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RASSEGNA STAMPA

GIUGNO 2017

 
TG1, 1.6.2017
Il nuovo Montalbano e i giovani di oggi
Cliccare qui per vedere l'intervista ad Andrea Camilleri

E' l'ultimo libro di Andrea Camilleri: una nuova indagine del Commissario Montalbano che deve svelare un doppio mistero.
Vincenzo Mollica
 
 

La Repubblica (ed. di Bologna), 1.6.2017
“Quelle teste in moto vanno oltre l’emergenza”

[...]
Perfino un grande scrittore come Camilleri, nel suo ultimo libro, si occupa della trasformazione irreversibile dei comportamenti dei ragazzi e della mutata comunicazione tra adulti e ragazzi, facendo entrare il suo commissario in seguito a episodi di violenza, in una scuola media.
[...]
Marilisa Martelli
 
 

Agrigento Notizie, 1.6.2017
Mostre e preziosità letterarie: da Camilleri a Pirandello, i due "colossi" della cultura
Cliccare qui per il servizio video

Appuntamento con la letteratura questo pomeriggio. Al collegio dei Filippini una doppia mostra. Da un lato la “sacralità” di Luigi Pirandello, dall’altra la storia di Andrea Camilleri, presentata dal giornalista Calogero Conigliaro. Una mostra fotografica itinerante, che racconta il meglio dello scrittore empedoclino, Andrea Camilleri.
Su Pirandello invece, è mondo a parlare. Infatti, la mostra ha raccolto delle preziosità bibliografie, che Agrigento conserva con cura. La cultura locale portata nel mondo. Esposti, dei libri stampati dagli anni trenta a seguire, parole che hanno di certo influenzato anche le varie correnti culturali dei vari paesi.
Calogero Montana Lampo, Federica Barbadoro
 
 

La Repubblica, 1.6.2017
"Save the story"
Da domani in edicola con Repubblica i grandi classici della letteratura.

Vi raccontiamo una favola al contrario, senza iniziare con c'era una volta ma scegliendo di andare all'indietro, nel passato, tra i libri lasciati in uno scaffale. Sono loro che vengono salvati, diventando moderne fiabe della buonanotte. Il progetto editoriale "Save the Story" è una missione in forma di collana, una scialuppa di salvataggio per proteggere le grandi storie dall'oblio.
[...]
Alla penna di Andrea Camilleri sono affidate le avventure del naso scappato al suo autore, Nikolaj Gogol, per gironzolare nelle strade di San Pietroburgo.
[...]
Alessandra Balla
 
 

TG1 TV7, 2.6.2017
La rete di Montalbano
Intervista confessione di Andrea Camilleri a Vincenzo Mollica
L'intervista a partire dal minuto 1:12:50
 
 

Il Foglio, 2.6.2017
Il nuovo libro di Andrea Camilleri. Leggo e rido
È uscito una settimana fa, si intitola “La rete di protezione”. Saprei scrivere una cosa come questa?

A volte mi dico che la vita non è solo sacrificio. Allora leggo un libro di Andrea Camilleri. Ieri ho letto l’ultimo. È uscito una settimana fa, si intitola “La rete di protezione ”. Sapete quel verso della canzone: “Canta isso sulo, ma che canta a ffa’”. Leggo e rido i’ sulo. Quando uno legge e ride isso sulo, tutto è riscattato. Mi successe la prima volta da ragazzino, leggendo la prima metà delle “Anime morte”. Non è una prova decisiva, per esempio con la Divina commedia non succede quasi mai. Una particolare prova di lettura ce l’ho, qualcosa di simile alla pagina 69 di Marshall McLuhan e Mariarosa Mancuso. È quando leggendo mi viene da chiedermi: ma io saprei scrivere una cosa come questa? Mi viene di rado. Con Camilleri sì. No, non saprei.
Adriano Sofri
 
 

Linkiesta.it, 2.6.2017
Il bastone e la carota
Basta col monotono Montalbano, leggete l'ispettore Drago Furlan di Flavio Santi
Il bastone e la carota: due libri a settimana, uno raccomandato e uno sconsigliato. 'La rete di protezione' di Andrea Camilleri è un libro già masticato mille volte, il nuovo giallo si trova in Friuli nel romanzo 'La primavera tarda ad arrivare' di Flavio Santi

Il bastone. La storia comincia così: Vigata, specie di El Dorado dell’editoria, è afflitta da “quei cornuti della ficzion”. L’immaginaria città siciliana è addobbata a set per una soap svedese. Mentre il rapace Domenico Augello detto ‘Mimì’ mette il pesce nelle cavità di una sontuosa attrice del Nord, Montalbano, l’arcinoto commissario, pensa al pesce del Mar Baltico, “ci nn’erano purpiteddi, come quelli che gli faciva mangiare Enzo, nel Mar Baltico?”. Dall’impresa del fedifrago Augello, si sdoppia la trama: da un lato Salvo indaga su un antico fratricidio, dall’altro risolve l’episodio di bullismo che è all’origine di una pistolettata nella scuola media del rione. La cosa più gustosa, piuttosto, è che Montalbano, tra uno sfincione e l’altro, fa il suo ingresso nell’era digitale, ha un tu-per-tu, addirittura, con Anonymous, vascello corsaro nell’oceano internettiano. Il resto ha il sapore di un arancino nocivo e del libro già masticato mille volte, d’altronde il Dottor Watson di Montalbano è Catarella, la morale pare stilarla proprio lui, l’agente tonto, quell’incrocio bizzoso tra Sancho Panza e Mr. Bean: “Com’era possibili che l’era della comunicazioni globale […] che questo spazio immenso avissi provocato ’na moltitudini di solitudini, ’n’infinità di solitudini ’n comunicazioni tra di loro, sì, ma sempre in assoluta solitudini?”. Pur pronunciata in un siciliano didascalico, che pare la cotoletta alla milanese mangiata a Bucarest – ma che ha il devoto placet di Salvatore Silvano Nigro, estensore della Trama, secondo cui gli internauti di oggi hanno “lo slancio fiducioso di nuovi argonauti” – una ovvietà resta graniticamente tale. Montalbano, che di Internet ha la stessa idea di una zia centenaria (“la riti globale servi a mittiri ’n connessioni a migliara di migliara di pirsone attraverso il computer, ma la riti, allo stesso modo del mari, se non l’acconosci bono, può fariti pigliari ’na rotta sbagliata, sbattirti cotro un basso fondali, macari ’ntrappolariti”), ormai, è l’eroe dei pensionati, i suoi romanzi van bene per allietare gli animi nelle case di riposo, per sollazzare chi è afflitto da andropausa. Per carità, Andrea Camilleri, che ha spremuto Salvo come un limone – e il limoncino non sempre viene doc – ormai non li scrive neanche più i romanzi, lo dice lui (“questo libro… è stato il primo non scritto, ma dettato”), detta pensando alla fiction Rai, come una specie di Omero del ‘giallo’ in granita sicula. “M’ascusassi, dottori, m’ascusassi, ma la pacienza persi”, tartaglia Catarella al suo commissario. La stessa frase la volgiamo a Camilleri. Uno shock benefico, per gli asfissiati lettori di Montalbano, sarebbe, per lo meno, mandare Luca Zingaretti nell’aldilà cinematografico. Sostituitelo. Il suo ceffo sbuca ovunque, tra le righe del libro, tra i cespugli dei paragrafi e l’aiuola dei capoversi, rendendo francamente fastidiosa la lettura. Effetto sinistro della fama pubblica, letale per la buona letteratura.
Andrea Camilleri, La rete di protezione, Sellerio, pp.304, euro 14,00
[...]
Davide Brullo
 
 

RagusaNews, 3.6.2017
Camilleri: Montalbano? Non ci posso combattere
Non è un personaggio, è diventato una persona
[Le dichiarazioni di Camilleri qui riportate sono parte dell'intervista di Vincenzo Mollica trasmessa dal TG1 il 1.6.2017 e a TG1-TV7 il 2.6.2017, NdCFC]

Roma - "Il mio commissario? Non è un personaggio, ma una persona. Si alza dalle pagine dei libri che scrivo e mi volta faccia". Andrea Camilleri, 92 anni, è disperato. Salvo Montalbano non risponde più agli ordini, lo contesta. Il personaggio letterario che ha creato vive di luce propria, ha una vita, autonoma e indipendente da quella del suo papà, ed è un problema.
"Quando i libri che avevo scritto erano ancora quattro, cinque, il commissario obbediva, rispondeva alle mie domande. Oggi è fuori controllo, fa di testa sua, appartiene al pubblico che lo ha amato e adottato, e io ho grandi difficoltà a tenergli testa. Da undici anni ho scritto la fine della vicenda del commissario, è in cassaforte e sarà pubblicata dopo la mia morte. Sarà una fine metaletteraria, in cui lui parlerà con me, accusandomi, criticandomi, chiedendo di morire. La macchina da scrivere mi aiuterà a risolvere il problema".
Intanto, lo sto tranquillizzando. Ci restano altri due, tre romanzi, prima della mia morte, e poi, finalmente, si riposerà".
Nella foto, Luca Zingaretti interpreta il Montabano letterario, e si copre per dal freddo durante le riprese notturne della fiction.
 
 

La Repubblica, 3.6.2017
Jeffery Deaver: "I miei re del noir? Camilleri e Faletti"
Intervista al maestro del thriller che ambienta a Napoli il nuovo capitolo della serie cominciata col "Collezionista di ossa"

Per i suoi vent'anni di indagini, Lincoln Rhyme s'è regalato una missione in Italia. Era il 1997 quando il detective tetraplegico della polizia scientifica di New York incontrava Amelia Sachs, mettendosi con lei sulle tracce dello spietato "collezionista di ossa". Jeffery Deaver, il suo papà letterario, nell'ultimo libro "Il Valzer dell'impiccato" (Rizzoli), lo ha messo su un aereo e spedito a Napoli, dall'altra parte dell'Oceano, a seguire le tracce di un torturatore che usa una tetra melodia per i suoi crimini. "Lo avevo promesso. Ho mantenuto l'impegno ", dice Deaver.
[...]
Nel "Valzer dell'impiccato" c'è un passaggio in cui lei cita anche il Montalbano di Camilleri. Conosce bene i commissari della narrativa italiana?
"Ce ne sono tanti che mi piacciono, anche se purtroppo sono costretto a leggere gli scrittori italiani in inglese, la mia padronanza della lingua non è tale da permettermi gli originali: Michele Giuttari, Roberto Costantini, Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Gianrico Carofiglio. Sono loro i miei preferiti, oltre a Faletti e Camilleri".
[...]
Angelo Carotenuto
 
 

La Stampa - TTL, 3.6.2017
Ai punti
È l’alba di Camilleri e Rovelli

Come previsto, la classifica cambia aria con i ritorni di Camilleri e Rovelli, usato sicuro di provata qualità. Il nuovo Montalbano balza 1°, con i 100 punti a quasi 20 mila copie: tutto secondo copione, il sogno iniziale, l’indagine, la soluzione, ma all’insegna del doppio, come i canarini del Donghi in copertina. Il commissario ci ricorda il fotografo di Blow up, scruta «quella matassa ‘ntricata che è l’anima dell[…]
Luciano Genta
 
 

RTVS, 3.6.2017
Komisár Montalbano
Jednotka | Sobota 3.06.2017, Pes z hliny
Taliansky kriminálny seriál nakrútený podla bestselleru Andrea Camilleriho.
Sobota 10.06. 23:30 Repríza
 
 

Il Giornale, 4.6.2017
Se la scienza va forte in libreria

Finalmente arriva qualcuno con la forza di scalfire la supremazia quasi eterna di Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie (Mondadori). Dopo mesi di dominio finalmente è avvenuto il sorpasso. In vetta questa settimana c'è La rete di protezione (Sellerio) di Andrea Camilleri. Il nuovo capitolo della saga di Montalbano vende oltre 19mila copie nella sua settimana di esordio. Montalbano porta i suoi lettori sul solito luogo del delitto: Vigata. Una troupe cinematografica arriva nella cittadina per girare una fiction sugli anni '50. Tutti i locali si impegnano a cercare foto d'epoca, filmati e qualsiasi materiale possa tornare utile per gli scenografi. Uno però, Ernesto Sabattello, trova qualcosa di strano. Dalla soffitta spunta un filmino fatto dal padre. Un corto girato ogni 27 marzo dal 1958 al 1963. Il soggetto, inspiegabilmente, è un muro, forse di qualche masseria, e niente altro. Che fare con una pellicola così? Portarla a Montalbano è la soluzione. E ovviamente dal filmato scaturisce un cold case. Ma poi anche il presente farà irruzione nella vicenda, a colpi di pistola, a partire dalla scuola del paese... Ma non andiamo oltre per non rovinare la sorpresa a chi vuole leggersi in santa pace il suo giallone estivo.
[...]
Matteo Sacchi
 
 

Pravda, 4.6.2017
:1 Jednotka (sobota, 10.6. 23:30):
Komisár Montalbano: Tvar vody
(farebný dráma, Švédsko/Taliansko, 2000, 112 minút)
Popis: Taliansky kriminálny seriál nakrútený podla bestselleru Andrea Camilleriho.
 
 

Rai Storia, 5.6.2017
Italiani con Paolo Mieli
Rosa Balistreri – un film senza autore

di Marta La Licata
regia di Fedora Sasso
Cliccare qui per vedere il programma

«Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante… sono diversa, diciamo che sono un’attivista che fa comizi con la chitarra».
Rosa Balistreri, classe 1927 è la prima cantante folk siciliana.
A raccontare di lei ci sono artisti con cui ha condiviso il palcoscenico, come Andrea Camilleri, Leo Gullotta, Giovanna Marini, ma anche chi, pur non avendola incrociata di persona, ha subito il fascino della sua voce e ancora oggi, canta sul palco alcune delle sue canzoni: la cantautrice Carmen Consoli.
Personaggio anticonformista e dalla vita romanzesca, Rosa Balistreri è cresciuta in una Sicilia chiusa e tradizionalista, dove le donne che cantavano alle feste o nelle piazze erano giudicate come poco di buono.
È Luca Torregrossa, il nipote di Rosa, a raccontare la loro storia familiare. Una storia attraversata dalla fatica e dal dolore, ma anche dalla lotta e la conquista di una libertà. Siamo alla metà degli anni ’50, quando Rosa abbandona la Sicilia e un matrimonio che le era stato imposto dal padre a soli sedici anni. Sceglie Firenze per cominciare una nuova vita ed è lì che troverà un nuovo amore, una chitarra e una parte in uno spettacolo di Dario Fo. È l’inizio della sua carriera.
Una donna coraggiosa e non incline al compromesso, che parlava il suo dialetto in qualsiasi contesto e cantava le storie di mafia, i canti di lavoro e le ingiustizie sociali, le preghiere dei contadini e gli amori lontani: le radici e la cultura del popolo siciliano.
Della sua voce e della sua autenticità si innamorano grandi artisti siciliani come Renato Guttuso, Leonardo Sciascia e il poeta Ignazio Buttitta, autore di poemi e ballate che Rosa Balistreri ha reso potenti canzoni.
Rosa Balistreri è una donna che è riuscita ad emanciparsi e sottrarsi al predominio dei padri, dei mariti e delle consuetudini, ma soprattutto ha saputo trasformare il suo dolore personale in canzoni che raccontano sentimenti universali.
Quest’anno avrebbe compiuto novant’anni.
 
 

Oggi Notizie, 5.6.2017
Teatro, il “Cantastorie” Andrea Camilleri sul palco di Dipasquale

Grande successo per il tour de “Il Casellante” in oltre 60 città italiane
Si definisce “contastorie” più che “cantastorie” Andrea Camilleri, che parla delle sue storie, destinate alla gente, commentando il successo del tour teatrale “Il Casellante”, portato in scena dal regista Giuseppe Dipasquale.
Lo spettacolo, in scena al Teatro Sistina di Roma,ha portato sul palco il ritratto di una Sicilia arcaica e moderna, tragica e comica, tra mito e storia e in balia di contraddizioni e paradossi. Il testo riporta all’antica tradizione popolare, con un gioco musicale portato in ben 60 città.
Teatro, letteratura e mitologia si fondono ancora una volta sul palcoscenico grazie al dinamismo professionale di Dipasquale – coautore della riduzione ed erede del messaggio teatrale di Camilleri – per raccontare quella famosa «sicilitudine» scandita tra parlate e modi di dire dialettali, che riesce a far respirare allo spettatore gli odori, i colori, le speranze e le storie camilleriane mai scontate dell’Isola.
«Il coinvolgimento del numeroso pubblico è frutto della capacità di fusione di un teatro che sa essere letterario ma nello stesso tempo popolare, con la gente e per la gente: le sue radici prendono vita da una letteratura unica nel suo genere, che è sempre riuscita, in maniera universale, a indagare l’aspetto primo e primitivo delle emozioni e del sentimento umano». Così si esprime Dipasquale sulle pagine di Camilleri, scritte tra quelle mura domestiche foderate da libri e ricordi della dolce vita d’Accademia, prendono forma attraverso la trasposizione teatrale sapientemente orchestrata dal regista catanese, con l’obiettivo di nutrire l’immaginazione dei lettori con un pizzico di realtà finalmente tangibile e animata.
 
 

La Repubblica, 5.6.2017
Dekoder
Diego Bianchi a La7 con tutta 'Gazebo', sul mercato qualcosa si muove

[...]
Per chi ama sospettare intrighi e retropensieri ovunque, nel nuovo Montalbano, nel senso del libro di Andrea Camilleri uscito da pochi giorni (La rete di protezione, Sellerio) per ben due volte il commissario “si pettina”. Ops.
[...]
Antonio Dipollina
 
 

Ragusanews, 5.6.2017
Montalbano brucia una Jeep sul set. C'è Bentivoglio
Si gira alla stazione di Donnafugata

Ragusa - Lunedì campale per Luca Zingaretti sul set del Commissario Motalbano. Oggi, in prossimità della stazione di Donnafugata, è andata in scena una cosa terribile: l'incendio di un Jeep nuova di zecca. Buona la prima, per il regista Alberto Sironi, non c'era possibilità di ripetere. Un'auto di 40 mila euro bruciata in pochi minuti per esigenze di copione.
Intanto, oggi è arrivato in provincia Fabrizio Bentivoglio. E' protagonista di una delle due puntate in lavorazione.
 
 

Blasting News, 6.6.2017
In libreria il nuovo 'Montalbano' di Andrea Camilleri
Il Maestro siciliano s'interroga sul bisogno di protezione che caratterizza il nostro tempo.

E' in libreria "La rete di protezione (pagg. 289, euro 14; Sellerio)" la nuova avventura del Commissario Salvo Montalbano che Andrea Camilleri sforna dalla sua immaginazione situandolo nel paese onirico di Vigata. Che fa Salvo sempre pronto alla sciarriatina con la sua bella Livia sempre ansiosa nella sua Boccadasse? Indaga su due accadimenti stranamente disconnessi tra di loro: dei filmini Super8 degli anni '50 che ritraggono delle mura, ritrovati dal figlio di un geometra di Vigata e su un episodio di terrore posto in essere da due figuri mascherati che irrompono in una scuola superiore terrorizzando dei ragazzi, tra i quali il nipotino Salvuzzo.
Montalbano è costretto nell'accertamento dei due fatti a porre in essere uno 'sfunnapedi' ad un ragazzo amico del figlio di Augello che è un mago dei computer e che ha subito anche fatti di bullismo. Quello che stupisce ad ogni lettura è che Camilleri, nonostante abbia passato i 90 anni, ponga in essere al centro delle sue narrazioni temi odierni di questa società odierna che non esita a definire, 'nevrotica'. Che pensano i ragazzi odierni con i loro occhi bassi sui loro supporti, persi nella sindrome dello sguardo basso?
Perché tutti noi 'ci quartiamo (ci mettiamo a difesa)' cercando protezione dall'altro - il diverso - che non riusciamo più a capire, perché non sentiamo più simile a noi? Queste le domande di senso che si fa il Commissario vigatese e che intervalla nelle sue solitarie passiate sul molo alle indagini.
Vero è che Vigata è in questo periodo anche il palcoscenico naturale di una fiction italo-svedese che vede anche in atto un gemellaggio tra i due paesi di culture diverse. A Montalbano tutto questo 'rompe un po' i cabasisi' perché è un uomo abitudinario che non vuole essere limitato nella sua azione. Ma ciò non gli evita di risolvere una crisi di corna tra l'Augello ed un attrice svedese che aveva provocato 'arraggiamenti" sia nello zito - il regista svedese - che nella moglie del vicecommissario, Beba. Tra spettacolari duetti con Catarella - veri e propri canovacci di commedia dell'arte - e riflessioni sui modi odierni di conoscere dei picciotto interconnessi, Montalbano trova anche in questo caso il bandolo delle due matasse, che risultano ontologicamente congiunte. Noi lettori ne usciamo con la solita certezza: abbiamo passato qualche ora lubrificando il cervello e nutrendo la massa ingarbugliata dell'anima.
Vincenzo Aiello
 
 

DazebaoNews, 6.6.2017
Globe Theatre. Proietti, Camilleri e Shakespeare sotto le stelle.
L’estate a Roma non sarebbe uguale se, nel polmone verde di villa Borghese, un bellissimo teatro elisabettiano, l’unico in Italia, non aprisse le porte per svolgere le rappresentazioni più attese della città. Una stagione dedicata a Shakespeare persino nell’atmosfera strutturale: è il Silvano Toti Globe Theatre - nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti – un’esperienza da non mancare.

La stagione si apre con TROPPU TRAFFICU PPI NENTI (22 giugno – 2 luglio ore 21.15), dove Andrea Camilleri e il regista Giuseppe Dipasquale mettono in scena un mistero che si celerebbe dietro il Bardo. Una serie di coincidenze porterebbero a credere che Shakespeare fosse siciliano e più precisamente un certo Michele Agnolo Florio Crollalanza, di origine quacquera, che, per sfuggire alle persecuzioni religiose, visse tra Messina, Venezia, Verona, Stratford e Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie, alcune delle quali sembrano essere la versione originaria di altre ben note attribuite a Shakespeare, come Troppu trafficu ppi nnenti, scritta in messinese.
[...]
Bruna Alasia
 
 

Agenzia Fuoritutto, 7.6.2017
”Il casellante“: il ‘contastorie’ Camilleri sul palco di Dipasquale

“Mi sono sempre definito un contastorie e non un cantastorie, che non racconta le storie a se stesso, ma ad un pubblico il più vasto possibile, che lo stà a sentire con attenzione e partecipazione, per poi levare la coppola e passare in mezzo alla gente.
Anche le mie storie sono destinate alla gente, certamente non a una ristretta cerchia di amici”. Con queste parole lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, il “papà” del commissario Montalbano, commenta il successo del tour teatrale “Il Casellante”, portato in scena dal regista Giuseppe Dipasquale.
“Ho apprezzato molto la messa in scena teatrale del Casellante - continua Camilleri - che rispetta in pieno il testo letterario, riportandolo ad una forma popolare di comunicazione narrativa che in fondo è il mio ideale, giovandosi della voce e dei canti”.
Teatro, letteratura e mitologia si fondono ancora una volta sul palcoscenico grazie al dinamismo professionale di Dipasquale – coautore della riduzione ed erede del messaggio teatrale di Camilleri - per raccontare quella famosa «sicilitudine» scandita tra parlate e modi di dire dialettali, che riesce a far respirare allo spettatore gli odori, i colori, le speranze e le storie camilleriane mai scontate dell’Isola.
“Il coinvolgimento del numeroso pubblico – sottolinea Dipasquale – è frutto della capacità di fusione di un teatro che sa essere letterario ma nello stesso tempo popolare, con la gente e per la gente: le sue radici prendono vita da una letteratura unica nel suo genere, che è sempre riuscita, in maniera universale, a indagare l'aspetto primo e primitivo delle emozioni e del sentimento umano”.
Un amore artistico quello tra il maestro e l’allievo capace anche di riscrivere a quattro mani in siciliano la famosa commedia amorosa di William Shakespeare “Molto rumore per nulla” – in scena dal 22 giugno al Globe Silvano Toti di Roma e diretto da Gigi Proietti – ponendo l’accento in modo giocoso e sperimentale sull’annosa questione sul drammaturgo inglese: e se davvero Shakespeare fosse nato in Sicilia?
 
