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RASSEGNA STAMPA

DICEMBRE 2019

 
La Repubblica (ed. di Milano), 1.12.2019
Libri
Il caso

Il 2019 è l'anno in cui se n'è andato Andrea Camilleri, scomparso il 17 luglio a 93 anni. Il primo libro postumo che la sua casa editrice principale, Sellerio, pubblica con «grande commozione e rimpianto» è un testo teatrale che lo scrittore siciliano avrebbe dovuto portare in scena il 15 luglio (nuova entrata al 5° posto). Una provocazione, come sapeva fare benissimo lui. L'altra faccia di Caino, che prova a difendersi, lasciando ai lettori il verdetto finale. Aspettando il Montalbano o i Montalbani che, scritti prima della sua morte, sempre postumi, chiuderanno il suo ciclo più famoso. [...]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.12.2019
Se la seduttrice diventa una bambola

Una struggente attrazione fisica si era impossessata della bellissima vedova Alma Mahler e del pittore Oskar Kokoschka. In un pomeriggio di pioggia lei, seduttiva più che mai, lo aveva convocato a casa per un ritratto e non si erano lasciati per circa due anni. La storia è vera, Andrea Camilleri scrive un saggio su questa storia d'amore che affoga nella follia, e Giuseppe Dipasquale ne ha fatto uno spettacolo, "La creatura del desiderio", scrivendo il testo con Camilleri, in scena al Biondo.
Oskar è David Coco, immerso in un ruolo affascinante, bravissimo nel restituire il pittore all'inizio della sua relazione, timido, fragile, turbato, quasi incredulo che una tal donna, nota per le sue peripezie amorose sia interessata a lui, e le cade tra le braccia senza riserve, senza nascondere quell'eros animalesco, un'attrazione fatale che agli inizi della relazione non disturba affatto Alma, anzi la stimola. Ma molto presto Oskar dovrà fare i conti con l'ingombrante passato di Alma, diventa geloso, possessivo, non tollera nemmeno il ricordo degli uomini che lo hanno preceduto e nemmeno un viaggio in Italia serve a lenire la sua sofferenza. È un amore malato, Oskar diventa aggressivo, Alma medita la separazione, ma ci pensa la prima guerra mondiale, con tutti i suoi orrori ad allontanarli, e che porta Oskar a tentare il suicidio. Dipasquale non forza la mano alla vera storia dei due amanti, anzi, talvolta la mitiga, e prima dell'inizio dello spettacolo, Davide Sbrogiò recita un brano di Camilleri che paragona Alma a Elena di Troia, facendo riferimento alla celebre idea di Euripide: non fu Elena a fuggire con Paride, ma il suo simulacro. Ecco l'idea, il simulacro, pensiero tortuoso se dobbiamo riportarlo a Oskar, quando abbandonato da Alma, si fa costruire una bambola con le fattezze della bellissima viennese. Euripide si prende gioco del mito, Oskar invece fu realmente vittima della sua malattia mentale, e della bambola restano pure le fotografie.
A un'intensa Valeria Contadino il ruolo ingrato di interpretare prima Alma, poi la bambola che cammina e interagisce come un robot: questo toglie e non rafforza la drammaticità della storia. Le musiche di Matteo Musumeci sono appena gradevoli, ma fuori contesto. Antonella Scornavacca è una credibile governante.
Francesca Taormina
 
 

Primonumero, 1.12.2019
Le migliori ricette di Camilleri invadono il Borgo: l’omaggio per ricordare lo scrittore

Letteratura e cibo, perfetto binomio in grado di tramutare la fantasia in realtà, saranno le protagoniste dell’omonimo evento ideato da ‘La casa del libro’ con la Presidente Daniela Battista in collaborazione con l’Istituto Professionale per i Servizi dell’Enogastronomia e dell’Ospitalità Alberghiera ‘Federico di Svevia’ diretto da Maria Concetta Chimisso ed il Dipartimento di Bioscienze e Territorio dell’Università del Molise e presentato ieri mattina.
Si tratta di un omaggio ad Andrea Camilleri, scrittore, drammaturgo regista, sceneggiatore, insegnante e papà del Commissario Montalbano,m scomparso lo scorso 17 luglio: l’evento sarà articolato in diversi momenti che coloreranno ed animeranno il Borgo Antico di Termoli grazie anche “all’importante collaborazione dell’Istituto Alberghiero che è partner di questo progetto”, ha sottolineato Daniela Battista. Perché Camilleri? “Andava celebrato Camilleri, perché lo merita – ha spiegato la preside Chimisso – Da scrittore straordinario e uomo illuminato quale è stato. Dovendo coniugare il rapporto tra letteratura e cibo nel solco della cultura enogastronomica abbiamo immediatamente detto noi ci siamo”.
L’evento è articolato in tre fasi: si parte il 9 dicembre presso l’Aula Adriatico dell’Università di Termoli con una conferenza che vedrà l’intervento del professor Gian Mario Anselmi, ordinario di Letteratura italiana all’Università di Bologna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e relatore di fama internazionale dal curriculum corposo ed importante. A seguire ci sarà la relazione ‘Leggere e gustare il territorio’ a cura del professore associato di Storia moderna presso l’Università degli Studi del Molise Rossano Pazzagli. Il coordinamento sarà affidato a Giuseppe Ramunno, medico dentista che ha conseguito anche la laurea in enogastronomia e turismo e socio de ‘La Casa del libro’.
La seconda fase stuzzicherà le papille gustative con ‘A tavola nel Borgo con Montalbano’ ospitata all’interno delle mura antiche. In cosa consiste? “Presso i ristoranti del Borgo si potranno gustare menù ispirati ai piatti citati e descritti nei romanzi di Camilleri con il suo stile inimitabile che quasi dipinge – si legge nel comunicato – I menù saranno proposti durante tutta la settimana dal 10 al 15 dicembre (è richiesta la prenotazione) nella splendida cornice della nostra città antica che sarà così valorizzata nell’imminenza del Natale, in una veste diversa da quella classica dell’estate ma altrettanto affascinante, forse per certi versi ancora più”.
A chiudere l’evento sarà lo stesso Istituto Alberghiero che, lunedì 16 dicembre a partire dalle 19, ospiterà lo spettacolo teatrale interpretato dagli attori Edoardo e Silvia Siravo dal titolo ‘Significar mangiando’. Alle 20.30 ci sarà un altro momento conviviale dal titolo ‘In cucina con Adelina’, richiamo alla cammarera ed ottima cuoca del Commissatio Montalbano. “Sarà una cena a buffet servita nella sala ristorante dell’Istituto ed completamente dedicata ai piatti preferiti dallo stesso Montalbano, descritti con maestria e dovizia di particolari da Camilleri. Per questa serata di chiusura sarà richiesto un contributo. Bisognerà inoltre prenotare chiamando il numero 3471808985”, conclude la nota.
 
 

ANSA, 2.12.2019
#photoansa2019, il video della presentazione a Roma
Un anno di immagini e di protagonisti. Giovedi 5 dicembre si replica a Milano, il 10 dicembre l'appuntamento di Palermo

Un libro di foto che racconta dodici mesi, con l'obiettivo di far ripercorrere o scoprire i grandi temi che hanno caratterizzato l'anno appena trascorso.
Giunto alla sua quindicesima edizione, il libro 'photoansa 2019' raccoglie oltre 360 scatti in dodici capitoli tematici, per rivivere con gli occhi dei reporter dell'ANSA i momenti e le tendenze più significative del 2019: immagini di grande impatto visivo, scelte tra le circa 2500 foto che ogni giorno l'Agenzia diffonde in tutto il mondo, riunite in un volume fuori commercio destinato ai clienti italiani ed esteri che utilizzano i servizi ANSA.
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A seguire il 10 dicembre l'appuntamento di Palermo, ospiti del Palazzo dei Normanni; parteciperanno il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II Gianfranco Miccichè, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, assieme a Felice Cavallaro (giornalista), Alessio Fasulo (Save the Children), Patrizia Monterosso (Fondazione Federico II), Arianna Mortelliti (nipote di Andrea Camilleri) e Domenico Schillaci (co-fonder Push).
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Libreriamo, 2.12.2019
I libri del mese
I dieci libri da leggere in uscita a dicembre
Le più interessanti novità dei libri in uscita tra la fine di novembre e dicembre

Tra la fine di novembre e l’inizio del mese di dicembre molte sono le novità editoriali. Scorriamo insieme le più interessanti, anche per avere qualche utile idea regalo.
Autodifesa di Caino- Andrea Camilleri
Un testo potente che risponde alle incessanti domande sul bene e il male e affonda le sue radici nella sterminata cultura di Camilleri, nella sua sensibilità letteraria, artistica, musicale, nella sua passione per il mito. Caino, il primo assassino della storia, l’emblema stesso del Male, è chiamato a giudizio. Camilleri vuole che siano i lettori ad emettere il verdetto, i testimoni a carico sono tanti, ma non mancano quelli che Caino può convocare a suo sostegno. Camilleri ci ricorda che nella tradizione ebraica, e in parte anche in quella musulmana, esistono una miriade di contro-storie che raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia, rovesciando in qualche modo le posizioni tra i due fratelli.
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Rivista Italiani, 3.12.2019
Recensioni libri
Autodifesa di Caino

Ca­ra­cal­la. 15 lu­glio 2019. Il fra­tel­lo cat­ti­vo si do­ve­va pre­sen­ta­re in sce­na come pri­mo as­sas­si­no del­la sto­ria uma­na, per espor­re fi­nal­men­te le sue ra­gio­ni. Lo straor­di­na­rio con­ta­sto­rie An­drea Ca­mil­le­ri (Por­to Em­pe­do­cle, Agri­gen­to, 6 set­tem­bre 1925 – Roma, 17 lu­glio 2019) ave­va scrit­to lo splen­di­do ine­di­to mo­no­lo­go de­di­ca­to alla “Au­to­di­fe­sa di Cai­no” che que­st’e­sta­te avreb­be do­vu­to espor­re al pub­bli­co (come già a Si­ra­cu­sa per le con­ver­sa­zio­ni su Ti­re­sia). Lo spet­ta­co­lo sal­tò per­ché era ma­la­to e non si è più ri­pre­so. Il vo­lu­me ci con­se­gna te­sto, sce­neg­gia­tu­ra, bi­blio­gra­fia. Sul­lo scher­mo di sce­na sono pre­vi­ste im­ma­gi­ni di guer­re e mor­ti, men­tre la pri­ma per­so­na nar­ra il Vec­chio Te­sta­men­to dal­la Ge­ne­si e spie­ga che Ada­mo (“non lo chia­me­rò mai mio pa­dre”) non si mise d’ac­cor­do con Li­li­th su come fare ses­so e pro­crea­re, fin­ché da una sua co­sto­la fu mo­del­la­ta un’al­tra don­na. Fra­si ce­le­bri e per­so­nag­gi bi­bli­ci sono tut­ti ri­co­strui­ti ri­spet­to­sa­men­te con spi­ri­to cri­ti­co e pen­sie­ro iro­ni­co.
Valerio Calzolaio
 
 

Libreriamo, 3.12.2019
Libri più venduti
Classifica dei libri più venduti, Carofiglio in testa alla top ten
Gianrico Carofiglio è diventata uno degli scrittori più amati d'Italia e conquista il primo posto dei libri più venduti della settimana

Nella classifica dei libri di questa settimana, al primo posto vediamo l’ultimo libro di Gianrico Carofiglio, La misura del tempo. Scesa al secondo posto, rispetto a settimana prossima, è invece La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante. Nella classifica ci sono anche Elena Ferrante, Isabel Allende, Bruno Vespa e… Andrea Camilleri.
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Autodifesa di Caino – Andrea Camilleri
«Perché sono un contastorie. In fondo non sono mai stato altro. Nella tradizione ebraica, e in parte anche in quella musulmana, esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia. Su queste abbiamo lavorato». Andrea Camilleri offre una versione di Caino lontana da quella consueta. È forse un Caino inventore della scelta, che va oltre il pentimento prendendo consapevolezza che «senza il male il bene non esisterebbe».
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La Repubblica, 3.12.2019
Piccolo grande schermo

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E però: come sarebbe un Montalbano al cinema? Saperlo.
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Antonio Dipollina
 
 

Malgrado Tutto, 3.12.2019
Concorso “Leonardo Sciascia”, consegnati i premi
Il maestro di Regalpetra fra cittadinanza e impegno civile. il tema del concorso, rivolto agli studenti, organizzato dalla “Strada degli scrittori” e dall’associazione dei presidi. Stamattina la cerimonia ad Agrigento alla presenza del prefetto Dario Caputo. Felice Cavallaro: “La seconda edizione sarà dedicata alla parlata di Vigata di Andrea Camilleri”

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Alla fine della cerimonia Felice Cavallaro ha lanciato il titolo della seconda edizione del Concorso che sarà dedicato alla parlata di Vigata nei libri di Andrea Camilleri.
 
 

Malgrado Tutto, 4.12.2019
La Casa Editrice Sellerio dona al Comune di Porto Empedocle oltre 400 libri
Sono destinati alla Biblioteca Comunale e alle scuole cittadine


Il sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina con l’editore Antonio Sellerio

La Vigàta – Porto Empedocle di Andrea Camilleri ha ricevuto dalla casa editrice Sellerio l’omaggio di oltre 400 libri per la propria biblioteca comunale e le scuole cittadine. Un atto che concorre a realizzare un vero e proprio parco letterario, aperto a tutti quei visitatori che vogliano conoscere i luoghi reali che hanno ispirato le opere del grande scrittore empedoclino recentemente scomparso.
Ieri in casa editrice a Palermo, a suggellare questo impegno e ritirare i libri c’erano Antonio Sellerio, il neoassessore alla Cultura Calogero Conigliaro, promotore dell’iniziativa, ed il sindaco Ida Carmina che ha voluto personalmente ringraziare il giovane editore.
“Questi libri sono per noi un dono importante – dice Ida Carmina – nel ricordo di un grande della letteratura che con i suoi racconti ha fatto conoscere e vivere la nostra terra e l’umanità del nostro popolo. Vogliamo adesso lavorare e collaborare con tutti i soggetti interessati allo sviluppo della cultura e del turismo letterario che siano privati o pubblici per far conoscere i luoghi che furono tanto cari ad Andrea Camilleri spesso meno conosciuti di quelli che compaiono nelle fiction del Commissario Montalbano. Vogliamo adesso una svolta anche in questo senso, infatti la Vigàta descritta nei libri di Andrea Camilleri è chiaramente Porto Empedocle come dimostrato da più studi. Nella biblioteca comunale mancavano buona parte dei testi di Camilleri [Sic!, NdCFC]. Adesso la fornitura di libri fatta da Antonio Sellerio ha colmato la lacuna, tra i libri infatti vi sono tutte le opere di Camilleri della casa editrice palermitana e una cinquantina di capolavori di vari autori che spaziano dalla letteratura alla saggistica”.
L’Amministrazione comunale vuole anche potenziare le varie attività con la prossima apertura pomeridiana della biblioteca e c’è anche un progetto turistico finanziato con i fondi del GAL Monti Sicani che mira a creare un percorso storico letterario dentro la città, con la cooperazione della Pro Loco e di diverse associazioni culturali del territorio
 
 

La Sicilia, 5.12.2019
Lo spettacolo con Pietro Montandon domani da Zō a Catania
«”Maruzza Musumeci”, la fiaba di Camilleri radicata nel mito e nella Sicilia»

Immersa nel mito e nella cultura popolare, nata dalla penna di Camilleri, “Maruzza Musumeci” è una storia leggendaria che fa parte della “Trilogia delle metamorfosi” dell’autore di Montalbano. Protagonista il contadino Gnazio Manisco che torna nella sua terra dall’America e sposa una bellissima ragazza, Maruzza «dù occhi comu palluzzi di celu», dietro le cui fattezze si nasconde una sirena che vuole vendicarsi dei discendenti di Ulisse.
Ricca di echi letterari, da Tomasi di Lampedusa ad Andersen, la storia di ”Maruzza Musumeci”, va in scena domani alle 21, sul palco di Zō a Catania con Pietro Montandon, la regia di Daniela Ardini, scene e costumi di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, produzione Lunaria Teatro.
«Sono rimasto folgorato da questo racconto – spiega Montandon – una storia d’amore meravigliosa radicata nel mito, un cunto struggente, pieno di mistero, di ironia camilleriana, di malinconia. Me ne sono innamorato perdutamente, l’ho fatto leggere alla regista e da tre anni giriamo l’Italia con questo spettacolo. Mi sono ispirato alla nota dello stesso Camilleri che dice di aver ascoltato da bambino, la storia del contadino Minicu. Come un pronipote di Minicu racconto una favola al pubblico».
In scena pochi elementi a creare una suggestione, come la sagoma di un ulivo, in un gioco di allusioni. «La stessa Maruzza è velata perché abbiamo pensato che ciascuno degli spettatori potesse immaginare la sua sirena».
Gnazio, un anti-Ulisse, è legato alla terra, la sua casuzza non ha finestre sul mare. Maruzza ad ogni cambio di stagione diventa una sirena. Hanno un figlio innamorato delle stelle, una figlia che si chiama Resina, anagramma di sirena e la vicenda avviene sotto quest’ulivo, simbolo del fuoco. Tutti gli elementi naturali si integrano. Per Montandon è una storia «profondamente siciliana in cui si possono riconoscere tanti “tipi” che, aggiungendo un fazzoletto o un cappello, interpreto in scena. Mi ha colpito la loro umanità. Amo profondamente Ignazio Manisco, un semplice contadino che ha un grande rispetto della donna che ama, non lo vediamo mai avvicinarsi alla cisterna dove lei diventa sirena, gli basta sentirla cantare da lontano. Un grande insegnamento di Camilleri in questi tempi atroci di femminicidi».
Montandon, nato alla Scuola di Teatro dello Stabile di Catania dove ha preso parte a numerosi spettacoli, per alcuni anni nella compagnia svizzera Mummenschanz, all’inizio del nuovo anno farà in Sicilia alcune tappe, ad Avola, al “Donnafugata di Ragusa Ibla con “Lunaria” tratto da Consolo, poi un recital di letture su Borges e il tango, mentre l’8 febbraio sarà al Teatro Sciascia di Chiaramonte Gulfi di nuovo con ”Maruzza Musumeci”, per raccontare ancora il mito delle sirene che «vivono tra gli uomini, abitano gli stessi luoghi, ma non vivono nello stesso tempo», come ha scritto Salvatore Silvano Nigro nel risvolto del libro Sellerio. «Il loro canto – conclude Montandon – viene da un mondo perduto, lontano, ma il cui fascino esiste ancora».
Ombretta Grasso
 
 

articolo21, 5.12.2019
Lucidità e delirio di Alma e Oskar. ‘La creatura del desiderio’ di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale al Biondo di Palermo

Che il tema affrontato sarà quello del “simulacro”, con tutte le sue implicazioni e i suoi eruditi riferimenti è subito dichiarato nel breve prologo che apre lo spettacolo La creatura del desiderio di Andrea Camilleri e di Giuseppe Dipasquale, che ne cura anche la regia, in scena alla sala Strehler del Biondo fino al primo dicembre.
Il sorriso sornione del Maestro Camilleri – che ripesca le origini del simulacro nella palinodia scritta da Stesicoro per la bella Elena, per poi transitare su Euripide, Pigmalione, Nikolaj Gogol, Tommaso Landolfi, Gabriele D’Annunzio – sembra apparire per pochi minuti in quel “prenderla da molto lontano”, ma, che si tratterà di una storia tragica e dai risvolti grotteschi, anche questo è subito chiaro. Il sorriso scomparirà prestissimo e quasi ci si dimenticherà che questo lavoro appartenga proprio a lui. Sebbene alla passione che esplode e che brucia, alle vampe amorose che avviluppano senza requie, all’attrazione magnetica esercitata da un corpo femmineo il Nostro abbia dedicato molte pagine, in questo scovare una storia reale ma non troppo nota, in questa documentazione scrupolosa e quasi pignola, in questo indugio voluttuoso sui risvolti patologici del gioco amoroso sembra spirare qualcosa di nuovo e di doloroso, una riflessione filosofica e amara che scavalca un intero secolo per porgere, tra le righe, sollecitazioni attuali e chiavi interpretative per certe ossessioni contemporanee.
Un abito rosso assai poco vedovile e la bellezza straripante di Alma Mahler, dietro la quale persero il senno artisti di sommo valore, come l’Orlando di Ariosto per la bella Angelica, accendono il grigio opaco di una scenografia volutamente neutra ed essenziale, atta ad accogliere la proiezioni di immagini su quinte costituite da morbidi teli. Siamo a Vienna nel 1912. E’ il primo incontro tra la vedova di Mahler e Oskar Kokoschka, l’artista selvaggio e maledetto, impregnato di espressionismo, che tenta di farsi strada con uno stile che irrita la critica e seduce gli esperti.
Lui è giovane e inquieto, lei è più grande e decisamente navigata. La passione immediata è delineata felicemente attraverso il doppio punto di vista dei due protagonisti, prima lui e poi lei, in identiche battute porte con toni ed espressioni diverse. Le lancette di un enorme orologio proiettato sullo sfondo si inseguono velocissime a sottolineare il vortice che afferra sin dall’inizio due esseri accomunati dall’amore per l’arte e dalla sfrenata voglia di ingurgitare tutto il piacere che la vita possa offrire.
Valeria Contadino e David Coco si impossessano subito del ruolo, anzi sono proprio loro, Alma ed Oskar, belli e appassionati, mani che si cercano, corpi che si attraggono come calamite. L’Eros si impossessa di entrambi, ma nell’uomo, che ha trovato la Musa con la quale celebrare un vero e proprio matrimonio artistico (La sposa del vento ne segna l’apice), il sentimento rivendica l’esclusività, l’amore si tinge di sofferenza perché avvelenato da un’insana gelosia che si rivolge persino al marito defunto, al celebre musicista del quale non tollera la memoria nemmeno nelle tristi sembianze di una maschera mortuaria. E non saranno i viaggi o la prossima maternità a placare la sete di possesso totale di Oskar, mentre la natura libera di Alma, non sostenendo più la prigionia fisica ed emotiva in cui si sente relegata, deciderà di sottrarsi ad essa e di rinunciare a quel figlio che avrebbe potuto significare l’avvio di una famiglia “normale”.
Lo smalto iniziale dello spettacolo però non è duraturo, l’adattamento del testo non asseconda le esigenze proprie del linguaggio scenico, per il quale sarebbe stato forse opportuno snellire il periodare fortemente ipotattico che talvolta smorza la fluidità delle battute. Se il testo nel complesso regge, è perché reggono entrambi i protagonisti, che affrontano con grande professionalità e precisione certi passaggi impervi. Nei quadri intermedi, che condurranno al culmine della vicenda amorosa e poi allo snodo dell’abbandono, agiscono anche i personaggi dei servitori di casa Kokoschka, interpretati da Leonardo Marino e Antonella Scornavacca. Essi dovrebbero costituire una sorta di contraltare leggero e malizioso (la lettura delle lettere degli amanti è proposto da lei come intrigante gioco seduttivo) e farsi portavoce dei commenti e dei giudizi del mondo esterno sulla coppia che fa scandalo e suscita invidie, ma una scelta registica discutibile li guida verso interpretazioni un po’ caricaturali che urtano con un contesto che vira vistosamente verso una tragica spannung, accompagnata dalle belle e suggestive musiche di Matteo Musumeci.
Ecco dunque la caduta nell’abisso della guerra, rappresentata in rapidi fotogrammi di truppe al fronte e di scenari bellici, e il risveglio malato di Oskar nella Dresda che accoglierà la messa in scena della follia amorosa, lungamente covata e quindi minuziosamente preparata. Il pittore non potrà più avere la donna amata per sé, ma potrà partorirla in un simulacro perfetto, in una creatura dalle fattezze simili a quelle di Alma, una bambola costruita dalle abili mani dell’artigiana Herminie Moss che seguirà le istruzioni dell’uomo fatte di esaurienti bozzetti ed accuratissime descrizioni. Strano ma vero. La realtà che supera la fantasia.
Valeria Contadino si cala con una duttilità che turba e seduce (nonostante costumi che non aiutano) nelle forme finalmente realizzate del simulacro – un po’ bambola triste, un po’ meccanico congegno per solitari piaceri – mentre David Coco frena la tentazione di abbandonarsi agli eccessi e crea un mix di lucidità e delirio che congiungeranno finalmente l’Eros iniziale all’abbraccio liberatorio di Thanatos, un occhio strizzato a Freud, vicino di casa e di epoca che l’autore non poteva certo far rimanere chiuso in soffitta.
Uno spettacolo certamente ambizioso che convince solo parzialmente, ma del quale si può – o forse si deve – parlare per quell’immediato riferimento a certo frastornante uso del virtuale (diffuso in verità nell’universo maschile ma anche in quello femminile) per approcci sessuali che divengono surrogati di facile consumo dell’incapacità affettiva di intere generazioni e per quell’allarmante equivoco (questo sì soltanto maschile) che porta ad identificare l’amore con il possesso e che conduce all’uccisione del giocattolo sfuggito di mano.
Agata Motta
 
