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RASSEGNA STAMPA

GIUGNO 2015

 
TvZap, 2.6.2015
Ascolti tv, Montalbano sono… e le vinco tutte
Il Commissario di Camilleri in replica batte le nuove puntate di Squadra mobile. Bene sui social network Piazzapulita

In prima visione, in seconda visione, alla decima replica, non importa quante volte una determinata puntata della fiction tratta dai romanzi di Andrea Camilleri sia andata in onda: state pure certi che ha ottime possibilità di vincere la sfida della serata in tv e aggiudicarsi l’Auditel. Ed è quello che è accaduto anche ieri sera, lunedì 1 giugno.
Montalbano: la top ten degli ascolti
Prime time. Vince ancora il prime time tv Il commissario Montalbano su Rai1 con 4.010.000 e uno share del 17.63% per l’episodio “Il ladro di merendine”.
[…]
Lara Gusatto
 
 

Televisionando, 2.6.2015
Il Commissario Montalbano, trama puntata dell’8 Giugno 2015 su Rai Uno
Il Commissario Montalbano torna in replica lunedì 8 Giugno 2015, ore 21.20 su Rai Uno con un nuovo episodio. Ecco alcune anticipazioni riguardo la trama della puntata: La voce del violino (1999)

Continua il ciclo di repliche della serie cult di Rai Uno tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti, che racconta le vicende di Salvo Montalbano, commissario di polizia nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata. Il Commissario Montalbano, in vista dei nuovi episodi previsti per il 2016, torna in prima serata con La voce del violino (1999).
[…]
 
 

Movimento Scicli Bene Comune, 2.6.2015


Cliccare sull'immagine per ingrandirla
 
 

TRM - TGMed, 4.6.2015
Camilleri inaugurerà la nuova edizione di "Una Marina di libri"


 
 

MenteLocale.it, 4.6.2015
La giostra degli scambi, nuova indagine per Montalbano
Torna il commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri. Tra l’evoluzione del personaggio e la vicenda poliziesca, una riflessione sul tema del femminicidio


Roberta Gregori con Andrea Camilleri (Auditorium di Roma, rassegna Inedito d'autore, marzo 2014)

Adoro i libri delle indagini del commissario Montalbano. Il suo mondo è rilassante (Camilleri dice che il suo proposito, ne avesse uno, è quello di costruire non abbazie, ma linde chiesette di campagna immerse nel verde ridente), la narrazione mi fa emozionare e sorridere, anzi ridere, come mi è spesso capitato indifferentemente dal luogo dove fossi, usualmente stipata in un vagone della metropolitana (il perfetto, elegante e pratico, formato dei libri Sellerio!), incurante degli sguardi degli altri passeggeri.
Ed è da lettrice che nel marzo 2014 posi, attraverso la sua collaboratrice Annalisa Gariglio, una domanda ad Andrea Camilleri, ovvero come nascesse un nuovo libro del commissario Montalbano, se ci fosse una prevalenza dell’aspetto poliziesco, della sua anima dello sbirro ed il voler confrontare il protagonista con una particolare indagine, o piuttosto l’aspetto umano ed emozionale, quello che io ricercavo nelle pagine e prediligevo. «Mi è capitato diverse volte che mi chiedessero circa questa serie di romanzi polizieschi - rispose Camilleri. Il mio intento principale è sempre stato quello di descrivere, attraverso la serialità, soprattutto l'evoluzione di un personaggio, come quello di Montalbano appunto. Con altrettanta sincerità devo dire che, nel corso della scrittura dei vari episodi, non c'è stata una netta prevalenza dell'intenzione iniziale, assorbita dalla vicenda poliziesca. Mi pare che questo equilibrio tra l'evoluzione del personaggio e vicenda poliziesca sia stata una formula vincente».
In questo nuovo episodio, La giostra degli scambi (Sellerio, 2015), mi sembra invece che l’equilibrio penda verso il caso, nello specifico verso il tema del femminicidio. Una riflessione cara a Camilleri che già nell’episodio Un covo di vipere, la cui scrittura risale al 2008, fa dire a Salvo una frase tristemente attuale ovvero di come sia diventato di moda ammazzare ex mogli, ex fidanzate, ex compagne. Ancora, nella raccolta Segnali di fumo (Utet, 2014) osserva come sia una «reazione brutale e insensata del maschio latino di fronte al progressivo ampliarsi del ruolo della donna», di quel maschio che di fronte al timore della perdita della secolare preminenza «fa come le bestie, che reagiscono alla paura uccidendo». E in nota del libro Donne (Rizzoli, 2014) scrive di non aver mai pensato di pubblicare un libro cosi intimo sulla figura della donna, ma nemmeno mai pensato che in Italia nel 2013 si fosse costretti a varare una legge contro il femminicidio.
Certo, ritroviamo tutti gli elementi del mondo di Montalbano nell’ultimo libro, la passione per il cibo (le prelibatezze preparate da Adelina e le scappate da Enzo), i luoghi amati (la pilaja dorata, il mari azzurro, il celo cilestri), le argute descrizioni (la scrivania modernissima a mita’ strada tra un siluro e ‘na macchina di Formula1, tutta chiavette e manopole, che uno prima d’assittarisi si doviva pigliari la patenti), gli scatti di rabbia (gli ululati lupigni), il malumore accresciuto per il peso della vicchiaglie e della solitudine, il rapporto con Livia ancora più intenso (l’ultima vota che l’aviva viduta, aviva arricivuto ‘na pugnalata al cori. Le rughe sutta all’occhi, i fili bianchi nei capilli…). Insomma, tutta la maestria nella narrazione e di quel incipit di una mosca scambiata che regge l’intero racconto del colpevole scambiato.
Sembrano però più forti le sole frasi conclusive del romanzo, le parole di quell’uomo che al commissario grida che la donna meritava di essere ammazzata perché gli apparteneva e del disgusto di Montalbano che chiui la porta per non sentirlo più.
Roberta Gregori
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 5.6.2015
Il video dell’incontro fra Camilleri e i lettori
Camilleri "Preferisco le aziende indipendenti"

Andrea Camilleri, protagonista alle 19 alla Gam, anche quest'anno è la star di "Una Marina di libri"
Cosa vuol dire, in tempi di fusioni fra colossi editoriali, pubblicare con un editore indipendente?
«Sono stato da sempre un sostenitore dell'editoria indipendente. Qui a Roma c'è la fiera "Più libri più liberi" e credo di non essermi perso neanche un'edizione. Ho avuto una stramba carriera letteraria: il mio primo romanzo che ebbe un certo successo venne pubblicato da un grande editore, Garzanti, che era comunque un indipendente. Poi arrivò la Sellerio. Io non ho fatto altro che pubblicare con editori che avessero queste caratteristiche non per una scelta ma per una sorta di vocazione. Ho dato quando possibile i miei libri a piccole case editrici indipendenti come l'Altana, la Libreria dell'Orso, e altre, ritenendo che questo tipo di editoria svolga proprio una sorta di funzione di controcanto fondamentale nel panorama letterario italiano. Inoltre, quando mi è capitato di pubblicare con grandi editori devo dire che sono sempre stato rispettato come scrittore ‘"indipendente'" e non mi hanno mai chiesto di sottopormi a logiche che io non rispettassi».
Nel suo nuovo romanzo "La giostra degli scambi'" la lingua siciliana è molto più presente che negli altri episodi di Montalbano: il dialetto è la memoria della lingua?
«No, non credo: il dialetto è la linfa della lingua».
L'ultima volta, a proposito de "La piramide di fango", disse che l'unica salvezza per la Sicilia potrebbe essere affidata alla potenza distruttrice della natura. E' crollato un ponte e la Sicilia è divisa in due...
«È il simbolo evidente di un malcostume, di una politica guasta, in una parola della palude di corruzione in cui ci troviamo sommersi ogni giorno di più e, quel che è più grave, assuefacendoci ad essa ogni giorno di più».
Cosa la diverte della Sicilia contemporanea?
«Leggere di siciliani che ce l'hanno fatta a fare i mestieri più estrosi nei posti più strani del mondo».
e.l.
 
 

Una Marina di Libri, 5.6.2015



Ore 19:00 | Chiostro Sant'Anna
Andrea Camilleri racconta la nuova indagine del commissario Montalbano
Presentazione del libro
La giostra degli scambi
di Andrea Camilleri
Sellerio Editore
Interviene: Antonio Manzini
Sarà presente l'autore

Cliccare qui per una galleria fotografica di Luciana Lupo (Camilleri Fans Club)


Foto Camilleri Fans Club









Video di Gaspare Lo Presti (Camilleri Fans Club) per Sellerio Editore
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 5.6.2015
Camilleri alla Gam: bagno di folla per parlare di Montalbano
Cliccare qui per la galleria fotografica

Anche quest'anno un'accoglienza più che calorosa per l'arrivo a Una marina di libri di Andrea Camilleri che alle 19 ha chiacchierato di letteratura, lingua e libri con Antonio Manzini.
Non c'è la mobilitazione regionale della scorsa edizione, ma il chiostro di Sant'Anna nella Galleria d'Arte Moderna è gremito di affezionati lettori.
C'è il fan club, ci sono i fedeli del commissario Montalbano, i fedelissimi di Luca Zingaretti, quelli che "il personaggio televisivo ha contribuito alla fama dei libri" e anche chi viene per dire con piglio intellettuale "amo il Camilleri dei romanzi storici".
Per tutti loro, superando le stanchezze dei novanta anni suonati, Andrea Camilleri si è raccontato e svelato, andando ben oltre la presentazione del suo ultimo libro, il 37esimo della saga di Montalbano, "La giostra degli scambi", numero mille e uno della collana La memoria Sellerio.
Chi viene a sentire Camilleri in effetti, non vuole la presentazione del libro, in molti lo hanno già letto, altri lo stringono in mano sperando in un autografo, ma da lui, dal maestro, i lettori siciliani vogliano svelata la Sicilia. Quella Sicilia che lui racconta fra filosofia sorniona, ironia affilata e lingua che si tocca, annusa e deforma per aderire alla realtà.
"E' una ricerca che faccio sempre, che non smetto mai. Mi muovo fra il dialetto e la lingua nazionale alla ricerca della parola che abbia veramente il peso di quello che sto raccontando", dice Camilleri e aggiunge: "L'italiano non mi basta. L'ultimo libro che scriverò non sarà definitivo della ricerca, ma vorrà solo dire che la ricerca si è interrotta".
E continuando sull'importanza della lingua e della metrica e del ritmo, del lavoro di cesello a guisa di poeta, alla fine Camilleri rivela la ricetta dei suoi romanzi e dei suoi racconti: "Per un romanzo di Montalbano diciotto capitoli ciascuno di dieci pagine, ogni pagina nel mio computer vuol dire 23 righe. Un romanzo ben congegnato sta perfettamente in 180 pagine. Per i racconti, 24 pagine, o meglio 4 capitoli di 6 pagine ciascuno. Se non sento questa mia metrica vuol dire che qualcosa non va".
E a fargli notare ciò che non va, anche quando lui cerca di occultare l'inganno e trova un escamotage, ci pensa la moglie Rosetta, più volte citata con amorevole complicità da antico coniuge.
Entrando nel merito dell'ultimo libro, si parla di non cedere mai alle apparenze, Manzini ne racconta l'incipit nel quale Montalbano si sveglia con una camurria, una mosca che gli ronza intorno e che il commissario uccide. Ma nella stanza si manifesta un'altra mosca e allora Montalbano si domanda: "Avrò ucciso la mosca colpevole o quella innocente?". "E' questa domanda riguarda l'esistenza - dice Camilleri - mi sarebbe piaciuto scrivere tutto il romanzo rispondendo a questo dubbio, ma non ne sono stato capace. Troppo difficile".
Si parla anche di Gadda e di Carlo Bo, si scherza un po' sulla cronaca, poi il resto è un po' un deja-vu dell'anno scorso, le differenze con Maigret, il rapporto tra Montalbano e i romanzi storici, la Sicilia impastata di dominazioni, e la saga del commissario che si è imposta perché doveva essere un solo episodio: "Montalbano è come la ciliegia, mentre ne scrivo uno comincia a formarsi il desiderio dell'altro", scherza.
Ma si sta ad ascoltare ancora una volta volentieri, complice l'inconfondibile voce roca, e i "camilleriani" restano contenti sul prato aspettando la prossima indagine del commissario.
(testo di Eleonora Lombardo, foto di Igor Petyx)
 
 

MeridioNews, 5.6.2015
Camilleri racconta il suo Montalbano
«Schifoso ricattatore, gli devo il successo»

Cultura e spettacoli – Bagno di folla per il papà del commissario a "Una marina di libri". Lo scrittore empedoclino presenta la sua ultima fatica "La giostra degli scambi", la nuova indagine del suo fortunato personaggio, a cui lo lega un rapporto di odio-amore. E svela il segreto della sua scrittura di successo: «Devo sentire il ritmo della pagina, altrimenti mi blocco e ricomincio daccapo»

Un bagno di folla per il papà del commissario Montalbano, lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri, ospite d'eccezione di "Una marina di libri", la fiera dell'editoria indipendente ospitata fino al 7 giugno nel complesso di Sant'Anna a Palermo, sede della Galleria d'arte moderna.
L'occasione per illustrare la sua ultima fatica, "La giostra degli scambi", l'ennesimo capitolo della lunghissima saga del poliziotto interpretato sullo schermo dall'attore Luca Zingaretti, amatissimo dal pubblico, ma che, per lo scrittore quasi novantenne - Camilleri compie gli anni a settembre -, era solo di una parantesi, perché mai si sarebbe aspettato «un simile colpo di fortuna». Camilleri, infatti, si dice «sposato con i romanzi storici», la sua vera passione mentre Montalbano è quasi «un'amante noiosa» con il quale doveva avere solo due «incontri»: "La forma dell'acqua" e "Il cane di terracotta".
«Scrissi il secondo per dare compiutezza al personaggio - spiega -, quando Elvira Sellerio me ne chiese un terzo in un primo momento mi rifiutai. Poi mi sono convinto perché in un anno Montalbano ebbe la forza di portare i miei romanzi da 100 mila a 800 mila copie». Un debito verso il personaggio che porta Camilleri a definirlo uno «schifoso ricattatore», perché «a lui devo il fatto che i miei romanzi ancora oggi dopo 20 anni sono in catalogo. Non pensavo di scrivere di un personaggio così fortunato, ho scritto di un anti-eroe, di un borghese da invitare a pranzo e mai avrei pensato di avere respiro narrativo per venti romanzi».
Impossibile, parlando dei romanzi di Camilleri, non soffermarsi sulla lingua utilizzata dallo scrittore, una prosa bastarda figlia del connubio tra italiano e dialetto. Una sfida su cui in pochi avrebbero scommesso, e che invece si è rivelata una delle caratteristiche vincenti della sua narrativa. «Ogni volta che scrivo una particolare scena - sottolinea - mi sforzo di unire dialetto e lingua in modo che la parola abbia il peso di quello che sto raccontando: se racconto un fatto di sangue la parola deve avere il peso del sangue. Ricorro a questa sorta di dialetto per raggiungere questo obiettivo. Ad ogni buon conto, quando scrivo una pagina sento la necessità di sentirne il ritmo, se avverto delle cadute, degli ingorghi mi blocco e ricomincio daccapo. A volte, quando proprio non riesco, ricorro a dei sotterfugi, ma mia moglie se ne accorge subito e sono costretto a riscrivere la pagina».
E a proposito del ritmo e del respiro di un romanzo, Camilleri racconta che le avventure di Montalbano hanno un lunghezza che si ripete, uno spazio che si esaurisce in diciotto capitoli. «Se il romanzo funziona - dice - rientra in questa mia metrica di 180 pagine. Se non sento questo ritmo formale, compiuto, vuol dire che qualcosa non funziona, questo ci dice che il romanzo obbedisce a delle regole metriche e matematiche».
Camilleri non si sottrae alle domande e spiega pazientemente il modo in cui trae ispirazione dalla realtà per dare forma concreta alla sue fantasie. «Purtroppo - confessa - sono privo di fantasia e ho bisogno di un dato reale, magari un fatto di cronaca nera caduto nel dimenticatoio. Ad esempio, La forma dell'acqua nasce da un fatto accaduto molti anni prima, quando un uomo nel viterbese fu trovato seminudo nella sua auto e si scoprì che fu portato lì dall'amante. Per i romanzi storici a volte mi basta una frase, un dato, un documento reale. Ne "Il re di Girgenti", ad esempio, i documenti storici che cito sono tutti dei falsi, li ho scritti io tutti, nel linguaggio dell'epoca».
Infine, immancabile l'omaggio allo scrittore che è sempre stato il suo maestro, l'esempio da seguire. Ovviamente il riferimento è al commissario Maigret, la creatura dello scrittore francese Georges Simenon. «Quando è nato Montalbano è arrivato l'incombente peso di differenziarlo da Maigret. Quindi ho cercato di trovare delle differenze tra i due personaggi: Maigret felicemente sposato mentre Montalbano un eterno fidanzato. Ovviamente le similitudini non mancano, entrambi amano mangiare».
Spesso Çamilleri, nel riferirsi al personaggio, si confonde e parla di Maigret e Simenon come fossero la stessa cosa. «Questa sovrapposizione tra il personaggio e l'autore - riflette accorgendosi dell'equivoco - non può ripetersi nel mio caso perché Montalbano è ben distinto da me. Mia moglie, in realtà, si è accorta che lui ha delle caratteristiche di mio padre. È vero, comunque, non siamo opposti: se lui è leale non vuol dire che io non lo sia ma siamo diversi».
Antonio Mercurio
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 6.6.2015
Il video dell’incontro fra Camilleri e i lettori
Palermo, bagno di folla per Camilleri alla "Marina di libri"

