplinare: quelli antropologici sulla sicilianità come metafora più ampia dell’italianità, o quelli sulla cultura materiale del buon vino, della buona tavola e dello sport. Fino a quelli sulla lingua di Camilleri: l’uso del dialetto come strumento identitario e introduttivo al mondo che viene narrato.
“Da tempo mi giungono notizie sull’uso, diciamo così non letterario, dei miei romanzi – racconta Camilleri –. A titolo di curiosità, mi piace segnalare un caso recente: una dottoressa che da tempo si occupa del disturbo ossessivo compulsivo, ha da un anno una paziente trentacinquenne, che chiameremo Giorgia, nella quale il disturbo è insorto a 24 anni, mentre stava preparando la tesi di laurea in Lingue, impedendole di portarla a termine per l’impossibilità di leggere i testi che doveva consultare. Un giorno Giorgia si è presentata raggiante in studio comunicandole che, dopo un decennio di tentativi a vuoto, era riuscita a leggere speditamente ‘La caccia al tesoro’, un mio romanzo con Montalbano“.
“La dottoressa si è chiesta se la scomparsa del disturbo fosse dovuta alla particolare attenzione che richiede la comprensione della mia scrittura o alla trama poliziesca. Le ha dato da leggere un romanzo poliziesco spagnolo in lingua originale, sullo spagnolo era infatti incentrata la tesi che Giorgia avrebbe dovuto portare a termine, ma il disturbo si è ripresentato – continua Camilleri –. Allora la dottoressa le ha consigliato di leggere un altro mio romanzo completamente diverso dal primo, ‘Maruzza Musumeci’. Ebbene, Giorgia lo ha letto tutto da cima a fondo. La dottoressa sta cercando di generalizzare questa esperienza con altri pazienti. Spero abbia successo, se non altro i miei libri saranno serviti a qualcosa“.
 
 

L'Indipendente, 16.8.2015
Cultura & Vita. Rocco Mortelliti trionfa con la Traviata in Giappone. Ed in Sicilia omaggia con un evento culturale Andrea Camilleri

[...]
Ma non solo Verdi. Mortelliti regista dell’unica trasposizione cinematografica di un romanzo di Camilleri, “La scomparsa di Patò” (un film che ha ricevuto diversi premi a livello internazionale e nazionale ed il cui successo è multimediale), il 13 agosto a Kamarina (nel Ragusano), è stato il protagonista di una serata culturale dedicata allo scrittore Andrea Camilleri. Dapprima è stata proiettata “La magaria” favola nera di Andrea Camilleri (voce recitante Alessandra Mortelliti, musica di Marco Betta, maschere di Stefania Mortelliti, la figura del nonno è interpretata dal regista). La seconda parte della serata è invece stata incentrata sul docufilm “Ugo & Andrea” dialogo tra Ugo Gregoretti e Andrea Camilleri. All’interno di un duetto i due si raccontano parlando a ruota libera della loro vita, delle loro esperienze.
Salvo Fallica
 
 

Bibliotheek Twenterand, 16.8.2015
Il giovane Montalbano: Capodanno
maandag 17 augustus 2015 van 16:35 tot 18:30 | Eén, - TV
Italiaanse detectivereeks over de beginjaren van de temperamentvolle Siciliaanse politie-inspecteur Salvo Montalbano. Gebaseerd op de boeken van Andrea Camilleri. Met Michele Riondino, Andrea Tidona, Katia Greco, Valentina D'Agostino e.a.

Aflevering: Capodanno. Een man wordt doodgeschoten in zijn hotelkamer op oudejaarsavond en dus bestaat Montalbano's eerste nieuwjaarsdag in Vigata uit een moordonderzoek. De zaak brengt een aantal ongewone raadsels aan het licht, niet in het minst dat het slachtoffer mede-eigenaar was van het hotel.
 
 

Comune di Santa Fiora, 17.8.2015

Ooh, rieccomi a casa, averlo saputo un dieci minuti prima avrei evitato di trovarmi davanti al portone del comune con un signore che faceva il leinonsachisonoio (dovutamente minacciando col ditino) con il vigile che impediva l'entrata di almeno un centinaio di persone disperate, visto che la sala non conteneva più di tanto.
Ma, dico, a Santa Fiora danno la cittadinanza onoraria al Sommo e poi non pensano di farsi un auditorium di almeno 500 posti... Mah, l'Italia!
In ogni modo, al dileguarsi del vigile, portone sguarnito e corsa per le scale, qualcosa si è riuscito a sentire, e poi anche a vedere. Insomma, ho assistito a più di un incontro Sommico, ma stavolta ho trovato il tutto diverso dal solito. Il relatore ha tratteggiato psicologicamente la narrativa e i personaggi di Camilleri, per poi estrarre brani dai suoi (che sono circa anche i miei) tre titoli preferiti, che descrivono con sintesi ed efficacia, maggiori forse di quelle profuse nei testi di psicologia, tre stati (processi?) psicologici ben definiti.
Da "L'età del dubbio", il conflitto (Montalbano che si sciarrìa con se stesso); da "Il casellante", il delirio (la protagonista che dopo aver subito la violenza si 'trasforma' in un albero, assecondata dal marito); da "La presa di Macallè", l'allucinazione (Michilino che assiste alla trasfigurazione di Gisuzzo).
In chiusura, l'intervento, come sempre preciso ed emozionante, del Sommo.
Sarebbe interessante riuscire a leggere tutto l'interessante contributo del professor Fabiano. Magari i potenti mezzi del CFC ci potranno accontentare...
Emanuele - Camilleri Fans Club
 
 

BookBank, 17.8.2015
Trucchi e segreti per tradurre Camilleri
Il traduttore non deve mai scordare di essere al servizio dell’opera, rimanendo il più fedele possibile allo spirito originale.