 

Malgrado tutto, 7.6.2017
Tra saperi e sapori, Caltanissetta celebra Rosso di San Secondo

Il Festival della Strada degli Scrittori varcherà domani, giovedì 8 giugno, le porte di Caltanissetta con un appuntamento che consentirà di aprire alla città i locali del Museo d’Arte Contemporanea: l’ex rifugio antiaereo recentemente ristrutturato dal Comune nisseno accoglierà, infatti, a partire dalle 18, la mostra fotografica itinerante “Andrea Camilleri, Vigata e lo Sbarco degli alleati sulla Strada degli Scrittori”, curata da Calogero Conigliaro, presidente dell’associazione culturale SicilStoria. Sarà l’occasione per un passo indietro nel tempo, che verrà scandito da foto d’epoca e brani tratti dalle opere di Andrea Camilleri.
Alle 19,00, alla Galleria Civica d’arte di Palazzo Moncada, aprirà i battenti, invece, un’altra mostra dal titolo ‘A tavola con gli scrittori’. Sempre alla Galleria Civica verrà presentato il libro ‘Le parole del tempo perduto ritrovate tra le pagine di Camilleri, Sciascia, Consolo e molti altri’ di Roberto Sottile. Dialogherà con l’autore la professoressa Marina Castiglione dell’Università degli Studi di Palermo.
[…]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 8.6.2017
Una Marina di Libri

La parola d'ordine, ma soprattutto la parola sulla quale costruire, ripartire, inventare e dare futuro alle nuove generazioni è: educazione. Sotto l'egida di un tema dalle mille declinazioni si inaugura oggi pomeriggio alle 17,30 all'Orto botanico di via Lincolm l'ottava edizione di Una Marina di Libri, la fiera/ festival dell'editoria indipendente promosso dal Centro commerciale naturale Piazza Marina & dintorni in collaborazione con le case editrici Navarra e Sellerio.
[...]
Da segnalare, sabato alle 17 sul palco centrale [L'incontro è stato spostato alla Sala Lanza, NdCFC], l'incontro con il Camilleri fan club che festeggia i vent'anni «col sommo», alias l'autore del Commissario Montalbano. Tra gli altri ci saranno Santo Piazzese, Gaetano Savatteri e vari membri del club.
[...]
Eleonora Lombardo
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 8.6.2017
Boccadasse si candida a luogo patrimonio dell'Unesco
Uno spazio quasi letterario raccontato da Gino Paoli e dal commissario Montalbano televisivo

Il borgo di Boccadasse si candida a Patrimonio Unesco dell'Umanità: finalmente il dossier è pronto, toccherà al nuovo sindaco di Genova inviarlo a Roma. Dopo l'istruttoria e il dossier preparato e approvato dal consiglio del Municipio, anche la giunta comunale ha completato la documentazione e ha soprattutto dato il via libera all'operazione. Uno degli ultimi atti dell'amministrazione Doria.
[...]
La "gatta" della canzone di Gino Paoli, la "Livia", fidanzata del commissario Montalbano di Andrea Camilleri: a Boccadasse vivranno per sempre identità letterarie illustri.
[...]
Michela Bompani
 
 

Moj AmisTV, 8.6.2017
Fox Crime nedelja, 11. jun. 2017 ob 06:45
Inšpektor Montalbano

Montalbano mora na svojem obmocju preiskovati številna kazniva dejanja, ki mu jih vedno - po zaslugi izjemne inteligence in pomoci številnih asistentov, tudi zunaj policije - uspe natancno rekonstruirati in rešiti. Med njegovimi sodelavci so namestnik Mimi Augello, inšpektor Giuseppe Fazio, nerodni policist Agatino Catarella in drugi policisti na postaji. Med njegovimi zunanjimi sodelavci so prijateljica Ingrid Sjostrom, novinar Niccol? Zito in, bolj redko, Adelina, njegova kuharica. V zasebnem življenju je Salvo v razmerju na daljavo z Livio Burlando. Z njo ima burno zvezo, v kateri vedno prevlada ljubezen. Kriminalno serijo so posneli po romanu italijanskega pisatelja in scenarista Andrea Camillerija.
 
 

VilaWeb, 9.6.2017
CulturaLlenguaLletres
Pau Vidal: ‘Les dones de Camilleri són del segle XXI; els homes, amb prou feines del segle XX’
Pau Vidal participa avui a Palerm a l'Aplec Mundial de Fans de Camilleri en representació dels traductors de la seva obra a tot el món

‘El món camillerià és una petita illa de normalitat per al català’. Són paraules de Pau Vidal, traductor a la nostra llengua de l’obra del prolífic escriptor sicilià Andrea Camilleri, de noranta-un any. La reflexió no és casual: Vidal ha estat l’escollit per ser el representant dels traductors de Camilleri de tot el món en el primer Aplec Mundial de Fans de Camilleri, que es fa avui a Palerm. Potser aquesta elecció tampoc no és casual: Camilleri ja va dir, l’any 2014, en la seva visita a Barcelona, que Vidal era probablement el millor traductor de la seva obra.
La trobada és organitzada pel Club de Fans de Camilleri (CFC). Dels milers de socis que té arreu, se n’esperen centenars, avui, a Palerm. ‘Serà sobretot una festa, l’anti-congrés acadèmic’, diu Vidal, però no amaga l’orgull (i el signe de normalitat) que sigui, precisament, el traductor al català l’encarregat de representar el seu gremi en nom de totes les llengües del planeta. Justament, quan acaba de publicar-se Un cau d’escurçons (Edicions 62), la darrera novel·la de Camilleri, parlem amb Vidal sobre la fal·lera catalana per aquest autor (el català és el tercer mercat del món de l’obra camilleriana), de la passió nostra per la novel·la negra, i també de com és de difícil de traduir un autor com ell, que basa bona part del seu art literari en el joc de combinar dues llengües: l’italià i el sicilià. Ho aprofitem, també, per parlar de l’Adelina, d’en Mimí, d’en Catarella, d’en Montalbano i, de passada, de la dona camilleriana, una figura interessant i particular, cada vegada més present a les aventures del comissari.
—En què consisteix aquest aplec mundial de fans de Camilleri?
—És una cosa molt festiva, reflex de com funciona aquest club de fans. És a dir, es tracta de celebrar a l’engròs que a tots ens agrada llegir i divertir-nos amb les novel·les de Camilleri. Per entendre’ns, és l’anti-congrés acadèmic. Res de ‘caboriós’. Serà més aviat jocós.
—Que es faci una trobada de fans d’un escriptor i que n’aplegui centenars no deixa de ser, a més d’una bona notícia, sorprenent…
—El fenomen Camilleri és un fenomen de masses en tots els sentits, pel nombre de vendes, de títols, per l’existència del club de fans, cosa que la majoria d’escriptors no té, i menys d’aquestes dimensions, etc. I aquesta trobada, déu n’hi do, si tenim en compte la mitjana de gent que solen moure els escriptors.
—Sou el traductor de l’obra de Camilleri al català. I us hi han convidat com a representant dels traductors de Camilleri de tot el món. Poca broma…
—En primer lloc, el mateix club és molt conscient de la importància dels traductors, especialment en cas de l’obra de Camilleri, i, per tant, van considerar que no hi podien faltar. Algú va dir fa temps que els escriptors fan la literatura nacional i els traductors la fan universal. Pel que fa a mi, segurament m’han triat perquè saben que m’agraden els saraus i perquè tinc molt bona sintonia tant amb Camilleri com amb el president del club, Filippo Lupo.
—Entesos, però el mateix Camilleri va dir, l’any 2014, quan va ser a Barcelona per la BCNegra, que éreu probablement el millor traductor que la seva obra havia tingut mai…
— Bé, suposo que tots saben que Camilleri i jo patim la mateixa malaltia. És a dir, que la forma ens perd, més que no pas el contingut. En les novel·les de Camilleri, cada vegada es veu més clar que la forma s’imposa a la trama. A banda d’això, penso que està molt bé que el traductor representant del gremi sigui en aquest cas català, sigui jo, l’Anna Casasses o algú altre, perquè és una manera de visibilitzar de manera molt diàfana un fet cultural que, per nosaltres, és molt normal i comú, però que sovint, a fora, costa de defensar. És el fet que nosaltres, els catalans, volem treballar i relacionar-nos com una cultura normal. I ho intentem. Però cada vegada que vas a congressos, has de partir de més enrere que els altres perquè has d’explicar que els llibres aquí també es venen en català i un reguitzell de banalitats més. En aquest sentit, que el traductor català doni visibilitat a la recepció d’un autor foraster com ell, jo crec que és el principal mèrit, més enllà de qui li toqui. De fet, podem dir que el món camillerià és una petita illa de normalitat per al català, perquè hi competeix en igualtat de condicions.
—Camilleri té noranta-un any. Hi serà, a la trobada?
—No, Camilleri no hi serà perquè a la seva edat ja no és tan fàcil desplaçar-se. Per això va tenir molt de mèrit que vingués fa tres anys a la BCNegra. Tenia moltes ganes de venir a Barcelona. Penseu que el mercat català és el tercer, proporcionalment, fora d’Itàlia, després de França i Alemanya, en vendes de llibres de Camilleri. La passió per Camilleri té a veure també amb la fal·lera del poble català per la llengua, per la forma que comentàvem abans, etc. Som molts els qui trempem amb la llengua. La prova és que en castellà no té gaire èxit. Bé, de fet, el 90% dels lectors en castellà de Camilleri són aquí a Catalunya.
—Voleu dir que gairebé és més seguit aquí que a Itàlia?
—A voltes tinc aquesta sensació, sí. He topat més d’una vegada amb la sorpresa tant a Itàlia com a Sicília que hi ha molta gent que no ha llegit cap llibre de Camilleri. Les xifres de vendes són espectaculars tant aquí com allà, però, tot i així, sorprèn que gairebé sigui més valorat aquí que allà. Aquí, és realment espectacular, ja sigui per l’efecte Vázquez Montalbán, una associació quasi automàtica, ja sigui per la cosa lingüística, ja sigui per la passió darrerament desorbitada i meravellosa per la novel·la negra en el nostre país.
—Amb tot, els italians diuen que Camilleri és quasi impossible de traduir. És així?
—La traducció és sempre una feina imperfecta. I, de fet, un autor com ell és probablement intraduïble. No ens l’haurien de deixar traduir! He de dir que, a mi, se m’ha fet cada vegada més fàcil, a còpia de treballar-hi. Penseu que aquest aplec m’atrapa mentre faig la traducció número trenta-cinc de Camilleri. Des d’un punt de vista cultural, tan difícil és traduir Camilleri com Saviano, que és l’anterior traducció que vaig fer. Sempre has de fer moltes giragonses perquè hi ha molts referents, tant en la cultura napolitana com en la siciliana, que aquí són incomprensibles, i viceversa. Això val per a tots els autors estrangers. En el cas específic de Camilleri, la part dificultosa és l’aspecte lingüístic. Ell fa parlar en italià i en sicilià els personatges. I això no és poca cosa. Cal fabricar una pròpia plantilla per adaptar el conflicte lingüístic entre l’italià i el sicilià per a un ciutadà català. És una operació literario-formal complexa i, de fet, la major part de congressos, aquests sí, acadèmics, versen sobre això. És un fenomen que no pots reproduir tal qual perquè la relació entre l’italià i el sicilià no és ni molt menys la mateixa que hi ha entre el català i l’espanyol. Aquesta equivalència no funcionaria.
—I com ho resoleu?
—D’entrada, si apliquéssim l’equivalència i un personatge es posés a parlar en espanyol en la novel·la traduïda al català, generaria una distància molt diferent de la imaginada per l’autor original i superaria el que en diem la suspensió de la versemblança. Cal cercar altres estratègies que tenen més a veure amb registres socials. Cada traductor que s’ha trobat amb situacions similars ha acabat creant una varietat supradialectal que recull elements d’uns quants dialectes diferents, tots reconeixedors pel lector, però no identificables amb un dialecte concret.
—Com en el cas de l’Adelina, la minyona de Montalbano?
—Ella parla bàsicament sicilià, sí. I en la traducció, en lloc de dir ‘has de tornar-lo’, li faig dir ‘tens que torna’l’. O quan ella diu, en sicilià, ‘ja vaig passar el motxo’, li faig dir ‘ja vai passar el motxo’. El lector entén que hi ha un tret dialectal, però no sap quin. D’aquesta manera, amb aquesta caiguda mig col·loquial, mig dialectal, es va definint el que en original és un sicilià molt marcat. Però ep, com deia, en la traducció sempre s’hi perd alguna cosa. No serà mai una feina perfecta, i menys en el cas de Camilleri.
—I Catarella, què parla, en la versió original?
—Catarella és diferent. Ell és el ximple del poble i té un idiolecte propi deformat. Però no parla sicilià, parla catarallès. El gran repte a l’hora de traduir Catarella són les pífies. Per exemple, quan diu que han trobat un mort ofegat al mar, diu que hi ha un mort nedador (‘un morto natante’, a l’original). O la famosa ‘vull parlar personalment en persona amb vostè’. Sigui com sigui, la sicilianització de la llengua en l’obra de Camilleri ha anat a més. De fet, hi ha dos trets que s’han accentuat amb el pas dels anys: la sicilianització en el camp lingüístic i la presència de la dona, llesta, potent i moderna, com a temptació, en el camp argumental.
—La dona com a temptació i moltes infidelitats…
—Cert. Això, com deia, s’ha accentuat amb l’edat de l’escriptor. I hi ha moltes lectores emprenyades amb el comissari Montalbano per la relació que té amb la Lívia, que d’altra banda és molt representativa dels temps d’avui, penso. A partir de La pista de sorra, que és quan en Motalbano comet la primera infidelitat, pràcticament a cada novel·la té un embolic. Jo crec que Camilleri s’adona que narrativament li funciona. El somriure de l’Angèlica és una mena d’apoteosi d’això. Però podria ser que aquesta presència femenina, de dona forta i llesta que indueix a la temptació, sigui una petició dels lectors. El lector vol marro i en Camilleri sempre fa molt cas i escolta molt els lectors.
—Què voleu dir que la relació entre el comissari Montalbano i la Lívia és representativa dels temps d’avui?
—La Lívia és una dona moderna en el doble sentit de la paraula. És moderna perquè no són casats i viuen la relació a distància amb certa normalitat. I, alhora, ella accepta molt poc el rol tradicional de la dona segons l’estereotip creat pel mascle italià, és a dir, el de la dona que creu, que admira l’home per les seves opinions i que es tanca a la cuina. Ella no fa res de tot això. En la relació de parella ell és molt més conservador i tradicional que no pas ella. Ella és busca-raons i rondinaire, però sense deixar mai de ser moderna. Ella representa la dona del segle XXI i, en canvi, ell representa l’home sicilià del segle XX o, fins i tot, XIX. Les dones de Camilleri són del segle XXI; els homes, amb prou feines del segle XX. A les novel·les, a banda, hi ha el personatge del Mimí, que és el mateix però en versió de faldiller. És un home casat i enfillat que malda per conquistar femelles. De fet, a les novel·les de Camilleri l’home modern no existeix.
—Montalbano és enamoradís i sembla que mai no en tingui prou, amb les dones, siguin ben modernes o no tant… Quin seria el seu model de dona?
—Una companya de lectures que tinc diu que cap. És a dir, Montalbano és el típic mammone italià que l’únic ideal de dona que té és la seva mare. I no en va, Montalbano és orfe de mare des del primer dia. L’ideal de dona, i això és part del joc, és la que no pot atènyer. No la trobarà mai, la dona ideal.
—A les novel·les tampoc no hi apareix mai l’homosexualitat…
—Cert, no hi ha gens d’homosexualitat en l’obra de Camilleri. Podríem dir que el retrat que fa Camilleri és incomplet, però també és veritat que a Itàlia i, en especial, a Sicília, l’homosexualitat encara es viu d’una manera molt amagada. Barcelona és plena d’italians que han fugit d’Itàlia per poder viure tranquil·lament l’homosexualitat.
—Els catalans i els sicilians tenim una part d’història en comú. Això es percep a la Sicília real o les novel·les de Camilleri?
—No. Sicília, per desgràcia, és molt italianitzada i, encara més, americanitzada. La petjada dels catalans a Sicília és camuflada sota l’etiqueta d’aragonesos i n’hi ha molt poc rastre, a part d’algun cognom i algun símbol. La campanya unificadora de l’escola i de la televisió italianes ha estat, malauradament, eficacíssima.
—Entesos. Però, com comentàvem, Camilleri potencia cada vegada més la llengua siciliana a les novel·les…
—Sí, però compte, perquè aquí hi ha una mica del folklorisme itàlic, que és molt semblant a l’espanyol. Allò que en època de Franco en deien festivales de trajes y costumbres. Perquè m’entengueu, una anècdota: la darrera vegada que vaig visitar Camilleri a casa seva, a Roma, vam parlar de llengua, del català, del sicilià, etc. L’endemà, ell, casualment, tenia una entrevista amb Rai3, la televisió italiana més progressista. En un moment de l’entrevista, m’imagino que empès per la passió de la conversa que havíem tingut el dia abans, se li va acudir de suggerir que a les regions del sud d’Itàlia, on encara tenen els idiomes vius, s’introduís l’estudi facultatiu, és a dir, voluntari, de les llengües pròpies, com el sicilià, a l’escola. El presentador es va alarmar fins al punt que li va fer remarcar la condició facultativa de la proposta, no fos cas que es digués una bestiesa al seu programa. És a dir, proposar quelcom tan irrisori com això a algú que treballa i representa una de les cadenes presumptament més progressistes del país va semblar qui sap què de reaccionari. De fet, jo penso que la sicilianització de l’obra de Camilleri no deixa de ser una moda. Fixeu-vos que no l’ha seguit ningú. Ara que hi ha una batalla més o menys editorial per trobar-li un successor, cap dels candidats no utilitza cap de les llengües pròpies dels respectius territoris.
—Per acabar, successor o no de Camilleri, amb quins autors italians de novel·la negra ens hauríem de fixar?
— Maurizio de Giovanni m’entusiasma, napolità. Antonio Manzini, molt bo, de Roma. I Marco Malvaldi, de Pisa, també. Però cap d’ells no ha continuat amb l’opció de fer sevir les llengües pròpies. Sigui com sigui, a més de tots aquests autors, encara tenim moltes pàgines de Camilleri per gaudir, tant per qui ja el coneix com per qui el vulgui descobrir.
Roger Cassany
 
 

Activity Day 2017, 9.6.2017
dalle ore 8:30

Dr. Giuseppe Fabiano
La Narrazione in psicopatologia - presentazione del libro "Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia"
 
 

Cronaca QUI, 9.6.2017
La rete di protezione
Tra fiction svedesi e bullismo Montalbano indaga sui social
Una doppia indagine per il commissario di Vigàta nell'ultimo romanza di Camilleri

Montalbano non si ferma mai. E anche Camilleri, a dispetto dell’età, non vuole andare in pensione, anche se ormai, a causa dei problemi di vista, deve dettare i suoi romanzi a Valentina Alferj, «l’unica che sia in grado di scrivere in vigatese», e soffre all’idea di non poter neppure distinguere le copertine dei nuovi libri. Ecco quindi, subito al top in classifica, “La rete di protezione” (Sellerio, 14 euro).
Mentre Vigàta è in subbuglio per le riprese di una fiction di produzione svedese ambientata nel 1950, Montalbano è alle prese con un doppio mistero, uno che affiora dal passato e l’altro che lo porta a immergersi nel mondo per lui nuovo dei social, fra profili facebook, twitter e blog.
Un’eccitazione pruriginosa monta attorno alle attrici svedesi e minaccia gli equilibri coniugali. Durante il ricevimento per il gemellaggio tra Vigàta e la baltica Kalmar arriva anche il finger food. Montalbano ribolle d’insofferenza; gli appare «tutto fàvuso». Temperamentoso com’è, cerca luoghi solitari. E tiene testa alla situazione. Dalla polvere di scartoffie dimenticate sono emersi, durante la ricerca delle domestiche pellicole d’epoca, sei filmini datati che, per sei anni di seguito, sempre nello stesso giorno e nello stesso mese, riprendono con ossessione il biancore ottuso di un muro. Montalbano è sfidato a leggere dentro quello spazio vuoto e rituale la trama, il giallo che si dà e si cancella.
Diversa l’altra inchiesta che, attraverso un episodio di bullismo misteriosamente complicato da una incursione armata a scuola, porta Montalbano a misurarsi generosamente (lui non più giovane) con l’intensità sagace e luminosa di adolescenti che socializzano attraverso skype; e, con lo slancio fiducioso di nuovi argonauti, affidano la loro fragile tenerezza all’avventura della rete.
 
 

Una marina di libri, 10.6.2017
Ore 17:00 | Sala Lanza
Il Camilleri Fans Club: vent'anni col Sommo
Intervengono: Giovanni Caprara, Beppe Di Gregorio (Direttore del CFC), Filippo Lupo (Presidente del CFC), Giuseppe Marci, Santo Piazzese, Gaetano Savatteri e Pau Vidal.

 

Il Camilleri Fans Club festeggia i suoi vent’anni di attività e rivolge un invito a tutti gli appassionati dell’arte narrativa di Andrea Camilleri. Numerosi gli aneddoti e le curiosità che verranno condivisi con il pubblico, e dulcis in fundo... una piccola sorpresa speciale.






 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 10.6.2017
La Marina di libri all'Orto Botanico: nel programma odierno anche Nadotti, Chiara Valerio, Agnello, Enia e il Fan Club Camilleri
De Giovanni star, oggi è il giorno di Walter Siti

[...]
Oggi [...] alle 17,00 grande raduno del Camilleri fans club che festeggia "Vent'anni con il Sommo".
[...]
Eleonora Lombardo
 
 

Iostudio, 10.6.2017
Alla Marina di Libri la riunione del Fans Club di Andrea Camilleri

In un festival di libri siciliani non poteva mancare un incontro dedicato ad Andrea Camilleri, in una sala Lanza piena, oggi si è riunito il Fans Club che ha festeggiato i “vent’anni con il Sommo”. Ed è stata davvero una festa all’insegna di battute e aneddoti in cui non è mancata l’ironia.
Uno tra i tanti è stata quella della chiamata tra Andrea Camilleri e Santo Piazzese, nella quale l’autore diceva di sé “ormai io sono un periodico quasi un mensile”.
Altro evento è quello raccontato da Giuseppe Marci che narrando di una visita in occasione del penultimo compleanno dell’Autore alla domanda come sta egli disse: “Io non vedo più”. Catastrofe. Ma nemmeno il tempo di chiedere premurosamente quali cure usare. Camilleri riprese a parlare dicendo “Sapete ho scritto il nuovo Montalbano, poi ho scritto questo e quest’altro”. L’oratore racconta così come la forza di Camilleri risieda nella speranza, nell’energia che comunica con i suoi testi.



Gli interventi hanno trattato anche del sito www.vigata.org che è stato definito non a caso come una “comunità di lettori”, una comunità della quale occorre tessere la lode per la sua capacità di essere in controtendenza con i tempi ovverosia autentica comunità di scambio sulla rete mentre il mondo della rete va in tutt’altra direzione, quella dell’odio e del disprezzo.
Sono intervenuti Giovanni Caprara, Beppe Di Gregorio, Filippo Lupo, Giuseppe Marci, Santo Piazzese, Gaetano Savatteri e Pau Vidal. Alla fine non è mancato il video saluto di Andrea Camilleri che, dopo avere confidato che quando vuole ricordare qualcosa che non ricorda dei suoi libri va va a consultarsi nel sito, ha detto ai suoi seguaci “Voi continuate a tenermi in vita e per questo vi auguro altri cento anni di vita!”
Andrea Cannizzaro
 
 

La Repubblica, 10.6.2017
"Caro Salvo, mi piaci perché..."
Montalbano ti scrivo
La Francia celebra Andrea Camilleri con una due giorni a Parigi: lui ci sarà e riceverà in dono un libro speciale

La capitale francese rende omaggio al più amato e venduto tra gli autori italiani, Andrea Camilleri, con una due giorni dedicata a lui, alle sue storie, alla sua capacità di creare una lingua e un mondo unici. A organizzare è l'Istituto italiano di cultura diretto da Fabio Gambaro, che il 14 e 15 giugno ospita la manifestazione "Andrea Camilleri, prodige d'écriture et de style", in collaborazione con gli editori Sellerio e Fleuve noir. E lo scrittore parteciperà in prima persona: sarà infatti a Parigi, in una delle sue ormai rare trasferte, per presenziare al programma di incontri e proiezioni (ci sarà anche una mostra con le copertine dei libri). I posti sono già tutti esauriti. Ma non basta. Perché nell'occasione tredici autori noti, italiani o francesi, hanno scritto una lettera (ciascuno) indirizzata direttamente al personaggio camilleriano più celebre: sono state raccolte in un volume – "Caro Montalbano. Lettres au commissaire" – che esce, a cura dell'Istituto, in edizione bilingue. Eccone alcuni brevi estratti.