 

Il Sussidiario.net, 5.12.2019
Peppino Mazzotta/ “La chance di Alberto Sironi e l’amore per Camilleri” (Vieni da me)
Peppino Mazzotta a Vieni da me ricorda Alberto Sironi e Camilleri, poi un’anticipazione su Montalbano che tornerà nel 2020…

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Poi ricorda Alberto Sironi: «Andava tanto a teatro, sceglieva molti attori da lì. Venne a vedermi e mi propose di fare un provino per un film. Era contento, io però avevo una tournée teatrale e venni meno. Lui si arrabbiò molto, mi disse delle cose tremende. Ad esempio, che mi stavo perdendo un’occasione e che non avevo capito nulla. Ma io sono uno che quando prende un impegno non mi tiro indietro».
PEPPINO MAZZOTTA A VIENI DA ME: IL RICORDO DI ALBERTO SIRONI E CAMILLERI
Nonostante ciò Alberto Sironi lo chiamò per prender parte alla serie tv “Il commissario Montalbano”. «L’anno dopo mi chiamò e così è cominciata la mia avventura», dice Peppino Mazzotta. E così Zingaretti è diventato ormai un fratello visto che lavorano insieme da vent’anni. Ma non si può non ricordare anche il maestro Camilleri. «Quando abbiamo avuto la notizia della sua morte è stato difficile assorbirla, è stato un padre per noi, un riferimento. Era un grande intellettuale, amato da tutti. Montalbano ha un successo trasversale e questo è merito suo. Aveva una capacità di parlare a tutti». Peppino Mazzotta però non si sbilancia nelle anticipazioni sulla prossima stagione. «Si riavvicinerà alle donne in relazioni extraconiugali, ma non posso dire di più». Caterina Balivo resta basita, ma non riesce a strappare altre dichiarazioni al suo ospite.
Silvana Palazzo
 
 

Il Sussidiario.net, 5.12.2019
Linda Caridi è Rosanna/ “Camilleri? Grandissimo pensatore” (Storia di Nilde)
Linda Caridi è Rossana nel film tv “Storia di Nilde”. Dal cinema al teatro fino alla tv, l’attrice è una delle nuove realtà del panorama artistico italiano

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Linda Caridi: “Camilleri ha fornito dei pareri illuminati sulla nostra realtà”
Durante la sua breve, ma già intensa carriera, Linda Caridi ha avuto l’onore di lavorare anche con il grande Andrea Camilleri visto che ha recitato nel corto Donne. Sul grandissimo scrittore e drammaturgo, il papà di Montalbano, ha dichiarato a Cinecittà News: “lo conosco da quando ero bambina perché i miei genitori, di origini calabresi e siciliane, hanno letto tutti i suoi libri, e ne parlavamo molto a casa. Non l’ho mai incontrato di persona, solo sfiorato: oltre che con il corto, anche con il doppiaggio de La famosa invasione degli orsi in Sicilia, dove lui è l’orso e io una bambina che lo ascolta. Credo che sia un grandissimo pensatore che ha fornito dei pareri illuminati sulla nostra realtà”. Parlando poi di teatro, cinema e tv, l’attrice ha raccontato come il teatro sia stato fondamentale per imparare la dote dell’ascolto: “l’ho imparata dal teatro, è utile anche in generale nella vita. Fu un regista russo a darmi quest’insegnamento a scuola. Mi diceva: non aggiungere niente, fai il tuo e limitati a reagire all’altro. Mi ha regalato la capacità di spostare l’attenzione sugli altri. A teatro significa stare nel qui e ora in modo assoluto, nella vita significa avere la predisposizione a non essere egocentrici, indispensabile per relazionarsi con gli altri”.
Emanuele Ambrosio
 
 

mentelocale.it, 5.12.2019
Stanze: Massimiliano Civica racconta i registi, da Robert Mitchum a Andrea Camilleri
Lunedì 9 dicembre 2019
Ore 20:00

Una serata a metà strada tra una crestomanzia di detti memorabili e il Forse non tutti sanno che… della Settimana Enigmistica. Il regista Massimiliano Civica racconta aneddoti, pensieri ed episodi della vita di alcuni protagonisti del mondo del teatro e del cinema alla Libreria Popolare di Milano, lunedì 9 dicembre 2019 alle 20.00.
Il progetto Stanze, ideato e realizzato da Alberica Archinto e Rossella Tansini, racconta di Robert Mitchum, Roberto Rossellini, Jerry Lewis, Emanuele Luzzati, Andrea Camilleri. Attraverso le vite di questi e di altri uomini di spettacolo, Massimiliano Civica tenta di tracciare il ritratto dei nostri artisti ideali, modelli forse irraggiungibili ma proprio per questo esemplari.
Con la verve che lo contraddistingue, il regista racconta spaccati di vita, miti, ricordi indelebili, personaggi mitici che hanno riempito le nostre vite, attraversando il ‘900 e addentrandosi in questo nuovo secolo.
 
 

Centro Culture Contemporanee Zō, 6.12.2019
6 Dicembre ore 21
Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri
con Pietro Montandon
scene e costumi Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini
produzione Lunaria Teatro

Il mito è una fonte inesauribile di possibilità di interpretazioni del presente, delle relazioni tra le cose, i pensieri e il mondo. Anche in una “favola”, leggera, ironica, ma anche un po’ inquietante come quella raccontata da Andrea Camilleri nel suo romanzo Maruzza Musumeci ( la nostra nuova produzione) ritornano i motivi classici della sirena – del suo canto che uccide – e di una vendetta covata per millenni contro un Ulisse dedicato ai campi. Il protagonista Gnazio Manisco (una sorta di anti-Ulisse) ritorna dall’America senza mai guardare il mare, per dedicarsi a coltivare la terra. Acquista un campo che è come un’ isola sull’acqua e decide di sposarsi. La donna di cui si innamora perdutamente è bellissima e canta canzoni meravigliose che solo lui comprende. Da qui si dipanano una serie di eventi sorprendenti che coinvolgono personaggi radicati nella cultura siciliana, dalle più diverse caratteristiche, creati dalla maestria divertita di Andrea Camilleri.
Il lavoro per l’adattamento del testo ha rispettato la parola di Camilleri, lasciando la fascinazione del racconto, di una lingua misteriosa (terragna e materica, velata e oscura) che dà forma alle cose e suscita nella memoria di chi l’ascolta una serie infinita di echi e di rimandi. Il protagonista è Pietro Montandon, attore di grande esperienza e capacità mimetica – interpreta tutti i ruoli! – avendo collaborato sia con primarie compagnie di prosa, sia, per otto anni, con la compagnia internazionale Mummenschanz.
Attraverso il susseguirsi incessante degli eventi vogliamo prendere idealmente il pubblico per mano e condurlo in un viaggio attraverso una mitologia rude, selvaggia, sensuale, popolata da Aulissi Dimare, Sirene Catananne, cani feroci ma anche attraverso la poesia, l’ironia e la levità della storia d’amore di Gnazio e Maruzza, fino al messaggio finale dell’immortalità del canto delle sirene racchiuso in una conchiglia che dona l’ultimo conforto a un soldato morente.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 6.12.2019
Agrigento, 400 libri donati da Sellerio a Porto Empedocle per ricordare Camilleri
I volumi destinati alla biblioteca e alle scuole del paese natale dello scrittore, la Vigàta del commissario Montalbano. "Ora anche percorsi turistici"


Antonio Sellerio (a destra) con la sindaca Carmina e l'assessore Conigliaro

"L’obiettivo è far riscoprire la vera Vigàta dei libri di Andrea Camilleri, che non si trova nel Ragusano ma a Porto Empedocle": Ida Carmina, sindaco della cittadina dello scrittore scomparso il 17 luglio scorso, vuole far rivivere il ricordo di Camilleri nei luoghi simbolo che hanno segnato l’infanzia dell’autore del “Commissario Montalbano”, dal suo bar alla stazione, fino alla sua scuola.
A dare il primo contributo per far riscoprire l’autore empedoclino è stato l’editore Antonio Sellerio, il quale ha donato alla città 438 libri, destinati alla biblioteca e a due scuole di Porto Empedocle, tra cui quella frequentata dallo stesso scrittore (e da Pirandello). Tra le opere donate ci sono in triplice copia circa 50 testi scritti da Camilleri e altre opere scelte dall’assessore alla Cultura Calogero Conigliaro, promotore dell’iniziativa. "L’intenzione è quella di creare un parco letterario – ha spiegato il neo-assessore – e questo rappresenta soltanto il primo passo. Ci stiamo già adoperando per creare percorsi turistici che mostrino i luoghi dell’autore empedoclino".
La collaborazione fattiva dell’editore palermitano si è concretizzata nella donazione dei libri. "Questi volumi sono per noi un dono importante – ha spiegato la sindaca Carmina – nel ricordo di un grande della letteratura che con i suoi racconti ha fatto conoscere e vivere la nostra terra e l’umanità del nostro popolo. Vogliamo adesso lavorare e collaborare con tutti i soggetti interessati allo sviluppo della cultura e del turismo letterario, che siano privati o pubblici, per far conoscere i luoghi che furono tanto cari ad Andrea Camilleri".
Il progetto turistico è stato già finanziato con i fondi dei Gal Sicani: l’obiettivo è creare un percorso storico letterario nella cittadina, attraverso la collaborazione della Pro loco e delle diverse associazioni del territorio.
Alan David Scifo
 
 

ActuaLitté, 6.12.2019
Bientôt un parc littéraire consacré à Andrea Camilleri en Sicile
Preuve s’il en fallait encore, que le romancier Andrea Camilleri ne disparaîtra pas de sitôt de l’imaginaire collectif. Originaire de Porto Empedocle, ville du sud de la Sicile, sa présence continuera de planer, autant que sa voix profonde. Et pour célébrer son œuvre, son éditeur vient d’offrir à la ville de quoi nourrir le souvenir.

Destinés aux écoles et à la bibliothèque de la ville, l’éditeur Sellerio qui a regroupé l’ensemble de ses livres, a fait don de 438 exemplaires. L’écrivain, créateur du fantastique commissaire Montalbano, est décédé ce 17 juillet, après un mois d’hospitalisation, à l’âge de 93 ans.
«L’objectif est de faire redécouvrir la véritable Vigàta d’Andrea Camilleri, qu’on ne retrouve pas à Ragusa, mais bien à Porte Empedocle», indique la maison. Vigàta, c’est ce lieu imaginaire, qui prendra définitivement forme dans le livre de 1992, La stagione della caccia (La saison de la chasse), retraçant un village sicilien quelque part entre la fin du XIXe siècle et le début du XXe.
Une mémoire qui perdurera
Mais avec Montalbano, c’est une Vigàta moderne qui se dessine, celle que l’éditeur veut faire revivre, tout en retraçant les lieux que la mémoire de Camilleri parcourt, dans les livres. Depuis le bar dont il était coutumier, jusqu’à la gare, en passant par l’école de son enfance.
Sans surprise, l’école où Camilleri fit ses premières armes — ainsi que Pirandello — est toujours ouverte, et recevra une partie de cette donation. Sachant que la ville entretient elle-même de vastes projets : «Nous avons l’intention de créer un parc littéraire, et ce n’est que la première étape. Nous travaillons déjà à la création d’itinéraires touristiques qui dévoilent les lieux de l’auteur empedoclin», indique le Conseiller pour la Culture, Calogero Conigliaro.
La collaboration avec la maison de Palerme ne s’arrêtera donc certainement pas là : «Ces volumes sont un cadeau important pour nous, à la mémoire d’un grand écrivain qui, par ses récits, a fait connaître et vivre notre terre et toute l’humanité de notre peuple», indique la mairesse, Ida Carmina.
Le projet touristique a d’ores et déjà un financement, celui apporté par Gal Sicani, avec la collaboration de Pro loco et d’associations territoriales.
Nicolas Gary
 
 

Fondazione Sicilia, 6.12.2019
La Vucciria, il gran mercato della cultura siciiana. Da Guttuso a Camilleri - Camera dei Deputati, venerdì 6 dicembre ore 16.30


 
 

L'Unione Sarda, 7.12.2019
Cultura. "L'autodifesa di Caino", il primo libro postumo di Andrea Camilleri
«Io, Caino ora mi difendo»
Diventa un libro il monologo (dedicato al personaggio biblico) che Andrea Camilleri avrebbe dovuto interpretare il 15 luglio alle terme di Caracalla
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Giuseppe Deiana
 
 

LetteratitudineNews, 7.12.2019
CLASSIFICA: dal 25 novembre al 1° dicembre 2019 – “Autodifesa di Caino” di Andrea Camilleri (Sellerio)
I primi 40 titoli in classifica nella settimana 25 novembre al 1° dicembre 2019

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Questa settimana segnaliamo: “Autodifesa di Caino” di Andrea Camilleri (Sellerio), al 7° posto in classifica generale
Il 15 luglio 2019, alle terme di Caracalla, Andrea Camilleri avrebbe dovuto interpretare il suo monologo Autodifesa di Caino. Un ritorno sul palcoscenico, dopo Tiresia, atteso dal pubblico e fortemente voluto dallo scrittore.
CAINO: Sapete qual è stato il mio vero errore? Quello di non essermi mai difeso, di non avere mai esposto le mie ragioni. Ma ora basta! Questa sera ho deciso di pronunciare la mia autodifesa, immaginando che davanti a me ci sia un’aula di tribunale e che voi, se vorrete ascoltarmi, siate i giurati.
Andrea Camilleri se ne è andato il 17 luglio, ci ha lasciato il suo scritto su Caino che aveva completato e per il quale aveva immaginato tutto: la scena e gli intermezzi musicali, i filmati da proiettare sullo schermo, i testi da interpretare di persona e quelli da far recitare. È il primo libro che pubblichiamo dopo la sua morte, con grande commozione e rimpianto. L’autodifesa di Caino è un testo potente, profondo; risponde alle incessanti domande sul bene e il male e affonda le sue radici nella sterminata cultura di Camilleri, nella sua sensibilità letteraria, artistica, musicale, nella sua passione per il mito. Caino, il primo assassino della storia, l’emblema stesso del Male, è chiamato a giudizio, Camilleri vuole che siano i lettori ad emettere il verdetto, i testimoni a carico sono tanti, ma non mancano quelli che Caino può convocare a suo sostegno. Ma sono soprattutto le parole di autodifesa dell’assassino di Abele a fare il punto e fornirci una nuova versione dei fatti, la sua. Ricorda Camilleri che «nella tradizione ebraica, e in parte anche in quella musulmana, esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia. In alcune di quelle antiche narrazioni lo scontro tra i due fratelli ne rovescia in qualche modo le posizioni». Camilleri continua a intessere la storia fornendo al lettore altri dati, altri elementi per giudicare, a mostrarci l’altra faccia di Caino: «C’è tutta una parte del mito che è affascinante ma totalmente ignorata: è quella del Caino fondatore di città, inventore dei pesi e delle misure, della lavorazione del ferro, ma soprattutto quella di Caino inventore della musica; “…una volta che me ne stavo disteso in un canneto sentii il vento che entrava e usciva dai buchi delle canne producendo un rumore”». Ecco il flauto, ed ecco il primo tamburo ricavato da una pelle di capra…
«Ho finito. Non voglio che pronunciate il vostro verdetto ora. Riflettete su quanto vi ho raccontato questa sera e poi decidete da voi. Secondo coscienza».
 
 

La Repubblica - Robinson, 7.12.2019

Nel 1975 usciva finalmente Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo, dopo la correzione di bozze più lunga della storia (chi dice tredici anni, chi diciannove). Milleduecentocinquantasette pagine che, tra gli altri onori, valsero allo scrittore nato ad Alì Terme il conferimento della cittadinanza onoraria della vicina Messina. Ad accompagnarlo per l'occasione l'amico Andrea Camilleri, che si era portato anche la madre, Carmelina Fragapane.
Al mattino Camilleri chiese al portiere d'albergo di avvertire l'anziana genitrice di raggiungerlo, per recarsi alla cerimonia. Il portiere gli rispose: «La signora è già uscita». Camilleri si agitò e, preoccupato, spiegò al portiere che sua mamma era un po' svanita. L'interlocutore gli sorrise: « Stia tranquillo, si è allontanata di buon'ora con il dottor D'Arrigo».
«Stefano e mia madre avevano misteriosamente legato» spiegherà Camilleri. L'insolita coppia era andata a visitare il porto e, dopo, D'Arrigo aveva voluto mamma Camilleri accanto, durante la conferenza stampa e nelle pose per i fotografi. L'indomani i giornali pubblicarono le foto dell'evento cittadino con la seguente didascalia: «Lo scrittore Stefano D'Arrigo con sua madre». «Che invece era la mia» ne riderà Camilleri.
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Troppo gossip ha fatto perdere il filo. Quello, per esempio, che vede palesemente l'argot inventato successivamente da Camilleri in diretta discendenza della " lingua che cambia pelle" di D'Arrigo.
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Piero Melati
 
 

La Repubblica - Robinson, 7.12.2019
Ma chi è l’assassino?

Un'idea brillante anima La storia del giallo in 50 investigatori, agile volume che Luca Crovi ha dedicato alla storia di uno dei più amati generi letterari. L'idea è di raccontare genesi, storia, evoluzione e tendenze del giallo attraverso le sintetiche schede biografiche dei più celebri investigatori di ieri e di oggi, e con il concorso delle ottime illustrazioni di Angelo Montanari. Nell'informatissima introduzione, Crovi ha sintetizzato "tutto ciò che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere sul giallo" dalle origini ai giorni nostri. Si comincia, naturalmente, con la domanda che da almeno un secolo tormenta gli adepti delle scritture criminali: chi è stato il primo? Chi ha inventato il giallo?
Domanda destinata a generare risposte plurime, se non ambigue. Se per giallo intendiamo un racconto che ruota intorno al delitto, bisogna risalire alla Bibbia, almeno a partire dal fratricidio al quale in buona parte dobbiamo, in ultima analisi, l'origine della specie umana. Se il giallo è nella risoluzione di un enigma, possiamo allora accontentarci di Edipo e della sua vittoria sulla Sfinge: ma dobbiamo anche ammettere che quell'enigma, in sé considerato, non ha niente di giallo, visto che il delitto di Edipo appartiene a ben altro ordine di valori (e chiama in causa, ancora una volta, la divinità).
Se, però, stiamo parlando di un ben preciso genere narrativo, allora le cose si fanno più chiare: il giallo come lo conosciamo oggi — e fermo restando che solo noi italiani lo chiamiamo in questo modo — nasce a metà dell'Ottocento con Edgar Allan Poe e i racconti di Auguste Dupin, si afferma con Dickens e Wilkie Collins, e sfonda, facendosi grande intrattenimento popolare, con Conan Doyle e il suo Sherlock Holmes, archetipo di tutti gli investigatori passati, presenti e futuri. E poiché Doyle era medico, e Holmes si ispira alla figura del dottor Bell, pioniere della medicina, o, per meglio dire, del "metodo scientifico", ecco un'altra verità incontestabile: il giallo s'impone di pari passo con l'affermarsi del positivismo scientifico, a sua volta motore propulsivo dell'impetuosa ascesa sociale della borghesia.
Nelle origini, il giallo classico è un racconto d'ordine: il delinquente infligge una ferita al corpo sano della società, che reagisce, e, attraverso il detective (pubblico o privato che sia) rimette le cose a posto assicurando il colpevole alla giustizia. Ma con l'andar del tempo questo schema originario subisce innumerevoli aggiornamenti, variazioni dovute alla crisi di fiducia nelle istituzioni, derive imposte dal progresso tecnologico. Da qui Crovi allarga il discorso ai sottogeneri: l'hard boiled, che sottrae il delitto ai salotti e lo riconsegna alla strada, sua sede naturale; il procedural, con l'irrompere sulla scena della figura di Perry Mason, l'avvocato del diavolo; il noir, con i suoi investigatori romantici e le sue dark lady, sino a Derrick, alle contemporanee saghe scandinave e al fascino perverso del serial killer.
Tutto questo, così come la diffusione ormai globale di un genere in principio patrimonio esclusivo della lingua inglese, e oggi praticato dalle Alpi alle Piramidi, passando per il Bosforo, ci viene offerto con precisione meticolosa e non senza una piacevole ironia, soprattutto quando si parla delle " regole" nella cui stesura più o meno tutti gli illustri giallisti si sono cimentati.
Ma Crovi sa bene, come ogni scrittore, che le regole sono state create al solo scopo di essere violate: e non esita a ricordarcelo. Certo, si potrà obbiettare che nella scelta di cinquanta ritratti — da Maigret a Montalbano, passando per il tenente Sheridan — qualcuno si è perso per strada e qualcuno ne ha preso abusivamente il posto. E i puritani degli steccati letterari aggrotteranno la fronte scoprendo (verità peraltro consacrata per gli addetti ai lavori) che fra gli incunaboli del giallo italiano figurano Gadda e Sciascia.
Ma da un lato ci si può fidare di Crovi, grande esperto. E dall'altro, ben vengano discussioni su questo bel volume che può candidarsi a sicura strenna per gli appassionati di misteri e per quanti, magari i più giovani, intendano accostarsi alla materia in modo leggero e non tedioso.
Giancarlo De Cataldo
 
 

Più libri più liberi, 8.12.2019
Andrea Camilleri e la sua Autodifesa di Caino



Ore 19.00 Sala La Nuvola

Intervengono Roberto Andò, Roberto Fabbriciani, Tomaso Montanari, Alessandra Mortelliti, Salvatore Silvano Nigro e Marino Sinibaldi
A cura di Sellerio Editore
 
 

La Repubblica, 8.12.2019
Cosa vi siete comprati alla fiera: i libri più venduti a "Più libri più liberi", editore per editore
I titoli più acquistati dai 100 mila visitatori della Nuvola di Roma: dagli autori più amati (e meno inaspettati), come Ferrante, Gipi e Camilleri, alle sorprese: tra una "Casa di foglie" e "Remoria"

Più di 100 mila sono stati i visitatori della Nuvola per questa edizione della fiera della piccola e media editoria, fanno sapere gli organizzatori di “Più libri più liberi”, ma tutti questi lettori cosa avranno comprato? Lo abbiamo chiesto agli editori.
“Sicuramente Andrea Camilleri è stato uno dei più venduti”, ci dicono da Sellerio: il maestro, ricordato anche nell’incontro conclusivo di oggi a “Più libri” con Roberto Andò, Tomaso Montanari e Marino Sinibaldi, ha conquistato i lettori con Autodifesa di Caino, il monologo pubblicato qualche mese dopo la sua scomparsa. Anche il secondo più acquistato porta la sua firma: è l’ultimo caso del Commissario Montalbano uscito in vita, Il cuoco dell’Alcyon.
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Gabriele Di Donfrancesco
 
 

Corriere di Ragusa, 8.12.2019
Montalbano per la prima volta alle prese con i social network

“Il commissario Montalbano” ritorna l’anno prossimo su Rai 1 con la 14ma stagione, “orfano” del suo creatore Andrea Camilleri e del regista della fiction Alberto Sironi, nel solco di una vita televisiva lunga 20 anni. La nuova stagione, che vedrà Luca Zingaretti dietro la macchina da presa, consisterà in 2 episodi inediti e di un terzo, che sarà basato sull’infinita storia d’amore tra Salvo e la fidanzata Livia. Il primo episodio si baserà sul racconto “La rete di protezione” di Camilleri. Il set sarà sempre la immaginaria cittadina di Vigata, tra le reali Scicli e Punta Secca nel Ragusano. Per la prima volta Montalbano si troverà alle prese con i social network. Vedremo come se la caverà. Il secondo episodio della serie si baserà sul romanzo “Il metodo Catanalotti” che prende il nome di un impresario teatrale autore di una tecnica particolare: partendo dal testo, l’attore deve scavare i suoi lati più bui. Questa volta Montalbano dovrà fare i conti con un nuovo (im)possibile amore. La Rai ha dunque deciso di approfittare della scia lunga dell’audience alta del Festival di Sanremo, che si tiene in febbraio, per il lancio dei 3 nuovi episodi della fiction.
 