La scrittrice e traduttrice Vessela Lulova Tzalova ci spiega quali tecniche utilizza per far rendere la lingua vernacolare usata da Camilleri anche in bulgaro.
Signora Tzalova, grazie per la disponibilità e complimenti per il suo lavoro sui libri del commissario Montalbano. Partiamo proprio da Camilleri. Quanto è stato difficile rendere la “lingua” siciliana in bulgaro?
Tradurre i romanzi di Andrea Camilleri può apparire a primo acchito una fatica di Sisifo, però, quando ci si addentra all’interno della cultura siciliana, della lingua, degli usi e dei costumi, quelle che appaiono come difficoltà insormontabili, man mano che il lavoro procede, si dissipano, trasformandosi in un testo fruibile al lettore della lingua di arrivo.
Certo, è un lavoro di “chirurgia linguistica” in quanto sono necessarie ampie conoscenze legate alla specificità del nuovo linguaggio creato dall’autore, per trasporlo dal siculo-italiano a una lingua non romanza come è il bulgaro. Camilleri mette alla prova persino i propri connazionali non siciliani, non risparmiando, certamente, neanche il traduttore, quasi costringendolo ad andare oltre i limiti che fino a prima gli parevano come invalicabili.
Entrando nel dettaglio è necessario premettere che la Bulgaria a differenza dell’Italia è una nazione linguisticamente molto unita; per questo ho scelto di non utilizzare quasi nessuna parola dei dialetti bulgari (conosciuti da poche persone delle rispettive zone e che non possono essere considerati dialetti-lingue come sono alcuni dialetti italiani) per trasporre il siciliano. Su questa decisione non sono scesa a compromessi, poiché a mio parere ogni lettore di qualsiasi regione della Bulgaria andava messo nelle condizioni di comprendere appieno ciò che legge.
Personalmente mi sento molto affine in questo con le parole di Moshe Kahn, il traduttore tedesco di Camilleri, il quale disse che “il dialetto di una lingua non può essere trasmesso con il dialetto di un’altra lingua, così resta solo la possibilità di tradurre nella lingua letteraria tedesca ma con ricche sfumature”. Nel nostro caso, nella lingua letteraria bulgara.
Tradurre dall’italiano standard al bulgaro standard, come per ogni traduzione, presuppone gradi di difficoltà differenti, ma nel caso di Camilleri si va oltre, in quanto il suo linguaggio non può essere incasellato all’interno di un linguaggio e di uno stile statico e monocorde. Per le sue storie e i suoi personaggi ho scelto diversi livelli espressivi della lingua bulgara: il registro elevato, il familiare, il letterario, in quanto nella traduzione si è “obbligati” a muoversi sullo stesso piano dell’autore, ma nel frattempo senza mai trascurare le modulazioni linguistiche dettate dalla lingua bulgara.
Ho fatto sì, quindi, che la traduzione di ogni opera di Camilleri si muovesse nella medesima diversità creata dall’autore. Ai vari personaggi presenti nei romanzi della serie di Montalbano ho dato un timbro e una ritmica differente. Al commissario – un linguaggio familiare, elevato, burocratico, ma mai servile. Livia (che arriva dal Nord Italia) – un linguaggio altezzoso, privo di inflessioni, pulito, senza alcun tipo di increspature. Mentre ad Adelina e Catarella, due personaggi assai ruspanti, mi sono sbizzarrita, trovando soluzioni peculiari, giocando con frasi e parole dialettali note a livello nazionale e dando vita a vere e proprie storpiature linguistiche e lessicali, soprattutto con Catarella. A riguardo le parolacce, ad esempio, dire “cornuto” in italiano o in bulgaro è la stessa cosa, mentre per altri termini volgari mi sono attenuta alla regola non scritta la quale enuncia che certi limiti e certi epiteti non vanno superati, ma contestualizzati secondo la lingua di arrivo. In altri punti ho lasciato la parola originale, cioè in siciliano, poi l’ho tradotta tramite note a piè pagina, dando così al lettore la possibilità di immergersi per alcuni brevi istanti nelle colorite e variegate espressioni siciliane.
Alla fine più che difficile, senza volere essere immodesta, la traduzione è stata una sfida. È stata come avere innanzi un grande cruciverba della Settimana Enigmistica, dove tutte le caselle della traduzione del romanzo in siculo-italiano dovevano essere riempite con le adeguate parole nella lingua di arrivo, rispettando appieno lo stile, lo spirito originario e originale dell’autore.
Ed è per queste opportunità che mi sono state date, debbo un ringraziamento particolare anche alla Casa Editrice Knigopis, nella persona di Gheorghi Alexandrov.
Ha conosciuto personalmente Camilleri? E quanto è importante in generale per un traduttore confrontarsi con l’autore?
No, non ho avuto al momento questo onore. Posso dire però che l’ho conosciuto tramite Valentina Alferj, la sua segretaria. La quale gentilmente ha girato al Maestro Camilleri le mie domande in quei punti che al momento mi apparivano controversi, dissipandomeli immediatamente.
Il confrontarsi con l’autore, quando si traduce, sarebbe essenziale. Purtroppo per cause diverse tutto ciò non sempre è possibile. Fino a questo momento però posso dire che sono stata fortunata, perché oltre al Maestro Camilleri, altri scrittori, in modi differenti, mi hanno dato il loro supporto e di questo, anche se sono passati anni, voglio ancora ringraziarli.
In ogni caso da tempo ho fatto mio il pensiero di Delphine Gay de Girardin, la quale disse: “Quel tale si crede Kant perché l’ha tradotto.” , in quanto credo che autore e traduttore, durante la traduzione di un opera letteraria, vivono quasi una specie di simbiosi, ma il traduttore non deve mai scordare di essere lo strumento, il mezzo, per rendere godibile l’opera in una lingua diversa da quella dell’autore, e quindi è al servizio dell’opera, rimanendo il più fedele possibile allo spirito originale.
Ha tradotto altri autori italiani? La letteratura italiana è apprezzata in Bulgaria?
Nel corso della mia carriera, accanto ad alcuni scrittori considerati minori o poco conosciuti, ho tradotto tra le altre alcune opere di Valerio Massimo Manfredi, Sveva Casati Modignani, Danila Comastri Montanari, Pierdomenico Baccalario – Ulysses Moore. Ma non posso non menzionare Carlo Collodi, con Pinocchio, La Casta di Rizzo e Stella, dove la Bulgaria è stata l’unico Paese estero, almeno all’epoca, in cui il saggio politico è stato pubblicato; e di prossima uscita, Dario Fo.
La letteratura italiana è sempre stata apprezzata in Bulgaria. I classici italiani si studiano nelle scuole dell’obbligo, nei licei e nelle università. I lettori bulgari però sono voraci anche di novità, di nuovi autori e quindi guardano agli scrittori italiani con un occhio particolarmente interessato, e gli editori cercano di stare al passo, venendo incontro ai loro gusti eterogenei.
Quanto è valorizzato il lavoro di traduttore?
Purtroppo non come si dovrebbe. Infatti, a parole molti sono bravi a fare complimenti, ma poi nei fatti, soprattutto per quanto riguarda gli editori, non tutti, apprezzano il lavoro di pazienza certosina che sta dietro ad una traduzione letteraria, dove accade che per badare al risparmio, a discapito della qualità e della professionalità acquisita nel corso degli anni da parte dei traduttori esperti, molte opere vengono tradotte da soggetti privi di esperienza, i quali forniscono traduzioni scadenti o non all’altezza dell’opera originale, specie se di prestigio, danneggiando così l’opera, pregiudicandone un possibile successo commerciale.
Se poi entriamo nel dettaglio di quanto viene monetizzato il lavoro di un traduttore, questo lavoro artistico dovrebbe essere maggiormente remunerato. Infatti, il vero ginepraio è la contrattualistica, dove ogni editore può proporre al traduttore qualsiasi tipo di contratto, anche contratti che non tengono conto delle nuove tecnologie, le relative percentuali riferite al mercato non solo cartaceo ma anche digitale, o peggio ancora, “costringendo”, in quanto il traduttore è considerato la figura più debole, a cedere per sempre all’editore i diritti di traduzione, utilizzandolo come un semplice fornitore di servizi esterni, ignorando volutamente la legge sul diritto d’autore del traduttore.
E purtroppo in questi casi le associazioni di categoria fanno assai poco, o non vogliono fare nulla. Per modificare questa situazione, andrebbe, secondo me, regolamentata a livello nazionale o addirittura europeo.
Qual’è lo stato del mercato dei libri e si sente di suggerire qualche autore bulgaro?
La crisi economica non ha risparmiato nemmeno il settore editoriale bulgaro, anche se i bulgari sono sempre stati dei grandi amanti della lettura in generale. Negli ultimi anni purtroppo però si traducono e si pubblicano principalmente opere di autori che hanno vinto premi letterari nazionali ed europei, emarginando de facto quelli che potrebbero essere gli autori meritevoli, i quali non avendo “santi in Paradiso” sono letteralmente lasciati cadere nell’oblio, salvo poi, come a volte accade, ricevere una rivalutazione postuma.
A mio avviso, le due scrittrici bulgare della nuova generazione che andrebbero valorizzate anche in Italia sono Nellie Nedeva, che attualmente vive in Nuova Zelanda, con il romanzo La donazione, e Silvia Tomova, con i suoi romanzi Pelle, Tito di Nicomedia e l’ultima opera di prossima uscita, Il tipografo.
Vorrei infine ringraziare il sito BookBank.it per questa intervista e per le Sue domande interessanti.
foremans
 
 

La forma del giallo, 17.8.2015
La forma dell’acqua
(Andrea Camilleri, 22° ed., Palermo, Sellerio, 2001)
[Premio “Miglior romanzo straniero” al Prix Mystère de la Critique del 1999].

Ho deciso di aprire questo spazio proprio con il libro a cui il blog deve il suo nome, ovvero il romanzo d’esordio del Commissario Montalbano.
Molti pensano ai romanzi d’esordio tipici, in cui la prima preoccupazione dell’autore è quella di farci capire chi è il protagonista; bene, Camilleri, come sempre, è la voce fuori dal coro. Il commissario, infatti, non ci viene presentato, bensì entra all’onore delle cronache come un personaggio qualsiasi: “Si avviarono verso il paese, diretti al commissariato. Di andare dai carabinieri manco gli era passato per l’anticamera del cervello, li comandava un tenente milanese. Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva”. Questo è quanto ci dice Camilleri del suo personaggio.
In effetti il caso che si presenta tra le mani del nostro Commissario, di intuizione e di intelligenza ne richiederà tanta e tanta ancora: viene trovato morto l’ingegnere Luparello, un noto politico del posto, presso la mànnara, un “mercato specializzato in carne fresca e ricca varietà di droghe sempre leggere” gestito da Gegè Gullotta, piccolo spacciatore di droghe leggere, nonché grande amico di Montalbano. La morte è considerata naturale, ma il commissario non riesce a convincersi che sia tutto a posto, a partire dal luogo del ritrovamento del corpo: che ci faceva un politico di quel calibro in un posto come la mànnara? Perché una persona così importante sarebbe dovuta andare a morire in un posto così pericoloso per la sua reputazione? Nonostante le numerose pressioni che riceve, quindi, decide di aprire un’indagine per comprendere meglio la situazione.
Il romanzo scorre via che è un piacere e ci racconta, oltre a questa storia complicata e affascinante, la disillusione che Montalbano (e quindi Camilleri) prova per una politica corrotta, fatta di alleanze e di sgambetti, per una gestione del territorio che dire cinica e senza pietà è un complimento.
Traspare però anche un lato del carattere di Montalbano che sempre più spesso riusciremo ad apprezzare e a capire: l’umanità. Il Commissario, nel corso dell’indagine, compie tutta una serie di irregolarità che farebbero accapponare la pelle a un amante del rispetto delle regole fino all’eccesso; Livia stessa arriva ad accusarlo di essersi autopromosso a dio di quart’ordine. Tutto questo avviene perché Salvo Montalbano prima del suo lavoro ama la giustizia e nel nome della stessa decide di agire in tale maniera. Se devo essere sincero è questo quello che mi piace del personaggio uscito dalla penna di Camilleri: Salvo Montalbano è un essere umano con i suoi difetti e le sue qualità, una persona come tante ne troviamo nella nostra vita, che pone come obiettivo della propria indagine la giustizia. E in nome della giustizia è disposto anche ad andare al di là di quelle che sono le sue funzioni di commissario di pubblica sicurezza.
Auguro una buona lettura a tutti!
Niccolò Valentini
 
 

Teleboy, 17.8.2015
20:15 - 22:15 Uhr | Kriminalfilm
Commissario Montalbano - Das kalte Lächeln des Meeres
Die Sendung ist schon vorbei.

Nach den Bestsellern von Andrea Camilleri: Commissario Montalbano, die herrlich italienische Mischung aus Sherlock Holmes und Kurt Wallander.
Italien, 2005
 
 

Faremusic, 21.8.2015
Intervista a Mario Incudine, sintesi perfetta tra colto e popolare
Mario Incudine è l'esempio perfetto di cosa è o dovrebbe essere un "artista", qualcuno che oltre il talento, la cultura e la gavetta, ha un vero progetto artistico da proporre, che va oltre le classificazioni culturali e artistiche, e nel caso di Incudine c'è anche la capacità di annullare le distanze tra musica popolare e musica colta, riuscendo a coniugare la sua musica, ispira alla tradizione popolare siciliane, con altre forme d'arte, come il teatro, la letteratura, la musica leggera e così via.