Amiamo la tua rudezza mescolata alla pietas da sbirro illuminista
Dr. Montalbano, sono stato a lungo incerto sull'aggettivo con il quale aprire questa mia.
"Caro" mi sembrava eccessivamente familiare: anche se il suo volto e le sue gesta sono immensamente popolari, qui dalle mie parti come altrove, non siamo mai stati presentati. "Gentile" mi sembrava poco adatto, tenuto conto del suo carattere, notoriamente aspro, per non dire, a volte, bizzoso. "Egregio" mi avrebbe esposto alla sua (sacrosanta) avversione per il linguaggio e le assurdità burocratiche... Alla fine, ho optato per un più neutro "Dr. Montalbano".
Comunque, questa è la lettera di un suo ammiratore. Lei disprezza i pennivendoli prezzolati e si leva la soddisfazione di sbattere in galera, con equanime acrimonia, insospettabili e povericristi, muovendo dal presupposto che nessuno è innocente, colpevoli lo siamo un po' tutti. Ma invece di considerarla pericoloso, la amiamo. Lei incarna l'ideale di uno sbirro illuminista, democratico, ricco di intelligenza ma anche di pietas. Un padre, o un fratello maggiore, di altri tempi: lei, per dire, mangia come un uomo dell'Ottocento in un contesto di avanzata vegana, le piacciono le donne e non ne fa mistero,ci risparmia tante cineserie da politicamente corretto e nello stesso tempo nutre sentimenti profondamente democratici. Spero di non aver abusato della sua pazienza, e spero che, se un giorno c'incontreremo, non mi accuserà di averle scassato i cabbasisi con questa mia.
Giancarlo De Cataldo

Dimmi, quale complotto c'è dietro all'autore che ti ha dato la vita?
Gentile dott. Montalbano, mi permetta di dirle che nutro per lei una grandissima stima e apprezzo enormemente le sue capacità investigative e la sua professionalità. Per questo, mi permetta anche di chiedere cortesemente il suo aiuto per risolvere un mistero che mi sta molto a cuore. La prima volta che ho letto un libro del suo amico Andrea Camilleri - era La stagione della caccia - mi sono fermato alla prima pagina indignato che fosse scritto in una lingua che non riuscivo affatto a capire. La storia, però, era intrigante, per cui sono andato avanti e già alla pagina successiva mi sembrava di essere diventato un grande esperto del siciliano di Camilleri e capivo tutto, anzi, mi piacevano proprio il suono, il ritmo e i termini di quella lingua così viva da non essere più letteraria, ma della fantasia e del cuore. Ecco, allora, dottor Montalbano, lei che è un detective così in gamba, me lo spiega questo mistero?
Come fa Andrea Camilleri a scrivere sempre tanto e così bene, con storie sempre così affascinanti e profonde, e senza mai sbagliare un colpo?
Perché vede, io sono un dietrologo professionista, la mia attività lo dimostra, io vedo intrighi dappertutto e dire semplicemente che Andrea Camilleri è bravo, bravissimo, non mi basta. Cosa c'è dietro? La P2, la Cia, i Servizi Segreti deviati, il Vaticano, Gladio, Al Qaeda, l'Isis, il Kgb, la lobby del petrolio, Wall Street, gli Alieni? Insomma, dottor Montalbano, la prego: mi aiuti a risolvere il mistero.
Carlo Lucarelli

Sei il vero erede di Maigret mai forte con i deboli e sempre controcorrente
Caro Montalbano - Serge, sono. Dato che tra non molto saranno vent'anni che ci frequentiamo, credo di potermi permettere di darti del tu. Lo so che sai tutto su di me. Nell'apprendere il nome di colui che avrebbe tradotto le tue avventure per le edizioni Fleuve noir, non avrai perso del tempo a consultare uno schedario informatico (per questo c'è Catarella), ma avrai chiamato un amico, o un amico di un amico che ti avrà raccontato vita morte e miracoli del sottoscritto. Tuttavia, a dispetto della mia sbirrofobia, tu sei per me una presenza fraterna da quando ho scoperto che tipo di sbirro sei. Come Maigret, tuo grande antenato, tu non dimostri un attaccamento forsennato alle istituzioni e alle loro regole, sei molto meno interessato a concludere le tue storie consegnando un colpevole alla Giustizia che a ristabilire un po' di giustizia nel mondo. E per questo, può accadere che trucchi delle prove o che tu ometta di trasmettere alcune informazioni a chi di dovere. Perché sai che lo Stato che servi spesso è forte con i deboli e debole con i forti. E tu, d'istinto, scegli di fare il contrario. Ma non vorrei fabbricare un Montalbano a mia discrezione, eccessivamente sinistrorso. Allora, lunga vita a te, commissario Montalbano, e lunghissima vita al tuo creatore. Bacio le mani a Vossignoria e stringo entrambi in un abbraccio.
Serge Quadruppani

Le nostre isole gemelle ricche di sapori unici e di segreti inconfessabili
Caro, carissimo Montalbano, è con mano tremante d'emozione che prendo la penna oggi, sperando di non farmi liquidare con un "ma vada a farsi friggere". Adesso infatti la gente si affolla intorno a lei. E la mia modesta dichiarazione d'amore passerà sicuramente inosservata, tra i milioni di messaggi pieni di boni pinsieri che lei riceve.
Pirchì, vede, oltre al fatto di averla seguita fedelmente sui sentieri brulli e profumati di Sicilia, oltre al fatto di avere amato con lei la gente comune e le loro vite, i sapori delle trattorie, i gabbiani che volteggiano, la risacca delle onde, il sole cocente e la polvere pigra, i bambini furtivi e le donne generose, lei mi ha dato molto e neppure lo sa. Come lei, io vivo su un'isola, che la guarda da appena un po' più a nord: la Corsica. Anche qui i segreti sono numerosi, le bocche cucite, e gli sguardi ardenti. Ma è lei, che per primo in queste terre sorelle, ha raccontato ciò che di solito si mormora appena, tra gli ulivi e i muretti di pietra. Lei più che scrivere delle storie, ha tracciato delle strade. Se l'ha fatto lei, possiamo farlo noi. Il suo successo e la sua salute provano che noi eravamo solo dei timorosi, dei codardi, e che anche qui potevamo raccontare tutte le fitinzie locali.
Non creda che io voglia arripitiri parole di circostanza, io l'amo e l'amore grande e vero non ha mai parole. Esso è rispettoso e muto.
Si prenda ben cura di sé, Montalbano, di sé e anche di quel signore che scrive le sue parole e le sue frasi. Voi ci siete molto cari.
Marie-Hélène Ferrari
 
 

La Gazzetta del Mezzogiorno, 10.6.2017
Camilleri, giallo senza assassinio (ma molti rebus)
Il nuovo romanzo «La rete di protezione» esplora i confini anonimi di Internet
Un suicidio, una fiction svedese girata a Vigata. La storia dell'autore sicilianio si distacca dalle precedenti

Non c'è nessun «catafero», nessun morto ammazzato nel nuovo romanzo con il commissario Montalbano, La rete di protezione (Sellerio, pp. 304, euro 14,00).
Nessun cadavere attuale, almeno, perché, come a volte accade nella saga di Andrea Camilleri, qualcosa di luttuoso risale al passato remoto. Si tratta del suicidio di Emanuele Sabatello, fratello gemello del geometra Francesco, avvenuto oltre mezzo secolo prima a Vigata. Montalbano viene a saperlo dal figlio del secondo, Ernesto. L'uomo si è lasciato coinvolgere con tutto il paese nella ricerca di vecchi filmini in pellicola da far visionare a una troupe svedese che sta girando una fiction sul posto. Ambientata negli anni '50, è una storia d'amore tra un vigatese e una svedese. Per una ricostruzione fedele, è stato chiesto alla gente di recuperare materiali fotografici dell'epoca e ricavarne in questo modo spunti con cui arricchire le scenografie.
Montalbano deve anche sorbirsi un ricevimento che sancisce il gemellaggio fra Vigata e Kalmar, la cittadina costiera svedese da cui proviene la protagonista femminile della fiction. Mentre il commissario cerca di svignarsela, gli si presenta l'ingegnere capo del Comune, Ernesto Sabatello, che tra i filmini del padre ha trovato diverse pellicole tutte con un unico soggetto: un pezzo di muro dall'ubicazione sconosciuta. Le riprese vanno avanti per un certo numero di anni, tutte datate 25 marzo, il giorno del suicidio di Emanuele. Quest'ultimo era un disabile, verso cui il fratello Francesco nutriva un affetto incondizionato. Tanto più che a sua volta temeva di non potersene più occupare dopo la diagnosi di un cancro al cervello dal quale non c'era scampo. Il suicidio di Emanuele aveva ri-solto il problema.
Montalbano viene avviluppato dalla curiosità per i filmini e per la natura dei rapporti fra i gemelli. Intanto deve togliere le castagne dal fuoco a Mimì Augello, impegolatosi con un'attrice svedese, Maj, che è anche la fidanzata del regista della fiction. Il vice commissario ha trascorso con lei una notte di fuoco su un'imbarcazione, e fra gli svedesi vige una gelosia molto simile a quella tradizionalmente sicula. Poi, Montalbano decide di concedersi una pausa a Boccadasse, da Livia. Mal gliene incoglie, perché a Vigata due individui fanno irruzione nella scuola media frequentata da Salvuzzo, il figlioletto di Mimi, e impauriscono la classe del ragazzino sparando in aria. Hanno le maschere dell'organizzazione Anonymous, che però smentisce tutto in rete.
«Rete» diviene la parola chiave del titolo e del busillis da risolvere intorno all'episodio. Il commissario, che tanto ama il mare, si rende conto dell'esistenza di un altro luogo di navigazione, Internet. E questo l'aiuta a risolvere la faccenda della scuola. Però non lo distoglie dall'arrovellarsi sulla ragione di quell'ossessionante e ripetitiva ripresa del muro nei filmini del defunto geometra Sabatello. Si pensa a Thomas, il fotografo interpretato da David Hemmings in Blow Up. Qual è la verità nascosta in piena vista dietro le immagini?
Il commissario la scopre, ma Camilleri, nelle righe finali gli fa enunciare fra sé: «La virità, certe volte, è meglio finirla allo scuro, allo scuro cchiù fitto, senza manco la luci di un fiammifero».
Enzo Verrengia
 
 

Seznam, 10.6.2017
Komisar Montalbano
:1 Dnes23:30 › 01:25
Krimiseriál It. (2001). (112 min)
Hrají:L. Zingaretti, K. Bohmová, G. Ielo, C. Bocci, R. Scarpa, A. Jnifen a další
It., 2001
 
 

TV Spielfilm, 10.6.2017
Der junge Montalbano
Sa 24.06. 02:00 - 03:50
ServusTV Deutschland
Wh. von 22.15 Uhr
Montalbanos erster Fall, Krimiserie, 110 Min.
Staffel 1, Folge 1/6

Vize-Commissario Montalbano steht vor seinem ersten Fall: Auf einem Berg wird der Viehdieb Casio Aletto erschlagen aufgefunden. Die Beweise belasten den Schäfer Borruso doch Montalbano ist skeptisch. Er erhält Informationen, die Borruso entlasten könnten. Doch dann überschlagen sich die Ereignisse und Montalbano wird nach Vigata versetzt... (Senderinfo)
 
 

Corriere della Sera, 10.6.2017
La lettera
La lettera di Pif: Caro Marziano ti spiego l’ego di un povero imbecille
Il conduttore televisivo si era mobilitato per ottenere fondi da destinare all’assistenza dei disabili siciliani. Soldi mai arrivati, ma ora racconta la sua indignazione perché sono state finanziate le pensioni di 51 parlamentari

[...]
Tempo fa ho ascoltato Andrea Camilleri che in un discorso pubblico citava la frase di un poeta, sfortunatamente non ricordo quale. Io in questa frase mi ci ritrovo spessissimo e ritrovo molto noi siciliani. Il poeta in questione, infatti, diceva: «E noi come stronzi, rimanemmo a guardare!».
Pif (e il suo ego da povero coglione)
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 11.6.2017
La rassegna. Code al botteghino per Una Marina. Oggi si chiude con Calaciura, Melati e Valerio
La festa dei libri

[...]
Ieri il Camilleri fan club ha spento le sue prime venti candeline.
[...]
Eleonora Lombardo
 
 

Sette – Corriere della Sera, 11.6.2017
Passaparola
Cercasi Super Recensore per Montalbano

Andrea Camilleri è circondato da gente che gli vuole bene. Casa sua a Roma è un viavai di ammiratori, di curiosi, di questuanti (anche) a vario titolo. Lo stesso avviene sull'Armata dove lo scrittore passa le vacanze. Eppure io lo immagino spesso solo. Una particolare forma di solitudine dovuta non alla mancanza di compagnia, ma a uno stuolo di fantastici fantasmi che c'erano una volta e che non ci sono più. Penso a personaggi come Niccolò Gallo e Paolo Milano, lettori eccezionali, intellettuali a tutto tondo che univano all'enorme scienza altrettanta coscienza e che sono stati gli amici e i compagni di Camilleri per una vita. Oggi di figure così si è perso lo stampo mentre c'è il tutto esaurito di intellettuali a tutto tonto e di firme di grido (nel senso dei lettori che implorano: aiuto! aiuto!).
Il Maestro meriterebbe il conforto di un Super Recensore alla Paolo Milano o alla Niccolò Gallo (non guardate me, siete fuori strada). L'auspicabile Super Recensore ci spiegherà come nell'ultimo Montalbano, La rete di protezione, l'idea di trasformare Vigàta nel set di una «ficzion» televisiva costituisca una specie di (ir)reality al cubo, popolato (alla Brancati) da attrici svedesi con le immaginabili conseguenze del caso sui locali e sull'ispettore Mimi Augello. Il Super Recensore sottolineerà, poi, la sequenza di Mimi in lacrime (non per cause scandinave, ma per orgoglio ferito di padre), rintracciandone l'imprinting genetico nella scena madre salgariana dove a piangere inopinatamente è il Corsaro Nero.
Nel piccolo, minimalistico giallo del passato su cui il commissario indaga, il Super Recensore scorgerà controluce l'inchiesta archeologica che era al centro di Il cane di terracotta (capolavoro assoluto montalbaniano). E, nel brano dove si dice che il commissario è attratto dalle «facenne» giudiziarie, «ma puro, e forsi soprattutto, da quella matassa 'ntricata che è l'anima dell'omo in quanto omo», il Super Recensore troverà la conferma, se ce ne fosse bisogno, dell'appartenenza di Salvo alla stessa scuola investigativa del suo omologo Ingravallo, il collega di marca gaddiana specializzato nel disbrigo di «gnommeri» esistenziali. Nel suo impeccabile pezzo, il Super Recensore traccerà anche una rapida digressione sulla pinacoteca ideale del commissario che si arricchisce, con questo romanzo, della Venere degli stracci di Pistoletto.
La super recensione finirà citando le ultime righe dove si narra l'amara consapevolezza raggiunta dal protagonista: «Quanno era picciotto, nel '68, macari lui aviva gridato che la virità è rivoluzionaria, che la virità va sempri ditta. No, no, era da tempo che sapiva che la virità, certe vote, è meglio tinirla allo scuro, allo scuro cchiù fitto, senza manco la luci di un fiammifero». Seguirà una disamina sui rapporti tra il personaggio e l'autore. Per molto tempo, nel loro sottile gioco delle parti, Camilleri voleva essere Montalbano. Ora, invecchiando, sta succedendo il contrario. Per concludere, il Super Recensore noterà che La rete di protezione è il primo libro non scritto ma dettato da Camilleri e che la cosa è, incredibilmente, del tutto ininfluente in termini di caratura romanzesca, ingegneria di racconto e ricchezza linguistica. Il sole sorge ancora e splende alto sull'opera di Andrea Camilleri. Vigàta rimane sempre la nostra festa mobile.
Antonio D'Orrico
 
 

IIC Parigi, 13.6.2017
È arrivato a Parigi e da domani sarà insieme a noi: Andrea Camilleri, ospite graditissimo!


 
 

Istituto Italiano di Cultura de Paris, 14-15.6.2017
La Sicile à l'honneur
Littérature
Mercredi 14 et jeudi 15 juin
Andrea Camilleri, prodige d’écriture et de style

Né en 1925 en Sicile, Andrea Camilleri est devenu un mythe littéraire grâce à la série de romans policiers qui mettent en scène le commissaire Montalbano. Concentré détonnant de fougue méditerranéenne, de sens moral aigu et d’intelligence d’investigation imparable, ce personnage évolue avec humour et finesse au fil des intrigues. De livre en livre, en alternant les enquêtes de Montalbano avec des romans «historiques», l’écrivain a tracé un extraordinaire portrait de sa terre natale et de ses concitoyens. Pour célébrer Camilleri, qui nous fait l’immense honneur d’un voyage à Paris, nous convions les meilleurs connaisseurs de son œuvre pour une discussion critique. Parallèlement, l’Institut organise une exposition des éditions traduites de ses romans, parues aux quatre coins du monde, et publie une plaquette regroupant les lettres de plusieurs écrivains italiens et français adressées au célèbre commissaire. En collaboration avec les éditions Sellerio et Fleuve noir.

› 14 JUIN DE 14H30 À 18H30
Journée d’études Camilleri
En présence d’Andrea Camilleri
Camilleri, la storia e l'impegno
a. Alessandro Martini (Université Lyon 3), Montalbano, la Storia e il pudore del testimone.
b. Emanuele Broccio (Université Paris Nanterre), La zona ibrida fra la Grande storia e la narrazione.
c. Claudio Milanesi (Aix-Marseille Université), Camilleri non fiction
La lingua e l'immaginario
Marine Aubry Morici (Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle), Una geografia letteraria. Tomasi di Lampedusa, Sciascia e Camilleri
Stefano Salis (Il Sole 24 Ore), Un immaginario visivo: le copertine dei romanzi
Serge Quadruppani, Le filon Simenon dans l'œuvre de Camilleri et le thème de la femme maléfique
Dominique Vittoz, Tradurre Camilleri: l’esigenza di un francese diverso
Conferenza di chiusura.
Salvatore Nigro (IULM, Milan), …Andromaque a le même battement de cils que Pénélope

› 14 JUIN À 19H
Lettres à Montalbano: les écrivains écrivent au commissaire [lecture en italien et en français].
En présence d’Andrea Camilleri, avec l’actrice Raffaella Gardon et les traducteurs Maruzza Loria e Serge Quadruppani.
Projection du reportage Montalbano je suis de Yannick Aroussi, Sylvie Garat et Philippe Hervé [France 3, 2016, 9’].

› 15 JUIN À 18H30
Andrea Camilleri dialogue avec Fabio Gambaro et Serge Quadruppani.



À suivre: la projection de La Scomparsa di Patò de Rocco Mortelliti, adaptation cinématographique du roman homonyme d’Andrea Camilleri (La disparition du Judas, Éditions Métailié, 2005). La scomparsa di Patò [Italie, 2012, 105’, vo]
Dans la ville sicilienne de Vigàta, le Vendredi Saint de l’an 1890 a lieu la représentation du mystère de la Passion du Christ, dit Les Funérailles. Le comptable Patò, fonctionnaire irréprochable et époux exemplaire, incarne avec humilité le personnage de Judas. Comme prévu, au moment de la pendaison de l’apôtre traître, la trappe s’ouvre et Patò disparaît. Sauf qu’on ne le retrouvera jamais. Où est passé Patò? Fugue, assassinat, faille spatio-temporelle?
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 14.6.2017
Lettere (d’autore) a Montalbano

Un omaggio ad Andrea Camilleri attraverso le lettere degli altri scrittori italiani indirizzate al suo personaggio più celebre, il commissario Montalbano. È l'iniziativa dell'Istituto italiano di cultura di Parigi per festeggiare, oggi, lo scrittore siciliano. All'invito hanno risposto anche due autori palermitani, Santo Piazzese e Gian Mauro Costa, che parlano rispettivamente della gastronomia siciliana al femminile (per approdare alla vexata quaestio dell'arancina), attraverso il personaggio di Lorenzo La Marca, e dell'invidia per il successo. Pubblichiamo uno stralcio delle loro lettere.

Caro Montalbano ti scrivo
L’iniziativa
Oggi alle 19 a Parigi Andrea Camilleri sarà presente al recital "Lettres à Montalbano"


L'omaggio a Camilleri del biologo di "Via Medina"
"L'arancina è femmina tanto da averla indotta a rinunciare a un viaggio a Parigi a fianco della sua Livia"

Gentile commissario Salvo Montalbano, lei non mi conosce ma io ho sentito parlare di lei dal nostro comune amico, il commissario Vittorio Spotorno, che da qualche tempo, per la verità, ha - come dire? - cambiato "ragione sociale", convertendosi in un vicequestore. Ma tale è l'abitudine alla vecchia denominazione, che essa continua ad affiorare ogni volta che mi capita di citarlo. Per inciso, credo che più che di una promozione si sia trattato di una procedura, per così dire, "d'ufficio", che avrebbe dovuto riguardare anche lei, dottor Montalbano.
Ma io, per il poco (o il molto!) che ho avuto modo di sentire sul suo conto, credo che lei sia - mi perdoni la sfrontatezza - felicemente vocato a quell'understatement che talvolta affiora tra gli autoctoni del frammento di Sicilia in cui lei ha scelto di vivere, e che per una sorta di ossimoro esistenziale si alterna a una sovraesposizione vitalistica della quale la sua Vigata è nello stesso tempo avamposto e luogo di espiazione intellettuale.
Understatement ho scritto, e ho il sospetto che lei non userebbe mai questo vocabolo; ma non ne ho trovato uno migliore. Io stesso, d'altra parte, sono incorso in un piccolo understatement personale quando ho parlato di Vittorio come del "nostro comune amico". Vittorio è in realtà il mio migliore amico e io sono stato, all'epoca del fatto (ma quando lui è presente lo chiamo misfatto), suo testimone di nozze, e sono pure una sorta di zio onorario e non dichiarato di Stefano ed Emanuele, i due figli di Vittorio e Amalia.
Amalia, ecco. L'ispiratrice di questa lettera, il cui contenuto le apparirà del tutto futile, anche se - grazie a certi accenni di Vittorio - mi sono fatto persuaso, come si direbbe nella sua Vigata, che lei, nell'esercizio delle sue funzioni professionali, ma sopratutto umane, tenda a ignorare l'antico precetto secondo il quale De minimis non curat praetor.
Amalia dicevo. È stata lei a convincermi a scriverle, stante pure la riluttanza di Vittorio a farlo, non per timidezza, credo, ma perché sotto sotto, il nostro amico, almeno un poco s'affrunta. Verbo riflessivo che uso con la disinvoltura di chi sa che non le risulterà oscuro.
Vengo al punto. E il punto è il seguente: spero converrà che le cose per le quali vale la pena vivere e mi limiterò all'aspetto gastronomico, nel quale il nostro comune amico le riconosce grande competenza - appartengano in buona misura al genere femminile. A cominciare con la pecora di Favara, massima espressione dell'arte combinatoria - anzi, del connubio, mediato dallo zucchero - tra il pistacchio e la mandorla, nella loro forma più duttile e gratificante, cioè l'impasto stesso. E a continuare poi con la cassata, con la sfincia di San Giuseppe e, via via, con la pasta con le sarde e con la Norma, monumento, tra le altre cose, alla melanzana, anch'essa appartenente al genere femminile, nonché vero elemento unificatore del Mediterraneo, a dire del compianto Vázquez Montalbán, che mi risulta essere anche uno dei suoi autori di culto. E ancora con la caponata (ulteriore tributo alla melanzana), la sarda a beccafico, la frittella di nnunnata, la cacocciula con la tappa dell'uovo, la panella... È solo un assaggio, ma credo di avere reso l'idea: è tutto al femminile.
Lei non ignorerà che in tutte le varianti del nostro dialetto siculo opera una sorta di (felice?) ribaltamento semantico o esistenziale che porta noi indigeni a usare un vocabolo maschile per indicare il sesso femminile e uno femminile per indicare quello maschile. Non si tratta, credo, di un vero e proprio caso di disordine mentale, ma semplicemente di creatività, cresciuta sull'abbrivio della convinzione che i siciliani abbiano l'obbligo morale di essere sempre e comunque anticonformisti; o, se preferisce, sotto l'influsso costante della così detta corda pazza. Ricorda il caso della sindaca, espressione della Lega Nord, eletta a Lampedusa, il luogo più sud d'Europa? Un caso, come si dice, da manuale.
Alla creatività, si sa, non è lecito porre limiti o censure, anche quando si entra nell'essenza intima delle cose. Eppure… Eppure, non pensa che in certe circostanze sarebbe meglio affidarsi almeno al buon senso? E le sembra una scelta di buon senso attribuire il genere maschile alla Regina (non al Re!) del nostro cibo di strada? L'arancina, caro commissario, è femmina. Tanto femmina da averla indotta a cancellare un viaggio a Parigi, al fianco della sua Livia.
Rinunci all'analisi semantica che, ammetto, potrebbe offrirle qualche genere di alibi, e provi invece a pronunciarli ad alta voce, i due vocaboli; se li giri tra denti, lingua e palato: a-ran-ci-na, a-ran-ci-no… Sente la differenza di gusto? Ha ancora dubbi? Ci pensi, dottore Montalbano. E assapori! (...)
Santo Piazzese


Il sequestro della fidanzata come vendetta contro lo straordinario boom di vendite
“Sì, lo confesso sono invidioso del suo successo”
"Anni di promesse e progetti sulla vita a due che lei non ha mai avuto intenzione di onorare"