Bagno di folla per Andrea Camilleri, ospite d'onore del festival dell'editoria "Una Marina di libri" in corso a Palermo. Lo scrittore ha dialogato su letteratura, libri e lingua con Andrea Manzini
Video di Giorgio Ruta
Servizio di Eleonora Lombardo e Giorgio Ruta
[con un'intervista al Presidente del Camilleri Fans Club, NdCFC]
 
 

TRM - TGMed, 6.6.2015
Camilleri: "Ecco come nascono i romanzi di Montalbano"


 
 

TGS, 6.6.2015
"Una marina di libri", scrittori e lettori insieme a Palermo
Torna "Una marina di libri", il festival dell'editoria, alla Galleria d'arte moderna a Palermo. Fino a domani, scrittori affermati ed emergenti incontrano i lettori. Ospite della manifestazione Andrea Camilleri.
Federica Terrana
Cliccare qui per vedere il video
 
 

TGR Sicilia, 6.6.2015
Palermo, Camilleri alla “Marina di Libri”
(il servizio inizia al minuto 11:12)
Vicky Sorci
 
 

PalermoToday, 6.6.2015
Bagno di folla alla Gam per Camilleri: "Noi siciliani gloriosamente bastardi"
Tanti applausi e sorrisi per il ritorno dello scrittore di Porto Empedocle a "Una marina di libri". L'autore ha presentato il 37esimo libro della saga di Montalbano e si è raccontato ai suoi fan.
Rosaura Bonfardino
 
 

LiveSicilia, 6.6.2015
Palermo
Camilleri ad 'Una marina di libri'
"Montalbano come una ciliegia"

Nello splendido scenario del chiostro S. Anna della Galleria d'Arte Moderna lo scrittore ha presentato ieri 'La giostra degli scambi', il 37^ libro della saga del Commissario Montalbano.

Ci risiamo, sesta edizione di 'Una Marina di Libr'i e lui, a 90 anni suonati e con l'inconfondibile voce roca, torna a intrattenere il pubblico. Andrea Camilleri ha presentato ieri La giostra degli scambi, il 37^ libro della saga del Commissario Montalbano edito, neanche a dirlo, dalla casa editrice Sellerio.
Nello splendido scenario del chiostro S. Anna della Galleria d'Arte Moderna, sono tutti attenti alle parole dello scrittore. Non bastano le sedute, ci si accontenta di un posto sul prato o sui gradini. Il cortile è gremito dai tanti affezionati che, anche questo anno, sono tornati ad ascoltare cosa ha da dire Camilleri sul caro Commissario.
"Montalbano è come una ciliegia, nell'atto stesso in cui finisco il romanzo ne comincio subito un altro" racconta lo scrittore a proposito della sua continua produzione "mi dico: Camilleri vai avanti, basta che ci infili dentro la storia, invece di andare a sfruculiarti il cervello su un romanzo storico. Anche se la tentazione è tanta."
Puntuale, arriva la domanda del moderatore Antonio Manzini sull'identifazione del protagonista di romanzi della saga con lo stesso scrittore, il quale risponde : "Il personaggio è lontano da me ma mia moglie ha scoperto che ci sono alcune caratteristiche di mio padre." E continua: "Montalbano è un personaggio reale. Un borghese, uno che inviteresti volentieri a pranzo, un anti eore, uno che non è inquietante."
Camilleri potrebbe andare avanti per ore, raccontando gli aneddoti e i retroscena della sua scrittura, o uno degli argomenti a lui caro come le tecniche di Simenon su Maigret. Ancora due parole sulla Sicilia prima di congedarsi: "Siamo il frutto gloriosamente bastardo di tredici dominazioni, dalle quali abbiamo preso il meglio e il peggio." E, come una tradizione ormai consolidata, per spiegare il carattere contraddittorio dei siciliani, Camilleri si è servito ancora una volta dell'immagine di Vitaliano Brancati "ci sono il signor Rossi e il signor Bianchi, tutti e due della stessa città, abitanti dello stesso condominio e dello stesso piano. Li divide solo il pianerottolo. Eppure, attraversare quel pianerottolo per andare dal Sig. Bianchi al Sig. Rossi e viceversa, è fare un viaggio transoceanico, tanto il carattere del Sig. Rossi è opposto a quello del Sig. Bianchi. E la cosa bella è che dentro il Sig. Bianchi convive il sangue del Sig. Rossi. Questo siamo noi siciliani: difficilmente comprensibili e facilmente comprensibili, a scelta e a volontà."
Come dicevamo, Camilleri potrebbe davvero continuare a parlare e intrattenere il pubblico per ore, mai noioso, sempre brillante. E invece, è stanco e conclude tra gli applausi, ringraziando i presenti che salutano lo scrittore con una standing ovation.
Federica De Felici
 
 

SiciliaInformazioni, 6.6.2015
Palermo
Camilleri a 360 gradi, concentrato di emozioni
“Montalbano? Non volevo più scriverne…”

Gli anni passano per tutti tranne che per Andrea Camilleri. A 90 anni è stato ancora lui, come lo scorso anno, a costituire il pezzo forte della giornata di apertura di “Una marina di libri”, la rassegna degli editori indipendenti, organizzata da Navarra e da Sellerio, che va diventando, anno dopo anno, un appuntamento sempre più importante per chi ama la lettura. Non solo a Palermo e in Sicilia, ma nel Meridione.
Ieri sera Camilleri al complesso monumentale di piazza Sant’Anna ha tenuto banco con la sua lucida intelligenza, sagacia, ironia. Ad ascoltarlo una platea numerosa e partecipe (trovare un posto seduto nel vasto atrio era un’impresa). L’occasione è stata data dalla presentazione del suo ultimo romanzo “La giostra degli scambi”.
Ma del libro si è parlato pochissimo. I romanzi di Camilleri, soprattutto se della serie del commissario Montalbano, campioni di vendita, non hanno bisogno di presentazioni. Piuttosto
Camilleri ha discusso con Giorgio [Antonio, NdCFC] Manzini, per un’ora e mezzo, a briglie sciolte. Di tante cosa: del suo rapporto con la scrittura, del commissario Montalbano, di letteratura e di poesia.
L’autore dei polizieschi del commissario Montalbano ha svelato alcuni segreti del suo successo di scrittore. Innanzitutto che quando scrive dei romanzi li declama ad alta voce per accertarne la musicalità e il ritmo. Se ciò che scrive non gli suona bene, il romanzo non funziona. Anche per essere scrittori, perciò, come avrebbe detto Jannacci, “ci vuole orecchio”.
Non solo il romanzo deve possedere una cadenza musicale, in un certo senso come la poesia, ma, come proprio la poesia, almeno quella classica, deve essere contenuta in formati standard. I suoi romanzi polizieschi – ha rivelato Camilleri- sono raccolti in un una sorta di format predefinito, un numero fisso di cartelle che corrispondono a circa 180 pagine di libro stampato. Un po’ come accade per la poesia: un sonetto è composto da quattordici strofe di endecasillabi, due quartine e due terzine. Che il senso del ritmo fosse il punto di forza della sua narrativa lo aveva notato il celebre critico letterario Carlo Bo che nella sua narrativa aveva scovato un retroterra poetico. La differenza tra i poeti e i narratori, ha però osservato Camilleri, è che i primi hanno la capacità di condensare in poche parole ciò che i secondi riescono a dire solo attraverso una ben più lunga elaborazione. I poeti hanno una felicità espressiva che ha la fonte in un’ispirazione quasi magica, tant’è che se si leggono i manoscritti di Leopardi si scopre che il primo verso è sempre intonso, privo di cancellature, quasi fosse stato dettato da una misteriosa voce interiore.
Camilleri ha parlato anche del suo commissario Montalbano svelando che dopo i suoi primi due romanzi della serie aveva deciso di non scriverne più. Ma fu una telefonata di Elvira Sellerio a predirgli che avrebbe abbandonato quel proposito. Il numero di vendite dei suoi romanzi “storici” cresceva vertiginosamente all’uscita delle sue storie di Montalbano. Il loro successo si rifletteva sugli altri suoi libri. Ciò lo ha dissuaso ad abbandonare un personaggio, tanto diverso da lui, che garantiva ai suoi romanzi “storici”, quelli cui si sente più affezionato, un’eterna giovinezza, di rimanere cioè nel mercato ben oltre i limiti temporali ordinari dell’editoria.
A proposito dei suoi romanzi “storici” Camilleri ha confessato che per tanti di loro si è inventato documenti inesistenti in base ai quali ha poi ricostruito le vicende narrate. Conquistandosi l’invidia degli storici di professione costretti ad accontentarsi di documenti veri.
“Una marina di libri” continua oggi e si conclude domani con tantissimi editori (ben 49) e altri protagonisti prestigiosi, italiani e stranieri, tra i quali il vincitore del Premio Campiello 2014 Giorgio Fontana. Ma si può scommettere sin d’ora che nessuno di loro, per quanto ispirato, avrà la verve giovanile del novantenne scrittore di Vigata.
Antonino Cangemi
 
 

SoloLibri, 6.6.2015
La giostra degli scambi – Andrea Camilleri

La giostra degli scambi è il nuovo romanzo di Andrea Camilleri, distribuito in libreria da Sellerio, dedicato al commissario siciliano di Vigata, Salvo Montalbano personaggio di rilievo della letteratura italiana contemporanea, in cima alla classifica dei libri più venduti.
“Alle cinco e mezzo di quella matina, minuto chiù minuto meno, ’na musca, che apriva da tempo morta ’spiccicata stupra al vitro della finestra, tutto ’nzemmula raprì l’ali, se l’annittò accuratamenti strofinnandole, pigliò il volo, doppo tanticchia virò e si annò a posari supra al ripiano del comodino”.
L’insetto insolente, dopo essere rimasto fermo a considerare la situazione, volò sparato “dintra alla narici mancina” del commissario Montalbano che dormiva beatamente. Nel sonno Salvo sentì un fastidioso prurito al naso e per farselo passare, si diede una gran botta al naso che ebbe il merito di svegliarlo del tutto.
Salvo si alzò dal letto di corsa perché il sangue stava uscendo copiosamente dal naso, giunto in cucina aprì il frigorifero per applicare qualche cubetto di ghiaccio alla radice del naso per poi sedersi con la testa all’indietro. Passata l’emergenza il commissario era tornato a letto ma quando stava per riprendere sonno ecco che il molesto rumore provocato dalla mosca era tornato alla carica. Era arrivato il momento di sbarazzarsi dell’insetto ma una volta commesso il delitto e tornato in camera dopo essersi lavato le mani, Montalbano si era accorto che una mosca passeggiava beatamente sul suo cuscino.
“Allura le mosche erano dù? E lui, a quali aviva ammazzata? Alla ’nnuccenti o alla colpevoli?”
In quella “jornata” che si presentava “pricisa ’ntifica a ’na cartolina illustrata”: spiaggia dorata, mare azzurro, cielo celeste senza manco l’accenno di una nuvola, l’incontro/scontro con la mosca noiosa sarebbe stato il primo di una serie di scambi di persona o di insetti (?) che avrebbero dato del filo da torcere al commissario. Una vera e propria giostra di scambi capaci di mettere a dura prova la tenacia e la solerzia del poliziotto siciliano, il quale, però, dotato di “un’intelligenza acutissima” che lo contraddistingue, non crede alle apparenze.
“Come funziona il ciriveddro umano?”
Tre giovani donne vittime di tre sequestri-lampo, una delle quali la nipote di Enzo, il celebre titolare del ristorante preferito da Salvo, un “gran beddro picciotto”, Marcello Di Carlo, proprietario di un negozio di elettrodomestici “pieno di tilivisori, cellulari e robbe elettroniche”, quarantino al quale “piaci godirisi la vita”, misteriosamente scomparso.
Tutti accadimenti sinistri, inquietanti, anomali per come si sono svolti destinati ad incastrarsi tra loro in un gioco pirandelliano, dove tutto non è come sembra. Salvo Montalbano in questo romanzo per la cui stesura il Maestro Camilleri non ha tratto origine da un fatto di cronaca nera, appare sempre più malinconico, del resto gli anni passano anche per lui. L’autore, nato a Porto Empedocle nel 1925, regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore, non a caso fa citare alla sua creatura di carta una poesia di Attilio Bertolucci, La neve, contenuta nella raccolta Lettera da casa (1951):
“Come pesa la neve su questi rami
come pesano gli anni sulle spalle che ami.
L’inverno è la stagione più cara,
nelle sue luci mi sei venuta incontro
da un sonno pomeridiano, un’amara
ciocca di capelli sugli occhi.
Gli anni della giovinezza sono anni lontani”.
Alessandra Stoppini
 
 

SiracusaNews, 6.6.2015
Palermo
Siracusa, il libro della settimana:"La giostra degli scambi" per il Commissario Montalbano