Mario Incudine è un cantante, autore, attore e regista nato ad Enna trentaquattro anni fa.
Sei dischi all’attivo. L’ultimo si intitola “Italia Talìa”, pubblicato nel 2013 e distribuito dalla Universal.
A prima vista sembra scontato catalogarlo nella musica popolare e nella World Music; ma Mario è in realtà un artista completo, che ha saputo coniugare la sua musica che si ispira alla tradizione popolare – fortemente legata alle sue radici siciliane – con tutti gli ambiti dell’arte e della cultura (teatro, letteratura, musica leggera, festival internazionali, e così via), convincendo artisti e personaggi di primissimo piano della bontà del suo progetto.
La sua biografia parla chiaro.
Vanta collaborazioni preziosissime: Simone Cristicchi, Ambrogio Sparagna, Lucilla Galeazzi, Nino Frassica, Mario Venuti, Tosca, Antonella Ruggiero, Kaballà. Ha duettato con artisti quali Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Peppe Servillo, Alessandro Haber, Francesco Di Giacomo (Banco del Mutuo Soccorso).
Si è esibito in Spagna, Francia, Olanda, Belgio, Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia, Messico, Turchia, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cina e Stati Uniti.
Tra i grandi eventi che lo hanno visto coinvolto citiamo, per necessità di sintesi:
Nel 2011 lo spettacolo “Cannibardo e la Sicilia” di Andrea Camilleri, regia di Giuseppe Dipasquale, con Massimo Ghini, lo vede protagonista nella serata di apertura del Festival dei Due Mondi di Spoleto.
[...]
Se non sbaglio tu stesso hai apertamente citato Andrea Camilleri come tuo riferimento. Camilleri, si sa, ha elevato la lingua siciliana a dignità di narrativa grazie alla sua scelta di narrare, appunto, le sue storie in siciliano anche quando i personaggi parlano in italiano. Ci trovo un forte parallelo con la tua musica: tu racconti le tue storie in siciliano dando a questa lingua altrettanta dignità in musica. A dire il vero c’è un generale ritorno al dialetto ed alla lingua popolare, ma purtroppo sempre più spesso se ne fa un uso posticcio, maccheronico, tanto dare un’aria di “stranezza” e di straniero alla propria musica. Una sorta di moda priva di radici profonde. Non è il tuo caso, ovviamente.
Camilleri ha fatto un’operazione geniale: sdoganare la lingua siciliana e farla diventare una lingua televisiva, teatrale, una lingua di letteratura. E’ in linea con quanto aveva fatto Pirandello: quest’ultimo ha sdoganato la “sicilianità” raccontando storie siciliane in italiano. Camilleri ha raccontato le stesse storie siciliane ma usando il “camilleresco”, una specie di siciliano frammisto d’italiano. Io sono stato a casa sua [di Andrea Camilleri, N.d.R.] tante volte, e lui dice sempre una cosa bellissima: nel teatro, nella musica, nell’arte ogni lingua diventa magica e comprensibile. E aggiunge che non bisogna avere paura di usate la lingua siciliana, né di usare termini magari desueti perché quei termini, come ad esempio “cabbasisi” o altri termini che ha inventato lui, entrano poi di diritto nella letteratura italiana. Io credo che avere un endorsement come quello di Camilleri, com’è stato per Le Supplici ad esempio, è importante perché lui parte da una matrice veramente popolare: Camilleri racconta davvero la sua Sicilia, una Sicilia di cinquant’anni fa, ma la racconta in una maniera così poetica che diventa la Sicilia di oggi e diventa una Sicilia internazionale. Per questo ritengo Andrea Camilleri un monumento, un faro per tutti coloro che hanno deciso di scrivere in dialetto. Scusa se mi dilungo, ma voglio citarlo nuovamente. Sempre lui dice: se noi raccontiamo la Sicilia autentica, non quella folcloristica, non quella come dici tu “maccheronica”, ma la Sicilia autentica, evidentemente riusciremo a raccontare una Sicilia internazionale. Tolstoj diceva “racconta il tuo villaggio e sarai universale”: noi questo dobbiamo fare, partire dal nostro villaggio per essere universali, senza dimenticare da dove veniamo. Solo se sappiamo da dove veniamo sapremo dove andremo.
[...]
Corrado Salemi
 
 

Bibliotheek Twenterand, 21.8.2015
The Young Montalbano (4/6): Mortally Wounded
zondag 23 augustus 2015 van 00:00 tot 01:50 | BBC 4, - TV
Serie van zes detectives van Gianluca Tavarelli naar de boeken van Andrea Camilleri. Met Michele Riondino, Andrea Tidona, Katia Greco e.a.

Episode 4/6: Mortally Wounded. Some unusual posters appear around Vigata in which the moral status of one of its female inhabitants is questioned. This soon becomes the talk of the town and Montalbano finds himself attempting to navigate the local gossip and resulting squabbles. But a murder forces more serious events onto the agenda, as Montalbano investigates the private and business life of the victim, uncovering a string of unsavoury facts in the process. Fazio returns to Vigata police station asking to be reinstated in his job following a bout of serious ill health. Salvo's father makes the acquaintance of new girlfriend Livia.
In Italian with English subtitles.
 
 

ANSA, 22.8.2015
Camilleri, 90 candeline per il papà di Montalbano
Un successo da 30 mln di copie. "Commissario finirà con me"
Cliccare qui per il servizio in video

Fenomeno letterario davvero unico e inimitabile, Andrea Camilleri e' diventato autore bestseller a oltre 70 anni e ora, alla vigilia dei suoi novanta - che festeggerà il 6 settembre - quel successo arrivato in tarda età si vede quanto sia radicato, non solo nei numeri. Un successo da oltre 30 milioni di copie con titoli tradotti in tutto il mondo, che non fanno in tempo ad uscire ed entrano in testa alle classifiche dei più venduti, piacendo dal nord al sud Italia e a lettori di tutte le età.
Il salto alle grandi tirature e' avvenuto con il suo commissario Salvo Montalbano, apparso per la prima volta nel romanzo 'La forma dell'acqua' del 1994, il cui nome e' un omaggio a uno degli scrittori più amati da Camilleri: Manuel Vazquez Montalban e il cui modello ideale e' stato Maigret. Ma il vero balzo mediatico si e' realizzato nel 1996 quando Maurizio Costanzo, in una puntata della sua trasmissione, ha invitato a comprare 'Il ladro di merendine' impegnandosi a restituire i soldi se il libro non fosse piaciuto.
Da allora non si e' più fermata la fortuna del commissario - colto, gran lettore di romanzi, ghiotto , fidanzato con Livia - che ha superato il giro di boa dei vent'anni, è entrato nell'immaginario collettivo grazie all'interpretazione di Luca Zingaretti, ex allievo di Camilleri, negli episodi della serie di Rai1, al top degli ascolti anche in replica. Montalbano "E' un monumento che se ne sta li', ancora destinato a crescere per qualche anno. Terminerà quando finirò io" come ha detto all'ANSA Camilleri in occasione dei vent'anni del suo commissario le cui avventure si sarebbero dovute fermare al secondo episodio.
"Non mi facevo capace di avere una tale fantasia per la lunga serialità. Pero' ci sono riuscito" ha spiegato lo scrittore, incallito fumatore. Regista, sceneggiatore, autore teatrale e televisivo delle più conosciute produzioni poliziesche della tv italiana, dal tenente Sheridan a Maigret, Camilleri è nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Prima di Montalbano lo scrittore ha appassionato una cerchia di lettori di mezza età che non lo ha mai abbandonato pubblicando, dopo il rifiuto di 14 editori, 'Il corso delle cose' (Lalli, '78) e poi "La strage dimenticata', 'La stagione della caccia' cui sono seguiti libri come 'Il birraio di Preston', 'Un filo di fumo' La concessione del telefono', diventati dei cult.
Tutto senza fare troppo chiasso, come nello stile dell' amica Elvira Sellerio, per lo scrittore "una sorella" con cui ha pubblicato oltre venti titoli vendendo più di 15 milioni di copie. Il suo editore storico che ora lo festeggia con l'uscita, in tiratura limitata, de 'I sogni di Camilleri', dove sono raccolti i brani in cui sognano i personaggi di tutti i libri dello scrittore - un catalogo che sfiora i cento titoli - e un volume celebrativo con una serie di saggi in cui viene proposta una chiave di lettura della sua opera, del rapporto con la lingua, i luoghi e le abitudini, firmati da critici e intellettuali come Salvatore Silvano Nigro, Giovanni De Luna, Tullio De Mauro.
Pubblicato oltre che da Sellerio, da editori come Mondadori - che ha puntato molto su Montalbano contribuendo alla sua fortuna - e poi da minimum fax, Chiarelettere, a Camilleri viene reso omaggio anche da Rizzoli per cui esce, in una nuova edizione con uno scritto di Giuseppina Torregrossa, 'La targa' che ci porta nel 1940 a Vigata, la cittadina immaginaria diventata scenario sempre più familiare come il siciliano di Montalbano, che si e' fatto sempre più comprensibile.
Mauretta Capuano
 
 

ANSA, 22.8.2015
Torna il giovane Montalbano impulsivo e innamorato
Dal 14 settembre su Rai1 con Michele Riondino e Sarah Felberbaum