Egregio commissario Montalbano, questa è una lettera anonima. Anche se magari, con il suo fiuto leggendario, alla fine potrebbe riuscire a identificarmi. In verità, ne dubito. So che legge molto, si diverte anche a seguire i suoi emuli (Montalbano, l'investigatore che vanta innumerevoli tentativi di imitazione… come la Settimana Enigmistica), ma difficilmente le sarà capitato di avere tra le mani un mio libro. Io sono rimasto nell'ombra, come capirà tra poco. E il punto è proprio questo… Ma non perdiamo altro tempo, andiamo al nocciolo della questione. Accanto a me c'è la sua fidanzata Livia. Sta dormendo. Non pensi male: l'ho soltanto narcotizzata. Sì, rapita, ecco. Non si agiti: sta bene e presto, se seguirà le mie istruzioni, se esaudirà il mio desiderio, la potrà riabbracciare. Portarla con me nel posto da cui le scrivo non è stato difficile. La ragazza non aveva motivo di diffidare, di fiutare la trappola, come a lei capita con magistrale naturalezza nelle sue avventure. Mi è stato sufficiente pedinarla, seguirla dentro il cinema dove ha trascorso, da sola, la serata di ieri, avvicinarla per un commento garbato sul film, vincere la sua riservatezza per offrirle una cioccolata calda al bancone del bar vicino. Pochi minuti dopo il narcotico ha cominciato a far effetto e a quel punto è stato un gioco da ragazzi farla salire nella mia auto e condurla qui, nel mio rifugio, dove ancora non si è risvegliata.
La vedesse in questo momento: sembra un angioletto. È un'anima candida, lo sa bene. E molto, molto, paziente. Ogni tanto si arrabbia, sì, qualche volta le fa le scenate ma chi, come Livia, si sarebbe bevuta la storia che i tradimenti ormai non tanto sporadici che lei, commissario, si concede, sono solo frutto della fantasia del suo Maestro e gran celebratore, il sommo Camilleri, e quindi innocenti bugie letterarie? Chi, come Livia, si sarebbe fatta prendere per il culo per anni con promesse e progetti che lei, commissario, diciamocelo pure con franchezza, non ha mai avuto la vera intenzione di onorare?
Ma stiamo perdendo altro tempo, lo so… Il fatto è che non riesco a dominare la mia agitazione, il mio piccolo desiderio di rivalsa nei suoi confronti, la mia… invidia. Sì, invidia, perché non ammetterlo? Lei si starà chiedendo se sono un pazzo, un maniaco, o un semplice criminale. No, mi creda. Sono semplicemente uno scrittore sconosciuto. Anonimo, appunto. Che l'ammira tantissimo. E che la invidia. La seguo sin dai suoi primi passi, quando ancora non era famoso e osannato come adesso. Ho mandato giù a memoria tutte le sue gesta, studiato parola per parola i suoi dialoghi, analizzato i suoi comportamenti, perfino fatto un elenco dettagliato dei suoi cibi preferiti, delle sue fisime, dei suoi capi d'abbigliamento. Ho cercato di passare al microscopio i suoi ragionamenti, le sue investigazioni, ho provato anche a soffermarmi sulla cerchia dei suoi amici, sul campionario dei suoi colleghi. Mi sono spinto perfino a fare un viaggio nei luoghi in cui vive e agisce, quelli reali, anche se con nomi camuffati, e quelli che invece hanno fatto da set alla trasposizione televisiva.
Ecco, l'eccezionale successo ottenuto sul piccolo schermo. Anche in questo caso, che culo… trovare un attore così bravo e popolare, registi così brillanti. Roba che ogni sera, dopo averla seguita alla tv, dovevo scolarmi un gallone di Maalox… E invece, io… Non che volessi la luna, sia chiaro. Ma dopo tanto lavoro, dopo tanti tentativi di riportare nelle mie pagine almeno un raggio del suo sole, di conquistare un modesto riconoscimento, un pugno di lettori, ottenere un piccolo boom di vendite, guadagnare se non altro un passaggio televisivo anche notturno tra una vendita di materassi e un film porno… Nulla. Un pugno di mosche. La frustrazione assoluta. E mi sono allora chiesto: ma è tutto merito suo, commissario? È davvero lei così perfetto, impeccabile, simpatico, coraggioso, seduttore? Eh, no, Montalbano, diciamocelo chiaramente. Tutti i meriti sono del suo Maestro, del sommo Camilleri. È lui che le suggerisce le storie nelle quali infilarsi, che le mette in bocca quelle frasi di un italiano all'apparenza così sgangherato ma che ha affascinato milioni di lettori e spettatori, è lui che la manovra (...)
Gian Mauro Costa
 
 

14.6.2017
Il Sommo a Parigi

 

Dopo vent'anni il Sommo torna a Parigi - in uno dei suoi ormai rari spostamenti - per la due giorni a lui dedicata dall'Istituto Culturale Italiano, come bene ci ha informato il nostro Presidente ;)
Molta emozione nel vederlo e rinnovato piacere nell'ascoltarlo in questa prima serata di oggi.
E' stato presentato un bel libro, edito dall'Istituto stesso, che raccoglie tredici lettere di scrittori italiani e francesi rivolte a Montalbano e lascio alle parole scritte da Serge Quaddruppani esprimere la mia gratitudine per il Sommo:
"Carissimo dottore...devo ammettere che e' un intero universo che la tua frequentazione mi ha apportato....E di questo universo, non immagino come potrei fare a meno, tanto esso e' diventato parte integrante del mio...
...a volte mi innervosisci, spesso mi diverti, mi commuovi anche, ma soprattutto mi sei diventato indispensabile. Allora, lunga vita a te, commissario Montalbano, e lunghissima vita al tuo creatore (un giorno ti spieghero' che persona meravigliosa ti ha creato)".
Buona serata, anzi bonne soirée :-)
Roberta Gregori - Camilleri Fans Club
 
 

Il Fatto Quotidiano, 14.6.2017
Letteratura. Nei nuovi volumi c’è grande attenzione all’800 e ai primi anni del ‘900
Mancano invece autori fondamentali e – in vista della maturità – si bada troppo agli apparati
Troppo poesie di D’Annunzio e zero Camilleri nelle antologie
Giovanni Pacchiano
 
 

Spettacoli News, 14.6.2017
La rete di protezione è il libro di Camilleri del 2017 con protagonista il commissario Montalbano
Una fiction girata a Vigàta con grande coinvolgimento di tutto il paese, dei vecchi filmini in super 8 degli anni Cinquanta, una casa di campagna ridotta a un rudere, l’irruzione di uomini armati e mascherati nella scuola media: questi gli avvenimenti che si intrecciano nella Rete di protezione.

"La potenza di Camilleri, come sa chiunque abbia letto qualcosa di suo, cioè moltissimi, sta tutta nella capacità di catturare il lettore, l’ascoltatore, come se le pagine avessero già voce propria, la voce antica della “cunta”, del racconto orale, quello che i vecchi facevano ai giovani» ha scritto Michele Serra. I gialli con protagonista il commissario Montalbano si prestano in modo particolare ad essere ascoltati: le pause, le inflessioni, conferiscono alla narrazione un timbro straordinario e il senso stesso del romanzo - con quella lingua che non è dialetto e non è italiano - ne risulta potenziato.
[...]
Antonio Galluzzo
 
 

Santa Croce Web, 14.6.2017
Montalbano si sposa: il ciak più romantico sulla “sua” spiaggia
Cliccare per la galleria fotografica


(foto Gianni Giacchi)

Il ciak più romantico, quello in cui Montalbano convola a nozze, è stato dato martedì mattina sulla spiaggia antistante la casa del commissario. La Palomar è tornata a girare per un giorno a Punta Secca (alias Marinella). Luca Zingaretti ha sposato la sua Livia: secondo alcuni rumors, in realtà, non si tratterebbe di “vere” nozze ma di un sogno del commissario che, nonostante il lungo rapporto con la Burlando, non ha mai affrontato il grande passo. La scena andrà in onda nei prossimi due episodi della fiction, che la Rai trasmetterà la prossima primavera. La scenografia è stata allestita proprio a due passi dal bagnasciuga (foto Gianni Giacchi), in un luogo incantevole che potrebbe diventare molto presto un’ispirazione per le giovani coppie che decideranno di celebrare un matrimonio all’aperto. La troupe della Palomar è stata impegnata in alcune riprese anche nella spiaggia di fronte al Faro. Molti degli attori, fra cui Cesare Bocci, Angelo Russo e Sonia Bergamasco, si sono radunati infine al ristorante Rosengarten per un pranzetto coi fiocchi. Lo testimoniano alcune delle foto postate su Facebook dal proprietario del locale, Fabio Alabiso.
Paolo Mandarà
 
 

RagusaNews, 14.6.2017
Il Commissario Montalbano sbarca a Marina di Modica
E' la prima volta

Modica - C'è sempre ua prima volta. Anche per il Commissario Montalbano, che stamani è sbarcato per la prima volta nella storia, a Marina di Modica. La borgata modicana, dopo 18 anni di riprese, diventa finalmente location dello sceneggiato televisivo. Stamani è stata caccia all'uomo. Tutti alla ricerca di Luca Zingaretti, che -evidentemente- è riuscito a nascondersi bene.
 
 

Agrigento Notizie, 14.6.2017
Mostre, rassegne letterarie e talk, il festival "Strada degli scrittori" a Palma

Il Festiva della Strada degli Scrittori si fa in tre per la seconda giornata della tappa dedicata a Tomasi di Lampedusa e Palma di Montechiaro. A partire dalle 18 di domani, il palazzo Ducale ospiterà mostre, rassegne letterarie e talk. Tutto, come sempre, incentrato sul territorio e con una connessione profonda ai temi de "Il Gattopardo".
Primo evento, l'inaugurazione della mostra fotografica “Andrea Camilleri, Vigata e lo Sbarco degli alleati sulla Strada degli Scrittori” a cura di Calogero Conigliaro.
[...]
 
 

TG1, 15.6.2017
Parigi
Il commissario Montalbano sbarca a Parigi
Cliccare qui per vedere il servizio

Parigi dedica due giorni al commissario Montalbano di Andrea Camilleri. Curiosità e giochi linguistici sulla traduzione dal dialetto siciliano al francese. Il corrispondente Alessandro Cassieri
 
 

IIC Parigi, 15.6.2017
"La sicilitudine è il lamento che il siciliano fa di sé". Secondo giorno con il maestro di stile

 
 
 

15.6.2017
Il Sommo a Parigi

 
 

Foto di Giovanni Caprara - Camilleri Fans Club
 
 

VilaWeb, 15.6.2017
Summe Camillerot
Tribulacions d’un traductor de l’escriptor més prolífic del món a primera línia de trinxera
A en Filippo i la Sandra

Tot això abans no passava. L’efecte eco de les xarxes socials, vull dir. Arribo a Palerm disposat a gaudir de la moma de ser presentat (gràcies, Roger Cassany) com un traductor conspicu de l’escriptor més prolífic del món i em trobo enmig d’un debat encès: és veritat que les dones de les seves novel·les són modernes i els homes uns primaris? La informació digital viatja més de pressa que RyanAir, i a Sicília, o com a mínim a l’Aplec Mundial de Fans de Camilleri organitzat en ocasió dels vint anys del Camilleri Fans Club, sembla que avui el mitjà més llegit ha estat precisament aquest que teniu a la pantalla. No sé pas què deuen haver entès, perquè a mi em continua costant tant com sempre fer comprendre als fills de la Gran Itàlia que el català no és cap dialecte de l’espanyol, però el cert és que part de l’àpat de benvinguda el dediquen a discutir aquesta qüestió tan peluda. Però com que aquí hem vingut a parlar d’en Montalbano, vet aquí el menú del xeflis: fregitel·la d’especialitats palermitanes (ho poso en VO perquè què seria un article sobre Itàlia sense una bona citació ben innecessària en italià?: panelle, crocché, verdure pastellate, sfincione, caponata, arancinette miste, polpette di sarde), entrepanets de milza (alerta que això, la melsa, per més angúnia que faci als poc amants de les vísceres, és la teca mare de tota la palermania, l’equivalent del bocatacalamare per als madrilenys), dos plats de pasta (mezze busiate artigianali con code di gambero, granella di pistacchio e pomodorini i caserecce con ragù bianco di suino nero dei Nebrodi, ricotta e finocchietto), i, per postres, cassata, torta al pistacchio e biscotti. Qui no vulgui VO que no vagi a l’era.
Som en un dels centres històrics més maltractats d’Europa. Devastat per les bombes, la brutícia i el furt sistemàtic a càrrec de la màfia (en forma de polítics de tota casta), fa pocs anys que l’han començat a rehabilitar. Molt a poc a poc. Però tot i així aclapara el visitant amb la increïble vivacitat dels mercats de carrer, on els ciclomotors circulen tranquil·lament, i sense casc, entre el metre i mig de passadís de parada a parada (us imagineu això a Barcelona, on per saltar-te mig semàfor et munten un consell de guerra?). Els mercats (la Vucciria, del Capo, Ballarò) són sagrats perquè la teca és l’ànima del poble sicilià, tal com posarà de manifest l’aplec camilleraire oferint als socis aperitiu rere aperitiu. L’acte central de la trobada, però, no se celebra a cap trattoria sinó al pavelló del jardí botànic, una illa de verdor i plantes exòtiques que mereix per ella sola un viatge a la ciutat (a tota l’illa la vegetació és realment exuberant). I mentre els set xerraires de la taula, tots senyors, xerrem, constato que les senyores fans camillerianes assegudes a platea potser no són del segle XXI però, en nombre, sumen clara majoria, com en tot el que toca a l’univers de la lectura.
L’escriptor, a qui els membres del CFC anomenen afectuosament ‘il sommo’, no ha pogut venir perquè ja tenia un compromís a l’Institut Italià de París, però envia un missatge enregistrat molt aclamat pels assistents. I mentre contemplo la passió i l’entusiasme d’aquesta gent de procedència tan variada (n’hi ha molts del nord d’Itàlia, on el sicilià és realment una llengua llunyana), rumio que encara és més admirable la feina de persones com en Filippo Lupo, ànima i cara visible del grup de fundadors del club, que ha dedicat milers i milers d’hores a recollir en un web la inabastable quantitat d’informació que envolta aquest escriptor excessiu i que a nosaltres, els traductors, ens facilita tant la feina. Tots els fans que em presentaran en ocasió de l’aplec em formularan la pregunta que em fa sempre tothom (‘Com t’ho fas per traduir en Camilleri?’), però crec que seria més interessant demanar-li a ell com s’ho fa per posar ordre en un univers tan prolix i ramificat com el del creador del comissari Montalbano. Penseu, i mentre rumio això ja he tirat jardí botànic avall, fins a desembocar a l’esplèndid passeig marítim de la ciutat, que actualment ja passa pel centenar llarg de títols publicats, i n’hi ha cinc més d’anunciats. Andrea Camilleri estimava Vázquez Montalbán, en Filippo estima en Camilleri i jo ara mateix estimo la sicilianitat entera, melsa inclosa, per més que a les eleccions municipals que se celebraven avui mateix hagi tornat a guanyar la mà…, perdó, Leoluca Orlando. I això que per primera vegada es presentava un partit independentista, Siciliani Liberi (estem encomanant la malaltia al món?). Ja al capvespre, plantat davant del palau renaixentista on Giuseppe Tomasi di Lampedusa es va traslladar després que les bombes americanes esfondressin el noble casalot familiar del centre, l’esperit del Gattopardo em xiuxiueja que no em faci il·lusions. A l’illa del seu llinatge, Lampedusa, avui tristament famosa pels desembarcaments massius d’immigrants africans, els votants han descavalcat de la batllia Giusi Nicolini, capdavantera de la lluita a favor dels drets dels immigrants.
Pau Vidal
 
 

RagusaNews, 15.6.2017
Il Commissario Montalbano: Mi sposo. Nel sonno...
Dirsi si sulla battigia

Santa Croce Camerina - Una cerimonia nuziale si svolge in spiaggia, proprio sotto la casa del commissario Montalbano, con un baldacchino sulla battigia dove un prete o forse un ufficiale di stato civile, porrà la fatidica domanda: vuoi tu Salvatore Montalbano, nato a Vigata, prendere in sposa Livia?
Un sogno, un incubo. C'è pure Catarella, agghindato a festa. I colori sono saturi, onirici, pieni di luce.
E' andata in scena oggi [Ieri, NdCFC], a Punta Secca, la messa in scena di una delle sequenze della puntata "Amore", che la troupe della Palomar sta girando in vista della stagione televisiva 2018.
E' il racconto di un matrimonio sognato, che diventa incubo, ossessione. Stamani, i turisti hanno potuto vedere l'allestimento scenico di grande spettacolarità, con una passerella che da Casa Montalbano conduceva a riva, dove Luca Zingaretti convola a giuste nozze con la fidanzata Livia.
Per fortuna hanno inventato la sveglia.
 
 

Sellerio, 16.6.2017

Siamo appena tornati da Parigi dove Andrea #Camilleri è stato invitato dall'Istituto Italiano di Cultura per due giornate di incontri con pubblico e accademici. È stato bellissimo vedere come molti italiani della Ville Lumiere e soprattutto moltissimi francesi siano così legati al nostro. Camilleri era in grandissima forma, ha come al solito affascinato, divertito, e interessato i lettori. Ha parlato della sua vita precedente al successo di scrittore, del suo amore per il teatro, del suo rapporto con i romanzi di #Simenon, del suo modo di scrivere e di come - divenuto ipovedente - abbia trovato delle soluzioni per scrivere, di come il teatro stesso lo abbia aiutato molto in questo; e ha parlato anche dell'ultimo bellissimo romanzo di #Montalbano, #Laretediprotezione. Ringraziamo il direttore del Institut Culturel Italien de Paris Fabio Gambaro e Serge Quadruppani per aver organizzato il tutto e per aver stimolato Andrea Camilleri in modo così efficace. Davvero due bellissime giornate!

 

 
 

Le Nouveau Magazine Littéraire, 16.6.2017
Andrea Camilleri, inventeur de langues

Cette semaine, à l’occasion de la mise à l’honneur de la Sicile au centre culturel italien, Andrea Camilleri s’est déplacé à Paris. Au programme : une journée d’études, des lectures et un dialogue avec l’auteur.
Andrea Camilleri est un des grands écrivains italiens contemporains. Un mythe littéraire dans son pays mais aussi à l’étranger, notamment grâce au personnage qui traverse son œuvre, le commissaire Montalbano. Proche du dramaturge russo-arménien Arthur Adamov, Camilleri écrit sa première comédie en 1947. Une tentative insatisfaisante qu’il qualifiera de « pâle copie » du Huis clos de Jean-Paul Sartre. Andrea Camilleri est néanmoins le premier à monter les pièces de Samuel Beckett et Harold Pinter en Italie. Puis ce fut le déclic : « J’en ai eu marre de raconter les histoires des autres avec les mots des autres ». Cinquante ans plus tard, le Sicilien a signé plus de 100 titres – depuis son premier roman publié en 1978, Il corso delle cose (Le Cours des choses, Fayard) – et est traduit dans quasiment toutes les langues. En parallèle, il a mené une carrière à la télévision, au cours de laquelle il a produit l’adaptation italienne des célèbres enquêtes du commissaire Maigret de Simenon. Parmi ses influences, on retrouve de nombreux écrivains siciliens comme Giovanni Verga, Luigi Pirandello et Giuseppe di Lampedusa.
Non seulement Camilleri est parvenu à fidéliser son lectorat grâce à son héros Montalbano, mais il a su traduire avec force la culture du sud de l’Italie et de la Sicile. Tout est affaire de sens dans son écriture, qui ne se contente pas de développer de brillantes intrigues policières mais déploie les caractéristiques olfactives, gastronomiques et mélodiques de son pays d’origine.


Fabio Gambaro, Andrea Camilleri et Serge Quadruppani à l'institut culturel italien, le 15 juin
Photo : Vittorio Zunino Celotto / Getty Images / via AFP

« Le prodige de l’écriture et du style »
Si Andrea Camilleri écrit des polars, son écriture va au-delà de l’expression populaire généralement associée au genre, et fait l’objet de travaux universitaires qui analysent à la fois la littérature italienne mais aussi le traitement des langues locales et leur traduction. Six universitaires se sont penchés sur l’œuvre de l’écrivain afin d’en extraire les dimensions linguistiques et l’importance des images. Parmi eux, Dominique Vittoz, traductrice des romans de Camilleri, a développé sa communication autour de la complexité de la traduction des dialectes italiens et siciliens. Andrea Camilleri dit lui-même que « le dialecte est la langue plus personnelle, à chérir », contrairement à la langue nationale « qu’on apprend à l’école ou en recevant des fessées ». Comment traduire le mélange d’idiolectes italiens et siciliens employé par Camilleri ? Avec un équivalent en patois français, un « italianisme », un mot inventé ? Serge Quadruppani, lui aussi traducteur, parle d’ « angoisse » face à la complexité du mélange des langues et des registres employés par Camilleri et d’une nécessité de « recréation » pour un tel travail de traduction : « Camilleri a fait naitre un langage, il a appris sa langue à toute l’Italie : le camilleresque. » Fabio Gambaro va plus loin encore : « il a crée un genre littéraire à lui tout seul, car son roman policier est particulier et contient ces caractéristiques linguistiques qu’il a inventé dans ce mélange italo-sicilien. »
Les énigmes historiques
Outre ses talents stylistiques, Andrea Camilleri a fondé nombre de ses œuvres sur son érudition. Il se plait à raconter comment une plongée dans la liste des vice-rois de Sicile, lui a permis de découvrir l’accession au trône d’un homme à l’origine paysan. « Sur lui, je n’ai trouvé que dix lignes, alors c’est moi qui ai écrit tous les documents. J’ai même fait écrire son acte de naissance par ma femme en parfait latin », s’amuse-t-il, révélant un certain penchant pour la falsification. Plus sérieux, le romancier confesse aussi une douce inclinaison à la résurrection littéraire de figures féminines oubliées de l’histoire. Comme cette femme qui fut vice-reine de Sicile pendant un mois et dont personne ne se rappelait l’existence. « Une révolutionnaire authentique », selon le mot de l’auteur, qui lui a dédié l’un de ses romans, dont le titre, La révolution de la Lune, fait référence au « temps d’une lune », soit la durée de son règne.
Les lacunes de l’histoire font le bonheur des écrivains, puis celui des lecteurs…
Delphine Allaire et Marie Fouquet
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 16.6.2017
Lo scienziato anomalo
Una figura rinascimentale cultore di lettere e arti e coscienza civile di tante battaglie ambientali
Docente a Bologna, a Palermo e in Pennsylvania, sostenne che i grandi geologi tra '700 e '800 impararono dai siciliani

Chi negli intensi anni Novanta, non del tutto a ragione né del tutto a torto, lanciò lo slogan del "Rinascimento palermitano", avrebbe potuto (e forse dovuto) ricordare che Palermo il suo Rinascimento l'aveva già espresso in un recente passato. Come definire altrimenti quella splendida stagione che vide incrociarsi, tra molte funeste ombre, i contributi illuminanti di intellettuali e artisti come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso, Enzo Sellerio? E tanti altri, ovviamente, spesso legati tra loro da un intreccio di affinità elettive che diramava in tante direzioni.
Tra questi occupa un posto di assoluto rilievo la figura esemplare e rinascimentale per eccellenza di Marcello Carapezza (Petralia Sottana 1925 - Palermo 1987), chimico, geologo, vulcanologo di fama internazionale, ma anche raffinatissimo cultore delle Lettere e delle Arti, nonché coscienza civile e militante di tante battaglie, talora purtroppo donchisciottesche, per la tutela dell'ambiente.
Esce ora un'ampia raccolta di suoi scritti con il titolo empedocleo di "Molti fuochi ardono sotto il suolo" (Sellerio) che consente di delineare i tratti di una personalità poliedrica di rara competenza e lungimiranza.
A fianco del frontespizio, un ritratto eseguito dal pittore e amico Fabrizio Clerici nel 1974 ci mostra Carapezza, cogliendone lo sguardo penetrante, proprio nei modi di una figura rinascimentale.
Andrea Camilleri, nell'affettuoso "Ricordo" che apre il volume ne rievoca la formazione giovanile, tra le apparentemente inconciliabili tentazioni umanistiche e scientifiche, con una serie di aneddoti tra il nostalgico e il goliardico da cui emerge anche il clima culturale, non privo di drammatiche contraddizioni, della Palermo degli anni Quaranta.
[...]
Marcello Benfante
 
 

World Humour Awards, 17.6.2017
"dal Mondo piccolo al Mondo grande"
2^ edizione
Premio Umorismo nella Letteratura "Giovannino Guareschi"
Andrea Camilleri

Busseto, Salone di Casa Barezzi
sabato 17 giugno 2017, ore 18,30
Interventi di:
Mauro Novelli, Università degli Studi di Milano
Marzio Dall'Acqua, presidente MUP Editore
e
Rocco Mortelliti
Gli interventi saranno intervallati dalla lettura di pagine scelte dei romanzi di Andrea Camilleri.
 
 

RagusaNews, 17.6.2017
Rossella Raimondo sul set di Montalbano
23enne, di Rosolini

Scicli - Ventitrè anni, di Rosolini, Rossella Raimondo ha esordito stamani sul set del Commissario Montalbano, a Scicli. Da ieri la troupe della Palomar è tornata in città, e per una settimana, fino al 23 giugno, per completare le riprese delle due nuove puntate della serie televisiva. Il focus è in via Mormina Penna e al Comune, dove ha sede il set del commissariato.
 