 

AISE, 9.12.2019
“Il sonaglio” di Andrea Camilleri nell’ultimo “Caffè Letterario” del 2019 all’IIC di Amburgo

Amburgo - In vista della pausa natalizia, il gruppo del “Caffé Letterario” dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo si incontrerà domani, 10 dicembre, alle 19:00 per parlare del romanzo “Il sonaglio” (2009) di Andrea Camilleri. L’iniziativa, che ha raggiunto ormai la sua decima edizione, è stata creata per gli appassionati di letteratura italiana che amano incontrarsi una volta al mese per scambiarsi – in italiano e in tedesco – le proprie impressioni ed esperienze personali su un libro scelto per l'occasione.
La partecipazione all’incontro è gratuita.
La scelta di questo romanzo vuole essere un omaggio alla recente scomparsa del celebre scrittore italiano, autore di molteplici bestseller, nonché scrittore, regista teatrale e cinematografico.
Andrea Camilleri ha iniziato a scrivere in tarda età - 69 anni – ed è diventato famoso a livello internazionale soprattutto grazie ai suoi romanzi polizieschi sul Commissario Montalbano. Nato in Sicilia, ha affrontato ripetutamente temi come la corruzione e la criminalità organizzata, non solo nei suoi romanzi ma anche sulla scena pubblica, fino alla fine della sua carriera. E‘ scomparso nel luglio di quest’anno alla bella età di 93 anni.
Il suo romanzo "Il sonaglio - Der Hirtenjunge", ambientato nel profondo sud Italia nel 1900, racconta la commovente storia di un ragazzo pescatore che trova fortuna in montagna.
 
 

ANSA, 10.12.2019
#photoansa2019, la presentazione del libro a Palermo
Intervengono Micciché e Orlando insieme con altri protagonisti della cronaca di quest'ultimo anno in Sicilia. Omaggio anche a Camilleri

 
La nipote di Camilleri alla presentazione di Photoansa2019

Dopo Roma e Milano, l'ANSA sceglie Palermo, prima volta nella storia dell'agenzia, per presentare il libro Photoansa 2019, la raccolta delle foto che racconta i fatti nazionali e internazionali di cronaca, politica, economia, cultura e sport dell'anno che sta per concludersi. E lo fa a Palazzo Reale, sede del Parlamento più antico d'Europa, nella sala intitolata a Piersanti Mattarella, l'allora presidente della Regione e fratello del capo dello Stato, assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980, alla presenza del presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè, del direttore della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
[...]
La presentazione di Photoansa 2019 è stata anche l'occasione per rendere omaggio ad Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano morto a Roma il 17 luglio scorso, ricordato dal giornalista Felice Cavallaro, ideatore della 'Strada degli scrittori', e dalla nipote dello scrittore, Arianna Mortelliti.
 
 

Ragusa Oggi, 10.12.2019
Vittoria Peace Film Fest omaggio ad Andrea Camilleri e Alberto Sironi

Il Commissario Montalbano ha aleggiato sui due festival che in contemporanea si stanno tenendo a Vittoria (Ragusa) nelle sale del Cinema Golden: il Vittoria Peace Film Festival e il Festival del Cinema di Frontiera. Operando l’omaggio ad Andrea Camilleri e Alberto Sironi, il primo padre letterario del Commissario e il secondo televisivo non si è fatto altro che parlare del Commissario Montalbano.
Più intimo il ricordo di Alberto Sironi fatto dal figlio Carlo Sironi che ha voluto ricordare il padre con il film a cui teneva di più ‘Il grande Fausto’ che racconta le gesta del Campionissimo. E Carlo Sironi nella cifra registica trova un parallelismo con Montalbano, di un uomo solo in fuga, di un uomo che ancora oggi viaggia in forma di leggenda fra ricordo e meraviglia.
“Coppi è stato un uomo sempre in fuga – ha detto Carlo Sironi – che ha riassunto in sé la storia di quel lembo di Piemonte sud orientale che lo ha forgiato, di cui portava in giro per il mondo silenzi, tenacia, fatiche, asprezze e dolcezze, così come Montalbano lo ha fatto per la Sicilia e la provincia di Ragusa”.
Anche il direttore artistico e fondatore del Festival del Cinema di Frontiera Nello Correale, oltre a stimolare il figlio Carlo nel ricordo del padre, si è soffermato sulla forza registica di Alberto, uomo di teatro ‘prestato’ alla tv ma di grande cultura, mentre, Gaetano Bonetta ha sottolineato la ‘scelta antigattopardesca’ di Sironi nella lettura della Sicilia perché lui ha contribuito a cambiarla anche grazie a Montalbano. Il giornalista Gianni Molè invece si è soffermato sulla grande disponibilità di Alberto Sironi a rappresentare il territorio ibleo e a saperlo leggere come pochi confermando il giudizio del figlio Carlo di fare sia di Coppi che di Montalbano personaggi epici.
A completare il ‘quadro’ su Montalbano la presentazione del libro di Costanza Di Quattro “La mia casa di Montalbano’ con la presenza di Mario Incudine.
La serata omaggio ai due siciliani per nascita e per vocazione Andrea Camilleri e Alberto Sironi si è chiusa con la proiezione dei due film in concorso ‘La famosa invasione degli orsi in Sicilia’ di Lorenzo Mattotti con la voce di Andrea Camilleri e tratto da un romanzo del 1945 di Dino Buzzati e col film ‘Sole’ di Carlo Sironi, già presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
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ItaliaNotizie, 10.12.2019
“Maruzza Musumeci”: il richiamo del mare e della terra
Meritate ovazioni e copiosi e scroscianti applausi per il monologo teatrale tratto da “Maruzza Musumeci” di Andrea Camilleri, adattamento di Pietro Montandon e Daniela Ardini, regia di Daniela Ardini al Centro Zo di Catania, venerdì 6 dicembre c.a.

“Ma n’autra vota, mentri sinni stava ‘n vrazzu a so matre che taliava il mari dal balcuni, la piccillidra disse: “OàAaaaa! OàAaaa!” (Il mare! Il mare!)”
Echi lontani, una favola tra mito e sogno, immersa nella bellezza di una Terra che è una perla abbracciata dal Mar Mediterraneo. La poesia e le meravigliose tradizioni di una Sicilia ambita da tanti popoli per quella bellezza sua, misteriosa, intrigante, arcana: evocazioni e suggestioni riecheggianti attirano come canti traditori di sirene.
Una grande conchiglia nella quale il suono dello sciabordare delle onde del mare richiama le sirene e conforta e consola il soldato americano in punto di morte, l’esaltazione prodigiosa della semplicità ove risiede la vera grandezza. L’ispirazione, la seduzione di una terra che è cullata dal mare e dove vive e si nutre un ulivo, fiero ed orgoglioso di far da cornice a Contrada Ninfa, isola immaginaria a Vigàta.
Si parla del mito delle Sirene, ma si parla pure di umanità, di orgoglio d’appartenenza, si parla di valori morali indiscutibili; si parla di società e di dignità.
“Maruzza Musumeci” è una mise en scène sincera ed onesta con le essenziali, originali ed efficaci scene e gli adeguati costumi di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, l’attenta e creativa regia di Daniela Ardini, produzione Lunaria Teatro.
Gnazio Manisco (sulla scena l’eccezionale attore Pietro Montandon) è un contadino che parte in nave per l’America in cerca di fortuna anche se è terrorizzato dal mare. Tra lui e quest’ultimo non c’è mai stata intesa (un anti Ulisse): lui è un uomo terragno, un uomo solido e concreto, con le radici forti ben innestati nel terreno. Fa ritorno a Vigata con un bel gruzzoletto di denaro che profuma di fatica e sudore parte del quale investe per comprare una lingua di terra in Contrada Ninfa, terreno circondano dal mare, galleggiante come l’Itaca di Ulisse. Per non vederlo costruisce la sua casa oscurandone la vista: apre una finestrella sull’unica parte dove la vista mostra un ulivo di milleduecento anni che considera come un vero paradiso ed un grande punto di riferimento. Ma Gnazio era già un uomo maturo ed era venuto per lui il tempo di prender moglie e mettere su famiglia: si rivolge alla ‘gna Pina, una sorta di maga guaritrice e tramite esperta per unioni matrimoniali la quale gli trova una bellissima ma misteriosa giovane donna che vive insieme alla vecchissima bisnonna (la catananna) Menica. Gnazio rimane estasiato dalle loro voci così melodiose e dal loro canto armonioso che incanta e rapisce lo spirito ma che è fatto in un linguaggio sconosciuto ed arcano: le due sono Sirene che, come scrive Salvatore Silvano Nigro, vivono tra gli uomini, abitano gli stessi luoghi, ma non vivono nello stesso tempo.
Un fatto misterioso avviene nel giorno dell’incontro tra Gnazio e la futura moglie, Maruzza Musumeci: un vicino di casa di nome Aulisse che lavora nel campo di Gnazio come potatore, si suicida gettandosi in mare. In realtà le due donne, nipote e catananna, si sono vendicate dell’eroe di Omero che aveva oltraggiato le Sirene ai tempi degli dei dell’Olimpo. Adesso, queste splendide ma a volte pericolose creature, vogliono vivere con gli uomini per generare una nuova stirpe.
La “Maruzza Musumeci” diretta da Daniela Ardini è un atto unico intensissimo, un monologo “corale” dove, ogni personaggio viene egregiamente caratterizzato: una grande prova d’attore quella di Pietro Montandon, catanese nato artisticamente nella scuola del Teatro Stabile di Catania partecipando a numerosi spettacoli, per alcuni anni nella compagnia svizzera Mummenshanz; grande padronanza scenica, forte ed empatico impatto con un pubblico ora divertito, ora commosso, ora emozionato.
Un turbinio di sensazioni, di evocazioni, di richiami lontani che attirano come canto di Sirene: echi e rimandi dove ogni cosa, ogni parola, ogni gesto ha la sua seduzione, ogni ricordo la sua magia.
Ignazio (Gnazio) Manisco è un semplice contadino che ha un grande rispetto della donna che ama: non si vede mai avvicinarsi alla cisterna da lui costruita e dove lei diventa sirena: gli basta sentirla cantare da lontano. Un grande insegnamento quello di Andrea Camilleri in questa nostra società moderna, in questi tempi atroci caratterizzati da crudele violenza sulle donne e femminicidi.
Maruzza è una sirena seducente e passionale e feconda: tra cielo, mare e terra i due sposi mettono al mondo quattro figli: l’uno gennaio nasce Nicola detto Cola che ama le stelle (ne scoprirà una e la chiamerà con il nome dell’amatissima sorella Resina). Il 3 gennaio nasce Resina, la sirena che fino al terzo anno di età chiama Pater e Mater i suoi genitori. A seguire nascono Calogero e Ciccina (Franceschina). Resina si inabisserà con il fratello Cola con la nave sulla quale egli rientrava dall’America.
“L’amuri bisogna sapillu trattari”, dichiara Gnazio spinto dalla sua naturale saggezza donatagli dalla più grande insegnante che si possa avere: la vita.
L’interpretazione dello straordinario Pietro Montandon, con naturalezza e grande rispetto reverenziale per il personaggio, dona anima e cuore ad un uomo sanguigno e di grande sensibilità, capace di grandi slanci d’amore. Ma in scena è anche Minica, la bisnonna sirena con i suoi rituali arcani ed inquietanti per poi diventare a ‘gna Pina, vecchina quasi grottesca, furba e dal piglio risoluto e concreto. Magistrale la mimica, i movimenti, i cambiamenti di registro vocale.
Un attore unico, completo, elegante, raffinato nei modi, di grande personalità e professionalità capace di far vibrare le anime d’emozioni forti: con semplicità ci conduce per mano in un una favola fatta di mito, leggenda, cuntu e tanto sentimento per la propria Terra.
Vicino all’ulivo tra gli odori di zagare, gelsomini e limoni, figli della rigogliosa ed orgogliosa Terra di Sicilia, un soldato ascoltando la meravigliosa voce del mare attraverso una grossa conchiglia, esala il suo ultimo respiro. E’ sereno.
“O mari”, diciva “ti voglio contare la mè contintizza d’aviri passato la nuttata tra le vrazza di un omo che è un vero omo. Ti voglio diri che ora finalmenti saccio che cosa è l’amori, dari e pigliari, avarizia e sperpero, ducizza e amarizza… E fari all’amori è come la tò onda quanno arrisacca a lento a lento avanti e narrè, avanti e narrè, in un moto che purtroppo nun è eterno come il tuo, dura troppo picca, però a nui abbasta chisto picca per farci filici”. (Da Maruzza Musumeci – Andrea Camilleri).
Antonella Sturiale
 
 

Piana Notizie, 10.12.2019
“Maruzza Musumeci” di Camilleri apre la stagione del Teatro Manzoni

Calenzano – “Maruzza Musumeci” di Andrea Camilleri è il titolo dello spettacolo che inaugura la stazione del Teatro Manzoni dal titolo “Regole & Sentimenti”. Lo spettacolo andrà in scena venerdì 13 dicembre alle 21,15, con Pietro Montandon, scene e costumi Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, per la regia di Daniela Ardini.
La storia. Il protagonista Gnazio Manisco (una sorta di anti-Ulisse) ritorna dall’America senza mai guardare il mare, per dedicarsi a coltivare la terra. Acquista un campo che è come un’ isola sull’acqua e decide di sposarsi. La donna di cui si innamora perdutamente è bellissima e canta canzoni meravigliose che solo lui comprende. Da qui si dipanano una serie di eventi sorprendenti che coinvolgono personaggi radicati nella cultura siciliana, dalle più diverse caratteristiche, creati dalla maestria divertita di Andrea Camilleri.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 11.12.2019
La Sicilia produce cultura anche se non la consuma

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I dati Istat misurano non la cultura siciliana ma la sua fruizione in Sicilia, che è determinabile, mentre la prima non può esserlo quanto all'influenza che essa esercita nel mondo. Vige una sorta di principio di indeterminazione che si applica principalmente in Sicilia e che dimostra come non si possano misurare contemporaneamente la quantità di cultura fruita e la qualità di cultura offerta. La prima supera la seconda per convenienza, ma la seconda sopravanza la prima per importanza, effetto questo che l'Istat non può rilevare. Non a caso è stato nella Sicilia culturalmente fanalino di coda che si è avuto il più grande evento culturale degli ultimi anni in uno dei più grandi siti culturali d'Italia: la recitazione di Andrea Camilleri nei panni di Tiresia in una notte magica al Teatro greco di Siracusa.
Gianni Bonina
 
 

FanCity Acireale, 11.12.2019
Giornate della cultura 2019. Due eventi: Conversazioni su Camilleri e Pietro Paolo Vasta e il suo Tempo

Acireale – Due intense giornate dedicate alla cultura. Il primo evento in onore del romanziere e intellettuale Andrea Camilleri si terrà venerdi 13 dicembre alle ore 18:00 nell’antisala consiliare del Palazzo di Città. L’incontro sarà condotto e curato dal prof. Salvatore Silvano Nigro (curatore dei romanzi di Andrea Camilleri per Sellerio Editore). L’incontro sarà introdotto dal prof. Salvatore Valastro.
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La Sicilia, 12.12.2019
Arianna Mortelliti: «Vi racconto mio nonno, Andrea Camilleri»
E' una delle nipoti del grande scrittore scomparso nel luglio 2019. Ospite a Palermo di PhotoAnsa 2019, la giovane ha anche collaborato con il maestro alla stesura di "Autodifesa di Caino"

Palermo - Il suo cognome non riporta subito a quello del grande maestro, perchè Arianna, una bella trentenne romana di professione biologa, si chiama Mortelliti. Eppure è stata molto legata al grande Andrea Camilleri: un legame tra nonno e nipote (è la figlia di una delle figlie dello scrittore empedoclino scomparso la scorsa estate) che si è molto intensificato soprattutto nella parte finale della vita del papà letterario de "Il Commissario Montalbano". Per la stesura di "Autodifesa di Caino" (primo libro postumo dello scrittore), Camilleri aveva chiesto aiuto proprio ad Arianna e lei per stare accanto al nonno, parzialmente impedito dalla cecità, aveva messo da parte i suoi impegni.



"Sono stata i suoi occhi. E' stato bello e stimolante", ha raccontato la giovane a Palermo, tra gli ospiti di PhotoAnsa 2019 (la raccolta fotografica annuale dell'Ansa che nel 2019 ha riservato spazio anche ad Andrea Camilleri). Arianna Mortelliti ha ricordato la figura del nonno come esempio di fermezza: «Ricoverato in ospedale per la rottura del femore, decantava passi dell'Autodifesa di Caino». Arianna tornerà in Sicilia, a Porto Empedocle, come ha fatto quasi ogni anno per conoscere meglio la Terra che ha dato i natali alla sua famiglia e al suo grande nonno, divenuto ormai uno dei simboli belli di quest'Isola.
Carmela Marino
 
 

Mangialibri, 12.12.2019
Autodifesa di Caino
AUTORE: Andrea Camilleri
GENERE: Teatro
EDITORE: Sellerio 2019