Roma - Aspramente giovane, strabordante e pieno di slanci, macina inchieste e una tenace esuberanza che rappresenta. "L'impulsività, il tendenziale non rispetto per le regole, è assai più evidente in Montalbano giovane..."."Ma l'essenziale e fondamentale caratteristica in entrambi è di avere un cervello speculativo". Cosi' spiegava Andrea Camilleri del suo amato commissario nato dalla sua penna. Forte degli ascolti della precedente edizione, ritorna il prequel di Montalbano che giovanissimo risolve con abilità e arguzia i casi più complessi. Andrà in onda dal 14 settembre in prima serata su Rai1, la nuova serie di sei episodi del 'Giovane Montalbano' con Michele Riondino. Alcuni sono tratti dalla raccolta di racconti Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (Sellerio). Uno dal racconto L'uomo che andava appresso ai funerali. Andrea Camilleri ha collaborato all'adattamento per la tv insieme a Francesco Bruni. A impersonare Montalbano Michele Riondino, regia di Gianluca Maria Tavarelli. La produzione è targata come sempre dalla Palomar di Carlo Degli Esposti per Rai Fiction. Dal romanzo 'La forma dell'acqua' del 1994, Vigata e' diventata uno scenario familiare e il siciliano di Montalbano ha cominciato a diventare un parlato maggiormente comprensibile. Da allora il Commissario ha venduto 15 milioni di copie, con gli oltre venti titoli pubblicati da Sellerio, ed e' entrato nell'immaginario collettivo grazie all'interpretazione sanguigna di Luca Zingaretti. Salvo Montalbano trasferito a Vigata, promosso Commissario, consolida la squadra dei giovani colleghi che ritroveremo poi con qualche anno in più. Negli inediti episodi il giovane Salvo, tanto bravo a dipanare i misteri, sarà meno capace a fare luce sulle sue insicurezze e sui tormenti legati alla complicata storia d'amore con la genovese Livia (Sarah Felberbaum). Tanto che arriverà a un passo dalle nozze, anzi si farà accompagnare dall'amico a scegliersi l'abito ma dal Montalbano adulto sappiamo che quel matrimonio mai è avvenuto. Anche questa serie possiede numerosi elementi di forza che sono spendibili nel mercato estero. Nell'attuale panorama della nostra fiction, Montalbano è la serie più venduta e può essere considerato un successo planetario. Alcune scene sono state girate a Scicli nelle cava di San Bartolomeo. E' inverno a Vigata, e Montalbano viene avvertito come sempre dal suo fedele Catarella (Fabrizio Pizzuto) del ritrovamento di un cadavere, così il commissario si precipita nel luogo del delitto: c'è una scia di sangue su una gradinata e ai piedi il corpo di un uomo. Partono le indagini, di Montalbano e dei suoi inseparabili uomini: l'amico e collega Mimì Augello (Alessio Vassallo) e Giuseppe Fazio (Beniamino Marcone). Il cast è quello della prima serie, confermato dal primo all'ultimo attore: ci sarà anche Andrea Tidona, cioè Carmine Fazio, padre di Giuseppe che nella prima serie aveva collaborato con il giovane commissario, prima di andare in pensione ed essere sostituito dal figlio. Gli otto racconti scritti da Camilleri tra il 2013 e il 2014, ci mostrano l'esperienza che ha formato il carattere del Commissario famoso per la sua celebre frase: "Montalbano sono!". Nelle storie, ambientate negli anni Ottanta, nell'Italia dell'affare Sindona e dell'attentato a Giovanni Paolo II, rispunta la mafia e nelle indagini, molto diverse fra loro, troviamo speculazione edilizia, droga, rapimenti e contrasti familiari. In Morte in mare aperto si apre cosi': Era 'na matinata di primavera e Montalbano si stava vivenno la solita cicaronata di cafè quanno sonò il tilefono. Era Fazio. «Che c'è?». «Ha telefonato Matteo Cosentino che...». «Scusa, chi è?». «Matteo Cosentino è il propietario unico di cinco piscaricci». «E che voliva?». «Voliva dirinni che in uno dei sò piscaricci, il Carlo III, ce stato un incidenti e hanno un morto a bordo». «Ma che tipo d'incidenti?». «Pari che un omo dell 'equipaggio ha ammazzato per sbaglio al motorista». «E 'sto piscariccio indov'è?». «Sta tornanno a Vigàta. Tra un tri quarti d'ura attraccherà. Lei può viniri direttamentì al porto, io ci staio annanno. Devo avvirtiri il pm, la Scientifica e compagnia bella?». «Prima videmo come stanno le cose».
Nicoletta Tamberlich
 
 

Il Tirreno, 23.8.2015
Camilleri ha 90 anni «Finché ci sarò io Montalbano resterà»
Lo scrittore è appena rientrato a Roma dopo le vacanze a Santa Fiora: festeggerà il compleanno il 6 settembre
[L'articolo riporta la nota ANSA del 22.8.2015, con un ulteriore paragrafo, NdCFC]

Santa Fiora. Fino a tre giorni fa il “papà” del commissario Montalbano era a Bagnolo, frazione di Santa Fiora (in provincia di Grosseto), nell’area del monte Amiata. Un vecchio amore, quello fra Andrea Camilleri e questa zona della Toscana, che alla fine l’ha portato ad acquistare una casa dove trascorre lunghi periodi. È arrivato anche quest’anno, dopo aver ricevuto di recente la cittadinanza onoraria del comune amiatino, ed ha partecipato come sempre attivamente alla vita sociale della comunità, partecipando anche ad un evento pubblico. Ma ormai siamo quasi a fine agosto ed è tempo di pensare ai prossimi impegni: la scrittura, le uscite dei libri, i nuovi progetti, il commissario Montalbano... E anche il compleanno che “cade” il 6 settembre: una data importante, perché Camilleri festeggerà i novant’anni. A quanto pare lo farà a Roma, dove ha la residenza abituale.
[...]
 
 

Giornale di Sicilia, 23.8.2015
I 90 anni di Camilleri, il papà del commissario Montalbano
[L'articolo riporta la nota ANSA del 22.8.2015, con un ulteriore paragrafo, NdCFC]

[...]
Il Commissario e il suo autore non hanno mai smesso di stupire in questi oltre vent'anni in cui lo abbiamo visto affrontare per la prima volta anche gli imbrogli negli appalti delle opere pubbliche. «Le sue avventure seguono un ordine cronologico preciso invece l'editore li ha mescolati. È meglio che sia così», ha raccontato Camilleri. E se il suo «unico vero maestro» è «stato Orazio Costa», Camilleri - che ha una memoria di ferro nel ricordare episodi della sua vita e un grande senso dell'ironia - ha più volte raccontato di sentire «immensamente» la mancanza di Leonardo Sciascia, suo fondamentale punto di riferimento.
 
 

Quotidiano.net, 23.8.2015
Camilleri, un eterno sognatore. I 90 anni del papà di Montalbano
Compleanno il 6 settembre. Festeggiato da una nuova raccolta

È mai stato giovane Andrea Camilleri? Naturalmente sì, ma allora faceva altri lavori, non veniva fotografato se non per caso, lavorava a teatro: fu il primo a portare Beckett in Italia mettendo in scena “Finale di partita” nel 1958: aveva 33 anni. Di lui poco meno che ventenne si sa che andò in un collegio vescovile, ma fu espulso per aver lanciato uova contro il Crocifisso; al liceo classico di Agrigento ottiene la maturità senza fare esami, perché sia per i bombardamenti - era il 1943 - sia per l’imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate, le autorità chiusero le scuole e considerarono valido il solo secondo trimestre. Poi fa tante altre cose, televisione (in Rai partecipa a un concorso nel ’54 ma non viene assunto perché, dice lui, comunista), sempre teatro, cinema (diventa titolare della cattedra di regia all’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia). Era giovane ma nessuno lo sapeva.
Poi - per noi - di colpo diventa vecchio. Oddio vecchio, solo settantenne. Però già con la mezza pelata bianca, la pappagorgia e la pipa da nonno. Scriveva ma non aveva un gran successo e veniva molto criticato, fino a che un giorno scovò ammucciatu fra i suoi pensieri un commissario, tale Montalbano fu, di poche parole e quelle poche spesso incomprensibili, in siciliano stretto, area sud est, tanticchia difficile macari, ma suggerisce l’autore, si tratta «di seguire il flusso di un suono dove invece delle note si adoperano parole». Ma ancora chi l’aveva mai visto in faccia? Finché arriva il giorno in cui Maurizio Costanzo lo presenta alla sua platea, chiede di comprare il suo libro (“Il ladro di merendine”) e promette di restituire i soldi se non fosse piaciuto. “Appaio, dunque sono” vale per tutti, dunque anche per chi “è sempre stato” senza apparire.
È nato il fenomeno Camilleri. Oltre 30 milioni di copie vendute, tradotto in tutto il mondo, appena esce un titolo scompiglia la testa delle classifiche. Nonostante il siciliano stretto vende più al Nord che al Sud, sull’età non ci sono distinzioni: giovani e vecchi, lo leggono tutti. Lo fanno ricco, lo fa ricco la tv con “Il commissario Montalbano”. Interpretato da un suo ex allievo all’Accademia, Luca Zingaretti, diverso dal poliziotto immaginato dall’autore, ma azzeccatissimo e ormai completamente sovrapposto al personaggio, come lo furono Gino Cervi con Maigret o Buazzelli con Nero Wolfe. Ascolti paragonabili solo ai pilastri dell’audience della tv italiana, le partite della Nazionale di calcio e Sanremo; e in replica il successo si ripete ogni volta, per ognuno dei 150 passaggi omplessivi in Rai. «Non mi facevo capace di avere una tale fantasia per la lunga serialità. Però ci sono riuscito». Sbuffa fumo di sigaretta dalle sue labbra e conferma: «Montalbano è un monumento che se ne sta lì, ancora destinato a crescere per qualche anno. Terminerà quando finirò io».
Il 6 settembre Camilleri compie gli anni, anni da vecchio vecchio: 90. Lo festeggia con affetto la sua storica casa editrice Sellerio (agli inizi rifiutato da 14 editori) che fa uscire per l’occasione, in tiratura limitata, “I sogni di Camilleri”, dove sono raccolti i brani in cui sognano i personaggi di tutti i libri dello scrittore - un catalogo che sfiora i cento titoli - e un volume celebrativo. Auguri, giovane vecchio.
Annalisa Siani
 
 

Directv, 26.8.2015
Il commissario Montalbano
Dura: 105 mins
FECHA viernes 28
HORA 11:15 p.m.
CANAL 766-RAI

Una adaptación de las novelas policíacas del escritor italiano Andrea Camilleri sobre las aventuras del detective siciliano, el Inspector Montalbano.
 