È uscito, edito da Sellerio,"La giostra degli scambi" il nuovo episodio dell'amato commissario di Vigàta, frutto della penna di Andrea Camilleri.
In questo episodio, l'autore, aderendo ai tempi resta fortemente attuale, sottoponendo il commissario a casi di violenza sulle donne.
Incentra tuttavia la vicenda sul tema dello scambio, dell'equivoco e delle false parvenze, mettendo Montalbano ancora una volta alla prova...
Una ragazza in una strada poco frequentata viene aggredita, narcotizzata e rilasciata; dopo qualche giorno l'episodio si ripete e questa volta la vittima è la nipote di Enzo, il proprietario della trattoria dove il commissario è solito andare.
Le vittime sono entrambe trentenni e lavorano in banca.
Nel frattempo viene incendiato il negozio di elettrodomestici di Marcello Di Carlo, dongiovanni di Vigàta, stranamente, assurdamente scomparso...
A distanza di qualche tempo, un terzo sequestro lampo, più violento in questo caso, ed ancora una volta, una donna impiegata in banca, la vittima coinvolta.
Sarà Salvo Montalbano a dover condurre le indagini e a dover trovare la giusta strada da seguire tra messe in scena, scambi e depistaggi.
Sebbene nella narrazione non manchino i riferimenti agli anni che passano, resta ben salda la sua capacità di trovare sempre e comunque il bandolo della matassa, dotato di quell'intuito unico che nel tempo si è solo meravigliosamente sofisticato, certo dell' efficacia dei suoi metodi che hanno scelto anche in questo caso di non cedere, neanche per un istante, alle lusinghe di quella convenzionalità che da anni tenta di corromperlo.
Iole Sonnini
 
 

Una Marina di Libri, 7.6.2015



Ore 21:00 | Chiostro Sant'Anna
La memoria di Elvira
Reading con immagini per festeggiare il millesimo titolo della collana La memoria
Sellerio Editore
Con un intervento in video di Andrea Camilleri

Cliccare qui per una galleria fotografica di Luciana Lupo (Camilleri Fans Club)


Foto Camilleri Fans Club
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 7.6.2015
Incudine “Le Supplici diventeranno un disco”

Mario Incudine, seguendo la visione registica di Moni Ovadia, ha musicato e scritto in siciliano, insieme a Pippo Kaballà, l'intera ossatura de Le supplici di Eschilo.
[…]
Progetti?
«Fare de "Le supplici" un concept album e poi con Ovadia abbiamo altre idee, per esempio trasporre un romanzo di Camilleri».
Valeria Ferrante
 
 

La Sicilia, 8.6.2015
Il fumetto
La parodia Disney del siculo commissario Montalbano
Topalbano mette insieme le due icone
Camilleri: «È stato meglio del Nobel»

«Da bambino i miei personaggi preferiti erano Topolino, Minnie, Pluto, Pippo, Clarabella. Quando ho visto “Topalbano” disegnato mi sono emozionato tantissimo, è stato molto meglio del Nobel. Nella mia famiglia è piaciuto a tutti, le tavole sono passate di mano in mano tra figli e nipoti. E poi è una storia ben congegnata, divertente».
Commenta così lo scrittore Andrea Camilleri il volume “Le avventure di Topalbano”, edito da Panini/Disney e presentato in anteprima a Catania in occasione della quinta edizione di “Etna Comics”.
La pubblicazione (disponibile dal prossimo 11 giugno) raccoglie due storie, “Topolino e la promessa del gatto” e “Topolino e lo Zio d’America”, originariamente stampate sul celebre settimanale per ragazzi.
Sceneggiate entrambe da Francesco Artibani e disegnate rispettivamente da Giorgio Cavazzano e Giampaolo Soldati, esse rappresentano ottimi esempi di “parodie in chiave Disney”, una vera e propria specialità del fumetto italiano.
Ne abbiamo parlato con Valentina De Poli, direttrice di “Topolino” e ospite alla kermesse etnea.
«Quando in redazione arrivarono i primi bozzetti di “Topalbano” - ci spiega - rimasi molto sorpresa: sembrava davvero di trovarsi in Sicilia. Cavazzano, oltre a essere un grande maestro, è un vero amante della vostra isola, che ha trovato un suo spazio all’interno della narrazione disneyana. L’abbinamento Montalbano - Topolino, poi, mette assieme due vere icone con molti tratti in comune».
A differenza di quanto fatto con altre parodie, in Topalbano il protagonista del romanzo originale non è stato interpretato da Topolino, una scelta votata a preservare la forte identità di entrambi i personaggi. I due dividono piuttosto la scena, interagendo e creando spesso delle irresistibili gag. «Pur cercando di esaltare sempre la parte letteraria - continua Valentina De Poli - il registro delle nostre storie non dimentica mai di fare sorridere il lettore.
Nella seconda storia, ad esempio, portare la sicilianità di Topalbano nella terra di Topolino è un espediente interessante, che rende il personaggio più buffo e la storia più divertente».
Ma come nasce una parodia Disney?
E cosa rende queste riletture così speciali e gradite dal pubblico? «Il punto - continua la direttrice - è che non basta pensare a una mera trasposizione di un testo, cambiare i nomi ai protagonisti e disegnarli con le orecchie di Topolino o il becco. Le storie vanno reinterpretate rispondendo a canoni precisi, gli stessi che normalmente consentono ai nostri personaggi di recitare».
[…]
Giorgio Romeo
 
 

SicilyMag, 8.6.2015
Con una chiacchierata colta, che ha dipanato con meravigliosa leggerezza citando Flaubert e Eliot, Pascoli e Rilke, Saba e Manzoni, Stefano D’Arrigo e il più familiare Vitaliano Brancati, Andrea Camilleri ha presentato al pubblico di Una marina di libri l'ultima avventura di Montalbano, “La giostra degli scambi”, forse la più pirandelliana tra tutte, con il Commissario di Vigàta che dovrà misurarsi in una feroce lotta contro ogni maschera
Andrea Camilleri: «Montalbano per me è come una ciliegia, un libro tira l’altro»

Un anno dopo la prima volta, Andrea Camilleri torna a Una Marina di libri, nella suggestiva cornice del chiostro di Sant’Anna, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, per presentare l’ultima indagine del commissario di Vigàta “La giostra degli scambi”, con la compagnia garbata ma pertinente dell’attore e scrittore Antonio Manzini, suo allievo ai tempi della cattedra di regia dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, a Roma.
Arriva con una puntualità degna di una gentilezza antica, Camilleri, e si avvicina lentamente al palco al braccio di Antonio Sellerio, editore e amico di sempre, figlio della mai dimenticata donna Elvira. Si siede, chiede scusa per la coppola calzata che tiene per proteggersi, «perché a novant’anni si torna un poco come picciriddi», e per quasi un’ora e mezza tiene banco elargendo storie e racconti con parole generose. Intorno, un pubblico decisamente eterogeneo: donne e uomini, adulti e ragazzi, seduti nelle incerte sedioline allestite nel chiostro, in piedi, per terra, sull’erba, con le gambe incrociate, con quella pulizia priva di malizia che solo l’amore per la letteratura sa dare. Un pubblico nutrito pervaso da un entusiasmo bambino, di quelli che ti fanno ancora sperare in una brezza d’aria pura, in un afflato sensibile, in quella lucidità culturale che tante volte questa Palermo sembra avere scordato nel bailamme di una cattiva conduzione quotidiana.
In una chiacchierata colta, che dipana con meravigliosa leggerezza citando Flaubert e Eliot, Pascoli e Rilke, Saba e Manzoni, il poco conosciuto Stefano D’Arrigo e il più familiare Vitaliano Brancati, Camilleri racconta il suo ultimo libro, “La giostra degli scambi”, forse il più pirandelliano tra tutti, con il Commissario di Vigàta che per risolvere il suo caso dovrà misurarsi in una feroce lotta contro ogni maschera, dichiarata e non. Ma l’autore non si ferma qui, e con la forza istrionica che gli è propria, prende per mano il pubblico, e lo accompagna in un viaggio concreto, fatto di ritmo e parole, attraverso la genesi di tutti i suoi libri, quelli storici, che sono per lui «una moglie», l’amore vero e purissimo, e le inchieste del Commissario Montalbano, «un’amante noiosa che ha preso il mio numero di telefono. Un uomo con cui avevo deciso di avere solo due incontri e che invece contro la mia volontà mi accompagna da più di vent’anni».
Racconta dell’importanza delle regole metriche e matematiche della poesia all’interno della sua prosa, e di un efficacissimo schema personale che consta di «18 capitoli di 10 pagine di 23 righe del mio pc, all’interno del quale una storia, se è buona, si inserisce con pochissimi aggiustamenti, altrimenti c’è qualcosa che non va, ed è meglio andare oltre».
Un poeta prestato alla prosa dunque, Camilleri, ma pur sempre un poeta, che ragiona sugli schemi e sui numeri allo stesso modo in cui si concentra sul ritmo poetico e sul suono delle parole. Un’attenzione che, tutt’altro che superficiale, trasforma nello studio di una lingua che vuole quanto più possibile pregna, e che riformula in una creatura assolutamente originale a metà tra italiano e dialetto, dotata di una forza espressiva che non appartiene a nessuno dei due.
«Un lavoro che porto avanti da molti anni, una ricerca che faccio continuamente e inconsciamente, cercando di far corrispondere la parola alla cosa, per fare in modo che il suono abbia peso di quello che esprime». Come si inserisce Montalbano in tutto questo? «Quell’uomo è come il settimo cavalleggeri: ogni volta che esce un suo nuovo libro, la gente compra un vecchio romanzo storico. È uno schifoso ricattatore, ma mi consente di tenere a catalogo libri di trent’anni fa. Non vorrei cedere, ma per me è come una ciliegia: nell’atto stesso in cui finisco un romanzo che parla di lui, non posso resistere, e ne comincio subito un altro».
Alessandra Dammone
 
 

TvZap, 9.6.2015
Ascolti tv, la replica di Montalbano supera il finale di Squadra Mobile, sui social terremoto Fedez
Il Commissario più amato di Italia con la replica dell’episodio classico La voce del violino fa segnare quasi il 19% di share, la fiction di Canale 5 si è fermato al 18% di share

Prime time. Testa a testa per la prima serata tv: con 4 milioni 510 mila spettatori e il 18.67% di share è il sempreverde Commissario Montalbano in replica su Rai1 con La voce del violino, il programma più visto.
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Massimiliano Carbonaro
 
 

Giornale di Sicilia (ed. di Agrigento), 11.6.2015
Ad Agrigento l'abbraccio di Camilleri al neo sindaco Firetto

Agrigento. In ottima forma nonostante i suoi 89 anni e con l'immancabile sigaretta accesa, lo scrittore Andrea Camilleri, in queste ore in Sicilia per una serie di impegni letterari, ha voluto incontrare personalmente il neo sindaco di Agrigento, Lillo Firetto per complimentarsi della sua brillante affermazione elettorale.
L'incontro, nella sua casa alla “marina” è avvenuto a pochi giorni dall'elezione a sindaco di Firetto, in un clima particolarmente caloroso. Il papà del mitico Commissario Montalbano, da sempre tra i grandi sostenitori dell'opera di rinnovamento di Lillo Firetto, ha voluto esprimere tutto il suo compiacimento per il risultato elettorale conseguito, abbracciando il neo sindaco e spendendo parole di elogio nei suoi confronti per la sua buona politica in grado di cambiare volto alla città. Nel corso del colloquio Andrea Camilleri si è informato sul progetto in atto, di riqualificazione e di rilancio dell'immagine di Agrigento e ha anticipato al sindaco alcuni suoi progetti letterari futuri.
In queste foto, alcuni momenti dell'incontro tra Andrea Camilleri e il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto.
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 12.6.2015
Visita a sorpresa e in silenzio nella sua città natale del papà del Commissario Montalbano
I cinque giorni a Vigata dello scrittore Andrea Camilleri

Porto Empedocle. Cinque giorni a Vigata. Non è il titolo dell'ultimo romanzo di Andrea Camilleri sul Com-missario Montalbano, ma il periodo che lo scrittore empedoclino ha trascorso nella sua città natale. Arrivato nel totale silenzio mediatico sabato scorso in compagnia di moglie, figli e segretaria è andato a «isolarsi» nella sua casa di via La Porta, dietro al palazzo municipale, accanto all'ex chiesa vecchia, oggi auditorium. Dell'illustre presenza a Porto Empedocle non se ne sono accorti in molti, almeno nell'immediato. Del resto gli acciacchi fisici dovuti all'età molto avanzata ne limitano ovviamente le uscite pubbliche. La comodità della sua dimora empedoclina ha fatto il resto. Ad accoglierlo come sempre con la consueta cordialità la famiglia Buagiar, vicini di casa e quasi parenti, tanto da prodigarsi anche nell'assecondare le necessità più «banali» degli illustri vicini-amici di vecchissima data. Domenica scorsa però la notizia di Camilleri a Porto Empedocle ha fatto il giro della città e non solo. Il maestro ha infatti preso a uscire soprattutto nelle ore serali, seguito dal consueto «codazzo» di amici, ammiratori, collaboratori. Non sono mancate le soste al bar o la cena in uno dei ristoranti dove si mangia pesce «marinisi doc». Tra coloro i quali si sono recati nella dimora dello scrittore anche il neo sindaco di Agrigento Calogero Firetto, il quale neanche un mese prima era sindaco empedoclino. Il primo cittadino ha legato indissolubilmente la propria immagine a quel-la di Camilleri, tanto da ottenere in cambio un sostegno anche dal punto di vista elettorale nelle sue ultime campagne per le Regionali e, quella recentissima per il Comune capoluogo. Firetto ha anche fatto registrare alcune immagini di questa visita a domicilio, nel corso della quale lo stesso Camilleri ha invitato il sindaco a «stare attento agli agrigentini», a suo dire abili nel tessere tradimenti soprattutto nell'agone politico. Mercoledì sera l'ultima serata in compagnia di amici e parenti in un ristorante. Uscendo di casa ha detto: Ero venuto l'anno scorso, è un paese splendido, da viverci, bello, pulito. Lillo spero che sia un buon sindaco di Agrigento come lo è stato per Porto Empedocle. Se ne avvanteggiaranno gli agrigentini». Quindi, ieri mattina la partenza, alla volta di una meta ovviamente top secret. Il riposo del maestro è sacro anche alla luce delle prossime «imprese» editoriali che lo aspettano, alla faccia dell'età che avanza.
Francesco Di Mare
 
 

Lillo Firetto | Facebook, 12.6.2015
Il mio Amico Andrea
Cliccare per vedere il video
 
 

AgrigentoInformazione.it, 12.6.2015
Camilleri a Firetto: Attento ai “Giurgintani”, non sono come i “Marinisi”

Niente auguri, ma tanta m…, come si fa in teatro, poi però gli rifila un consiglio: attento ai Giurgiuntani, non sono come i “Marinisi”.
Così Andrea Camilleri quando l’altro ieri ha incontrato Lillo Firetto, dopo la sua elezione a sindaco.
“Credo – ha detto lo scrittore a Firetto – che ci sia un fatto caratteriale diverso perché, come diceva ‘u zio Luigi Pirandello, nella Marina di Porto Empedocle la gente è viva e tu e con la gente viva discuti , t’arrabbi, magari hai nemici, ma è gente viva. Nella morente “cittaduzza” come la chiamava Pirandello allora, fine ottocento, Girgenti per lui era la morente “cittaduzza” e parlava del carattere dei “Giurgintani” “ca sunnu sutta traccia”, ‘u marinisi assai meno perché è vitale, perché esplode, dice le cose in faccia.
Ed allora ecco il monito: “Attenzione ai Giurgintani che sono di un altro carattere”.
 