 

la Lettura - Corriere della Sera, 18.6.2017
Intervista. L'autore
Camilleri approva: «La scelta giusta»

Andrea Camilleri, quando ha «scoperto» la «Storia della colonna infame»?
«A scuola certamente no. E nessuno dei miei professori ne ha mai fatto cenno. Eppure essa fa parte integrante dell'edizione definitiva del 1840. Io la scoprii vedendo un volumetto Bompiani verso la fine degli anni Quaranta che faceva parte della collezione "Corona" e che si intitolava appunto Storia della colonna infame di Manzoni. La prefazione era di Giancarlo Vigorelli e fu proprio questa a interessarmi. Cosi comprai il libretto e cominciai a leggerlo. Fu un'autentica scoperta. E le pagine manzoniane che avevo studiato a scuola mi apparvero d'un tratto sotto tutta un'altra luce, tant'è vero che terminato di leggere il libretto, ripresi in mano I promessi sposi e cominciai a rileggerlo da capo».
Che cosa ha rappresentato per lei quest'opera?
«Ho avuto modo più volte di dire che considero la Storia della colonna infame come un sacchetto di spezie, con il quale il lettore ideale dovrebbe condire il grande romanzo manzoniano. Vale a dire: tenendolo costantemente presente durante lo svolgimento dei fatti».
E quale valore avrebbe portare la lapide della Colonna infame all'interno della Casa del Manzoni?
«Sono stato due volte invitato nella Casa di Manzoni. La prima volta mi ci portò proprio Vigorelli, la seconda poco tempo fa in occasione della riapertura dopo i restauri. Trovo che portare il reperto nello studio del Manzoni sia come fare rivivere il momento nel quale Don Alessandro si ispirò per comporre la sua miserabile storia. Rendere cioè quel momento sempre costante e presente».
(g. san.)
 
 

Les lectures de Martine (et plus), 18.6.2017
Une rencontre ... magique!...

En avril dernier, à la lecture de la newsletter de l'Istituto Culturale Italiano de Paris, j'ai été surprise d'apprendre, la venue en France du grand écrivain Andrea Camilleri, les 14 et 15 juin suivants programmée à l'occasion des quelques jours que l'Institut consacre à la Sicile. Camilleri ayant près de 92 ans, cette initiative m'a semblé vraiment exceptionnelle. Aussi, sur une impulsion, je me suis inscrite pour assister à ces deux jours de rencontre avec celui que tous les Italiens appellent "Il Maestro" et puis... Les jours ont passé. Et cette nouvelle m'était complètement sortie de la tête jusqu'à ce mercredi 31 mai dernier. Ce soir-là, en rentrant de ma journée de travail, à la lecture de mes mails du jour, j'ai été stupéfaite d'en trouver un de l'Institut Culturel Italien confirmant ma réservation pour ces deux jours! Incrédule d'abord, j'ai vérifié auprès de mes enfants si j'avais bien compris l'objet de ce message, allant même jusqu'à demander la confirmation de cette confirmation à l'Institut lui-même pour être vraiment sûre que je ne rêvais pas!
Et puis, il a fallu s'organiser parce que les dates étaient pour dans deux semaines. Jours de congé pris sur des heures de récup' au travail, billets de train, réservation de l'hôtel, j'étais plus que prête mercredi matin à la gare de Valence TGV!
Dès 13h30, j'étais au 50 rue de Varenne,devant l'Institut Culturel Italien, la première quasiment et bien placée du coup pour assister, à partir de 14h30, aux conférences et tables-rondes organisées tout au long de l'après-midi autour due l'oeuvre et du parcours littéraire et historique du grand Camilleri et auxquelles ont pris part, entre autres, les deux traducteurs français de l'écrivain italo-sicilien, Dominique Vittoz et Serge Quadruppani..
Et enfin est arrivée l'heure de la première rencontre avec le maître. Une rencontre axée autour du recueil conçu et imaginé par Maruzza Loria et dans lequel treize écrivains de romans "gialli" italiens ou "noirs" français écrivent une lettre au Commissaire Montalbano: "Caro Montalbano". Lecture de quelques-unes de ces lettres et échanges du Maître avec l'assistance nous ont été offertes pendant plus d'une heure et ce fut réellement magique!
Le lendemain, jeudi en fin de journée, nouvelle rencontre autour d'une discussion à bâtons rompus avec Camilleri sur son oeuvre, sa langue "camillerienne", son oeuvre littéraire commencée sur le tard et la notoriété qui l'a accompagnée et aussi la cécité dont il est atteint à présent et sa façon à lui de gérer ce handicap. Un grand moment d'émotion. Et, pour moi, deux jours de rencontre inoubliables, avec un grand Monsieur, humble, accessible, touchant et d'une extrême simplicité.
A la suite de cette rencontre, nous avons pu regarder, en version originale sous-titrée, le film "La scomparsa di Pàto" d'après le roman homonyme de Camilleri, traduit en français par "La disparition de Judas". Une belle occasion de savourer la fougue, l'impétuosité et la verve, toute la finesse de l'écriture de Camilleri.
Egalement pendant ces deux jours, nous avons pu découvrir l'exposition des couvertures des ouvrages de Camilleri édités dans le monde entier ainsi que tous ses livres publiés chez Sellerio Editore Palermo.
Pour ma part, j'en suis repartie avec le recueil des lettres à Montalbano, une enquête de mon cher commissaire, en italien, "La giostra degli scambi" et un recueil de nouvelles que je souhaitais lire depuis assez longtemps "Le Diable, certainement". Bonheur...
Martine
 
 

La Sicilia, 18.6.2017
Sicilians
Mario Incudine: «Io, uno nessuno centomila»
E' il direttore artistico del "Garibaldi" di Enna e a Siracusa è stato chiamato a coordinare la Giornata del rifugiato al Teatro Greco

Enna - È “Il Casellante” di Andrea Camilleri sui più importanti palcoscenici teatrali italiani. Ha trasformato lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco in “cuntista”. Ha coinvolto Beppe Servillo in un corale “Canto Mediterraneo” che, dopo il trionfale debutto al Teatro Mandanici di Barcellona, sarà il 3 agosto a Catania e il 7 a Taormina. È “Mimì”, quando ancora Domenico Modugno non era “Mister Volare”. Ed è docente in stage a Ragusa e direttore artistico del Teatro Garibaldi di Enna e della Giornata del rifugiato che si svolgerà domani al Teatro Greco di Siracusa. È tutto questo (e altro) Mario Incudine, cantautore, folksinger, musicista, musicante, attore, guitto, regista, direttore, docente. Ennese.
[…]
«Ci sarà anche la ripresa de Il Casellante, che potrebbe diventare un film, e in più c’è il tour di Inedito d’autore, lo spettacolo scritto da Camilleri su Sibilla Aleramo».
Camilleri è una costante nell’attività teatrale di Incudine. Una sorta di sodalizio, come quelli che si sono creati con lo scrittore Buttafuoco, il musicista Antonio Vasta e, soprattutto, Moni Ovadia. «Moni fonde due culture: quella yiddish e quella siciliana. Lui talvolta è più siciliano di quanto lo siamo noi. Nella sua personalità multiforme io mi specchio. Moni ha avuto una grande frequentazione con la Sicilia dai tempi di Ignazio Buttitta. Poi il sodalizio decennale con Roberto Andò e ora questa complicità con me. Il sodalizio con Moni mi ha cambiato davvero la vita, mi ha dato la ribalta nazionale. Portare Il Casellante al Sistina di Roma, il tempio della commedia musicale italiana, è stata la più grande emozione della mia vita».
[…]
Giuseppe Attardi
 
 

Les contrées magnifiques, 19.6.2017
Une semaine bien remplie (1) De la rue de Varenne……

Donc, les 14 et 15 juin, on était rue de Varenne, pour deux journées sous la houlette de Fabio Gambaro, directeur de l'Institut culturel italien, consacrées à Andrea Camilleeri. Le mercredi, j'ai un peu bafouillé sur le "Filon simenonien dans l'oeuvre d'Andrea Camilleri et le thème de la femme maléfique" (en italien dans le texte) en présence de divers professeurs dans un semi-colloque camillerien, on a aussi et surtout présenté un petit livre dont Maruzza Loria, ma traductrice en italien (traductrice aussi de Modiano, Tito Topin, André Gorz, Gilles Perrault…) et co-auteur de Yasmina a eu l'idée et qu'elle a coordonné: un recueil de "lettres à Montalbano" par une série d'auteurs italiens (Lucarelli, De Cataldo, De Filippo, Ginisi… et Maruzza) et français (Topin, Perrault, Le Corre, Ferrari, votre serviteur…)
Ce fut aussi l'occasion de grands moments, dans le micro-patio de l'hôtel où le Maestro était descendu avec son caravansérail, on débattait avec cet homme aveugle, qui fume sans cesse et se descend ses petites bières sans frémir (à 92 ans), qui continue à produire trois ou quatre livres par an en les dictant à l'indispensable Valentina (voir photos) et qui est une source inépuisable de récits, de narrations, de fictions et de souvenirs mêlés.
Le jeudi, dans la longue conversation que nous eûmes, Fabio et moi, avec Andrea, devant une salle pleine à craquer qui retenait son souffle, ils nous a raconté son désespoir quand il est devenu aveugle et comment il réussit encore à construire ses récits, à mémoriser les pages, il nous a parlé de ses rapports avec le théâtre de l'absurde en général et Adamov en particulier qu'il a mais en scène, de la série des Maigret dans l'adaptation italienne avec Gino Cervi, il nous a parlé poésie et peinture, et comment le succès immense qu'il connaît en Italie n'a pas franchi la porte de sa maison (ça, j'en suis témoin), enfin, il nous a parlé de tant de choses qu'il faudra bien revenir à l'enregistrement de l'Institut. (Pour cela, et pour le recueil de nouvelles, voir le site de l'Institut.)
Bref, nous avons rencontré un vrai cantastoria sicilien. Un grand écrivain populaire et un grand écrivain tout court.

 
   
De gauche à droite, le Maestro, Anne-Marie Métailié, Maruzza Loria, Salvatore Silvano Nigro, Professeur de l'Université de Catane et auteur des textes de présentation des Montalbano dans l'édition Sellerio, grands moments d'érudition et d'élaboration théorique (mais n'y cherchez pas le résumé de l'intrigue)

Serge Quadruppani
 
 

Mentelocale, 19.6.2017
Andrea Camilleri a Parigi per Caro Montalbano

Dopo vent’anni Andrea Camilleri ritorna a Parigi. Un fatto eccezionale per lo scrittore ultranovantenne che da tempo ha limitato i viaggi e le presenze in pubblico.
L’occasione è stata l’omaggio che l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi ha reso al grande scrittore lo scorso 14 e 15 giugno attraverso una giornata di studi, una mostra delle varie edizioni dei suoi libri tradotti in tutto il mondo e due serate di incontri con il pubblico.
Nella prima giornata è stato presentato il libro Caro Montalbano, Lettre au commissaire, edito dall’Istituto stesso, che raccoglie le lettere che tredici scrittori di gialli italiani e francesi indirizzano al celebre commissario. Come ricorda nell’introduzione il direttore dell’Istituto Fabio Gambaro, Montalbano è oggi una figura insostituibile del panorama letterario italiano e la raccolta di lettere bene lo testimonia.
Gaetano Savatteri nella sua missiva ricorda il merito di Camilleri per aver restituito una Sicilia a colori. Dalla giustizia impossibile della Sicilia letteraria di Sciascia a quella reale fatta di efferati fatti di cronaca, con Camilleri un poliziotto siciliano poteva essere onesto e la Sicilia diventare una terra che esprimeva desiderio di riscatto, voglia di pace, ansia di onestà.
Una Sicilia resuscitata, che è la vera protagonista dei romanzi – come spiega lo stesso Camilleri durante l’incontro. Più in particolare, quella Sicilia orientale, aspra, arida, con il sole a picco, il silenzio della campagna e la solitudine.
Salvo Montalbano incarna, come scrive Giancarlo De Cataldo, «l’ideale di uno sbirro illuminista, democratico, ricco di intelligenza ma anche di pietas. Un padre, o un fratello maggiore, di altri tempi: lei, per dire, mangia come un uomo dell’Ottocento in un contesto di avanzata vegana, le piacciono le donne e non ne fa mistero, ci risparmia tante cineserie da politicamente corretto e nello stesso tempo nutre sentimenti profondamente democratici».
Un uomo integro e dalla forte umanità, forse anche un profondo conservatore, come suggerisce Serge Quadruppani, il suo traduttore in Francia - «Nel senso che quello che tu vorresti conservare è un mondo di ulivi saraceni non ancora attaccati dalle scavatrici dei palazzinari, un mondo di spiagge pulite e spopolate, di cannoli profumati gustati in silenzio».
E quanto al buon – autentico - cibo, così caro a Montalbano e al suo autore (nell’ultimo romanzo della serie, La rete di protezione, il commissario si scontra con il finghirfud e dovendolo assaggiare – gli vini gana di sputarla ma gli parsi malo e se l’aghliutti’ chiuenno l’occhi), Santo Piazzese, attraverso il suo ispettore Lorenzo La Marca, invita Montalbano a Palermo a degustare le arancine – precisandone la declinazione al femminile. Se tutto il cibo siciliano è al femminile – la cassata, la sfincia, la Norma,…) perché nel vigatese la Regina del cibo di strada dovrebbe essere di genere maschile?
Sull’originale lingua creata da Camilleri torna Carlo Lucarelli - «il suono, il ritmo e i termini di quella lingua così viva da non essere più letteraria, ma della fantasia e del cuore». Un riuscito impasto tra il siciliano, che esprime il sentimento, e l’italiano, che invece esprime il concetto, per dirla con le parole di Camilleri.
Caro Montalbano, quanta ammirazione e affezione in queste tredici lettere per lei e il suo autore - «Che sia glorificato il suo creatore, il divino Andrea Camilleri» (Gilles Perrault), il Maestro e il sommo (Gian Mauro Costa) o meglio il Sommo, secondo il Camilleri Fans Club che quest’anno festeggia il ventennale, «lunga vita a te, commissario Montalbano, e lunghissima vita al tuo creatore» (Serge Quadruppani).
Caro Camilleri, grazie.
Per approfondire
Durante l’incontro presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Andrea Camilleri ricorda alcune curiosità legate a Montalbano.
• La nascita di Montalbano: «Mi è venuto in mente di scrivere un romanzo giallo perché sono molto disordinato nella mia scrittura. Mi sono chiesto: sei capace di scrivere un romanzo dalla A alla Z dove il primo capitolo sia davvero il primo? E così ho iniziato il primo romanzo poliziesco, dove non ti puoi permettere salti logici e temporali, sei in una sorta di rete».
• La scelta del nome: «Ho scritto il primo romanzo e non aveva un nome. Lo chiamavo il commissario. Poi ho letto Il pianista di Manuel Vázquez Montalbán e ho capito come dovevo scrivere Il birrario di Preston e per gratitudine ho chiamato il mio personaggio Montalbano».
• Camilleri e Simenon: «Non ho fantasia. Il figlio di Simenon mi ha detto che il padre diceva lo stesso di sè. - Ma come è che avete scritto tutti questi libri? - Mi chiese. Bisogna interpretare la frase di Simenon con lo stesso significato di inventare qualcosa dal nulla. Questo non lo so fare, ho bisogno di un inizio, una frase, un pezzo di cronaca nera».
La Rete di protezione (Sellerio, 2017): ultimo episodio della serie di Montalbano uscito in maggio (e, nemmeno a dirlo, stabile in vetta alle classifiche dei libri più venduti) e primo libro di Camilleri non scritto ma dettato alla collaboratrice Valentina Alferj, per la quale in nota esprime tutta la sua gratitudine.
Roberta Gregori
 
 

AgrigentoOggi, 19.6.2017
Un selfie con Camilleri per gli studenti del Liceo Classico “Empedocle”

[…]nteranno il video dell’intervista fatta allo scrittore Andrea Camilleri per la consegna del Premio Fondazione Empedocle.
Lo scrittore, che ha ricevuto nella propria abitazione di Roma ad aprile una delegazione del Liceo Classico Empedocle di Agrigento, ha raccontato in un’atmosfera ricca di emozioni e sentimenti il suo legame con la scrittura, lasciandosi trasportare a ricordi d’infanzia e sottolineando il valore fondamentale degli studi classici, anche da lui compiuti.
Modererà l’incontro Felice Cavallaro.
giovedi 22 giugno 2017
ore 20.30, FAM – Fabbriche Chiaramontane
Settimana delle Celebrazioni 150° Anniversario Luigi Pirandello
 
 

Giannella Channel, 19.6.2017
A tavola con Montalbano (e con Andrea Camilleri)
Indagine gustosa sui sapori e piaceri del commissario più amato d’Italia, che da quindici anni continua a mietere successi in tv, e del suo altrettanto popolare creatore
Salvatore Giannella
 
 

#cartabianca, 20.6.2017
Andrea Camilleri
Stasera sarà ospite a #cartabianca Andrea Camilleri! :D
Vi aspettiamo alle 21:15 su Rai3 (a più tardi con gli altri ospiti)
 
 

Il Sussidiario.net, 20.6.2017
#CARTABIANCA/ Ospiti, anticipazioni e diretta streaming: Mara Venier e Virginia Raggi (puntata 20 giugno 2017)
#Cartabianca, anticipazioni e ospiti puntata 20 giugno 2017: Bianca Berlinguer accoglierà nel suo studio il sindaco di Roma Virginia Raggi e lo scrittore Andrea Camilleri.

[…]
Per quanto riguarda invece il mondo dello spettacolo, Bianca Berlinguer accoglierà nel suo studio lo scrittore Andrea Camilleri, come annunciato sui social. Con “Il commissario Montalbano”, lo sceneggiatore classe 1925 continua a tenere gli spettatori incollati al televisore e le puntate della fiction ispirata ai suoi romanzi fanno registrare uno share così alto da poter essere paragonato solo alle partite della Nazionale di calcio e anche in replica il successo è assicurato. Qual è il segreto di Camilleri nel catturare l’attenzione dei telespettatori anche dopo tanti anni con le avventure del Commissario Montalbano? Sicuramente nella sua intervista Bianca Berlinguer non mancherà di toccare l’argomento.
Linda Irico
 
 

#cartabianca, 20.6.2017
Andrea Camilleri


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Bianca Berlinguer intervista lo scrittore Andrea Camilleri. Sulla politica attuale il commento di Camilleri è puntuto: "Il volta gabbanismo è un curioso fenomeno per cui interi partiti voltano gabbana", dice lo scrittore. E aggiunge: " I politici devono rispettare la parola data ai loro elettori". Camilleri ammette che a fargli paura è il populismo: "Il populismo è una sorta di incitamento a vuoto, è l'estasi verso il basso". Lo scrittore confessa di aver scritto "l'ultimo Montalbano", ma il manoscritto è conservato in un comune cassetto, da 10 anni. "Scrissi l'ultimo Montalbano 10 anni fa temendo Alzhemeir, la sua fine è già scritta", rivela.
 
 

Corriere TV, 20.6.2017
Raggi a Camilleri: «Spero di essere più brava che bella»
La sindaca di Roma risponde così al complimento fatto dallo scrittore durante la trasmissione "Cartabianca"

(LaPresse) Durante la trasmissione di Rai Tre "Cartabianca", la conduttrice si scusa con lo scrittore Andrea Camilleri per il ritardo nel collegamento."Ho lasciato spazio a una bella signora", risponde lui facendo riferimento a Virginia Raggi, ospite in studio. Ma la sindaca di Roma accetta il complimento puntualizzando: "Speriamo più brava che bella".
 
 

Blasting News, 20.6.2017
Camilleri: 'Troppi voltagabbana, ideale partito che governi senza compromessi'
Andrea Camilleri a 'Cartabianca' parla di politica, facendo confronti col passato e parlando di voltagabbana, populismo, sinistra e grande coalizione.

In occasione della puntata di questo martedì 20 giugno di "Cartabianca" su Rai3 è intervenuto come ospite il noto scrittore Andrea Camilleri, il quale rispondendo alle domande della conduttrice Bianca Berlinguer, si è soffermato anche su diversi aspetti politici.
Andrea Camilleri parla del contesto politico italiano
Alla domanda su qual è l'elemento sempre presente nella politica italiana, Andrea Camilleri ha detto: "Il voltagabbanismo, di sicuro è una costante che negli ultimi tempi non riguarda il voltar gabbana dei singoli deputati e senatori, ma è un curioso fenomeno per cui interi partiti voltano gabbana. Adesso c'è un voltagabbanismo di massa.
Tutto questo peggiora la situazione: non si può essere sicuri di cosa un singolo deputato o partito fa dopo che lo hai votato, tu non puoi richiedere indietro il tuo voto e sei fregato in partenza, questa è una cosa che allontana la gente dalla politica. Ci vorrebbe una coscienza di coloro che vengono eletti di rispettare la parola data ai loro elettori, solo così la parola 'politica' riacquisterebbe un valore che oggi ha irrimediabilmente perduto".
Camilleri ha nostalgia del vecchio sistema dei partiti di un tempo? "La nostalgia ce l'ho, però ci sono nuovi tipi di aggregazione, i vecchi partiti effettivamente dimostrano di avere oggi il passo troppo lento. Ad esempio in #Francia Macron in poco tempo ha fondato un movimento e ha ottenuto un largo consenso, questo dimostra che il modo di rapportarsi con la gente da parte dei vecchi partiti non funziona più".
Camilleri parla di populismi, sinistra italiana e 'Grandi coalizioni'
Sui populismi ha detto: "Ho moltissima paura perché il populismo è una sorta di eccitamento a vuoto, un'estasi verso il basso. Fare populismo è facilissimo, è il fare le cose che è difficilissimo".
Sulla #sinistra in Italia Camilleri ha detto: "Non vorrei entrare nella politica attuale, però ogni uomo della sinistra italiana ha come aspirazione massima quella di essere una monade, oppure una cellula di quelle che si auto-riproducono per scissione: questo è il massimo ideale".
Su una possibile futura Grande coalizione, ha affermato: "Abbiamo esperienze anche recenti di vari partiti che si mettono insieme eppure ognuno tira acqua al proprio mulino e la durata di questi Governi è per forza di cose breve. Bisognerebbe fare un patto reciproco: quello di non farsi reciprocamente lo sgambetto, allora si può fare qualsiasi coalizione. Ma io penso che l'ideale sarebbe avere un partito o un movimento che abbia una maggioranza che gli consenta di governare secondo le proprie idee senza ricorrere continuamente a compromessi con altri partiti, ma questo purtroppo la legge attuale non lo consente e non dà nessuna maggioranza".
Maurizio Ribechini
 
 

La Repubblica, 20.6.2017
Camilleri: "Montalbano? Sparirà senza morire"
L'autore risponde nel programma #Cartabianca alla domanda che milioni di appassionati si pongono. Ma senza svelare completamente quel "finale già scritto"

Come uscirà di scena Salvo Montalbano? Se lo chiedono milioni di lettori e milioni di spettatori che seguono la serie interpretata da Luca Zingaretti. E' stato lo stesso Andrea Camilleri, papà del commissario più amato, a raccontare in collegamento con Bianca Berlinguer a #Cartabianca, su RaiTre che ha già deciso come uscirà di scena l'eroe di Vigata. "Ho scritto la fine dieci anni fa" ha spiegato con ironia "ho trovato la soluzione che mi piaceva e l'ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l'Alzheimer. Ecco, temendo l'Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell'editore... E' semplicemente conservato in un cassetto". Conoscono la verità solo Camilleri, sua moglie e l'editore Sellerio.
Montalbano morirà ucciso in una sparatoria? Sarà - come ha chiesto il giornalista Tommaso Labate a Camilleri - il dottor Pasquano (nella serie è interpretato da Marcello Perracchia) a fare l'autopsia? Pare di no, non ci sarà spargimento di sangue. "Niente del genere", ha rassicurato Camilleri rispondendo alle domande a #Cartabianca . "Montalbano non morirà. Nessuna autopsia. Ma non potrà sbucare da nessun'altra parte... Se ne andrà, sparirà ma senza morire".
Sulla fine del commissario più amato il mistero è fitto. Qualche anno fa Camilleri aveva rivelato che il titolo provvisorio del racconto era "Riccardino" e nel finale Montalbano, chiamato sul luogo di un presunto omicidio, ritrova se stesso. Il commissario comincia a domandarsi se non agisca in un certo modo solo perché copia il suo doppio, perché l'ha visto in televisione e inizia il duello più difficile della sua vita, quello con se stesso.
Serie dei record, con oltre undici milioni di spettatori e uno share che supera il 40%, Montalbano è un classico: persino le repliche sfiorano i nove milioni di spettatori. Camilleri aveva ringraziato i lettori spiegando che mentre scrive ha lui il controllo del personaggio "ma l'eroe televisivo vive veramente una sua vita propria che in qualche modo è creata dagli spettatori stessi. In fondo li rappresenta tutti".
Silvia Fumarola
 
 

Mangialibri, 20.6.2017
La rete di protezione
Autore: Andrea Camilleri
Genere: Romanzo
Editore: Sellerio 2017