 

Il Messaggero, 27.8.2015
Esce domani "La targa", il nuovo romanzo dello scrittore che il 6 settembre compie 90 anni. Vigata, 1940: l'Italia in guerra
La Sicilia fascista secondo Camilleri
Pubblichiamo uno stralcio del libro "La targa" di Andrea Camilleri, edito da Rizzoli, in uscita domani.
Il volume contiene anche lo scritto "Caro Maestro" di Giuseppina Torregrossa

La sira dell’unnici di jugno del milli e novicento e quaranta, vali a diri il jorno appresso alla trasuta ’n guerra dell’Italia allato all’alliata Germania, nel circolo Fascio & Famiglia di Vigata comparse ’mproviso Micheli Ragusano.
Naturalmenti squasi nisciuno jocava, tutti stavano a parlari ’nfervorati di quello che era capitato il jorno avanti, quanno il paisi ’ntero, vecchi, picciotti, fimmini e picciliddri e pirsino malati che per la granni occasioni avivano lassato il letto, era scasato per scinniri ’n piazza ad ascutari il discurso di Mussolini trasmesso dall’altoparlanti.
E appena che aviva finuto di parlari Mussolini era successo il virivirì, il quarantotto, il tirribilio, tutti a fari voci di «A morti la Francia!», «A morti l’Inghilterra!», «Viva il duce!», «Viva il fascismo!», e le pirsone parivano ’mbriache d’alligrizza e ballavano e satavano e cantavano ’ntusiasti «Giovinezza, giovinezza», come se la guerra fusse la vincita di ’na quaterna al lotto.
[...]
Andrea Camilleri
 
 

El Mundo, 27.8.2015
Entrevista
Andrea Camilleri: 'Lo de Grecia es como un matricidio'
El novelista siciliano cumple 90 años con el final de Montalbano guardado en un cajón. Fuma, esquiva al Alzheimer y escribe tres horas al día. No hay otro igual.

Roma. Andrea Camilleri cumplirá 90 años en septiembre y es el autor más leído en su país, Italia, y en Europa. Su obra, de proporciones gigantescas, sólo resulta comparable con la de Georges Simenon: más de 60 novelas y ensayos, a los que se suman una cuarentena de aventuras policiales de su personaje Salvo Montalbano, comisario de policía en la imaginaria ciudad siciliana de Vigàta. Montalbano se llama así como homenaje a Manuel Vázquez Montalbán, viejo amigo del escritor de Porto Empedocle. La productividad de Camilleri causa un especial asombro porque empezó a escribir de forma habitual cuando tenía ya edad para jubilarse, tras 40 años como guionista y director de teatro y televisión. Esta entrevista se desarrolla en su casa de Roma, bajo el humo de los cigarrillos que Camilleri encadena. Desde hace un año, una fotofobia aguda le ha dejado casi sin visión.
¿Cómo está?
¿Cómo estoy? Aceptablemente, digamos. Si no fuera por la falta de vista no podría quejarme.
Y de Salvo Montalbano, ¿se sabe alguna cosa?
El editor tiene en reserva al menos dos nuevas novelas. Quiero decir que de momento está bien, sobrevive, sigue trabajando.
Montalbano se aproxima a la jubilación. Nació en 1950 y, por tanto, ronda los 65.
En efecto. Algún día tendrá que dejarlo. La última aventura de Montalbano está ya escrita. La novela que concluye la serie se escribió hace unos diez años, cuando yo tenía 80. Se me ocurrió una idea sobre cómo cerrar la serie y la escribí rápidamente, porque temía la llegada del alzheimer. Ese libro lleva una década yaciendo en un cajón del editor. Cuando ya no me sienta con fuerzas, daré instrucciones para que se publique.
Creo que Manuel Vázquez Montalbán, creador de Pepe Carvalho, el marsellés Jean-Claude Izzo, creador de Fabio Montale, y usted mismo hablaron una vez sobre cómo iban a matar a sus personajes.
Sí, fue en París. Izzo dijo que pensaba dejar a Montale gravemente herido sobre una barca en alta mar. Manolo optaba por un cierto barroquismo, por un largo viaje sin billete de vuelta. Los dos me preguntaron qué planes tenía yo. Pero en ese momento me llamaron por teléfono y tuve que dejar la conversación. Cuando volví ya estaban con otros temas. Fue una suerte para mí. Tanto Vázquez Montalbán como Izzo, los que hablaron del fin de sus personajes, han muerto. Yo, que no me pronuncié, sobrevivo de momento. Y no me he atrevido a matar a Montalbano. Evidentemente, no puedo decirle cómo acaba Montalbano. Pero creo que encontré una solución muy satisfactoria.
Georges Simenon distinguía entre las novelas que llamaba "duras" y las novelas protagonizadas por el comisario Maigret. Consideraba la serie de Maigret como algo menor. ¿Y usted?
Me ocurre algo parecido. Aunque el mayor éxito de público y de crítica lo he tenido con Montalbano, por encima de las novelas-novelas, como las llamaba Simenon, yo prefiero mis novelas-novelas. Por desgracia, la realidad me desmiente. Parece que es el destino de algunos autores, el de preferir sus obras menos populares. Frente a la serie de Montalbano me encuentro francamente incómodo. Tengo una biblioteca rebosante de traducciones de las aventuras de Montalbano. Al lado tengo una estantería semivacía con las traducciones de mis otras obras. Montalbano me sirve, al menos, para darme a conocer. En Estados Unidos, tras diez o doce Montalbanos, han empezado a traducir las novelas-novelas: La estación de caza, La concesión del teléfono, etcétera. En Rusia ocurrió al revés, con gran alegría por mi parte. Tradujeron tres Montalbanos, al parecer de forma muy chapucera, y no tuvieron ningún éxito, mientras La concesión del teléfono logró muy buenas ventas.
Voy a atormentarle un poco más con Montalbano. El comisario ha ido cambiando. Ha envejecido. Se ha hecho aún más temperamental. ¿Esos cambios le han ocurrido también a usted?
No. Yo no me parezco a Montalbano. A mí no me afecta como a él si llueve o hace sol. En realidad, Montalbano no tiene nada de mí. Es un simple personaje. Entiendo que un autor que comienza introduzca material autobiográfico. Pero creo que para crear y para narrar, cuanto menos te identifiques con tus personajes, mejor.
Usted tiene fama de trabajador disciplinado. Hoy descubro que vive justo enfrente de la vieja sede central de la RAI, donde trabajó hasta la jubilación. ¿No exagera usted?
Cierto, vivo en esta calle desde hace más de 60 años. Antes tenía otro piso en el mismo edificio. Era comodísimo. Cuando hacía televisión aprovechaba las pausas para volver un rato a casa. Era como vivir en el trabajo sin quedarse a dormir en la oficina.
¿Sigue empezando a escribir cada día a las siete de la mañana, vestido como para ir a la RAI?
No. Desde hace un año, a causa de este problema de los ojos, he tenido que modificar el ritmo. Han cambiado sobre todo los horarios. La edad y los achaques hacen que me levante un poco más tarde. Pero las tres horas matutinas frente al ordenador siguen siendo sagradas.
¿Qué es para usted el acto de escribir? ¿Un placer? ¿Un trabajo? ¿Una condena?
Si no siento placer, prefiero no escribir. Mejor dicho, escribo otra cosa. ¿No estoy inspirado para seguir con la novela? Pues escribo lo primero que me pasa por la cabeza. Una cancioncilla para mis nietos, una carta a un desconocido que he visto un momento en el quiosco... Cada día escribo al menos tres folios. Es como el ensayo para un pianista o el ejercicio para un deportista. Hay que mantener en forma el cerebro.
¿Empezó a escribir de muy joven?
Sí, con una larga pausa. Comencé escribiendo poesía y a los 20 años Giuseppe Ungaretti me incluyó en una antología de jóvenes poetas. También escribí muchos relatos breves, de folio y medio. Pero un día interrumpí lo de escribir y me puse a hacer teatro. Luego televisión. Luego guiones. En 1967 recuperé las ganas de escribir. Lo extraño fue que me vino a la cabeza una novela, algo que nunca me había sentido capaz de hacer. Las circunstancias eran dramáticas. Mi padre estaba muriendo. Pasaba las noches con él, charlábamos y le conté poco a poco, en nuestro dialecto medio siciliano, la historia que tenía en mente. Me hizo prometer que la llevaría al papel y al año siguiente, en 1968, lo hice. Era El curso de las cosas, redactada en la mezcla de italiano y siciliano que a veces sigo utilizando. Durante una década, la novela fue rechazada por todos los editores. Tras convertirla en guión televisivo, logré publicarla, gratis. Cuando tuve el tomo en las manos sentí algo mágico. Y escribí un segundo libro, Un hilo de humo. Se publicó inmediatamente. Luego saqué La strage dimenticata, una novela histórica. Siguieron ocho años de silencio, durante los cuales di una especie de largo adiós al teatro. Y recomencé a escribir con La estación de caza.
En esos años de los que habla, los 60 y los 70, Italia contaba con una intelectualidad y una industria cultural muy influyentes en Europa. ¿Por qué desapareció?
Si hablamos de cine, la verdad es que se produjo una afortunada coincidencia de artistas individuales. Nunca existió una industria cinematográfica, sólo iniciativas individuales de gente como Rossellini, Antonioni, Fellini... Cuando desaparecieron, se esfumó el milagro. También tuvimos grandes intelectuales que se ocupaban de la realidad italiana, personalidades como Sciascia, Pasolini, Moravia. Pero en un momento dado se acabaron también las grandes personalidades. El nivel ha bajado de forma notable. No sé por qué. Un hecho que me parece importante es el influjo negativo de la televisión y el descenso de calidad de la RAI, la televisión pública, que cometió el error de querer competir en vulgaridad con las televisiones privadas.
En cuanto a la política...
Me da pereza hablar de la política italiana porque parezco el típico viejecito que habla de sus tiempos. Pero la realidad es que la estatura de los políticos ha cambiado. El nivel es ínfimo.
No se trata de un fenómeno italiano. Ocurre en toda Europa.
Cierto. Ningún político europeo parece tener una idea de Europa. Cada uno tiene simplemente una cierta idea sobre su propio país en relación con los otros países. Los antiguos líderes europeístas, los Adenauer, De Gasperi, Brandt, eran mejores que Merkel. Mire, a mí me pareció bien la unión monetaria. Había que ir a lo práctico. Se concretó la moneda. Eso, sin embargo, había de ser una plataforma para construir la unión política, cosa que no se hizo. Y a mí la Europa monetaria no me interesa. Lo que está ocurriendo en Grecia, con todos los errores que hayan cometido los griegos, lo vivo como un matricidio. Somos incapaces de perdonar a una madre que se ha comportado de forma, digamos, disipada. Pagamos cuando Alemania tuvo dificultades por la unificación, cosa que Alemania ha olvidado muy deprisa. Mire, en Italia, en los años 50, antes del 'boom' económico, se produjo una fuerte emigración interna. Familias enteras del sur se desplazaron al norte. En Turín vi un letrero en un portal: "No se alquila a meridionales". Ahora ocurren cosas parecidas. Como si la Unión Europea dijera: "Esto no es para meridionales".
¿Se siente pesimista? Tengo la impresión de que los personajes más célebres de la novela negra del sur de Europa, Montalbano, Carvalho, Montale, Jaritos, aunque procedan de ideas o instituciones conservadoras, tienden a pensar como personas de izquierdas.
A Montalbano, en una de las primeras novelas de la serie, lo acusan de comunista. No lo es. Pero tiene sentido común. Frente a ciertos absurdos de la sociedad contemporánea, como las diferencias crecientes entre ricos y pobres, no se puede permanecer indiferente. Si me dicen que los recortes impuestos a Grecia por la troika han hecho aumentar la mortalidad infantil, ¿puedo callarme? Si eso significa ser comunista, soy comunista. Estos personajes buscan una cierta verdad y no pueden quedarse impasibles ante las grandes verdades de la realidad. Por eso parecen de izquierdas.
También se ha abierto una gran distancia entre la política y la cultura. La política es dominada por el neoliberalismo y la derecha. En la cultura se mantiene la hegemonía de la izquierda.
La derecha carece de cultura porque se refiere continuamente al individuo, no al colectivo. Hablando de Italia, me asombra que se asuma como algo normal la desaparición de la dignidad del trabajo. Eso implica una devaluación de la persona. Si el hombre no es su trabajo, su producción, su contribución, ¿qué es el hombre? ¿Qué raíces comunes puede tener Europa si pierde eso? En muchas constituciones europeas, como la italiana, se hace referencia al trabajo como base de la sociedad. Hoy, sin embargo, la base de la sociedad europea es el desempleo. La desilusión.
¿Ha estado en Grecia?
Nunca. No he tenido ocasión. Siempre he viajado por trabajo. No se me ocurre viajar por placer o hacer turismo. Si iba a Barcelona, era por el Instituto del Teatro o porque me invitaba Vázquez Montalbán. Si iba a Madrid, era para trabajar en Radio Nacional. Cuando me tomo vacaciones es para ir a mi pueblo, a Porto Empedocle, y ver mi mar.
¿Nunca ha viajado para documentarse?
No, no. Las novelas de Montalbano surgen de noticias de sucesos. Las novelas históricas surgen de alguna frase en un libro. Para escribir esas novelas no me pongo a consultar manuales de historia. Il re di Girgenti (El rey de Agrigento) se me ocurrió leyendo una breve guía de Agrigento en la que se decía que Agrigento se proclamó reino durante doce días y que fue elegido rey un campesino. Ocurrió mientras el dominio sobre Sicilia pasaba de los españoles a los piamonteses. Me faltaba documentación y la inventé. Escribí yo mismo supuestos documentos históricos, algunos de ellos en latín, y trabajé sobre ellos. Esa es una de las ventajas de ser escritor. Uno puede inventarlo todo. Hace un momento citaba usted a Simenon. Un día me llamó el hijo de Simenon porque deseaba conocerme. Pasó una tarde entera aquí donde estamos. Me contó que su padre solía decir lo mismo que digo yo, que no tenía imaginación. Me cuesta escribir a partir de nada. Necesito un punto de partida. Déme eso y ya me arreglo.
Enric Gonzalez
 