 

Quotidiano di Ragusa, 12.6.2015
Santa Croce Camerina
Santa Croce, il sindaco Iurato sul set del Commissario Montalbano

Ultimo giorno di riprese a Punta Secca, e più generalmente sul territorio comunale di Santa Croce Camerina, per la troupe della fiction tv “Il commissario Montalbano” che, sotto la direzione del regista Alberto Sironi, ha proceduto a ultimare la lavorazione dei nuovi due episodi che vedremo nei prossimi mesi. Il sindaco Franca Iurato, che aveva già manifestato, nelle scorse settimane, la propria vicinanza alla troupe, regalando ai componenti della stessa il tradizionale pane di San Giuseppe, ha fatto un’ultima visita sul set ringraziando il regista, la produzione e gli attori, oltre al curatore locale delle location, Pasquale Spadola, per l’attenzione che continuano a riservare al nostro territorio. Il sindaco si è soffermata, in particolare, a scambiare qualche battuta con Luca Zingaretti. “Anche i residenti e i visitatori – afferma il primo cittadino – nonostante le comprensibili limitazioni che si registrano quando occorre girare una scena, hanno accolto di buon grado la presenza della troupe consapevoli che le ricadute d’immagine che ne riceveremo saranno di notevole entità, così come già accaduto in passato, e questo contribuirà a migliorare la crescita della nostra economia territoriale. Diamo a tutta la troupe appuntamento al prossimo anno senza dimenticare di ringraziare, più di tutti, l’ispiratore della serie, vale a dire il maestro Camilleri che, con i suoi racconti, ha centrato in pieno il sentire di noi siciliani”.
 
 

TvZap, 12.6.2015
Il commissario Montalbano alle prese con ‘La forma dell’acqua’
Luca Zingaretti alle prese con un nuovo episodio lunedì 15 giugno alle 21.10 su Rai1

Nuovo appuntamento con la rassegna primaverile delle repliche de Il commissario Montalbano lunedì 15 giugno alle 21.20 su Rai1: il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri se la vede con un nuovo omicidio sospetto in La forma dell’acqua.
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Operaincerta, 14.6.2015
Maruzza Musumeci
Storia del contadino e della sirena che gli insegnò a nuotare

Maruzza Musumeci è un romanzo pubblicato nel 2007 in cui Andrea Camilleri racconta della sirena che sposò un contadino; è il primo di una trilogia, detta della Metamorfosi, che per l'ambientazione geografica e temporale - la Sicilia fra inizio novecento e seconda guerra mondiale - si inserisce nel filone storico-civile dello scrittore.
Queste tre storie si smarcano dalla consueta narrazione di Camilleri per il tratto decisamente fantastico. Di solito, a parte rare eccezioni come Il re di Girgenti, la letteratura dell'autore è fortemente radicata nell'universo del verosimile. La Trilogia esplora invece i mondi della favola e del mito, con una certa propensione per l'immaginario di tradizione siciliana.
Come annunciato dal nome, le storie girano intorno al motivo della metamorfosi, intesa come fisica e psicologica trasformazione del personaggio femminile di turno, che in ognuno dei tre romanzi assume forme diverse: donna-pesce per Maruzza Musumeci, donna-albero nel successivo Il casellante, e donna-capra per l'ultimo del ciclo, Il sonaglio.
Le 'creature' ibride di Camilleri hanno radici nella cultura classica, e in particolare in opere come Le metamorfosi di Ovidio, l'Odissea di Omero o il De rerum natura di Lucrezio, alle quali la Trilogia esplicitamente si riporta. Così per le origini del mito della sirena si deve risalire alla tradizione della Grecia antica. Le successive elaborazioni letterarie del tema, da Omero in poi, sono innumerevoli, tanto che dovendo scegliere, ci limitiamo a citare qui qualche esempio riconducibile alla recente produzione letteraria italiana, come La sirena di Gabriele D'Annunzio, Ligheia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La verita sul caso Motta di Mario Soldati, ne La pelle di Curzio Malaparte il capitolo del Pranzo del Generale Cork in cui la prima portata di un orribile banchetto è costituita dalla sirena bambina, o ancora le 'femminote' dell'Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo.
La cultura popolare ha rielaborato il tema a suo modo. Un esempio in ambito siciliano è il leggendario Cola Pesce. A questo cunto se ne accompagnano altri, come quelli di origine contadina che hanno costituito la principale fonte d'ispirazione per il romanzo di Maruzza. L'autore stesso spiega, nella nota in coda al romanzo, come il nucleo principale della sua storia sia riconducibile alla tradizione rurale:
Mi sono voluto raccontare una favola. Perché in parte, la storia del viddrano che si marito con una sirena me l'aveva già narrata, quand'ero bambino, Minicu, il più fantasioso dei contadini che travagliavano nella terra di mio nonno. (Sellerio, 2007, p. 151)
1. Il contadino
Il romanzo del contadino Gnazio e della sirena Maruzza inizia con il racconto dell'emigrazione di Gnazio nella 'Merica'. Sin da queste prime pagine il narratore espone il limite a cui dovrà fare fronte il protagonista:
Per tutto il viaggio, sinni stetti dintra alla stiva del papore, ‘n mezzo al feto di l’altri migranti che c’era genti che si cacava e si pisciava nei cazuna e genti che vommitava di continuo, ma non acchianò mai supra il ponte, il mari gli faciva tanto scanto a sintirlo torno torno a lui, che aviva sempre il trimolizzo come per la fevri terzana. (p. 15)
La fobia di Gnazio, evocata più volte in questa parte della narrazione, è funzionale alla struttura del racconto di Camilleri, in quanto rinforza la contrapposizione terra-mare che come vedremo pervade il romanzo; essa rimanda inoltre alla riflessione sul rapporto fra l'uomo e il mare che attraversa la letteratura isolana. Ne parla ad esempio Leonardo Sciascia ne La corda pazza,in un articolo su Sicilia e sicilitudine:
Parlando di Verga, Pirandello dirà: “I siciliani, quasi tutti, hanno un'istintiva paura della vita, per cui si chiudono in sé, appartati, contenti del poco, purché dia loro sicurezza. Avvertono con diffidenza il contrasto tra il loro animo chiuso e la natura intorno aperta, chiara di sole, e più si chiudono in sé, perché di questo aperto, che da ogni parte è il mare che li isola, cioè che li taglia fuori e li fa soli, diffidano, e ognuno è e si fa isola da sé, e da sé si gode – ma appena, se l'ha – la sua poca gioia; da sé, taciturno, senza cercare confronti, si soffre il suo dolore, spesso disperato. Ma ci sono anche quelli che evadono...”. (Einaudi, 1970, p. 13)
Sciascia approfondisce ulteriormente il concetto, scavando nella storia dell'isola:
E però bisogna osservare che questa dualità contrastante effettualmente si pone con più complesse motivazioni: non dal mare che li isola, che li taglia fuori e li fa soli i siciliani diffidano, ma piuttosto di quel mare che ha portato alle loro spiagge i cavalieri berberi e normanni, i militi lombardi, gli esosi baroni di Carlo D'Angiò, gli avventurieri che venivano dalla “avara povertà di Catalogna”, l'armata di Carlo V e quella di Luigi XIV, gli austriaci, i garibaldini, i piemontesi, le truppe di Patton e di Montgomery; e per secoli continuo flagello, i pirati algerini che piombavano a predare i beni e le persone. La paura “storica” è diventata dunque paura “esistenziale”; e si manifesta con una tendenza all'isolamento, alla separazione, degli individui, dei gruppi, delle comunità – e dell'intera regione. (Ibidem)
Quali che siano le cause di questa siciliana diffidenza verso il mare, Camilleri, che lungamente ha lavorato sulle opere di Pirandello e di Sciascia, sembra riprendere la riflessione letteraria per farne un tratto essenziale del suo personaggio.
I timori di Gnazio ci ricordano infine un passaggio de L'incominciamento di Giuseppe Bonaviri, nel quale si introduce il viaggio per l'America intrapreso da altri come lui:
Con l'emigrazione, sin dalla fine del secolo passato, il siciliano contadino, e lo stesso artigiano, varcata l'imboccatura di Gibilterra, si trovò di fronte allo sconfinato e imperscrutabile oceano. (Sellerio, 1983, p. 11)
La seconda fase della storia prende inizio con il ritorno di Gnazio alla terra natía. Qui il limite si concretizza in un luogo preciso della topografia camilleriana, contrada Ninfa, “ne terra ne mari” (p. 31):
Appena vitti indove era situato il tirreno, ci morse il cori. Contrata Ninfa era ‘na speci di punta di terra che s’infilava nel mari come la prua di un papore e le deci sarme in vendita erano propio quella punta, sicché il mari stava torno torno per tri latate, solo una latata confinava con altra terra. Anzi, con una trazzera. (p.21)
L'intera struttura del romanzo è impostata su dualismi che si scontrano e si sposano: terra-mare, maschile-femminile, reale-immaginario. Uno dei poli di questo continuo gioco a due trova sintesi nel personaggio Gnazio, di cui abbiamo accennato alcuni tratti: protagonista maschile, razionale, ben ancorato al reale e alla terra tanto da farne un mestiere.
Lo scrittore semina, pagina dopo pagina, elementi che rafforzano il legame di Gnazio con la terra e con il mondo rurale. Ne sono un esempio i passaggi descrittivi delle tecniche agricole, l'enunciazione di proverbi contadini o il ricorso al lavoro di Serafino Amabile Guastella. Per approfondire la cultura rurale Camilleri prende spunto dal testo più conosciuto dell'autore modicano, Le parità e le storie morali dei nostri villani (Ragusa, Piccitto e Antoci, 1884, poi Rizzoli, 1976). Come ebbe modo di confidare a Gianni Bonina in Tutto Camilleri (Sellerio, 2012), egli vi aveva già fatto ricorso per “la stesura del romanzo [Il re di Girgenti]”.
In Maruzza Musumeci, il richiamo all'opera di Guastella è esplicito e si concretizza nella citazione integrale di alcune parità. Ecco ad esempio come viene trattata da Camilleri la leggenda della “vecchia dell’erbe”:
Un jorno, tutte le piante e tutti i sciuri dell’universo criato, s’apprisintarono al Signuruzzu e ci dissiro accussì: “Signuruzzu, a noi voi ci aviti dato il potiri di guarire tutte le malatie dell’omo. Sulo che l’omini non acconoscino ‘sto nostro potiri. Pirchi non glielo rivilate? Accussì, mischini, soffrino meno supra alla terra e non morino cchiù”. Il Signuruzzu allura disse: “Se l’omini non morino cchiù supra alla terra, allura in poco tempo addiventano tanti e tanti che per aviri spazio sunno obbligati ad ammazzarisi tra di loro. E a mia non mi piaci che s’ammazzano”. Allura le piante e i sciuri dissiro: “Ma non ponno moriri senza la sofferenzia della malatia?”. E il Signuruzzu: “Facemo accussì. Io rivelerò a ‘na poco di vicchiareddre come ponno curare l’omini con le piante. L’omini che si rivolgino a chiste vicchiareddre guariranno dalle malatie, l’altri s’arrangiano”. (p. 70)
Di seguito, sullo stesso tema, la parità di Guastella:
Una volta adunque tutte le piante e l'erbe, che ci sono nel mondo si lamentarono col Signore, e gli dissero: Signore Iddio, Voi a ciascuna di noi avete data una speciale virtù, e non pertanto è rimasta, e rimarrà sconosciuta. Ci duole il cuore a veder morire tanta povera gente, quando con le virtù che ci avete dato, ci sarebbe agevol cosa salvarle. Perché, o Signore Iddio, volete che gli uomini ci conoscano per le foglie, anziché per i nostri pregi? E il Signore rispose: sapete perché? Perché gli uomini guarirebber tutti, e si mangerebber fra loro. Ma non voglio lasciarvi scontente del tutto, e di tanto in tanto darò alla donna il dono di scoprire la virtù di qualcuna di voi: ma perché non ne invanisca avrà la disgrazia di non esser creduta. (p. 79)
Nel romanzo di Gnazio è inoltre presente una variante del mito del diluvio universale:
Quannu che lu signuri Dio si stuffò di l'omini che si facivano sempri la guerra e si scannavano in continuazione, addecise di scancillarla dalla facci di la terra facenno viniri lo sdilluvio universali. E di chista 'ntinzioni ne parlò con Noè che era l'unico omo onesto e bono che c'era. Ma Noè gli fici notari che, 'nzemmula all'omini, sarebbero macari morte tutte le vestie che non ci avivano colpa per lo sdegno del Signuri. Allura lu Signuri gli disse di flabbicare una varca di ligno, chiamata arca, e di faricci trasire dintra una coppia, mascolo e fimmina, di tutti gli armali. Accussì l'arca avrebbe galleggiato e doppo, passato lo sdilluvio, l'armali avrebbero potuto figliare. Noè arrinisci a farisi dare il pirmisso di portarisi nell'arca macari a so mugliere e ai so tre figli e po' spio al signuri come avrebbe potuto avvertire tutti l'armali del munno. Lu Signuri disse che ci avrebbe pinsato lui.
'Nzumma, a farla brevi, quannu tutti l'armali trasero, principiò lo sdilluvio. Doppo tri jorni, una notti che tutti dormivano, Noè sintì una vuciuzza vicina all'oricchio:
“Patriarca Noè! Patriarca Noè!”.
“Cu è?”.
“Siamo du pidocchi, marito e mugliere”.
Pidocchi? E che erano? Mai Noè li aviva sintito nominare.
“E indove state che non vi vedo?”.
“Supra la to testa, in mezzo a li to capilli”.
“E che ci fate?”.
“Patriarca, lu Signuri Dio si scordò d'avvertiri macari a nui dello sdilluvio. Ma nui l'abbiamo saputo l'istisso e ci siamo arrampicati supra di tia”.
“E di che campate, pidocchi?”.
“Campiamo della lordia che c'è nella testa dell'omo”.
“Qua potiti morire di fami! Io mi lavo i capilli ogni giorno!”.
“E no, Patriarca! Tu ti pigliasti l'impegno di sarbari tutti l'armali! Nui abbiamo diritto a nutricarci come le altre vestie! Epperciò tu ora fino a quanno che dura lo sdilluvio, non ti lavi cchiu!”.
E lo sapiti, gente mia, pirchi lu signuri Dio si era scordato d'avvirtiri i pidocchi? Pirchi i pidocchi sunno come i braccianti stascionali, che macari Dio si scorda che esistono. (pp. 10-12)

Ed ecco come la parità di Guastella affrontava lo stesso tema:
Quando ci fu il diluvio universale Dio comandò a Noè di mettere nell'arca tutte le specie degli animali, maschio e femmina per ogni specie, e tutti quanti i cibi appropriati al loro diverso modo di vivere. Ora il primo giorno che Dio fe' la chiama di tutte le bestie, una per una, per somministrare il cibo, udì una vocina sottile; come se venisse articolata da un fil di capello:
- E a me, Patriarca santo perché non dai nulla? Non son forse anch'io creaturina di Dio?
- Chi diavolo sei? Domandò il Patriarca.
- Sono il pidocchio. Tu dimenticasti di salvarmi; e io e la mia compagna cercammo trarci in salvo, arrampicandoci sulla tua persona.
- E ora dove sei?
- Sono su la tua testa.
- Ti assicuro, o pidocchio, che non avevo inteso a parlare di te. E, dimmi un po', di che vivi?
- Vivo di sudiciume.
- In tal caso, pidocchio mio, mettiti il cuore in pace, perché l'arca e novissima, e di sudiciume non ce n'è quanto potrebbe volar via con un soffio. Ma io feci il danno, e io farò la penitenza, e giacché ti salvasti sulla mia testa, restaci alla buon'ora, e mangia di quel che trovi.
E d'allora in poi il pidocchio visse e moltiplicò sulle teste degli uomini. Or bene, noi villani, mi soggiungea il narratore, siamo diventati come il pidocchio. Il signore si scordò di noi, e noi dovremmo vivere a spese dei ricchi. E se i ricchi hanno il pugno chiuso, tanto peggio per loro!... per aprirglielo il solo rimedio e l'astuzia. (p. 112)