A Vigata c’è una gran confusione. La città ha cambiato aspetto e al commissario Montalbano la cosa comincia a pesare, “Pirchè gli pariva tutto fàvuso, come se fusse stato dintra a ‘na festa maschirata di cannalivari”. Tutto è cominciato cinque o sei mesi prima, quando i cittadini sono stati invitati a cercare vecchi filmini in Super 8, come si usavano allora, per poter ricostruire l’aspetto che Vigata aveva negli anni Cinquanta. Il tutto perché ? non si sa bene nata come la cosa ? si sarebbe dovuta girare una ficzion ambientata in quegli anni, a cura di una produzione italo- svedese; ma da quando è arrivata la troupe in città si sono verificati disordini di ogni tipo, causati anche dalla presenza delle attrici svedesi, che sicuramente non passano inosservate. Il paese è stato messo sottosopra, sono stati ricostruiti ambienti, strade, esercizi commerciali; persino il commissariato ha rischiato di essere sconciato dalla targa “Salone d’abballo” e a stento se l’è scampata. In seguito a queste ricerche, l’ingegner Ernesto Sabatello ha rinvenuto sei filmini di proprietà di suo padre, relativi a sei anni consecutivi dal 1958 al 1963, tutti girati nello stesso giorno e alla stessa ora di ognuno di essi: qualche minuto a partire dalle 10.25 del 27 marzo. Tutti i filmati ritraggono lo stesso muro di un edificio di campagna, nient’altro. L’ingegnere non sa darsi una spiegazione e spera di trovarla con l’aiuto di Montalbano. Il caso vuole che a Vigata pare non succedere nulla in quei giorni ed è con piacere che il commissario accetta di occuparsene, alla ricerca di qualcosa accaduto ben sessanta anni prima. All’improvviso, però, capita un fatto inspiegabile quanto grave. In una classe di terza media ? tra l’altro quella frequentata da Salvuzzo, il figlio di Mimì Augello nonché figlioccio di Montalbano –, proprio mentre il vicecommissario sta parlando col professore di matematica, entrano dei tipi che indossano la maschera di Anonymous e fanno uno strano discorso minaccioso, alquanto sconclusionato, a proposito di colpe e ingiustizie che devono essere vendicate. I due però sono armati e, dopo una colluttazione con Augello e uno scontro a fuoco, svaniscono nel nulla. Il fatto è grave e il questore convoca persino l’antiterrorismo, ma le indagini non portano a nulla. In quella classe non era mai successo niente di strano, a parte un episodio di bullismo noto a pochi. Montalbano ha difficoltà serie a districarsi nel mondo dei più giovani che si muovono in spazi che gli sono ignoti come il web. Come gli capita spesso, è dal mare che gli arriva il suggerimento giusto quando vede una bottiglia che galleggia a pelo d’acqua. Bisogna gettare una bottiglia come un’esca anche nel mare di internet, pensa, e vedere cosa succede. Ed è così che le verità che riguardano due casi lontani nel tempo cominciano ad emergere. Il problema vero è capire se e quando le verità vadano svelate ad ogni costo…
Di questo nuovo romanzo dedicato da Andrea Camilleri al suo personaggio più famoso – quel commissario Montalbano che abbiamo visto invecchiare nel tempo, in maniera naturale come un amico di lunga data – si può dire che è un giallo senza esserlo veramente. Le due piccole storie, su due diversi piani cronologici, procedono in parallelo e si avvolgono piano piano attorno a quella complessa spirale che è l’animo umano quando solo apparentemente sembra seguire percorsi semplici. Più spesso conosce infatti intrecci complessi nei quali i sentimenti e le emozioni non possono avere confini netti ma solo sfumare fatalmente in altro. Eppure, a ben guardare, è sempre l’amore in tutte le sue declinazioni a muovere tutto. Le due vicende, distanti sessant’anni l’una dall’altra, convergono verso una stessa conclusione, e soprattutto verso una medesima riflessione del commissario non più giovanissimo e di conseguenza meno soggetto alle intemperie dell’istinto, capace adesso di fermarsi a riflettere sulla scelta più giusta. Il fattore umano è più che mai motore di azioni, indagini, soluzioni, e delle scelte di tutti i protagonisti fino alla questione finale che domina la storia e interroga anche il lettore, oltre che Montalbano, a proposito della verità e della necessità di metterla da parte, come talvolta la vita sembra suggerire. Se la storia, quindi, non si configura come un vero giallo e, anzi, a ben guardare, le soluzioni si fanno presto chiare al lettore come in un giallo non dovrebbe accadere, le descrizioni dei luoghi, dei cibi sono sempre quelli ai quali Camilleri ci ha abituati, quelli che ci costringono a sentire il profumo del mare e i sapori dei piatti preparati da Enzo e da Adelina; divertenti sempre i siparietti con i coprotagonisti storici del commissario, nonostante anche qui sembri insinuarsi, ogni tanto, una vena più malinconica. Ed è proprio un senso di mesta malinconia a concludere l’indagine e il romanzo, come fosse l’approdo di un uomo anziano e maturo, lontano dall’età delle presunte certezze nella quale la verità ad ogni costo si sbandiera come unico baluardo di giustizia. Ed è lo stesso sentimento, accompagnato ad un sorriso, che si prova leggendo il commento e il ringraziamento finale che il vecchio Maestro rivolge a Valentina Alferj, la sua collaboratrice, alla quale – per la prima volta – il romanzo è stato interamente dettato a causa dei suoi problemi di vista. Grazie Maestro per questa storia uguale ma diversa, che ci somiglia, per età e stagione di vita, tutti, anche noi lettori cresciuti e invecchiati con Lei e con Montalbano. E così pare che anche il maturo commissario abbia ancora qualcosa di bello da raccontarci, quando un po’ non ci speravamo più; lo riaspettiamo presto allora!
Alessandra Farinola
 
 

La Sicilia (ed. di Enna), 20.6.2017
Enna potrebbe diventare la Vigàta di Camilleri
Si discute della possibilità di scegliere la città per le riprese del film "Il casellante". «Sarebbe un grande richiamo turistico»

Enna - E se Enna diventasse davvero il set per le riprese di un film su un romanzo di Camilleri? Da qualche giorno la voce sta incuriosendo, e non poco, gli ennesi che attendono di saperne di più.
Ad annunciarne la possibilità è stato il sindaco Maurizio Dipietro che ha chiesto, ed ottenuto dal consiglio comunale, di prevedere nel bilancio una somma (di 50 mila euro) da mettere a disposizione della produzione che in questi giorni sta decidendo dove realizzare il film. La lista delle città che aspirano è lunga e tra queste c'è pure Enna. Ma cerchiamo di svelare qualche particolare in più. Innanzitutto sul film che prenderà vita intorno al romanzo “Il casellante”, capolavoro di Camilleri, ambientato nella Sicilia degli anni '40, ambientato tra Vigàta e Castelvetrano dove mito e storia di intrecciano con protagonisti un casellante dei treni ed una donna che tenta di trasformarsi in albero.
L'occasione di mettere a disposizione Enna è stata forte come spiega il sindaco Dipietro: «L'ipotesi che stiamo perseguendo è quella di far diventare Enna Vigàta, sarebbe un rilancio straordinario per la nostra città».
Sponsor d'eccezione per Enna è anche Mario Incudine che questo romanzo lo sta portando anche nei più importanti e rinomati teatri italiani.
Sulla possibilità che veramente il film possa essere realizzato ad Enna Dipietro ha aggiunto: «Se Enna si impone all'attenzione di un grande pubblico come quello cinematografico non può che averne risvolti eccezionali». Per settimane ha così lavorato all'idea fino a presentare in bilancio «un emendamento a mia firma. Va nella direzione dell'idea di città e di sviluppo del territorio che l'amministrazione ha». Il sindaco ha quindi aggiunto che «se riusciamo a far diventare Enna set di un film tratto da un romanzo di Camilleri realizzeremo una promozione del territorio senza precedenti». Sarà però importante anche il supporto dei privati: «Ho avviato una discussione con le forze produttive del territorio a cui ho chiesto di unire le forze del pubblico e privato che ho sempre ritenuto un modello vincente nell'interesse della collettività».
Le riprese del film sono previste per ottobre e la regia sarà firmata da Rocco [Mortelliti, NdCFC] ed anche il cast previsto è d'eccezione; i primi nomi che si fanno sono quelli di Leo Gullotta e Nino Frassica. Non resta insomma che attendere la decisione finale e sperare che questa ricada su Enna.
William Savoca
 
 

TvZap, 20.6.2017
Arigatou Don Matteo e Montalbano, la fiction Rai parla giapponese
Nel paese del Sol Levante spopola il giallo all’italiana. Non solo. Il prete ciclista e investigatore è diventato un format esportato in Polonia e in Russia, con le dovute correzioni…

[...]
Don Matteo non è l’unico portabandiera del tricolore italiano. Del resto, ben prima di lui nella terra del Sol Levante era arrivato il Commissario Montalbano. Il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri ha raggiunto il Giappone da diversi anni: un successo di pubblico e critica testimoniato dalla scelta di mandare in onda sia le puntate con protagonista Luca Zingaretti che quelle con Michele Riondino, interprete de Il giovane Montalbano. Una notizia che non stupisce: a partire dagli anni Duemila il commissario di Vigata ha conquistato tutti e cinque i continenti con sempre crescente apprezzamento, in special modo nelle nazioni dell’Est europeo e della Scandinavia.
Alessandro Buttitta
 
 

Agrigento Notizie, 20.6.2017
"Strada degli scrittori", momento clou con il 150esimo anniversario di Pirandello

Il festival della Strada degli Scrittori si avvia verso la conclusione del suo viaggio in Sicilia, tornando ad Agrigento per celebrare il centocinquantenario della nascita di Luigi Pirandello.
Primo appuntamento, il 22 giugno alle 20.30 alle Fam, Fabbriche Chiaramontane di piazza San Francesco con "Empedocle intervista Camilleri". L’iniziativa, condotta dal presidente dell’associazione “Strada degli Scrittori” Felice Cavallaro, prevede la proiezione della intervista video realizzata nei mesi scorsi da una delegazione di allievi del liceo classico "Empedocle" ad Andrea Camilleri, ospiti della sua abitazione romana. Durante la serata sono previste delle esibizioni degli studenti, che leggeranno brani e poesie ed eseguiranno alcuni brani musicali.
[…]
 
 

Adnkronos, 21.6.2017
Camilleri: "Ecco come finirà il mio Montalbano"

"Ho già scritto l'ultimo Montalbano, ma il manoscritto è conservato in un cassetto da 10 anni" da parte dell'editore. Andrea Camilleri, ospite di 'Carta Bianca' su Rai 3, svela (in parte) a Bianca Berlinguer quale sarà la fine del commissario più amato dagli italiani.
"Non può cadere in un burrone come Sherlock Holmes e poi ricomparire in altre forme" racconta lo scrittore, che - rivelando il segreto dell'ultimo libro della serie - assicura: "Montalbano non muore".
 
 

Corriere TV, 21.6.2017
Camilleri svela in tv: «Montalbano non morirà»

Lo scrittore ospite di #Cartabianca su Raitre
 
 

l'Unità Tv, 21.6.2017
“Montalbano sono. E sarò”
L’idea geniale di Camilleri: il commissario non morirà né andrà in pensione

Un colpo di genio, l’ennesimo, forse il più alto. Camilleri non farà morire Montalbano. Ed è un colpo di scena, l’ennesimo, forse il più spettacolare. Perché da tempo era circolata – non smentita – l’idea che lo scrittore agrigentino avrebbe fatto morire il suo eroe. Invece no: “Montalbano non muore e non va in pensione”, ha detto a #Cartabianca.
Maigret, il suo caro Maigret, invece in pensione ci andò (“Maigret in pensione”, è uno dei titoli simenoniani). Ma “Salvo” no. E non morirà, come invece accadde a Hercule Poirot.
Sull’ultimo romanzo che avrà per protagonista il commissario di Vigata la cosa più bella l’ha detta lui stesso: “L’ho scritto 11 anni fa perché mi era venuta un’idea su come far finire Montalbano, temendo l’Alzheimer ho preferito scriverlo subito”. Come Proust che scrisse insieme il primo e l’ultimo volume della Recherche. Saranno vere, l’una e l’altra circostanza?
Ma allora che fine farà Montalbano? Camilleri non ha svelato l’arcano. Giustamente. Il genio va rispettato, atteso, persino temuto. “Montalbano non potrà comparire in nessun’altra forma”: fine, stop.
Non morirà, e va bene: d’altronde perché infliggere un dolore agli aficionados sparsi ai quattro angoli del mondo? Perché non sconfiggere, almeno con l’arma della fantasia, la morte? Perché non proiettare su di te, carissimo Camilleri, l’alone immortale del tuo eroe? E perché infine non far trionfare il Tempo (ah, ancora Proust) sulla vita/morte?
E neppure invecchierà, il nostro Montalbano (“Non va in pensione”) – che senso avrebbe uno così su una panchina ai giardinetti? Cosa gli accadrà dunque? Si sarà rotto i cabasisi, Montalbano, e forse non mangerà più come un tempo e Livia lo annoierà e la sua Vigata andrà sempre peggio e Catarella, Fazio e persino Mimì Augello chissà che faranno, dove saranno.
Ma noi che maneggiamo da anni quei magnifici camilleriani Sellerio blu dai titoli sillabati a perfezione (“La vo-ce-del-vio-li-no; Il-ca-ne-di-ter-ra-cot-ta; Il-lad-ro-di-me-ren-di-ne; La-for-ma-dell’-ac-qua) sappiamo che “Salvo” respirerà gli odori della Sicilia e l’aria del mare davanti alla sua casa, un po’ più vecchio, più ombroso, ma ancora più saggio e soprattutto vivo, per l’eternità.
Mario Lavia
 
 

TvZap, 21.6.2017
Ascolti tv, vince Con il sole negli occhi su Rai1, bene #cartabianca con lo spoiler su Montalbano
Il film di Pupi Avati totalizza 2 milioni 814 mila spettatori e il 13.5% di share

[…]
A dominare il TvZap Socialscore è #cartabianca, soprattutto grazie all’ospitata di Andrea Camilleri, che ha svelato il finale de Il Commissario Montalbano: 73 punti e prima posizione per il programma di Rai3.
[…]
Stefano Padoan
 
 

Fattitaliani.it, 21.6.2017
Libri, Andrea Camilleri “Un onorevole siciliano. Le interpellanze parlamentari di Leonardo Sciascia”: per capire come in questo Paese la storia non insegna nulla
Andrea Camilleri, “Un onorevole siciliano. Le interpellanze parlamentari di Leonardo Sciascia”, Ed. Bompiani, Milano, 2009

Un libro che consiglio di leggere a tutti coloro che vorrebbero fare politica, si apprestano a fare politica, o fanno già politica. E anche a quelli che politica non ne vogliono fare ma vogliono capirne qualcosa. Quello a firma di Andrea Camilleri, è libro che raccoglie le interrogazioni parlamentari di Leonardo Sciascia in senato tra il 15 dicembre 1979 e il 31 gennaio 1983. Sembra che lo scrittore di Racalmuto stia parlando di cose attuali, di oggi, dei nostri giorni. Sciascia è stato grande anche per questo, per vedere dove gli altri non vedevano, per capire dove gli altri non capivano. E dietro le facce belle e sbarbate degli onorevoli di allora, sotto i vestiti eleganti e raffinati cuciti a mano dai migliori sarti romani, oltre gli sguardi sicuri e altezzosi delle passeggiate parlamentari che tra una seduta e l’altra affollavano l’elegante Transatlantico di Palazzo Montecitorio, Sciascia riusciva a vedere senza impressionarsi - come il conturbante visionario e grande pittore fiammingo Hieronymus Bosch fece nello splendido dipinto “Salita al Calvario” del 1535 - la vera natura e le vere anime dei potenti di allora. Dopo trent’anni, tutto è rimasto tale e quale, nulla è cambiato, nulla. I discorsi e le interrogazioni in Parlamento sembrano scritti ieri … ma che dico! … sembrano scritti proprio oggi … sono attuali e contemporanei da far venire i brividi. E allora, come Andrea Camilleri fa con questo suo saggio, allora il consiglio che diamo è quello di leggere le parole di Leonardo Sciascia, se non altro per comprendere che in quel luogo romano del potere nulla cambierà mai. Per capire come in questo Paese la storia non insegna nulla. Per capire come in questo Paese la memoria è sempre stata mortificata, e si riconosce perché assai labile e corta. Non mi resta che augurare buona lettura a tutti quelli che leggeranno le pagine di Andrea Camilleri che scrive, con arguzia e con un po’ di sano sarcasmo verso i politicanti di allora e dei nostri giorni, di un grandissimo intellettuale e scrittore siciliano, come lo è senza dubbio alcuno lo scrittore di Porto Empedocle.
Andrea Giostra
 
 

Corriere della Sera, 22.6.2017
Il discorso
Camilleri agli studenti: «State lontani da Renzi e grillini»
Lo scrittore si rivolge ai giovani in un incontro ospitato nella sua abitazione romana con gli allievi del liceo di Agrigento dove lui stesso studiò

Agrigento - Sono consigli affilati come lame le risposte di Andrea Camilleri sulla politica, su Renzi e i CinqueStelle, a un gruppo di studenti del Liceo Empedocle di Agrigento dove lo scrittore si diplomò. Una mattina in casa Camilleri, a Roma. Con telecamere aperte. E un video inedito, rilanciato ieri sera ad Agrigento durante una «Serata Camilleri» nell’ambito del Festival della Strada degli Scrittori. Un video con il padre del Commissario Montalbano che invita i ragazzi «a non credere ai Renzi o ai CinqueStelle» perchè «sono già cadaveri, già fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontani dal vostro avvenire. Fatevelo voi...». Camilleri racconta il suo rapporto con i vecchi partiti: «Mai votata la DC. Io ho sempre votato per il Partito comunista che, bene o male, aveva il rispetto delle istituzioni» [In effetti la frase sul rispetto delle istituzioni è riferita alla DC, NdCFC]. E oggi? «Oggi la politica è rappresentata da gente che ha degradato il lavoro... E ci si domanda che valore abbia l’articolo 1 della Costituzione. La verità è che i primi a non considerarla sono i partiti della sinistra, del cosiddetto centrosinistra».
Il pessimismo dello scrittore
Prevale un certo pessimismo nelle parole consegnate agli studenti dell’Empedocle dallo scrittore che, per la prima volta, accenna alla sua vista, sempre più spenta. Ma a turbarlo è la condizione della politica: «Sono scoraggiato. Alle ultime elezioni romane non sono andato a votare. Sono invece andato al referendum. Anche se per andarci mi sono dovuto sottoporre a tre visite mediche per accertare la mia cecità e potere andare in cabina elettorale accompagnato”. Ed ancora: “Voglio darvi un consiglio: rifate la politica che è diventata quasi sinonimo di disonestà...”. Infine una riflessione sulle responsabilità degli adulti: “Anch’io mi sento responsabile... Ho vissuto l’entusiasmo del 1945, del 1947 per rifare l’Italia. E poi? Poi io consegno a mia pronipote e a voi un futuro incerto. Questo è un fallimento che mi porto nella tomba”. Non è però un invito ad estraniarsi dalla vita pubblica, come conclude Camilleri: “E’ facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo è la fiammata di un mattino. Appunto, non crediate ai Renzi o ai CinqueStelle...».
Felice Cavallaro
 
 

Silvano Toti Globe Theatre, 22.6-2.7.2017
Troppu trafficu ppi nenti
Dal 22 Giugno al 2 Luglio 2017, ore 21.15
Regia di Giuseppe Dipasquale
Adattamento di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
In coproduzione con Teatro della Città di Catania
Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo “Molto rumore per nulla” dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare

Michele Agnolo (o Michelangelo) Florio (Scrollalanza dal lato materno) (n. 1564?), di origine quacquera, visse parte della sua vita, sfuggendo alle persecuzioni religiose, nelle isole Eolie, a Messina, a Venezia, a Verona, a Stratford e a Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie ambientate nei luoghi suddetti, che dimostrava di ben conoscere al pari della lingua italiana, del teatro italiano e della scena italiana. Alcune sue opere rinvenute sembrano essere la versione originaria di altre ben note opere attribuite a Shakespeare, come “troppu trafficu pì nnenti”, scritta in messinese, che potrebbe essere l’originale di “Troppo rumore per nulla” di Shakespeare, apparsa 50 anni dopo. Fuggendo con la famiglia, si trovò a vivere per un certo periodo a Venezia, ove pare che un suo vicino di casa, moro, uccidesse per gelosia la propria moglie. Su ispirazione di questa storia scrisse una tragedia: così come Sheakespeare scrisse successivamente l’Otello. Sempre fuggendo per la persecuzione religiosa, arrivò a Stratford,ove fu ospite di un oste guitto e ubriacone, forse parente della madre, che lo prese a benvolere soprattutto perché gli ricordava il proprio figlio morto, William. L’oste prese a chiamarlo affettuosamente “William”. A questo punto bastava tradurre in inglese il cognome della madre (da “Scrolla lanza” o “scrolla la lancia” in “shake the speare” o “shake speare”) ed ecco il nuovo cognome “Shakespeare”. Nasce così WILLIAM SHAKESPEARE, non più perseguibile come quacquero fuggiasco, ma costretto a tenere il mistero sulla sua vera identità e le sue origini. Forse l’oste suo parente era già uno “Scrollalanza” che aveva tradotto il suo cognome, per cui il compianto figlio, già si era chiamato William Shakespeare. Nelle ricostruzioni biografiche successive il grande drammaturgo verrà ritenuto essere il terzo degli otto figli di John Shakespeare. Venuto improvvisamente dal nulla, senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente, soprattutto a Londra, alla ribalta quale drammaturgo ed attore, genera presto curiosità e scalpore, che lo inducono ad accentuare il mistero, per non essere scoperto dai suoi persecutori.
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di intrighi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford on Avon, sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina. Poiché non c’è nulla di meravigliosamente siciliano che il potere complicare, da un dato semplice, una vicenda fino a farla diventare surreale. Moravia amava marcare con Leonardo Sciascia la differenza tra un siciliano e un milanese: un milanese tende a rendere essenziali anche le cose più complesse, un siciliano, diceva Moravia a Sciascia, rende complicate anche le cose più semplici. Ecco, questo “Troppu trafficu ppi nenti” è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo arrovugliarsi su se stesso.
Merito particolare di questa creazione, la lingua siciliana illustre ricostruita nelle sue scaturigini più nobili, con qualche spazio per la modernità del proverbiare e scelte fonetiche che appaiono insolite oggi, ma che dovevano essere consuete in corti dove il latino era la lingua diplomatica. Solennità di portamento e dizione rotonda per tutti tranne nei riquadri burleschi che il Bardo inframmetteva anche nelle più cupe storie per stemperarne l’amaro. Allora (nell’episodio della ronda notturna) si sprigiona l’umor faceto di tre guardie dai modi levantini, dal linguaggio misto di assonanze orientali e di comiche caricature espressive. Per il resto è teatro di parola, in cui espressioni arcaiche danno lo spessore di una cultura antica di secoli ai più ignota, di avere esitato a montare la macchina degli inganni che poi non vengono neanche mostrati: non casualmente il regista ha proposto la scena del balcone che l’originale riserva a un veloce racconto pur essendo il perno di tutto, falciando invece tra i frondosi dialoghi che talora fanno sfuggire i caratteri.
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival De Théâtre “Atelier” che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, ritorna per la seconda volta, dopo otto anni al Silvano Toti Globe Theatre di Roma diretto da Gigi Proietti.
Giuseppe Dipasquale
Interpreti
(in ordine alfabetico)
Eru ROBERTA ANDRONICO
Don Petru FILIPPO BRAZZAVENTRE
Frati Ciccio, Un Cancilleri, Messu PIETRO CASANO
Biatrici VALERIA CONTADINO
Corradu FEDERICO FIORENZA
Borracciu LUCIANO FIORETTO
Margherita VALERIA LA BUA
Carrubba MIMMO MIGNEMI
Don Giuvanni Bastardu GIORGIO MUSUMECI
Claudiu LUIGI NICOTRA
Lionatu GIAN PAOLO PODDIGHE
Orsola CARLOTTA PROIETTI
Binidittu RUBEN RIGILLO
Sorba VALERIO SANTI
Una Guardia GIOVANNI VASTA

REGIA E SCENE Giuseppe Dipasquale
COSTUMI Angela Gallaro
AIUTO REGISTA Paolo Merlini
DIRETTORE DI SCENA Carmelo Marchese
MOVIMENTI COREOGRAFICI Donatella Capraro
CAPO MACCHINISTA Claudio Cutispoto
MACCHINISTA Filippo Tornetta
DISEGNO LUCI Umile Vainieri
PROGETTO FONICO Franco Patimo
SARTA Rita Geraci Serravillo
SERVIZI ORGANIZZATIVI Isabella Costa
SERVIZI AMMINISTRATIVI Emanuele Condorelli
COORDINAMENTO Rossella Messina
 
 

Marida Caterini, 22.6.2017
Camilleri dopo Montalbano al Globe Theatre con Troppu Trafficu ppi nnenti
I telespettatori lo conoscono come il padre di Salvo Montalbano il commissario di Vigata che, dalle pagine letterarie è approdato in tv. Ma Andra Camilleri ha allargato il proprio raggio d'azione anche nella prossima stagione del Globe Theatre.

Infatti la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre si apre con Troppu Trafficu ppi nenti in scena dal 22 giugno al 2 luglio ore 21.15. Si tratta di uno spettacolo in cui lo scrittore Andrea Camilleri e il regista Giuseppe Dipasquale si sono divertiti a mettere in scena un mistero che si celerebbe dietro la vita e le opere del Bardo. Una serie di coincidenze, infatti, porterebbero a credere che Shakespeare fosse in realtà siciliano e più precisamente un certo Michele Agnolo Florio Crollalanza, di origine quacquera, che, per sfuggire alle persecuzioni religiose, visse tra Messina, Venezia, Verona, Stratford e Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie, alcune delle quali sembrano essere la versione originaria di altre ben note opere attribuite a Shakespeare, come Troppu trafficu ppi nnenti, scritta in messinese, che potrebbe essere l'originale di Troppo rumore per nulla di Shakespeare, apparsa 50 anni dopo.



