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RASSEGNA STAMPA

APRILE 2016

 
infoAgrigento, 1.4.2016
Andrea Camilleri si candida a Sindaco di Porto Empedocle
Le indiscrezioni sono saltate fuori nelle scorse ore: pronto anche il nome della lista a sostegno dello scrittore [Ovviamente si tratta di un tentativo -piuttosto grossolano- di Pesce d'Aprile, NdCFC]

Secondo alcuni rumors, Andrea Camilleri è pronto a scendere con una sua lista alle prossime elezioni comunali a Porto Empedocle; nella città marinara, si voterà nel prossimo mese di giugno per il rinnovo di giunta e consiglio comunale.
Come si sa, il comune versa in uno stato di profonda crisi con stipendi non pagati e servizi non erogati; sarebbe stato proprio questo contesto a convincere il noto scrittore empedoclino a candidarsi come prossimo Sindaco.
Sempre secondo alcune voci di corridoio, la lista pronta a sostenere Andrea Camilleri dovrebbe chiamarsi “Vigata Cambia”, in onore al nome dato dallo stesso scrittore alla sua Porto Empedocle nei romanzi del Commissario Montalbano.
 
 

Teatro Massimo Palermo
Il Pinocchio (mal)visto dal Gatto e la Volpe
Dal 2 al 5 aprile 2016
Sala Grande





Opera multimediale con Andrea Camilleri (la Volpe) e Ugo Gregoretti (il Gatto).

Testo di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti
Musica di Lucio Gregoretti
Regia Collettivo Shorofsky
Supervisione Francesco Prisco
Scene e costumi Alessandra Traina
Con la partecipazione in video di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti
Una produzione Teatro Massimo in collaborazione con Teatro Bellini di Catania
Nuova commissione delle Fondazione Teatro Massimo
Coproduzione della Fondazione Teatro Massimo, del Teatro Bellini di Catania e dell'Orchestra Sinfonica della RAI.
Cast:
Il Professor Ugo Gatto Ugo Gregoretti
Il Dottor Andrea Volpe Andrea Camilleri
Pinocchio Veronica Di Salvo, Aurora Marchese
Il Presidente Orango Francesco Pittari
Avvocato accusa Italo Proferisce
Avvocato difesa Nati Katai
Il Dottor Corvo, Il pescatore verde, Melampo, Il Serpentone Giuseppe Esposito
Il Dottor Civetta, Fata turchina, La Faina, La Lumaca Alice Sunseri
Il Dottor Grillo, Alidoro Andrea Schifaudo
e con la partecipazione di Piotta
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Direttore Michele De Luca
Maestro del Coro Piero Monti

“Buongiorno, siamo il Gatto e la Volpe e abbiamo informazioni incredibili su Pinocchio e i suoi compari Grillo e Fatina, cose incredibili, cose inenarrabili....”
Così inizia il Pinocchio raccontato da due terribili e misere figure quali il Gatto e la Volpe (alias Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti).

Stanchi della cattiva reputazione a cui sono stati condannati da Carlo Collodi, il Gatto e la Volpe chiedono che, attraverso un processo, la loro posizione nella favola di Pinocchio sia riabilitata. Da questo spunto nasce Pinocchio (mal)visto dal gatto e la volpe, l’opera multimediale per ragazzi scritta e interpretata da Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, nei panni della Volpe e del Gatto, che si propone di cercare un punto di vista insolito sulle vicende narrate nella favola di Pinocchio.
Ambientata in un’aula di tribunale popolata di animali, la messa in scena si compone dell'interazione continua tra il palco e un grande schermo da cui si affacciano il Gatto Gregoretti e la Volpe Camilleri che cercano di convincere i presenti della propria buona fede. Con l’utilizzo di animazioni digitali e il riferimento a elementi contemporanei, lo spettacolo ripercorre alcuni momenti salienti della fiaba di Collodi. In una narrazione che mantiene il tratto surreale del racconto originale, la tensione dell’opera è alimentata dalla possibilità che la ricostruzione dei fatti proposta dal Gatto e dalla Volpe sia verosimile.
Sulla scena, un’aula di tribunale che ospita il processo: un giudice Orango e due avvocati animano il racconto chiamando a testimoniare alcuni degli animali presenti nel libro. Si susseguono le testimonianze dei protagonisti fino all'entrata in scena di un Pinocchio decisamente inedito: a vestire i panni del burattino è il musicista romano Piotta che, a tempo di rap, racconta la sua esuberante versione dei fatti.
Sullo schermo, la presenza di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti fa da contrappunto all’azione scenica, talvolta assecondandola, talvolta disturbandola. Con elementi di animazione grafica vengono evocati aneddoti tratti dalla favola e costruiti ambienti e suggestioni in cui agiscono il Gatto e la Volpe.
In questa continua dialettica fra palco e schermo, finzione e realtà, verità e bugia, prende vita un crescendo allegro e visionario destinato a culminare in un rocambolesco finale a sorpresa.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 2.4.2016
Il ministro apre le porte alla Sicilia
Sos beni culturali in Sicilia, il ministro Franceschini: "Faremo di tutto per valorizzarli"
Il titolare del dicastero risponde all'appello degli intellettuali siciliani sullo stato dei siti archeologici nell'Isola

“Disponibile a ogni forma di collaborazione per valorizzare e tutelare i beni culturali”. Il ministro Dario Franceschini risponde all’appello lanciato il 24 marzo scorso da Andrea Camilleri, Pietrangelo Buttafuoco e tanti altri nomi di peso tra artisti, intellettuali, operatori turistici e produttori. E tende la mano alla Regione per fare “gioco di squadra”. “Ho letto con attenzione - scrive Franceschini, riferendosi all’appello - una lettera che vibra di preoccupazione e amore per la vostra terra. Questioni – continua – che interrogano anche me come cittadino ma soprattutto come ministro. Perché specialità – chiarisce subito - non significa separatezza e marginalità: la Sicilia è parte del nostro Paese, una parte dal fascino incommensurabile”.
Una risposta che arriva ad una settimana dalla lettera consegnata al ministro dopo l’inchiesta di Repubblica Palermo sullo stato dei siti archeologici nella Regione e il rischio di chiusura a Pasqua e nella quale si ponevano anche alcuni interrogativi sul futuro dell’Inda commissariata dal Ministero e si lanciava l’allarme sulla scomparsa di molti teatri storici (“Dei 189 teatri storici nel giro di un decennio ne sono rimasti 59”) e tante librerie (“Da gennaio a ora ne sono state uccise dalla cecità delle banche e dall’indifferenza più di 30”).
Franceschini cita Goethe e la celebre frase che riguarda l’Isola nel resoconto del suo viaggio pubblicato 200 anni fa - “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto” - e apre le porte per un’intesa istituzionale: “Nei termini che la Regione Sicilia riterrà, il Ministero è disponibile a supportare e sostenere, sia nella valorizzazione che nella tutela, ogni forma di collaborazione”.
Parole che da un lato aprono un dialogo con la Regione alle prese di continuo con problemi finanziari e organizzativi per garantire l’apertura di musei e siti archeologici le domeniche e nei festivi. “Dobbiamo fare gioco di squadra – dice Fransceschini – per far conoscere quanto sia variegato e affascinante il vostro territorio, immaginare nuove offerte per catturare i flussi, realizzare itinerari e percorsi, mettere in rete le eccellenza”. E aggiunge: “L’80 per cento dei visitatori esteri del nostro Paese non scende sotto la Capitale: è chiaro che i margini di crescita per la Sicilia sono enormi”.
Alla lunga lettera scritta da Camilleri e Buttafuoco e firmata tra gli altri anche da Emma Dante, Ficarra e Picone, da vari direttori di strutture turistiche, chef e produttori vitivinicoli, Franceschini risponde entrando nel merito anche del futuro dell’Inda. I due scrittori chiedono che l’Inda torni ad essere “Istituto nazionale”. Il Ministro chiarisce: “La decisione del commissariamento va proprio in questa direzione: riscrivere Statuto e governance e creare le premesse per valorizzarne la vocazione nazionale e internazionale”. “L’inda – scrive – ha una missione che deve andare oltre al provincialismo, per trasmettere la grande tradizione occidentale del teatro classico alle nuove generazioni di tutto il mondo, valorizzando la sinergia tra progetti di sviluppo artistico e culturali e i grandi siti del Mediterraneo, di cui Siracusa rappresenta un simbolo nell’immaginario collettivo”. Dal ministro, infine, anche l’annuncio di una direttiva emanata per “censire e tutelare le librerie storiche” e la previsione inserita nel nuovo decreto legge sul cinema di “forti incentivi per chi investe nella salvaguardia di sale cinematografiche, teatri e librerie storiche”.
Gioia Sgarlata
 
 

La Sicilia, 2.4.2016
Il caso
Blitz delle Iene a Punta Secca
Abusiva la terrazza di Montalbano?

Santa Croce Camerina. Se fosse un romanzo di Camilleri il titolo sarebbe “Il pesce d’Aprile”. E con il commissario Montalbano, magari, impegnato in una indagine per scoprire la verità su una vicenda che ieri ha messo sul chi vive tutta Santa Croce Camerina. Ma può essere davvero che la famosissima casa del commissario Montalbano sia abusiva?
O, almeno, un pezzo di essa, la famosa terrazza? Non è la prima volta che si parla di questa ipotesi. Ma adesso il caso è stato rilanciato dall’incursione nel paesino in provincia di Ragusa di una troupe de “Le Iene”. Sul tavolo del sindaco Franca Iurato, ieri mattina, il giornalista Gaetano Pecoraro ha lasciato le carte che azzardano la presunta verità che puzza più del simbolo del Primo giorno d’aprile e che va a toccare uno dei simboli nel mondo della cittadina che sta scoprendo negli ultimi anni la sua vocazione turistica: Punta Secca, la frazione ammiraglia della Città del Sole.
La terrazza di Montalbano non sarebbe a norma, e ci sarebbe anche una ordinanza di demolizione risalente al 1991 a bollarlo. Casa Montalbano, oggi un b&b dal tutto esaurito 12 mesi su 12 e oasi di fascino nell’immaginario dei milioni di telespettatori che seguono la serie Rai da oltre dieci anni, per Santa Croce Camerina, è una faccenda seria. Il primo cittadino ha dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro e rimandare al pomeriggio le incombenze amministrative: «E per forza – esclama Franca Iurato – l’inviato mi è praticamente piombato dentro in sala giunta in piena riunione. Io non so cosa c’entri il Comune di Santa Croce con questa storia, ma una cosa è certa: sono questioni che riguardano il Demanio, la Capitaneria e i privati. Evidentemente qualche benpensante cerca di sporcare l’immagine del nostro paese facendo scoop. Questa cosa, tra l’altro, risale al ’91, quindi chissà quante sanatorie ci sono in corso. Punta Secca sta diventando un polo di attrazione, io penso di amare il mio paese e di fare il possibile, evidentemente c’è qualcuno che non la pensa così».
Ma chi può aver contattato la produzione Mediaset? A piazza Faro, davanti al prospetto sul set naturale Palomar, si interrogano. «Il mister “X” dalla panchina non può che essere Antonello Firullo», borbotta Pietro. Lui, che rappresenta una società che voleva investire dei soldi sulla ex caserma borbonica che è stata abbattuta, sempre nella Marinella tivù, tre anni fa, «lui che ha chiamato Le Iene la prima volta ad ottobre, può averlo fatto ancora», rammenta Maria Elena davanti al bancone del bar che si chiama come il commissario.
L’opposizione consiliare rifugge gli attacchi strumentali: «Verificheremo con assoluta serenità e senza alcun spirito polemico. Non ci sentiamo, in questo momento, di puntare il dito contro nessuno, siamo curiosi di vedere il servizio».
Alessia Cataudella
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 2.4.2016
Le Iene: abusiva la casa di Montalbano, Crocetta: "Non si tocca, è un monumento"
La trasmissione di Italia Uno rilancia i sospetti sollevati dieci anni fa dal Codacons. Il proprietario: "Tutto in regola, agirò per vie legali". Il governatore: "Imporremo un vincolo sull'immobile"

Santa Croce Camerina (Ragusa) - Già dieci anni fa il Codacons lanciò il sospetto: la casa del commissario Montalbano è abusiva. Dubbi ora rilanciati dalle 'Iene' che ieri, hanno consegnato al sindaco di Santa Croce Camerina Franca Iurato un dossier con alcuni documenti che proverebbero l'abuso. Non sull'intero immobile, ma sulla terrazza, dove il commissario Montalbano, creato dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri, tra una colazione e una cena risolve i casi di cronaca nel paese, immaginario, di Vigata.
Secondo le Iene, ci sarebbe un'ordinanza di demolizione del 1991. Per il sindaco "l'eventuale abuso edilizio dal punto di vista amministrativo riguarda il Demanio, la capitaneria e i privati. Evidentemente qualche benpensante cerca di sporcare l'immagine del nostro comune facendo lo scoop. La presunta ordinanza risale al '91: chissà quante sanatorie ci sono in corso.
"Hanno presentato delle vecchie carte, ma sono trascorsi più di vent'anni e non sì è mai fatto nulla". Risponde così il proprietario della casa, Pietro Di Quattro. "Se fossero andati avanti nelle loro ricerche - continua - avrebbero saputo che una sentenza mi ha assolto per non aver commesso il fatto. Mio nonno comprò questa porzione di terreno dalla Stato nel 1904 e realizzò questo terrazzino in maniera legale". Di Quattro non solo si difende ma contrattacca: "Questa è una vicenda strumentale, agirò per vie legali".
E sul caso interviene anche il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che annuncia: "La casa di Montalbano non si tocca, metteremo un vincolo monumentale sull'immobile in considerazione del valore storico e culturale che ha acquisito in omaggio al commissario Montalbano, a Camilleri e all'intera Sicilia che non merita i chiacchiericci scandalistici, tentando di riproporre il preconcetto di una terra dove tutto è sbagliato e mentre tanti tacciono sulle vere speculazioni dei palazzinari". Per Crocetta "si vuole sollevare un moscerino su una vicenda senza alcun senso".
"Ho visitato la casa di Montalbano la scorsa estate, mi sono affacciato sulla terrazza, una emozione grandissima - continua Crocetta - Quei luoghi li frequento fin da ragazzo e sono stati sempre così". Il governatore è convinto che "l'operazione che si vuole fare sulla casa di Montalbano mi ricorda quella che si fece sulla 'finestra sul mare' realizzata da Antonio Presti, nell'ambito della Fiumare d'arte: cioè vedere un abusivismo in un'opera d'arte". "Non possiamo permettere a nessuno neppure di ipotizzare la demolizione di una casa conosciuta in tutto il mondo e meta di tanti turisti - conclude - Questo sì che sarebbe un atto illegale. Attiverò immediatamente le procedure per tutelare la casa di Montalbano".
Giorgio Ruta
 
 

La Notizia giornale, 2.4.2016
Le fiction prodotte dalla Rai vanno a gonfie vele sui mercati internazionali. RaiCom: Screenings 2016, vendite per oltre un milione

Successo di vendite per i prodotti Rai durante la ventesima edizione di Screenings che si è tenuta quest’anno per la prima volta a Matera.
[...]
Il Commissario Montalbano e Michele Riondino ne Il Giovane Montalbano 1 e 2 continuano a far registrare il maggior numero di vendite in Europa e oltreoceano.
[...]
 
 

Le blog de Jacques Berthomeau, 3.4.2016
Andrea Camilleri l’homme qui aimait les FEMMES… Oriana un nom de guerre pour exercer le plus vieux métier du monde.

Si à 50 ans on n'a pas lu un roman sicilien d’Andrea Camilleri, c'est qu'on a raté sa vie.

« Les jambes des femmes sont des compas qui arpentent le globe terrestre en tout sens, lui donnant son équilibre et son harmonie. » François Truffaut via Charles Denner : Bertrand Morane dans L'Homme qui aimait les femmes sorti sur les écrans en 1977.

Ceux qui me suivent depuis l’origine de cet espace de liberté savent que je suis totalement addict aux romans siciliens d’Andrea Camilleri.
Son dernier livre publié en France chez Fayard Femmes est sorti en Italie en 2014 (Donne, tout simplement).
C’est un bijou. Courez l’acheter chez votre libraire !
C’est une galerie de personnages féminins, classées par ordre alphabétique de prénoms, de sa grand-mère à son éditrice en passant par des rencontres fugaces ou des personnages historiques : Antigone, Néfertiti, Desdémone, la Béatrice de Dante, Jeanne d'Arc etc. ces destinées intenses, originales, émouvantes, parfois drôles, sont toujours racontées avec admiration par un Camilleri ouvertement du côté des femmes.
Loin de tout voyeurisme ou parfum de scandale, le grand écrivain italien livre ici le jardin secret de ses images féminines et rend avec pudeur un hommage plein de gratitude à celles qui ont marqué son parcours d'homme et d'écrivain.
« Dans l’ouvrage, il est l’enfant timide, à dix-sept ans, le jeune homme qui sort la nuit dans Agrigente à vélo, à la rencontre d’une Allemande magnifique, obsédée par l’hygiène. Tour à tour marin improvisé et amant passionné, c’est un ensemble de femmes douces et enivrantes qu’il raconte, aussi belles et terribles que la Sicile... »

« Outre le sens du récit et du dialogue, outre le regard profondément humain sur les misères psychologiques et sociales, ce plaisir tient sûrement au sentiment d’étrange familiarité qu’arrive à communiquer l’auteur. Familiarité d’une langue et d’une société qui nous restent très proches, étrangeté radicale de tournures et d’une culture forgées par une nature si particulière et une histoire si singulière. Ce qui donne, pour finir, la saveur inimitable, aux papilles comme à l’oreille, d’une Sicile immuable et parfaitement moderne. »
L’angoisse du traducteur devant une page d’Andrea Camilleri
Le samedi 19 juin 2004, par Serge Quadruppani

Si vous souhaitez mieux connaître Andrea Camilleri lisez ceci :
Andrea Camilleri.
Je suis né dans un village qu'il s'appelle Porto Empedocle, environ il y a 80 ans. Et, entre ma maison et la mer, il y avait seulement une file de petites maisons. La première fois qui m'est arrivé la possibilité de me déplacer pour quelque jour à l'intérieur de la Sicile, je ne réussissais pas au prendre le sommeil. À l'aube je me suis rendu compte qui m'était manqué la rumeur de la mer. La mer était dans ma jeunesse partout. Mon enfance a été splendide. J'étais fils unique, deux frères étaient morts premier de moi, donc on peut imaginer comme je venais traité. Mon père était un inspecteur général de la capitainerie du port et mes camarades étaient fils de pêcheurs et paysans. Je voulais être égal à eux et j'ai fait chaque genre de méchancetés comme une vraie charogne. Pour ça, je suis fini en collège. »
- Antonio Torrenzano : Est-ce que la Sicile aide la production narrative? Il me semble encore que dans vos romans il n'ya pas la proverbiale loi du silence des Siciliens ?
- Andrea Camilleri.
Je ne crois que ce soit le climat. Gesulado Bufalino, Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello ou Giuseppe Tomasi de Lampedusa sans l'humus sicilien quoi auraient-ils été ? Les Siciliens ne sont pas “omertosi”, il suffit seulement savoir décrypter leur manière de raisonner.
- A.T. Pourquoi écrivez-vous en pétrissant l'italien et le sicilien?
- Andrea Camilleri.
« Je raconte des histoires. Et celui-ci est la manière dans laquelle elles ont été racontées à moi. J'utilise le même usage pour les raconter à mes petits-enfants. J'ai toujours une vision double des choses. Si tu te sens sicilien et tu écris de la Sicile pendant que tu restes ailleurs, c'est comme rester en même temps en deux lieux. Et voilà qu'alors la réalité n'est pas plus vérité, mais une visionne de la réalité. Si même les physiciens y ils disent que le phénomène en soi n'est pas observable, parce qu'il change seulement pour le fait qui es en train de l'observer. La mer semble changer pas couleur, mais la couleur de l'eau elle ne change jamais. »
Enfin pour vous donner plus encore envie de lire ce dernier Camilleri je vous propose, découpé en 5 épisodes, le portrait d’Oriana.
ORIANA
J’ignore comment elle s’appelait, Oriana était le nom de guerre qu’elle avait choisi pour exercer en maison le plus vieux métier du monde.
Tous les quinze jours, les filles étaient transférées d’un établissement à l’autre à travers l’Italie, c’était ce qu’on appelait la « quinzaine », qui fournissait de la chair fraîche aux habitués deux fois par mois.
Mi-juin 1943, Oriana et cinq consœurs arrivèrent dans la maison de tolérance de mon village, la pension Ève.
Avant que les pensionnaires ne se présentent en public, Madame, c’était la tenancière, avertit la nombreuse clientèle du salon – l’affluence était toujours grande le premier jour de la nouvelle quinzaine – qu’il faudrait respecter certaines règles pour monter avec la nouvelle prénommée Oriana.
Les règles étaient qu’Oriana offrait une prestation rapide, d’un quart d’heure ou au plus d’une demi-heure si le client lui convenait ; en outre, il était inutile de réclamer des gâteries particulières, qui seraient refusées.
Madame tint à préciser que ces règles, qui dans les faits se traduisaient par un manque à gagner pour sa maison, lui avaient été imposées par les autorités. Quelles autorités, elle ne le précisa pas.
Bien entendu des protestations s’élevèrent, mais à l’arrivée du nouveau contingent de filles, la vue d’Oriana provoqua un silence absolu. Tandis que les autres évoluaient dans de classiques déshabillés entrouverts qui dévoilaient leur corps nu, Oriana en jupe et chemisier marchait sans un sourire, l’air détaché, comme quelqu’un qui se trouve là par hasard. C’était une beauté, dans la trentaine, soignée, grande, de longs cheveux ax reflets cuivrés tombant sur ses épaules.
Au lieu de faire le tour des clients en s’attardant à plaisanter avec eux selon l’usage, elle alla s’asseoir d’un air compassé sur un petit canapé, regardant autour d’elle avec une expression indifférente qui n’encourageait pas son monde.
Totó Farruggia, lycéen de dix-neuf ans pluri-redoublant, fut son premier client. Il expliqua à un copain qu’elle ressemblait beaucoup à la prof de maths qui l’avait recalé, et que de cette façon il aurait l’impression de prendre sa revanche.
Quand il redescendit, on voulut savoir :
« Alors,
- Une splendeur. »
Ce soir-là, Oriana remporta un franc succès et n’eut pas un instant de répit.
à suivre...
 