Le somiglianza fra i brani è tale che risulta evidente l'opera di adattamento delle due parità allo stile narrativo di Camilleri e al codice linguistico di Maruzza.
2. La sirena
Al carattere terragno, maschile e concreto di Gnazio, il racconto accosta quello marino, femminile e fantastico personificato in Maruzza.
Le figure femminili non primeggiano quasi mai nei racconti dello scrittore siciliano, che di solito assegna alle donne ruoli secondari. Rari e recentissimi (Il tuttomio, La rivoluzione della luna) sono gli esempi di donne protagoniste. Maruzza non si discosta da questa consuetudine: nel romanzo intitolato alla sirena, il punto di vista della narrazione non è il suo ma quello di Gnazio. Occorre però precisare che rispetto alla norma del romanzo camilleriano, nonostante l'ottica maschile da cui si disvela la storia, quila donna ha uno spazio maggiore. L'autore le affida il momento della metamorfosi, dato che, come egli afferma nella già citata intervista a Bonina, le donne “cambiano assai più facilmente degli uomini [e questi] hanno minor fantasia”.
Ecco come viene descritto il primo incontro fra Gnazio e Maruzza:
E po' vitti spuntare le du fimmine che caminavano e parlavano fitto. La gna Pina col solito sacco supra le spalle e Maruzza...
Matre santissima del Carminu! Santa Lucia biniditta! San Calorio miracolusu! Era cchiù beddra che in fotografia! Era cchiù beddra assà! Assà assà!
E po' com'era che aviva passato la trentina e inveci di pirsona pariva 'na picciotteddra di manco vint'anni? Che magaria aviva fatto? E 'sta gran maraviglia di Dio potiva addivintari so mugliere?
Gli vinni un groppo al cannarozzo, accapì che si stava mittenno a chiangiri.
Ma pirchì Maruzza non lo taliava? 'Na vota sula votò la testa verso di lui, ma parse che taliava lo stipiti della porta del sarto.
Appena le du fimmine arrivarono alla stissa altizza so, si cavo la coppola e fici un mezzo 'nchino.
“Buongiorno” arrispunnì la gna Pina.
Maruzza inveci, senza mai taliarlo, calò tanticchia la testa. (p. 49)

La creatura marina si presenta all'uomo sotto mentite spoglie, in forma umana. Una conseguenza della particolare variante che, fra le storie di sirene, Camilleri ha voluto sviluppare. La vicenda di Maruzza infatti differisce da altre simili in quanto rappresenta un esempio di convivenza duratura fra la specie umana e quella marina.
Nella versione di Camilleri la relazione fra uomo e sirena si sviluppa in un contesto di parziale umanizzazione di questa. In coerenza con la tradizione camilleriana, Maruzza Musumeci incarna una sirena integralmente inserita nella cultura siciliana del primo novecento, che obbedisce, come conferma la sua condotta, al codice di comportamento che la società le impone: l'unione fra i due non può che concretizzarsi nel sacro vincolo del matrimonio.
Il carattere della sirena è tuttavia ben più complesso. La struttura duale che emerge in filigrana lungo il romanzo si riflette nella figura di Maruzza, che sintetizza in sé la donna del popolo e la creatura soprannaturale, il reale e l'immaginario. Il profilo della donna- sirena di Camilleri si compone inoltre di un'ulteriore sfaccettatura: ancora una dualità che al comportamento pubblico misurato e rigidamente codificato, vede affiancare un tratto intimo carnale e disinibito. Una caratterizzazione del personaggio femminile a cui l'autore ha già fatto ricorso in taluni romanzi.
La sensualità dei personaggi di Camilleri riposa essenzialmente su due componenti. Uno di questi è per l'appunto il sesso, che secondo Nino Borsellino è legato ai personaggi femminili. Nella prefazione alle Storie di Montalbano egli infatti afferma: “Camilleri allestisce con cura il teatrino delle «cose vastasi», dei piaceri ritenuti indecenti, assegnando spesso alle donne siciliane il privilegio dell'iniziativa sessuale.”
La gastronomia è l'altro elemento narrativo che concorre alla carnalità dei tipi camilleriani. Questi due tratti, sessuale e culinario, sembrano legati tra loro da un rapporto di concorrenza. Per spiegare questo concetto prendiamo ad esempio i romanzi polizieschi, la parte più popolare della produzione letteraria di Camilleri. Le storie di Montalbano sono caratterizzate dall'amore del Commissario per la buona tavola. La narrazione è infarcita di ricette di cucina, accompagnate spesso da voluttuose descrizioni di cibi e bevande (tanto da generare una serie di pubblicazioni dedicate per l'appunto alla cucina di Montalbano). In questo filone primeggia la sensualità gastronomica, a discapito però dell'aspetto sessuale, che in questi romanzi è poco accentuato. Pur essendo il Commissario attorniato da figure femminili che con una certa costanza cercano di ammaliarlo; pur avendo spesso i delitti su cui egli indaga, uno sfondo sessuale; la narrazione indugia di rado sull'atto. Fra tentativi di seduzione e complicate storie di corna, sulla serie poliziesca aleggia in permanenza un'atmosfera erotica, ciononostante sono rare le scene in cui lo scrittore descrive la congiunzione carnale.
La cosa potrebbe sembrare di scarsa rilevanza e potremmo accontentarci di registrare Camilleri fra quegli scrittori che preferiscono risolvere le scene più scabrose con una dissolvenza in nero. Tuttavia quest'osservazione assume più rilievo se si mette a confronto il ciclo di Montalbano con il filone storico. In quest'ultimo, non manca mai, come dice Marcello Sorgi in La testa ci fa dire, la narrazione “ironica e divertita” di scene di sesso che l'autore utilizza secondo necessita, “come un fatto ritmico”. Questo tipo di situazione rappresenta spesso una sorta di sfida che l'autore lancia alla sua capacita di raccontare. Camilleri si è trovato così a descrivere, con metafore ironiche o descrizioni crude e dirette, rapporti sessuali di tutti i tipi, eterosessuali, omosessuali, scene di pedofilia, di violenza o rapporti con animali. E' importante inoltre sottolineare che nei romanzi storici l'aspetto gastronomico assume un rilievo infimo ed è talora totalmente inesistente.
Possiamo ipotizzare allora che questo differente trattamento della materia sessuale da un tipo di romanzo all'altro, sia da imputare alle diverse tipologie di lettore a cui sono destinati i testi. Lo scrittore, data la vasta diffusione delle storie di Montalbano, si dimostrerebbe cauto nel trattare un argomento che potrebbe urtare talune sensibilità, e si sentirebbe più libero di sperimentarenei romanzi storico- civili, destinati ad un pubblico più accorto. Inoltre, poiché l'autore utilizza questi due elementi, gastronomico e sessuale, per insaporire le storie e rendere i personaggi più vivi e reali, e dato il rapporto inversamente proporzionale per cui, salvo rare eccezioni, la presenza dell'elemento gastronomico attenua quella sessuale e viceversa: si potrebbe supporre che egli, per riprendere la metafora gastronomica, prepari con attenzione i suoi piatti, dosando sapientemente gli ingredienti, curando di non aggredire il palato del lettore con una sovrabbondanza di stimoli sensoriali.
Maruzza Musumecida questo punto di vista aderisce al modello degli 'storici' camilleriani. L'elemento gastronomico è poco rilevante, mentre quello sessuale rappresenta una nuova sfida: l'autore è chiamato a raccontare il sesso fra l'uomo e la sirena.
Le sirene sono in genere caratterizzate da una sensualità capace di attrarre partnerumani, anzi, proprio su questo potere, spesso letale per gli uomini, si basa la loro leggenda. In letteratura, o quantomeno nelle opere italiane che abbiamo elencato poc'anzi, il loro erotismo è tuttavia solo accennato e la narrazione glissa puntualmente sul rapporto sessuale. Nella storia di Maruzza invece, lo scrittore traspone narrativamente la scena di sesso. Per la resa dell'unione fra l'uomo e la sirena, Camilleri accentua il carattere sensualmente popolano di questa, attingendo alle figure femminili delle sue narrazioni storiche, nonché ai tipi umani coloriti e carnali della letteratura di Francesco Lanza. Di quest'ultimo riportiamo uno dei Mimi siciliani, quello della Chiaramontana:
La chiaramontana cercava il marito di giusta misura; non piacendole che ogni volta restasse largo o mancasse. Perciò, ognuno che le si presentava, voleva prima provare se l'avesse o no quant'era bisogno. Ce li passò tutti, e nessuno le andava mai bene; sicché resto zitella. (Sellerio, 1971, p. 110)
Vediamo adesso come Camilleri riporta sulla pagina il primo rapporto fra Gnazio e Maruzza:
Allura Maruzza fici ‘na cosa che lui non s’aspittava. Gli lassò la mano che gli aviva sempri tinuta e si calò ‘nfilanno la testa dintra alla vucca del forno. Parlò e la so voci gli arrivò assufficata, come se gli stava parlanno ‘n cunfidenza, all’oricchio.
“Ti voglio provari”.
“Eh?” fici Gnazio.
“Ti voglio provari” ripitì Maruzza.
E siccome Gnazio nun si cataminava, Maruzza, senza spostarisi dalla so posizioni, portò le mano narrè e si sollevò la gonna fino a supra i scianchi. Gnazio ebbe ‘na virtigini. Sutta, Maruzza era completamente nuda. Di colpo, parse che dintra al cammarino era spuntata ‘na luna tunna tunna, bianca, liscia, lucenti. Trimanno, Gnazio si calò i cazuna e accomenzò a lento a trasire dintra a lei. Ma come faciva a diri che non aviva la natura? Ci l’aviva, eccome se ci l’aviva, cavuda, stritta stritta, umita. E quanno fu tutto trasuto, Maruzza disse:
“Resta accussì”.
Si fermò, muzzicannosi la lingua pirchì non ce la faciva a non continuari. Po’, doppo ‘n’eternita, Maruzza fici:
“Nesci. Mi stai bene”. (pp. 92-93)

Abbiamo visto come lo scrittore avesse adattato due delle parità di Guastella al suo romanzo; allo stesso modo qui prende spunto dalla malizia erotica di Lanza per rappresentare la scena del rapporto sessuale fra Gnazio e Maruzza. Anche in questo caso l'omaggio letterario è adeguato al linguaggio camilleriano; l'episodio inoltre descrive, nello stile esplicito e divertito del nostro autore, ciò a cui Lanza semplicemente allude.
Tanta audacia di costumi è, come sappiamo, destinata a risolversi nel matrimonio fra Gnazio e Maruzza. Il mistico rito nuziale occupa la parte centrale del romanzo e sancisce la ricomposizione degli opposti: l'uomo e la sirena, la terra e il mare, il reale e il fantastico.
Dalle nozze in poi i dubbi e le paure di Gnazio saranno sostituiti da un sentimento di armonia con il creato; verso un finale simbolico e moraleggiante in cui nell'incontro fra la realtà della guerra e l'universo del mito, quest'ultimo riesce a trionfare. Un finale del quale naturalmente non parleremo.
Gianni Failla
 
 

La Stampa, 14.6.2015
Lo scrigno di Montalbano: un tesoro da 30 milioni
Il commissario di Camilleri trascina l’economia dei “suoi” Comuni siciliani

I tamburi di guerra si sono fermati, lasciando il posto ai sorrisi dei sindaci, alla testa pelata di Luca Zingaretti tra i palazzi barocchi e i tavolini dei bar, alle parole concilianti di Carlo Degli Esposti, il produttore di “Montalbano”, che ha appena finito di girare i nuovi episodi dopo le minacce di trasferire i set in Puglia e di sbattere la porta in faccia alla Sicilia ingrata e spilorcia. Ma dietro la ritrovata serenità si gioca una partita che vede gli amministratori locali dell’Isola impegnati a contendersi il tesoro dell’indotto turistico e di immagine portato dalla fiction dei record. Così Montalbano ha varcato la provincia di Ragusa – Ibla, Scicli, Modica, Puntasecca a Santa Croce Camerina - per sfondare a Noto, in provincia di Siracusa. Mentre, nella Sicilia occidentale, affila le armi Porto Empedocle, luogo di nascita di Camilleri e sua Vigàta letteraria, esclusa a favore delle bellezze barocche del sud-est siciliano. Ma oggi più che mai decisa a salire sul treno e prendersi la sua parte di ribalta, nonostante il paesaggio nell’ultimo mezzo secolo abbia pagato un prezzo alto all’urbanizzazione selvaggia e all’abusivismo.
Fenomeno Bbc
In ballo ci sono frotte di turisti ansiosi di affacciarsi dal terrazzo della casa di Montalbano o di toccare la sua scrivania al commissariato. Turisti che arrivano dai sessantacinque Paesi in cui la fiction è stata trasmessa, compresi Stati Uniti, Australia e Giappone, con punte dall’Inghilterra dove l’inspector Montalbano è diventato fenomeno di culto sulla Bbc. Una ricaduta economica che è difficile stimare in modo scientifico, al di là dall’entusiasmo degli operatori locali e del fiorire di b&b. Certo è che i 205 mila arrivi annui in provincia di Ragusa (tra 700 e 800 mila nell’ultimo lustro) valgono circa 30 milioni di euro. Una stima dell’Otie, l’Osservatorio turistico delle isole europee con sede a Palermo, che riguarda soltanto la spesa turistica, dagli alberghi ai ristoranti ai trasporti. Poi c’è l’effetto di promozione di lungo termine.
L’inizio
Nel 1999, data fatidica della trasmissione del primo episodio della fiction, “Il ladro di merendine”, gli arrivi a Ragusa erano poco più di 157 mila. In quindici anni sono quindi cresciuti del 30 per cento, con un notevolissimo incremento di presenze straniere, che nel 2013 hanno sfiorato quelle degli italiani: quasi 328 mila contro 365 mila, secondo i dati dell’Ufficio statistica della Provincia. Effetto Montalbano? Effetto del riconoscimento del barocco siciliano come patrimonio dell’umanità Unesco nel 2002? Difficile dirlo. Ma per capire che Montalbano vale oro basta girare tra bar e ristoranti, come pure rileva il Centro studi luoghi & location che ha condotto un’indagine sul “teleturismo” in Italia.
Mai lo avrebbe immaginato quel direttore della fiction della Rai che Carlo Degli Esposti spesso si diverte a citare, senza farne il nome: «Con Montalbano – disse – abbiamo fatto un’operazione meramente culturale che purtroppo non incontrerà mai il gusto del pubblico». L’audience e le cronache lo smentirono subito, con storie da pochade: l’allora sindaco di Scicli, Bartolomeo Falla, dovette sloggiare dalla sua stanza nel palazzo municipale, sfrattato dal pellegrinaggio laico degli aficionados di Montalbano, armati di macchine fotografiche e videocamere per immortalare quella che nei film è la stanza del questore. Meno bene gli è andata la successiva campagna elettorale fatta a suon di spot in cui si muoveva come Montalbano sullo sfondo delle musiche della fiction. Non è stato rieletto.
Gioisce la Sicilia intatta, calligrafica, sontuosa del Ragusano. E adesso la provincia di Siracusa, non meno bella nella sua grecità abbagliante, conta di mettersi al traino. Nelle scorse settimane una troupe guidata dal regista Alberto Sironi è stata a Noto, che 10 anni fa aveva fatto da scenario ad alcuni limitati ciak del “Giro di boa”. Adesso sarà una delle location principali (un po’ Vigàta, un po’ Montelusa) dei due episodi in programmazione nel prossimo inverno: “Piramide di fango”, tratto dal libro omonimo, e “Una faccenda delicata”, ispirato a un racconto contenuto in “Morte in mare aperto”. Gli appassionati possono già annotare che il municipio dello splendido Palazzo Ducezio sarà sede della Procura - e la sala riunioni della giunta l’ufficio del procuratore della Repubblica – e che a Palazzo Sant’Alfano sarà allestita la sala operativa della questura, mentre le scene esterne sono state girate nel “salotto buono” che va da Porta Reale fino a piazza XVI maggio, un colpo d’occhio di balconi gravidi di decorazioni.
«Non ci sarà alcun riconoscimento economico del Comune alla produzione - dice Corrado Bonfanti, sindaco di Noto e presidente del Distretto turistico sud-est - piuttosto abbiamo deciso di studiare nuove strategie di promozione del territorio». Strategie che passano da un accordo tra la casa di produzione Palomar e cinque Comuni (Ragusa, Scicli, Modica, Noto e Porto Empedocle) per lavorare insieme alla costituzione di un “distretto Montalbano” di cui proprio Noto dovrebbe essere capofila. Un patto in cui c’è lo zampino del siracusano Fabio Granata, ex assessore regionale ai Beni culturali e ora direttore del neonato Consorzio del sud-est. Primo passo, la nascita di un museo dedicato al personaggio di Camilleri. Ma il progetto è ancora top secret: un mistero buono per un’indagine del commissario.
Laura Anello
 