Michele Agnolo (o Michelangelo) Florio (Scrollalanza dal lato materno) (n. 1564?), di origine quacquera, visse parte della sua vita, sfuggendo alle persecuzioni religiose, nelle isole Eolie, a Messina, a Venezia, a Verona, a Stratford e a Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie ambientate nei luoghi suddetti, che dimostrava di ben conoscere al pari della lingua italiana, del teatro italiano e della scena italiana.
Fuggendo con la famiglia, visse per un certo periodo a Venezia, ove pare che un suo vicino di casa, moro, uccidesse per gelosia la propria moglie. Su ispirazione di questa storia scrisse una tragedia: così come Sheakespeare scrisse successivamente l’Otello. Sempre fuggendo per la persecuzione religiosa, arrivò a Stratford,ove fu ospite di un oste guitto e ubriacone, forse parente della madre, che lo prese a benvolere perché gli ricordava il proprio figlio morto, William e così affettuosamente lo chiamava.
A questo punto bastava tradurre in inglese il cognome della madre (da "Scrolla lanza" o "scrolla la lancia" in "shake the speare" o "shake speare") ed ecco il nuovo cognome "Shakespeare". Nasce così William Shakespeare, non più perseguibile come quacquero fuggiasco, ma costretto a tenere il mistero sulla sua vera identità e le sue origini. Nelle ricostruzioni biografiche successive il grande drammaturgo verrà ritenuto il terzo degli otto figli di John Shakespeare. Venuto improvvisamente dal nulla, senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente, soprattutto a Londra, alla ribalta quale drammaturgo ed attore, genera presto curiosità e scalpore, che lo inducono ad accentuare il mistero, per non essere scoperto dai suoi persecutori.



Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poter credere,anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford on Avon, sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Merito particolare di questa creazione, la lingua siciliana illustre ricostruita nelle sue scaturigini più nobili, con qualche spazio per la modernità del proverbiare e scelte fonetiche che appaiono insolite oggi, ma che dovevano essere consuete in corti dove il latino era la lingua diplomatica.
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival De Théâtre “Atelier” che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, ritorna per la seconda volta, dopo otto anni al Silvano Toti Globe Theatre di Roma diretto da Gigi Proietti.
Biagio Esposito
 
 

Giornale Ibleo, 22.6.2017
Domani a Scicli ultimo giorno di riprese per il commissario Montalbano

“Scicli non diventi un luna park, mantenga la sua identità culturale, così alta, così importante”.
A parlare è il regista Alberto Sironi.
Una scena insolita si è consumata oggi pomeriggio al pianterreno del Municipio di Scicli. Il sindaco Enzo Giannone si è recato, in compagnia del suo vice, con delega alla cultura, Caterina Riccotti, sul set del Commissariato di Salvo Montalbano, allestito appunto nei locali comunali, per salutare Luca Zingaretti e il regista Alberto Sironi, nell’ultimo giorno di riprese.
Il colloquio, alla presenza del nuovo segretario comunale, Cinzia Gambino, e del produttore esecutivo Palomar, Gianfranco Barbagallo, ha avuto come focus la città, la valorizzazione dei beni culturali, dei “luoghi di Montalbano”, delle aree pedonali.
Zingaretti ha fatto una riflessione sull’importanza degli spazi pubblici fruibili ai pedoni, sulla importanza di far rivivere le città partendo dai loro centri storici, dalla dimensione di vivibilità degli stessi, parlando di Roma, di Napoli, per finire a Scicli.
Il sindaco Giannone ha illustrato il progetto di rifunzionalizzazione dell’ex Convento del Carmine, dove sarà allocata la Fondazione Piero Guccione. Zingaretti conosce il Gruppo di Scicli e i suoi quadri. “Lì al Carmine, una volta, prima del restauro, abbiamo girato”, ha ricordato lucidamente l’attore romano.
In una atmosfera quasi surreale, da set cinematografico, Zingaretti, Giannone e Sironi hanno discusso di Scicli e dell’importanza di tenere fra le mani, come un oggetto prezioso, questa città fragile e bellissima.
Domani l’ultimo ciak per questa stagione. In attesa di novità nella collaborazione fra il Comune di Scicli e la Palomar.
 
 

Il Fatto Quotidiano, 23.6.2017
Camilleri agli studenti: “Non fidatevi né di Renzi né del M5s. Sono già cadaveri”
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Lo scrittore ha incontrato gli alunni del liceo Empedocle di Agrigento, dove nel 1943 ottenne il diploma: "Il populismo è la fiammata di un mattino. La politica è rappresentata da gente che ha degradato il lavoro... E ci si domanda che valore abbia l'articolo 1 della Costituzione. La verità è che i primi a non considerarla sono i partiti del cosiddetto centrosinistra"

“Non fidatevi né di Renzi né dei grillini“. A dirlo è Andrea Camilleri in un incontro con un gruppo di studenti del liceo Empedocle di Agrigento, la scuola in cui lo scrittore ottenne il diploma nel 1943. Lo scrittore, riporta il Corriere della Sera, ha ospitato i liceali nella sua casa di Roma per un video trasmesso nel corso della “Serata Camilleri” organizzata nell’ambito del Festival della Strada degli Scrittori. Camilleri – che per la prima volta ha parlato della sua vista sempre più spento – ha esortato gli allievi del liceo a “stare lontani” dal segretario del Partito democratico e dal M5s, ritenuti dal padre di Montalbano “già cadaveri, già fuori dalla vostra storia. Teneteli lontani dal vostro avvenire”. Piuttosto, ha aggiunto, “il vostro futuro costruitevelo voi”. “Rifate la politica – è il suo appello – che è diventata quasi sinonimo di disonestà. Ricordatevi Pericle, il discorso che fa sulla democrazia. Applicatelo. Voi giovani siete in condizioni di farlo”.
Camilleri agli studenti ha raccontato tra l’altro il suo rapporto con i partiti della Prima Repubblica: “Non ho mai votato la Democrazia cristiana. Io ho sempre votato per il Pci. Bene o male, aveva il rispetto delle istituzioni” [In effetti la frase sul rispetto delle istituzioni è riferita alla DC, NdCFC]. Oggi, invece, secondo Camilleri, la politica “è rappresentata da gente che ha degradato il lavoro… E ci si domanda che valore abbia l’articolo 1 della Costituzione. La verità è che i primi a non considerarla sono i partiti della sinistra, del cosiddetto centrosinistra”. Uno scetticismo che ha portato lo scrittore a non andare a votare alle elezioni amministrative di Roma. “Sono invece andato a votare al referendum costituzionale” precisa.
Infine una riflessione sui vecchi e i giovani, sulle responsabilità degli adulti: “Anch’io mi sento responsabile… Ho vissuto l’entusiasmo del 1945, del 1947 per rifare l’Italia. E poi? Poi io consegno a mia pronipote e a voi un futuro incerto. Questo è un fallimento che mi porto nella tomba”. Ma non è un invito ad estraniarsi dalla vita pubblica. “E’ facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo è la fiammata di un mattino. Appunto, non crediate ai Renzi o ai Cinquestelle…”.
 
 

Famiglia Cristiana, 23.6.2017
Ecco il discorso integrale di Pericle agli Ateniesi citato da Andrea Camilleri

Pubblichiamo qui integralmente il celebre discorso di Pericle, politico, oratore e militare ateniese, rivolto ai suoi concittadini sul tema della democrazia. Un discorso tenuto in commemorazione dei caduti del primo anno della guerra del Pelopponeso (431 a.C.), riportato (o ricostruito) da Tucidide.
E' stato osservato da alcuni studiosi che si tratta, evidentemente, da parte di Pericle, di una idealizzazione estrema del concetto di democrazia, lontana dall'applicazione reale della politica concreta. Tuttavia, l'appello dello scrittore Camilleri agli studenti liceali, di «costruirvi il futuro, di rifare la politica, perché voi siete giovani e potete permettervelo», è splendidamente sottolineato dall'invito di Pericle alla moralizzazione della politica stessa, per cui «un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private».
Di particolare interesse e modernità anche la riflessione finale di Pericle che parlando di Atene, che in quel momento storico esercita un'egemonia incontrastata nel mondo greco e non solo, ricorda «che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero», a differenza invece di quanti oggi, tanti, troppi, anche tra i cattolici, auspicano nei confronti delle nuove migrazioni, in aperto contrasto con la lettera del Vangelo.
Pino Pignatta

Pericle, discorso agli Ateniesi, 431 a.C.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

 
 

DazebaoNews, 23.6.2017
Montalbano avrebbe diffidato dei Grillini

Montalbano fosse un commissario di polizia in carne ed ossa, e non il fortunato protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri, e dovesse condurre un’indagine sui Grillini, così come il popolare personaggio letterario fa con i mafiosi di Vigata e dintorni, c’è da scommettere che ne diffiderebbe e alla prima occasione prenderebbe provvedimenti.
L’ha in sostanza fatto capire l’autore, novantuno anni lucidamente portati, parlando agli studenti del liceo “Empedocle” di Agrigento, la sua città. Ha detto lo scrittore salito per una volta in cattedra: “I cinque stelle sono già cadaveri fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontani dal vostro futuro”. Parole durissime, nelle quali Camilleri ha accomunato ai Grillini anche Renzi, di cui diffida, lui che da giovane era stato un convinto militante del PCI, ora vede nel partito democratico guidato da Renzi una cosa diversa da quella delle origini.
Ma è su Grillo e compagnia che lo scrittore siciliano ha lanciato i suoi strali per mettere sull’avviso i giovani conterranei: ”Non estraniatevi dalla vita politica. E’ facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo è la fiammata di un attimo”. Concetti che Camilleri aveva espressi anche a Bianca Berlinguer - figlia di quell’Enrico che lo scrittore conobbe personalmente - nella trasmissione Carta bianca, di cui è stato ospite insieme con la sindaca di Roma Virginia Raggi.
Una coppia decisamente male assortita. Mentre Camilleri in collegamento da casa diceva la sua sull’Italia di oggi - la politica, la capitale, l’onestà e la corruzione - la Raggi seduta in studio in attesa di essere interpellata, si guardava intorno con aria annoiata, come a dire: ma che ce l’ha con me questo vecchio? E quando è stato il suo turno per rispondere alle peraltro ovvie, domande della Berlinguer, ha sfoggiato il solito repertorio di banalità: “Abbiano trovato una Roma allo sfascio, stiamo rimettendo le cose a posto, la colpa è tutta di chi mi ha preceduto, sto lavorando duro, in un anno di Campidoglio abbiamo ottenuto buoni risultati”. Non a caso, due giorni prima si era data un bel sette e mezzo, come voto di un anno di sindacatura.
Un compleanno che coincide con una vicenda giudiziaria, molto imbarazzante per la prima sindaca del movimento che gridava “Onestà! Onestà!” agli avversari politici, impelagati nel pantano di “mafia capitale”. Quel processo è ancora in corso e chissà quando finirà. Le vicenda che riguarda la Raggi è appena cominciata.
Sorprende al riguardo il silenzio di Grillo: il sindaco di Roma numero 1 è stato in proposito colpevolmente laconico. Sulla faccenda ha speso più parole il sindaco di Roma numero 2, il giovane Casaleggio che ha preso ovviamente le difese della “virginea” Raggi, il sindaco di Roma numero 3. Ma di tutto questo i romani cosa pensano? Ai suoi giovani conterranei, Camilleri ha detto chiaro e tondo: diffidate.
Il commissario Montalbano avrebbe già aperto un’indagine, prima che per lui sia tardi. Camilleri ha, infatti, annunciato ufficialmente di aver già scritto e chiuso in cassaforte l’ultimo atto del suo popolarissimo personaggio. “Il romanzo - ha detto Camilleri - uscirà quando lo decido io e sarà davvero la fine di Montalbano, la sua definitiva uscita di scena, e nessuno potrà farlo rientrare, nemmeno io”. Uno scoop di cui Bianca Berlinguer si è appena accorta, limitandosi a chiedere allo scrittore siciliano: “ E come morirà Montalbano? Chi lo ammazzerà la mafia?”. E Camilleri con una gorgogliante risatina: “Eh sì, adesso vengo a raccontarlo lei !”.
Sandro Marucci
 
 

Malgrado tutto, 23.6.2017
Agrigento, una sera con Camilleri alle Fabbriche Chiaramontane
Protagonisti gli studenti del Liceo classico “Empedocle”
Guarda foto gallery di Salvatore Alfano

Prosegue la settimana delle celebrazioni per il Centocinquantesimo anniversario della nascita di Luigi Pirandello del “Festival della Strada degli Scrittori”.
Ad aprire ieri alle Fabbriche Chiaramontane il ciclo di eventi in programma “Empedocle intervista Camilleri”, serata condotta dal giornalista Felice Cavallaro.
Ne sono stati protagonisti gli studenti del Liceo classico “Empedocle”, con letture, momenti musicali e soprattutto con il loro personale racconto dell’esperienza vissuta a Roma, nella casa di Andrea Camilleri. Durante la serata sono stati proposti alcuni stralci dell’intervista che lo scrittore ha loro concesso nel suo studio dell’abitazione di Roma.
A seguire i ragazzi in questa esperienza sono stati la Preside del Liceo Empedocle, Annamaria Sermenghi, e le docenti Maria Rita Di Natale e Gilda Pennica.
Gli sudenti coinvolti nel progetto sono stati: Eleonora Raso, Daniele Giammusso, Beatrice Gucciardo, Giorgia Iacono Manno, Irene Motta, Giuseppe Chiapparo, Marco Vitale, Chiara Quagliata e Ludovica Guadagni, Daniela Di Fede, Dario Coco, Luca Fiannaca e Roberta Puma..
Tra gli ospiti presenti alla serata il prefetto di Agrigento Nicola Diomede e il questore Mario Finocchiaro.
 
 

Reggio Sera, 23.6.2017
Prosa, la nuova stagione: fra classici e contemporanei
Si parte il 21 novembre. Nuovi abbonamenti dal 21 luglio on line e dal 2 al 7 settembre in biglietteria. Biglietti in vendita dall' 11 ottobre online e dal 20 ottobre anche in biglietteria

Reggio Emilia – Il cartellone di Prosa del 2017-2018 della Fondazione I Teatri Reggio Emilia parla di grandi classici e pesca nella contemporaneità per offrire al pubblico nuovi spunti di riflessione. [...] Moni Ovadia mette in scena “Il casellante”, uno dei libri più divertenti e struggenti di Andrea Camilleri, che irride al periodo fascista con la lingua personale e sperimentale, cui l’autore siciliano ci ha abituati.
[...]
Inizio di stagione il 21 novembre. Nuovi abbonamenti dal 21 luglio on line e dal 2 al 7 settembre in biglietteria. Biglietti in vendita dall’ 11 ottobre online e dal 20 ottobre anche in biglietteria. Info su www.iteatri.re.it 0522458811
 
 

Il Fatto Quotidiano, 24.6.2017
Il Bardo stile Camilleri
L’amore parla siciliano

Al Globe di Roma “Troppu trafficu ppi nenti”: una lingua antica e nobile per raccontare inganni e speranze del cuore

Troppo cuore, troppo intelletto. Andrea Camilleri trionfa a teatro - a Villa Borghese, a Roma - nel troppo di Troppu trafficu ppi nenti, un canovaccio dal teatro di William Shakespeare restituito alla festa del desiderio tutto d'amore. E quando il cuore raggiunge la radice dell'intelletto ci si può imbattere in sorprese inaspettate.
Troppo di troppo desio, un incantesimo di poesia. La vita è dolce, prodiga di ogni malia. Così è stato assistere a questa commedia eseguita in siciliano prezioso ed efficace di mano dalla consolidata ditta Andrea Camilleri - Giuseppe Dipasquale al Silvano Toti Globe Theatre di Roma - direzione artistica di Gigi Proietti - in scena da giovedì scorso fino al 2 luglio.
Troppu trafficu ppi nenti, che custodisce il "Much Ado about nothing" di William Shakespeare, non traduce e adatta solo un titolo, ma ricolloca in nuovo universo semantico la girandola dell'amore. Qui viene rappresentata la contorta storia dell'amore della bella Eru e di Claudiu, la capitolazione "romantica" del fiero Binidittu e dell'ostinata Biatrici, le perfide trame di Don Giuvanni lu Bastardu, il gioco divertito e disincantato di un signore della seduzione come Don Petru, l'amore paterno e l'amabile ospitalità di Lionatu, governatore di Messina.
Parlare d'amore in un girotondo di leggerezze, di arguzie, di giochi veri e finti, di dispetti e di appassionate tirate sulla necessità misogina di rimanere schietti, vale a dire celibi o nubili nella traduzione corrente, conduce l'azione dei personaggi dentro una vera e propria sinfonia polifonica di sublimi variazioni sul tema.
Binidittu e Biatrici, l'uno bonu partitu (un buon partito da sposare), che Ruben Rigillo traduce in scena con fascino e divertimento, l'altra sdignusa (altezzosa) cui la superba Valeria Contadino - sempre più avvenente - regala un saporito carattere pieno di spirito, peperino al punto giusto con sapiente mistura di sensualità e temperamento, sono le voci portanti dell'amore sacro, maturo e consapevole al punto che dire ti amo può non bastare il cuore a poterlo esprimere. Fanno schema con Eru (Roberta Andronico) e Claudiu (Luigi Nicotra), i proto Giulietta e Romeo, che attraversano la porta dell'amore attraverso la prova dell'inganno ordito da Don Giuvanni, un bravo Giorgio Musumeci che conduce con destrezza la malvagità del principe bastardo.
Don Petru è l'alchemico tessitore delle trame d'amore che porteranno a capitolare il vummicusu Binidittu e la zotica Biatrici, reso da Filippo Brazzaventre con classe e autorevolezza. L'intensità di Gian Paolo Poddighe completa il quadro con il personaggio di Lionatu nel gioco dei sentimenti di questa pièce: con compostezza divertita e a tratti divertente varia i suoi livelli interpretativi dall'ospitale padrone di casa alla rabbia dignitosa del padre offeso. Ma il pregio iniziale che cattura il pubblico fin dal principio dell'azione scenica è il dominio dei vari registri lessicali che compongono questo siciliano espressivo e non più riscontrabile oggi nella parlata comune dei siciliani.
Appinnicunatu, 'nciammarari, annuciddatu, 'mprenafinestri è tesoro di una lingua colta e popolare insieme che Camilleri e Dipasquale (che firma anche la regia dell'allestimento) hanno ricostruito sul calco shakespeariano. Questa creazione ha il merito di una lingua siciliana illustre ricostruita nelle sue variazioni più nobili, con qualche divertito spazio alla modernità del cadenzare anche proverbi e scelte morfologiche fonetiche che appaiono non in uso nella parlata sicula dei tempi moderni, ma che dovevano essere d'uso consolidato nelle corti dove il latino era la lingua diplomatica.
Solennità di dizione e altezza fonico musicale che allontana con merito questo testo dal trito popolarismo di certe sperimentazioni moderniste. Ciò vale per tutti i personaggi tranne, e necessariamente per converso, nelle scene comiche che il Crollalanza/Shakespeare inframmetteva anche nelle storie più cupe per stemperarne l'amaro.
È il caso di Carrubba, personaggio reso irrimediabilmente esilarante da un insuperabile Mimmo Mignemi, che parla italioto in terra sicula: le sue facezie sono cachinni, sono pura commedia dell'Arte e divertono fino alla incontenibile risata. Prepotentemente vestita d'oriente con le donne dai pantaloni alla turca, i suoi tappeti e cuscini come negli harem maghrebini, il profumo di narghilè e suoni arabi, è l'ambiente in cui Giuseppe Dipasquale ha collocato il suo Troppu trafficu ppi nenti.
Un mondo che sovrappone una geografia simbolica, come la Messina shakespeariana, al grande spettacolo del mondo che si svolge nell'emiciclo di questo Globe Theatre, saggiamente e egregiamente diretto da Gigi Proietti. Così per incanto quel crocevia di umori odori sapori e suoni diventa il crocevia variabile del nostro bestiario d'amore, dove riconoscere inganni e speranze, seduzioni e labirinti del sentire d'amore solleva l'animo, lo alleggerisce al punto da fare gridare dentro: la vita è davvero dolce a sentirla così, perché nessun trafficu può valere la propria angustia. I traffici, si sa, si risolvono sempre in nenti!.
Pietrangelo Buttafuoco
 
 

L'Express, 24.6.2017
Polars: nos coups de coeur de l'été
A la veille des vacances, L'Express brosse le portrait de quelques écrivains de polars bons à mettre dans les valises. Il y a en pour tous les goûts.

[...]
Andrea Camilleri, le sicilien moraliste
UNE VOIX DANS L'OMBRE, PAR ANDREA CAMILLERI, TRAD. DE L'ITALIEN PAR SERGE QUADRUPPANI. FLEUVE NOIR, 256P., 20€.

Ses yeux ne sont plus là, la canne l'aide à marcher mais, à 91 ans, Andrea Camilleri a la verve saillante. Le père du commissaire Montalbano raconte avec plaisir comment ses polars l'ont obligé à travailler le récit, quand ses "romans romans" historiques avançaient au fil de la plume.
Camilleri n'aime pas son héros, un Sicilien "vaniteux", mais il fait avec, puisque le succès de la série lui permet de continuer à écrire. C'est sans doute une légère coquetterie d'auteur, mais elle sied à cet homme qui sait manier l'ironie. Il y a du Molière chez cet ancien homme de théâtre qui mit en scène Le Misanthrope et Le Bourgeois gentilhomme.
Les enquêtes de Montalbano sont des comédies humaines qui griffent les petits arrangements de chacun avec la morale. Le tout servi avec des poivrons farcis. Une voix dans l'ombre n'échappe pas à la règle, qui confronte Montalbano à la Mafia et aux hommes politiques locaux.
[...]
Eric Libiot
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 24.6.2017
Yehoshua: “La Sicilia ha una missione di pace”
Lo scrittore apre oggi il festival "Questa regione deve essere la Bruxelles del Mediterraneo per dare identità al nord Africa"

Preferisce farsi chiamare con un soprannome piuttosto che usare la pesante eredità del nome di battesimo, il suo padre letterario è Edmondo De Amicis, legge da Sciascia a Camilleri e sogna la Sicilia come la Bruxelles del Mediterraneo.
A 81 anni è ironico e sorprendente Abraham Yehoshua, l'autore de "L'amante", "Un divorzio tardivo" e "Viaggio alla fine del Millennio", che stasera sarà premiato al teatro antico di Taormina con il Taobuk Award for Literary excellence durante la serata inaugurale del festival di Taobuk dedicato al tema "Padri e figli".
[...]
Quali sono invece gli scrittori siciliani che ha maggiormente apprezzato?
«Non sarò originale, ma non posso non citare Tomasi di Lampedusa, sono molto onorato, infatti, di avere ricevuto il premio a lui intestato. E poi Pirandello, Sciascia, Verga e di recente ho letto anche Camilleri che trovo un fenomeno interessante, peccato leggerlo tradotto»
[...]
Eleonora Lombardo
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 25.6.2017
Scelto da voi. I lettori diventano critici. Inviate le vostre recensioni
"La rete di protezione" tra Super8 e Dvd
L’ultimo Camilleri spazia da Vigàta a Kalmar

La lettura dell'ultimo romanzo di Camilleri "La rete di protezione" proietta il lettore in una dimensione che spazia tra Vigàta e Kalmar, tra innamoramenti e tradimenti, tra seduzione e conformismo, tra gli anni duemila e gli anni cinquanta, tra omogeneità e diversità, tra integrazione e autismo, tra esilio narrato e solitudine vissuta, tra superotto e Dvd, tra panza e presenza e protocolli istituzionali, tra siculi pranzi saporiti e striminziti fingherfud di nuova generazione. Con l'intrigante metafora sul tempo che scorre, richiamando «il pittori Mimmo Rotella che s'addivirtiva a mostrari il passari del tempo col decollage, scorticando dai mura locandine e avvisi vari».
Non si sa mai quanto Camilleri, nella superba arte del suo narrare siculo, si faccia gioco del lettore e quanto invece voglia comunicare qualcosa di meta-scritto, che vede solo chi ha occhi per vedere. Ma tutto questo rimarrà un mistero che forse solo Montalbano un giorno potrà svelarci.
Andrea Giostra
 
 

Corriere della Sera, 25.6.2017
Padiglione Italia
L’antipolitica vintage del papà di Montalbano

Come direbbe il commissario Montalbano, Andrea Camilleri si è «insitato nell’agro» (nel siciliano artificiale dello scrittore significa inacidirsi, essere di cattivo umore), forse si è semplicemente rotto i cabasisi. Sta di fatto che qualche mattina fa ha ricevuto, a telecamere aperte, un gruppo di studenti del Liceo Empedocle di Agrigento dove si è diplomato e si è abbandonato al più acido pessimismo. Ha persino invitato i ragazzi «a non credere ai Renzi o ai Cinque Stelle» perché «sono già cadaveri, già fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontani dal vostro avvenire. Fatevelo voi».
Libero di pensarla come meglio crede, ma forse Camilleri, rivolgendosi a giovani studenti, poteva fare qualche sforzo in più e andare oltre i cliché della «politica come sinonimo di disonestà» e della malmostosità. Che so, incoraggiarli, motivarli, spiegare loro qualche segreto della scrittura, della bellezza di creare mondi immaginari. Come quello di Vigata, appunto, dove la dimensione politica è ovattata, affrontata con arguzia. Fin troppo, secondo chi accusa i libri di Camilleri di manierismo, con esiti d’involontaria parodia.
Ma no, l’universo di Camilleri durerà, la sua Vigata senza mafia, sui libri e in tv, sfiderà il tempo perché è invenzione, è lavoro artigianale, è macchina dei sogni, è Catarella.
Nelle sue storie non c’è astio sociale o cultura del No. Leggete Camilleri, ragazzi, non ascoltatelo!
Aldo Grasso
 
 

Blasting News, 25.6.2017
Quando l'onestà intellettuale viene confusa con l'antipolitica
Camilleri: "Non credete ai Renzi o ai Cinque Stelle, sono già fuori dal vostro avvenire".