 

La Repubblica, 3.4.2016
L’incontro
Michele Riondino: “Senza Montalbano starei all’Ilva”
‘‘Per prima cosa sono andato a confrontarmi con Camilleri. Ero piuttosto intimorito. Tempo dopo mi disse che le prime volte parlavo come una segreteria telefonica. Ancora oggi quando lo vedo ci metto un po' prima di essere disinvolto‘‘

[...]
Ma ovviamente la sfida più dura per Riondino è stata quella con Montalbano, che per milioni di italiani è diventato un'icona grazie a Luca Zingaretti. «Interpretare Il giovane Montalbano è stata una scelta sofferta, certo, ma felice, a dimostrazione del fatto che chi rischia porta a casa il risultato. Carlo Degli Esposti mi aveva scelto per Noi credevamo di Mario Martone, e mi ha proposto lui per il ruolo del commissario da giovane. Ci ho pensato e ripensato, quando abbiamo girato la prima stagione, tre anni fa, temevo che i fan di Montalbano ci avrebbero picchiato. Invece ci hanno seguito.
Il giovane Montalbano è apparso dal nulla, ha sorpreso tutti, e il fatto che possa continuare a sorprendere mi inorgoglisce. Per prima cosa ero andato a parlarne con Camilleri, dovevo confrontarmi con lui. Ma ne ero intimorito. Più tardi mi ha detto, ridendo, che le prime volte parlavo come una segreteria telefonica, che ero tutto impostato». Con lo scrittore siciliano è nato un rapporto di amicizia «anche se», confessa Riondino, «ancora oggi quando lo incontro ci vogliono venti minuti prima di acquisire una certa disinvoltura. Con Camilleri abbiamo affrontato il percorso umano di Salvo Montalbano, il rapporto mancato con la madre e di riflesso con Livia. Ma in realtà con lui ho potuto parlare di tutto. Anche quando dovevo interpretare Ranieri nel film su Leopardi, Il giovane favoloso, ho chiesto consiglio a Camilleri. Ranieri è un personaggio ambiguo: se lo guardi con gli occhi dei napoletani è un eroe, visto con gli occhi dei recanatesi è un usurpatore. Io mi ero documentato nella Biblioteca di Napoli, avevo incontrato un'esperta, Fabiana Cacciapuoti, ma ero lo stesso pieno di dubbi. Sono andato a trovare Andrea, che a novant'anni è ancora così curioso, così capace di ascoltare... Il confronto con un uomo come lui ti arricchisce sempre ».
[...]
Silvia Fumarola
 
 

DVDWeb.it, 4.4.2016
Montalbano ritornerà...
In DVD gli episodi inediti

Il Commissario Montalbano ritorna in home video dal prossimo 9 Giugno! "La Piramide di Fango" e "Una Faccenda Delicata", i nuovi episodi trasmessi da RAI 1 a partire da fine Febbraio, saranno contenuti in due DVD singoli che RAI Cinema rilascerà nella sua prima uscita di Giugno.
Ecco le cover dei due DVD, per tutti gli appassionati del Commissario più amato dagli italiani!

 
Buck
 
 

Corriere di Ragusa, 4.4.2016
Santa Croce Camerina. Attualità - Cui prodest? C’è chi viene mosso da invidia e chi viene usato come utile idiota
Il "caso" montato da "qualcuno" ma già sgonfiato sulla terrazza "abusiva" della casa Montalbano per rovinare il turismo ibleo
Sullo sfondo rimangono coloro, istituzioni locali o turistiche, che non sanno adeguatamente tutelare l’immagine di questo angolo di mondo

Il "caso" della terrazza presunta "abusiva" della Casa Montalbano (foto) a Punta Secca si è sgonfiato in poche ore. Non è stata una indagine del commissario più famoso d’Italia a fare luce sul "fattaccio", ma le immediate spiegazioni, con tanto di documenti alla mano, del legittimo proprietario del famoso stabile ora adibito a B&B (gettonatissimo), con tanto di assoluzione dei legittimi proprietari nel 1995 da parte del pretore di Comiso chiamato a pronunciarsi sul procedimento di presunto abusivismo. Qualcuno quini ha goffamente provato a montare il "caso", utilizzando qualcun altro come utile idiota. Perché? Adesso vi diamo la nostra spiegazione, per carità molto personale e quindi soggettiva. La notorietà della Casa di Montalbano è al suo apice. La conoscenza a livello nazionale ed europeo di Punta Secca, dei suoi luoghi e dei luoghi turistici delle città della provincia di Ragusa sono al massimo. L’incremento del turismo nella provincia iblea è impressionante e le previsioni di incremento turistico per la prossima stagione estiva sono altrettanto impressionanti. Due più due fa quattro. Tutto questo evidentemente ha infastidito e continua a infastidire "qualcuno" più o meno interessato e che, in periodi di crisi, invidia la crescita turistica del territorio ibleo. Cui prodest? A chi giova lo "scandalo"? Forse a coloro che già nell’estate di due anni fa scatenarono una campagna denigratoria sulla zona costiera del santacrocese, millantando di abusi edilizi, inquinamenti marini, abusivismi sugli accessi a mare, cementificazione selvaggia, problemi ecologici e chi più ne ha più ne metta, risolte poi in bolle di sapone, che portarono a quella «spettacolare» operazione delle forze dell’ordine di una domenica di fine agosto del 2014. Allora la campagna denigratoria non fu incentrata su tutto il territorio ibleo ma focalizzata solo sul comune di Santa Croce Camerina, più debole e più facile da attaccare. Adesso si è ripetuta la stessa cosa, interessando un intero territorio, ma anche stavolta con risultati ben diversi rispetto a quelli prefissati. Troppo deboli e infondate le accuse, troppo evidenti le vere intenzioni. La "congiura" è fallita.
Sullo sfondo rimangono coloro, istituzioni locali o turistiche, che non sanno adeguatamente tutelare l’immagine di questo angolo di mondo che, a fronte di passate cementificazioni condannabili come in mille altri posti, è rimasto comunque tale da poter ancora cogliere i colori naturali intatti, il clima paradisiaco, il mare pulito, la luce intensa e avvolgente, il calore della gente, la semplicità e naturalezza della cucina. Tutte cose che non è possibile confutare e che rappresentano il pregio di Punta Secca e dei suoi luoghi. Difficile da schizzare di fango o da scalfire.
Federico Dipasquale
 
 

AGI, 4.4.2016
La voce del consumatore
Terrazza Montalbano: procura di Ragusa apre inchiesta a seguito di esposto Codacons

(Codacons) - La Procura della Repubblica di Ragusa avrebbe aperto oggi una indagine sul caso della terrazza della serie tv Montalbano, situata in Santa Croce Camerina, a seguito dell’esposto presentato stamattina dal Codacons. Lo apprende l’associazione dei consumatori, che aveva inviato oggi una denuncia al Procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, chiedendo di accertare le notizie emerse in queste ultime ore sulla stampa.
“Il sospetto sulla regolarità della costruzione sulla spiaggia di Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, fu adombrato già dieci anni fa proprio dalla scrivente Associazione e oggi a rilanciare il dibattito è stata la trasmissione tv «Le Iene», i cui reporter avrebbero consegnato al sindaco della cittadina del Ragusano, Franca Iurato, un dossier con alcuni documenti che proverebbero l’abuso relativamente alla terrazza, dove il commissario Montalbano, creato dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri, tra una colazione e una cena risolve i casi di cronaca nel paese, immaginario, di Vigata – scrive il Codacons nell’esposto – E’ di tutta evidenza la necessità che la Procura intervenga dando esecuzione immediata a ordinanze e sentenze rimaste inattuate poiché se dovesse essere accertato che ad oggi la terrazza della casa di Montalbano risulta non essere a norma, e se in passato vi sono stati abusi edilizi riconosciuti dalle autorità competenti, allora la stessa terrazza debba essere demolita seduta stante, chiedendo altresì il sequestro del servizio delle “Iene””
Il Codacons esprime soddisfazione per la decisione della Procura di fare luce sulla vicenda, perché così sarà possibile mettere fine una volta per tutte a dubbi e sospetto circa la regolarità della costruzione.
 
 

Giornale Ibleo, 4.4.2016
Tutti pazzi per Montalbano, questa mattina boom di presenze a Ragusa per partecipare al casting

C’è Montalbano. E si scatena la ressa. Già dalle 7 di questa mattina hanno preso il via, a Ragusa, in via Ercolano, nei locali della Banca del tempo, le code per essere selezionati nell’ambito del casting della fiction tv più famosa d’Italia, quella de “Il commissario Montalbano” ambientata nell’area degli Iblei. Numerosi i giovani, e i meno giovani, provenienti da ogni parte della Sicilia. E in alcuni casi anche da fuori (c’era pure, ad esempio, un gruppo di Genova). E’ una esperienza che tutti, almeno una volta nella vita, vogliono provare a fare. Anche se poi si coltiva soltanto un sogno perché soltanto pochissimi tra questi saranno chiamati davvero nel ruolo di comparse. Ambizione e speranza tra i giovani che abbiamo intervistato. E’ l’elemento comune che emerge. E tutto per uno spicciolo di gloria.
Ma conosciamoli alcuni degli aspiranti attori che si sono recati oggi a Ragusa per partecipare all’ambito casting.
[...]
Federica Savasta
 
 

Comune di Caltanissetta, 4.4.2016
Comunicato stampa
Le Supplici di Ovadia e Incudine il 5 aprile al Teatro Margherita

[...]
IL CARTELLONE 2016 prosegue con…
[...]
29 giugno 2016
IL CASELLANTE di Andrea Camilleri
Regia Giuseppe Dipasquale
Con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine + cast da definire
 
 

SiciliaInformazioni, 5.4.2016
Montalbano indaga sulla terrazza, le Iene e gli abusi edilizi

Nessuno che si sia chiesto che cosa ne pensa il commissario Montalbano della terrazza sospettata di abuso edilizio. Lascerebbe immediatamente la casetta a mare? Indagherebbe per accertare la verità dei fatti? Oppure chiederebbe una sanatoria, perché ci sono milioni di telespettatori che in ogni parte del mondo si sono innamorati della sua terrazza?
Le Iene non hanno dubbi, hanno raccolto le carte e le hanno consegnate al Sindaco di Santa Croce Camerina. Per loro l’abuso si è stato compiuto. Ma il sindaco, Franca Iurato, sospetta che si tratti di una tempesta in un bicchiere d’acqua. L’abuso risalirebbe a un quarto di secolo fa, nel 1991, e chissà quante sanatorie ci sono state da allora. Forse hanno voluto farsi un po’ di pubblicità.
Il proprietario della villetta è fuori dalla grazia di Dio, ritiene di essere stato “mascariato” e minaccia di ricorrere all’autorità giudiziaria per tutelarsi. Naturalmente, giura che è tutto in regola, nessun abuso.
Il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, lesto e tranchant, ha avvertito che la casa di Montalbano non si tocca. “Metteremo un vincolo monumentale sull’immobile – ha promesso – in considerazione del valore storico e culturale che ha acquisito in omaggio al commissario Montalbano, a Camilleri e all’intera Sicilia… Non possiamo permettere a nessuno neppure di ipotizzare la demolizione di una casa conosciuta in tutto il mondo e meta di tanti turisti. Questo sì che sarebbe un atto illegale”.
E nel frattempo Montalbano che cosa deve fare? Deve correre il rischio di essere sfrattato dalla sua terrazza per ordine della municipalità o del giudice o cambiare casa? Non mancano certo villette con vista sul mare da quelle parti. Sono molto vicine al bagnasciuga e c’è quindi il rischio che si passi dalla padella alla brace, perché la distanza demaniale è solo una opzione.
Ma il commissario Montalbano non è uno “sbirro” che segue la legge alla lettera, cerca di coniugare la legalità con il buon senso. Qualche volta chiude un occhio, ma mai tutti e due. Sicché, venuto a conoscenza del sospetto di abuso, non ci metterebbe un istante a convocare l’ispettore Fazio e incaricarlo di fare una indagine. Poi si rivolgerebbe al suo vice, Mimì, pregandolo di dare uno sguardo in giro per cercare un’alternativa. Infine, alzerebbe la cornetta e chiederebbe del sindaco, Franca Iurato, la sua opinione. Il giorno dopo, guardando i giornali, si accorgerebbe però che la terrazza sospettata di abuso è ospitata nelle prime pagine dei giornali e che la Tv nazionale si occupa della vicenda con morbosa curiosità. E a quale punto l’idea di abbandonare la terrazza potrebbe coltivarla.
Basterebbe la rassicurante telefonata dal Presidente della Regione? “La sua casa, caro Montalbano, è un monumento nazionale, sarebbe illegale demolirla…”. Ringrazierebbe il commissario, ma non rinuncerebbe a porsi qualche domanda, perché questo è il suo mestiere, farsi domande. Come fa il governatore, si chiederebbe Montalbano, a farne un monumento nazionale, se la terrazza non è un bene artistico, monumentale o storico? Ed in ogni caso, come si fa a utilizzare una sanatoria per meriti mediatici? Una deroga della legge sull’altare della popolarità?
“Cattarella [Sic!, NdCFC], vai a trovare le Iene”, comanderebbe Montalbano a quel punto. “Dicci che ti mando io e ti fai cuntare le cose come stanno”
“Ci devo andare di persona, personalmente?”
“Certo Cattarella. Di questi ci possiamo fidare….”
Tersite
 
 

Ragusah24, 5.4.2016
La corda pazza
Giù le mani da Montalbano
Sono bastati due nuovi episodi della fortunata serie tv ‘Il commissario Montalbano’ per tornare ad avere puntati i riflettori sulla provincia di Ragusa

Un fenomeno che non è solo televisivo (qui ci sarebbe da discettare se il merito è la strabiliante ‘penna di Camilleri (sicuro), l’attenta regia di Alberto Sironi, le fortunate location scelte da Luciano Ricceri o la spavalda interpretazione di Luca Zingaretti o la scelta di un caratterista efficace come Angelo Russo nei panni di Catarella) ma per il territorio ibleo rappresenta la base per il suo inaspettato exploit turistico (prima che aprisse addirittura l’aeroporto di Comiso). E qui ha ragione Pierangelo Buttafuoco quando scrive che “se vale l’eredità materiale di Camilleri, e tale è quello che si scorge nella provincia di Ragusa – dove la telegenia ha eletto definitivamente a Scicli, a Ibla, a Donnalucata e a Sampieri e perfino a Punta Secca, la mappa di una Camillerandia – tutta quella Vigata di cui è cantore s’incarna anche in un modello di sviluppo nel mare grande del sottosviluppo meridionale al punto che i turisti vi arrivano tra i carrubi per respirarne non la mitologia ma la sostanza di un’isola nell’isola”.
E non ci sarà alcun ‘scoop’ delle ‘Iene’ a fermare l’attrazione fatale che i telespettatori hanno per la casa di Marinella (Punta Secca) e per le invidiabili location iblee. Perché all’immaginario filmico corrisponde la realtà di una Sicilia bella e suggestiva. Una Sicilia capace di conquistare con le storie esotiche e barocche di Montalbano anche il più compassato turista settentrionale, capace di adottarne tanti nonostante vecchi pregiudizi sull’atavica differenza tra Nord e Sud.
All’interno di questa Sicilia, non la Vigata aspra e arida di Camilleri che lo scrittore ha immaginato nei suoi racconti ma quella televisiva che ha trovato la sua immagine nel territorio ragusano privilegiando spazi urbani barocchi, quinte architettoniche, scorci e visioni di “presepi urbani” (Scicli, Modica e Ragusa) raccontati con rivelatrici riprese aeree a volo d’uccello, c’è il segreto del nuovo fenomeno turistico spinto dai dati Auditel della fiction tv. L’involuta ricchezza della Sicilia barocca si è trasformata nell’immaginario collettivo nella Vigata del romanzo ed è divenuta la giusta cornice per le storie del Commissario. Un collage sfrenato, che metterebbe in difficoltà il turista che volesse percorrere un itinerario ragionato di Vigata così come raccontata nei film, ha poi compiuto il miracolo di costruire una realtà inesistente nella realtà ma efficacissima nella finzione televisiva. La Sicilia che si racconta è probabilmente inventata, non è quella povera che Camilleri ha amato e descritto, è certamente qualcosa di più che contemporaneamente lo scenografo Ricceri e il regista Sironi hanno reinventato, dandogli un codice estetico visivo diverso da quello a cui pensava, per sua stessa ammissione l’autore Camilleri che ha avuto modo di confessare: “Mi succede che quando scrivo un nuovo Montalbano rischio di farmi influenzare non tanto dal personaggio televisivo di Montalbano quanto piuttosto dal paesaggio”. Eppure questa reinvenzione rispetta in pieno quella che è la percezione emotiva che il lettore ha dei luoghi di Montalbano. Sta qui la forza di una fiction fortunata che ha fatto la fortuna di un territorio.
La forza è data dal paesaggio, dalla sua luce. Così della casa di Marinella che è e resta un ‘simbolo’. Dice Camilleri della casa dove abita Montalbano ch’è “troppo lussuosa” e ancora: “Il mio commissario sarebbe mai andato ad abitare in una casa a due piani, così bella e sfarzosa? In realtà a lui piace una casetta con tre camere in fila. Però mi va bene la spiaggia, e anche il terrazzo”. E invece l’edifico scelto è una casa edificata negli anni Trenta sulla spiaggia di Punta Secca a Santa Croce Camarina, a due piani con un terrazzo prospiciente la bellissima spiaggia. Un edificio ben diverso dalle tre camere in fila che auspica Camilleri. Eppure quella bellezza, quel fascino indiscutibile di un orizzonte unico fatto di rapporti sabbia/mare è ancora una volta una trasposizione felice della Sicilia e del litorale ibleo. Si potrà cancellare mai un’immagine così forte?
Gianni Molè
 
 

TV Sorrisi & Canzoni, 5.4.2016
Montalbano e L’Isola dei famosi, gli ascolti di lunedì 4 aprile
Ecco com'è andata la sfida tra la replica della serie con Luca Zingaretti e il reality di Canale 5

Su Rai1 «Il commissario Montalbano», con la replica di «Il campo del vasaio», è stato visto da 7.498.000 spettatori, pari al 29,90% di share. [...]
 