“Signore e signori della corte… […] Scusate, ho avuto un lapsus… Ricomincio. Signore e signori del pubblico, permettete che mi presenti: sono Caino”. Sì, proprio lui, il simbolo del male, “il primo assassino della storia umana”, sceglie noi come pubblico per la sua arringa. Stufo di essere coperto di insulti nei secoli passati, decide che può raccontarsi e tentare una autodifesa davanti a noi che di orrori ne abbiamo visti proprio tanti solo negli ultimi cento anni, “due guerre mondiali, una gran quantità di guerre locali, gli eccidi, gli stermini, i massacri, i genocidi, le pulizie etniche, le stragi, gli attentati, i femminicidi…”. Quindi adesso basta. Basta prendersi la colpa di tutto il male del mondo, “Che se non ci fossi stato io, avreste amato il prossimo vostro come voi stessi?” – ci chiede Caino, e poi riconosce il suo vero, unico grande errore, “Di non essermi mai difeso, di non aver mai esposto le mie ragioni”. Ma per cominciare la sua autodifesa occorre tornare un po’ indietro. Giusto un poco. Fino alla creazione del mondo. Perché le cose non sono andate tutte esattamente come sono narrate nella Genesi, il primo libro del Vecchio Testamento. Innanzitutto è necessario sapere che Dio, quando creò il suo giardino meraviglioso, “preso dal suo lato borghese”, si accorse che lì mancavano i nanetti. Certo, proprio i nani da giardino! In ogni giardino borghese che si rispetti devono esserci. E così ne sagomò dodici con la creta e poi diede loro vita. Ma quelli cominciarono subito a far danni, a calpestare le aiuole, a tirare la coda ai daini e allora Dio si spaventò e ordinò all’Arcangelo Michele – che faceva un po’ da giardiniere – di aprire le porte dell’Eden e i nanetti scapparono via sulla Terra. Al dodicesimo nanetto comandò di restare nel giardino “E lo chiamò Adamo, cioè a dire cretoso, il terragno”. Adamo all’inizio era felice e faceva quello che voleva scorrazzando ovunque ma poi si sentì triste perché tutti gli esseri viventi avevano una compagna e lui no. Dio allora gliene modellò una con la creta, “Eva, direte voi, e invece sbagliate. Eva fu la seconda compagna di Adamo, non la prima. La prima era una donna di straordinaria bellezza e Dio le impose il nome di Lilith”. Ma lei non aveva affatto un bel carattere e per giunta era una protofemminista. Le cose tra i due andarono male, la donna aprì le porte dell’Eden e se ne andò sulla Terra, pare “a spassarsela con gli undici ex nanetti” fuoriusciti. Di lei si ebbe notizia tempo dopo. Nel frattempo Dio diede ad Adamo una nuova compagna e così Adamo conobbe Eva. Attenzione che già fin qui ci sono una serie di inesattezze, una delle quali è proprio l’equivoco nato dal quel “conoscere” biblico. “Pensavamo che bastasse un solo amplesso per conoscere una donna. Ci impiegammo secoli per capire che nemmeno dopo mille amplessi riusciremo mai a capire come è una donna”. Tutti poi pensano che così sia nato Caino. Ma forse le cose non andarono così. Un giorno, infatti, arrivò il Serpente, che poi serpente non era ma Alialel, uno degli angeli che si erano ribellati a Dio, che aveva perduto le ali ma non la sua bellezza straordinaria, e quando si avvicinò ad Eva lei rimase abbagliata…
Il debutto di Autodifesa di Caino era previsto il 15 luglio 2019 alle Terme di Caracalla, interpretato dal suo autore come era accaduto un anno prima con Conversazione su Tiresia ma, come è noto a tutti, due giorni dopo, il 17, Andrea Camilleri è morto dopo alcune settimane durante le quali i suoi affezionati fan hanno tenuto il fiato sospeso e seguito gli aggiornamenti sul suo stato di salute, a partire dal ricovero avvenuto il 17 giugno. La regia sarebbe stata dello stesso Camilleri insieme a Stefano Vicario, le musiche originali di Roberto Fabbriciani, il progetto curato da Camilleri e dalla fidata Valentina Alferja. Il vecchio contastorie – che ancora in questi ultimi anni aveva dato un nuovo corso alla sua creatività ritornando al suo primo grande amore, il teatro, con questi due monologhi – non è riuscito a portare in scena questo lavoro a cui aveva mostrato di tenere tanto. A maggio, a poche settimane dal debutto, gli era stato chiesto come si sentisse a tornare al teatro dopo averlo lasciato negli anni ’70 e lui aveva risposto così, “Sono in tensione ma relativa. È tale e tanto l’afflusso di adrenalina che non soffro più né il caldo né il freddo”, parole che fanno tanta tenerezza in un ultranovantenne con l’entusiasmo di un giovane artista. Per questo suo ultimo atto aveva curato tutto, musica luci filmati, tutti i particolari. Sellerio, dopo qualche tempo e con presentazione ufficiale l’8 dicembre a Più libri Più liberi, pubblica il testo di questo lavoro, il primo postumo di Andrea Camilleri che suona davvero come un omaggio al primo grande amore del vecchio contastorie. In questo monologo il Male appare come necessario, innato nell’uomo nel momento stesso in cui viene al mondo, come se fosse indispensabile all’esistenza stessa del Bene. Eppure il Male non è predestinazione ma nasce da una scelta, ed è per questo che Caino – che ne è divenuto suo malgrado il simbolo – decide finalmente di ribellarsi e dire la sua. Ha detto Camilleri che “Nella tradizione ebraica, e in parte in quella musulmana, esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia. Su queste abbiamo lavorato”. La più clamorosa è la rivelazione che Abele, figlio di un arcangelo, e Caino, figlio di un angelo caduto, sono la prova di una amara verità: “Se ne ricava che l’infedeltà coniugale nacque contestualmente alla prima e unica coppia al mondo”. Senza dire poi del rovesciamento eclatante secondo il quale Caino, sul punto di soccombere ad Abele, fisicamente più grosso di lui, legge nei suoi occhi l’intenzione di uccidere – “lo sguardo assassino di Abele” – ed è quindi spinto dalla situazione (ma è pur sempre una scelta) al primo gesto omicida della storia dell’uomo. Dio però condanna Caino a vivere e a vagare col peso della sua colpa, come se, appunto, fosse un simbolo necessario all’esistenza antitetica del Bene. Ed è così che Caino diventa fondatore di città, ideatore della lavorazione del ferro e inventore della musica. Della musica! “Ecco io so, ne sono sicuro, che davanti a Dio l’aver inventato la musica è valso più di ogni sincero pentimento”. Oltre alle storie di origine extra cattolica, come teste a favore della difesa, l’autore cita poeti, drammaturghi, intellettuali, pensatori da Hugo a Hermann Hesse, da Mariangela Gualtieri a Giordano Bruno, da Gioachino Belli a Borges. Questo piccolo libriccino irriverente ed efficace è una riflessione sul Male e sulla scelta, un ragionamento sull’uomo e sulle sue azioni, sulla verità persino, pensieri suggestivi che fanno meditare, accompagnati sempre da quel sorriso sornione di Camilleri che ben conosciamo. Leggetelo, non soltanto per ascoltare ancora la sua voce, quindi, ma per ritrovare ancora una volta la sua intelligenza acuta e pungente. Da segnalare il tenero ringraziamento dell’editore ad Arianna Mortelliti, la nipote che “avendo sostenuto il nonno Andrea Camilleri nella rifinitura del testo in vista della messa in scena, ha collaborato alla cura di questa edizione”.
Alessandra Farinola
 
 

CaltanissettaLive, 12.12.2019
Secondo appuntamento con “Caltanissetta legge… il birraio di Preston”

Lunedì 16 dicembre, alle ore 18.00, avrà luogo il secondo appuntamento con l’iniziativa “Caltanissetta legge… Il birraio di Preston” realizzata dall’associazione Tra le righe, presieduta da Federica Dell’Aiera. L’idea nasce dall’esempio di Padova dove ormai da qualche anno si svolge l’evento “One book one city” che mira a promuovere la lettura e l’approfondimento di un romanzo in tutti i luoghi di aggregazione della città.
L’associazione Tra le righe ha presentato il progetto lo scorso 10 settembre con un “Omaggio a Camilleri” ma lo “start”, il primo episodio, ha avuto luogo il 21 ottobre nella sala conferenze del Museo Diocesano del Seminario Vescovile “G. Speciale” con un incontro di approfondimento dedicato al romanzo di Andrea Camilleri e la lettura di alcuni brani scelti dagli studenti dell’II.SS. “L. Russo”.
L’evento del 16 dicembre inizierà con una visita guidata, a cura di Rossano Dinaro, del Teatro Regina Margherita, luogo cruciale nel romanzo “Il birraio di Preston” che prende le mosse – come si sa – da un episodio storico realmente accaduto a Caltanissetta (alias Vigata nel romanzo). La visita guidata sarà animata dalle performances artistiche delle studentesse del Liceo Classico Coreutico “Ruggero Settimo” di Caltanissetta e da diversi artisti nisseni, che arricchiranno e renderanno particolarmente suggestiva l’esperienza di visita.
Al termine della serata sarà scoperta la targa commemorativa dedicata al grande maestro Andrea Camilleri. Sollecitata da più parti sui social network, all’indomani della morte dello scrittore empedoclino (avvenuta il 17 luglio 2019), la targa è stata realizzata e collocata per volontà dell’Amministrazione Comunale, desiderosa di testimoniare non solo il legame storico tra il teatro comunale nisseno, uno dei più antichi in Sicilia, e il romanzo “Il birraio di Preston”, ma anche per omaggiare un grande scrittore contemporaneo che ha tratto ispirazione dalla città di Caltanissetta per molti romanzi di successo, quali per esempio “Il nipote del Negus” che ha come luogo di riferimento l’Istituto minerario “Sebastiano Mottura”.
 
 

GEDI Gruppo Editoriale, 13.12.2019
Conversazione du Tiresia
Andrea Camilleri



DVD
In edicola da venerdì 13 dicembre
Il libro e il DVD dell'unico spettacolo che ha portato in scena Andrea Camilleri.

Il racconto straordinario pensato, scritto e interpretato da uno dei più grandi scrittori italiani. Il volume edito da Sellerio e, in esclusiva, il DVD dello spettacolo messo in scena da Andrea Camilleri nel 2018 al Teatro Greco di Siracusa. Un monologo poetico e ironico in cui il mitico indovino cieco Tiresia diventa il protagonista di una conversazione sulla memoria, il tempo e la storia.
Tipologia DVD
Prezzo € 14,90
Prodotto da RaiCom NexoDigital Palomar
Prima uscita 13 Dicembre 2019
Ultima uscita 13 Febbraio 2020
In edicola con La Repubblica
 
 

La Repubblica, 13.12.2019
L'iniziativa
Camilleri in scena con Tiresia
Con "Repubblica" il dvd e il libro del grande scrittore
Lo spettacolo si era tenuto lo scorso anno al Teatro Greco di Siracusa in una magica notte da non dimenticare
Il nostro narratore evoca meditazioni di Omero, Sofocle, Seneca e Dante. Ma il repertorio delle invenzioni letterarie è vasto

Erano quattromila i cultori, i camilleriani doc, gli entusiasti spettatori che l'11 giugno 2018 gremirono le gradinate del Teatro Greco di Siracusa per assistere alla prodiga, straordinaria Conversazione su Tiresia scritta e interpretata dall'allora quasi novantatreenne Andrea Camilleri, una leggendaria autorappresentazione pubblica di uno dei più amati e letti autori italiani che dette corpo e voce, con la regia scenica di Roberto Andò, a un evento poetico, elegiaco e caustico. Un risultato memorabile nella storia delle grandi figure umane e mitiche dotate di carisma e prive del dono della vista, come avvenuto negli ultimi anni allo scrittore agrigentino. Ora ci si potrà virtualmente aggiungere all'emozionata massa di testimoni silenziosi o inclini a ovazioni in quella magica notte siracusana, perché Repubblica offre da oggi in edizione combinata il dvd del raro spettacolo tenutosi l'anno scorso al Teatro Greco e il relativo volume Sellerio Conversazione su Tiresia contenente il testo (al prezzo complessivo di euro 14,90). La voce immensa di Camilleri, i suoi toni duttili, rasposi e pure sarcastici, la sua tempra di aedo, ma anche la sua umana fibra di narratore intenso e contastorie popolare, tutta la sua macchina attoriale riserva all'avvenimento la testimonianza diretta di un genio in grado di comporre sinfonie di parole, concertati di accenti, notturni di arguzie, variazioni di profezie. Con tale opera ideata su invito e messa in programma dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico, è avvenuto che questo possente Omero della modernità, questo immaginoso Borges del Mediterraneo (per citare due maestri universali non vedenti come lui) concepisse una partitura che tramite tante elaborazioni della figura dell'indovino tebano Tiresia, depositario di fascino dissacrante e mistero identitario, ha inteso «riuscire a capire cosa sia l'eternità». Tanto più testamentario e prezioso, perciò, il gesto creativo e spettacolare di Camilleri che vediamo, come fosse allora, guadagnare il centro della scena, dopo un prologo sonoro sulle note di The Cinema Show dei Genesis evocanti Father Thiresias , accompagnato dalla curatrice del progetto Valentina Alferj, col viso rivolto in alto tipico dei rapsodi ispirati, la coppola, gli occhiali scuri, l'abito da favolista prosaico. E tutti lo riconoscemmo con affetto, e lo rivedremo e risentiremo autoironico, quando sfodererà il suo incipit alla Montalbano «Chiamatemi Tiresia». Poi Camilleri continuerà a stregarci con la malia dei timbri di Orson Welles o Charles Laughton investigando le tracce, i ragionamenti, le attribuzioni, i malintesi o magari le manipolazioni che quel profeta ha subito nei secoli, e troneggiante su una semplice poltroncina, con accanto un ragazzo (un coro muto e giovane), tra libri, lume a stelo e una vecchia macchina da scrivere, racconterà le versioni della clamorosa doppia sessualità del Tiresia cui le divinità litigiose infliggono metamorfosi muliebri o ripaganti sette esistenze, suscitando scuole di pensiero tra l'essere lui ambidestro o ibrido. Ma è il vastissimo repertorio delle invenzioni letterarie a rivelarsi stuzzicante, ed ecco che il nostro narratore illustre evocherà, anche attraverso la sua stessa voce fuori campo, cespiti e meditazioni di Omero, Sofocle, Seneca, Dante (non apprezzandolo per il confino all'Inferno del Tiresia non cristiano), Eliot (richiamo molto partecipato alla Terra desolata ), Apollinaire (lodandolo per le rivalutanti Le mammelle di Tiresia che Camilleri allestì nel 1968), Virginia Woolf (che riscattò il principio stimolante d'un doppio io, nell' Orlando ), Pound (quanto afflato, in «Ho veduto quel che ho veduto...»), Pavese, Primo Levi, Woody Allen (strepitoso, quel Tiresia/venditore di cerini a Brooklyn ne La dea dell'amore ), Pasolini (quello dell' Edipo Re ). Che viaggio iniziatico, allusorio e personale, questo lascito di Camilleri/Tiresia che a teatro, sotto l'egida decisiva di Roberto Andò, s'avvalse di scene e luci di Angelo Linzalata, musiche di Roberto Fabbriciani e di suoni di Hubert Westkemper, e che ora è un'ulteriore impresa in dvd prodotta da Palomar, con regia video di Stefano Vicario associato ad Andò.
Rodolfo Di Giammarco
 
 

La Repubblica (ed. di Firenze), 13.12.2019
Regole e sentimento da palcoscenico

La crisi fa saltare le regole. E se c'è un luogo dove la norma può essere riabilitata nel segno non della coercizione, ma della poesia, quello è il palcoscenico. "Regole e sentimenti" è il titolo della stagione del Teatro delle Donne di Calenzano, al via stasera con Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri, portato in scena da Pietro Montandon di Lunaria Teatro: una favola ironica e inquietante sulle sirene e sulla vendetta covata per millenni contro un Ulisse contadino.
[...]
 
 

Teatro Manzoni, 13.12.2019
Maruzza Musumeci
Compagnia Lunaria Teatro
venerdì 13 dicembre ore 21.15
di Andrea Camilleri
con Pietro Montandon
scene e costumi Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini

Ritornano i motivi classici della sirena - del suo canto che uccide - e di una vendetta covata per millenni contro un Ulisse dedicato ai campi. Il protagonista Gnazio Manisco (una sorta di anti-Ulisse) ritorna dall’America senza mai guardare il mare, per dedicarsi a coltivare la terra. Acquista un campo che è come un’ isola sull’acqua e decide di sposarsi. La donna di cui si innamora perdutamente è bellissima e canta canzoni meravigliose che solo lui comprende. Da qui si dipanano una serie di eventi sorprendenti che coinvolgono personaggi radicati nella cultura siciliana, dalle più diverse caratteristiche, creati dalla maestria divertita di Andrea Camilleri.
 
 

eldiario.es, 13.12.2019
Literatura
El carrusel de las confusiones
Sicilia, isla mediterránea, cuna de Cartago, de la Cosa Nostra -la Mafia, en otras palabras-, y entorno donde desempeña su labor Salvo Montalbano, gracias a la pluma de Andrea Camilleri.
El tristemente fallecido autor siciliano, que empezó la serie de libros protagonizados por el comisario Montalbano en 1994 -con La forma del agua- deja en su haber veintisiete libros, el último publicado en Italia en mayo de 2019.
Montalbano no es solamente uno de los grandes detectives literarios, sino un altavoz del pensamiento crítico de Camilleri para con la situación social y política de su país.

El libro El Carrusel de las confuciones- que gracias al buen hacer de Ediciones Salamandra podemos disfrutar en lengua castellana- se trata del número 23 de la serie, publicado originalmente como La giostra degli scambi, en el año 2015.
En esta entrega una serie de estrafalarios incidentes con jovencitas que trabajan en bancos tiene al comisario intrigado. Y no, no es cosa de la Mafia, pues las retienen contra su voluntad unas horas para luego dejarlas marchar, sin tocarles un solo pelo...
A eso hay que sumarle la desaparición de un comerciante, al que le han quemado el establecimiento y eso sí suena más a la Mafia...
El día a día de un comisario de policía en Sicilia.
No se equivoquen. Tal y como ocurre con las buenas historias, no todo lo que reluce es oro y, tratándose de Montalbano, es normal que las cosas no le cuadren.
Para los que se aproximan por vez primera al universo creado por Camilleri encontrarán una historia de policías que no decepciona -con una segunda lectura muy crítica contra una lacra de la sociedad- ambientada en la cálida costa Mediterránea, donde se puede "tocar"'el día a día de sus habitantes. Eso sí, como buen italiano, la comida no falta, por lo que se recomienda la lectura acompañada de algo que llevarse a la boca...
Para los que sabemos que Montalbano llama por las noches a Livia; que Catarella no es capaz de decir bien un nombre así lo maten; que para comer en Vigàta no hay mejor lugar que la trattoria de Enzo; o que si hay que llegar en menos de un abrir y cerrar de ojos a un sitio lo mejor es contar con Gallo, esta nueva entrega de la serie nos da otra oportunidad de disfrutar con los personajes del que ha sido considerado el escritor moderno más vendido y famoso de Italia.
Termino esta reseña con un detalle interesante. Camilleri escribió Riccardino, el último episodio de las vivencias de Montalbano, y se lo entregó a Sellerio Editorial Palermo, la editorial que publicó primero sus obras, para concluir la serie. Dicho esto, la editorial italiana no ha anunciado fecha de publicación de este título, por lo que puede que, aún fallecido Camilleri, tengamos Montalbano para rato. Si no, que se lo digan a los seguidores de la serie televisiva, con el increíble Luca Zingaretti de protagonista.
Agradezco las facilidades dadas por Ediciones Salamandra para redactar esta reseña.
Elena Santana Guevara
 
 

NewSicilia, 13.12.2019
Catania, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina in “Filippo Mancuso e Don Lollò”

Catania – Equivoci, ironia vernacolare e commistione di generi. Sono questi gli ingredienti alla base del successo strepitoso di “Filippo Mancuso e Don Lollò” che, scritta ad hoc da Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale per la premiata coppia del teatro italiano Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, torna sabato 21 (ore 21) e domenica 22 dicembre (ore 17,30) al Teatro Brancati di Catania per due repliche fuori abbonamento nell’ambito della Stagione del Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale.
La commedia di situazione, prodotta dal Teatro della Città, è uno spin-off dello spettacolo “La concessione del telefono” e sancisce il ritorno insieme sulle scene, dopo 10 anni, dei due grandi attori catanesi, da sempre beniamini del pubblico di ogni età. Un testo brillante che asseconda la naturale verve comica dei due attori, grandissimi da soli, insuperabili in coppia.
Al loro fianco, i bravissimi Margherita Mignemi, Riccardo Maria Tarci, Franz Cantalupo e i giovani Lorenza Denaro e Luciano Fioretto. Le scene sono dello stesso Dipasquale, i costumi delle Sorelle Rinaldi, le musiche del maestro Matteo Musumeci.
Trama: il Cavaliere Filippo Mancuso, ricco proprietario terriero, ha un chiodo fisso: deve fare assumere il figlio Alberto in un’importante banca della Sicilia, per mandarlo via da Vigàta e assicurargli un futuro nuovo. Purtroppo c’è un inconveniente, Alberto è terribilmente stupido e senza una buona raccomandazione non potrà riuscire in nulla. Don Lollò, ovvero Calogero Longhitano, uomo di rispetto di Vigàta, è tormentato da un cruccio familiare: la figliuola Lillina, Calogera anch’ella, è in età da marito. Purtroppo Lillina, pur essendo una fanciulla molto intelligente e perspicace, si trova ad avere un difetto di movimento che la rende, come dire… sciancata. Don Lollò potrebbe maritarla con qualcuno a forza, ma vuole molto bene alla figlia e vorrebbe per lei una vita felice… Provate solo a immaginare quello che accadrà.
 
 

FiloDiretto Monreale, 14.12.2019
A Casa Cultura martedì 17 dicembre si ricorda Camilleri
Sarà proiettato il video “Andrea Camilleri, racconto del figlio cambiato”, realizzato a Porto Empedocle

Monreale – A Casa Cultura Santa Caterina si ricorda e racconta il grande autore siciliano con la proiezione del video “Andrea Camilleri, racconto del figlio cambiato”, realizzato a Porto Empedocle paese del grande scrittore, da un’idea del giornalista Lorenzo Rosso e regia di Diego Romeo.
Martedì 17 dicembre alle ore 17,00 verrà proiettato il video, la durata del filmato è di 27 minuti circa. Sarà presente il regista, interverranno il critico letterario Gaspare Agnello e l’editore Medinova Antonio Liotta. L’evento è curato da Nicolò D’alessandro.
 
 

FanCity Acireale, 15.12.2019
Acireale ricorda Camilleri attraverso le parole del curatore delle sue opere.

Ogni tanto questa città riesce a sorprendermi con delle serate culturali degne di nota e quella di venerdì pomeriggio è stata sicuramente una di queste. Al palazzo di Città si è parlato di Camilleri e lo si è fatto con un incontro non particolarmente lungo e niente affatto noioso, ma, soprattutto, lo si è fatto con competenza.
Il professore Valastro (ex docente di lettere al Liceo classico Gulli e Pennisi) ha introdotto il professore Salvatore Silvano Nigro, che, oltre ad essere stato curatore per la Sellerio di tutti i romanzi di Camilleri, ed essere un critico letterario, è stato un docente universitario di lingua e letteratura italiana. Tra i tanti atenei, quello catanese, ma anche l’École Normale Supérieure di Parigi, la Yale University e successivamente la Scuola Normale di Pisa e lo IULM di Milano. Curatore dei romanzi di Camilleri per la casa editrice palermitana Sellerio, appunto. Quella prima casa editrice siciliana con un’idea di internazionalità, fondata 50 anni fa da Elvira e il marito Enzo Sellerio, su ispirazione di Leonardo Sciascia, di cui quest’anno ricorrono, come ci è stato ricordato venerdì, i 30 anni dalla morte.
Proprio Leonardo Sciascia, che ha collaborato con la Sellerio, aveva dubitato, nonostante l’amicizia, del successo delle opere di Camilleri. Era fortemente scettico, perché pensava che la lingua utilizzata nelle sue opere non avrebbe mai potuto varcare i confini isolani: “Con questa lingua a chi parlerai?”. Ed effettivamente, all’inizio le opere di Camilleri venivano rifiutate dalle case editrici perché considerate illeggibili. Paradossalmente, proprio questa lingua considerata illeggibile, fece la sua fortuna, rendendo il padre di Montalbano, uno degli scrittori più letti e tradotti al mondo degli ultimi anni. È proprio quella lingua così peculiare che è siciliano, ma un siciliano inventato che non esiste da nessuna parte, “se viene tradotto in italiano non funziona”, esattamente come il paese in cui viene ambientato il romanzo: ” un villaggio vero che diventa un villaggio falso”, perché Vigata non è Porto Empedocle. Una lingua che non esiste in una città che non esiste, ma con un protagonista, il commissario Montalbano, che è come se esistesse, perché cresce, si evolve e invecchia, diversamente dal francese Maigret, come ci ha ricordato il professore Nigro. E la grandezza e il successo di questo commissario, risiedono con ogni probabilità, nel suo essere un uomo di legge, ma allo stesso tempo, “un uomo che può risolvere un caso anche in maniera più umana, ovvero non rispettando la legge”. Un’umanità che il personaggio possiede anche nei confronti dei personaggi suoi antagonisti, quelli che si trova a fronteggiare di volta in volta nei casi che deve risolvere e che deve arrestare. Dice ancora il professore Nigro “in un paese dove le forze armate non sempre hanno avuto una funzione positiva, dalle stragi dove lo stato non ha operato come avrebbe dovuto, ai servizi segreti deviati, l’opera di Camilleri può assolvere anche ad uno scopo educativo e di civiltà, mostrando uno stato che mostra umanità”. Infine, da un punto di vista strettamente letterario, a Camilleri – e quando si parla di Camilleri, non bisogna solo pensare ai romanzi legati alla figura del commissario Montalbano, ma anche ai grandi romanzi storici, “Il re di Girgenti” su tutti, ma anche quelli fantastici e le sue poesie- bisogna riconoscere il merito di essersi inserito pienamente in mezzo a quelle che comunemente i critici definiscono come le due letterature: una alta e una popolare molto bassa. Camilleri ha avuto proprio il merito “di aver riempito questo vuoto tra le due letterature, creando una letteratura che non dispiaceva ad un popolo colto, ma teneva anche conto del gusto popolare.”
Ha colmato un vuoto letterario, riportando alla lettura tante persone che non leggevano e in un paese come il nostro, con un bassissimo numero di lettori, è sicuramente un grande merito. Ma Andrea Camilleri ha anche avuto il merito di aver incrementato il turismo, portando in Sicilia un vasto numero di turisti interessati a vedere quelli che, anche grazie alle trasposizioni cinematografiche, oggi vengono definiti “I luoghi di Montalbano”.
La serata, infine, presieduta dal primo cittadino e dall’assessore alla cultura Fabio Manciagli, è stata allietata dalle note del chitarrista Davide Fazzio e dal silenzioso lavoro dei ragazzi dell’associazione La Coriandolata, i quali, durante l’incontro, hanno realizzato un quadro per omaggiare Camilleri, a pochi mesi dalla scomparsa, che hanno mostrato a fine serata.
Valeria Musmeci
 