 

Corriere della Sera, 14.6.2015
Il caso Il personaggio di Michael Caine in «La giovinezza» rilancia i dilemmi sulla maturità
I confini della creatività
L'età avanzata porta sempre al declino dell'invenzione artistica? Dal ritiro di Scola all'esempio di Camilleri: longevità senza regole

[...]
È rara la parabola di Andrea Camilleri, che entra in Rai, fa il regista teatrale e a 53 anni si dà alla narrativa; poi riprende la penna in mano nel 1992, dopo una pausa di dodici anni torna a scrivere.
[...]
Valerio Cappelli
 
 

Corriere di Ragusa, 14.6.2015
L´ultimo giorno di riprese della fiction sul commissario a Punta Secca
Sindaco Franca Iurato, Montalbano sono!
Le ultime riprese, oltre che alla celeberrima «Casa di Montalbano», hanno coinvolto pure un’altra quanto altrettanta antica abitazione sul mare, sempre dallo stesso versante della ormai famosa casa e l’altrettanto noto locale-chalet sul mare istallato sulla spiaggia di levante di Punta Secca

Il 5 di giugno è stato l’ultimo giorno di riprese a Punta Secca e nel territorio comunale, delle scene esterne della fiction tv «Il commissario Montalbano» che, sotto la direzione del regista Alberto Sironi, ha proceduto a ultimare la lavorazione dei due nuovi episodi che verranno mandati in onda su Rai 1 per l’autunno del 2016. Il sindaco Franca Iurato, che aveva già manifestato nelle scorse settimane la propria vicinanza alla troupe, regalando ai componenti della stessa il tradizionale pane di San Giuseppe, ha fatto un’ultima visita sul set ringraziando il regista, Alberto Sironi, la produzione e gli attori, oltre al curatore locale delle location, Pasquale Spadola, per l’attenzione che continuano a riservare al nostro territorio. Il sindaco si è soffermata, in particolare, a scambiare qualche battuta con Luca Zingaretti. «Anche i residenti e i visitatori – afferma il primo cittadino – nonostante le comprensibili limitazioni che si registrano quando occorre girare una scena, hanno accolto di buon grado la presenza della troupe consapevoli che le ricadute d’immagine che ne riceveremo saranno di notevole entità, così come già accaduto in passato, e questo contribuirà a migliorare la crescita della nostra economia territoriale. Diamo a tutta la troupe appuntamento al prossimo anno senza dimenticare di ringraziare, più di tutti, l’ispiratore della serie, vale a dire il maestro Camilleri che, con i suoi racconti, ha centrato in pieno il sentire di noi siciliani».
Le ultime riprese, oltre che alla celeberrima «Casa di Montalbano», hanno coinvolto pure un’altra quanto altrettanta antica abitazione sul mare, sempre dallo stesso versante della ormai famosa casa e l’altrettanto noto locale-chalet sul mare istallato sulla spiaggia di levante di Punta Secca. Ovviamente Luca Zingaretti è stato al centro dell’attenzione dei curiosi e dei tanti turisti che già affollano la ridente località camarinense. La forte promozione della borgata e del territorio con queste ulteriori riprese de «Il Commissario Montalbano» stridono però con lo stato di sporcizia che regna nella borgata stessa a causa del ritardo delle pulizie nelle strade, nelle piazze e in tutto il circondario che l’amministrazione comunale stenta ancora a intraprendere. Anche i cassonetti vengono svuotati con un certo ritardo. L’ente comunale ha provveduto solo alla disinfestazione da insetti nocivi e a una prima quanto intempestiva pulizia di alcune strade, peraltro non radicale e completa.
Gli esercizi commerciali sono in buona attività, considerando il periodo, ma qualche turista si è lamentato, oltre che della sporcizia, delle bottiglie e dei rifiuti abbandonati, anche dell’esosità dei prezzi di alcuni locali. Non è un bel biglietto da visita per la prossima stagione turistica. Speriamo che ci sia una concreta inversione di tendenza per non disperdere il patrimonio di promozione turistica fin qui accumulato dalla borgata.
Federico Dipasquale
 
 

AgrigentoInformazione.it, 14.6.2015
Gaetano Gaziano: orgoglioso di essere Giurgintanu se tutti i Marinisi sono come Camilleri

Gaetano Gaziano dal suo blog replica ad Andrea Camilleri che nel congratularsi con Lillo Firetto per la sua elezione a sindaco di Agrigento, lo ha messo in guardia. “Attento ai giurgintani” gli ha detto “non sono come i marinisi”. A Camilleri – scrve Gaziano – rispondo “sono orgoglioso di essere giurgintanu e non marinisi se tutti i marinisi sono come Camilleri”. Camilleri ha scritto molti libri di successo commerciale. Io ne ho scritti solo tre di nessun interesse commerciale, anche perché il ricavato delle poche copie che ho venduto l’ho devoluto interamente alle suore della mensa della solidarietà di Agrigento. Nell’ultimo libro, dal titolo “La Valle dei Templi ‘cancellata’ per decreto”, ho raccontato gli otto anni di lotta che i giurgintani, non i marinisi, hanno portato avanti contro il rigassificatore da 8 miliardi di mc al confine del parco archeologico agrigentino. Nel libro ho riferito la posizione di Andrea Camilleri, paladino contro le trivelle in Val di Noto e sostenitore del rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento. Riporto la dichiarazione che Camilleri rilasciò, in freddo lessico burocratese, a la la Repubblica.it del 27.1.2009: “Sono rimasto particolarmente soddisfatto nell’apprendere che a Porto Empedocle verrà realizzato il progetto dell’Enel di costruire un impianto di rigassificazione. Questa, a parer mio, è la giusta conclusione di un iter progettuale che è andato per le lunghe ma che ora si è finalmente concretizzato. Si tratta di un impianto estremamente utile non solo per sviluppare l’economia locale ma per l’intero Paese, che ridarà fiato e speranza alla gente e garantirà un importante ritorno economico al territorio”. Camilleri si trasforma in economista e benedice il rigassificatore. Quei 7000 giurgintani, che al referudum indetto dal sindaco Marco Zambuto gridarono No al rigassificatore, hanno dato una netta risposta al rigassificatorista Camilleri.
 
 

La Nuova Sardegna, 15.6.2015
“Il quadro delle meraviglie”
Camilleri tra l'opera e il jazz

Esce per la Sellerio un nuovo volume che raccoglie scritti dell’autore siciliano
Un libretto per il melodramma tratto da Cervantes e un film mancato con Rava

Ricorderete senz’altro del professor Umberto Scapagnini che, nel 2004, dopo aver effettuato degli esami clinici su un suo paziente prossimo ai settanta, Silvio Berlusconi, rimase talmente sconvolto dai risultati che non poté esimersi dal prorompere sostenendo, tra le altre cose: «è tecnicamente quasi immortale. Un cervello veramente straordinario, dall'intelligenza fuori dalla norma».
Sulla supposta immortalità, stando all’oggi, il defunto Scapagnini rischia ancora di avere ragione sotto tanti aspetti, ma chissà che direbbe se potesse condurre un check-up su Andrea Camilleri, che di anni ne ha undici più di Berlusconi, e che dal 1992 continua a scrivere libri con una frequenza ben fuori dal comune: parliamo di quasi cento titoli in meno di un quarto di secolo, equivalenti a circa quattro ogni dodici mesi (senza contare i racconti sparsi pubblicati su antologie, gli interventi sulla stampa e così via).
Siamo a cifre tali che il suo editore principale, Sellerio, per cavarne piedi deve addirittura tenere una contabilità separata per le sue uscite rispetto al resto del proprio catalogo. Intanto, giunti a metà del 2015, si è in perfetta media aritmetica: a “La giostra degli scambi”, con protagonista Montalbano e subito piazzatosi nei primi posti delle classifiche di vendita, si affianca “Il quadro delle meraviglie” (Sellerio, 372 pagine, 18 euro), curato da Annalisa Gariglio e prefatto da Roberto Scarpa, che dell’autore siciliano raccoglie vari “Scritti per teatro, radio, musica, cinema”.
Nel volume si distinguono due testi: uno, del 1963, è “Il quadro delle meraviglie”, il solo libretto d’opera di Camilleri, che è tratto da un omonimo intermezzo di Miguel de Cervantes; l’altro è un soggetto per il grande schermo di una decina d’anni fa scritto per un film che, a causa dell’assenza di fondi, non è poi mai stato realizzato. Si tratta di “Requiem per Chris”, e prende le mosse dalla passione di Camilleri per il jazz: protagonista è (o meglio, sarebbe dovuto essere) Enrico Rava, in viaggio verso New Orleans alla ricerca dei rulli contenenti le registrazioni di una meteora della musica afro, Chris Lamartine, personaggio di fantasia mutuato però da una figura realmente esistita, quel Charlie Christine che nell’arco di un biennio sconvolse l’uso della chitarra nei complessi jazz, promuovendola a solista da strumento di accompagnamento qual era, e poi scomparve nel nulla. Interessante anche “Outis Topos”, resoconto di un esperimento radiofonico del 1973 per la Rai con il quale Camilleri e Sergio Liberovici diedero voce agli abitanti della Barriera, quartiere popolare di Torino.
Alessandro Marongiu
 
 

Corriere della Sera, 15.6.2015
Il giovane Montalbano: così divento Orfeo
Riondino affronta il mito. «Il palcoscenico resta nel mio Dna»

Il sogno di fare l'attore, dice, lo ha sempre avuto nel cuore. Un sogno che «Il Giovane Montalbano», cui Michele Riondino presta il volto bello e intenso di uomo del sud, ha pienamente realizzato. E se a dargli la popolarità è stata la televisione, con «Distretto di polizia» prima e col commissario di Vigata poi, Riondino in verità nasce sul palco e sul palco si appresta a tornare.
[...]
Ha da poco finito le riprese di sei nuovi episodi di «Il giovane Montalbano». Anticipazioni?
«Mostrerò aspetti inediti della vita sentimentale e professionale del personaggio che - ride - spiazzeranno un po' il pubblico che lo conosce bene».
C'è qualcosa in cui vi somigliate?
«Forse nell'amore per il nostro lavoro, anche se - sottolinea - fare l'attore non è un lavoro. Certo è un mestiere, ma da privilegiati».
Laura Zangarini
 
 

Televisionando, 15.6.2015
Il Commissario Montalbano, trama puntata del 22 Giugno 2015 su Rai Uno

Il Commissario Montalbano torna in replica lunedì 22 Giugno 2015, ore 21.20 su Rai Uno con un nuovo episodio. Ecco alcune anticipazioni riguardo la trama della puntata: Il cane di terracotta (2000). Continua il ciclo di repliche della serie cult di Rai Uno tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti, che racconta le vicende di Salvo Montalbano, commissario di polizia nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata. Il Commissario Montalbano, in vista dei nuovi episodi previsti per il 2016, torna in prima serata con Il cane di terracotta (2000).
[...]
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 16.6.2015
Montalbano vince nuovamente gli ascolti del lunedì sera
Anche se in replica, la fiction di Raiuno batte la seconda stagione di Chicago Fire trasmessa da Italia 1

"Il commissario Montalbano" continua a vincere in replica: la puntata "La forma dell'acqua" è stata vista ieri sera da 5.282.000 spettatori, pari al 22,57% di share.
[...]
 
 

SiciliaInformazioni, 16.6.2015
“La forma dell’acqua”, Montalbano si promuove da commissario a Dio

“Così ti sei autopromosso da commissario a Dio…”, lo apostrofa Livia, l’eterna fidanzata. Salvo Montalbano confessa, un fiume in piena, elencando tutte le volte che ha messo da parte la legge, quasi con pedanteria, sfidando se stesso e la donna che lo giudica senza sapere niente….
“La forma dell’acqua”, forse uno dei racconti meglio di Andrea Camilleri, riproposto da Rai uno nei film di Sironi, spiega che la legge, perché divenga giustizia, deve adattarsi al contesto, rispettare gli uomini e le donne, gli amori e perfino i tradimenti, deve insomma assumere la forma che la giustizia pretende.
Salvo Montalbano non si pente delle protezioni, silenzi, bugie, assoluzioni concesse nel corso della sua complicata indagine, non difende il suo operato, lascia a Livia, rimasta senza parole, il compito di capire. E se non capisce, pazienza, non può trasferirgli il suo mondo, la sua giustizia, il suo cuore pere gli altri.
“Avevo agito come Dio”, commenterà alla fine, guardando il suo mare al tramonto, “ma come un Dio di quart’ordine che alla sua prima esperienza ci aveva indovinato in pieno”.
La giustizia divina e quella terrena trovano così un punto di contatto, grazie a Camilleri e a Sironi. Ed è una cosa eccezionale, perché non c’è niente di più distante che l’una dall’altra. Il miracolo può compiersi nella fiction, dunque? Certo, ma Montalbano mostra che potrebbe accadere, e non è detto che non accada.
La trama de “La forma dell’acqua” è complicata, i protagonisti sono tanti. Al centro della scena, senza, i maneggi della politica, la scalata al potere nel partito. Un avvocato rampante vuole sfruttare l’occasione offerta da un infortunio amoroso, e trasforma la morte di un personaggio importante avvenuta nel corso di un amplesso in uno scandalo, che lo avvantaggi. Monta una sceneggiata, trasferendo il cadavere in un luogo “malfamato”, lasciando alcuni segni sul terreno, perché si risalga alle sue intemperanze sentimentali ed ai suoi tradimenti.
Finiscono nel “labirinto” che la sceneggiata realizza, un’avvenente svedese, il nipote gay del morto, che aveva fatto l’amore con lo zio, ed assistito dunque alla sua improvvisa fine, ed altri. Il giovane gay uccide l’avvocato che ha architettato la sceneggiata e poi si uccide, gettandosi nel burrone con la sua auto. Montalbano l’aveva “protetto”, non rivelando ciò che aveva scoperto, ed aveva permesso che tenesse nel comodino l’arma del delitto.
Anche di questa concessione non sembra pentirsi, perché la giustizia ha sempre il sopravvento, specie quando per miracolo quella divina e la terrena non si contraddicono. La fortunata congiunzione astrale regala a Salvo Montalbano il premio che gli spetta, il suicidio del ragazzo, altrimenti omicida a piede libero per volontà del commissario, che “si è autopromosso, facendosi Dio”.
 