 

Il Fatto Quotidiano, 5.4.2016
Sciò Business
Ascolti tv, Il Commissario Montalbano batte l’Isola dei Famosi. La differenza la fa l’età: over 50 preferiscono Zingaretti

Nel confronto diretto di ieri sera, e cioè nelle due ore in cui i programmi hanno proceduto in parallelo, Il Commissario Montalbano ha raccolto 7,5 milioni di spettatori e l’Isola dei Famosi poco più di cinque milioni (salvo quest’ultima proseguire da sola fino a notte tardissima). Successone per entrambi, ma senza una effettiva concorrenza perché le due platee sono talmente l’una il rovescio dell’altra da far supporre che se per caso uno dei due programmi fosse mancato, neanche uno dei suoi potenziali spettatori avrebbe ripiegato sull’altro, come se ciascuno definisse un universo di estetica e di interessi in completa “non comunicazione” con l’altro. Più compartimenti stagni, che platee in competizione di scelta.
La linea di divisione non sembra passare, a guardare le cifre d’insieme, per la discriminante di sesso, come si sa invece che accade fra gli spettatori elettivamente maschi di una partita di calcio e quelli strutturalmente femmine di Beautiful. Ma se si va a spulciare nei dettagli delle singole fasce d’età, la differenza fra maschi e femmine appare fortissima. Ad esempio, i maschi fino ai 24 anni sembrano particolarmente sollecitati con share superiori al 30% (rispetto al 20% medio del programma) dalla versione più nuda dell’usuale dell’Isola versione 2016 (e fin qui siamo alla conferma del luogo comune circa la reattività ormonale dei giovani maschi alle esposizioni epidermiche) mentre i loro padri e nonni mostrano un’assoluta indifferenza a tanto ben di dio, crollando a share del 10%. Ma chi mostra un vero entusiasmo per il nudo e crudo sono invece le ragazze e signore fino alla fascia Milf, con share costantemente sopra il 30% rispetto ad una media programma del 20%. Solo da una certa età in su, le signore mostrano di averne abbastanza e si buttano sulle avventure di Montalbano con share vertiginosi, oltre il 40%. Per la cronaca, il turning point dell’interesse per le chiavi di spettacolo più connotate sessualmente, si situerebbe, secondo l’auditel, attorno ai 50 anni, sia per le donne che per gli uomini. E comunque, ormone o non ormone, appare evidente che la principale linea di demarcazione fra la platea del Commissario e quella dell’Isola passa per l’età.
La seconda discriminante è data dal livello culturale, nel senso che la densità dei titolari di titoli di studio inferiori (licenza elementare e media) è assai elevata per l’Isola. Mentre il Commissario gode di un vero plebiscito di preferenze sia fra i diplomati alla media superiore sia, e in particolare, fra i laureati. A guardare l’assortimento delle preferenze verrebbe certo da dire che i due programmi incarnino nel modo più radicale e netto l’uno, il Commissario, la narratività del servizio pubblico, l’altro la corrività della tv privata. Anche se ci piacerebbe pensare che una azienda pubblica un po’ gagliarda non trascurerebbe di reinterpretare il reality a modo suo, piuttosto che tenersene a distanza o realizzarne versioni imitative come per lo più è accaduto in passato. Perché non c’è peggio che non possa avere il suo meglio.
Stefano Balassone
 
 

Corriere Quotidiano, 5.4.2016
Al Palazzo della Cultura
Modica, centinaia di aspiranti attori per il casting di Montalbano

Centinaia di aspiranti - moltissimi giovani ma, anche, signore e signori di mezza età - hanno preso d'assalto questa mattina il Palazzo della Cultura di Modica dove si sono svolti i provini per la nuova serie del "Commissario Montalbano". Fin dalle prime ore della mattinata si è formata una lunghissima fila di persone in Corso Umberto. Tutti con la speranza di ottenere una particina o, magari, solo una inquadratura, nei nuovi episodi che saranno girati in territorio ibleo. E' stato necessario l'intervento degli agenti della Polizia locale per regolare l'afflusso al Palacultura e per disciplinare il traffico in quel tratto di strada. Il successo della fiction di Rai 1, conclamata anche dai numeri ottenuti con le repliche, ha ormai "contagiato" una vera e propria marea di gente. Parecchi anche i curiosi che si sono soffermati nella zona nella speranza di vedere qualche attore della serie Tv. In effetti ha fatto una breve apparizione solo Angelo Russo, l'attore ragusano che interpreta l'agente Catarella.
desk5
 
 

Avanti!!!, 5.4.2016
Germi anticipa il cinema “civile” contro la Mafia
Giudizi superficiali sul film di Pietro Germi “In nome della legge” da parte dello scrittore Andrea Camilleri, del magistrato Roberto Scarpinato e dello studioso di criminalità organizzata Antonio Nicaso, autore del recente libro Mafia (Bollati Boringhieri, 2016).

Qualche anno fa era stato lo scrittore Andrea Camilleri, intervenuto sul rapporto mafia-letteratura e mafia-cinema-tv (si veda su “La Stampa” del 23 agosto 2008 l’articolo Mafia parole da non dire), a stigmatizzare il film di Pietro Germi In nome della legge (1949), perché colpevole, “romanzando” la mafia, “di nobilitare, anche non volendolo, le figure dei boss”. In maniera più articolata, quanto impietosa, sul film di Germi si era espresso il giudice Roberto Scarpinato nel saggio Mafia in cerca d’autore, apparso sul numero 9/2014 della rivista “Micromega”: “Con il film In nome della legge Germi, genovese completamente ignaro della realtà mafiosa[…]cade inconsapevolmente vittima della trappola culturale del suo tempo: I mafiosi vengono raccontati nel film come immersi nel mito: fuorilegge ma anche giustizieri, uomini d’ordine con un proprio codice d’onore, e con un rigoroso rispetto per gli avversari che sanno combattere lealmente. Milioni di italiani nel buio delle sale cinematografiche introiettano così negli anni Cinquanta come verità la favola sulla mafia costruita dal potere costituito e veicolata da un insospettabile come Germi. Una favola western ambientata in Sicilia con un epilogo utopistico e consolatorio: il capomafia che si toglie il berretto di fronte al giovane magistrato coraggioso e con tono da John Wayne esclama: ‘È ora di rientrare nella legge’“. Più di recente Antonio Nicaso, esperto di criminalità organizzata a livello internazionale e docente di Storia delle organizzazioni criminali, nel recente libro Mafia (Bollati Boringhieri, 2016) dedica alcune righe al film In nome della legge, tratto dal romanzo Piccola pretura del magistrato Giuseppe Guido Lo Schiavo. Nel suo libro Nicaso rinnova l’accusa a Germi per essere stato indulgente verso la mafia e gli rimprovera l’ambigua stretta di mano finale tra il boss Passalacqua e il pretore Guido Schiavi”.
A leggere in particolare le ultime parole di Nicaso, si ha l’impressione che questi da anni non rivede il film di Germi, perché in In nome della legge non c’è nessuna stretta di mano fra il giovane pretore impersonato dall’attore Massimo Girotti e il capomafia massaro Turi Passalacqua che ha il volto dell’attore Charles Vanel. Camilleri, Scarpinato e Nicaso invece di inquadrare il film nel contesto storico che lo ha visto nascere e di mettere in risalto accanto agli elementi più vecchi e superficiali quelli più realistici, nuovi e profondi (nella Sicilia dell’immediato dopoguerra c’è la miseria, c’è la mafia, ci sono ancora i baroni che tentano di corrompere i magistrati e quando non ci riescono minacciano di fare ricorso ai loro referenti politici che stanno a Roma), dimenticano di dire che quando apparve sullo schermo In nome della legge da noi non c’era la televisione, nelle case degli italiani la lettura dei giornali e dei libri non era un’abitudine diffusa e pochissimi conoscevano la parola mafia. Allora il cinema era una finestra sul mondo e spesso raccontava meglio della letteratura e del teatro la società italiana e i lenti cambiamenti in corso. Attraverso film non esenti da approssimazioni, ingenuità e contraddizioni, il cinema ci faceva capire chi siamo e da dove veniamo. Ci rivelava problemi e realtà che magari molti non sentivano vicini ma che pure esistevano. “La mafia – ha dichiarato Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, ucciso dalla mafia in un tratto dell’autostrada Punta Raisi-Palermo – prima, non sapevamo cosa fosse. L’unica volta che ne parlammo in famiglia, quando abitavamo in via Castrofilippo, ricordo che fu in coincidenza con l’uscita del film In nome della legge. Ma anche in quel caso si rivelò un discorso su un problema che non sentivamo vicino a noi”.
Il film di Pietro Germi (racconto dell’esperienza del pretore Guido Schiavi mandato in un paesino siciliano a rappresentare la legge e contemporaneamente impegnato a combattere gli intrallazzi di un potente latifondista e la mafia locale agli ordini di massaro Turi Passalacqua) è un’opera dalla struttura narrativa originale rispetto al romanzo mediocre e ambiguo di Lo Schiavo, animata da forte impegno contro la mafia e anticipatrice del cinema “civile” che si svilupperà in Italia negli anni Sessanta. Nella trasposizione cinematografica, ad esempio, il riconoscimento reciproco tra il capomafia massaro Turi Passalacqua e il pretore Guido Schiavi (che anni dopo ispirerà certe pagine del romanzo di Leonardo Sciascia Il giorno della civetta, dove si fronteggiano il mafioso don Mariano Arena e il capitano dei carabinieri Bellodi, fedele alle istituzioni) è funzionale alla rappresentazione di un incontro-scontro tra due personalità forti che esprimono punti di vista e valori di riferimento molto diversi.
Uno, il capomafia, apparentemente uomo giusto e leale, paternalista, in realtà inflessibile e abituato a praticare la violenza. L’altro, il rappresentante della legge, uomo solo e determinato a raddrizzare le storture e le ingiustizie di una società spietata con i deboli e a fare prevalere i poteri dello Stato senza i quali non c’è vera democrazia. Il confronto che si delinea fra questi due personaggi è abilmente utilizzato dal regista per vanificare le ragioni del mafioso e fare emergere e poi mettere in risalto l’intransigenza etico-civile del pretore che, opponendosi a una borghesia e a un ceto latifondista corrotti e ambigui così come all’arroganza della mafia e ai suoi riti anacronistici e selvaggi, cerca di restituire dignità, diritti civili e fiducia a un popolo da secoli abituato a vivere nella condizione del suddito.
Lorenzo Catania
 
 

Formiche, 6.4.2016
Il vice Catarella

Ero tra i 1500 in fila per fare la comparsa in qualità di vice Catarella. Già, lo ammetto Montalbano è Montalbano, la Sicilia che piace a tutti. Quella che ragiona, che funziona. Che fa girare i piccioli. E quindi, foss’anche per il solo tempo delle riprese, foss’anche per qualche minuto dentro un set, ne valeva la pena farsi tutta questa fila.
Non sono stato preso, pazienza. Ma ne è valsa la pena perché non ha prezzo aver avuto la possibilità di venire a contatto con tutta questa bella umanità. La stessa, precisa, identica che ha ingrassato le piazze ai comizi di Mattei, Berlusconi e Grillo. La stessa che scende in piazza ai comizi di Libera e che dimentica anche se si ricorda degli eventi per non dimenticare.
Quella stessa umanità che Giuseppe Tornatore aveva perfettamente catalogato in l’Uomo delle Stelle. Inutile citare il maresciallo “Franco Scaldati”:- La gente è disposta a dire più verità di fronte a una macchina fotografica che a un paio di manette – .
Quante risate a sentire i commenti di tutti quei compagni di fila, specie quelli dei più attempati. Per dire: – Carmelo tu per fare un poco di fic-tion devi aspettare i nuovi episodi di Montalbano – . E Carmelo, di fioretto : – Almeno a mia, nella vecchiaia solamente, mi toccò il ruolo di comparsa fic-tion parlando. Tu Salvatore in effetti protagonista fosti. In storie di corna però. -. Roba da fare invidia a Francesco Maria Burruano, quello del :- Du coippa e nun c’è cchiù nenti -.
Un martedì di cast che è stato per mezza provincia un lunedì di Pasqua. Tolti i pensionati veri, presunti, da diporto e da oltre le 12 miglia, c’erano anche tantissimi giovani. La mancanza chiffari, va. Tanto il PIL è talmente basso che un ulteriore abbassamento manco si vede. Quanto a PIL in Sicilia, infatti, du coippa e nun c’è cchiù nenti.
Michele Fronterrè
 
 

e-duesse, 8.4.2016
RaiCom: accordi per oltre 1,6mln di euro tra Screenings e MipTv
Tra i bestseller, “Il commissario Montalbano” e “Il giovane Montalbano”. “Non uccidere” arriva su Arte

Svezia, Repubblica Ceca, Francia e Germania sono alcuni dei Paesi in cui sono approdati i prodotti Rai. RaiCom, la divisione commerciale del servizio pubblico, ha dichiarato di aver finalizzato vendite per 1,6mln di euro tra gli Screenings di Matera e il MipTv di Cannes.
I bestseller includono le serie de “Il commissario Montalbano” (approdato in Benelux su Lumiere, in Svezia su Svt e su Cszeska Televize nella Repubblica Ceca) e le due stagioni de “Il giovane Montalbano” (Bbc in Uk, Mhz in Nord America, mentre PRO7/Sat ha acquistato la seconda stagione, mentre Edel i diritti per l’homevideo). [...]
Eliana Corti
 
 

Agrigento Notizie, 9.4.2016
"Il Commissario Montalbano", ciak per la fiction nella valle dei templi
Nei giorni scorsi il direttore di produzione Palomar, Francesco Beltrame, accompagnato dal direttore del Parco Archeologico, Giuseppe Parrello, ha effettuato un sopralluogo

Saranno i templi di Agrigento a fare da sfondo ad alcune scene della nuova produzione televisiva di RaiFiction e Palomar, del Commissario Montalbano. Due set della seguitissima serie ideata da Andrea Camilleri, che verranno girati prossimamente dal regista Alberto Sironi tra i templi di Agrigento.
Il sindaco Lillo Firetto ha ottenuto di inserire alcune scene della nuova serie di Montalbano, con protagonisti Luca Zingaretti e Sonia Bergamasco, all'interno del Parco Archeologico. Nei giorni scorsi, infatti, il direttore di produzione Palomar, Francesco Beltrame, accompagnato dal direttore del Parco Archeologico, Giuseppe Parrello, ha effettuato un sopralluogo individuando la location migliore dove poter girare alcune scene della seguitissima fiction venduta in ben 65 Paesi del mondo. Uno straordinario ritorno di immagine per Agrigento e la sua millenaria Valle dei templi.
 
 

Sicilia Journal, 9.4.2016
Massimo Spata: “Meraviglioso recitare in Montalbano”

Catania – Recentemente l’abbiamo visto nella nuova serie de “Il Commissario Montalbano” come il capo della narcotici. Ha recitato, fra i tanti, in numerose fiction di successo come “Il capo dei Capi”, “Don Matteo”, “Callas e Onassis” anche se è impossibile non ricordare le esilaranti gesta di Totuccio protagonista indiscusso delle sue barzellette. Massimo Spata fa parte del cast fisso di Meraviglioso, la nuova trasmissione di Salvo La Rosa, in onda tutti i martedì, ore 21.00, su TGS canale 15 per tutta la Sicilia, RTP canale 17 e 646 per Messina e Reggio Calabria e su Viva L’Italia canale 879 di Sky. Lo incontriamo nel backstage del Teatro Abc scoprendo le tante emozioni vissute durante le riprese della fiction realizzata sui romanzi di Andrea Camilleri.
Ci racconta la sua avventura sul set di Montalbano?
“È stata un’esperienza che spero di ripetere presto. Mi sono divertito molto e forse ritornerò di nuovo sul set quando Zingaretti ovvero Montalbano dovrà affrontare dei casi da risolvere con l’aiuto della sezioni narcotici che dirigevo”.
Quali sono state le reazioni del pubblico nel vederla in un ruolo diverso dal solito?
“La mia interpretazione è quasi un cammeo, ma nonostante questo mi sono arrivate dimostrazioni d’affetto da ogni luogo. Sentire l’amore della gente è un’emozione indescrivibile, perché al di là dell’innegabile gratificazione imparano a scoprire un Massimo Spata diverso, non solo legato all’ilarità delle barzellette”.
Far ridere la gente è un altro aspetto della recitazione?
“Sono due settori diversi e complementari della mia professionalità, perché raccontare una barzelletta è come interpretare una micro commedia in cui l’attore principale recita anche ruoli minori”.
Cosa significa per un siciliano lavorare nel Commissario Montalbano?
“L’idea di mettere in scena i romanzi di Camilleri, indipendentemente dal giudizio dei critici, è un aiuto per l’economia della nostra terra in quanto ha richiamato una fetta importante di turisti. Montalbano ha riscosso lo stesso successo di ascolti del Festival di Sanremo e non è cosa da poco, soprattutto, per una fiction e sono onorato di averne fatto parte”.
L’agente Micheletto, il ruolo da lei interpretato, potrebbe diventare un personaggio fisso del cast in futuro?
(ride)
“Lo spero. Incrociamo le dita”.
Un saluto di Massimo Spata ai nostri lettori di Siciliajournal
https://www.facebook.com/media/set/?set=vb.671078719607714&type=2
Elisa Guccione
 
 

Repubblica Tv, 10.4.2016
"Petrolio" racconta la Sicilia: dalla mafia a Montalbano

È dedicata alla Sicilia la puntata di "Petrolio", in onda lunedì alle 23.30 su Rai1, tra meraviglie e problemi dell'Isola del tesoro. Duilio Giammaria farà il punto sulle vicende siciliane, dalle grandi questioni irrisolte della mafia al boom turistico generato dalla fortunata serie tv del commissario Montalbano. Tra le testimonianze, anche quella di Letizia Battaglia, la grande fotografa della storia di Cosa nostra, che ricorda gli istanti vissuti quando scattò la drammatica foto dell'attuale presidente della Repubblica che estrae sanguinante dalla macchina il fratello, all'epoca presidente della Regione, Piersanti Mattarella.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 11.4.2016
Il commissario Montalbano ricomincia da Punta Secca
Si girano due nuove puntate, prima scena in notturna. Per consentire le riprese, a Scicli, slittano i lavori di mantenzione nella strada del "commissariato"

Vigàta torna a rinascere stasera quando la troupe del "Commissario Montalbano" inizierà le riprese dei nuovi episodi. Due nuove puntate firmate dal regista Alberto Sironi che andranno in onda su Raiuno e riproporranno il volto barocco e il mare più limpido della Sicilia di Camilleri, con una incursione tra i maestosi templi di Agrigento.
Da stasera, la troupe della fiction sarà impegnata a Punta Secca, suggestivo borgo marinaro di Santa Croce Camerina, dove si gireranno le prime scene della nuova stagione fino a notte fonda. Il cast rimarrà in Sicilia fino all’11 giugno e le riprese si snoderanno tra i luoghi più cari a Montalbano: Punta Secca, Scicli, Sampieri, Ragusa Ibla, Modica e Ragusa. Alcune scene saranno girate in una grandiosa villa antica a picco sul mare di Ragusa mentre si tornerà anche tra le latomie iblee con i suoi anfratti secolari. Un solo giorno, il 21 aprile, sarà dedicato alle riprese nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento dove si è svolto ieri l’ultimo sopralluogo con il direttore dell’ente, Giuseppe Parello.
Per consentire le riprese della fiction che ha lanciato il turismo nel Ragusano, la Soprintendenza iblea ha fatto slittare la data di avvio dei lavori di manutenzione di via Mormino Penna a Scicli: la strada barocca insignita del riconoscimento Unesco dove lo scenografo Luciano Ricceri ha immaginato il commissariato di Vigata. “La fiction dedicata a Montalbano ha diffuso nel mondo il volto più bello di Ragusa e della Sicilia – dice il soprintendente Calogero Rizzuto – e accogliere ancora una volta attori e maestranze è per noi una grande gioia”.
E sono tanti i ragusani coinvolti nella macchina organizzativa della casa di produzione Palomar che firma la fiction di Raiuno. “Operai specializzati della nostra provincia sono cresciuti in questi anni con Montalbano – dice Pasquale Spadola, location manager in Sicilia – e sono un vanto del nostro territorio: mezza troupe è, ormai, ragusana”.
Isabella Di Bartolo
 
 

Petrolio, 11.4.2016
Rai1, ore 23:30
L'isola del tesoro
Cliccare per vedere la puntata


Un’inedita e spettacolare “serata siciliana”, Petrolio racconterà meraviglie e problemi de “l’Isola del Tesoro”.
Dalle quinte del boom economico e turistico generato in Sicilia dalla fortunata serie del “Commissario Montalbano”, alle grandi questioni irrisolte come la mafia.
Duilio Giammaria farà il punto sulle vicende siciliane e intervisterà Letizia Battaglia: la grande fotografa della storia di “cosa nostra” , i cui scatti hanno fatto il giro del mondo, il grande cronista di mafia Attilio Bolzoni e il giovane reporter Giacomo Di Girolamo, definito dai media di tutto il mondo il nuovo Peppino Impastato, il reporter che ogni giorno dalla sua radio trasmette la rubrica “Dove sei Matteo”, dedicata al boss latitante Matteo Messina Denaro. Con Leoluca Orlando, invece, si farà il racconto del sacco di Palermo, la grande speculazione edilizia della Mafia del Cemento, che cancellò ville, parchi e la famosa conca d’oro con i suoi preziosi aranceti, trasformando il centro di Palermo in una città fantasma.
Per approfondire la discussione in collegamento da Palermo ci sarà il procuratore Nino Di Matteo, l’uomo più sorvegliato d’Italia, dopo una lunga serie di minacce e tentativi di attentato. Si parlerà inoltre del formidabile “tesoro dell’Isola”, poco valorizzato proprio mentre molti reperti archeologici sono in partenza per il British Museum di Londra. Si racconterà infine l’incredibile storia della testa di Ade rubata alla fine degli anni ’70 e venduta per 500 mila dollari al Getty Museum di Los Angeles che oggi torna a casa grazie all’intuizione di due archeologhe siciliane e alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
 
 

Ragusah24, 11.4.2016
Pensatrice distratta
Casting di Montalbano: lunghe file, ma per cosa?
Interminabili file di giovani e meno giovani provenienti da tutta la Sicilia, per ottenere una piccola parte nella famosa fiction de " Il Commissario Montalbano"