 

Repubblica Tv, 15.12.2019
Le Guide di Repubblica raccontano il rione Prati di Roma

Volti, storie, luoghi, ricordi di un quartiere, anzi di un rione, tra i più amati e vivi di Roma. Le Guide di Repubblica entrano nel vivo di Prati, con una nuovo volume della collana Quartiere Italia, in edicola da oggi (9,90 euro) e presentato ieri pomeriggio al liceo Terenzio Mamiani. Tra i simboli più riconoscibili del rione e fucina di affermati giornalisti, autori, registi, politici, molti dei quali presenti ieri sul palco di una gremita aula magna insieme al direttore delle Guide Giuseppe Cerasa. Dalla presidente del municipio I Sabrina Alfonsi a Laura Delli Colli, scrittrice e giornalista, fino a Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario di Stato del ministero per i Beni e le Attività culturali, che ha sottolineato: “Questa è una modalità di racconto dell'Italia e dei suoi quartieri che dobbiamo far conoscere a tutti”. Non sono mancati, durante la presentazione, gli omaggi di Francesco De Filippo che ha ricordato le sue passeggiate con Andrea Camilleri per il rione, o il saluto di Dacia Maraini che apre il volume con un suo racconto inedito.
video di Maria Cristina Massaro Agf
 
 

World Screen, 16.12.2019
Inspector Montalbano to Air on BBC Four

The Italian series Inspector Montalbano, based on the detective novels of Andrea Camilleri, has been added to the BBC iPlayer’s selection and will soon arrive on BBC Four in the U.K.
All 34 episodes of Inspector Montalbano launched on the iPlayer this weekend. BBC Four will begin broadcasting a selection of episodes starting December 25.
The deal with the BBC was struck by RAI.COM and Videoplugger. Emanuele Galloni, CEO of Videoplugger, said, “The choice by the BBC to feature on the iPlayer for the first time the entire collection of the Inspector Montalbano series is for us great satisfaction and pride. In the year when we had to say ‘goodbye’ to Andrea Camilleri, the glorious writer of the Montalbano books, and Andrea Sironi, the historical director of the TV series, this is possibly the best way to celebrate the life and the work of these two great artists and professionals in the U.K. Salvo Montalbano’s TV movies, which have enjoyed success in the U.K. and many parts of the world, can now be enjoyed in their entirety by the large and very loyal BBC audience. We are particularly proud that our sales and business development efforts have led to this achievement.”
Kristin Brzoznowski
 
 

RomaToday, 16.12.2019
Eventi / Teatri
La donna a tre punte di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
• DOVE Teatro dei Ginnasi Via delle Botteghe Oscure, 42
• QUANDO Dal 19/01/2020 al 19/01/2020 18.30
Regia Giuseppe Dipasquale
Interprete VALERIA CONTADINO
Produzione Associazione NORA 3.0
Info e Prenotazioni: 3464775289 - 3286446474
teatrodeiginnasi.prosa@gmail.com

Le donne di Camilleri? «Molto femmine, apparentemente peccatrici ma realmente sante, due risvolti della stessa medaglia. Che sorprendono con la femminilità, con una complessità che però è elementare come la terra, misteriosa come la luna». I sentimenti protagonisti? «Nobiltà di spirito, amore, odio, morte, padri e figli. Sentimenti forti, che hanno il colore della sensualità, dei tramonti, del mare. Il mare, la grande madre che ti dà la vita e pazientemente aspetta che tu gliela restituisca».
Ancora donne. L'altra "metà del cielo" esplorata e discussa da sempre, la cui parità con gli uomini, tuttavia, è ancora conquista difficoltosa, contiene al suo interno una "nicchia", quasi un'icona dal velo sottile della quale si parla di rado ed in modo particolare. Sempre donne, ma non comuni: suore e monache dei tantissimi Ordini religiosi, fuori dal "secolo", in un sogno trascendente, nella realtà altra dei monasteri e conventi, in una vita "diversa" di preghiera e di attività sociale e missionaria. Si è sempre parlato e scritto di loro, comunque, privilegiandone le conflittualità e i disagi, le cadute nell'amore "terreno", le difficoltà di un cammino, scelto o imposto, di rinuncia e di obbedienza, la fattività eroica ed operosa. Insomma tutte quelle qualità "profondamente femminili" che il mondo può accettare anche da donne che non hanno seguito il previsto "ruolo" naturale. Ci si aspetta da loro la serenità, il silenzio dei chiostri. Le "tentazioni" che aggiungono umanità e le sofferenze appartengono al passato di altri secoli ed alla letteratura storica. Il mondo delle recluse dispensatrici di amore mercenario è fatto di gente semplice, umili donne del popolo cadute in un modo o nell'altro in quella vita, destini sfortunati e patetici, un mestiere da esercitare con uno pseudonimo fantasioso e altisonante.
Dice Camilleri: "In quanto alle donne il matriarcato in Sicilia è (o era) diffuso non solo tra i contadini. Io ho conosciuto siciliani di rilievo in campi diversi che prendevano decisioni solo se la moglie era d'accordo. E non so quanto quelle decisioni non fossero già state abilmente guidate dalle mogli”.
I personaggi femminili che Camilleri preferisce raffigurare vivono l'esperienza sensuale prevalentemente con gioia e senza parsimonia. Esemplare in questo senso, in Un filo di fumo, Helke, la moglie svizzera di Stefano Barbabianca che, ritenendo il marito non soddisfacente nell'espletamento dei doveri coniugali, si dedica alla 'educazione sentimentale' di un giovane minorato. Altrettanto significative, ne La stagione della caccia, la comparsa seppure marginale di alcuni personaggi femminili da pochade, che hanno scelto di recitare, sul palcoscenico o nella vita, i ruoli più opportuni ad assecondare i loro obbiettivi: la signora Clelia, con la sua preziosa biancheria di pizzo nero di Fiandra, che non ha pace finché non riesce a farsi servire a tinchitè da Fofò La Matina; e una delle amanti di Nenè Impiduglia, l'attrice drammatica Gesualda, in arte Jeannette, che si sente in obbligo di svenire quando l'uomo le rivela la sua immaginaria malattia inguaribile. Ne Il birraio di Preston, poi, l'appetito sessuale delle fìmmine supera ogni ostacolo: Concetta Riguccio infrange - e paga con la vita - il lutto stretto di un lustro; Agatina Riguccio, dimentica della presenza nella camera accanto del cadavere della sorella, trascina in un necrofilo amplesso il delegato Puglisi; la signora Pina Colombo non si contenta del potente marito, il Questore, e riceve a cadenze regolari un ben fornito rappresentante. Un'altra adultera, la smaniosa Lillina, è la causa involontaria dello scatenarsi degli equivoci de La concessione del telefono, fino alla tragica conclusione; tuttavia la figura più lasciva è probabilmente Trisìna, de La mossa del cavallo, "beddra, su questo non si discuteva, ma cajorda". La donna, infatti, nella sua mentalità di affarista, non ha remore a mercanteggiare sulle proprie grazie, assegnando un corrispettivo materiale ad ogni concessione: la visione di un lembo di pelle 'proibito' ha il valore di un pacco di caffè o di zucchero; una più ampia disponibilità del proprio corpo viene barattata con merce più preziosa, quali un cucchiaino d'argento o un rotolo di tela finissima. Trisìna è di condizione agiata, quindi è spinta ad agire così non per bisogno, ma per avidità e, semplicemente, perché le "piaceva farsi pagare". Camilleri padroneggia accortamente anche questo materiale scabroso: dalle sue descrizioni trapela un compiaciuto divertimento che, pur attestandosi in limine, non travalica mai nella volgarità, come nell'unico episodio piccante - che provoca un esilarante equivoco - presente ne La scomparsa di Patò che vede protagonisti due incontinenti e sacrileghi popolani. Questo e molto altro diventerà uno spettacolo ad una voce, dal titolo La donna a tre punte: le donne in Camilleri. Protagonista sarà Valeria Contadino già interprete di successo di diversi lavori camilleriani, come da ultimo, Il casellante.
Piermarco
 
 

Monreale News, 17.12.2019
Camilleri inedito: la proiezione dell'intervista di Diego Romeo oggi a Casa Cultura
Il ricordo a cinque mesi esatti dalla scomparsa del maestro di Porto Empedocle. LE FOTO

Monreale – Era il 17 luglio quando nella sua "adottiva" Roma si spegneva Andrea Camilleri e oggi, martedì 17 dicembre, precisamente cinque mesi dopo, si è voluta rispolverare la memoria del maestro agrigentino attraverso la proiezione - nei locali di Casa Cultura Santa Caterina - di una video intervista inedita girata dal regista Diego Romeo.
Una delle uniche testimonianze video, spiega proprio Romeo, in cui un 76enne Camilleri parlava, in toni del tutto intimi, informali e colloquiali, della propria terra. Con la sua inestinguibile sigaretta tra le dita, fissando un punto indistinto, a metà strada tra la telecamera e il soffitto del proprio storico appartamento, il papà di Montalbano lasciava affiorare nel suo ininterrotto soliloquio tutto quell'archivio di memoria giovanile, della "vecchia Porto Empedocle", prima che il disastroso alluvione del 1971 imponesse, dunque, la ricostruzione di buona parte della città.
Dalla sua fede (unica) nei confronti del solo San Calogero, alle passeggiate liceali con i propri compagni, all'inconfondibile rumore dei pescherecci che ritornavano in porto dopo la pesca al largo, Camilleri passa in rassegna tutti quegli odori, quei sapori, quelle immagini che in lui suscitano malinconia e un profondo attaccamento a quella terra natìa dal quale non si staccherà mai, nemmeno per un istante - perfetta descrizione di quel "siciliano di scoglio" come amava lui stesso definirsi. Molto toccanti anche le parole di coloro che, in via diretta e indiretta, l'hanno conosciuto: un amico d'infanzia recentemente scomparso, un'anziana compagna di scuola. Così come significativi sono stati gli interventi dei relatori presenti, oltre a Romeo, come l'artista Nicolò D'Alessandro e il critico letterario Gaspare Agnello.
"L'obiettivo di Casa Cultura è quello di estendere, attraverso manifestazioni di questo tipo, appunto la cultura nelle sue diverse declinazioni, alle giovani generazioni - afferma Giuseppe Moschella, coordinatore degli eventi al Santa Caterina - attraverso proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri e ricordi come quello del maestro Camilleri, la missione di Casa Cultura è chiara: sopperire alla mancanza di un centro nevralgico dal punto di vista culturale in una paese come quello di Monreale".
Silvio Cancemi
 
 

La Repubblica, 18.12.2019
2010-2019, realtà, radici e storie collettive e personali. I romanzi e i saggi più belli di un decennio
Selezionato un libro per anno. Tra gli stranieri menzione per Cercas e Munro. In Italia trionfa Camilleri

C’è un filo rosso che lega i libri più belli dell’ultimo decennio: una fame di realtà, una necessità di radici, piantate nella storia collettiva e in quella personale. Un’unica eccezione forse è nella la spericolata capacità inventiva di Donna Tartt, libera da ogni incasellamento. Vi proponiamo una top ten sentimentale, senza bollini da esibire se non la gioia di leggere. Abbiamo scelto un libro per anno, con un’avvertenza: segnaliamo i romanzi stranieri nella data della loro uscita in Italia.
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Narrativa italiana
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3 -Il 2012 è stato l’anno di Andrea Camilleri, sono suoi due titoli tra i più venduti dell’anno, Una voce di notte e Una lama di luce (entrambi Sellerio). Quest’ultimo è uno dei Montalbano più belli, con il commissario affascinato da una fatale gallerista che lo farà sbandare.
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Raffaella De Santis
 
 

Alganews, 18.12.2019
Montalbano: la fine di un ciclo

In poco più di un anno sono morti Perracchio (il dottor Pasquano della serie televisiva del commissario Montalbano), Alberto Sironi (il regista) e lo stesso Camilleri, padre di Montalbano. Ora si annuncia l’ultimo episodio televisivo nel quale, sembra, ci sia la morte del Commissario [Non ci risulta, NdCFC] che suggella la fine di una grande saga televisiva, ma, con essa, la fine di un ciclo della nostra vita civile.
Chiunque cercasse di far rivivere il Commissario scrivendo altri episodi, andrebbe incontro a sicuro insuccesso e non solo perché la cosa puzzerebbe subito di plagio, ma perché verrebbe fuori una cosa manieristica e senza anima.
Augello continuerebbe a perdere la testa dietro ad ogni sottana, Catarella a storpiare i cognomi, Livia a sperare in future nozze in attesa delle quali cucinerebbe malissimo e tutti continuerebbero a parlare quello strano siculo italiano che ci divertiva, ma mancherebbe il contesto e l’avversario.
Camilleri non ha solo scritto una serie televisiva con i suoi topoi, le sue gag e i suoi intrecci, ma ha ripercorso con noi un quarto di secolo di vita civile, seguendo le evoluzioni politiche, culturali e criminali.
Non ha parlato solo di Mafia (il grande avversario di Montalbano) ma in generale di come è cambiato il crimine e, con Il cuoco dell’Alcyon, ci ha lasciati alle soglie della Mafia della globalizzazione e più in là non poteva spingersi.
In quel romanzo compare, per la prima volta la figura di un agente dei servizi segreti in funzione anti mafia con il quale il commissario collabora sino a fingersi cacciato dalla polizia. E questo, per mettere le mani su un summit fra diverse mafie da svolgere in un lussuosissimo yacht nelle acque extraterritoriali.
E, nell’avvertenza, Camilleri diche che, anzi, di un summit del genere, in cui i boss si incontrano fisicamente, ormai non c’è più bisogno perché, con il “lato oscuro di internet (il dark side, come dicono quelli che si vergognano di parlare in Italiano e si sentono più a la page se ci mettono una parola inglese ogni sette), si può fare tutto con video conferenze e messaggi vari.
Il punto è che “neanche la Mafia è più quella di una volta, signora mia!”. Noi, con Montalbano, eravamo abituati alle nostre mafie nazionali, che sì, hanno intrecci in America Latina ed in Asia, ma che hanno testa e gran parte del corpo qui in casa nostra e su di esse indagano poliziotti e magistrati (Beninteso: quelli che ne hanno voglia) nazionali.
Eravamo immersi nell’eterna ed inutile querelle “Mafia cultura o Mafia organizzazione criminale?” Senza capire che la Mafia è l’una e l’altra cosa insieme.
Eravamo abituati a pensare che mafia e criminalità organizzata sono sinonimi ed ogni banda di gangster sia mafia e, invece si tratta di fenomeni diversi, ugualmente pericolosi e da reprimere con la stessa severità, ma sono fenomeni criminologicamente diversi.
Oggi le mafie, pur mantenendo ciascuna le proprie caratteristiche nazionali –e dunque culturali- hanno dato vita ad un sistema organizzativo mondiale unico, per il quale i colombiani producono la cocaina che tramite i nigeriani, fanno arrivare in Europa e, tramite i messicani negli Usa, dove le rispettive mafie italiane e statunitensi provvedono a spacciarle e redistribuirle (ad esempio nei paesi dell’est tramite la nuova Mafia russa) e che provvedono a reinvestire i profitti tramite agenzie panamensi, commercialisti milanesi e marsigliesi, in accordo con le Mafie con “gli occhi a mandorla” (cinesi, giapponesi e sud coreani) che giocano con le cripto valute, si muovono nel cyber crimine e nella contraffazione di merci e carte di credito e trafficano in eroina con le criminalità di Afghanistan, Turchia ed Albania che, a loro volta, commerciano con mafie e criminalità italiana per mettere in circolo il loro prodotto.
Il tutto con la collaborazione di un vero e proprio ceto professionale del crimine (esperti informatici, d’arte, di finanza e di manipolazione farmaceutica..) delle più diverse nazionalità.
In questo vorticoso giro criminale e finanziario, che ci fa il dottor Montalbano? Che poteri ha, fuori della sua patria? Quante notizie riesce ad avere con la sua piccola rete di informatori? Cosa può fare con il suo acume investigativo e le sue astuzie da interrogatorio? Ma, soprattutto, che strumenti culturali ha per misurarsi con questa nuova Mafia?
E la magistratura che strumenti normativi ha che non sia quel ferrovecchio del 416 bis che serve solo a perdere tempo per stabilire se quella organizzazione assomiglia abbastanza alla Mafia o troppo poco?
Dunque Montalbano ormai è un eroe fuori del tempo e la sua immagine è destinata a scolorare e svanire.
Magari oggi un nuovo Montalbano potrebbe vestire i panni dell’agente di servizi segreti, magari in un (improbabile, per ora) coordinamento antimafia internazionale.
Astrattamente si, ma i limiti normativi resterebbero tutti, paese per paese e nell’insieme del Mondo, lo stesso ci sarebbe da elaborare una nuova cultura del crimine e poi, vatti a fidare di un servizio segreto nella lotta al crimine? Quanto peserebbe la corruzione? E quanto durerebbe in vita quell’operatore internazionale? Realisticamente meno della scadenza di uno yogurt.
Ci sarebbe da ripensare tutto. Ecco perché quel ciclo si è concluso: avremo nostalgia di Salvo, ma nulla potrà farlo rivivere.
Aldo Giannuli
 
 

L'Urlo, 18.12.2019
Cinque mesi fa ci lasciava Andrea Camilleri
L'enorme eredità culturale lasciata dal padre di Montalbano

Approderemo al nuovo anno senza Andrea Camilleri indiscusso maestro della narrativa italo siciliana che esordì con un editore a pagamento.
La scelta di ricordarlo è correlata alla data della sua morte. Il 17 luglio scorso, viene a mancare: oggi 18 dicembre compie 5 mesi esatti secondo la statistica dei mesi considerati per 30 giorni cadauno.
Maestro del giallo ‘sfociato a ritroso’ dal poliziottesco e dallo storico
È proprio dalla sua passione per il poliziottesco e per la storia che Andrea Camilleri si imporrà all’attenzione del pubblico mondiale. Tant’è che il suo affermarsi nel giallo, sembrerebbe emergere dopo aver seguito un percorso propedeutico, dove si propose con narrativa di tipo storica. Camilleri, col suo epico Commissario Montalbano, si imporrà grazie alla miscellanea di stili che partono proprio dalle prime proposte.
Andrea Camilleri secondo solo ai classici e ai testi sacri
I libri dello scrittore di Porto Empedocle sono stati tradotti in centinaia di paesi e potremmo affermare, forse azzardatamente, che Camilleri è secondo, assieme a pochi altri suoi colleghi, soltanto ai classici e alle Sacre Scritture, quali Bibbia e Corano.
Il Birraio di Preston
Nonostante agli inizi degli anni ’80 è già nel firmamento letterario, pubblicando per editori quali Rizzoli o Sellerio, con quest’ultimo il sodalizio durerà fino alla morte, il grande successo lo si scorgerà nel 1995 con la pubblicazione de Il Birrario di Preston, libro di transizione verso il riconoscimento planetario come miglior e originale scrittore al mondo.
L’uso della lingua siciliana
Andrea Camilleri userà sempre la lingua siciliana, come a definirne una separazione dal concetto di dialetto, ciò grazie alle invasioni dei luoghi che per millenni si sono succedute nell’isola che gli diede i natali. Nel 2001, non a caso, sempre Sellerio, pubblicherà il romanzo Il re di Girgenti. È la grande prova, il libro sarà scritto solo in siciliano con alcuni insert iberici. E il successo cresce a dismisura.
Oltre lo scrittore: il compagno e poeta Andrea Camilleri
Sempre a orbitare nel mondo dell’arte, della cultura e della politica Andrea Camilleri giungerà con ritardo a lavorare in RAI, nonostante le fonti riportano la vittoria di un concorso, che però data la sua posizione politica, iscritto al Partito Comunista, non gli permetterà di essere assunto subito, attendendo tre anni. Precedentemente, si dedicò al tetro alla poesia, (Ungaretti e Quasimodo lo vollero in loro silloge antologiche) e agli studi all’Università degli Studi di Palermo, presso la Facoltà di lettere e filosofia.
Fiction televisiva, cecità e morte
L’acme del successo, come succitato, è dovuta al personaggio del Commissario Montalbano, ma sicuramene non si può non tralasciare il grande aiuto che ne venne grazie all’omonima serie televisiva che da oltre un decennio appassiona milioni di spettatori, cui il protagonista è interpretato dall’attore Luca Zingaretti. Sempre più regressiva la malattia agli occhi, che lo hanno portato alla cecità definitiva negli ultimi due anni di vita. Il 17 luglio, dopo un ricovero lungo un mese causato da una crisi cardio respiratoria, si spegne a Roma.
Salvatore Massimo Fazio
 
 

Siciliaunonews, 18.12.2019
Il Real Teatro Bellini si Trasforma nella casa del libro per tre Giorni Torna Jingle Books

La Festa del Libro e delle Arti, con tanti eventi per la sua quinta Edizione. Ingresso gratuito al Teatro, inaugurazione con un reading dedicato ad Andrea Camilleri quattro laboratori e uno spettacolo dedicato ai bimbi presenti agli incontri anche Emma Dante, Giorgio Vasta e Gaetano Basile. Saranno tre giorni all'insegna dei libri, della cultura e delle belle idee regalo. Da venerdì 20 a domenica 22 dicembre 2019 torna il week end festivo dedicato al libro e alla bellezza Jingle Books.
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Questi gli orari: Venerdì 20 dicembre dalle ore 16 alle ore 22 - Sabato 21 dicembre dalle ore 10 alle ore 23 - Domenica 22 dicembre dalle ore 10 alle ore 22
Informazioni: 3928888953 - info@jinglebooks.it
VENERDÌ 20 DICEMBRE
ORE 16 › PALCOSCENICO
Reading inaugurale in memoria di Andrea Camilleri. I ragazzi del laboratorio di teatro di M. Spicuzza leggeranno brani scelti dalla produzione del grande scrittore siciliano
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Moked, 19.12.2019
Machshevet Israel
Caino, Camilleri e il midrash