 

Quotidiano.net, 16.6.2015
Elvira Sellerio e le mille storie in sua memoria
La memoria di Elvira’ (2015, Sellerio, AAVV)

Impossibile non riconoscerli da lontano, i libri della Memoria di Sellerio. Così piccoli e compatti, carta gialla, copertina in cartoncino leggero, dominata da una foto o più spesso da un'opera d'arte, e poi quell'inconfondibile blu. Impossibile non prenderli in mano e difficile, se in casa ne abbiamo più di uno, non tenerli affiancati uno dopo l'altro, nella propria libreria.
Più comprensibile non conoscerne la storia o i tanti piccoli segreti. Eppure a qualcuno non saranno sfuggite due o tre piccole ricorrenze. La preponderanza di alcuni nomi, ad esempio, come quello di Leonardo Sciascia, che quella collana l'ha ispirata, così come la casa editrice. O di Gesualdo Bufalino, lo schivo siciliano che il mondo ha scoperto proprio grazie a Elvira Sellerio, e idem di Andrea Camilleri, che negli anni Novanta è arrivato col suo Montalbano a salvare baracca e burattini dal fallimento, puntuale e salvifico come il VII cavalleggeri nei film western, come lui stesso ama dire.
Ma ci sono altri due particolari fondamentali. Il primo è la preponderanza dei libri gialli. Tanti, tantissimi, bellissimi, tra scoperte italiane - l'ultima degna della storia che porta al collana è Marco Malvaldi, coi suoi vecchietti del BarLume -, e le riscoperte di classici stranieri dimenticati o incredibilmente poco noti in Italia.
La seconda è la mancanza sistematica, in collana, dei numeri tondi a tre cifre: non esiste il duecento, il trecento, il quattrocento. Saltati a pie' pari, e per accorgersene basterebbe concentrarsi sul rigo lasciato libero nell'elenco dei titoli, alla fine di ogni libro. Un'assenza eclatante, in bella mostra eppure, come l'assassino nei libri gialli, invisibile agli occhi. Due le eccezioni: il numero 100, 'Cronachette', l'ultima raccolta di racconti di Sciascia. E questo numero 1000, in libreria da pochi mesi, dedicato alla memoria di Elvira Sellerio, la signòra palermitana dei libri. O meglio l'artefice, l'editrice, l'inventrice.
Figura eclatante eppure poco nota al di fuori degli addetti ai lavori, esclusa quella volta che accettò di fare la consigliera in Rai insieme ad altri 'tecnici' del settore. Ma numerologia a parte, 'La memoria di Elvira' (2015, Sellerio, 10 euro), un'eccezione lo è già di per sé. Non in quanto antologia tematica (ce ne sono tante ne La memoria, dedicate ai giallisti ad esempio), ma perché per la prima volta, dopo più di trent'anni, e per un solo numero, il velo si squarcia per farci guardare dietro le quinte della casa editrice.
Ecco allora emergere i racconti, tanti, degli scrittori alle prese con il proprio editore, con l'ansia della prima pubblicazione, la paura di non avere risposta, del 'forse è meglio lasciar perdere'. E siccome sono gli scrittori che amiamo, l'emozione è doppia nel sentirne i racconti. Mille loro e una lei, l'editrice, con una passione smisurata per le storie e una memoria di ferro. Un esempio su tutti, quello di un esordiente dell'epoca, Francesco Recami, che Elvira Sellerio telefonò ben diciotto anni dopo l'invio del manoscritto, per chiedergli: "Signor Recami, ma perché poi non l'ha più voluto pubblicare quel suo libro?".
E lì si fanno altre due scoperte sconvolgenti: 1) che l'incubo di ogni esordiente, la lettera di risposta che si smarrisce nei meandri di un ufficio postale, esiste davvero, ed è sul serio dietro l'angolo. 2) Che una manager a capo di una casa editrice di media grandezza e carattere ormai internazionale, salito agli onori delle cronache nel 1978 a pochi anni dalla nascita con un'ironicissima e preveggente accusa alla Dc e alla Prima Repubblica, 'L'affaire Moro' di Sciascia, e che riceve ogni giorno decine di manoscritti, così tanti da averci stipato una stanza intera nella sede di via Siracusa, a Palermo, in realtà li legge quasi tutti e ne conserva memoria. Anche trent'anni dopo.
Continuano su questo stile i bei ricordi su Elvira, scoprendo da signorina faceva Giorgianni, che era la prima di molti figli, che lesse molto nell'infanzia, che si sposò al fotografo Enzo Sellerio e che a un certo punto si licenziò dal posto fisso da dipendente pubblico (il sogno di molti già all'epoca) per fondare, con la liquidazione, una casa editrice in Sicilia. Apre la scia di ricordi, ovviamente Camilleri, la più grande scoperta di Elvira. Il papà di Montalbano racconta il suo arrivo a Palermo, le discussioni davanti a una birra, i consigli preziosi e le indicazioni, poi la scoperta del successo. Con le sue controindicazioni. "E inevitabile che tu un giorno o l'altro finirai col mettermi le corna - dice Elvira Sellerio ad Andrea Camilleri -. Ma attento: posso perdonarti solo se mi tradisci con Marilyn Monroe e non con una donnetta qualsiasi". E fu così, spiega lo scrittore, "che ebbi l'autorizzazione a firmare il mio primo contratto con Mondadori".
Sono affreschi romantici di una donna fra i libri, questi racconti della Memoria, conditi dai lampi di genio di una mente fervida, imprenditrice cosmopolita in una provincia fatta di spine, periferia di un paese e un'età dominate dalle bassezze morali e dalla bassa cultura televisiva. E ce n'è per tutti, in questo libro, ma soprattutto per lei. La 'signòra', che accoglie i suoi scrittori nella sua casa, dove cura insieme i libri, l'educazione dei figli e quella degli italiani. Che prima di lei non avevano Memoria e oggi ne hanno un'enciclopedia. Ineffabile, tascabile. Fatta di mille tomi. Con mille nomi sui frontespizi e mille storie diverse, ma un solo volto: quello scelto per la copertina di questo numero mille e ci mostra una donna, tra i suoi libri.
Simone Arminio
 
 

Corriere TV, 17.6.2015
Televisioni
Montalbano? «È la pretty woman della tv italiana»
La serie televisiva tanto amata dagli italiani

Aldo Grasso
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 18.6.2015
L'irresistibile ascesa del "Ragusashire" boom di turisti tra barocco e golf

Ragusa — Centoquarantamila passeggeri nei primi cinque mesi dell'anno, un più 30 per cento rispetto all'anno scorso, è il trend superpositivo con il quale il "Ragusa shire" si appresta a vivere un'altra stagione d'oro. Tanto più che ben il 60 per cento dei turisti che atterrano qua, tra le serre di pomodorini e le dune sulle lunghe spiagge deserte, sono stranieri e si fermano in media tre o quattro giorni. Il tour dello strepitoso barocco di Ibla, Scicli, Noto, Modica, il richiamo dei luoghi del commissario Montalbano, il girovagare nelle campagne ricche di casali e l'eccellenza del "food" siciliano, dalla cioccolata di Modica ai grandi chef stellati, ben tre solo a Ragusa città.
[...]
E Montalbano? A giudicare dalle decine di villette a schiera sorte da un anno all'altro nelle immediate retrovie di Punta Secca e dalle decine di cartelli "affittasi" appesi ad ogni persiana del piccolo borgo dove sorge la "casa" del commissario sembra che l'effetto trascinamento del popolare sceneggiato televisivo tratto dai romanzi di Camilleri sia ancora forte. La piccola rosticceria che propone "gli arancini di Montalbano" è sempre piena di turisti delusi però dalle condizioni della spiaggia dalla quale Zingaretti entra in acqua per le sue celebri nuotate rilassanti.
Nessuno rinuncia alla foto-ricordo sotto il caretteristico balcone della villetta che si affaccia sull'arenile sporco e abbandonato, ostaggio di famiglie accampate con ombrelloni, sdraio, lettini, giochi di ogni genere, cibo. Basta girare l'angolo del faro e il lunghissimo arenile è assolutamente deserto. All'orizzonte la sagoma di una delle tante piattaforme petrolifere che tanto preoccupano cittadini, amministratori locali e ambientalisti che fanno volantinaggio contro i permessi per le trivellazioni.
«L'effetto Montalbano continua a trascinare il turismo — conferma Rosario Dibennardo, presidente degli albergatori ragusani ma anche della Soac, la società che gestisce l'aeroporto di Comiso — tanto che quest'anno, per convincere la società produttrice degli episodi a girare qui i nuovi episodi, il Comune di Ragusa ha destinato centomila euro provenienti dalla tassa di soggiorno alla Palomar e altri centomila all'aeroporto per prevedere nuove rotte. L'estate non è ancora cominciata e già viaggiamo su percentuali superiori al 15 per cento dell'anno scorso, unica provincia d'Italia che — nonostante la crisi — ha avuto un incremento di presenze».
[...]
Alessandra Ziniti
 
 

La Sicilia, 19.6.2015
Il progetto
Le siciliane Gloria Giorgianni e Carlotta Schininà realizzano, con la loro casa di produzione “Anele”, prodotti multipiattaforma. Stasera il docu su Benedetti Michelangeli
Le “Donne” di Camilleri diventano una serie tv
Dieci puntate per Rai1 e sul web girate tra Ragusa e Agrigento

Le donne di Andrea Camilleri reclamano un posto al sole. E lo fanno affidandosi, ovviamente, a due donne. Siciliane. Gloria Giorgianni, palermitana trapiantata a Roma, e Carlotta Schininà, ragusana, che con la casa di produzione Anele, daranno vita a dieci puntate per Rai1, tratte dai racconti di Camilleri, Donne, edito da Rizzoli.
Lo spunto per parlare di questo progetto nuovo di zecca («le riprese prenderanno il via entro pochi mesi tra Ragusa e Agrigento», dice Carlotta Schininà) è la messa in onda stasera, proprio sulla rete ammiraglia della Rai, del documentario dedicato ad Arturo Benedetti Michelangeli.
«Si tratta di un omaggio che Gloria, con la direzione di Nino Bizzarri, ha voluto fare a quello che, a buon diritto, può essere definito il più grande pianista italiano di tutti i tempi». Il film è stato realizzato in occasione del ventesimo anniversario della morte del pianista, il cui ritratto sarà pennellato da chi lo ha conosciuto bene e dai suoi allievi. «Abbiamo raccolto le testimonianze di Salvatore Accardo e di Paolo Andrea Mettel, storico collaboratore di Benedetti Michelangeli, oltre agli aneddoti e ai ricordi di Nicola Piovani e Danilo Rea».
Tra le numerose produzioni realizzate da Anele, vanno menzionati Il maestro senza regole, un docu-film realizzato in coproduzione con l'editore palermitano Sellerio, sulla vita di Andrea Camilleri, con Teresa Mannino, trasmesso da Rai1 in prima serata con 2 milioni e 200 mila spettatori ed uno share del 12%; e Under, la serie web in dieci puntate di circa cinque minuti ciascuna, che ha ottenuto più di sei milioni di visualizzazioni, oltre ad avere vinto il Nastro d'Argento per il web 2015.
«Donne - spiega Carlotta Schininà - nasce proprio dall'esigenza di proporre un prodotto che nasce in tv ma che si sviluppa su altre piattaforme e che sia in grado di raggiungere un pubblico internazionale».
Lo spirito, insomma, è quello di parlare allo spettatore attraverso un nuovo linguaggio con una serie di progetti multipiattaforma in grado di intercettare il mondo del web e i suoi utenti.
E tutto questo sarà possibile grazie all'esperienza sul campo maturata da Gloria Giorgianni, che ha lavorato per oltre dieci anni alla Palomar, dove ha ricoperto diversi ruoli. E dalle capacità imprenditoriali di Carlotta Schininà, che per oltre dieci anni ha gestito la Biblioteca Blockbuster ragusana per poi dedicarsi, oltre che al mondo della cultura, anche all'aspetto turistico. «Il progetto Donne - dice ancora la Schininà - vedrà coinvolto sia il territorio ragusano che quello agrigentino. Proprio in questi giorni sto lavorando allo sviluppo e all'integrazione tra la casa di produzione e il territorio. L'intento è quello di far sì che Ragusa, in particolar modo, possa diventare un vero e proprio centro per lo sviluppo di nuovi prodotti di alta qualità diversi da quei progetti che lo hanno veicolato in tv fino a questo momento».
Per questo motivo Gloria Giorgianni ha deciso di coinvolgere nel progetto solo giovani motivati ed entusiasti.
Sul fronte dei finanziamenti, Carlotta Schininà spiega di avere riscontrato «immediatamente, soprattutto dal parte del Comune di Ragusa, un grande entusiasmo, così come accaduto ad Agrigento che ha un nuovo sindaco. Scontata l'adesione della Film Commission di Ragusa, l'unica sul territorio che sta lavorando concretamente». E dice ancora: «Mi piacerebbe che si riuscissero a interessare al progetto anche altre istituzioni sia pubbliche che private».
Insomma, la speranza è che tutto il Sud Est dell'isola possa mobilitarsi affinché questo progetto e i seguenti, perché di carne al fuoco la società Anele ne ha già messa davvero tanta, possa trovare il sostegno di enti pubblici e privati come le camere di commercio, gli istituti di credito e, perché no, quel fiore all'occhiello che sta diventando sempre di più punto di riferimento del turismo internazionale: il "Pio La Torre" di Comiso, l'aeroporto degli Iblei.
Angelica, Carmen, Inés, Nora. Le Donne di Camilleri, insomma, sono più motivate che mai. E vogliono insegnare al Commissario Montalbano, un nuovo linguaggio televisivo. E non solo.
Leonardo Lodato
 
 

Corriere della Sera - Sette, 19.6.2015
Piaceri&Saperi - Libri
Malinconia dell'anatomia di Montalbano
La nuova inchiesta del commmissario di polizia più amato dagli italiani (ma anche da molti europei ed extraeuropei)
Cliccare qui per l'articolo in pdf
Antonio D'Orrico
 
 

Yle Areena TV, 21.6.2015
Komisario Montalbano
Jakso 4

[Già trasmessi altri 3 episodi, NdCFC]
• 1 h 46 min
• su 21.6.2015
• 30 pv
• 15060 katselua

Kausi 9, 4/4. Valonsäde. Vigatassa sattuu varkauksia, joiden tekijäksi epäillään saarelle vyöryviä paperittomia siirtolaisia. Jokin jutussa kuitenkin askarruttaa Montalbanoa, joka ei koskaan niele helppoja selityksiä. (U)
 
 

Televisionando, 23.6.2015
Il Commissario Montalbano, trama puntata del 29 Giugno 2015 su Rai Uno

Il Commissario Montalbano torna in replica lunedì 29 Giugno 2015, ore 21.20 su Rai Uno con un nuovo episodio. Ecco alcune anticipazioni riguardo la trama della puntata: Tocco d’artista (2001).
[...]
 