Dopo una prima fase di smarrimento mi sono interrogata in questi giorni sul perché ai casting di Montalbano in provincia di Ragusa ci fosse stata la ressa. Lunghe file in attesa di cosa? Di un provino per fare la comparsa con la speranza di essere notati, diventare attori o semplicemente per essere parte di qualcosa che funziona e brillare di luce di riflessa? Perché si ha questa continua esigenza di esserci a tutti i costi, di essere visibili in un mondo che tende invece a renderci invisibili, nascosti dietro ad un monitor a vivere la vita degli altri?
Quante domande direte voi, in fondo che male c’è nel voler ottenere cinque minuti di gloria, nel poter magari conoscere il proprio beniamino! Non c’è niente di male a patto che non si pensi che il mondo dello spettacolo sia la panacea di tutti i mali, che apparire dentro quella scatola sia l’unico modo per dare un senso alla propria vita per poi accorgersi invece quando non ne fai più parte che, in quel mondo si è talmente abituati a fingere per contratto che poi, alla fine si indossa la maschera anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Questo è quello che ho pensato quando ho visto interminabili file di giovani e meno giovani provenienti da tutta la Sicilia, per ottenere una piccola parte nella famosa fiction de “Il Commissario Montalbano”.
Montalbano in questi anni è diventato un vero e proprio mito per i siciliani e soprattutto per quelli della provincia di Ragusa che senza dubbio devono molto a Camilleri e al personaggio creato dalla sua penna ma anche alla bravura del regista Sironi e a quella di Luca Zingaretti e di tutto il cast. Detto questo che in un certo senso spiega la voglia di far parte di questa grande famiglia, c’è anche da dire più in generale che la gente farebbe di tutto pur di scappare dalla monotonia, dalla quotidianità.
Che tristezza accontentarsi di essere delle comparse quando potremmo essere i protagonisti della nostra vita. Senza pensare che esistono tantissimi altri modi per dare un senso alla propria vita anche rimanendo dietro le quinte. Adesso magari questo discorso sembra esagerato, magari quella gente era solo lì per curiosità, nella speranza anche di racimolare qualche euro, o nella peggiore delle ipotesi di farsi un selfie con qualche personaggio famoso.
In realtà questa riflessione nasce dal fatto che negli anni siamo stati abituati a queste file chilometriche di giovani e meno giovani che partecipano ai provini dei numerosi talent show ed è inevitabile porsi delle domande. Perché diciamoci la verità, oggi si preferisce, pur di percorre la strada del successo, prendere la scorciatoia e questo, in generale un po’ in tutti i campi. Molti infatti partono dal presupposto che non è necessario fare fatica quando magari si può arrivare per altre vie prima degli altri. E la cosa più triste in tutto questo non è vedere i ragazzini fare la fila, perché ci sta pure che un giovane sogni di sfondare nel mondo del cinema, ma la cosa veramente triste e’ trovare quelli di una certa età nella speranza di ottenere dalla vita un’altra opportunità. In fondo direte voi che male c’è nel sognare? Niente per carità ma bisogna anche essere pronti a svegliarsi dal sogno e ad accorgersi che la realtà è un’altra cosa.
Mariacarmela Torchi
 
 

Corriere del Mezzogiorno, 12.4.2016
Nel ragusano
Montalbano torna sulla sua terrazza: «Sarà abusiva, ma che meraviglia!»
L’attore Luca Zingaretti a Punta Secca per registrare le nuove puntate della fiction
Nei giorni scorsi la polemica sulla presunta irregolarità di parte della costruzione

Torna il Commissario Montalbano a Punta Secca, nel Ragusano, per registrare le nuove puntate della fortunata fiction di Rai 1, tra le più apprezzate in Italia. In queste settimane, però, la casa di Montalbano è stata al centro delle polemiche: la terrazza sarebbe abusiva. Il proprietario dell’immobile, Pietro Di Quattro, ha smentito invitando la magistratura a far chiarezza,mentre il Codacons ha presentato un esposto alla Procura di Ragusa.
Intanto è l’attore Luca Zingaretti che, dal suo profilo Instagram, ha pubblicato una foto dalla terrazza più chiacchierata d’Italia, scrivendo: “Primo giorno di lavorazione dei due nuovi film. Sarà abusiva, ma che meraviglia! O no?”.
Fabio Giuffrida
 
 

Corriere di Ragusa, 12.4.2016
Ragusa. Attualità - Due nuovi episodi in cantiere
Finite le repliche in tv, Montalbano è tornato a girare
Scene anche alla Valle dei Templi di Agrigento

Mentre le ennesime (ma pur sempre seguitissime) repliche della fiction in tv sono finite, il commissario Montalbano è tornato a girare negli Iblei gli episodi inediti che vedremo non prima del 2017. Sei settimane di riprese in tutto. Lo scenario è sempre lo stesso: la casa con terrazzo sul mare di Punta Secca (abusiva o meno che sia), via Mormina Penna, S. Giorgio a Modica, piazza Duomo a Ibla, il mare di Sampieri e Donnalucata. Unica variazione sul tema la Valle dei Templi ad Agrigento dove la troupe del regista Alberto Sironi girerà per un giorno intero giovedì 21. Il commissario si aggirerà in tutto il parco archeologico ed anche quella sarà una bella immagine della Sicilia, cara peraltro all’empedoclese Andrea Camilleri. La troupe ha cominciato già ieri le riprese a Punta Secca dove si sono subito concentrati residenti, turisti e curiosi. Gli iblei restano comunque lo scenario principe delle nuove puntate e molte delle scene saranno girate anche in ville e masserie disperse negli angoli più suggestivi dell’altipiano. Il location manager, il ragusano Pasquale Spadola, ha già selezionato tutti i nuovi siti dove il commissario Montalbano opererà per risolvere casi come al solito intricati. Il commissariato resterà nel palazzo comunale di Scicli con lo sfondo di via Mormina Penna dove sono stati rinviati, proprio per non intralciare le riprese, i lavori di ripavimentazione delle basole e di interramento delle linee elettriche aeree. La sovrintendenza che dovrà gestire i lavori ha dato parere favorevole allo slittamento per offrire la migliore immagine della città e della strada in particolare.
Duccio Gennaro
 
 

Teleblog, 12.4.2016
Ascolti tv dell’11 aprile: stravince Montalbano, L’isola dei famosi leggermente in calo
Ascolti tv della prima serata di lunedi 11 aprile 2016.

Il Commissario Montalbano – Caccia al tesoro ha registrato su Rai Uno 7.782.000 telespettatori, share 30,56%.
[...]
Giuseppe Ino
 
 

Universitat Autònoma de Barcelona, 13.4.2016
Seminari sobre l'obra d'Andrea Camilleri

Andrea Camilleri ocupa, en la literatura italiana actual, el primer lloc indiscutible entre els escriptors de narrativa policíaca. Seguit per milers de lectors fidels tant a Itàlia com fora d’Itàlia, l’èxit dels seus contes i de les seves novel·les ha ultrapassat el medi literari gràcies a les adaptacions televisives produïdes per la RAI, que s’han vist i es veuen, doblades o subtitulades, a nombrosos països. Així és com el comissari Montalbano, protagonista d’una bona part de la seva producció, ha esdevingut una veritable icona del gènere i s’ha situat al costat dels Hercule Poirot, els Maigret o els Philip Marlowe.
Ha costat més que Camilleri entrés en l’àmbit acadèmic, sovint encara reticent a gèneres considerats de segona fila malgrat els esforços que des de dins mateix dels estudis universitaris, i sobretot des de la semiòtica, s’han fet per a reivindicar-los com a objecte d’estudi. Amb relació a Camilleri, va ser i és pionera la Universitat de Càller (Università degli Studi di Cagliari), que ha promogut, al llarg d’aquests darrers vint anys, seminaris, tesis de llicenciatura i docència específica sobre l’escriptor sicilià. Aquesta vocació camilleriana va culminar l’any 2013 en la concessió a l’autor del doctorat honoris causa i, aquell mateix any, en la institució d’un seminari permanent de periodicitat anual, Seminario sull’opera di Andrea Camilleri.
En les dues primeres trobades (anys 2013 i 2014) el Seminario va portar a Càller especialistes d’arreu del món, mentre que en la tercera edició (2015) va ser el mateix seminari que va viatjar per Europa i Amèrica Llatina, atès que es va ramificar en diferents sessions que foren acollides i coorganitzades per set universitats: Càller, Màlaga, Sàsser, Pécs, Fortaleza, París 8 i Ciutat de Mèxic.
La UAB s’afegeix al Seminario sull’opera di Andrea Camilleri en la quarta edició, mitjançant el grup de recerca Transmedia Catalonia, pertanyent al Departament de Traducció d’Interpretació i d’Estudis de l’Àsia Oriental. Els motius de la incorporació de la UAB a l’itinerari internacional del seminari camillerià són dos. En aquesta universitat va ensenyar durant el curs 1974-1975 i va ser investit doctor honoris causa l’any 1997 Manuel Vázquez Montalbán, gran amic de Camilleri, fins al punt que —com és ben sabut— el cognom Montalbano del comissari és un homenatge a l’escriptor barceloní, gairebé una marca filial entre dos grans conreadors de la novel·la negra. En segon lloc, la incorporació té lloc mitjançant un grup de recerca en traducció perquè l’obra de Camilleri planteja, en aquesta disciplina, múltiples reptes que involucren des de l’estilística literària o la variació lingüística fins al medi audiovisual. L’objectiu és fer una aportació al seminari anual en cada ocasió des d’una problemàtica traductològica específica, que serà afrontada tant amb relació a Camilleri com des del contrapunt que puguin oferir altres autors o altres combinacions lingüístiques diferents de la traducció des de l’italià.

IV Seminari sobre l’obra d’Andrea Camilleri
Università di Cagliari, 9-26 de febrer del 2016
Universitat Autònoma de Barcelona, 13 d’abril del 2016
Universidad de Málaga, 3-5 de maig del 2016
 
 

AGI, 13.4.2016
Montalbano su Instagram, la terrazza abusiva? Che meraviglia

Ragusa - Il commissario Montalbano dice la sua sul caso della presunta terrazza abusiva della casa di Punta Secca, immortalata dalla fiction televisiva. Sul suo profilo Instagram, l'attore Luca Zingaretti ha infatti postato oggi una foto dalla famosa terrazza dalla quale, nei panni del personaggio creato da Andrea Camilleri, spesso si affaccia. Zingaretti scrive: "Primo giorno di lavorazione dei due nuovi film. Sara' abusiva, ma che meraviglia! O no?". I proprietari dell'immobile hanno respinto le accuse. E oggi la Regione ha comunicato l'avvio delle procedure per la tutela architettonica dell'immobile da parte della Soprintendenza.
Il 21 aprile la troupe di Montalbano sara' alla Valle dei Templi per girare alcune scene della fiction trasmessa dalla Rai. A darne notizia l'assessore regionale dei Beni culturali Carlo Vermiglio, che conferma anche di avere avviato le procedure per sottoporre alla tutela architettonica la casa del commissario. "La Palomar ha chiesto all'assessorato di potere girare in quella data - ha detto Vermiglio - e siamo riusciti a soddisfare la richiesta". Giorno 21 aprile alle 10,30 quindi via libera alle riprese. Il commissario straordinario, Bernardo Campo, e il direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, Giuseppe Parello, hanno gia' effettuato un sopralluogo tecnico e hanno confermato di avere definito con la produzione quanto necessario per la migliore valorizzazione dell'immagine dell'importante sito Unesco, nel rispetto della tutela e salvaguardia dei beni monumentali interessati dalle riprese. Vermiglio ha peraltro trasmesso alla Giunta la richiesta, condivisa con il presidente della Regione, di avvio delle procedure per la tutela architettonica della "casa di Montalbano a Marinella", a Punta Secca, a santa Croce Camerina (Ragusa), da parte della Soprintendenza. Nei giorni scorsi l'immobile era tornato al centro di una polemica per un presunto caso di abusivismo che riguarderebbe la famosa terrazza da cui si affaccia nella fiction Montalbano, accuse respinte sempre dalla proprieta'. "Crocetta e io - continua- abbiamo concordato che l'immobile vada tutelato nel rispetto del codice dei beni culturali. Montalbano promuove infatti un'immagine della Sicilia nel mondo che merita tutta l'attenzione possibile". L'assessorato ha gia' provveduto all'iscrizione nel registro delle Eredita' immateriali degli adattamenti cinematografici e della stesso immobile nel registro dei Luoghi dell'identita' e della memoria.
Il via libera alla Rai per la ripresa di alcune scene della fiction Montalbano nella Valle dei Templi, "e' una scelta giusta e opportuna. Il cinema e le fiction sono un potente e suggestivo mezzo di comunicazione che vanno utilizzati al meglio per la promozione del nostro patrimonio culturale in modo da dare un slancio al turismo. E' proprio in questi momenti che la Rai svolge al meglio la propria funzione di servizio pubblico". A dirlo e' Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni culturali al Turismo, che aggiunge: "Far conoscere un sito Unesco come la Valle dei Templi nella fiction Montalbano, che fa sempre record di ascolti, vuol dire promuoverlo tra milioni di italiani: basti pensare che solo nell'ultima puntata Montalbano ha inchiodato al divano quasi 8 milioni di spettatori con uno share di 30,56%. Tutelare e conservare un bene non significa solo preservarlo dai danni ma anche valorizzarlo e promuoverlo".
Mrg
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 13.4.2016
La casa del commissario Montalbano sarà un monumento
Decisione dell'assessorato Beni Culturali, autorizzate le riprese alla Valle dei Templi

La casa di Montalbano a Punta Secca di Croce Camerina sarà un monumento. L’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio ha trasmesso alla giunta la richiesta di avvio delle procedure per la tutela architettonica dell’edificio reso celebre dalla fiction Rai: “Il presidente Rosario Crocetta e io – spiega Vermiglio – abbiamo concordato che l’immobile vada tutelato nel rispetto del codice dei beni culturali. Montalbano promuove infatti un’immagine della Sicilia nel mondo che merita tutta l’attenzione possibile”. Un passo c’è già: la “Casa di Montalbano a Marinella” è stata inserita nel registro dei Luoghi dell’Identità e della Memoria, mentre gli adattamenti cinematografici dei romanzi di Andrea Camilleri sono stati inseriti nel registro delle Eredità immateriali”. La decisione dopo l'ennesima polemica sulla terrazza sul mare della casa per alcuni abusiva.
La fiction, intanto, sbarca nella Valle dei Templi. Il 21 aprile la Palomar, la casa di produzione della serie televisiva, girerà alcune scene delle nuove puntate nella Valle dei Templi. Per le riprese, previste a partire dalle 10,30, il commissario straordinario e il direttore del Parco archeologico agrigentino, tutelato dall’Unesco, stamattina hanno effettuato un sopralluogo tecnico fra i templi greci e hanno concordato con la produzione un percorso per le riprese che – per usare le parole della Regione – “valorizzi l’immagine del sito archeologico”. “I luoghi di Montalbano – afferma Vermiglio – hanno promosso sapientemente aspetti tipici dell’identità e della cultura siciliana e sono divenuti memoria presente nell’immaginario degli italiani e non solo. Con la tutela della casa di Punta Secca, che potrà essere esaminata in una delle prossime giunte di governo, intendiamo tutelare definitivamente questo patrimonio culturale”.
Claudio Reale
 
 

TvZoom, 13.4.2016
Social, tv e illegalità: un mix pericoloso anche per Montalbano
a una foto su Facebook per "sdoganare" un crimine e vantarsi di essere liberi di farlo. Fatte le dovute differenze, anche Zingaretti non ha resistito alla tentazione di pubblicare la terrazza del suo Montalbano a Punta Secca, sotto inchiesta perché ritenuta abusiva.
a non ha resistito alla tentazione di farsi fotografare in bikini. Quattro ragazzini orgogliosi del furto di cellulari. Zingaretti incantato dalla bellezza della terrazza di Montalbano “anche se abusiva”. L’illegalità ai tempi di Facebook.

Ma si dai facciamoci una foto, la pubblichiamo su Facebook e diventiamo i mejo, e chi se ne frega della legalità, dei cellulari appena rubati, della ragazza uccisa otto anni fa o di una terrazza abusiva, ma bella bella però. Il selfie sdogana il crimine, qualunque esso sia, la tv e i media amplificano entrambi e a noi non resta che chiederci perché una volta i ladri e gli assassini stavano in carcere e basta e ora i ladri e gli assassini stanno su Facebook e fuori dal carcere. Se poi ci si mette anche il Commissario Montalbano, l’emblema del maschio alfa con il pallino della legalità, a pubblicare su Facebook la celebre terrazza della sua casa a Punta Secca in Sicilia scrivendo «Sarà pure abusiva, ma che meraviglia», lo sgomento diventa apoteosi. Ma sì, dai, che ci frega, legittimiamo così pure un Bertone qualsiasi a dire che i suoi 500 metriquadrati di attico con vista sul Cupolone l’avrà pure pagato con i soldi rubati all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, «ma che meraviglia!». Se l’avesse saputo Scajola ai tempi della casa fronte Colosseo acquistata a «sua insaputa» si sarebbe fatto un profilo Facebook chiamato «ma che meraviglia!».
Tu quoque Montalbano, sei finito nella trappola dell’apparire, del mostrare al mondo intero la superiorità al di là della legge, degli esposti e delle Procure? Ma Montalbano è Montalbano, è il nostro super eroe nazionale, quasi quanto Cantone, risolve casi intricati, vive in Sicilia, piace alle donne e fa ascolti, per tutto il resto c’è Mastercard.
[...]
Tiziana Leone
 
 

Giornale di Sicilia (ed. di Ragusa), 13.4.2016
Il caso
Scicli, il commissario Montalbano «sfratta» i concerti dal palazzo

Scicli. Il commissario Montalbano «sfratta» dai locali dell'ex Camera del Lavoro l'associazione "Amici della musica - Peppino Cultrera" pronta ad inaugurare l'ottava edizione della stagione concertistica dal titolo "I concerti a palazzo Spadaro".
I locali, di proprietà comunale erano stati concessi in alternativa alla sala Falcone-Borsellino di Palazzo Spadaro, dichiarata inadeguata ad ospitare spettacoli per il pubblico. L'«ok» era stato dato quando ancora la casa di produzione cinematografica Palomar non aveva richiesto l'uso dei piani bassi di palazzo di città per allestire il set della fiction tv “Il commissario Montalbano”.
Il Comune, patner dell'associazione musicale in questione, ha chiesto agli organizzatori dell'evento di cercare altri locali perché le riprese dei nuovi episodi della fiction stanno iniziando. Si è pensato alla sala Santa Teresa e al salone di villa Penna entrambi i locali sarebbero inadeguati ad ospitare eventi musicali che prevedono un afflusso di gente superiore alle 50 unità.
[...]
L.E
 
 

La Sicilia, 14.4.2016
Intervista al celebre scrittore: «Il patrimonio dovrebbe essere fruibile 24 ore su 24». «Lo Statuto in sé non è un fallimento, è l'applicazione che si è rivelata un fallimento». E sullo Stabile di Catania: «Quanto accaduto è un’offesa agli abbonati»
Camilleri: «Sicilia mia»
«Io farei le umane e divine cose per la gestione dei beni culturali». «Mi fido dei siciliani. La politica invece si è sempre dimostrata di vedute ristrette»