In una recente sessione di studio promossa dal Collegio rabbinico italiano e dedicata al tema dell’odio, in tutte le sue declinazioni e ahinoi sempre d’attualità, il professor Gavriel Levi ha affrontato quell’argomento difficile che è l’odio religioso, anzi l’odio teologico, del quale è permeata tutta la storia (non solo religiosa) dell’Occidente. E ha evocato il mito biblico prototipo di ogni violenza: Abele e Caino. Come si evince dai testi, l’approccio del midrash a quell’autentico ‘peccato d’origine’ (altro che mela o fico!) è estremamente realistico e teso ad evitare la santificazione del primo e la demonizzazione del secondo. La ‘colpa’ di Caino sarebbe stata di essere… più veloce di suo fratello. Le ragioni dell’odio poi – se di odio si trattò – sarebbero molteplici, almeno secondo il Bereshit Rabbà: per i beni di questo mondo (terra e vestiti di pelli); per il diritto a una stessa donna (sia Caino sia Abele avrebbero avuto delle gemelle); per il luogo su cui costruire il Tempio (ecco la ragion teologica in azione). Potere, sesso, religione: tre cause sempre valide per odiare. “Disse rabbi Jochanan: essendo Abele più forte, aveva atterrato Caino. Allora questi gli disse: siamo gli unici figli al mondo, se mi uccidi che dirai a nostro padre? Abele si impietosì, e così Caino si alzò e lo uccise. Per questo dicono: non fare del bene al malvagio…” (22,8).
Questa illuminante pagina aggadica sul primo omicidio della storia (se volontario o involontario, dato il contesto primordiale, è arduo dire ma la distinzione è dirimente) è stata ben studiata dallo scrittore Andrea Camilleri e posta al centro della sua ultima fatica letteraria e teatrale, ora pubblicata da Sellerio con il titolo Autodifesa di Caino. Dopo averci ammaliati con la straordinaria Conversazione su Tiresia, una rilettura del mito greco sul dramma dell’identità androgina dell’essere umano in rapporto agli dèi, prima di andarsene Camilleri ci ha lasciato la seconda parte del suo testamento spirituale, seconda pala del suo dittico laico sul destino umano: una potente riflessione sulla figura biblica di Caino quale vero padre dell’umanità, assassino e creatore ad un tempo, fondatore di città ossia della civiltà, di cui è dimensione essenziale la musica. Mito greco e racconto biblico, ecco le due coordinate della nostra eredità culturale. Ma chi fu, chi è veramente Caino? Per rispondere, il grande scrittore siciliano si è immerso prima nelle fonti del pensiero ebraico tradizionale, i midrashim raccolti da Louis Ginzberg e riletti da Elie Wiesel, e poi nelle rivistazioni ‘moderne’ di Coleridge e del Belli, di Borges e di Dario Fo. Più che rispondere, Camilleri ha preferito immaginare questa ‘autodifesa’ cainesca in forma di confessione dinanzi a una corte, il pubblico dei lettori/auditori, e lasciare alla fine a noi il verdetto, una risposta “secondo coscienza”, un giudizio meno preconcetto sull’uomo-simbolo del male, dell’odio fraterno e della maledizione blindata addirittura da un’impossibile vendetta/giustizia (“nessuno tocchi Caino”).
L’incipit di questa autodifesa non poteva che essere l’incipit della stessa creazione, non solo in termini biblici ma proprio midrashici: così Camilleri immagina i primi uomini come ‘statuine di nanetti’ degni di ogni giardino borghese, dice, che Dio avrebbe costruito per abbellire il suo giardino, a dispetto del consiglio degli angeli che cercarono di dissuaderlo perché… del giardino avrebbero fatto scempio. Midrash sul midrash, che tuttavia conserva il pathos e la ratio dei maestri nel tentativo di spiegare l’inspiegabile. Perché, alla fine, è impossibile condannare Caino senza condannarci, come esseri umani. È impossibile spiegare l’odio, e va da sè che è impossibile espungerlo dal nostro cuore o bandirlo dal novero dei nostri sentimenti. Bastasse non usare ‘parole d’odio’ per non odiare! Nel loro grande realismo i maestri di Israele sanno che quel che non possiamo abrogare in forza di un mero wishful thinking, lo possiamo o meglio lo dobbiamo regolare. E sebbene la Torà sia chiara nell’ammonire: “Non coverai odio contro un tuo fratello nel tuo cuore” (Waiqrà/Lev 19,17; cfr. Rambam in Hilkhot de’ot VI,5-9), i maestri sanno che esistono odii diversi in gradi diversi per cause diverse. Questo sentimento negativo va pertanto messo al servizio della pace trasformandolo attraverso un dialogo con il fratello odiato. Caino ha ucciso, fanno notare i maestri, perché non riuscì a (o non volle?) colloquiare con Abele. Dice il testo: “E disse Caino a suo fratello Abele e accadde che mentre erano in campagna sorse Caino contro suo fratello Abele e lo uccise” (Bereshit/Gn 4, 8). Disse cosa? Cosa voleva dire, cosa avrebbe dovuto dire… resta un mistero del cuore di Caino. Non è un caso che il poeta israeliano Dan Pagis abbia scelto questa tragica scena biblica per stigmatizzare quel che accadde ad Auschwitz: “qui in questo trasporto/ io eva/ con mio figlio abele/ se vedete il mio ragazzo più grande/ caino figlio di adamo/ ditegli che io”. Inizio simbolico della storia, il fratricidio diventa la sua cifra più tragica e l’emblema di quell’odio gratuito che – gli angeli del midrash lo avevano ben intuito – può portare alla rovina l’intero giardino. E così possiamo capire meglio Caino, trovargli mille attenuanti e persino una mirabile difesa teologica, ma possiamo davvero assolverlo?
Massimo Giuliani, Università di Trento
 
 

El Confidencial, 19.12.2019
Ideas ligeras
Es simplemente ocio, estúpidos
Voy al fútbol con la única y sana intención de ver ganar a mi equipo. En vez de pancartas, llevo bocadillos de jamón y chorizo. Mi única patria es la denominación de origen Guijuelo

[...]
Me encantan más cosas. Por ejemplo, leer. Acabo de terminar un libro breve, 'Háblame de ti', la carta que Andrea Camilleri le escribió a su bisnieta Matilda, de cuatro años. Me gusta cómo cuenta su paso del fascismo al comunismo, cómo se recuerda hablando con su padre, en italiano para lo formal y en siciliano para lo sentimental.
[...]
El pasado fascista de Camilleri debería ser una línea roja. Pero es que el comunismo ha matado a más personas, que lo he leído y lo he escuchado. Así que a ver qué hacemos, Andrea. Con el placer indescriptible que me produce ver y escuchar al actor que hace de Salvo Montalbano, mientras charla con su ayudante Fazio y se come unos 'spaguetti vongole' en el restaurante de Enzo. ¿Renuncio a ese pasado después de lo visto y leído?
[...]
Ángeles Caballero
 
 

La Stampa, 20.12.2019
Tutto quanto fa Camilleri: storie e incontri di una vita diventano materia da bestseller
“La testa ci fa dire”: ritorna il libro-dialogo di Marcello Sorgi con lo scrittore scomparso

C’è stato un momento, qualcosa che sta a metà tra I promessi sposi e Misery non deve morire, in cui Camilleri si era seriamente preoccupato. Spaventato dalle possibili conseguenze del suo stesso successo. È stato quando a Catania era andato in una libreria per presentare La voce del violino – era il 1997, quarto romanzo della serie Montalbano – e una signora gli si era avvicinata. «Questo matrimonio non si deve fare!», gli intimò in dialetto siciliano. «Quale matrimonio?». «Quello della genovese col commissario». «E perché?». «Ma che ci accucchia questa forestiera col commissario? Si guardi attorno: non ci sono belle ragazze qui da noi?». È lì che se ne era reso conto: lui il personaggio l’aveva creato e poteva continuare a manovrarlo, ma ormai non era più soltanto «suo» e i lettori cominciavano a dirgli come volevano che lo manovrasse. Così lo aveva assalito un «pensiero agghiacciante», ispirato dal film (e dal relativo thriller di Stephen King): e se prima o poi trovo un pazzo che mi costringe a far ripudiare Livia da Montalbano?
L’aneddoto, uno dei tanti, è racchiuso nel libro-dialogo di Marcello Sorgi con Andrea Camilleri La testa ci fa dire, pubblicato da Sellerio nel 2000 e ora opportunamente riproposto dallo stesso editore (pp. 174, € 13), sull’onda emotiva della recente scomparsa dello scrittore italiano più popolare degli ultimi trent’anni. Un segno premonitore del rapporto complicato instaurato dall’autore con il suo personaggio, a cui da un lato ha prestato alcuni dei propri tratti caratteriali, e quelli di molte persone incontrate nel corso della vita, a partire da Leonardo Sciascia, ma sul quale dall’altro lato non ha esitato a infierire, prendendosi gioco delle sue debolezze, seguendone evoluzioni e involuzioni, raccontandone le paranoie da invecchiamento – ciò che lo distingue dal Maigret dell’amato Simenon, che invece rimane immobile nel tempo, dal primo romanzo del ’28 alla fine degli anni 60.
Al momento del dialogo con Sorgi, Montalbano ha cinquant’anni, Camilleri lo racconta da sei, ma già confessa una certa insofferenza: «A un certo punto se ne andrà in pensione; per me sarà una soddisfazione». Sembra di capire che prima o poi se ne libererà: nel 2005 è cosa fatta, alla vigilia degli ottant’anni lo scrittore consegna a Sellerio il giallo finale, quello in cui il commissario uscirà di scena senza morire, ma senza mai fissare la data di uscita. E nel frattempo continua a pubblicare, continua fino alla fine (l’ultimo della serie l’ha mandato in libreria lo scorso maggio, poche settimane prima della scomparsa.
Del resto nel 2000 la carriera dello scrittore - partita tardi, in modo continuativo dagli anni 90 - è ancora nella fase iniziale: a quella data ha all’attivo appena 13 libri, poco più di un decimo del bilancio finale. Ma è proprio ciò che rende interessante, oggi, la lettura di questo prolungato dialogo, che non solo ci introduce nella bottega di Camilleri - rivelandoci i segreti del suo metodo di scrittura, la differenza tra i cosiddetti «romanzi storici» e i gialli - ma anche consente di individuare una sorta di programma letterario e di valutare quanto vi si sia attenuto o discostato in seguito.
C’è la questione dell’«impegno», per esempio, che il conterraneo Consolo gli rimprovera di ignorare: quasi che uno scrittore non fosse tale se non s’impegna. «Io penso il contrario», obietta Camilleri: «uno scrittore s’impegna all’atto della scrittura. [...] Ma mi chiedo: dev’essere per forza drammatica o tragica per essere valutata?». Eppure per tutto il ventennio berlusconiano, e pure dopo, Camilleri si è attivamente impegnato anche al di fuori dei libri, fino a tornare al teatro, dieci anni fa a Roma, per un’unica sera «clandestina», con una rivisitazione parodistica di Sofocle, dove al posto di Edipo c’era il Cavaliere che con la sua presenza appestava l’aria del paese. Ma ci sono anche le tante storie vissute, che puntualmente riaffioreranno nella produzione letteraria, come quello della bambola che si era portata appresso fino ai 12 anni, «spelacchiata, con un occhio in meno, una gamba rotta», il cui ricordo probabilmente agisce sullo sfondo di un delizioso librino di sei anni fa, La creatura del desiderio, dedicata all’insana passione erotica di Kokoschka per Alma Mahler.
Per il resto, nel libro-dialogo tra due siciliani, c’è tanta «sicilitudine» (il titolo stesso richiama una tipica espressione locale che sta per «presagisco», «qualcosa mi dice che»), la differenza tra «siciliani di scoglio» e «di mare aperto», gli incontri di una vita eccezionale (con Angelo Roncalli, non ancora Papa, che lo rimprovera per un’esplosione di blasfemia a teatro, ma nello stesso tempo ne comprende le ragioni; con un soldato americano che nell’estate del ’43, nella Valle dei Templi, mentre nel cielo si scatena uno scontro aereo tra tedeschi e americani, si getta pancia a terra fotografando a raffica, e che si rivelerà essere Robert Capa). Tutto quanto è confluito nel «caso Camilleri».
Maurizio Assalto
 
 

La Repubblica, 20.12.2019
L'anticipazione
Camilleri torna in tv ma senza Montalbano
“C’è tutta la sua ironia”

Roan Johnson ha diretto per Rai 1 "La concessione del telefono"
Il produttore Degli Esposti e il cast: "La storia sarebbe piaciuta ai Coen"

Palermo - Ambientato nella Sicilia di fine Ottocento, La concessione del telefono era il libro a cui Andrea Camilleri era più legato, un capolavoro d'ironia, un saggio sarcastico contro burocrazia e potere ottuso. Le lettere che grondano piaggeria, inviate dal povero Filippo Genuardi, commerciante di legnami, al prefetto Vittorio Marascianno per ottenere la linea telefonica, sono un'opera d'arte. Il film tratto dal libro, che Roan Johnson ha girato a Palermo, arriverà in tv il 6 aprile su Rai 1. «È la prima cosa che abbiamo girato senza Andrea», racconta il produttore Carlo Degli Esposti «la sceneggiatura ha avuto un'evoluzione molto lenta, è quella a cui ha contribuito di più. Teneva tantissimo al romanzo e voleva che la trasposizione televisiva - che ha curato con Francesco Bruni e Johnson - non tradisse la struttura epistolare. Roan è riuscito a lenire l'enorme vuoto facendo rivivere il libro nel film. Ne La concessione del telefono rivive il Camilleri più bello».
«Andrea ha lasciato un vuoto enorme», continua il produttore, «in questa confusione penso a quanto mi manca e a quanto manchi all'Italia. Penso a cosa avrebbe potuto dire alle sardine, lo immagino come un nonno saggio. Ne sono certo, li avrebbe accolti e i ragazzi si sarebbero seduti intorno alla sua scrivania per chiedere consigli». Degli Esposti parla con pudore «dell'enorme buco lasciato nel cuore e nella testa». «L'assenza di Andrea è una voragine», spiega, «mi confrontavo con lui sulle cose della vita, su tutto. Per trent'anni mi ha chiamato Carlo, l'ultimo sa-bato mi ha chiamato "Carolus", una forma di complicità».
Interpretato da Alessio Vassallo, Fabrizio Bentivoglio, Corrado Guzzanti, Federica De Cola, Corrado Fortuna, Thomas Trabacchi, Giugiù Gramaglia, Emmanuele Aita, il film esalta i toni grotteschi (le scene tra Guzzanti, prefetto dietrologo complottista arrivato da Salerno che si esprime con i numeri della Smorfia, e il tetragono questore Trabacchi che tenta di riportarlo alla ragione sono esilaranti), restituendo lo spirito camilleriano. «Il racconto è speciale perché ha man-tenuto la struttura letteraria» continua Degli Esposti, «merito del coraggio di RaiFiction e della maestria di Roan: letto il libro, il film ce l'aveva nella testa».
«Ho conosciuto Camilleri un anno prima che morisse» racconta Johnson, «quando ho girato l'altro suo romanzo storico, La stagione della caccia. Degli Esposti era molto ansioso che stessi antipatico ad Andrea. Quando siamo andati insieme a trovarlo si è raccomandato: "Non chiamarlo maestro, non chiamarlo Andrea". Gli ho detto: "Non preoccuparti, riuscirò a non chiamarlo in nessun modo". Mi ha bocciato praticamente tutto, ma non gli sono stato antipatico. La stagione della caccia gli era piaciuto, abbiamo trovato una sintonia. A essere onesti non possiamo essere tristi per la sua morte: come direbbe il marchese Peluso, "la vita se l'è sucata". Siamo tristi per noi, perché le sue parole erano musica. La concessione del telefono è un meccanismo a orologeria, un libro sull'idiozia umana, su come una palla di neve possa diventare una valanga. L'avrebbero girato bene i fratelli Coen perché è satirico, grottesco». Lettere, editti ministeriali, la burocrazia che stritola, il potere paranoico che vede colpevoli ovun-que: Johnson ha girato nell'Archivio di Stato di Palermo tra migliaia di faldoni. «Capisco quando Roan dice che è una storia da fratelli Coen», commenta Guzzanti, «perché il prefetto è il simbolo del potere impazzito. È uno dei film più divertenti che ho girato. Ho conosciuto Camilleri nella prima parte della sua vita, quando insegnava alla Silvio D'Amico ed era il maestro di mia sorella Sabina. Con i politici e il potere viviamo in tempi autosatirici e postsatirici, quella di Camilleri è una modalità di racconto diversa. Preziosa». «Ho avuto la fortuna di andare già tre volte a Vigata», dice Alessio Vassallo, «con le due serie de Il giovane Montalbano e poi ne La stagione della caccia: ogni volta è come approdare sull'isola che non c'è di Peter Pan, puoi continuare a volare. Da siciliano sono felice di essere entrato nel mondo di Camilleri. Venne sul set de Il giovane Montalbano, interpretavo Mimì da giovane. Ci disse: "Ora mi fate vedere qualcosa". Pomeriggio indimenticabile. La concessione del telefono passa dal dramma più nero alla commedia, è piena di colori. La sceneggiatura di Camilleri è come uno spartito, devi solo suonarlo bene. Abbiamo la fortuna di essere guidati da Roan, che è un vero talento. Mi fa impazzire: è un anglopisano che ragiona in siciliano».
Silvia Fumarola
 
 

La Sicilia, 22.12.2019
Il Caino di Camilleri tra bene e male
Monologo postumo. Nessuna immobile predestinazione alla malvagità per il primo assassino ma una naturale alternanza tra i due opposti e soprattutto una "responsabilità" delle scelte
Ma lo scrittore non dimentica i tanti emuli nel reale, divenuti tali perché incompresi e incapaci di aprirsi al perdono costruttivo

Il monologo postumo "Autodifesa di Caino" di Andrea Camilleri aggiunge un altro tassello all'impegno civile del compianto scrittore, sebbene mimetizzato, secondo il suo stile narrativo, fra bizzarre fantasie, adagi piccanti, ammicchi ironici, "cadute" colloquiali o dialettali. Sin dalle prime battute il lapsus signori della corte/ signori del pubblico, l'evocazione cioè di un'aula di tribunale, e l'insistenza, nell'assenza di reazioni degli spettatori, sul «Sono Caino, il primo assassino della storia umana» con l'aggiuntiva provocatoria frase: «Avanti, diciamocelo, agli assassini ci avete fatto, come si usa dire, il callo», coinvolgono subito spettatori e lettori nel rapporto carnefice/vittima, rapporto di ieri come di oggi. Solo gli ultimi 150 anni -precisa il testo - registrano 2 guerre mondiali, molte guerre locali, stragi, genocidi, attentati, femminicidi... La riflessione è sul Male e risale alle origini, seguendo la Genesi, ma anche la tradizione apocrifa e esegetica e-braica e musulmana, ricche - scrive Camilleri - di «una miriade di controstorie su Caino», oltre che i vari scrittori che dai Padri della Chiesa a Dante a Giordano Bruno a Byron ai Nobel Dario Fo e Saramago ne hanno interpretato, a condanna o a difesa, la figura.
Il racconto biblico si integra fantasiosamente di dati poco frequentati e leggendari (la prima moglie di Adamo, Lilith; l'infedeltà coniugale di Eva e i due parti gemellari con figli Caino/Calmana e Abele/Debora) e si moltiplicano i moventi del fratricidio (invidia/gelosia per Abele; rivalità per il possesso di Calmana o di Eva; rabbia per le pecore di Abele che devastano a Caino orto e raccolto...). Una serie di invenzioni mito-poetiche che denudano un coacervo di passioni primordiali e resistenti su un fondo di natura violenta prima (o senza) «risveglio» della Ragione e i freni della Civiltà, al punto che, essendo per Camilleri/Caino il male potenzialmente «insito in noi nell'atto stesso che veniamo al mondo», la volontà omicida squassa pure Abele, che assale e abbatte Caino, ma si ferma prima dell'assassinio che sarà invece attuato da Caino a tradimento. Il discrimine sta tutto nella scelta morale, come dirà Dio a Caino pentito («Questo finché vivrà il mondo sarà l'impegno dell'uomo: fare le giuste scelte») prima di condannarlo ad andare «ramingo e fuggiasco per il mondo a espiare la pena vivendo», marchiato da un segno che vieta però a tutti di ucciderlo (sic!). Dopo la caduta e l'espiatorio "errare", Caino diventa fondatore di città, la prima proprio dove ha sepolto il fratello, con leggi supreme il rispetto reciproco e l'accoglienza di tutti, passato ormai dalla violenza alla civilizzazione. Sarà pure inventore della moneta, della lavorazione dei metalli, della musica. Nessuna immobile predestinazione al Male pesa dunque su Caino (alias l'Uomo), ma una naturale alternanza tra male e bene e la «responsabilità» delle scelte. Senza trascurare - pare indicare Camilleri citando, fra scherzo e serietà, Dario Fo, Belli, Bruno, Wiesel, Borges - quanto ai tanti specifici "Caini" dell'esperienza reale, divenuti tali perché incompresi, sfortunati, umiliati, o esistenzialisticamente disperati, di aprire loro la via di possibili attenuanti, del perdono costruttivo (il «dimenticare è perdonare» di Borges), di un ascolto/presenza solidali lontano da opposizioni manichee e insensibile assenza di fronte alla sofferenza alla solitudine all'ingiustizia, poiché scriveva il Nobel per la Pace, Wiesel: «Chi soffre ha la precedenza su tutto... quando qualcuno piange ha dei diritti su di voi».
Maria Nivea Zagarella
 
 

Nuovi argomenti, 22.12.2019
Leggere ai tempi dei social network
Conversazioni Su Tiresia di Andrea Camilleri