 

La Stampa - TTL, 27.8.2015
Una vacanza in un posto che si ama con Montalbano

Uno strano omino che si aggira in casa del commissario. Due picciotte sequestrate e subito rilasciate. Un negozio andato a fuoco. Un’auto rubata. Un cadavere impacchettato come una mummia.
Sembra disperdersi in mille rivoli, in una girandola di equivoci, questa nuova indagine, ma alla fine, come sempre, tutto si tiene.
Più della trama, però, conta il piacere di ritrovare i suoni, i sapori, i colori: leggere un Montalbano è come prendersi una vacanza in un posto che si ama.
Maurizio Assalto
 
 

Il Sole 24 Ore, 28.8.2015
La Domenica festeggia Camilleri: mandategli i vostri auguri

Il 6 settembre Andrea Camilleri compirà 90 anni. Indiscutibile fenomeno di letteratura, lo scrittore siciliano è divenuto autore di bestseller soltanto dopo i 70 anni, grazie alla riconoscenza di pubblico ottenuta attraverso il famoso commissario: Salvo Montalbano. È infatti l'opera “La forma dell'acqua” (Sellerio editore-1994), che definitivamente consacra il fenomeno Camilleri.
Consacrazione di oltre trenta milioni di copie, traduzioni internazionali, infine primati lungo gli anni nella classifiche dei libri più venduti. Il Sole 24 Ore (per il quale l'autore siciliano ha scritto, gestendo la rubrica Posacenere nel supplemento culturale La Domenica), decide di festeggiarlo.
Si inizia, dunque, il 30 agosto, in apertura della Domenica, con un articolo del nostro collaboratore Salvatore Silvano Nigro, che dice dello scrittore siciliano: “I suoi romanzi sono voce su carta, pura rappresentazione: «teatri» ai quali assicura realtà di scorci, e sonorità, quella lingua d'invenzione che non è un incesto (filologico, chimico, accademico) di lingua e dialetto, ma la parlata felicemente viva e fluente nel mondo strutturato di Vigàta e nelle sue ordinarie recite all'improvviso: senza copioni e senza palchi”.
Articolo che è tratto dalla prefazione del volume “Gran teatro Camilleri” (che Sellerio Editore manderà in libreria nei prossimi giorni), il quale raccoglie i contributi di amici e studiosi di Camilleri: Tullio De Mauro, Franco Lo Piparo, Giovanni De Luna, Giuliana Benvenuti, Giuseppe Lupo, Salvatore Bancheri, Ermanno Paccagnini, Vittorio Spinazzola, Matteo Palumbo, Mauro Novelli, Emiliano Morreale, Paolo Giovannetti, Roberto Scarpa, Stefano Jossa e Stefano Salis.
E non è tutto. Saranno, soprattutto, i lettori i protagonisti scelti. Infatti, domenica 30 agosto, siete invitati a mandare i vostri auguri a #camilleriunpezzoda90. Formulateli, quindi, in 140 caratteri all'indirizzo twitter: @24Domenica (o per email a domenicale@ilsole24ore.com). I più belli saranno pubblicati in occasione del compleanno dello scrittore siciliano, e mostrati allo stesso.
Orazio Labbate
 
 

YouTube, 28.8.2015
Il Giovane Montalbano 2 Secondo spot



Gallia Moi
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 28.8.2015
Punta Secca,jazz a casa Montalbano tra le suggestioni della Vigata televisiva

È ben nota la passione di Andrea Camilleri per il jazz, da lui stesso più volte dichiarata e, inoltre, documentata dal soggetto scritto per "Un filo di fumo", audiolibro cui danno voce e suoni Oliva Sellerio, Enrico Rava, Paolo Damiani e Piero Leveratto [Ci sembra a dir poco riduttivo definire "Un filo di fumo" solo un "soggetto per un audiolibro"... NdCFC]. Non altrettanto conosciute, invece, sono le inclinazioni musicali del commissario Montalbano, personaggio che dai romanzi del suo creatore appare più incline al silenzio ed alla solitudine degli spazi marini che non a dischi o sale da concerto. Eppure è proprio a ridosso della ormai celebre "casa Montalbano" che da oggi a domenica si svolge la seconda edizione di Oltremente , festival di jazz contemporaneo organizzato dall'associazione culturale Quattroetrentatre. A Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina (Ragusa), nella bomboniera di piazza Torre, a pochi metri dalla dimora in riva al mare che la fiction televisiva ha scelto come abitazione del poliziotto. [...]
Gigi Razete
 
 

Domenica - Il Sole 24 Ore, 30.8.2015
Un pezzo da Novanta
Tutto inizi òcon il risvolto di Sciascia a «La strage dimenticata» in cui Camilleri disseppelliva un episodio di martiri risorgimentali dalla tomba della storia ufficiale. Era il 1984. Per i suoi 90 anni il mondo intero lo festeggia