Perché no, ci siamo chiesti... Perché non chiederlo proprio ad Andrea Camilleri, uno dei massimi scrittori della letteratura siciliana, il padre di Montalbano. L'idea è balenata in queste settimane quando il tema dei beni culturali della Sicilia è tornato in auge per il nodo della tutela e la fruizione, ma soprattutto per l'appello al ministro Franceschini sui «tesori morenti della Sicilia» lanciato due settimane fa proprio da Camilleri e da Pietrangelo Buttafuoco. Ma non solo. Lo abbiamo sentito anche per il suo appello, pubblicato qualche mese fa sul nostro giornale, in cui, davanti allo scontro sulle nuove nomine del teatro Stabile di Catania, Camilleri aveva chiesto un passo indietro alla politica in rispetto delle grandi tradizioni di questo teatro. Appello che non è stato recepito. Abbiamo quindi chiesto a Camilleri un parere, e lui ha deciso di rispondere in maniera chiara e impeccabile. Lo scrittore non attacca «de visu» nessuno in particolare, ma per i mali della Sicilia chiama in causa tutti. La politica regionale, quella nazionale. Evidenzia anche difficoltà nel distinguere ormai la Destra dalla Sinistra e tira in ballo la classe dirigente. Si appella infine ai siciliani e ai giovani affinché abbiano la forza per rialzarsi e non attendere qualcosa che arrivi dall'alto.
Maestro, il ministro Franceschini ha aperto alla collaborazione, dopo la sua lettera-appello, firmata anche da Buttafuoco sui tesori abbandonati, ma ha anche precisato che in «primo luogo il destino di questa isola è nelle mani dei suoi abitanti... ». Allora, è un buon inizio oppure è ancora troppo poco?
«Io mi fido dei siciliani, però il problema non sono loro, ma chi li governa. La classe politica siciliana, salvo rare eccezioni, si è sempre dimostrata, nella migliore delle ipotesi, di vedute ristrette senza capire l'importanza della Sicilia nel contesto nazionale. Oltretutto supporre che l'Italia possa riavere un nuovo sviluppo lasciando il Sud nelle condizioni estremamente disagiate nelle quali si trova è una pura illusione. L'appello infatti era indirizzato all'uomo di cultura Dario Franceschini, che può in qualche modo indirizzare, per la carica che riveste, i suoi compagni di partito in Sicilia».
Purtroppo c'è di mezzo l'Autonomia dello Statuto. Buttafuoco da tempo invoca il commissariamento della Sicilia anche in fatto di gestione dei beni culturali. E' d'accordo e lo Statuto ritiene che sia purtroppo un fallimento?
«Lo Statuto in sé non è un fallimento a mio parere. E' l'applicazione dell'autonomia che si è rivelata un fallimento. Io penso che l'autonomia siciliana sarebbe stata una buona cosa proprio per le particolarità e l'eccezionalità della Regione. Però il fallimento dell'applicazione non deve comportare a mio parere necessariamente l'abolizione dello Statuto. Semmai la sua modifica, il suo miglioramento e la sua giusta messa in atto. Anche se, dopo cinquant'anni di autonomia siffatta, la mia può apparire una dichiarazione utopica».
La situazione del turismo in Sicilia è disastrosa. Anche l'Etna rischia di essere declassato dall'Unesco. La Sicilia ha cultura, natura... ma i giovani sono costretti ad andare via. Come ne usciamo?
«Però non avviene solo in Sicilia: anche i migliori cervelli del nord sono costretti ad andare via. D'altronde è pur vero che la percentuale di disoccupazione giovanile italiana è altissima, le proporzioni tra nord e sud contano, ma il disagio è nazionale. Ecco perché il problema siciliano diventa immediatamente l'applicazione dei problemi autentici che affliggono oggi l'Italia. E' inutile continuare a nasconderci dietro a un dito, o siamo in grado di rinnovare interamente la classe dirigente e quindi non solo la classe politica, oppure inevitabilmente siamo condannati al declino».
Nella prefazione di uno dei suoi libri più apprezzati, «La concessione del telefono» lei riporta un passo da «I vecchi e i giovani» di Pirandello: «Povera isola terra di conquista. Poveri isolani trattati come barbari che bisogna civilizzare. Prima la destra. Poi era venuta la sinistra e usurpazioni e truffe e favorì scandalosi...». L'isola è ancora da civilizzare? E per lo Stato è sempre rimasta periferia della periferia?
«Non si tratta di civilizzazione, che è una parola qui assolutamente da non usare, si tratta che nella storia d'Italia, e non intendo fare lamentele o piagnistei, nei riguardi del centro sud, si sono sempre usati da parte dello Stato e dal momento dell'Unità in poi due pesi e due misure. Ora credo che sia arrivato il momento di capovolgere un pochino il corso della storia e affermare che se è vero che le colpe dei padri ricadono sui figli, è venuto il momento che i figli si decidano a riscattare le colpe dei padri».
Destra e sinistra in Sicilia secondo lei ormai sono la faccia della stessa medaglia?
«Io per tutta la mia vita ho saputo sempre distinguere la sinistra dalla destra. Oggi in molte occasioni politiche, anche qui, non solo siciliane, faccio fatica a continuare a fare questa distinzione».
Per la gestione dei beni culturali cosa consiglierebbe al presidente della Regione, Crocetta? E lei per prima cosa cosa farebbe?
«Io farei le umane e divine cose perché tutto il patrimonio culturale siciliano fosse a disposizione del mondo ventiquattr'ore su ventiquattro. Farei in modo che le finanze della Regione potessero sostenere questo peso che è primario per la Sicilia».
Il ministro Franceschini, nella sua risposta, non pronuncia una parola sullo «Stabile» di Catania e sulle polemiche per le modalità di nomina del nuovo direttore artistico voluto da Comune e Regione senza alcun bando pubblico. Tale azione, definita da tanti "un atto di prepotenza politica" ha fatto parlare anche di lottizzazione del Pd. Lei aveva lanciato un appello affinché la politica facesse un passo indietro sullo Stabile che, però, non è stato fatto...
«Già il fatto che non sia stato emesso un bando, vuol dire molto. Non è soltanto una trasgressione rispetto a una legge, ma indirettamente è un'offesa che viene fatta agli abbonati di quel teatro, che da anni sono fedelissimi e che ne hanno fatto un gran teatro».
Ritiene che la Sicilia possa recuperare? E perché, secondo lei, il siciliano attende sempre l'arrivo di un nuovo condottiero prima di muoversi?
«Ma non è vero che aspetta sempre l'arrivo di un nuovo condottiero, aspetta forse un po' troppo le congiunture favorevoli. Ora sarebbe anche qui il momento di non attendere più che queste congiunture arrivino dall'alto, ma mettersi in condizioni di provocarle e crearle».
Giuseppe Bonaccorsi
 
 

La Sicilia, 14.4.2016
Stabili, tra Napoli e Catania tre coproduzioni
"Re Lear" in scena al Verga fino al 17 e la ripresa dell'Orestea di De Fusco
Dipasquale firmerà "La creatura del desiderio" da Camilleri a gennaio al Mercadante

Roma. Continua anche per la prossima stagione 2016-2017 la collaborazione tra il Teatro Stabile di Napoli e il Teatro Stabile di Catania già iniziata questa stagione con la coproduzione di Re Lear di Shakespeare con Mariano Rigillo per la regia di Giuseppe Dipasquale, in scena fino al 17 al Verga per poi passare al Teatro Mecadante dal 1° al 20 maggio. Lo spettacolo con cui i due Stabili celebrano i quattrocento anni della morte del Bardo si avvale anche dell'interpretazione di Anna Teresa Rossini. Sebastiano Tringali, David Coco, Silvia Siravo e Giorgio Musumeci.
Per il prossimo anno le due istituzioni pubbliche hanno deciso di continuare a coprodurre, cosi come è stato evidenziato nella conferenza stampa tenuta a Roma, dove il Teatro Stabile di Napoli, oltre a presentare il suo nuovo cartellone tutto racchiuso nella dizione "Una stagione d'autore", internazionale ma napoletana, ha ribadito la sua collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, che si fonda principalmente sulla coproduzione de La creatura del desiderio, uno spettacolo tratto da un racconto di Andrea Camilleri (edito da Skira) che con la regia di Giuseppe Dipasquale andrà in scena dal 4 al 15 gennaio del 2017 al Teatro Mercadante di Napoli. Lo spettacolo, il cast è in via di definizione, racconta il burrascoso racconto tra Kokoska e Alma Mahler, due personalità forti che con le loro sensibilità diverse, eppur concorrenti, hanno temprato il Novecento europeo. Un indagine sul passato recente del Continente e sulle sue presumibili maturazioni. «Nel nuovo lavoro l'ossessione d'amore costruisce una finzione umana» dichiara Dipasquale e l'occasione teatrale darà certo lo spunto a conversazioni non casuali sulla civiltà che si sta sviluppando in Europa e la cui prima radice non è stata finora tratteggiata con serenità distaccata. [...]
Osvaldo Scorrano
 
 

Mediaset, 14.4.2016
“Le Iene Show”: la terrazza di Montalbano è abusiva?

Questa sera, giovedì 14 aprile in prima serata su Italia 1, a “Le Iene Show” inchiesta di Gaetano Pecoraro con interviste e documenti inediti sul caso della “terrazza di Montalbano”, il terrazzino sul mare a Punta Secca - frazione di Santa Croce Camerina, nel ragusano - noto set della fiction tratta dai romanzi di Andrea Camilleri.
Al riguardo, una sentenza del 1995 emessa dalla Pretura di Comiso - allora chiamata a pronunciarsi su sospette irregolarità edilizie di parte dell’immobile - ha stabilito che non c’è stata alcuna occupazione abusiva di terreno. Alcuni atti nelle mani dell’inviato, però, pongono dei dubbi sulla questione.
Per fare chiarezza, con questi documenti la Iena si è recata dall’Ingegnere Capo del Genio Civile di Ragusa, ha consegnato il dossier sul presunto illecito edilizio al sindaco di Santa Croce Camerina Franca Iurato, e ha anche incontrato il proprietario dell’immobile, l’avvocato Pietro Di Quattro.
Nelle scorse settimane, in seguito all’interesse delle Iene sul terrazzino di Montalbano, Capitaneria di Porto, tecnici del Demanio e dirigenti del Comune si sono adoperati per le dovute verifiche. Inoltre, il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta si è espresso con queste parole: “La casa di Montalbano non si tocca, metteremo un vincolo monumentale sull'immobile”.
Anche il proprietario, in seguito, ha dato garanzie circa la regolarità dell’immobile, confermando di essere stato assolto nel 1995 giacché suo nonno avrebbe acquistato il terreno nei primi del ‘900.
Questa sera a “Le Iene Show”, i nuovi documenti che riaccendono i dubbi sullo stato di una parte del terrazzo e della veranda.
 
 

Le Iene, 14.4.2016
PECORARO: Un nuovo caso per il commissario Montalbano
La terrazza del Commissario Montalbano è abusiva?
Cliccare qui per vedere la puntata
 
 

DailyOnline, 15.4.2016
Campagne
Tv Sorrisi e Canzoni e Rai Com presentano “Il Commissario Montalbano”

Tv Sorrisi e Canzoni in collaborazione con Rai Com presenta la collana Il Commissario Montalbano, l’antologia completa delle indagini del commissario più famoso del piccolo schermo in una nuova edizione da collezione. Tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e magistralmente interpretata da Luca Zingaretti, la fiction prodotta da Palomar e diretta da Alberto Sironi arriva in edicola a partire da venerdì 15 aprile. I due dvd che aprono la collezione sono inediti e fanno parte dell’ultima stagione appena andata in onda su Rai Uno: oggi arriva in edicola la prima uscita Una faccenda delicata a 9,90 euro. La seconda uscita, La piramide di fango, sarà in edicola dal 22 aprile. A seguire, a cadenza settimanale, ripercorreremo tutte le stagioni fino alla prima andata in onda per un totale di 28 episodi. Il prezzo di ogni singola uscita sarà di euro 9,90.
 
 

Sicilia & Donna, 15.4.2016
Commissario Montalbano, aspiranti attori cercasi

Quando arrivo al Palazzo della Cultura di Modica, in occasione dei tanto attesi casting, alla ricerca di comparse, per il Commissario Montalbano della produzione Palomar, sono circa le 10:30 del mattino.
Arrivo goliardica a godermi l’aria che si respira in questi eventi, un po’ per raccontare ai lettori di “Sicilia & donna” cosa succede, un po’ per mettermi in gioco con la scusa di mimetizzarmi tra i candidati, aspiranti attori.
Quella di Modica è la seconda tappa di un tour che vede protagoniste anche Ragusa e Scicli, ovvero gli stessi luoghi baciati dalla notorietà della fiction.
Quando giungo dinnanzi l’uscio dell’incantevole palazzo non potevo immaginare che, per un giorno, Modica si trasformasse nella meta delle gite di una Sicilia intera che desidera ammirarsi in tv e poter dire di aver preso parte, almeno una volta nella vita, ad una produzione per certi versi “made in Sicily”.
In fondo molti sono lì per gioco e per scommessa, o anche solo per il desiderio di stringere la mano a Luca Zingaretti, che veste i panni del noto commissario Montalbano, o augurare il buon giorno a Cesare Bocci alias Mimi’ Augello.
Le file sovrastano il marciapiede ed i visitatori non cessano di giungere, in lontananza scorgo persino pullman, specificatamente adibiti per l’evento, colmi di gente da ogni parte della Sicilia, che ha organizzato gruppi per accorrere ai provini. In maggioranza e disposti in una disordinata fila indiana, dicono di essere messinesi, altri di Milazzo, protestano sonoramente di non andare via finché non porteranno a termine il provino, nonostante l’incessante calca.
Una folla variegata e singolare: sono studenti, pensionati, disoccupati (moltissimi), liberi professionisti che hanno sottratto tempo prezioso ai propri rispettivi impegni, ed hanno tutti un obiettivo comune: riuscire a fare il casting per partecipare come comparsa alle nuove puntate del Commissario Montalbano, tratte dall’omonimo romanzo di Camilleri.
Riuscire a portare a termine il provino non è solo un’ambizione o un’esperienza vissuta con goliardia, ma una vera e propria impresa da conquistare a tutti i costi, data l’improvvisazione dell’organizzazione.
A sgomitare non sono solo ragazzi ma una netta prevalenza di simpaticissimi pensionati, con le coppole in testa, gli apparecchietti acustici, tesi a rivendicare la loro appartenenza a quegli incantevoli luoghi, troppo messi in ombra, prima della imprevedibile fortuna del Commissario Montalbano.
Narrano di essere accorsi precisi e puntuali alle otto del mattino, orario di apertura dei provini, li vedi dare del tu ai dipendenti del comune che li hanno visti crescere, ed agguerriti fanno loro cenni in codice, passando misteriosi bigliettini con su scritti nomi, nel tentativo bricconcello di saltare le file.
Altri ancora, più defilati, come a dimostrare la propria estraneità ai casting, scoraggiano i più raccontando di come la produzione, sia risaputo, preferisce gli autoctoni, i ragusani doc, pertanto inutile far fila.
L’orario di chiusura ufficiale sono le 18 ma la folla non accenna a diminuire, giungono continuamente nuove orde di visitatori, alcuni destinati a rimanere altri semplicemente accorsi a curiosare o a tentare di sbarcare il lunario se solo non costasse troppa attesa.
Alcuni logorati dall’attesa dicono di andare via ma, in verità lo fanno giusto per il tempo di un salto al bar o in edicola, poi ritornano a curiosare sperando di ritrovarsi finalmente soli e poter vivere da protagonisti il loro attimo di notorietà.
Tempi lunghissimi in realtà che mal giustificano la sostanza del provino.
Il termine ”provino” è un’iperbole, i fantomatici casting sono solo una raccolta di dati, documento d’identità, codice fiscale (preventivamente fotocopiati dai partecipanti) e addirittura codice iban, garante di un pagamento che incoraggia l’attesa della moltitudine. Una foto e poi via, avanti il prossimo.
Eppure questa trafila più burocratica che creativa, dalle interminabili attese, snerva i più che fuori, da rivoluzionari mancati, inneggiano ad una dignità perduta e vanno via delusi da un’organizzazione che come sempre viene meno alle aspettative.
I provini si svolgono difatti in una stanza del primo piano, sotto pertanto le notizie non arrivano o solo parzialmente, se non del tutto distorte. O là dove la notizia fosse fondata a non arrivare è il suono, considerando che per l’occasione gli operatori non si sono serviti neanche di megafoni ma solo affidati alle proprie corde vocali.
Vengono create diverse liste d’iscrizione (alcune pare mai pervenute agli operatori della Palomar), alcuni non riescono a farsi spazio tra la folla per arrivare ad inserire il proprio nome, altri sgomitano senza pietà.
Ufficialmente tre quelle realizzate: durante l’apertura al mattino presto, intorno alle 12:30 ed alle 16 per l’ultimo turno dei ritardatari, poi smentito a causa della notevole mole di presenti, ed infine nuovamente preteso da chi, per fare il provino, aveva affrontato un lungo viaggio.
E tra quella moltitudine non mancava davvero nessuno: dallo pseudo ”tronista” all’aspirante valletta, dall’intellettuale all’italiano medio, tutti in fila sperando di essere notati, perché no, da un talent scout (non pervenuti ahimè), rubare la scena a Zingaretti ed esclamare fieri “Montalbano sono!” …
Marilù Briguglio
 
 

SicilyMag, 15.4.2016
Parla l'attore ibleo, già direttore della Ragusa Film Commission e dalla prima ora il location manager della fiction più vista della tv italiana. «Trovammo Vigata in tanti luoghi diversi – racconta – e le demmo vita grazie allo scenografo Luciano Ricceri. Sono stato io a notare quella casa sul mare di Punta Secca. Quella abitazione, con quella piazzetta e il suo paesaggio, è Montalbano»
Pasquale Spadola: «Così abbiamo ricreato la Vigata di Montalbano»
Montalbano-Zingaretti, Fazio-Mazzotta e Ibla alle spalle per il Il ladro di merendine. Era il 1999

C’è l’amore per la terra dietro la scelta dei luoghi di Montalbano. Il legame tra uomo e paesaggio, tra arte e pietra, tra mare e terra.
Pasquale Spadola è colui il quale sceglie gli scorci da trasformare in set per la fiction che ha regalato notorietà e nuovo fascino alle terre Iblee. Attore e già direttore della Ragusa Film Commission, Spadola è il location manager della serie Il commissario Montalbano e, in queste settimane, segue le riprese delle due nuove puntate firmate dal regista Alberto Sironi che si snodano tra le campagne, le ville antiche e le vie barocche del Ragusano. «Tutto è iniziato nel 1998 – racconta – quando iniziò il viaggio di Montalbano in tv traducendo in immagini televisive quello che Andrea Camilleri aveva immaginato nei suoi libri. Occorreva trovare Vigàta: quella città che lo scrittore riconosceva nella sua Porto Empedocle ma che, nei fatti, non esisteva più».
La città di Camilleri diventò così una silloge di luoghi dell’anima, di intarsi lapidei dorati di sole e perizia umana. Vigàta divenne una città immaginifica che racchiudeva il cuore del Ragusano, con i suoi paesaggi assolati e tersi, le sue strade illuminate dal cielo, i palazzi nobiliari ancora pulsanti di storia. Scicli, Ibla, Comiso e ancora il mare più blu da Sampieri a Marina di Ragusa. Modica con il suo barocco e le sue terre verdi inframezzate dal bianco dei muri a secco e dal miele del fieno in grandi cerchi.
«Trovammo Vigàta in tanti luoghi diversi – racconta Spadola – e le demmo vita grazie a Luciano Ricceri, scenografo tra i più grandi del cinema italiano. Ancora oggi è lui il padre dei luoghi di Montalbano che riesce a cogliere nella loro più intima essenza la Vigàta descritta da Camilleri e, da grande appassionato e conoscitore della Sicilia, riesce a renderla ogni volta più bella». Spadola, che nella sua carriera di attore ha lavorato in centinaia di film, ha guardato con gli occhi dello spettatore quei luoghi a lui tanto cari e abituali. E ha scoperto scorci consueti a tutti eppure sconosciuti. «Sono stato io a notare quella casa sul mare di Punta Secca – racconta – che è diventata la casa del commissario Montalbano. E sono sempre stato convinto che se non vi fosse stata la casa, non vi sarebbe stato Montalbano come lo amiamo oggi. Quella abitazione e il mare, con quella piazzetta e il suo paesaggio intorno, è Montalbano».
Ricceri ha creato così la Vigàta camilleriana che ha incantato e incanta il pubblico di tutto il mondo. Lo ha fatto rendendo protagonista di questa città letteraria e televisiva un pezzo del cuore ibleo: il barocco. La rinascita, dunque, di una terra. Barocco è il segno della vita che ricomincia dopo il sisma del 1693 che rase al suolo le città del Val di Noto. Dalla tragedia, la bellezza. «Il barocco, il sole, le masserie – prosegue Spadola – in tutto il territorio ragusano. Ma il paesaggio di Vigàta si è anche allargato e ha compreso altri scorci mozzafiato a Noto, Siracusa, San Vito Lo Capo, Brucoli e Marzamemi. Sono luoghi che abbiamo scelto perché rispettano l’identità letteraria di Vigàta sebbene il suo cuore batte sempre tra il mare e il barocco ragusano».
Oggi Vigàta torna a vivere e lo farà fino a giugno quando la Palomar, che produce la fiction, concluderà le nuove riprese. «Non è facile raccontare Vigàta – dice Spadola –. In queste nuove puntate, lo sfondo saranno le città barocche e i paesaggi a cui siamo abituati, ma il segreto è di cercare di mettere insieme nuovi scorci o di scoprire sfaccettature nuove di paesaggi conosciuti. Questo è il nostro lavoro e questa è la magia dei luoghi di Montalbano».
Le nuove puntate che la troupe sta girando in questi giorni, sono iniziate da Punta Secca. Qui attori e produzione sono stati impegnati anche di notte coinvolgendo come di consueto gli abitanti della zona ormai parte integrante del dietro le quinte. «La gente accoglie e ama questa fiction che ha reso ancora più bello il volto di Ragusa – dice Spadola – ed è motivo di orgoglio il fatto che molti giovani siano impegnati tra le maestranze specializzate».
Da Punta Secca a Scicli, per i nuovi ciak dedicati alle indagini del commissario nato dalla penna di Camilleri che tornerà in via Mormino Penna, strada Unesco del paese ibleo, dove ha sede il commissariato di Vigàta. E poi ancora Modica, Ibla e una villa meravigliosa sul mare ragusano che sarà set di una delle due puntate. Gli attori torneranno anche nelle latomie di Ragusa e lungo il litorale di Sampieri. Una novità, però, c’è: la Valle dei Templi di Agrigento. Qui saranno girate alcune scene della stagione 2017 che celebreranno la magnificenza dei templi e un altro pezzo della Sicilia più bella.
Isabella Di Bartolo
 
 

Tele.at, 17.4.2016
SAT.1 emotions
Sonntag, 24.04.2016
07:30 bis 09:20
Sonstiges
Commissario Montalbano
I 2002

4. Staffel, Folge 1: Ein blinder Mann kommt ums Leben, scheinbar handelt es sich um einen Unglücksfall. Der Commissario Salvo Montalbano wundert sich allerdings über das große Interesse des Ingenieurs Di Stefano an dem Hund des verstorbenen Mannes. Nach einem Besuch bei der Schwester des Toten, weiß Montalbano mehr. Der sizilianische Commissario geht nun davon aus, dass der Blinde ermordet wurde.
 