Ci sono degli autori per i quali le parole non sono mai abbastanza. Recensirli è impossibile, insufficiente. Conversazioni Su Tiresia di Andrea Camilleri ne è un esempio lampante.
L’11 giugno 2018 mi trovavo tra le pietre conosciute, nell’antica Siracusa ad ascoltare quelle parole che con Sellerio sono diventate un libro. Ho anche letto il testo così tante volte che potrei citare a memoria ogni parte. Eppure non basta, eppure le parole continuano a non essere abbastanza. È impossibile raccontare i pensieri che si cumulano dopo la sua lettura, le parole che escono sono filtrate, prima di prendere forma orale si confrontano e confondono nella testa.
Respiro e vado per tentativi, ci provo: Conversazioni su Tiresia di Andrea Camilleri.
Scrivo questo nome famoso con il timore che mi accompagna da quando non c’è più e tiro un sospiro che non trova l’ossigeno di cui avrebbe bisogno.
Tra le pagine dell’opera intensa, Il Maestro studia la figura di Tiresia. La scelta non è casuale, il tebano Tiresia era cieco come l’autore che riusciva a vedere oltre meglio di chiunque altro.
«Chiamatemi Tiresia. Per dirla alla maniera dello scrittore Melville, quello di Moby Dick. Oppure Tiresia sono, per dirla alla maniera di qualcun altro». È così che esordisce… ed applausi!
In questo testo l’autore cede la parola a Tiresia che ci racconta le sue sette vite, la disgrazia del poter predire il futuro, la sua storia nel tempo della scrittura/letteratura. Ci rivela quello che tanti autori famosi hanno tramandato. Un viaggio meraviglioso ed ironico in cui i personaggi sembrano Umani e Reali.
Racconta le parole di Omero che l’hanno visto “consigliere” di Ulisse, quelle di Orazio, di Giovenale che lo credeva anche sordo. E poi Seneca ed il suo Tiresia in stile commissario Montalbano.
Ci racconta che le cose si complicano quando l’Olimpo scompare ed una gran croce ne prende il posto. Scherza per il modo in cui gli intellettuali del nuovo tempo cercano di travisare la figura dell’indovino cieco, Dante è uno dei tanti.
Poi il momento di svolta, il magico ed improvviso instante in cui cita Borges ed il silenzio risuona con migliaia di cuori impazziti d’amore.
Con la rapidità di un giovane e la bravura di un intellettuale come pochi continua a raccontare di T.S. Eliot, Ezra Pound, Pasolini, Primo Levi. Lo scrittore che è scampato, grazie alla poesia, alla metamorfosi più difficile quella da Uomo a non Uomo.
In questa seconda parte del testo, cominciano a confondersi sempre di più, Tiresia, Camilleri, personaggi e autobiografia. Un mix confuso e divertente. Camilleri scherza con la Tradizione ma non la sminuisce. La desacralizza con delicatezza, gioca con il confine persona e personaggio con una maestria che è concessa a pochi e ci tiene con occhi incollati e le pagine brevi si susseguono curiose. Impossibile imitarlo, impossibile capire come ci riesce. Pagina dopo pagina le mani sfogliano voraci, desiderose di conoscere.
All’improvviso la fine.
L’incanto è finito, la magia si spegne, gli occhi si riempiono di lacrime. Se la vita fosse un sogno, è così che dovrebbe essere, cullata dalle parole e dalla scrittura del Maestro.
«Da quando Zeus o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi la vista, questa volta a novant’anni, ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità e solo venendo qui posso intuirla, solo su queste pietre eterne
Ora devo andare».
Lo scrittore alla fine del testo ci saluta con la sua solita geniale ironia. Ci augura, con l’eternità che il teatro di Siracusa permette di intuire, di rincontrarci tra 100 anni ed anche di più. E noi siamo certi che sarà così, tra le sue parole così speciali ci ritroveremo ancora nel nostro per sempre terreno.
Compratelo, è un opuscolo che sembra il gioiello più prezioso, una stella luminosa quando le notti saranno troppo buie.
Ci manchi Maestro, avremo sempre bisogno di te.
Federica Massaro
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.12.2019
Da Alajmo a Calaciura i cinquant’anni di Sellerio evocando i maestri
La scheda
Profondo blu
"Cinquanta in blu. Storie" Sellerio 376 pagine 15 euro

Il catalogo Sellerio quale castello delle storie incrociate, generatore di racconti e personaggi. Per celebrare i cinquant'anni della casa editrice nove scrittori infatti hanno messo mano ad altrettanti volumi per loro paradigmatici: ne è venuta fuori un'antologia che si può leggere alla stregua di una cartacea scatola cinese. Si intitola " Cinquanta in blu. Storie" (376 pagine, 15 euro) e in copertina figurano quattro autori isolani: Roberto Alajmo, Giosuè Calaciura, Davide Camarrone e Maria Attanasio, tutti quanti manco a dirlo della scuderia Sellerio.
In realtà a dare la stura all'antologia sono le poche pagine che Andrea Camilleri fece in tempo a scrivere per l'occasione: si tratta soltanto di un incipit, che vede lo stesso scrittore quale protagonista di un abbozzo di storia (si avverte una sorta di nostalgica trafittura), generata dal libro "Apologo del giudice bandito" di Sergio Atzeni. Libro che fa da trait d'union tra Camilleri e un uomo misterioso che lo attende alla stazione ferroviaria di Napoli, al quale è destinato un pacchetto altrettanto arcano. Ed è il treno a fare da ponte tra le pagine sparute dello scrittore di Porto Empedocle e il racconto doloroso di Calaciura.
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Salvatore Ferlita
 
 

il manifesto, 22.12.2019
Andrea Camilleri, il disincanto leggero di uno sperimentatore
SCAFFALE. Per DeriveApprodi l’Abecedario dedicato allo scrittore siciliano. Un libro e due dvd a cura di Valentina Alferj per la regia di Eugenio Cappuccio

Andrea Camilleri è uno degli scrittori italiani più omaggiato dai media mainstream che si conosca. L’apologia delle sue opere è arrivata sia quando era in vita che dopo la sua morte. Autore televisivo, teatrale, cinematografico, scrittore con la passione della storia della sua Sicilia, ma anche acuto e innovatore del genere giallo con il commissario Montalbano, figura e ciclo di romanzi trasportati sul piccolo schermo che lo hanno reso noto al grande pubblico ed esplicito omaggio allo scrittore catalano Manuel Vázquez Montalbán.
La casa editrice DeriveApprodi ha dedicato a Camilleri uno degli abecedari della sua collana (pp. 60, video 316 minuti, euro 18), facendo entrare il nome dello scrittore in una galleria che gli vede accanto Gilles Deleuze, Mario Tronti, Edoardo Sanguineti. A curarlo il regista televisivo Eugenio Cappuccio e l’autrice teatrale Valentina Alferj, discreta e puntuale assistente di Camilleri dal 2002.
SONO DUE DVD durante i quali Camilleri disfa con la maestria e il divertimento del grande affabulatore la matassa di un vocabolario e di parole chiave che aiutano non solo a rappresentare efficacemente la sua produzione letteraria, ma anche settant’anni di storia italiana.
Le parole chiave spaziano dagli anni Settanta a buonumore, dai comunisti allo zabaione, da quarto potere al viagra, da Hammet a Sellerio. Tutto viene svolto con leggerezza, senza prendersi troppo sul serio. Camilleri riavvolge il filo della memoria, restituisce il clima di sperimentazione e innovazione linguistica del quale è stato uno dei protagonisti negli anni Sessanta e Settanta in televisione. È consapevole degli azzardi fatti, ma anche dei tanti compromessi che ha dovuto fare per realizzare cose televisive controcorrente rispetto il controllo democristiano della Rai.
Della vita di Andrea Camilleri si è scritto molto. Non ha problemi a dichiarare anche in questo abecedario che in gioventù ha strizzato l’occhio al fascismo, ritenuto il regime che potrebbe rigenerare lo spirito pubblico italiano. Il suo antifascismo e l’adesione al partito comunista sono poi raccontati come una evoluzione naturale per chi non ha voluto chiudere gli occhi sulla realtà, cioè sul fatto che il fascismo stava portando l’Italia al disastro, cosa puntualmente accaduta con la seconda guerra mondiale.
IL TRASFERIMENTO a Roma, la frequentazione dell’Accademia nazionale di arte drammatica sono l’inizio di una carriera in salita. Lavora molto e guadagna poco agli inizi. È un comunista e per lui molte porte sono sbarrate. Per anni, lo ripete spesso con ironia e senza vittimismo, ha avuto difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena non solo per lui, ma anche per la sua compagna e prole.
Le avanguardie affascinano infatti questo ormai funzionario Rai, Dario Fo è un alfiere di un teatro aperto al nuovo, così il gruppo 63 che sarà pure spericolato nel suo sperimentalismo stilistico eppure costituisce l’aria senza cui è impossibile immaginare di fare manufatti culturali in una tv che registra la rapida trasformazione che investe il mondo.
C’è poi l’intrattenimento. Il ballerino Don Lurio che destava scandalo per l’uso sensuale del suo corpo maschile. Oppure che le gemelle Kessler con le loro gambe nude e il loro lato B in evidenza erano espressione di una critica al moralismo e all’attitudine bigotta della chiesa cattolica. L’uso del corpo nudo in tv era certo vietato, forzare la censura non era espressione di una mercificazione ma il pertugio che poteva portare alla liberazione della propria sessualità. Che delusione per lo scrittore siciliano vedere che anni dopo i pentiti del Sessantotto passati, nel frattempo, armi e bagagli alle tv di Silvio Berlusconi hanno cambiato di segno a un lessico sovversivo per fare una tv che di quella rivendicata libertà ha fatto invece merce e negazione della libertà.
C’è poi la letteratura. Quella storica, quella che lo porta a riscoprire i classici del teatro e della tragedia greca. Pirandello, ovviamente, ma anche Calvino, Vittorini, Tomasi di Lampedusa. E Montalbano, personaggio inventato, come il siciliano inventato, una rielaborazione e un «tradimento» dei suoni e delle parole che lo scrittore sentiva pronunciare nelle strade di Empedocle. E Camilleri addolcirà, quelle parole, le renderà più comprensibili, perché ha appreso in Rai che un buon prodotto è quello che è compreso anche dal grande pubblico. E Montalbano è questo. Un buon prodotto, una buona sceneggiatura e buoni attori per un personaggio che racconta la Sicilia, la mafia che diventa impresa criminale globale, le ondate migratorie che investono il Mediterraneo, l’uso criminale e autoritario di apparati dello stato per colpire gli oppositori – la voce Genova 2001 – le possibilità di resistenza dentro e fuori le istituzioni repubblicane.
C’È IN QUESTO ABECEDARIO la restituzione di una ricerca stilistica con luci e ombre. Andrea Camilleri ama fare prodotti nazionalpopolari, cercando così di raggiungere una medietà contenutistica. Ma nel fare questo rompe tuttavia la gabbia del nazionalpopolare. Un media condanna, come ha elaborato Umberto Eco, all’innovazione se vuoi violare i confini angusti dell’audience. I romanzi e le sceneggiature di Montalbano questo sono. L’ultima opera di Camilleri, Conversazioni su Tiresia (Sellerio), non è solo la storia di una cecità senile, ma della esplorazione, perse le coordinate di un canone dominante, come può essere lo stile enunciativo nazionalpopolare, di territori sconosciuti, dove la cecità più che un handicap viene dunque vissuta come possibilità di sperimentare sensibilità inedite, forzando le barriere della banalità.
Un abecedario dunque da ascoltare, leggere, riascoltare e rileggere. Ogni volta c’è qualche cosa che pare aggiunto, limitato, rielaborato da un intellettuale pubblico disincantato e leggero come è stato Andrea Camilleri.
Benedetto Vecchi
 
 

Malgrado Tutto, 22.12.2019
Sciacca: Natale con Pirandello, Sciascia e Camilleri
A dare voce ai tre grandi scrittori, con la lettura di brani natalizi tratti da loro opere, sarà Raimondo Moncada. L’appuntamento oggi nella Sala Blasco del Palazzo Municipale


Sciascia e Camilleri in contrada Noce a Racalmuto

Storie di Natale. Storie di grandi scrittori, di autori agrigentini. Un Natale letterario quello proposto ancora una volta dalla biblioteca comunale “Aurelio Cassar” di Sciacca, con Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri.
“Storie di Natale” è uno degli appuntamenti di oggi, domenica 22 dicembre, del calendario “Natale a Sciacca 2019” e l’ultimo, per quest’anno, del progetto di promozione alla lettura “Diamo voce ai libri”. Si terrà nella Sala Blasco del Palazzo Municipale, con inizio alle ore 19.
Le emozioni, le atmosfere, l’attesa del Natale, attraverso il racconto del premio Nobel di Girgenti-Agrigento Luigi Pirandello, del maestro di Regalpetra-Racalmuto Leonardo Sciascia e del maestro di Vigata-Porto Empedocle Andrea Camilleri.
A dare voce ai tre grandi scrittori, con la lettura di brani natalizi tratti da loro opere, sarà Raimondo Moncada. Le introduzioni letterarie saranno di Gisella Mondino, assessore alla Cultura e insegnante di Lettere al Liceo Classico “Fazello”.
Un Natale diverso, dunque, raccontato con la sensibilità di tre straordinari interpreti del sentimento siciliano. Sciascia descrive il gelido Natale in una scuola elementare di Regalpetra; Camilleri ci racconta un Natale in tempesta nel mare tra Vigata e Fiacca; Pirandello ci narra il suo Natale nostalgico vissuto in Germania, distante dalla terra natia di cui, chiudendo gli occhi, sente nel vento “il suono lento nasale cadenzato d’una zampogna innanzi a un rustico altarino in una piazza della mia lontanissima città natale, nelle rigide sere della pia novena”.
 
 

MessinaToday, 22.12.2019
Natale, notte di favole e atmosfere: cinque ricordi di grandi scrittori da Verga a Camilleri
Cornamuse, luminarie ma anche miserie e nostalgie. La festa del Natale tocca nel profondo anche chi non crede. Una ricorrenza che non poteva mancare di ispirare narratori e poeti siciliani. Che così la raccontano...

Cornamuse, luminarie ma anche miserie e nostalgie. La festa del Natale tocca nel profondo anche chi non crede. Una ricorrenza che non poteva mancare di ispirare narratori e poeti siciliani.
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Per altri, come Andrea Camilleri, il Natale è tempo di ricordi: “Se al rintocco delle campane di mezzanotte che chiamavano alla Santa Messa io mi sono abbandonato a un pianto incontrollabile è stato perché all’improvviso mi sono tornati a mente i miei cari Defunti (…). Mentre nasceva il Bambinello Gesù (…) mi sono abbandonato all’onda dei ricordi e dei rimpianti” (“La concessione del telefono”).
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NewSicilia, 22.12.2019
Grandi risate con Pattavina e Musumeci, irresistibili Filippo Mancuso e Don Lollò

Catania – Gli incontenibili e straordinari Pippo Pattavina e Tuccio Musumeci protagonisti a grande richiesta dell’applaudita pièce “Filippo Mancuso e Don Lollò”, dopo il gradito ritorno dopo ben dieci anni dalla “Concessione del telefono”, ultimo spettacolo che li ha visti recitare insieme, ritornano sul palco del Brancati di Catania per delle repliche speciali, che li ha visti in questo scorcio del 2019 riformare l’amata e geniale coppia del nostro teatro. Elisa Guccione
 
 

L'Eco di Bergamo, 23.12.2019
Camilleri, storia incompiuta per i 50 anni di Sellerio
Una suspense che non avrà mai fine; che non troverà mai dénouement. Per sopravvenuta scomparsa dell’autore. «Cinquanta in blu. Storie» (pagine 375, euro 15), ultima raccolta Sellerio, per ricordare il mezzo secolo dalla fondazione della casa editrice, si apre con un racconto di Andrea Camilleri, capace di costruire un’atmosfera di attesa inquieta, sottile percezione di stranezza, irregolarità, disagio: nonostante la quale bisogna andare avanti, fare la propria vita, vedere come va a finire.

Brillante metafora della condizione umana. La consegna era: scegliere uno fra gli oltre tremila volumi del catalogo Sellerio e, attorno ad-in stretta relazione con esso, creare un racconto nuovo. Ne sono nati dieci pezzi, di altrettanti autori della gloriosa scuderia palermitana. Il primo, appunto, un Camilleri in chiave autodiegetica: il maestro siciliano deve raggiungere Palermo entro ventiquattr’ore, cosa meglio di un libro per «alleviare la noia del viaggio»? Sceglie, lui sicilianissimo, qualcosa che più sardo non si può: «Apologo del giudice bandito» di Sergio Atzeni (fonetica onomastica già identificativa), storia tanto assurda quanto vera, ambientata in una Sardegna invasa, biblicamente, dalle locuste (1492): il vicerè spagnolo intenta un processo contro i devastanti celiferi, celebrato dai gesuiti. Mentre fa i preparativi, Camilleri riceve una strana telefonata: inchiesta sui libri che gli italiani amano leggere: «lei sta leggendo un libro? Quale?».
Il senso di stranezza si moltiplica alla stazione, quando Camilleri viene raggiunto da un tipo grassoccio che gli affida un misterioso pacchetto, da consegnare a un «qualcuno» che si farà riconoscere alla stazione di Napoli. Ove, in effetti, uno sconosciuto si fa riconoscere agitando una copia, guarda caso, del «Processo» di Atzeni. Cosa c’era nel pacchetto, nel frattempo scomparso? Come facevano quegli uomini a conoscere gli spostamenti dello scrittore? Come avrebbe proceduto la vicenda, così rigorosamente ruotante attorno al libro prescelto? Non lo sapremo mai. Grazie, invece, a quest’idea editoriale, possiamo scoprire inclinazioni bibliografiche davvero inopinabili di dieci valenti autori Sellerio. Il giallista Manzini, per esempio, famoso per il suo politically incorrect Rocco Schiavone, ha scelto un libro del «realismo magico», fiabesco di Bontempelli: «La scacchiera davanti allo specchio».
Vincenzo Guercio
 
 

RaiNews, 27.12.2019
Tuttifrutti speciale 2019: un anno di cultura e spettacolo

Puntata speciale di Tuttifrutti in cui ripercorriamo alcuni fatti importanti di cultura e spettacolo accaduti nel 2019. Si parte da un ricordo di Andrea Camilleri, scomparso nel luglio scorso, poi in sommario troviamo Fiorello, Jonas Kaufmann, Elena Ferrante, Roger Waters, Dimitris Papaioannou, Zucchero e Jean-Paul Gaultier
 
 

La Repubblica - Robinson, 28.12.2019
Chi sale, chi scende
Camilleri trionfa nell’anno del lungo addio

Sulla top ten dei libri più venduti del 2019 sventola il tricolore: dieci titoli italiani su dieci, le grandi stelle internazionali stanno a guardare. E non si sa se gioire per la vivacità della produzione di casa nostra o se preoccuparsi per quel sapore di provincialismo che l'assenza di nomi stranieri evoca. [...] La vetta - annunciata, strameritata - è tutta per Andrea Camilleri con Il cuoco dell'Alcyon, un Montalbano doc pubblicato poco prima della sua scomparsa. [...]
Claudia Morgoglione

Top ten del 2019
.1 Andrea Camilleri
Il cuoco dell’Alcyon
In testa ai magnifici dieci non poteva che esserci l’ultima indagine del commissario Montalbano, pubblicata da Sellerio poco prima della scomparsa di Andrea Camilleri: l’ultimo regalo del grande maestro che, a venticinque anni dal suo esordio con La forma dell'acqua, qui ci regala un Montalbano pù avventuroso che mai.
[...]
 
 

Il Libraio, 28.12.2019
I romanzi di autrici e autori del Sud tra i più venduti del 2019
Nella classifica dei libri di narrativa italiana più venduti nel 2019 protagonisti sono autrici e autori del sud Italia, a partire dai siciliani Andrea Camilleri e Stefania Auci

Solo tre autori nati nel centro-nord (Fabio Volo, Antonio Scurati e Antonio Manzini). Per il resto, nella classifica dei libri di narrativa italiana più venduti nel 2019 (rilevazioni Gfk dal 31 dicembre 2018 al 15 dicembre 2019, fonte Robinson del 28/12/2019), protagonisti sono autrici e autori del sud Italia, a partire dai siciliani Andrea Camilleri (venuto a mancare lo scorso 17 luglio) e Stefania Auci, autrice rivelazione del 2019.
–Andrea Camilleri – Il cuoco dell’Alcyon (Sellerio);
[...]
–Andrea Camilleri – Km 123 (Mondadori);
[...]
 
 

Corriere della Sera, 28.12.2019
La televisione in numeri
Tempo di classifiche e di bilanci: la tv generalista è in buona salute
Il programma più visto del 2019, tolto il Festival di Sanremo, è «Il Commissario Montalbano». In generale, Rai1 è saldo nei vertici del palmares. Quinta, De Filippi

Tolto Sanremo — come sempre evento tv dell’anno — è il Commissario Montalbano il programma più seguito del 2019 (con una media di 10.611.111 spettatori per i due episodi in onda a febbraio: L’altro capo del filo e Un diario del 43).
[...]
Seguono [...] le ventuno repliche di Montalbano (5.055.000 spettatori, 22,7%). [...]
Aldo Grasso - In collaborazione con Massimo Scaglioni , elaborazione Geca Italia su dati Auditel
 
 

Eroica Fenice, 28.12.2019
Autodifesa di Caino: Camilleri non smette d’incantare

I grandi sanno parlare ed incantare anche dopo la loro scomparsa, perché, in realtà, non vanno mai via davvero, ma restano, statuari ed immortali, sempre presenti e vivi tra le loro pagine, con la potenza del classico che, parafrasando Calvino, non smette mai di dire ciò che ha da dire.
È il caso di Andrea Camilleri, uno degli ultimi grandi della letteratura contemporanea, o, com’egli stesso avrebbe preferito definirsi, “in fondo un cantastorie“: uomo di grande umiltà e cultura, prolifico autore della fortunatissima serie di gialli legati al nome del Commissario Montalbano, che rivive ora tra le pagine di Autodifesa di Caino, il primo libro del grande narratore siciliano scomparso lo scorso 17 luglio e pubblicato postumo da Sellerio Editore.
Come Conversazione su Tiresia, l’opera, strutturata come breve monologo teatrale sull’origine biblica del Male, avrebbe dovuto essere rappresentata a Roma, alle Terme di Caracalla, il 15 luglio 2019, tuttavia non ha mai visto il palcoscenico a causa della scomparsa del suo autore.
Autodifesa di Caino: l’origine del Male raccontata dal primo assassino della storia
Sembra quasi di ascoltarlo, o addirittura vederlo, l’anziano Camilleri, grande affabulatore, interrogarsi sul Bene e sul Male, e sull’origine di entrambi, che risiede nell’uomo, anzi, nello stesso uomo, nel pronunciare l’autodifesa di Caino, una brillante e ben congegnata arringa di difesa del primo assassino della storia, o, come lo definisce Camilleri, “colui che mise per primo in atto il Male, trasformando in atto ciò che era in potenza“.
Simbolo incarnato del Male, predestinato ad esso fin dalla nascita, immagine speculare del fratello Abele, predestinato al Bene, Caino racconta la sua storia e prova ad affrancarsi dall’abito che non soltanto la religione, ma la letteratura, l’arte e la cultura tutta, gli ha cucito addosso, ed indossare i panni, più veritieri, di uomo tra gli uomini, che ha in sé il germe del Male ma anche quello del Bene. Male, in un certo senso, necessario, in quanto ci permette di distinguere e riconoscere il Bene.
Camilleri racconta una Genesi differente, dipingendo Caino e Abele non come anime speculari, ma come uomini nei quali il Bene ed il Male convivono in un delicato equilibrio che ha il suo ago della bilancia nel libero arbitrio, nella capacità di scegliere se sottomettersi all’istinto o dominarlo, in una narrazione che, rifacendosi a fonti differenti da quelle bibliche nel delineare le personalità dei due fratelli e raccontare i retroscena della morte di Abele, ne rovescia addirittura le posizioni.
È il Caino uomo, non il Caino-simbolo a prendere la parola, a raccontarsi, svelarsi, mettersi a nudo. Il Caino che, condannato da Dio non a morte ma ad una lunga, lunghissima vita da fondatore di civiltà, riceverà il suo perdono, secondo alcuni miti, grazie all’invenzione della musica, perché “la musica, ha scritto infatti Hermann Hesse, è basata sull’armonia tra Cielo e Terra, è la coincidenza tra il disordine e la chiarezza“. Un Caino la cui progenie non ha prodotto assassini, non ha generato altro male, perché non esiste la predestinazione, l’uomo ha facoltà, diritto e dovere di scegliere. Scegliere cosa essere, cosa diventare, in che modo condurre la propria esistenza. E, perché no, pentirsi, cambiare e mettersi al servizio degli altri.
Giorgia D'Alessandro
 
 

Iene Sicule, 28.12.2019
Presentazione dell'evento
Spettacoli e Cultura, Catania: "Filippo Mancuso e Don Lollò" oggi e domani al "Sangiorgi"

A grande richiesta, il 28 e 29 dicembre al Teatro Sangiorgi di Catania, due nuove date per la pièce che vede insieme Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina
Uno spettacolo che continua collezionare sold out e suscitare grande entusiasmo tra il pubblico di tutte le età. Dopo il grande successo delle due date fuori abbonamento, torna a grandissima richiesta Filippo Mancuso e Don Lollò scritta da Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale e interpretata dalla premiata coppia del teatro italiano Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina.
La commedia di situazione, che andrà in scena sabato 28 (ore 20.30) e domenica29 dicembre (ore 19) al Teatro Sangiorgi di Catania – in collaborazione con il Teatro Massimo Bellini di Catania - il Teatro della Città, è uno spin-off dello spettacolo La concessione del telefono e sancisce il ritorno insieme sulle scene, dopo 10 anni, dei due grandi attori catanesi, da sempre beniamini del pubblico di ogni età. Un testo brillante che asseconda la naturale verve comica dei due attori, grandissimi da soli, insuperabili in coppia.
Al loro fianco, i bravissimi Margherita Mignemi, Riccardo Maria Tarci, Franz Cantalupo e i giovani Lorenza Denaro e Luciano Fioretto. Le scene sono dello stesso Dipasquale, i costumi delle Sorelle Rinaldi, le musiche del maestro Matteo Musumeci.
 