 

TvZoom, 23.6.2015
Ascolti Tv: “Il Commissario Montalbano” 4,9 milioni, “La sposa fantasma” 2,9, “Voyager” e “Amore criminale” 1,7, “Chicago Fire” 1,3, “L’eliminatore” 1,2, “Djiango” 678mila

Si entrava nel vivo dell’estate climatica, ai primi gradi del segno del cancro e la serata televisiva di lunedì 22 luglio proponeva gli stessi ingredienti ‘freddi’ ma speziati di sette giorni prima. Su Rai Uno c’era una replica godibile de Il Commissario Montalbano, Il cane di terracotta, che all’esordio quindici anni fa aveva superato 6,4 milioni e il 24% ma che solo due anni fa si era attestato a 5,1 milioni e 24,4% di share. [...]
Su Rai Uno la replica de Il commissario Montalbano, Il cane di terracotta, con Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta, Leopoldo Trieste, Angelo Russo, Katharina Bohm, Pippo Pattavina e Cesare Bocci nel cast, ha riscosso 4,942 milioni di spettatori e il 20,44% di share.
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Emanuele Bruno
 
 

TvZap, 24.6.2015
Simonetta Agnello Hornby: ‘In viaggio con mio figlio, coraggioso malato di sclerosi multipla’
Da Londra alla Sicilia, attraverso le città italiane e molti incontri, tra cui Andrea Camilleri, per raccontare la disabilità “la malattia è una sfida” e i molti volti nascosti del nostro Paese: “troppo sfiduciato e immobile”. La scrittrice siciliana, naturalizzata inglese, racconta il suo programma in onda in autunno su Raitre

Simonetta Agnello Horby è tra i protagonisti del palinsesto autunnale di Raitre. Il programma, prodotto da Pesci Combattenti, è stato annunciato tra le molte novità dei palinsesti Rai. Sarà un viaggio a tappe da Londra alla Sicilia compiuto dalla scrittrice e dal figlio George, che a 30 anni si è ammalato: “La malattia di mio figlio è la sclerosi multipla primaria progressiva, purtroppo è la peggiore, ma mio figlio è molto coraggioso e ha deciso di farlo perciò io sono molto fiera. Non lo so perché ha deciso di farlo, io penso perché vuole lasciare ai figli questo ricordo, che lui ha lottato per essere normale. Non me l’ha detto ma non c’è bisogno di dirle queste cose.” Spiega Simonetta, che sostiene di non aver cambiato il suo rapporto con George dopo la scoperta della malattia. “Giorgio e io abbiamo lo stesso carattere e dunque ci bisticciamo sempre, è cambiata la situazione in cui siamo. Questa malattia è accettata, è un altro elemento di lui ma non ha cambiato il rapporto. Certo, sto più con lui, non ho scelta. Credo che sia piuttosto sano.”
Un viaggio attraverso l’Italia con degli incontri importanti, anche con scrittori: “Incontreremo Andrea Camilleri che è il più grande scrittore siciliano del dopoguerra che ho l’onore di avere come amico, che già ha conosciuto George ed è stato affettuosissimo. Si vogliono bene. Per il resto il palinsesto non è fatto, ma incontreremo molte persone”.
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Anna Lupini
 
 

Giornale di Sicilia (ed. di Agrigento), 26.6.2015
Turismo relazionale
Il "protagonismo siciliano" all'Expo: si parte con Camilleri

Agrigento. Nel segno di Camilleri, Simonetta Agnello Hornby, la grande cultura della Magna Grecia, ma anche con proposte innovative verso un nuovo tipo di «turismo relazionale» capace di offrire i vecchi borghi sotto una luce nuova: in questi termini la Sicilia si appresta a presentare se stessa a Expo. Dal 26 giugno parte la prima delle tre settimane di «Protagonismo Siciliano» e la Regione ha pronto un ricco calendario di avvenimenti, convegni, tavole rotonde, workshop, incontri, tra letteratura e scienza, spettacolo e eccellenza agroalimentare.
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Nelle tre settimane di Sicilia a Expo, a raccontare le bellezze dell'isola saranno anche le parole degli scrittori siciliani: un reading dedicato ad Andrea Camilleri animerà la Piazzetta Sicilia sul Cardo il 26 giugno. [...]
 
 

La Repubblica, 29.6.2015
Agenda Noir Appuntamento col Detective

Venti storie per altrettanti detective d'autore. La lunga estate gialla comincia da oggi e continua ogni lunedì con una collezione di thriller da brivido.
Si intitola "Agenda Noir" la nuova proposta di lettura di Repubblica (in edicola a 7,90 più il prezzo del quotidiano, fino al 9 novembre). Una selezione raffinata che mescola investigatori di casa nostra con agenti internazionali, pronipoti del commissario Maigret e poliziotti che le indagini le fanno con le nuove tecnologie. [...] Lunedì 6 luglio toccherà a Salvo Montalbano, il commissario di Licata [Sic!, NdCFC] (nella realtà Porto Empedocle) che da solo vale sei milioni di telespettatori, a risolvere il caso della Piramide di fango di Andrea Camilleri; vicenda complicata — anche per colpa di una pioggia torrenziale — che si aggroviglia intorno a attentati, delazioni, depistaggi spregevoli.
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Alessandra Rota
 
 

La Repubblica, 29.6.2015
Motori
Domani in edicola il Supplemento Auto
Gratis con Repubblica "Grand Tour Italia"

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La Sicilia di Montalbano è l’altro affascinante viaggio raccontato da Enrico Bellavia, alla scoperta dei luoghi immaginari e non del commissario più amato dagli italiani, uscito dalla penna formidabile di Andrea Camilleri. Un tour affascinante tra le seduzioni del mare, le campagne di Siracusa e i gli indimenticabili luoghi gastronomici, teatro delle celebri mangiate raccontate nei romanzi e nella serie tv.
[...]
Valerio Berruti
 
 

SiciliaInformazioni, 30.6.2015
Agrigento, casting per le “Donne” di Camilleri

Al via dal 2 luglio, ad Agrigento, al Teatro della Posta Vecchia, i casting per “Donne”, progetto tv in dieci cortometraggi realizzato dalla società di produzione Anele e tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. I momenti più significativi della vita dello scrittore saranno raccontati al pubblico televisivo, in puntate da dieci minuti ciascuna, nei luoghi di Agrigento e Porto Empedocle – in cui si svolse la sua giovinezza –oltreché nei luoghi della zona di Ragusa.
L’impegno del Distretto Turistico Valle dei Templi e il sostegno del Parco archeologico Valle dei Templi hanno garantito, che, oltre all’ormai consueto scenario della provincia di Ragusa, comparissero siti più realistici e coerenti con i ricordi di Camilleri. I contatti con i produttori, Gloria Giorgianni e Carlotta Schininà, sono stati avviati da Lillo Firetto, presidente del Distretto Turistico, quando era ancora sindaco di Porto Empedocle.
La regia di “Donne” porterà le firme di Emanuele Imbucci e Alessandra Mortelliti, due giovani registi esordienti che conoscono molto bene il mondo di Camilleri.
La produzione, nel ringraziare il Distretto Turistico Valle dei Templi per la collaborazione attiva al progetto, si è detta pronta a coinvolgere maestranze e attori locali. In particolare, Gloria Giorgianni – che ricordiamo, tra l’altro, quale produttrice con Sellerio del docufilm di successo “Andrea Camilleri – Il maestro senza regole”, con Teresa Mannino – ha dichiarato di aver “apprezzato soprattutto la disponibilità e la sensibilità culturale del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, sempre attento a progetti innovativi e dal forte contenuto culturale”.
I casting si svolgeranno presumibilmente in due giornate. Sono richiesti attori tra i 6 e gli 8 anni smilzi, di carnagione chiara; ragazzini di 10 anni di corporatura diversa; ragazzi di 18 anni, che dimostrino meno della loro età; una ragazza dai caratteri mediterranei di 18 anni, ma che sembri più giovane; uomini per ruoli maturi, tra i 35 e i 60 anni, sia dall’aspetto rassicurante e autorevole, che aggressivo e perfino crudele; infine, una donna dal volto maturo. L’attività di servizi alla produzione è stata affidata alla Film Commission del Distretto Turistico Valle dei Templi.
Per informazioni filmcommissionvalledeitempli@gmail.com oppure 0922 081810 dalle 9 alle 13.
 
 

TvZoom, 30.6.2015
Ascolti Tv: “Montalbano” 4,7 milioni, “Il Segreto” 4,4, “Voyager” 1,4, “Chicago Fire” e “Amore criminale” 1,3
Su Rai Uno “Tocco d’artista” a 4,7 milioni e 19,95%, su Canale 5 per la soap spagnola 4,467 milioni e 19,73%, su Rai Due Giacobbo a 1,463 milioni e 6,55%, su Italia 1 il telefilm a 1,336 milioni e 6,2%.

Una storia complessa tra quelle scritte da Andrea Camilleri contro una puntata topica de Il Segreto, che dopo avere liquidato Pepa alla prima stagione ieri alla seconda mandava al cimitero anche il suo amato. In tv si batte il ferro che continua ad essere caldo. La programmazione generalista di lunedì 29 luglio proponeva una sfida arcigna. Su Rai Uno c’era la replica de Il Commissario Montalbano, con l’episodio Tocco d’artista, che all’esordio quattordici anni fa aveva superato 6,3 milioni e il 23,75% ma che solo due anni fa si era attestato a 5,125 milioni e 23,91% di share; Canale 5 rispondeva con un’escursione speciale nella collocazione d’avvio settimana de Il Segreto con la puntata in cui il povero Tristan viene ucciso proprio durante il suo matrimonio agognato con Candela e così il drappello di 4 milioni e passa di appassionati estivi della soap poteva impensierire Luca Zingaretti. [...]
Su Rai Uno la replica de Il commissario Montalbano, Tocco d’artista, con Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta, Ilena Rigano, Bianca Maria D’Amato, Nino Bellomo, Luigi Burruano, Angelo Russo, Katharina Bohm e Cesare Bocci nel cast, ha riscosso 4,7 milioni di spettatori e il 19,95% di share. [...]
Emanuele Bruno
 
 

LaNostraTV, 30.6.2015
Il giovane Montalbano presto su Rai1. “E’ un personaggio unico”, dice Michele Riondino

Dopo il successo dei primi sei episodi, andati in onda tre anni fa, la fiction Il giovane Montalbano tornerà su Rai 1. Quattro episodi inediti, tratti dai romanzi di Andrea Camilleri, che i telespettatori dell’ammiraglia Rai potranno vedere, con ogni probabilità nell’autunno del 2016 [2015, NdCFC]. A dare il volto a Il giovane Montalbano sarà ancora una volta l’attore tarantino Michele Riondino.
Riondino, che ultimamente sempre su Rai 1 ha interpretato Pietro Mennea, quindi, sarà di nuovo il commissario più famoso d’Italia quando, però, era poco più che trentenne, ribelle e ancora, come dice Andrea Camilleri: “[..]non aveva l’autocontrollo necessario per gestire alcune situazioni“.
Il giovane Montalbano, nonostante non abbia tutte le caratteristiche, positive e negative, del Salvo Montalbano maturo, “è un personaggio unico e affascinante“, come ha dichiarato Michele Riondino sulle pagine di Tv Radio Corriere.
Tutto questo grazie alla sapiente scrittura di Andrea Camilleri, che è riuscito a creare un personaggio che ha conquistato milioni di telespettatori in diversi Paesi e non solo in Italia. Salvo Montalbano, sia nella versione giovane e alle prime armi sia in quella matura e da investigatore navigato, piace ai telespettatori. E il pubblico apprezza non solo Luca Zingaretti, ormai volto storico del personaggio di Camilleri, ma anche il giovane Montalbano interpretato da Michele Riondino.
A proposito del confronto con Luca Zingaretti, Michele Riondino ha confessato: “Accettare il ruolo di Montalbano è stata una bella sfida. All’inizio temevo i paragoni con Zingaretti ma ora non più“. E fa benissimo l’attore pugliese a non temerli perchè pure lui, ormai, è entrato nel cuore dei fan di Montalbano.
Le nuove puntate de Il giovane Montalbano, dirette anche stavolta da Gianluca Maria Tavarelli, sono state girate ad Agrigento, in “posti meravigliosi che non possono non lasciare un ricordo forte ed emozionante“, ha detto Michele Riondino. Posti stupendi di una Sicilia di cui, ormai, l’attore si sente figlio adottivo.
I quattro episodi inediti de Il giovae Montalbano, adesso, sono in fase di postproduzione e montaggio, in attesa di essere trasmessi su Rai 1, e con tanto orgoglio Riondino, nella sua intervista al settimanale, ha ammesso: “siamo molto contenti di quello che abbiamo realizzato“.
Patrizia Gariffo
 
 

Maria Caterini, 30.6.2015
Le fiction che vedremo, Il giovane Montalbano 2

La seconda stagione della serie Il giovane Montalbano è prevista per il prossimo autunno su Rai 1. Le riprese sono terminate: le sei puntate previste sono in fase di post produzione, e andranno in onda settimanalmente sulla prima rete di Viale Mazzini quasi certamente nella serata del lunedì, in una sorta di continuità con la serie principale del Commissario Montalbano con Luca Zingaretti.
Le sei puntate rappresentano altrettanti tv movie che hanno un inizio e una fine, e che sono stati scritti da Andrea Camilleri. Lo scrittore, padre del commissario Montalbano, ha curato e supervisionato anche la sceneggiatura dei romanzi divenuti altrettanti tv movie.
Nel ruolo di Montalbano giovane ritroviamo Michele Riondino, alla sua seconda prova nel ruolo del commissario.
Le riprese sono state effettuate tra Roma e alcune zone della Sicilia, che ricordano le atmosfere della serie madre.
Tutti gli attori sono stati riproposti nella versione giovanile: tra questi anche Mimì Augello e Catarella. In particolare, Camilleri ha sottolineato in questa seconda serie l'amicizia che legava sin dagli anni giovanili Montalbano a Mimì Augello. In alcune delle puntate che andranno in onda, viene infatti coinvolto Augello in una serie di circostanze dalle quali il giovane commissario lo tirerà fuori.
Un avvenimento simile era già accaduto in una delle puntate interpretate da Zingaretti. Augello aveva preso una sbandata per una donna compromessa in una serie di operazioni mafiose, e aveva cercato di proteggerla senza che il suo capo e amico Montalbano lo venisse a sapere. Era stata un'intuizione del capo a togliere l'amico dai guai e a metterlo dinanzi alla realtà. In quell'episodio, la giovane donna era interpretata da Belén Rodiguez.
In questa nuova serie, il personaggio di Catarella giovane appare più sobrio e con meno caratteristiche teatrale di quanto non lo sia lo stesso personaggio invecchiato di 20 anni.
[...]
Irene Natali
 
 

 


 
Last modified Wednesday, August, 19, 2020