 

El Correo, 18.4.2016
'Una voz en la noche' de Andrea Camilleri
El comisario Montalbano debe investigar un caso en el que se unen la mafia y la política mientras empieza a ser consciente de que se hace mayor

El comisario Montalbano, la creación de Andrea Camilleri que toma ese nombre en homenaje a su admirado Manuel Vázquez Montalbán, se está haciendo mayor. La última de sus novelas (en cuanto a la publicación) arranca el día que cumple 58 años, y no es esa una circunstancia que lo haga feliz. Si a eso se une que algunos de sus subordinados más insubordinados empiezan a sugerirle que debería pensar en jubilarse, el problema no hace más que crecer.
El caso de 'Una voz en la noche' es en principio sencillo: un robo en un supermercado que se sospecha propiedad de la mafia. Montalbano piensa desde el primer momento que detrás de ese suceso menor hay algo más, y su temor se ve reforzado cuando el responsable de la tienda aparece ahorcado en su despacho y no se trata de un suicidio. Para terminar de estropear el día, el protagonista de esta serie de Camilleri tiene un incidente automovilístico con el joven hijo de un político importante y discute una y otra vez con su sempiterna novia, que como en otras entregas comparece solo por teléfono.
Camilleri desarrolla la trama con agilidad y al tiempo sigue perfilando el personaje principal, cada vez más pesimista e insatisfecho con su vida, su carrera y el mundo en general. Solo la gastronomía -y no siempre- parece darle alguna satisfacción. Sus seguidores encontrarán en esta nueva entrega otro motivo para mantener su fidelidad a uno de los investigadores más originales y humanos de la literatura negra actual.
César Coca
 
 

Il Giornale, 18.4.2016
Montalbano sfratta i seggi nel paese delle trivelle
Il municipio di Scicli è il set della fiction tv sul commissario. E gli elettori fanno spallucce

Scicli (Rg) «In Comune un si vota perché Montalbano ci sta». Davanti all'ingresso del municipio di Scicli, lì dove il commissario letterario e televisivo più celebre della Sicilia entra ed esce con il suo inconfondibile passo, è appeso un cartello con la scritta Ufficio elettorale.
È giorno di referendum e a Scicli la sezione 1 da un anno è stata trasferita davvero perché c'è Montalbano. Le sue stanze cioè: sono state riportate qui, sede degli esterni del commissariato, dopo una lunga permanenza a Cinecittà. Ora una parte del palazzo è tutta dedicata alla serie, che proprio in questi giorni torna con la troupe al completo per la registrazione dei nuovi episodi. Ma a Scicli non c'è solo Montalbano, c'è un referendum che qui non è una storia sentita in tv.
La più grande piattaforma petrolifera d'Italia, la Vega, una produzione di 2.700 barili al giorno, di Edison ed Eni, insiste sulle acque territoriali di Scicli, pur essendo stata per anni ritenuta di Pozzallo. E gli eventuali 16 milioni di euro che Eni ed Edison dovrebbero pagare secondo la guardia di Finanza (la Cassazione ha confermato un caso analogo per Pineto degli Abruzzi), per l'occupazione del suolo marino in forma di Imu ed Ici, andrebbero tutti a Scicli. Ma qui nessuno ci crede. Nel centro culturale più vivace della costa iblea i soldi veri per ora arrivano solo da Montalbano: 100mila euro l'anno per le visite ai palazzi della fiction e alla stanza del questore, che poi sarebbe l'ex ufficio del sindaco, 3 euro per l'ingresso. La percentuale dei votanti, comunque, alle 12, è già più alta della provincia di Ragusa e della Sicilia: 6,92%, sfiora il 20% alle 19.
[...]
Emanuela Fontana
 
 

Il Giornale, 18.4.2016
"Silenzio, si gira Montalbano": la folla assedia la "sua" terrazza
Sono in corso le riprese di nuovi episodi e a Punta Secca (Ragusa) lavorano a ritmi serrati più di cento persone tra attori, comparse e tecnici. Tra decine di fan e curiosi

da Punta Secca (Ragusa)
"Salvo!". Le grida si alzano dalla strada sotto i 32 gradi di Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, una meravigliosa spiaggia e poche anonime case di contorno, finché non è arrivato Montalbano.
Di fronte alla celebre casa con terrazza si è assiepata una folla di locali e di turisti del commissario che si agitano con i telefonini per riprendere almeno un pezzo di cranio di Luca Zingaretti. Questo infatti si vede dell'attore, non molto di più, ma è sufficiente per sentirsi tutti sul set, in quella casa dove la creatura di Camilleri riceve riservatamente ospiti e ragiona sui dubbi delle inchieste. "Fate silenzio", invita un tecnico della troupe, ma invano: "Salvo! Salvo Montalbano!", si prodiga in gridolini una riccia ramata, sorda a qualsiasi preghiera.
Sono in corso le riprese di nuovi episodi e a Punta Secca lavorano a ritmi serrati più di cento persone tra attori, comparse e tecnici. La troupe si fermerà qui per tutta la settimana. Si parla di uno spostamento anche nella valle dei templi di Agrigento. La casa è transennata con il nastro, un body guard controlla che nessuno scavalchi, ma la folla è mite: bambini a cavalcioni del genitori, una famiglia di Catania, due amiche di Rimini, gli avventori del bar Charlie Brown Revival.

Si stanno girando scene in casa e sul terrazzo: saltuariamente sbuca alla vista Montalbano-Zingaretti, che passa dal terrazzo alla casa, mentre tra la strada è la spiaggia si aggira un attore anziano in abito scuro e panama bianco, uno dei personaggi di puntata.
Si rimane fino a sera, "a oltranza", dicono rassegnati gli uomini della sicurezza. E se la sera è buona si gira anche una tipica deliziosa cena di Montalbano in versione cuoco, di fronte allo scorcio di mare cinematografico ormai più famoso d'Italia.
Emanuela Fontana
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 19.4.2016
Gloria Giorgianni il carattere forte di zia Elvira Sellerio
"Ma tutto in chiave multimediale"

Italia 2025. Il Paese non si è mai ripreso dalla crisi economica cominciata nel 2008, è in default economico ed è percorso da ondate di violenza fuori controllo. La politica ha perso ogni potere, la gente non ha più casa né lavoro, l'ordine pubblico è nelle mani di un'Autorità Provvisoria militarizzata... eppure in questo quadro disperato emergono sprazzi di umanità forgiata dal dover crescere in tale disperazione. Da questo romanzo un po' fantasy un po' noir scritto da Giulia Gubellini, una ragazza di 24 anni, è tratta la fiction "Under": 10 puntate di 10 minuti andate in onda nel 2014 su Internet, in un sito apposito creato dal portale specializzato in web-series Nanopress. «È stato il mio debutto, e ora la serie l'ha comprata Canal Plus che la immetterà in tutti i suoi circuiti multimediali, dalla tv al cinema fino agli smartphone», racconta ancora un po' incredula ma giustamente orgogliosa Gloria Giorgianni, che con la sua casa Anele l'ha prodotta. È un piccolo esperimento da laboratorio di come una produzione semi-artigianale può invece svilupparsi in un progetto industriale di livello internazionale. Quarant'anni ma l'energia, l'entusiasmo e anche l'aspetto di una ragazzina, una fede autentica nelle potenzialità delle nuove tecnologie per ampiare gli orizzonti dell'infotainment, Gloria vive nel mondo delle produzioni audiovisive da sempre: «Almeno da quando dopo aver studiato biotecnologie a Palermo e aver provato a gestire con mia madre la sua boutique, sono venuta a Roma per seguire la mia vocazione "multimediale"». Gli ultimi tempi sono stati intensissimi per Gloria e la sua Anele, che ha fondato a fine 2013 (la sede è ancora a casa sua a Trastevere) dopo dieci anni di esperienza a Palomar, la società che tra l'altro produce Montalbano. «C'è filo che mi lega a Camilleri. Intanto è un amico di famiglia perché mia zia era Elvira Sellerio e lui con Sellerio pubblica da sempre. Poi un'altra nostra produzione importante è un documentario di un'ora su Camilleri andato in onda su RaiUno il 6 settembre 2014, giorno del suo 89° compleanno. E infine un'altra nostra realizzazione è una serie di dieci puntate da dieci minuti l'una che abbiamo prodotto con Rai Fiction e andrà in onda ancora sulla prima rete presto. Il titolo è "Donne" così come la raccolta di brevi saggi scritta dallo stesso Camilleri, dieci ritratti di donne che l'hanno colpito, dalla nonna che gli insegnò l'amore per la scrittura alle tante figure femminili di carattere, donne "toste" e volitive, che ha incontrato nella sua Sicilia». I progetti si accavallano nella mente e sulla scrivania di Giorgia: «Stiamo organizzando con Giuseppe Tornatore un film sulla tolleranza fra nemici, un antico spunto che aveva detto di voler sviluppare Leonardo Sciascia. Poi un documentario su Pertini, e ora vogliamo avviare una serie di inchieste su personalità che rischiamo di dimenticare ma che invece devono essere di grande esempio di coraggio civico per le giovani generazioni: magistrati uccisi dal terrorismo, politici assassinati dalla mafia, economisti ammazzati per le loro idee innovative».
 
 

Giornale Siracusa, 19.4.2016
Favole e legalità per i bambini della scuola dell’infanzia di Sortino
Bimbi attenti per sentir raccontare la fiaba di Camilleri “Magaria” da Alfio Guarrera e per ascoltare la magica musica della compagnia “La Giostra”.

La fiaba di Camilleri “Magarìa” letta da Alfio Guarrera e accompagnata dalla musica de “La Giostra” ha allietato la mattina dei piccoli alunni dei plessi “Pantalica” e “Viale M.Giardino” della scuola dell’infanzia dell’Istituto comprensivo “G.M.Columba”.
Le parole della favola scritta dall’inventore del commissario Montalbano hanno preso vita grazie alla calda voce dell’attore Guarrera e alle atmosfere musicali evocate dai componenti della compagnia “La Giostra” Gianfranco Rafalà, Michele Conti e Hilmar Pintaldi Funes.
Rapiti i piccoli alunni ma anche le insegnanti e i collaboratori scolastici e la dirigente Gloriana Russitto.
La manifestazione fa parte del progetto di educazione alla legalità dell’Acipas di cui erano presenti il consigliere nazionale Mauro Magnano e il presidente di Sortino Alfio Pitruzzello e per il quale i piccoli alunni, grazie alle insegnanti, avevano già letto la fiaba, prodotto dei disegni e “rimaneggiato” il finale di Camilleri.
 
 

Giornale di Sicilia (ed. di Agrigento), 20.4.2016
Cinema
Montalbano trasforma la Valle dei Templi in un set

Agrigento. Incontro segretissimo fra il commissario Salvo Montalbano e la fidata Ingrid. Motivo per il quale si sono dati appuntamento in un luogo dove nessuno dei due è conosciuto. Ci saranno 50 persone, domattina, nell'area del tempio di Giunone, per girare una scena della prestigiosa e seguitissima serie "Il commissario Montalbano", ideata da Andrea Camilleri e prodotta da Rai Fiction e Palomar.
Il set, nella valle dei Templi, sarà allestito dalle 10,30 alle 14,30. "Verrà girata una scena fra gli attori - ha spiegato il direttore del Parco archeologico di Agrigento, Giuseppe Parello - ma verranno effettuate anche delle riprese ampie sull'intero Parco archeologico".
Di fatto, il commissario Montalbano ed Ingrid, l'amica svedese, non saranno a Montelusa. È vero che Agrigento, nei testi dello scrittore Andrea Camilleri, è Montelusa, ma nella sceneggiatura che sarà girata domattina i due hanno scelto un'altra location per una "gita fuori porta" rispetto agli scenari ormai consolidati.
[...]
Concetta Rizzo
 
 

Nuovo Sud, 20.4.2016
Riprese ad Agrigento
Il Commissario Montalbano, domani primo ciak al Tempio di Giunone

Domattina, nell'area del tempio di Giunone, nella Valle dei Templi di Agrigento, verrà girata una scena della serie "Il commissario Montalbano", ideata da Andrea Camilleri e prodotta da Rai Fiction e Palomar. Sul set ci saranno Luca Zingaretti e la fidata Ingrid Sjöström, ossia Isabell Sollman. Il parco archeologico ha assicurato al cast e alla produzione, quale supporto logistico, un buffet realizzato con i prodotti della Valle dei Templi.
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La Sicilia, 21.4.2016
I racconti. "Quanto vale un uomo" raccoglie tre monologhi dello scrittore agrigentino ampliati e portati in scena da Baliani, Celestini e Paolini. Nella vicenda del progettista di Sciacca si rintuzza «lo stereotipo dell’emigrato come don Vito Corleone»
Tre sogni, tre storie
Camilleri racconta il pionieristico aereo del siciliano Bellanca, l'eccidio in Val di Cecina; la tragica spedizione di Nobile al Polo Nord

Che cosa crea un'opera d'arte? Un sogno. E che cosa serve per realizzarla? Un coro. Se ci riflettete così è nata l'Iliade, la tragedia greca, la "Commedia" dantesca, giù giù fino al "Giardino" di Cechov e al "Long Island" di Scott Fitzgerald. Un sogno è indispensabile, perché di quello vivono gli uomini che non si imitano a vegetare. Il coro è necessario perché assieme agli altri vivono gli uomini che realizzano qualcosa. Per gli altri, con gli altri: creando per loro e raccogliendo le loro voci.
Così la più recente impresa di Andrea Camilleri, intitolata "Quanto vale un uomo" edita da Skira raccoglie tre canovacci, tre monologhi ripresi, ampliati e portati sulle scene da tre grandi interpreti Marco Baliani, Ascanio Celestini e Marco Paolini, che firmano l'opera coralmente. E' un libro rapido (meno di 150 pagg.) polifonico (i quattro autori sopra menzionati firmano le proprie pagine, come un dialogo continuo tra di loro su tema unico): Annalisa Gariglio ha coordinato il tutto e disposto suggestive pagine sugli sviluppi tematici.
Si parla di tre vicende: l'aereo progettato nel 1912 da Mario Bellanca: un ingegnere aeronautico, nativo di Sciacca che da ragazzino sulle colline di San Calogero, care a Camilleri, aveva compreso i segreti del volo, imparandoli da un falco e poi applicandoli a un aquilone. L'aereo da lui progettato a New York fu del tutto innovativo, munito di un'elica anteriore (fino ad allora si preferiva quella posteriore, come nelle navi), con intuizioni aerodinamiche che poi si estesero a tutta l'aeronautica. Tutto era pronto perché il suo velivolo fosse il primo a trasvolare l'Atlantico, se non fosse accaduto un incidente economico (o di gelosia, o di concorrenza sleale...) che nel 1927 tenne fermo il suo "Columbia", facendo decollare lo "Spirit of St. Louis" di Lindberg che giunse trionfalmente a Parigi.
Una vicenda umana confinò nell'ombra le intuizioni e gli accorgimenti tecnologici del progettista siciliano (che realizzò l'aereo che per la prima volta, nel 1931, trasvolò il Pacifico).
La storia di un sogno, narrata dalla maestria di Andrea Camilleri con il suo stile accattivante e documentato, riattraversata dando voce al fratello del Dedalo siciliano (il padre di Icaro notoriamente fu il primo trasvolatore dalla Creta di Minosse al palazzo di Kokalos in Sicilia). Toccante l'entusiasmo dei "Maccaroni" come venivano apostrofati i nostri connazionali dai wasp di oltreoceano. Un sogno collettivo che vale anche per noi: Annalisa Gariglio fieramente rintuzza "lo stereotipo dell'emigrato siciliano come don Vito Corleone" prodotto da registi come Scorsese e Coppola.
Perché ricordare i padrini e non i padri della tecnologia, della scienza, della cultura? Materia di dibattito alla quale ognuno dei lettori darà risposta meditata.
Altre storie, legate dal filo rosso del titolo: nel 1944 in un paesino della Toscana avviene una feroce rappresaglia della Rsi alleata con il III Reich che causa decine di morti. Le circostanze non furono chiare ed è difficile anche oggi scorgerne i dettagli. Ma certo la ferocia dei fucilatori dovette essere secondata da animosità feroci, forse da quegli odii che sfruttano l'occasione della guerra civile per realizzarsi. La tragedia si sviluppò in Val di Cecina in un villaggio minerario creato dalla Montecatini. Altre stragi ("bianche") si sono sviluppate in complessi industriali della medesima società. Il capitolo si chiude con l'indicazione di lutti risolti con indennizzi di 500mila lire per le vedove e 1 milione per gli orfani. Con assoluzione dei dirigenti industriali, per non avere commesso il fatto.
Ultimo quadro del trittico il tragico volo del generale Umberto Nobile, in dirigibile, alla conquista del Polo Nord (nel 1928). I nostri esploratori calarono dal dirigibile il vessillo italiano e diffusero da un grammofono le note della Canzone del Piave, nel decennale della vittoria. Poi la tragedia: l'aeromobile ha un incidente, gli occupanti sono sbalzati giù, mentre quello è trascinato dal vento polare. Inutili i tentativi di chiedere soccorso via radio. Si decide di inviare tre membri della spedizione (uno svedese e due italiani) alla ricerca di soccorsi marciando sulla banchisa. Condizioni da inferno bianco. Il più debole dei tre - lo svedese - capisce che non riuscirà mai a raggiungere la meta: chiede ai compagni di ucciderlo, eventualmente mangiare delle sue carni per resistere nel lungo tragitto. I dettagli vengono descritti con realismo documentato, ma nessun documento potrebbe rendere l'umanità dei problemi che si pongono: si può uccidere chi ormai è spacciato per salvare i su-perstiti (la domanda dei figli di Ugolino)? Qual è il confine tra la disperazione e l'egoismo?
Ci fu un processo (tutti assolti) ci fu l'incontro con la madre dello svedese (piena riconciliazione): ma per il lettore di oggi, resta l'interrogativo sul valore della vita umana, che non è solo una serie di anni, ma una catena di valori. Da recuperare e diffondere.
Andrea Camilleri, con il suo stile lucido e i suoi sodali con empatia congeniale, fanno riflettere.
Sergio Sciacca
 
 

La Sicilia, 21.4.2016
Weekend
Il Commissario Montalbano omaggia Agrigento e la sua Valle dei Templi
La fortunata serie tv ispirata ai romanzi di Andrea Camilleri gira un episodio nel sito patrimonio Unesco, all'ombra del Tempio di Giunone. Oggi il primo ciak con Zingaretti

La provincia di Agrigento ospita per la seconda volta il Commissario Montalbano televisivo. Dopo la Scala dei Turchi, ammirata in uno degli episodi de Il giovane Montalbano, con Davide [Sic!, NdCFC] Riondino, tocca oggi a Luca Zingaretti girare una scena nella terra di Andrea Camilleri, l'inventore delle storie che hanno come protagonista la Sicilia e il poliziotto che ormai è popolare in tutto il mondo.
Le location principali restano il territorio di Scicli, Santa Croce Camarina e la Val di Noto, ma in uno degli episodi spunterà la Valle dei Templi, luogo dove Montalbano incontra una donna che gli deve fornire informazioni importanti per meglio definire i contorni di un'importante indagine riguardante un fatto di sangue.
La troupe della produzione della fiction tv ad episodi sarà questa mattina in prossimità del tempio di Giunone per il previsto ciak. Ci sarà Luca Zingaretti, che per la prima volta tocca Agrigento nelle vesti di Salvo Montalbano, e ci saranno anche tantissimi curiosi, desiderosi di ammirare il dietro le quinte della popolare serie televisiva trasmessa dai canali Rai.
Secondo le notizie fornite in questi giorni dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, al quale si deve questa trasferta della produzione, nella nuova serie è prevista anche un'altra scena in terra agrigentina. Si tratterebbe del Parco Archeologico, altro luogo esclusivo e famoso nel mondo, ma al momento non ci sono certezze, seppure nelle scorse settimane ci sono stati dei sopralluoghi per individuare il set più adeguato per la sceneggiatura dell'episodio. C'è anche chi dice di essere certo che la seconda scena si girerà sempre nella giornata di oggi, ma che per consentire alla troupe di lavorare senza affanni, non è stato svelato il secondo sito dove si faranno le registrazioni. Tutte le riprese sono state autorizzate dalla Soprintendenza ai beni culturali e lo stesso assessore regionale all'identità siciliana sarebbe personalmente intervenuto per valorizzare l'operazione Montalbano ad Agrigento.
Il regista della nuova produzione è ancora Alberto Sironi. Accanto a Zingaretti ci sarà ancora una volta Sonia Bergamasco nel ruolo di compagna paziente dell'investigatore siciliano. L'omaggio alla Valle dei Templi, uno dei patrimoni dell'Unesco, è anche un omaggio a Camilleri, originario di Porto Empedocle, che nei suoi romanzi fa spesso riferimento a luoghi reali posti nelle vicinanze della non reale "Vigata", città dove Montalbano svolge le sue indagini. Grazie al Commissario Montalbano la Valle dei Templi potrà cosi usufruire di un'altra grande occasione di visibilità mondiale e di promozione internazionale proprio in concomitanza con l'inizio della stagione estiva durante la quale arrivano numerosi turisti per ammirare i Templi Greci. Il Montalbano televisivo viene infatti esportato e tradotto in sessanta Paesi e la Sicilia ne sta facendo un vero e proprio testimonial mondiale. La notizia che oggi al Tempio di Giunone si girerà una delle scene della nuova serie del Commissario Montalbano è stata diffusa una decina di giorni fa, e oggi ad Agrigento è previsto l'arrivo di tantissimi fan della serie. La produzione conta di girare in tempi rapidi, ma chissà se il poliziotto, bravo a portare a buon fine tante indagini, sarà in grado di districarsi anche di fronte allo smisurato affetto di tanti estimatori.
Giuseppe Recca
 
 

La Sicilia, 21.4.2016
Fiction
Il Commissario Montalbano "gira" nella Valle dei Templi. Ecco il primo ciak

Agrigento - Il commissario Montalbano, personaggio uscito dalla penna dell'empedoclino Andrea Cammilleri, ha finalmente fatto la sua prima apparizione fisica ad Agrigento. E' stata una breve visita, durata solo lo spazio di una mattinata e che sullo schermo occuperà solo qualche minuto, ma è bastata per accendere gli entusiasmi dei suoi fans.
Agrigentini, e non solo, sono stati ore in attesa di potere vedere da vicino il celeberrimo commissario, alias Luca Zingaretti, con il quale magari farsi un selfie. E dopo aver fatto una registrazione sulla scalinata l'attore si è preso qualche minuto per incontrare il sindaco Firetto, il direttore dell''Ente Parco Giuseppe Parello e alcuni funzionari della Regione.
Poi ha girato la seconda scena dentro al tempio di Giunone con la sua amica Ingrid (l'attrice Isabell Sollman)e alla fine si è concesso il pubblico che lo aspettava trepidante. Quindi una breve sosta in camerino per cambiarsi e dopo un pasto con il cast nella Caffetteria della Valle prima del rientro a Ibla.
Stelio Zaccaria
 
 

AGI, 21.4.2016
Telecamere nella Valle dei templi, ciak per il Commissario Montalbano

 
Foto La Repubblica (ed. di Palermo)

 
Foto MeridioNews

Completate stamane nella Valle dei Templi le riprese di alcune scene di un episodio della nuova serie del commissario Montalbano. Il set della Palomar con Luca Zingaretti e' stato realizzato tra le rovine del tempio di Giunone nel suggestivo Parco archeologico. La sequenza girata nella Valle e' relativa ad un incontro del Commissario Montalbano con Ingrid, una bionda e bella confidente [Sic!, NdCFC] impersonata dall'attrice Isabell Sollman. Una piccola folla di curiosi per tutta la mattinata ha sostato di fronte all'area del tempio di Giunone che per alcune ore e' stata interdetta ai visitatori nella speranza di potere vedere Luca Zingaretti e qualcuno e' riuscito a scattare l'agognato selfie con il popolare attore. "Ricordo che venni ad Agrigento per ricevere l'onorificenza al commissario Montalbano, con Andrea Camilleri e l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi", ha detto Zingaretti che ad Agrigento si e' intrattenuto poche ore, riassaporando "lo stupore della bellezza della Valle dei templi". "Le riprese nella nostra Valle dei templi della fortunata serie del commissario Montalbano - ha detto il sindaco Lillo Firetto - grazie alla Palomar, costituiranno un formidabile veicolo di promozione per la nostra citta' perche' veicolate in decine di Paesi al mondo".
 