 

La Repubblica, 29.12.2019
Sport
I 100 nomi dell'anno
L'impresa dell'Atalanta con Gomez che gioca alla Maradona
Il volley spettacolare di Paola Egonu. Da oggi al 31 dicembre i protagonisti del 2019 scelti da Gianni Mura
Sono legati a vittorie ma anche a speranze e delusioni
Nello sport, nella società, nella cultura, nella politica. COn i voti. Proprio come in "Sette giorni di cattivi pensieri"

[...]
CAMILLERI ANDREA
(scrittore)
Confesso che ho vissuto potrebbe essere il titolo di un suo libro. Ne ha scritti tanti, e tante emozioni ha dato. E fermiamoci qui, per non rompere i cabasisi.
[...]
Gianni Mura
 
 

la Lettura - Corriere della Sera, 29.12.2019
Le classifiche delle vendite 2019
Libri, medaglie d’oro del 2019 ai «Leoni» di Auci, Ferrante e Einaudi
«I leoni di Sicilia» è il più venduto, ma Elena Ferrante ha 5 titoli in Top 20. Einaudi primo tra gli editori. In attesa delle vendite delle feste (sul prossimo numero de «la Lettura»)

La scrittrice più venduta con un solo libro (ed è un vero colpo di scena) dal 31 dicembre del 2018 al 15 dicembre scorso è Stefania Auci con I leoni di Sicilia. La saga dei Florio (Editrice Nord). Al secondo posto della Top 20 generale (relativa, cioè, a tutti i tipi di libri: narrativa, saggistica, varia...) c’è Andrea Camilleri con Il cuoco dell’Alcyon (che era primo nel 2018) e al terzo c’è Gianrico Carofiglio con La versione di Fenoglio.
Ma ci sono autori che hanno più libri nella Top 20. Considerando la produzione complessiva, quindi, la vincitrice assoluta è Elena Ferrante (era successo anche l’anno passato), seguita da Carofiglio e Camilleri. A questi risultati bisognerà aggiungere, la prossima volta, i dati delle vendite natalizie (le più cospicue dell’anno) e sarà una specie di ballottaggio a stabilire il vincitore finale.
Lo stesso discorso (primo turno più ballottaggio natalizio) va fatto per le classifiche per editori (e non più autori) relative alla narrativa italiana e straniera. Qui in decima posizione c’è attualmente Marsilio con 21 punti (e un solo romanzo, il noir di Camilla Läckberg La gabbia dorata). Nona è Giunti con 20 punti. Ottava Feltrinelli con 52. Settima Sperling & Kupfer con 58. Sesta Bompiani con 75 (punteggio ottenuto con il Premio Strega di Scurati per M e con il longseller La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker). Quinta è Mondadori con 90 punti (quasi tutti dovuti a Fabio Volo e ad Andrea Camilleri in prestito ai rilanciati gialli della casa). Quarta è Editrice Nord con 111 punti.
Sul podio troviamo Sellerio al terzo posto con 153 punti. E/O al secondo (grazie ovviamente a Elena Ferrante più un piccolo ma importante e grazioso aiuto di Valérie Perrin con Cambiare l’acqua ai fiori). In testa c’è Einaudi con 223 punti ottenuti con molti romanzi. Queste le posizioni fino al 15 dicembre. La prossima volta vedremo se il ballottaggio natalizio le confermerà o le rivoluzionerà.
Antonio D'Orrico
 
 

Avvenire, 29.12.2019
Presepe, il giallo di Camilleri sparito

La via dei pastori a Napoli, il vicoletto di San Gregorio Armeno, rappresenta l'immagine di una Napoli felice. Essa infatti, in quei giorni, diviene un presepio vivente popolato da una folla di bambini attratti soprattutto... dalle statuìne dei calciatori della squadra del Napoli. Ma, situata a pochi passi dall'università centrale e dalla gloriosa facoltà di Belle lettere, la via con i suoi pastorelli scolpiti con autentico gusto artistico e impressionante somiglianza ai modelli originari rappresenta il banco di prova dell'acclamato successo di una personalità da poco passata a miglior vita. Quest'anno – ci avevano detto – avremmo trovato i pastori raffiguranti i famosi da poco volati via da questo mondo. Ma bisogna supporre che gli artigiani siano forniti di un formidabile spirito critico e non concedano l'onore della riproduzione scultorea a tutti. Ci siamo avvicinati all'esposizione dell'artista Ferrigno, forse la più visitata, e subito ci ha colpito la signorilità del pastorello Luciano De Crescenzo, ritratto ritto in piedi in giacca e cravatta, e l'ancor viva nervosità di Alda Merini (a dieci anni dalla scomparsa), raffigurata con agili gambe accavallate. Ma della statuìna di Andrea Camilleri nemmeno l'ombra: non sappiamo se perché ritenuta poco degna d'essere un pastore del presepio, o perché già ampiamente venduta...
Vittorio Gennarini
 
 

La Vanguardia, 29.12.2019
Nuevo año literario con Rushdie, McEwan, Grandes, Atxaga,Banville y Chevalier

Barcelona - Las últimas obras de Salman Rushdie, Ian McEwan, Almudena Grandes, Bernardo Atxaga, John Banville y Tracy Chevalier destacan en las novedades editoriales de principios de 2020, en el que aparecerá un Montalbano póstumo de Andrea Camilleri.
[...]
La cosecha negra traerá [...] "Tirar del hilo" (Salamandra), de Andrea Camilleri.
[...]
Jose Oliva
 
 

La Gaceta, 29.12.2019
La Gaceta literaria
Las opiniones de los autores que merecen ser destacados en 2019

Punto de partida para una novela
Por Andrea Camilleri
Simenon tenía una serie infinita de trucos, artimañas y recursos que lo convirtieron en un archivo monumental hecho de apuntes, mapas y documentos. Yo no. Sí tengo una óptima memoria, soy ordenado y metódico. Simenon frecuentó la escuela de un comisario del Quai des Orfevres, en París, para aprender las técnicas de la investigación policial. Yo las conocí después de haber escrito algunas novelas cuyo personaje es el comisario Montalbano. A diferencia de Simenon yo, quizás, tengo más el ánimo de un “perro de policía” pero, como casi todos los autores de sagas, compartimos la tendencia a repetir hasta el infinito las condiciones de la primera obra -El curso de las cosas. en mi caso-, es decir: horarios de escritura, lectura de crónicas policiales y la inmersión en la realidad cotidiana. Me gusta sumergirme en la realidad. Gogol decía que él no poseía fantasía. La inspiración para escribir Las ánimas muertas se la sugirió Puskin, que había apenas leído la noticia en algún diario. Si debo ser sincero jamás entendí cómo nacen mis novelas. Leo muchos hechos pequeños, escucho frases por la calle, dos o tres se me fijan en la mente y crecen hasta resultar una historia. Ayer, por ejemplo, salí a comprar cigarrillos y escuché que una muchacha, por teléfono, decía: “¿Pero cómo quieres hacer el amor conmigo sin haber consultado antes al tarot?”. Es un magnífico punto de partida para una novela.
*Escritor. 28/7/19.
[...]
Hernán Casciari
 
 

Doppiozero, 29.12.2019
L’infinito in uno spot

In questi giorni, all’Infinito di Giacomo Leopardi tocca in sorte una reiterata epifania nella programmazione delle reti della televisione pubblica italiana, con il pretesto di una celebrazione bicentenaria. [...]
Nello spot televisivo, la recitazione dell’idillio non è stata affidata, come si sarebbe fatto un dì, alla declamazione professionale di un’attore o a quella, forse malferma, ma partecipante, di un vate (la recente morte di Andrea Camilleri ha del resto privato la nazione dell’ultimo su piazza). [...]
Nunzio La Fauci
 
 

La Repubblica (ed. di Firenze), 29.12.2019
Il giovane Eduardo e lo sguardo di Andò "Racconto in piazza"
Sul palco "Ditegli sempre di sì" è portato sulla scena dalla compagnia di Luca De Filippo, attore protagonista Gianfelice Imparato

«È un privilegio poter cambiare di continuo sguardo e muovermi tra cinema, scrittura, teatro di prosa e lirico. D'altronde coltivo ciascuno di questi linguaggi fin da ragazzo. E devo a Sciascia se ho potuto scoprire questa mia vocazione multifocale». Il palermitano Roberto Andò modula ogni frase con delicatezza piumata. Occasione per parlare con lui è l'approdo alla Pergola della sua prima regia di un testo di Eduardo De Filippo, Ditegli sempre di sì (fino al 5 gennaio).
[...]
Questo, nato come canovaccio su cui l'autore e il fratello Peppino improvvisavano, Eduardo l'ha poi scritto integralmente negli anni Sessanta per portarlo in tv, quando il funzionario che si occupa di questi programmi era Camilleri. [...]
Andò può ben parlare così di Pirandello, lui che si è trovato alla confluenza della cultura siciliana del ' 900: da Sciascia a Tomasi di Lampedusa, raccontando il quale ha esordito nel cinema vent'anni fa, fino a Camilleri, del cui testamento artistico, Conversazioni su Tiresia, ha curato la regia teatrale. [...] Infine la lunga amicizia con Camilleri, «portato sul palco per una ragionamento sul senso dell'esistenza, sul teatro, sulla cecità, che ha avuto, per chi vi assistito, il sapore amaro di un addio».
Gregorio Moppi
 
 

Teatro Musco, 30-31.12.2019
Troppu trafficu ppi Carrubba



spin off da Troppu trafficu ppi nenti
DI GIUSEPPE DIPASQUALE
UNO SPETTACOLO DI GIUSEPPE DIPASQUALE
MUSICHE MATTEO MUSUMECI
PERSONAGGI – INTERPRETI
CARRUBBA – Mimmo Mignemi
OFELIA – Valeria Contadino
FIORDIPISELLO – Cosimo Coltraro
JENNY – Rita Abela
SORBA – Valerio Santi
UGO STILLONGO – Francesco Russo

Dopo il successo di pubblico e di critica nazionale ed europea quasi ventennale che ha avuto il rifacimento del Much Ado about nothing di Camilleri e Dipasquale nel Troppu trafficu ppi nenti, il venerdì 25 ottobre 2019 ha debuttato, Troppu trafficu ppi Carrubba, testo e regia di Giuseppe Dipasquale.
A grande richiesta, in due date fuori abbonamento, torna il beniamino comico del pubblico. Il 30 e il 31dicembre, con serata di capodanno e cena prevista, il palcoscenico del Must Musco Teatro accoglierà nuovamente Troppu trafficu ppi Carrubba.
“Complice il mio amico e grande artista quale è Mimmo Mignemi, – spiega il regista – che mi è stato vicino per diciasette anni di successi del Troppu trafficu ppi nenti, scritto a quattro mani con Andrea Camilleri, dove egli interpretava il personaggio di Carrubba, mi sono deciso a scrivere un sequel, uno spin off, come si dice adesso, comico su questo personaggio. Carrubba, appunto, è personaggio fra i più comici della storia del teatro di tutti i tempi, e riesce a far faville nella combinata di banda sgangherata che forma insieme a Sorba e Ugo come guarnigione o, come direbbe lui guarnizione, del Duca Lionatu di Missina. Il nome significa letteralmente “bacca di cane”, in riferimento ad un particolare tipo di frutto selvatico (probabilmente l’uva spina) tipico del bacino del Mediterraneo. La sua estrazione sociale è inferiore a quella di altri personaggi: nel confronto con loro il linguaggio del poliziotto va incontro ad inevitabili papere linguistiche.”
A completare il cast una squadra di eccellenti attori che, a partire da Valeria Contadino, nel ruolo di Ofelia moglie di Carrubba, insieme a Cosimo Coltraro (Dottor Fiordipisello), Rita Abela (Jenny), Valerio Santi (Sorba) e Francesco Russo (Ugo lo Stillongo), sviluppano una storia originale, la quale, attraversando la sua fonte originaria, procede decisamente in una direzione del tutto nuova. Qui i personaggi vivono la stessa linea temporale del modello shakespeariano, ma vivono una azione del tutto diversa. Le musiche originali del M° Matteo Musumeci aiuteranno a traslare nell’immaginario crocevia mediterraneo di magheggi anche questa nuova vicenda.
“Lo sproloquiare comico di Carrubba, Sorba e Ugo – continua il regista e autore – “che vivrà in questa commedia situazioni di servizio e domestiche insieme, saranno insaporite da una storia personale che confermerà la grandezza umana e umile insieme di queste figure nata dalla fantasia di un genio teatrale come William Shakespeare e tenute in vita molto più modestamente dalla penna del sottoscritto.”
Proseguendo il lavoro linguistico del precedente testo, anche qui la lingua siciliana illustre viene ricostruita nelle sue scaturigini più nobili e popolari insieme, con qualche spazio per la modernità del proverbiare e scelte fonetiche che appaiono insolite oggi, ma che dovevano essere consuete in corti dove il latino era la lingua diplomatica.
 
 

L'inkiesta.it, 30.12.2019
I libri del 2019
Il climate change della cultura, e noi
La scomparsa di Camilleri, la riedizione di Ercole Patti e, poi, Bret Easton Ellis, Domenico Starnone, Margaret Storm Jameson. L’unico modo di prepararsi all’anno che verrà è prenderlo dai piedi di quello vecchio

[...]
L’estate, la stagione precedente, era stato il tempo della morte di Andrea Camilleri, la fine di un’epica e di un’epoca; l’ombra lunga dei suoi ultimi libri trascinava il ricordo di un’altra vita a guardare, eccitate, Montalbano in televisione – io, mia madre e quella Sicilia all’improvviso scoperta da tutti. Credo solo all’invisibile, credo solo alle coincidenze, quindi avevo programmato, ben prima che ci lasciasse, di trascorrere l’estate interamente sulla mia isola a scoprirne zone che non conoscevo: le sue.
[...]
Nadia Terranova
 
 

Diario16, 31.12.2019
La bisnieta de Camilleri leerá una joya
El ‘padre’ del comisario Montalbano emociona con sus pequeñas memorias publicadas de manera póstuma, un repaso también a la historia contemporánea de Italia

Algún día aún no muy próximo, la bisnieta de Andrea Camilleri podrá emocionarse con la pequeña joya en forma de memorias que le dedicó poco antes de morir este 2019 a los 93 años el reconocido escritor siciliano (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019), padre del comisario Montalbano, ese personaje imperturbable que recibe su nombre de un sentido homenaje al español Manuel Vázquez Montalbán, otro izquierdista irredento como el siciliano. Cuando Camilleri escribió en el verano de 2017 Háblame de ti. Carta a Matilda (Salamandra) –dictó más bien, ya que entonces la ceguera le impedía leer y escribir–, su bisnieta Matilda aún no había cumplido cuatro.
Mientras llega ese día, los que ya pueden deleitarse con estas memorias son los millones de fieles lectores que tiene repartidos por decenas de países en todo el mundo. Porque esta pequeña delicia, escrita “a ciegas” en sentido literal y publicada de forma póstuma, repasa al unísono la historia de un escritor hecho a sí mismo y la de todo un país durante un convulso siglo, que ha sufrido las consecuencias del fascismo, de una guerra mundial y de una posguerra muy dura, una tierra de necesidades donde halló el terreno propicio la mafia para asentar sus tentáculos. De todo ello habla Camilleri a su bisnieta Matilda en apenas 120 páginas.
Y lo hace con una sensibilidad, sencillez y sobre todo sinceridad aplastantes. Ni siquiera oculta sus pecados de juventud, como cuando su “fe fascista” siendo apenas un niño sufrió una fisura sin vuelta atrás. Un compañero de clase judío se despidió de él, que atónito le preguntó a su padre si los judíos no podían ir al mismo colegio que él. Desde ese mismo momento comenzó a comulgar con el ideario comunista. Agradece por ello la lectura de La condición humana, de André Malraux, que le hizo percibir que “los tan odiados comunistas eran gente como nosotros, gente que no se diferenciaba en nada de nosotros, que no se comía a los niños y que tenía ideales igual que yo”.
Camilleri deja en este bello libro un mensaje claramente integrador y aglutinador de sentires contrapuestos, sobre todo cuando se trata de ensamblar postulados de ideologías antagónicas. “Lo último que he aprendido”, le dice a su bisnieta Matilda, “es que siempre debemos tener una idea –puedes llamarla también un ideal– y aferrarnos a ella con firmeza, pero sin sectarismo”. La sabiduría que otorga la edad se disfruta en el mensaje final: “Recuerda que, derrotada o victoriosa, no hay bandera que no destiña al sol”.
Natalio Blanco
 
 

Los Replicantes, 31.12.2019
Los libros más esperados de 2020: bestsellers y reivindicaciones
Seguramente sean algunos de los títulos más esperados de este nuevo año en el que destaca la presencia de firmas femeninas.

Con el año nuevo llegan novedades a las estanterías de las librerías. Andrea Camilleri, Almudena Grandes. Elvira Lindo o Elena Ferrante son solo algunos de los escritores que firman algunos de los los libros más esperados de este año. Un año en el que habrá despedidas (como la de Camilleri) y, sobre todo, muchos retornos.
Este año no todo son retornos, ya que nos tocará despedir a una de las grandes figuras de la literatura de las últimas décadas: Andrea Camilleri. El autor del comisario Montalbano murió en Roma el pasado julio aunque escribió hasta prácticamente sus últimos días. Fruto de ello son todos sus libros que aún tienen que llegar a nuestro país y sus manuscritos todavía sin publicar. 'Km 123' es uno de ellos, publicado el año pasado en Italia, es un clásico thriller que llegará a las librerías a finales de enero.
[...]
Helena N. Guasch
 
 

NotiCel, 31.12.2019
Mundo
Gobernantes y artistas en la lista de los fallecidos en 2019
A nivel mundial

El líder del Estado Islámico (EI), Abu Bakr Al Bagdadi, acorralado por un perro que ha sido condecorado por Donald Trump; el expresidente peruano Alan García, que se suicidó en medio del mayor escándalo de corrupción de Latinoamerica y el español Camilo Sesto, icono de la canción melódica con millones de fans a ambos lados del Atlántico, fallecieron en 2019.
La bailarina cubana Alicia Alonso, enseñando sobre el escenario hasta el último momento; el escritor italiano Andrea Camilleri, uno de los más grandes de la novela negra; el diseñador alemán Karl Lagerfeld, el hombre detrás del imperio Chanel; y la actriz Doris Day, musa del cine almibarado de los años 50 y 60, son otras de las muchas personalidades famosas que nos dejaron este año.
[...]
Andrea Camilleri
El escritor italiano falleció a los 93 años el 17 de julio.
Director de teatro y escritor de guiones televisivos, el éxito literario de Camilleri le llegó a los 70 años, cuando se convirtió en uno de los máximos exponentes mundiales de la novela negra, sobre todo por su saga sobre el comisario Montalbano, un retrato de la sociedad siciliana que navega entre lo cómico y lo grotesco que conquistó a millones de lectores en todo el mundo.
[...]
 
 

Aristeguinoticias, 31.12.2019
La literatura y sus pérdidas durante 2019
Toni Morrison, Armando Ramírez, Francisco Toledo y Miguel León-Portilla, son apenas algunos de los autores que perdieron la vida durante el año que termina.

Antes de apagar la luz de 2019 es pertinente recordar a figuras que, por medio de su libros y ediciones, dejaron una huella dentro de la cultura nacional e internacional. Saúl Ibargoyen, Andrea Camilleri, Toni Morrison, Harold Bloom, José de la Colina, Thelma Nava, Francisco Toledo, Miguel León-Portilla, Minerva Margarita Villarreal y Juan Tovar, son algunos de los nombres que desfilan por esta lista.
[...]
Julio
17. A los 97 años, muere el prolífico novelista italiano Andrea Camilleri. Maestro del policíaco europeo, creó al entrañable detective Montalbano.
[...]
 
 

La Repubblica, 31.12.2019
I 100 nomi dell'anno

[...]
SIRONI ALBERTO
(regista)
A 20 giorni dalla morte del padre del commissario Montalbano, quella del regista (molto bravo). Coincidenze, certo, ma danno un po' da pensare.
[...]
Gianni Mura
 
 

La Repubblica, 31.12.2019
Stefania Auci, scrittrice rivelazione: "Sì, scrivo romanzi popolari. E allora?"
Il suo libro “I leoni di Sicilia”, secondo nella top ten annuale a un soffio da Camilleri, è l’unica vera novità del 2019.
Qui lei spiega come ci è riuscita

Non è vero che il successo arriva per caso. Si costruisce, passo dopo passo, a testa bassa. Stefania Auci, 45 anni, insegnante di sostegno in un istituto alberghiero di Palermo, da otto mesi domina le classifiche: il suo romanzo storico I leoni di Sicilia (edizioni Nord, gruppo Gems) è al secondo posto della top ten dei libri più venduti nel 2019 (250 mila copie da maggio, quando è uscito), tallonando per un pugno di copie Il cuoco dell’Alcyon di Camilleri e sorpassando i re delle classifiche, tra cui Gianrico Carofiglio, Fabio Volo, Elena Ferrante (che sono però usciti da poco).
[…]
Che effetto le fa stare in vetta con Camilleri?
«È stato perme un maestro.Dopo la sua morte, alcuni detrattori, i soliti leoni da tastiera, hanno scritto che era un autore mediocre. M iè dispiaciuto. Con buona pace di chi fa lo snob, sono sicura che da qui a cinquant'anni sarà studiato nelle università. Accadrà come per Sciascia, la cui grandezza è stata capita a distanza di anni. Camilleri ha raccontato una Sicilia diversa, atipica, una terra mitizzata ma concreta. Credo che La stagione della caccia sia uno dei suoi libri più belli. A tutta quella gente che lo attacca dico: signori toglietevi gli occhiali e leggete senza pregiudizi».
[…]
Raffaella De Santis
 
 

 


 
Last modified Saturday, November, 06, 2021