Narratore come pochi, Andrea Camilleri è anche un evento: una festa per i lettori. Racconta delle storie. E con voce larga e fonda apre spazi scenici. I suoi romanzi sono voce su carta, pura rappresentazione: «teatri» ai quali assicura realtà di scorci, e sonorità, quella lingua d’invenzione che non è un incesto (filologico, chimico, accademico) di lingua e dialetto, ma la parlata felicemente viva e fluente nel mondo strutturato di Vigàta e nelle sue ordinarie recite all’improvviso: senza copioni e senza palchi. Camilleri si sgranchisce le gambe passeggiando liberamente nei campi aperti della letteratura, renitente alle regole che imporrebbero un colore specifico al genere di romanzo prescelto; e distinzione tra saggio storico, racconto, cronaca, denuncia, e pamphlet. Camilleri ha scelto l’indistinzione. Disorienta i generi letterari. Come storico, che dà forma narrativa alle sue indagini, frequenta gli anfratti poco cartografati dalla storiografia: i tanti hic sunt leones della carta d’identità della nazione. Come cronista di Vigàta, scrive il giornale, il diario di bordo di una navigazione a vista dentro le disfunzioni, gli abusi, i crimini, le collusioni delinquenziali, le intimidazioni mafiose, la corruzione, le truffe, i guasti morali, politici, istituzionali, di un paese fin troppo reale dentro la finzione romanzesca.
C’è un momento, nella carriera di Camilleri scrittore, che è decisivo per il riconoscimento della sua particolare vena narrativa; e soprattutto per l’inserimento della sua prosa comunque storica nella tradizione che da Manzoni arriva all’attualizzazione civile di Leonardo Sciascia. La svolta ha una data precisa: il 1984. È l’anno in cui Sciascia officia il rito d’accoglimento di Camilleri in questa continuità di progettazione letteraria, sancendone l’appartenenza di diritto al laboratorio editoriale da lui predisposto a Palermo, insieme a Elvira e Enzo Sellerio.
Sciascia prese in mano il dattiloscritto del risvolto redazionale che doveva scortare La strage dimenticata di Andrea Camilleri. Lesse: «Alla fine di questo libro sono elencati centoquattordici nomi che non compaiono in nessuna lapide del nostro risorgimento, centoquattordici caduti della rivoluzione del 1848 in Sicilia. “Servi di pena” –com’erano chiamati i galeotti nelle carte burocratiche del tempo a registrazione dei servigi resi dal lavoro coatto– uccisi dalla polizia borbonica non per colpe particolari né perché rappresentavano un pericolo reale. Le autorità, quelle borboniche e quelle unitarie, ad arte ne confusero e occultarono la sorte, e nessuno storico si è mai occupato di loro. Gli assassini e i complici silenziosi compirono la loro riverita carriera di notabili, sotto i borboni, prima, e poi nell’Italia unitaria, e forse su di un muro sperduto o in qualche cascina una lapide la onora. Digressioni per una doppia strage riesuma dall’oblio quei nomi, rintraccia gli assassini, ricostruisce i moventi. Ci rammenta, una volta ancora, come sia più “maestra” la storia che cerca le lapidi che nessuno ha mai messo».
In capo al foglio, Elvira Sellerio aveva scritto di suo pugno il titolo che Camilleri aveva proposto per il romanzo: Digressioni per una doppia strage. Sciascia scelse un titolo meno affiochito, più centrato, e di maggiore secchezza emotiva. Scrisse: La strage dimenticata. Si immerse poi nel risvolto. Intervenne sul testo di copertina. Lavorò di precisione: i «centoquattordici caduti della rivoluzione del 1848» diventò i «centoquattordici caduti nella rivolta del 1848». Eliminò «compirono», sostituito con «fecero». Semplificò, dove necessario, l’articolazione delle frasi. Dischiuse la sintassi narrativa, con qualche breve aggiunta di puntualizzazione: la polizia borbonica uccise i «servi di pena», pur non temendo nessun «pericolo» preciso, «se non quello, forse,» –aggiunse– «che si associassero agli insorti». Mise a fuoco, soprattutto, la congiura della cattiva coscienza politica che accomunò, nel tempo, governo borbonico e stato unitario. Il redattore aveva semplicemente fatto cenno all’occultamento «ad arte» della strage, nella Sicilia borbonica dapprima, e in quella risorgimentale dopo. Sciascia disciolse quell’«arte» nell’acido corrosivo del giudizio, e tradusse: «per diversa responsabilità e per uguale malafede». A conclusione, fece seguire una più incisiva riformulazione dell’ideologia delle lapidi: «La strage dimenticata trae dall’oblio quei nomi, rintraccia gli assassini, ricostruisce i moventi. Ci rammenta, una volta ancora, come sia più “maestra” di quella delle lapidi la storia che cerca le acri, tragiche ed umili verità».
Goffredo Parise diceva che quella del risvolto è un’arte «dell’indicazione». E non c’è dubbio. Sciascia gestì con affabilità la sua lettura dell’opera di Camilleri in modo da indirizzarla, com’era sottinteso nella scrittura stessa del libretto, verso la polemica manzoniana contro la letteratura che monumentalizza la verità per adulterarla e seppellirla nel marmo delle versioni ufficiali. Manzoni aveva fatto seguire ai Promessi Sposi la Storia della Colonna infame per svelare l’infamia di un monumento (la Colonna con lapide annessa) e di un’arrogante menzogna politica; e per rivelare, con il suggerimento di una lettura retroversa del suo romanzo (dalla Colonna ai Promessi), quante «acri, tragiche ed umili verità» storiche possano disseppellire e trasmettere l’ironia e il sarcasmo di una scrittura romanzesca.
Salvatore Silvano Nigro

Mandate i vostri auguri a #camilleriunpezzoda90
Andrea Camilleri domenica prossima compie 90 anni. Da 30 nobilita le classifiche dei libri con una produzione immensa e sempre piena di sorprese. I lettori della Domenica (dove per un anno ha tenuto la rubrica Posacenere) sono tutti invitati a formulare i loro auguri (hashtag #camilleriunpezzoda90) in 140 caratteri al nostro indirizzo twitter @24Domenica o per email a domenicale@ilsole24ore.com. I più belli saranno pubblicati domenica prossima.

Il «Gran teatro» e i «Sogni»
«Gran teatro Camilleri» è il volume a cura del nostro collaboratore Salvatore Silvano Nigro, di cui pubblichiamo la prefazione, che Sellerio manda in libreria nei prossimi giorni, con i contributi di De Mauro, Lo Piparo, De Luna, Benvenuti, Lupo, Bancheri, Paccagnini, Spinazzola, Palumbo, Novelli, Morreale, Giovannetti, Scarpa, Jossa e Salis. In contemporanea esce, sempre per Sellerio, il cofanetto in edizione numerata con le copertine dei libri e la raccolta de «I sogni» contenuti nei roanzi di Camilleri.
 
 

Corriere della Sera – La Lettura, 30.8.2015
Il caso. L'esperienza della psicoterapeuta Loretta Salvati con venti pazienti che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo. Alla vigilia dei 90 anni dello scrittore
«Due Montalbano prima dei pasti»
La «terapia Camilleri» per superare il blocco della lettura
«Concentrarsi sulla parola distoglie dai dubbi di comprensione»
Cliccare qui per scaricare l'articolo
Cristina Taglietti
 
 

Messaggero Veneto, 30.8.2015
I novanta di Camilleri «Montalbano vuole che scriva solo di lui»
Li compirà il 6 settembre. Quando la fama arriva a 70 anni Costanzo, nel ’96 in tv, invitò a leggere Il ladro di merendine