 

Agrigento Notizie, 21.4.2016
VIDEO | ll commissario Montalbano, Zingaretti sul set nella Valle dei templi

«Era un omaggio dovuto». Così ha risposto Luca Zingaretti a chi gli domandava come mai ci si trovasse a “girare” nella Valle dei templi. L’attore è stato accolto da uno stuolo di estimatori dei quali ha soddisfatto le richieste: autografi, selfie e foto ricordo per “immortalare” una giornata speciale. Un bagno di folla che mostra quanto le opere del maestro Camilleri e la serie che ne scaturisce, di cui Zingaretti è il simbolo, siano apprezzati
Loredana Guida e Calogero Montana Lampo
 
 

Xunta de Galicia, 21.4.2016
Camilleri e Montalbano. La Sicilia in bocca
Impara a conoscere la Sicilia attraverso le storie del Commissario di Salvo Montalbano.

Valentina Guitto ci parlerà di Andrea Camilleri, uno scrittore eccezionale con una storia da raccontare con i suoni e i sapori della Sicilia
Quando? Giovedì, 28 aprile 2016
A che ora? Dalle 20:00 alle 21:30
Dove? Aula 7 (al primo piano)
giveawayboy
 
 

Agrigento OGGI, 22.4.2016
“Montalbano”, vogliamo che torni e resti per sempre

Era stato il sindaco Lillo Firetto a promuovere l’iniziativa di portare il “Commissario Montalbano” nella Valle dei Templi.
E cosi è stato, per la gioia di quanti amano l’attore e il personaggio ma, soprattutto, per rilanciare nel mondo il nome di Agrigento.
Per la verità, “Il Commissario Montalbano” dalle nostre parti, avrebbe dovuto “viverci” da sempre, da quando cioè Andrea Camilleri lo ha inventato.
Invece si è lasciato che a godere ed arricchirsi fossero i luoghi che nulla hanno da spartire con Vigata, Marinella ecc. ecc.
Speriamo che si recuperi in un prossimo futuro con l’intelligenza che gli altri hanno saputo sfruttare.
Luca Zingaretti è arrivato al Tempio di Giunone nello stesso momento in cui l’aria si era fatta pesante, e non soltanto per il caldo, ma per la scelta della Produzione di non agevolare per niente il lavoro dei giornalisti e dei fotoreporter trattati quasi a pesci in faccia. Per fortuna tutto è rientrato nella norma grazie proprio a Zingaretti che malgrado la stanchezza si è mostrato molto disponibile soffermandosi con i fans che lo attendevano da ore.
C’è da dire che a Scicli e Ibla, ci sono abituati ormai e probabilmente non attribuiscono più importanza alla troupe. Qui ad Agrigento, l’arrivo di “Montalbano” è stato un vero e proprio avvenimento di quelli che ti tengono inchiodati per ore nella speranza di vedere da vicino il personaggio. Luca Zingaretti non ha deluso affatto le aspettative.
Peccato, però, per quell’inizio di mattinata poco edificante che si sarebbe potuto evitare con un po’di buon senso da parte degli addetti ai lavori.
Luca Zingaretti e il sindaco Lillo Firetto, giunto nell’intervallo tra un ciak e l’altro, sono rimasti a lungo a chiacchierare.
“La presenza di Zingaretti nella Valle dei Templi – ha detto il sindaco – rappresenta un formidabile veicolo di promozione per la nostra città”.
Auguriamoci che sia solo l’inizio.
Eugenio Cairone
 
 

Corriere di Ragusa, 22.4.2016
Attualità - Giornata intensa di riprese per i prossimi due episodi della serie
Montalbano indaga tra i templi di Agrigento
E’ la prima volta che la Palomar gira nel capoluogo agrigentino in una location di eccezione

Nessun tradimento del mare di Punta secca e della campagna iblea. Solo un giorno intenso di riprese alla Valle dei Templi per Luca Zingaretti (foto) che ha avuto una giornata caldissima sotto il sole di Agrigento. Per tutta la giornata la troupe della Palomar ha girato all’ombra, si fa per dire, del tempio di Giunone dove il commissario Montalbano incontra la bionda e bella Ingrid (Isabell Sollman) che gli deve confidare un segreto. E’ la prima volta che lo sfondo ineguagliabile della valle dei Templi entra tra le localion della serie tv e per la Sicilia sarà un altro spot di eccezione.
Un omaggio quasi dovuto ad Andrea Camilleri, quale nativo di Porto Empedocle ed agrigentino di elezione. Le riprese sono andate avanti nel parco archeologico che per alcune ore è stato interdetto alle visite. La cosa non è passata inosservata perché sono stati in tanti, turisti e locali, ad attendere a fine delle operazioni per chiedere a Zingaretti il selfie di rito. L’attore si è prestato con tanta buona volontà nonostante il gran caldo. Poi l’agognato ritorno nel suo buen retiro dell’altopiano ibleo per il commissario Montalbano che continuerà a girare tra Scicli, Punta Secca e Modica nelle prossime settimane.
Duccio Gennaro
 
 

Il Velino, 23.4.2016
Politica
Renzi: Clinton fa complimenti a Camilleri, uno dei suoi scrittori preferiti
Incontro a New York con l'ex presidente Usa: temi della discussione Europa, sicurezza, Iran ed elezioni americane

“La missione all’Onu si è conclusa con una bella chiacchierata con Bill Clinton. È sempre un piacere incontrare l’ex presidente, una delle persone più capaci di dare stimoli, suggerimenti, riflessioni mai banali. Abbiamo discusso a lungo della campagna elettorale americana, ma anche del recente viaggio in Iran, della politica economica europea, delle sfide legate alla sicurezza e alla qualità della vita in Europa e in America. E mentre ci salutavamo, Clinton ci ha chiesto di fare i complimenti a uno dei suoi autori preferiti. Chi? Andrea Camilleri. Bello, vero?”. Lo scrive sulla sua eNews Matteo Renzi.
Raimondo Deriu
 
 

Left, 23.4.2016
Resistenza ed etica del lavoro. La strage di Niccioleta

Lavoravano tutti, lavoravano tanto, lavoravano sempre i minatori della Maremma. Si chiamavano anche operai di miniera. Gente che se ne va sotto terra. Se ne va lì sotto a raccogliere argento e carbone, pirite e lignite.
All’inizio di agosto del 2012 vado a trovare Andrea Camilleri nella sua casa di Bagnolo di Santa Fiora in provincia di Grosseto. Ci sediamo sotto due castagni nel giardino. Si chiamava Angelo Mai il vecchio proprietario che gli ha venduto il terreno. Gliel’ha venduto e poi ci ha ripensato è andato a trovarlo con l’accetta e voleva portarsi via quei due grossi alberi. Diceva che gli aveva venduto la terra, ma non gli alberi che ci stavano sopra, ma Andrea riuscì a dissuaderlo e stanno ancora lì nel suo giardino a fare ombra. C’era anche un serpente in questo pezzo di terra alcuni anni fa. “Era un innocuo verdone” mi dice. Il nome col quale viene chiamato dipende dai posti. A Roma quel tipo di biscia l’ho sempre sentita chiamare “frustone”, in altri luoghi è chiamato “blacco” o “biacco”. “Alle sette del mattino attraversava qui e se ne andava” mi dice, “alle sette di sera riattraversava. Allora gli davamo il latte e lui beveva”. Lo chiamavano Don Gaetano a quel serpente e gli davano il latte come a un gattino.
Sotto ai castagni di Bagnolo salvati dall’ascia di Angelo Mai, però, Andrea Camilleri non mi vuole parlare della sua casa e di quando c’è venuto a stare per passare qualche settimana d’estate. Ma lui è uno straordinario narratore e prima di arrivare al centro della storia mi ci vuole accompagnare piano piano. E ancora per un po’ ci gira attorno. Mi racconta che in ogni paese c’è un cognome che lo caratterizza. Per esempio a Castel del Piano si chiamano tutti “Ginanneschi” dice “e tutti si chiamano Peppe di nome. Una volta venne uno a chiedere dei mietitori e partirono otto mietitori, otto Peppe Ginanneschi… racconto meraviglioso del sindaco di Castel del Piano, narratore meraviglioso. Otto Peppe Giganteschi e un asino che si chiamava Peppe”.
Così, piano piano, Andrea mi avvicina al suo racconto come quando fai un regalo a qualcuno e glielo porti in un pacco incartato e infiocchettato. Prima di capire cos’è devi togliere il fiocco e scartarlo. Il regalo di Andrea è una storia del paese di Niccioleta.
Ci stava la miniera a Niccioleta, ma non solo lì. C’erano miniere in molti paesi attorno. Le chiamano “colline metallifere” e coprono un territorio che interessa quattro province. Furono sfruttate soprattutto tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900 quando ai cognomi tutti uguali che riempivano questi paesi se ne aggiunsero altri che venivano dal Veneto e dalla Sicilia e dalla Sardegna. Venivano per lavorare Ernesto Balducci che era nato da quelle parti parla della “loro religione del lavoro e della famiglia, questa elementare religione del popolo che essi hanno vissuto fino a morirne”. E infatti è proprio di questo che Camilleri vuole parlarmi.
Stava finendo la guerra ai primi di giugno del 1944 da quelle parti e i tedeschi cominciavano ad andarsene, ma a Niccioleta i minatori temono che prima di partire facciano saltare in aria la miniera. Così prendono le poche armi che hanno, qualche pistola e qualche fucile da caccia e fanno i turni di guardia per difendere il proprio lavoro. Dura poco perché si accorgono che se davvero arrivassero i tedeschi sarebbero meglio armati e per gli operai di Niccioletà finirebbe male. E infatti i tedeschi arrivano, ma sono tedeschi solo il comandante e i sottufficiali. I militari erano tutti italiani con divise tedesche. Si tratta dei militari scappati dopo l’8 settembre che i tedeschi avevano arrestato e internato. A loro era stata data la possibilità di tornare in libertà vestendo la divisa repubblichina o tedesca. La maggior parte rifiuta, ma quelli che accettano sanno che verranno utilizzati per un lavoro di repressione nei confronti di partigiani e civili. Lo sanno e accettano. Proprio questo accadde a Niccioleta. Il 13 giugno vennero fucilate sei persone e il giorno successivo altre 77.
Ascanio Celestini

(il racconto di Ascanio Celestini continua su Left in edicola. In questo intervento l’attore e regista racconta la genesi del libro Quanto vale un uomo, scritto con Andrea Camilleri, Marco Paolini e Marco Baliani per l’editore Skira)
 
 

NacióDigital, 24.4.2016
8tv
24 abr | 21:30 a 01:30
1999, Italia
Comisario Montalbano
La danza de la gaviota / La caza del tesoro
El Comisari Montalbano és un hombre de lley que no dudta en trencar-la per resoldre casos...

El Comissari Montalbano treballa en Vigata, província de Montelusa amb dos peculiars acompanyants. Tot i ser un home de llei, Montalbano no dubta a trencar-la per resoldre els seus casos ja que és conegut per la seva ironia i tenacitat a la Sicília rural governada per la màfia. A cada episodi Montalbano resol complicats casos amb la seva característica astúcia.
Sortit de la ploma de l'escriptor italià Andrea Camilleri, el personatge del comissari Montalbano s'ha convertit en tot un referent de la novel•la policíaca actual. Deutor de l'inspector Maigret i Pepe Carvalho, pels que no oculta la seva gran admiració, Montalbano és un melancòlic investigador sicilià amb un irònic sentit de l'humor que el dota d'un aire tan humà com entranyable.
 
 

Teleclub, 24.4.2016
Commissario Montalbano
Der Kavalier der späten Stunde, Polizei-Serie, I 2002
So 24.04.2016 01.40

In Vigata herrscht helle Aufregung. Ein alter Mann, Geometra Garzullo, hat Mariastella Cosentino, die in der Agentur von Emanuele Gargano arbeitet, an ihrem Arbeitsplatz als Geisel genommen. Garzullo will sein Geld zurückhaben, dass er Gargano gegeben hatte, um es für ihn zu investieren. Doch Gargano scheint ein übler Betrüger zu sein. Für Commissario Montalbano beginnt ein kniffliger Fall, bei dem einige dunkle Geheimnisse aufgedeckt werden ...
 
 

25.4.2016
Pinocchio (mal)visto dal Gatto e la Volpe

Sarà in libreria l'11 maggio, edito da Giunti, il libretto dell'Opera scritta da Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti e andata in scena al Teatro Massimo di Palermo dal 2 al 5 aprile 2106.
Il volume, corredato dalle illustrazioni di Mariolina Camilleri, sarà probabilmente presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino (12-16 maggio 2016).
 
 

Tele.at, 25.4.2016
SAT.1 emotions
Sonntag, 08.05.2016
07:00 bis 08:40
Sonstiges
Commissario Montalbano
I 2005

Eine Wasserleiche, die aus dem Mittelmeer gefischt wird, wirft viele Fragen auf. Commissario Montalbano übernimmt die Ermittlungen und stößt bald auf ein riesiges Netz aus Korruption, Menschenhandel und skrupellosen Mafiosi. Wie es scheint, besorgt eine Mafia-Organisation Kinder in Nordafrika zum Zwecke der Adoption, Prostitution, für Taschendiebbanden und sogar als Organspender. Commissario Montalbano kennt bei diesem Fall keine Gnade ...
 
 

Corriere del Mezzogiorno, 26.4.2016
La delibera
Agrigento torna Girgenti, addio alla toponomastica voluta da Mussolini
Il duce volle dare un nome più “italiano” all’antica Akragas. Esultano storici e studiosi di storia locale e pure il papà di Montalbano, lo scrittore Andrea Camilleri

Agrigento torna Girgenti. Accade per il centro storico che riprende il nome con cui veniva chiamata la Città dei Templi fino al 1927, quando Mussolini volle cambiare la toponomastica, dando un nome più “italiano” all’antica Akragas. Adesso, con una delibera della Giunta comunale guidata dal sindaco Lillo Firetto, viene approvato il nuovo nome per il nucleo storico dell’abitato di Agrigento, quello arabo-normanno-chiaramontano, che tornerà a chiamarsi “Girgenti”.
Anche Camilleri accoglie con gioia la novità
L’iniziativa rende contento il primo cittadino che dichiara: «L’assegnazione del toponimo Girgenti caratterizza il cuore culturale della città». Gli apprezzamenti per la nuova toponomastica, arrivano dalla Soprintendenza dei Beni Culturali da storici e studiosi di storia locale, oltre che dal cittadino onorario di Agrigento, Andrea Camilleri che accoglie di buon grado la novità: «Ho sempre preferito chiamarla Girgenti – spiega lo scrittore dalla cui penna è nato il Commissario Montalbano - e quindi quella di oggi è una restituzione all’antica storia di Agrigento, che il fascismo volle chiamare così, ma che per me è sempre stata e rimarrà». L’intento dell’Amministrazione Comunale è di dare un forte impulso ad un percorso storico-culturale che comprende il centro storico della città, percorso di rivitalizzazione della memoria identitaria cittadina che mira a conservare un bene immateriale com’è quello rappresentato dalla parola “Girgenti”.
Percorso storico-letterario
Il nuovo percorso storico-letterario comincerà dalla Porta dei venti, a nord, abbracciando in senso orario la chiostra muraria fino alla chiesa della Madonna degli Angeli e da lì, fino alla chiesa di San Pietro; da essa, l’intera chiostra che va per la Porta dei panettieri, quella dei Saccaioli o Santa Lucia e quella di Marte; quindi, risalendo di poco, l’intero quartiere del Rabato fino a raggiungere e percorrere verso nord-ovest la salita San Giacomo, l’istituto Gioeni, l’antico Steri o Seminario da dove seguendo le mura naturali e il balzo del colle si congiunge col punto di avvio e cioè con la Porta dei Venti.
Alan David Scifo
 
 

Universidad de Málaga, 26.4.2016
CAMILLERI A PRIMERA VISTA. VUELTA AL MUNDO A TRAVÉS DE LAS PORTADAS DEL AUTOR SICILIANO
Inauguración: 3 de mayo a las 10:00 horas
Fecha: 29 de abril - 14 de mayo de 2016
Horario: de lunes a sábado. Excepto, festivos
Lugar: Hall del Edificio Rectorado
Acceso gratuito

La Universidad de Málaga, con motivo del IV Seminario sobre la obra literaria de Andrea Camilleri y gracias a la colaboración de la Editorial Sellerio, presenta la exposición Camilleri a primera vista en el edificio Rectorado. Esta muestra, nos permite admirar sus obras, incluida alguna traducción, en su formato original, desde la primera a la última. Su narrativa, tanto en Italia como en el resto de países donde su obra es conocida y apreciada, representa un hito cuyo significado más sublime es crear puentes y llegar a diferentes contextos y autores procedentes de las distintas realidades de los países que se asoman al Mediterráneo. Un viaje que el visitante podrá realizar recorriendo el camino literario de Andrea Camilleri, viendo pasar uno tras otros los títulos de sus magnificas obras: Il corso delle cose, La forma dell’acqua, La pazienza del ragno, La pensión Eva, Le ali della sfinge, hasta Noli me tangere, su última obra publicada en 2016, son solo algunos de los títulos más famosos que han protagonizado el éxito literario de Camilleri.
La obra de Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Italia, 1925), es, sin duda, merecedora de estudios e investigación continua tanto por su valor literario y lingüístico y por sus constantes referencias a la realidad histórica, cultural y civil de Sicilia, y de Italia, como por la globalidad que atrae a muchos lectores de todo el mundo (sus obras han sido traducidas a más de 40 idiomas) y por los interesantísimos valores antropológicos que desprende. El autor del comisario Montalbano es objeto de estudio, por segundo año, en la Universidad de Málaga. En la presente edición, su obra, va a ser investigada desde diferentes ámbitos, como el literario, el lingüístico, el traductológico, el criminológico, el cinematográfico, el histórico y un largo etcétera de recorridos que reúnen en Málaga a expertos de reconocido prestigio
Más información>>>>
 
 

tvheute.at, 26.4.2016
20:15 Mo. 25.04. ServusTV
Commissario Montalbano
Angelicas Lächeln

Eine Reihe von eigenartigen Einbrüchen macht Commissario Montalbano (Luca Zingaretti) das Leben schwer. Alle erfolgen bei reichen Leuten aus demselben Freundeskreis, alle nach dem gleichen Muster. Erst werden die Zweitwohnsitze ausgeraubt, dann die Stadtwohnungen. Als die Einbrecherbande in anonymen Briefen einen vierten und letzten Einbruch ankündigt, setzt Montalbano alles daran, die Bande auf frischer Tat zu ertappen...Free-TV-Premiere der brandneuen Staffel der italienischen Erfolgsprodukti
 
 

Corriere di Ragusa, 27.4.2016
Attualità - Dopo le riprese nella Valle dei Templi ad Agrigento
Montalbano torna a Scicli per le riprese di 2 nuove puntate
La troupe girerà nella zona di S. Maria La Nova e in via Mormina Penna