Scambiare il buon senso e l'onestà intellettuale con una sorta di sentimento antipolitico è un errore grave, soprattutto se a commetterlo è un giornalista di lungo corso. Comprendiamo, rispettiamo e siamo tutti figli di vedute diverse che, nel bene o nel male, danno brio e gusto allo stesso vivere in democrazia. Diciamo però che, in questo caso, Aldo Grasso ha voluto leggere sotto un ottica di pessimismo le dichiarazioni rilasciate dallo scrittore Andrea Camilleri durante una visita al liceo Empedocle di Agrigento.
Per carità, alziamo le mani in segno di riguardo nei confronti di un grande giornalista e studioso della tv, ma crediamo che le dichiarazioni oggetto della questione siano semplicemente un atto di onestà intellettuale.
Lo scrittore siciliano infatti, che raramente rilascia commenti sulla situazione politica italiana, ieri, proprio perché dinanzi ad un pubblico di ragazzi, si è lasciato sfuggire tali parole: "Non credete ai Renzi o ai Cinque Stelle, sono già cadaveri, già fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontano dal vostro avvenire. Fatelo voi".
Camilleri sprona i giovani all'azione
Tutto qui? Si, tutto qui. Per queste parole #Camilleri è stato tacciato di essere portatore di astio e pessimismo cronico. Ovviamente la lettura di queste asserzioni, a nostro avviso, andrebbe effettuata semplicemente sotto un'altra lente. Non si tratta di cultura del no o, per dirla alla "Montalbano", di una "rottura di cabasisi", ma semplicemente di un invito all'azione. Un'esortazione rivolta all'unica speranza rimasta nel nostro paese: i giovani.
Al di là del fatto che il padre di #Montalbano sia una persona malmostosa o meno, quello che conta sottolineare non è il suo cosciente non voler andare oltre il cliché della politica come disonestà e malcostume ma, al contrario, la sua fiducia incondizionata in una generazione che, proprio perché in formazione, rimane l'unica in grado di agire, quantomeno per migliorare il migliorabile.
#antipolitica? No, semplicemente un'esortazione al moto. D'altronde, se si analizzano le dinamiche della società contemporanea, si scorge come il potere capillare, per dirla alla Foucault, porti l'essere umano a rinchiudersi in se stesso, ad isolarsi, ad ignorare. E lo scrittore siciliano questo lo ha capito da un bel pezzo. Cosa incarnano quindi le sue parole se non un invito ad agire? Ragazzi, leggete Camilleri ed ascoltatelo pure, magari andando oltre le apparenze!
Andrea Mastrangelo
 
 

La Repubblica, 25.6.2017
Miracolo ad Atene
Petros Markaris è, con Andrea Camilleri, il miglior esponente del giallo mediterraneo. Come conferma "Il prezzo dei soldi", in cui il suo commissario Charitos indaga sulla strana fortuna piovuta sull'economia della Grecia

In questa decima avventura della serie, Il prezzo dei soldi (La nave di Teseo), Charitos è testimone della Rinascita. E, come sempre, sta all'opposizione. Perché non gli va mai bene niente, perché non è tipo da accontentarsi delle verità di comodo, perché quando gli chiedevano di reprimere il dissenso lui tacitamente parteggiava per le vittime dell'oppressione.
E perché il compito del "noir mediterraneo", del quale Markaris è, al pari di Camilleri, fra i massimi interpreti, consiste nel fare le domande imbarazzanti che chi detiene il potere non vorrebbe mai sentirsi porre. Certo, grazie al nuovo governo, il paese si sta lentamente, ma gagliardamente, riprendendo dalla crisi (e Markaris non risparmia frecciatine a chi sognava l'uscita dall'Europa e il ritorno alla dracma). Certo. Si elargiscono aumenti ai dipendenti pubblici, tartassati dai tagli feroci imposti dai parametri di Maastricht.
Giancarlo De Cataldo
 
 

Repubblica TV, 27.6.2017

"Arrivò vestito da ammiraglio: da Pirandello ebbi un trauma infantile"
Oggi il 150esimo della nascita dello scrittore premio Nobel. Il ricordo di Camilleri: “Avevo 10 anni, venne a trovare mia nonna e fu il panico in casa…”



Camilleri e lo strano caso delle ceneri di Pirandello
Lo scrittore racconta: “Così, in una bara in affitto, riportammo ad Agrigento le sue ceneri. Malgrado i divieti prima del gerarca, poi del prefetto, e infine del vescovo”. Con un finale davvero pirandelliano



Intervista di Angelo Melone
Riprese di Maurizio Tafuro e Leonardo Meuti
Montaggio di Elena Rosiello

 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 27.6.2017
Vespri siciliani

Un'intervista impossibile all'uomo dalle centomila maschere di Pirandello. Una sirena capace di vendicarsi di Ulisse. Clitemnestra che parla inglese e l'Iliade che si racconta all'aperitivo, in questa stagione di Lunaria Teatro che ripercorre il mito a suo modo. "Festival in una notte d'estate" compie vent'anni e va in scena, in piazza San Matteo dal 1 luglio al 3 agosto, e fino al 18 agosto tra Bogliasco, Chiavari e Sestri Levante. Con un ritorno alle origini: «Ai grandi autori siciliani, da Camilleri a Pirandello — spiega il direttore artistico Daniela Ardini — che fanno parte del Dna di Lunaria fin dagli albori. Il nome stesso, Lunaria, deriva da quello del primo spettacolo firmato dal siciliano Vincenzo Consolo e messo in scena nel 1986 da me e Giorgio Panni. Camilleri, poi, è stato mio insegnante all'Accademia nazionale di arte drammatica».
In una scenografia che sembra un cubo di Rubik, il mito di Ulisse e della sirena rivive, ribaltato, con lo spettacolo "Maruzza Musumeci" in prima nazionale: il debutto sarà il 30 giugno al Convento dell'Annunziata di Sestri Levante, e poi in piazza San Matteo lunedì 3, mercoledì 5 e giovedì 6 luglio. L'adattamento che Daniela Ardini ha tratto dal romanzo di Camilleri porta in teatro una favola ambienta nella immaginifica Vigata negli anni tra ‘800 e ‘900, con Gnazio Manisco — interpretato da Pietro Montandon — uomo legato alla terra, che finirà per sposarsi con Maruzza, misteriosa giovane che si rivelerà, appunto, una sirena. Lo spettacolo andrà poi in tournée al Festival di Segesta il 29 luglio e poi a Catania e Noto.
[…]
Erica Manna
 
 

Il Secolo XIX, 27.6.2017
Dal centro storico alla riviera
Festival d'una notte d'estate, dal centro storico alla riviera alla ricerca del mito

Genova - Il Festival di una notte d’estate compie 20 anni, e lo fa festeggiando con un’edizione che si rinnova non soltanto nei contenuti, ma anche nelle location: organizzata da Lunaria Teatro, la rassegna quest’anno esce dai confini del centro storico per allargarsi al porto e alla riviera, da Bogliasco a Sestri Levante.
Il mito tra percorso e metamorfosi è al centro dell’edizione numero 20 del Festival, che debutta sabato primo luglio in piazza San Matteo, sua tradizionale sede, per poi spostarsi nel parco della Lanterna martedì 4 luglio. Le prime due serate sono riservate a “La Regina Disadorna”, lo spettacolo con protagonista Carola Stagnaro tratto dal romanzo di Maurizio Maggiani, diventato ormai un appuntamento fisso della manifestazione, poi il testimone passa alla prima novità: la prima nazionale di “Maruzza Musumeci”, adattamento del romanzo che Andrea Camilleri, papà del commissario Montalbano, ha dedicato al mondo delle fiabe.
«Si tratta di un romanzo bellissimo, forse uno dei più belli di Camilleri - ha spiegato Daniela Arditi, direttrice artistica del Festival - L’abbiamo scelto per la sua connessione al tema di quest’anno, il mito. In “Maruzza Musumeci” lo scrittore siciliano rende omaggio alla sua Sicilia, ambientandolo in una immaginaria Vigata tra ‘800 e ‘900, e cita la vendetta delle sirene nei confronti di Ulisse, ovviamente con il suo modo unico e straordinario di scrivere e descrivere».
Appuntamento dunque per lunedì 3 luglio, con repliche mercoledì 5 e giovedì 6 luglio, in piazza San Matteo: protagonista Pietro Montandon, attore catanese che interpreta Gnazio Manisco, un uomo "terragno", legato cioè più alla terra che al mare, che finisce per sposare Maruzza, misteriosa e bellissima giovane che è in realtà una sirena.
[…]
Andrea Barsanti
 
 

ViviEnna.it, 27.6.2017
Enna ce la farà ad essere scelta ad ospitare il set cinematografico del film “Il Casellante” di Camilleri

Giorni fa in RAI-TV Andrea Camilleri in una intervista, alla domanda: quali ricordi giovanili ha di suo padre, ha citato Enna quando tra il1945 e il 1948 si ritrovò qui residente con la famiglia allorquando il genitore era stato chiamato a dirigere l’INT (Istituto Nazionale Trasporti) e …raccontando …raccontando ha detto che ha tanti bei ricordi della nostra città!
È di questi giorni anche la notizia della candidatura di Enna per l’ambientazione delle riprese del film “Il Casellante” che tanto successo ha già avuto come pièce teatrale in tournée in tutta Italia e per ultimo, a fine maggio scorso, al Teatro Sistina di Roma. In molti sono convinti che se Camilleri ‘ci mette la buona parola’ presso la produzione, con la sua autorevolezza, in quanto autore del racconto ambientato in Sicilia nel 1945, Enna ce la può fare, potrebbe avere ‘voce in capitolo’ al fine poter vedere il primo ciak – previsto nel mese di ottobre – tra le strade del capoluogo più alto d’Italia.Nel 2014 ad Andrea Camilleri è stata conferita la cittadinanza onoraria.
Salvatore Presti
 
 

media & sipario, 28.6.2017
Anche fosse "Scrollalancia", la Poesia cambia lingua ma la musica è la stessa
Particolare e riuscito adattamento di "Much Ado About Nothing" che da William Shakespeare è passato sotto le mani di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, trasformandosi in "Troppu trafficu ppi nenti"

RECENSIONE - C'è un luogo comune che abbina il "Teatro" alla "magia". Una magia che sovente rimane solo nell'aria, perché bistrattata da chi non si rende conto di quanto una rappresentazione teatrale possa arricchire il bisogno culturale di una comunità. Brutti pensieri che si dileguano immediatamente nel momento in cui ci si immerge nell'atmosfera e nelle sensazioni suscitate dal Silvano Toti Globe Theatre di Roma (all'interno di Villa Borghese).
La magia di una serata in questo magnifico teatro nasce nel momento stesso in cui la sagoma della struttura in legno di quercia si scorge da lontano, attraverso gli alberi. Ma l’incantesimo si compie pienamente mettendo piede all'interno e ritrovandosi incredibilmente, quasi grazie ad un salto spazio-temporale, dentro al famosissimo “The Wooden O” londinese, dove tante delle opere del più grande drammaturgo del mondo hanno visto la luce agli inizi del XVII secolo.
Un entusiasmante salto temporale che avrebbe deliziato il "Dottore" e che porta lo spettatore - in attesa della rappresentazione - ad osservare lo spazio aperto al centro del teatro, da dove entra la luce naturale, le tre gallerie coperte per i posti a sedere, lo spazio antistante il grande e maestoso palco per i posti a terra, respirando l’odore di legno che permea l’aria.
Per la stagione 2017 (il Globe romano apre i battenti a giugno e li chiude in ottobre), anche grazie ad una nuova attenzione amministrativa, il direttore artistico, un "certo" Gigi Proietti che accoglie e ringrazia il pubblico nella serata inaugurale, e lo staff hanno composto un cartellone ancora più interessante e lungo dei precedenti, scegliendo di "aprire il sipario" (che non c'è!) con "Troppu trafficu ppi nenti", "ardito" - ma non più di tanto - adattamento in siciliano di "Molto rumore per nulla" di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, quest'ultimo anche regista e presente per raccontare come il curioso progetto sia nato, molti anni prima.
La mancanza di informazioni certe sulle origini di William Shakespeare ha lasciato spazio ad una interessante (e bizzarra) teoria che lo vedrebbe nato a Messina con il nome di Michelangelo Florio Scrollalanza, cognome, quest’ultimo, derivato da parte materna. A causa delle origini quacchere, il bardo sarebbe stato costretto a fuggire dall'Italia, durante la temibile inquisizione siciliana, approdando dopo varie peripezie in Inghilterra e modificando così il suo cognome in "shake" (scrolla) e "spear" (lancia).
Passando dalla leggenda delle origini alla "leggenda" della drammaturgia, l'adattamento di Camilleri e Dipasquale riprende fedelmente la trama shakespeariana e la sua struttura speculare, in cui si intrecciano due storie d’amore parallele e contrastanti.
Da una parte abbiamo l’amore più romantico e delicato tra Eru (Roberta Andronico), ragazza virtuosa, dolce e dal temperamento tranquillo, e Claudiu (Luigi Nicotra), giovane valoroso e romantico, ma incline alla gelosia. Dall’altra invece c’è l’amore più maturo e disincantato fra Biatrici (Valeria Contadino), arguta e vitale, e Binidittu (Ruben Rigillo), uomo in apparenza misogino e ostile all’amore, che invece si dimostrerà ben felice di capitolare al sentimento.
Accanto a loro si muovono altri due opposti: Don Pedru (Filippo Brazzaventre) che tesse le sue trame in buona fede per favorire l’amore di Eru e Claudiu, e Don Giuvanni (Giorgio Musumeci), un rancoroso che tra macchinazioni e intrighi tenta invece di impedire il legame.
L’elemento comico è reso benissimo dai bravi attori che imbastiscono mano a mano, molto verosimilmente, una trama piena di fraintendimenti, scherzi e confusioni, sia attraverso una mimica impeccabile che attraverso un serratissimo scambio di battute argute e dialoghi brillanti, come le divertenti e acute schermaglie tra Biatrici e Benedetto. I toni oscuri e drammatici sono affidati invece al perfido Don Giuvanni e alle sue macchinazioni, che culminano col momento della presunta morte di Eru in cui il climax drammatico tocca il suo culmine.
Stupefacente il riadattamento in siciliano, che poco o niete toglie alla sagacia e al ritmo tipici del linguaggio di Shakespeare. L’uso della parola è fondamentale in quest’opera e viene pienamente reso nelle metafore mordaci, nei bisticci verbali, nei doppi sensi, nel ritmo serrato e musicale. La comprensione delle battute da parte del pubblico di lingua italiana non è perfetta, specialmente per quei pochi non lettori di Camilleri, ma è la musicalità dei versi che viene pienamente rispettata, un'operazione "omaggio" con cui uomini di cultura approcciano ad un (meglio, al!) genio del Teatro.
Anche la location mette del suo per affascinare lo spettatore, riuscendovi perfettamente. Nota particolare per scene e costumi, di impronta prettamente mediterranea, ricchi e dai colori vivaci, che hanno saputo aggiungere verve ad un’opera già ricca di energia, brio e movimento.
Ci chiediamo: ma come avrebbe fatto Laurence Olivier (o più recentemente Kenneth Branagh) di fronte a "Sugnu o non sugnu, chistu je u problema...". Peccato non poterlo sapere, ma mai dire mai: Camilleri e Dipasquale potrebbero già aver messo mani a "Otellu", trasformandolo da Moro di Venezia in navigatore tunisino, sbarcato a Mazara del Vallo.
Loredana Di Donato / foto di Luciano Lattanzi
 
 

Gazzetta di Parma, 28.6.2017
Libri, incontro con Fabiano

Sarà un giovedì sera nel segno del più celebre commissario della storia italiana quello di domani alle 21 a Sala Baganza nella rocca Sanvitale a cura di Giovanni Ronchini. L’associazione culturale La Locomotiva, in collaborazione con la biblioteca Vilma Preti ed il patrocinio del Comune di Sala Baganza organizza «Pronto... Montalbano sono!», l’incontro con Giuseppe Fabiano, autore del libro «Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia», edito da Franco Angeli. L’autore, psicologo psicoterapeuta, è direttore di una Unità Operativa Complessa Centro Salute Mentale dell’Asl Roma 6, giornalista ed autore, e spiegherà il successo del commissario Montalbano.
 
 

La Sicilia (ed. di Enna), 29.6.2017
Enna location del film "Il Casellante": definito il contratto con la società
La riprese della pellicola tratta dal romanzo di Andrea Camilleri si concentreranno ad Enna alta

Enna - La scelta di Enna quale sede delle riprese del film “Il Casellante”, tratto da un romanzo di Andrea Camilleri, è ormai quasi certa. Lo dice il sindaco Maurizio Dipietro sostenendo che «è stata definita più o meno l'ambientazione ad Enna».
Quello che fino a qualche settimana fa sembrava essere solo un sogno, con il passare dei giorni va assumendo sempre più concretezza.
«Si è arrivati ad una fase avanzata per la definizione del contratto tra il Comune e la società che produrrà il film» spiega Dipietro. Il contratto prevede tutta una serie di clausole di tutela per entrambe le parti. Il Comune, ad esempio, potrà godere della possibilità che il cast, così come tutte le maestranze della produzione, restino ad Enna per il periodo delle riprese rivitalizzando il capoluogo che potrà offrire anche delle comparse ennesi.
«Sarà un momento di grande fervore per la città che sarà protagonista del film» ha aggiunto il sindaco Dipietro.
La data prevista per l'inizio delle riprese è quella del 21 agosto motivo per il quale c'è da attendersi da un momento ad un altro l'annuncio ufficiale.
Le riprese si concentreranno ad Enna alta e sono state già individuate anche alcune location, tra queste ci sarebbe piazza Garibaldi ma l'idea è quella di utilizzare più zone della città alta che con alcuni dei suoi monumenti e palazzi si presta molto al periodo in cui “Il Casellante” è ambientato ossia gli anni '40 del secolo scorso in pieno era fascista.
Anche sul cast a disposizione del regista Rocco Mortelliti iniziano a filtrare maggiori dettagli perchè si fanno già i nomi di Leo Gullotta, Nino Frassica, Moni Ovadia e probabilmente l'attore francese naturalizzato russo Gèrard Depardieu.
«Confidiamo molto in questa opportunità perchè convinti che tramite questo film il nome di Enna possa girare per il mondo» sostiene Dipietro in considerazione del fatto che il film parteciperà al Festival di Cannes nel 2018.
Trasformare Enna nella Vigata del romanzo di Camilleri potrà lasciare al capoluogo ennese dei benefici anche per il futuro sotto l'aspetto turistico. È quello che si auspicano gli ennesi pronti a dare il giusto tributo allo scrittore siciliano che dal 2014 è un cittadino onorario ennese avendo, lo stesso, vissuto tra il 1945 ed il '48 ad Enna, tanto da dire in più occasioni che «metà della mia cultura la devo a quelle giornate vissute nella Biblioteca a leggere i lasciti di Lanza e Savarese».
William Savoca
 
 

Blasting News, 29.6.2017
'Il casellante' con Lino Guanciale e Nino Frassica
Dal romanzo di Andrea Camilleri fino al grande schermo con un cast stellato.

Arriverà sul grande schermo "Il casellante" film tratto dal romanzo di #Andrea Camilleri, il padre letterario del Commissario Montalbano che rivedremo con due nuovi episodi nel corso della prossima stagione televisiva Rai.
Il romanzo di Camilleri, edito dalla Sellerio nel 2008, racconta ancora una volta la cultura greca che si trasmuta in quella siciliana, dopo "Maruzza Musumeci", la donna che si trasforma in sirena, con "#il casellante" l'autore racconta un nuovo mito. La storia è ambientata nella Sicilia del 1940, l'Italia è entrata in guerra e il fascismo regna sovrano. Nino, il protagonista, ha perso due dita a causa di un incidente sul lavoro così non può partire per la guerra e gli viene assegnato il lavoro di casellante.
Il protagonista è felice perché, oltre a non partire per la guerra, avrà uno stipendio assicurato, una casa dove poter vivere con Minica, la ragazza che ama. Nino oltre al suo lavoro di casellante sulla linea Vigata-Castelvetrano, si diletta a suonare il mandolino insieme all'amico Totò che invece suona la chitarra.
La domenica i due amici si recano dal barbiere per suonare e guadagnare cinque lire ma la cosa non va a genio al gendarme fascista della città, i due ritentano e decidono di suonare gli inni fascisti con musiche da mazurca ma vengono arrestati per oltraggio al regime. Mentre Nino è in carcere sua moglie viene stuprata e perderà il bambino e, non potrà averne altri. Chi ha stuprato Minica? I militari francesi o c'è di più? Nel cast troviamo Teresa Mannino, Leo Gullotta, #lino guanciale e Nino Frassica (che possiamo vedere al cinema nel film "Ninna Nanna" che racconta la depressione post parto con lui Francesca Inaudi e Fabrizio Ferracane).
[…]
Silvestra Sorbera
 
 

La Repubblica, 29.6.2017
Sirene, madri, Mafia capitale, biopic su De Andrè e Manfredi: le nuove fiction Rai
Tornano i classici come 'Il commissario Montalbano' e 'Don Matteo'. Offerta variegata per accontentare tutti i gusti del pubblico: "Fieri di aver allargato l'offerta anche per Rai2 e Rai3" spiega la direttrice di RaiFiction Tinny Andreatta

Commedie e racconto della realtà, storie d’amore e saghe familiari: la nuova stagione della fiction Rai guarda a tanti pubblici.
[...]
Rai1, novità e ritorni – [...] Due nuove indagini per Montalbano, fiction dei record d'ascolto con Luca Zingaretti. Nell’episodio Amore il commissario viene coinvolto nella ricerca di Michela Prestia, cacciata anni prima di casa dai genitori perché aveva rifiutato di sposare l’uomo che l’aveva stuprata. La donna sembra essere scomparsa nel nulla. Ne La giostra degli scambi una ragazza viene aggredita, narcotizzata e rimandata a casa, illesa. La cosa si ripete, identica, dopo qualche giorno e stavolta la vittima è la nipote di Enzo, il proprietario della trattoria preferita di Montalbano.
[...]
Silvia Fumarola
 
 

Lunaria Teatro, 30.6.2017
Maruzza Musumeci


 
 

succedeoggi, 6.2017
Consigli per gli acquisti
Allegria & Misteri
I gialli di Camilleri, il dolore di Sergio Del Molino e la "filosofia letteraria" di Mario Benedetti: quando la scrittura entra, con leggerezza, nel segreto della vita

La matassa. Non è la prima volta che il commissario Montalbano nelle prime luci dell’alba sia invischiato in un sogno strano. Stavolta siamo all’assurdo pirandelliano (o meglio: shakespeariano): sogna un sogno di Livia, la sua fidanzata genovese. In quei giorni trova Vigata stravolta da set televisivi svedesi. Una “camurrìa” che sconvolge le sue abitudini. La colpa è del suo amico giornalista che si è appellato alla cittadinanza per avere filmini superotto, in onore della memoria paesana. Gli svedesi, gemellati ai vigatesi, si buttano a capofitto, trasformando il borgo in un palcoscenico anni Cinquanta. È il primo romanzo che Andrea Camilleri, ormai cieco, ha dettato nel 2015 alla sua fedele e brava Valentina (La rete di protezione, Sellerio, 288 pagg., 14 euro).
Tanti i temi che s’intrecciano, tra cui, manco a dirlo, una scappatella amorosa del vice Augello con una “svidisa tutta biunna”. Ma ciò che fa arrovellare Montalbano è una sequenza di foto ove vi è ritratto lo stesso muro. Scoprirà poi che davanti alla parete grigiastra si è sparato alla testa uno dei fratelli gemelli, con la mente ritardata. La vicenda diventa un assillo quasi filosofico. Parallelamente, Montalbano torna in fretta e furia da Genova allertato dalla televisione che trasmette le immagini di un’irruzione in un’aula di scuola. Tre individui mascherati (Anonymus?) minacciano e sparano in aria. Sarà Augello a metterli in fuga. Rimane a mezz’aria il perché. Non lo sveliamo, limitandoci ad accennare al bullismo, al contorto silenzio e al non dialogo degli adolescenti. Mia domanda: perché i libri di Camilleri, in vetta alle classifiche, non sono mai recensiti dai giornali?
[...]
Pier Mario Fasanotti
 
 

 


 
Last modified Monday, August, 09, 2021