Siciliano, è nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, voce inconfondibile, arrocchita dalle molte sigarette, entrata nell’immaginario collettivo grazie a una strepitosa imitazione di un altro siculo, Fiorello.
Andrea Camilleri, classe 1925, scrittore, sceneggiatore, regista teatrale diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, (il primo a portare Becket in Italia e in Accademia è stato titolare della cattedra di regia fino al 1997), compirà novant’anni il 6 settembre.
Autore di grande successo - mediamente fa sessantamila copie a titolo, ma sono oltre trenta milioni le copie tradotte in tutto il mondo - è l’inventore del commissario Montalbano, personaggio a tutto tondo capace di alzarsi dalla pagina, esattamente come se fosse nato per un copione teatrale e incarnarsi in un attore (Luca Zingaretti, ex allievo di Camilleri è diventato personaggio tivù di una serie cult) con i suoi tic, la sua psicologia e i suoi ragionamenti.
Ma a Camilleri si deve soprattutto una lingua nuova e fluente che scorre in una città, Vigata, che non esiste sulla carta e di una scrittura strepitosa che tanto sarebbe piaciuta a Pirandello così piena di parole prese dal mondo contadino e che, per questo, hanno corpo, suono e odore, dove sciauro, ad esempio, sta per sta profumo, e cantaminarsi vuol dire muoversi.
Il successo letterario in tarda età, Camilleri che è diventato autore di bestseller a oltre 70 anni, piace dal Nord al Sud Italia e a lettori di tutte le età. Il salto alle grandi tirature è avvenuto quando il suo commissario Salvo Montalbano, è apparso per la prima volta nel romanzo La forma dell'acqua (Sellerio) del 1994. Il balzo mediatico invece si è realizzato nel 1996 quando Maurizio Costanzo, in una puntata della sua trasmissione, invita a comprare Il ladro di merendine, il terzo della serie, impegnandosi a restituire i soldi se il libro non fosse piaciuto. Da allora non si è più fermata la fortuna del commissario, che deve il suo nome, a un omaggio a uno degli scrittori più amati da Camilleri: Manuel Vazquez Montalban, il cui modello ideale è stato Maigret.
Salvo è colto, gran lettore di romanzi, cultore del buon cibo, guai interromperlo quando sta per mettersi a tavola in veranda, è l’eterno fidanzato di Livia, l’uomo di legge che copre i cadaveri con un lenzuolo, e non ha pietà di chi fa male a donne e bambini. Camilleri gli ha fatto superare il giro di boa dei cinquant’anni, gli ha regalato passioni e inquietudini, mugugni sulla vecchiaia incipiente e nuove irresistibili debolezze.
«Dopo Il cane di terracotta - racconta lo stesso autore sulle pagine del sito a lui dedicato - ci fu veramente un grosso successo. Montalbano cominciò a essere una sorta di apripista per gli altri romanzi storici, se li portò dietro ed è cominciata questa situazione a volte imbarazzante, perché Montalbano è un serial killer di eventuali altri personaggi. È invadente: mentre stai pensando a un’altra cosa, arriva e dice “tu devi scrivere solo di me”».
Ma benché il Commissario gli abbia dato la meritata fama, la sua venuta al mondo non basta per annoverare Camilleri tra i fenomeni indiscutibili della letteratura italiana. Da non perdere è ad esempio la sua trilogia fantastica iniziata con il romanzo Maruzza Musumeci, pubblicato nel 2007, a cui è seguito Il casellante, per concludersi nel 2009 con Il sonaglio. E poi c’è Il birraio di Preston (Sellerio 1995) uno dei più riusciti esempi di romanzi dal contenuto storico in cui Camilleri prende ispirazione da un avvenimento reale per raccontarlo, capitolo dopo capitolo da punti di vista diversi. Per tutto questo, per le 110 regie teatrali, il migliaio di regie radiofoniche e il centinaio di regie televisive, e una capacità di comunicazione che in tutti questi anni gli ha permesso di rivolgersi a un pubblico diversissimo, non possiamo che dire buon compleanno maestro. E scriva, la preghiamo, scriva ancora.
Fabiana Dallavalle
 
 

RagusaNews, 30.8.2015
Tg2: Scicli sbanca di turisti in cerca dei luoghi di Montalbano
Un servizio a firma di Nino Amante
Cliccare qui per il video

Scicli - Un servizio di oltre due minuti in cui si esamina il fenomeno del turismo legato ai luoghi del Commissario Montalbano.
E' quello andato in onda ieri, durante il Tg2, a firma di Nino Amante.
 
 

Corriere di Gela, 31.8.2015
Per i 90 anni di Andrea Camilleri gli auguri di un vecchio amico

Il prossimo 6 settembre Andrea Camilleri sarà un novantenne. Un traguardo per tanti umani, invidiabile, ma non impossibile. Io, caro Andrea, sono un ottuagenario già da cinque anni, il prossimo novembre di quest’anno.
Se ti fermi e mi aspetti, fra cinque anni ti raggiungerò e, se Dio vuole, possiamo ancora proseguire, forti di questi due aggettivi.
Ma già, fin da adesso, possediamo uno scrigno pieno di ricordi. Ricordi lieti, di piccoli e grandi eventi trascorsi nella nostra età giovanile, là nella nostra nativa Porto Empedocle. Ed oggi, in vista dei tuoi prossimi novant’anni, questi ricordi riaffiorano: erano stati, fortunatamente, chiusi in una valigia di cartone; ma il tempo non è riuscito a cancellarli, né a sbiadirli.
Uno fra tanti, fra i tantissimi, è certamente un pezzo di musica jazz che ci piaceva immensamente. Il suo refrain lo fischiavo per chiamarti da sotto casa, o vedendoti da lontano per strada.
Con la fine della seconda guerra mondiale abbiamo importato dall’America tante cose che mancavano all’italianetta fascistoide. La musica dei neri d’America era una di queste. Benedetta sia la radio di quegli anni nostri, giovanili, e dei 78 giri dei dischi: belli, grossi e pesanti, in vinile. Quelli che se cadevano a terra era la loro fine; e magari a noi spuntava una lacrima genuina, non da cipolla tagliata.
Quel pezzo di jazz che aveva colpito la nostra sensibilità musicale s’intitolava (io l’ho scoperto dopo moltissimi anni) Tiger Rag. Tu, Andrea, lo ricordi nel libro “I racconti di Nenè”, raccolti per le edizioni Feltrinelli del 2014, da Francesco Anzalone e Giorgio Santelli.
Scrivi che fu un certo Nick La Rocca, di origine siciliana nato nel 1889 e morto a New Orleans nel1961, a comporre il nostro Tiger Rag.
Il “siciliano” La Rocca, oltre che compositore, si divertiva a suonare la cornetta, dirigere la sua orchestra alla quale diede il nome di Original Dixieland Jazz Band.
Ma fu soltanto nel 1917 a New York che La Rocca incise il suo primo disco, che comprendeva anche Dixieland Jazz One Step e l’altrettanto famoso Livery Stable Blues.
Per la sua carriera fu molto importante suonare in Canadà per la festa della ricorrenza del Trattato di Versailles.
Io, di contro, Tiger Rag e il suo autore (che sia originario di Villarosa, in provincia di Enna, con quel cognome?) li ho scoperti rileggendo attentamente, dopo molti anni, La storia del jazz del mio amico Walter Mauro, scrittore e critico musicale, nonché autore della voce jazz nell’enciclopedia Treccani.
Per Mauro, a proposito di Tiger Rag, si trattava di una vecchia quadriglia che si ballava a New Orleans e sulle chiatte che solcavano il Missisipi.
Erano anche i tempi dei siciliani d’America Leon Roppolo, Eddie Lang che, in verità, si chiamava Salvatore Massaro e del violinista Joe Venuti.
Erano noti, per fare soltanto tre nomi, come Louis Amstrong, Duke Ellington e la dolcissima Ella Fitgerald.
Per il tuo novantesimo compleanno, carissimo Andrea, ti farò un fischio; questa volta da qua, da Gela.
Lo percepirai, inevitabilmente; si tratta dello stesso pezzo musicale della nostra gioventù empedoclina, fra le scogliere di levante e di ponente, dove si specchia, sempre, il caos pirandelliano. Forse un alito di scirocco, proveniente dal Sahara, si mescolerà al nostro fischio di matrice americana.
La globalizzazione è in atto, fra un fischio e l’altro. Sono ricordi soltanto nostri, racchiusi e custoditi come tesori preziosi.
Federico Hoefer
 
 

Mentelocale.it, 31.8.2015
Andrea Camilleri, 90 anni e 100 libri: un record
Domenica 6 settembre lo scrittore festeggia un compleanno importante. Dal teatro al romanzo. Il successo di Montalbano, ma non solo. Tanti auguri!

Domenica 6 settembre Andrea Camilleri compie novant’anni. Molte le iniziative per festeggiarlo: la casa editrice Sellerio pubblica un cofanetto che raccoglie un’antologia dei sogni narrati nei suoi romanzi e racconti: I sogni di Andrea Camilleri, un volume di contributi di amici e studiosi, Gran teatro Camilleri, e due e-book, in vendita solo per quattro giorni, dal giovedì 3 alla domenica 6 settembre 2015, che raccolgono tutte le indagini di Montalbano pubblicate da Sellerio: Le indagini di Montalbano e tutti gli scritti non montalbaneschi, ventitré tra romanzi storici, cronaca e fatti diversi, I romanzi di Vigàta e altro ancora.Molte le trovate sui social network; tra questi, l’hashtag #camilleriunpezzoda90, di @24Domenica.
La svolta che una trentina di anni fa ha portato Camilleri dal teatro al romanzo ne ha fatto uno scrittore geniale, dallo stile inconfondibile che, con il suo vigatese, è riuscito a superare le barriere della traduzione e i confini nazionali, diventando un fenomeno letterario mondiale. Se al successo ha contribuito la fortunata serie televisiva, magnificamente interpretata da Luca Zingaretti e Michele Riondino (creando anche un fenomeno turistico nei luoghi della fiction), Camilleri non è solo Montalbano. Al suo attivo, il record di quasi quota 100 libri scritti, tra saggi e romanzi.
Una bella sintesi dei novant’anni di carriera è lo stesso Camilleri a farla in La memoria di Elvira (Sellerio), il suo contributo in ricordo di Elvira Giorgianni Sellerio, l’editrice palermitana, deceduta nel 2010, la quale per prima crebbe nelle sue potenzialità pubblicando, nel 1984, Una strage dimenticata. Camilleri scrive di aver ricevuto da Sellerio la prima e unica lezione di scrittura della sua vita e la raccomandazione, fra l’altro, di non perdere mai l’ironia e la leggerezza – le due qualità che lo hanno reso in questi trent’anni uno degli scrittori contemporanei certamente tra i più amati.
Grazie e buon novantesimo compleanno Andrea Camilleri.
Roberta Gregori
 
 

RagusaNews, 31.8.2015
Il Giovane Montalbano, un mega spot per Scicli
Merito di Palomar e di Carlo degli Esposti

Scicli - Non ci sono soldi per pagare ciò che Carlo degli Esposti e la Palomar stanno facendo per Scicli.
Nello spot di oltre tre minuti con cui viene annunciato il ritorno in tv del Giovane Montalbano, la cittadina barocca primeggia in scorci nuovi, inusuali, bellissimi.
Accompagnato da una nenia in dialetto siciliano, Michele Riondino attraversa la città, le sue cave, i suoi torrenti in una atmosfera di magica poesia.
I sei nuovi episodi andranno in onda dal 14 settembre in prima serata su Rai1.
La canzone, bellissima, è di Olivia Sellerio.
 
 

 


 
Last modified Saturday, April, 06, 2024