Il commissario Montalbano torna a casa. Dopo le riprese nella Valle dei Templi da giovedì la troupe della Palomar ritorna in via Mormina Penna e dintorni per girare numerose scene delle nuove puntate che sono state programmate per andare in onda nei primi mesi del prossimo anno. Luca Zingaretti si muoverà, dunque tra via Nazionale, via Dolomiti e Santa Maria La Nova. Dalla mezzanotte di mercoledì tutta a zona sarà interdetta al parcheggio fino alla mezzanotte di giovedì in modo da consentire alla troupe di muoversi a proprio agio. Luca Zingaretti percorrerà in alcune scene la via Mormina Penna per sostare davanti al palazzo comunale (foto) dove si trova, nella fiction, la stanza del questore di Montelusa, Alberto Alderighi. Per quanto riguarda il cast ritornano naturalmente tutti i protagonisti principali mentre per la parte della protagonista femminile ci sarà ancora Sonia Bergamasco. Le due nuove puntate sono tratte dal romanzo «Il covo di vipere» e dal racconto «Come voleva la prassi». Altre due puntate sono in programma per il prossimo autunno ma il regista Alberto Sironi non si è voluto sbilanciare al riguardo.
Duccio Gennaro
 
 

Corriere della Sera, 27.4.2016
Città d'Italia
Agrigento, ritorno al passato
Il sindaco: si chiamerà Girgenti (ma solo nel centro storico)

L’aveva suggerito Andrea Camilleri e il primo cittadino Lillo Firetto lo ha fatto: si torna al nome che la città dei Templi aveva fino al 1927 quando il Duce volle cambiare. Lo scrittore: «Agrigento mi fa pensare al fascismo, Girgenti a Pirandello»

L’aveva suggerito poco più di due mesi fa Andrea Camilleri e il sindaco di Agrigento Lillo Firetto che gli aveva assegnato la cittadinanza onoraria l’ha fatto. Cambiando nome alla sua città. O meglio tornando a chiamare l’intero centro storico della città dei Templi col nome che aveva fino al 1927, Girgenti. Storica denominazione sgradita a Mussolini che cancellò il passato. Con amarezza confidata da Camilleri alla cerimonia per la cittadinanza, svoltasi il 4 febbraio in trasferta a Roma, in Campidoglio: «Agrigento mi fa pensare al fascismo, Girgenti a Pirandello».
Dalle novelle ai «mi piace»
Tante novelle di Luigi Pirandello ruotano attorno ai personaggi e ai paradossi della sua “Girgenti” che anche Camilleri ha sempre considerato la sua città, pur avendo le stesse radici del drammaturgo nella vicinissima Porto Empedocle. Da dove arriva anche il sindaco Firetto, prima sindaco di Porto Empedocle e adesso di Agrigento-Girgenti, fiero della delibera di giunta appena approvata “in piena sintonia con Soprintendenza dei Beni Culturali, storici e studiosi di storia locale”. Lo dice mostrando la pagina di facebook zeppa di “mi piace” e indicando l’area che dalla Porta dei venti, a nord, abbraccia in senso orario la chiostra muraria fino alla chiesa della Madonna degli Angeli e da lì, in direzione nord-sud, fino alla chiesa di San Pietro...”.
Dalla devastazione al recupero
La nuova e antica denominazione cela un progetto ben definito, come spiega Firetto: “Vogliamo dare un forte impulso a questo percorso storico-culturale, un percorso di rivitalizzazione della memoria. Il nome storico costituisce un lascito della letteratura e della tradizione locale, un bene culturale immateriale inscindibilmente connesso alle sopravvivenze storiche del centro urbano. Tornare a chiamare Girgenti il borgo medievale è un riconoscimento della devastazione che esso ha subito nei 155 anni di unità nazionale. Non si tratta ovviamente di un illusorio ritorno al passato, ma della consapevolezza della necessità del recupero di valori urbani umiliati e offesi”.
Ma la cattedrale frana
Il cambio di denominazione servirà a poco però per affrontare il problema più grande del centro storico, lo scandalo della grande Cattedrale, le mura crepate, le fondamenta che rischiano di scivolare lungo un pendio franoso, come ripete spesso senza essere ascoltato il cardinale Francesco Montenegro. Sulla stessa posizione Firetto che con la Curia partecipa a un bando dell’assessorato regionale alle Infrastrutture per interventi all’interno della cattedrale: “Ma se non si interviene sul pendio a nulla serve, come ripetiamo al presidente della Regione Crocetta che ha promesso 30 milioni di euro per bloccare la frana...”. Assicurazione verbale, priva di un progetto esecutivo.
Felice Cavallaro
 
 

28.4.2016
L'altro capo del filo

Sarà in libreria il 26 maggio, edito da Sellerio, il nuovo romanzo del Commissario Montalbano, che è anche il libro n.100 di Andrea Camilleri.
 
 

Welfare Cremona Network, 28.4.2016
1° Maggio A Cremona Under 13 Orchestra porta in scena la fiaba di Andrea Camilleri
Domenica 1 maggio alle 11, all’Auditorium della Camera di Commercio una “Magarìa” in musica

Porta la firma di Andrea Camilleri, e del compositore Marco Betta, “La Magarìa”, fiaba musicale per voce recitante e orchestra, in scena domenica 1 maggio alle 11, all’Auditorium della Camera di Commercio di Cremona (via Baldesio 10) nell’ambito della rassegna “Il Violinista sul Tetto” promosso dall’Associazione Culturale Lo Studiolo di via Beltrami e dalla Casa Editrice Cremonabooks. L’ingresso è libero.
Sul palco la Under 13 Orchestra, ideata e sostenuta dalla Fondazione La Nuova Musica – Ricordi Music School in cui, con passione ed entusiasmo, nota su nota, ragazzi, bambini, docenti e Direttori hanno raggiunto grandi risultati. Li dirige il Maestro Sergio Del Mastro
La storia, narrata dalla voce di Emmanuele Aita e dal cortometraggio di Rocco Mortelliti, è semplice e fantastica. A Lullina piace moltissimo passeggiare con il nonno e ascoltarlo mentre racconta storie incredibili inventate apposta per lei. Ma un giorno il nonno si accorge che la sua picciliddra è distratta e pensierosa e quando le chiede cosa non va lei confessa: tutto dipende da un sogno, il più bizzarro e stravagante che abbia mai fatto. Un omino minuscolo, tutto vestito di giallo, le ha rivelato la formula magica per far scomparire le persone, e Lullina muore dalla voglia di fare una prova! Fi ri ri ri, borerò, parupazio, stonibò, qua non sto: appena le sette parole misteriose escono dalla sua bocca la bambina scompare. Prima incredulo e poi disperato, il nonno si mette a cercarla dappertutto, invano. Possibile che quelle sette parole mammalucchigne abbiano sprigionato una magia tanto potente? Ma, spiega Camilleri, “per dei bambini non potevo lasciare un finale così drammatico e ingiusto, e l’ho modificato, anche perché dalle fiabe ci si aspetta che finiscano col solito e vissero felici e contenti”. Come poi avviene.
Il divertente testo/monologo ha suggerito al compositore Marco Betta di realizzare proprio per Under 13 Orchestra “una piccola opera di teatro letterario della mente nella quale i personaggi sono evocati dagli strumenti dell’orchestra”: Lullina è il violino, il nonno il violoncello, il nano è il fagotto, il grillo è la viola, la balena la tuba, l’usignolo è il flauto, il Maresciallo dei Carabinieri la tromba e così via. Se la parte narrativa si può sintetizzare come apparizione, incantesimo e magia, la dimensione musicale disegna linee immaginarie, di orizzonte, di cielo, di nuvole, plasmando tracce melodiche ad unire l'immaginazione della parola ed il suo divenire suono.
Quindi il finale con due brani celeberrimi: “Ouverture” da “Nabucco” di Giuseppe Verdi ed “Allegretto” dalla Quinta Sinfonia di Ludwig Van Beethoven
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Under 13 Orchestra è un progetto dal grande valore sociale, una palestra di educazione alla solidarietà, all’integrazione e alla collaborazione. Un progetto dedicato a tutti i bambini, senza alcuna distinzione. Under 13 Orchestra festeggia nel 2015 i suoi primi 10 anni di attività. Under 13 Orchestra è stata ideata e viene portata avanti dalla FONDAZIONE LA NUOVA MUSICA – RICORDI MUSIC SCHOOL in cui, con passione ed entusiasmo, nota su nota, ragazzi, bambini, docenti e Direttori hanno raggiunto grandi risultati. Sergio del Mastro li dirige con passione ed entusiasmo, Alessandra Masiello coordina tutto il progetto didattico, gli arrangiamenti delle parti, valorizza ogni giovane musicista trovando il ruolo più adatto per ognuno e mantenendo in equilibrio tutte le sezioni. Under 13 Orchestra è una orchestra sinfonica completa in tutte le sue sezioni compresi i contrabbassi gli ottoni i fagotti e i corni e ogni sezione è sostenuta da un docente o da un ex partecipante, uscito per limiti di età ma diventato Tutor. Hanno fatto oltre 40 concerti in importanti teatri in cui molti ospiti prestigiosi si sono esibiti sui palchi insieme a loro: Paola Turci, Antonella Ruggiero e Ron per la musica pop, Enrico Pierannunzi, Sandro Cerino, Cecilia Chailly e Giorgio Gaslini, la ballerina Beatrice Carbone ha danzato con loro, Maurizio Nichetti, Linus, Gigio Alberti sono stati la voce recitante nei loro concerti e nel mondo classico Direttori, strumentisti e compositori si sono uniti a questo bellissimo progetto.
Andrea Camilleri ha scritto una favola "Magarìa" che è stata musicata per Under 13 Orchestra da Marco Betta di cui è stato fatto un cortometraggio con la regia di Rocco Mortelliti, Giorgio Gaslini ha scritto per loro una Suite eseguita in prima assoluta al Conservatorio di Milano nel 2013, così come hanno fatto altri musicisti come il grande jazzista Enrico Pirannunzi, Cecilia Chailly, Sandro Cerino, Emiliano Palmieri e altri.
Hanno partecipato a Festival e concerti con un nuovo repertorio sinfonico in cui spicca il repertorio scelto dall’archivio Ricordi di Verdi e Rossini, l’Incompiuta di Schubert e la Quinta Sinfonia di Beethoven. Da anni collaborano con Mito Festival nel progetto Facciamo Musica Insieme e Filarmonica della Scala per il progetto Sound Music diretti per questo progetto da Marcello Sirotti.
 
 

Université Nice Sophia Antipolis, 28.4.2016
Conférence: "Images de Méditerranée dans les enquêtes du Commissaire Montalbano d’Andrea Camilleri"
Programme de conférences dans le cadre du cycle intitulé: «HISTOIRES DE MÉDITERRANÉE(S)»

Organisée par le Centre de la Méditerranée Moderne et Contemporaine (CMMC)
Madame Barbara Meazzi (Professeur UNS-CMMC) interviendra sur le thème:
"Images de Méditerranée dans les enquêtes du Commissaire Montalbano d’Andrea Camilleri"
Le 24-05-2016, de 17:00 à 19:00
Auditorium bibliothèque Louis Nucéra de Nice
Plus d'information sur cet événement…
 
 

ANSAMed, 28.4.2016
Libri: da Corano a Montalbano, padiglione Italia Abu Dhabi
Ospite d'onore a fiera Emirati, fra testi antichi e ricette

Beirut - Una Bibbia in arabo e un Corano in latino sono tra gli antichi testi presentati dalla Biblioteca Angelica di Roma alla Fiera internazionale del Libro di Abu Dhabi, apertasi ieri, dove l'Italia è quest'anno ospite d'onore.
Quasi un simbolo di un dialogo tra civiltà e religioni che va ad aggiungersi alle diverse iniziative per la diffusione della cultura italiana in questa manifestazione, che vedrà anche diversi cuochi tricolori cimentarsi con ricette ispirate alla letteratura, comprese quelle dedicate al commissario Montalbano.
Sedici sono le case editrici italiane presenti alla rassegna, insieme a una vasta schiera di autori, come Donato Carrisi, che parlerà al pubblico locale delle sfide con cui si confronta oggi uno scrittore di gialli. Ma una presenza significativa sarà anche quella del medievalista Franco Cardini, studioso delle relazioni tra Islam e Occidente, che parlerà delle influenze, poco note, della cultura musulmana su quella europea. Il padiglione italiano, curato dall'Associazione editori, è stato inaugurato dal sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo Antimo Cesaro insieme ad una mostra di antichi testi, tra il XIV e il XVIII secolo, della Biblioteca Angelica, presente la direttrice Fiammetta Terlizzi. Uno degli obiettivi della partecipazione italiana è quello di rafforzare la cooperazione non solo culturale, ma anche economica e politica con Abu Dhabi, come hanno sottolineato i promotori, tra i quali i ministeri degli Esteri, dei Beni culturali, dello Sviluppo economico, l'ambasciata italiana e l'Ice. E a questo fine Cesaro ha avuto una serie di incontri con autorità locali con le quali ha esaminato il ruolo che l'Italia può avere nel cooperare agli sforzi degli Emirati per investire nel turismo di qualità, in particolare nella cultura e nei musei. "Possiamo dare un contributo importante - ha sottolineato il sottosegretario - per la catalogazione e la valorizzazione dei reperti che verranno portati alla luce nelle campagne archeologiche pianificate da Abu Dhabi. Inoltre, entro pochi mesi verrà inaugurato l'Istituto di cultura italiano negli Emirati. Mentre da quest'anno all'università Zayed ha cominciato la sua attività il primo lettore di italiano". La cucina avrà una parte importante nello spazio tricolore alla Fiera del libro. Tra gli chef che si esibiranno vi sarà Heinz Beck, della Pergola di Roma con tre stelle Michelin, con piatti ispirati all' "Arte di mangiar bene" di Pellegrino Artusi, e il siciliano Andrea Mugavero, che realizzerà ricette del 'padre' di Montalbano, Andrea Camilleri.
 
 

Nuovo Sud, 29.4.2016
La troupe della Palomar a Modica per girare alcune scene del Commissario Montalbano

La troupe della Palomar è oggi a Modica (Ragusa) per alcuni ciak dei due nuovi episodi del Commissario Montalbano: 'Il covo di vipere' e 'Come voleva la prassi' che andranno in onda su Rai1 nel 2017. Le riprese verranno realizzate in Corso San Giorgio, nella zona antistante il Duomo di Modica che esalta il barocco siciliano. Accolto con entusiasmo da curiosi e appassionati l'attore Luca Zingaretti che tra l’altro ha la cittadinanza onoraria di Modica per aver girato già in passato diverse scene nella città della Contea.
desk
 
 

Corriere di Ragusa, 29.4.2016
Attualità - Le riprese del Commissario
VIDEO Montalbano mandato a fare in culo da Perracchio in una scena!
I 2 nuovi episodi andranno in onda nel 2017 su Rai Uno

La scena è esilarante e si svolge sul balcone di casa Tommasi Rosso con lo sfondo della chiesa di S. Giorgio. Il dottore Pasquano, alias Marcello Perracchio, riceve la visita del commissario Montalbano mentre è a colazione sul suo balcone che affaccia su tutta la città.
Non la prende bene come al solito e rifila al malcapitato Montalbano un bel po’ di parolacce esortando la moglie ad urlargli di “Andare a fare in culo”! che risuona per tutta la scalinata. E lo stesso Montalbano Zingaretti la prende sul ridere: "Non so se si è capita la metafora"! E’ una delle scene che la troupe della Palomar sta girando tra Scicli e Modica per i due nuovi episodi dello sceneggiato più amato dagli italiani. A Scicli giornata intensa con protagonisti impegnati sui vari set prima alla Cava S. Bartolomeo, poi al quartiere Piedigrotta, dove Sonia Bergamasco con pantaloncini mozzafiato incontra il commissario e infine a palazzo Busacca e nella piazza antistante il comune. A Modica tutti impegnati sul set di S. Giorgio con la scena della colazione del dottor Pasquano e l’incontro tra la protagonista femminile, stavolta in abiti meno provocanti, e il commissario, che la saluta prima che parta il pullman. Il set è blindatissimo e a stento passano i residenti. I turisti possono ammirare la chiesa di S. Giorgio solo da lontano. Niente foto e niente rumori. Il commissario ha la massima protezione. E’ la penale che bisogna pagare perché le città barocche iblee vengano esaltate dalle scene sapientemente girate dal regista Alberto Sironi che segue sempre da vicino ogni battuta. I due nuovi episodi ´Il covo di vipere´ e ´Come voleva la prassi´ andranno in onda su Rai1 nel 2017
Duccio Gennaro
 
 

La Repubblica, 30.4.2016
Se il romanzo è letto da una star

Dalla parola scritta a quella orale in una sola app. Audible, nato negli Stati Uniti nel 1995 da un'idea di Donald Katz e poi acquisita da Amazon otto anni fa per 300 milioni di dollari, sbarca in Italia. Da qualche tempo ha mire globali e arriva nel nostro Paese dopo aver toccato l'Inghilterra, l'Australia, la Germania, la Francia e il Giappone. Dal 6 maggio, venerdì prossimo, sarà possibile ascoltare i suoi quindicimila audiolibri dei quali duemila in italiano.
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Per ora si comincia con un catalogo che ha diverse lacune ma alcuni testi di rilievo, fra i quali I racconti di Nenè di Camilleri.
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Jaime D'alessandro
 
 

Prima comunicazione, 4.2016
Donne
Le donne di Camilleri in pillole
Dieci ritratti di donne fiere e indipendenti, dieci mini film da dieci minuti, ciascuno dei quali è un corpo a sé, ma legato in un unicum o voce di un io narrante.


Miriam Dalmazio e il regista Emanuele Imbucci

Parliamo di “Donne”, un progetto targato Anele, la società dell’emergente Gloria Giorgianni, che ha al suo attivo la web serie “Under” da un milione di visualizzazioni sulla piattaforma NanoPress – di cui Canal+ ha appena acquistato il diritto on demand e la distribuzione per l’Europa e l’America Latina – l’instant doc su Pizzarotti uscito su Corriere.it all’indomani della sua elezione a sindaco di Parma, un più impegnativo documentario sulla vita di Pertini in chiave pop e un’opera prima cinematografica in preparazione.
Il formato corto e abitualmente associato alla Rete, invece lo strano ibrido di “Donne” nasce direttamente per la televisione e nientemeno che per Rai1, ed è tutt’altro che un progetto improvvisato e frettoloso.
La sua matrice è letteraria, in quanto è la fedele trasposizione di “Donne”, un’antologia di racconti di Andrea Camilleri con cui la celebre penna di “Montalbano” rende omaggo alle donne incontrate nel corso degli anni che hanno lasciato una vivida impronta nella sua memoria.
Dei trentanove ritratti del libro “ne abbiamo scelti dieci per raccontare dieci generazioni di donne dagli anni Trenta agli anni Ottanta, donne diverse ma tutte donne che prendono in mano la loro vita”, dice Gloria Giorgianni. “L’idea del femminile lontano dallo stereotipo moglie-mamma che mi ha intrigato leggendo il libro di Camilleri è il messaggio culturale che mi piacerebbe arrivasse al pubblico. La mia sfida è di farlo coniugando una materia letteraria alta con la velocità del formato breve”.
“Donne” dovrebbe andare in onda il prossimo autunno su Rail in uno slot ancora non definito: si parla della seconda serata a cavallo del telegiornale, ma si sta ragionando anche sulla più visibile fascia dell’access prime time. Nonostante il formato corto non sia mai stato sperimentato nel palinsesto dell’ammiraglia, il primo a innamorarsi del progetto è stato Giancarlo Leone, allora direttore di Rail. Camilleri e Montalbano sono un grande asset di Rai1, e questo ha senz’altro reso più attrattiva la proposta della Giorgianni, ma è vero che a Leone è sempre piaciuto fare di tanto in tanto delle incursioni culturali nella sua rete, come decidere per esempio di portare in prima serata il documentario su Camilleri prodotto dalla stessa Giorgianni (e acquistato dalla Bbc), per il novantesimo compleanno dello scrittore.
La Giorgianni, che è nipote di Elvira Sellerio, l’editrice siciliana dei “Montalbano” recentemente scomparsa e grande amica di Camilleri, e nata professionalmente dentro la Palomar facendo l’editor e la producer di molti “Montalbano” e della prima serie del “Giovane Montalbano”, fino a lasciare nel 2012, sentendosi pronta a correre da sola.
Con un cast notevole, una realizzazione accurata e la regia dell’esordiente Emanuele Imbucci. “Donne” è costata, grazie a una modalità produttiva molto leggera, poco meno di un milione. di cui la Rai ha finanziato solo una quota maggioritaria riservandosi i diritti televisivi illimitati e lasciando ad Anele il controllo dei diritti esteri, per cui è supportata da Intramovies di Paola Corvino, e su altre piattaforme.
“Donne” si presta molto a uno sfruttamento multipiattaforma e penso principalmente all’on demand, per cui sono in trattativa con diversi soggetti, tra cui anche Infinity”, prosegue la Giorgianni. “La mia idea ora è di modulare il format allargandolo a un altro scrittore italiano a cui affidare una riflessione al femminile più contemporanea, e mi piacerebbe che fosse la Rai a prendere tutti i diritti. Quello che voglio fare è infatti un vero progetto multimediale con un grande scrittore alle spalle, per cui si ragioni dall’inizio sulle piattaforme prima e poi sulla televisione. Il digitale non toglie valore alla televisione, ma questi diritti possono dialogare tra loro. E mi pare che la nuova Rai che si prospetta con Campo Dall’Orto vada in questa direzione”.
 
 

 


 
Last modified Monday, December, 27, 2021