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RASSEGNA STAMPA

APRILE 2021

 
Repubblica Tv, 3.4.2021
Enrica Fico racconta il suo Michelangelo Antonioni: "Era un uomo curioso"

"Michelangelo andava al cinema ogni giorno, non gli piaceva quasi nulla ma era curiosissimo e soprattutto amava il popolo del set, erano la sua famiglia". Enrica Fico, moglie di Antonioni, lo racconta in un backstage dal set di 'Al di là delle nuvole', in uscita a settembre. Tra aneddoti e curiosità Fico svela che il regista "amava il thriller, adorava Montalbano e si sarebbe divertito moltissimo con le serie tv, ne avrebbe sfruttato al massimo la tecnica produttiva e il linguaggio per raccontare le storie che amava".
Intervista e video di Rocco Giurato
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.4.2021
Italo Mennella
Turismo senza idee la Sicilia rischia il deserto

[...]
In una Taormina chiusa per Covid per la seconda Pasqua consecutiva è un quadro a tinte fosche quello che traccia Italo Mennella, 79 anni, una quarantina dei quali trascorsi a gestire alberghi
[...]
Almeno ci aiutano le serie tv, da Montalbano a "Makari"?
«Montalbano è stato il primo promoter della Sicilia in questi anni.
Il riscontro della tv è ottimo, ha un grande impatto ma anche in questo caso le film commission siciliane non lo hanno capito o comunque non hanno saputo fare bene il loro lavoro».
[...]
Gioacchino Amato
 
 

Quaderni camilleriani, 5.4.2021
Comunicato
Quaderni camilleriani volume 14

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato il quattordicesimo volume, curato da Giuseppe Marci: https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-14/.
Si intitola Tra letteratura e spettacolo e propone le Testimonianze di Marino Biondi, e Luca Crovi.
Nella sezione Saggi, Simona Costa si occupa della Biografia del figlio cambiato; Costanza Geddes da Filicaia affronta lo studio dei ‘romanzi italiani’ e Sabrina Borchetta si sofferma sulle figure di Pavese e Pound, rappresentate da Camilleri in Conversazione su Tiresia.
Nella quarta di copertina, Marino Biondi rende omaggio allo stile letterario di Camilleri: “Era un virtuoso della tastiera del racconto, qualsivoglia tastiera avrebbe saputo armonizzarla, trarne il suono, individuale e comunitario, della narrazione. Bastava che aprisse bocca perché ne uscisse, come da una sorgente, il fiume del racconto”.
 
 

I teatri alla radio, 5.4.2021
Le regie di Camilleri – L'uomo e la sua morte, 1a parte
Opera di Giuseppe Berto in onda su Radiotre nel 1962 con la regia di Andrea Camilleri. I protagonisti erano Turi Ferro, Roberto Herlitzka, Ennio Balbo, Cesarina Gherardi e Mila Vannucci.


 
 

I teatri alla radio, 6.4.2021
Le regie di Camilleri – L'uomo e la sua morte, 2a parte
Si conclude l'opera di Giuseppe Berto in onda su Radiotre nel 1962 con la regia di Andrea Camilleri. I protagonisti erano Turi Ferro, Roberto Herlitzka, Ennio Balbo, Cesarina Gherardi e Mila Vannucci.


 
 

I teatri alla radio, 7.4.2021
Le regie di Camilleri - La donna dai capelli tinti e L'innocenza di Camilla, 1a parte
Un romanzo breve di Massimo Bontempelli diretto da Andrea Camilleri per Radiotre nel 1962 con Lia Zoppelli e Gianrico Tedeschi nei ruoli dei protagonisti e una commedia dello stesso autore diretta sempre da Camilleri per Radiotre nel 1961.


 
 

elDiario, 7.4.2021
Noticia servida automáticamente por la Agencia EFE
Llega el comisario Collura de Camilleri, que publicó en prensa por entregas

Madrid - Andrea Camilleri, el desaparecido maestro italiano de la novela negra contemporánea, publicó en sus inicios en prensa por entregas una historia protagonizada por el comisario Vincenzo Colurra, una obra peculiar dentro de su trayectoria que llega ahora a las librerías en español.
"Los casos del comisario Collura" es el título de esta novela editada por Destino, que explica que se trata de un homenaje a los grandes del género negro con un personaje a quien Camilleri ya imaginó en sus inicios como escritor en el momento de crear al inmortal Montalbano.
La novela se publicó por entregas en el periódico italiano "La Stampa" durante un verano y, gracias a los lectores, pudo llegar también a las librerías.
Camilleri (Sicilia, 1925-Roma, 2019) homenajeó aquí a los grandes de la literatura de misterio, como Georges Simenon o Agatha Christie, explica la editorial.
Como en tantas de sus novelas, un avezado investigador deberá dar con el culpable en un entorno, un crucero, repleto de sospechosos, en una mezcla entre "Muerte en el Nilo" y "Diez negritos".
Tras resultar herido en un tiroteo, el comisario de policía Vincenzo Collura, conocido como Cecè, acepta encargarse de la seguridad de un crucero que surca las tranquilas aguas del Mediterráneo para reponer fuerzas, mientras se recupera de sus heridas. Sin embargo, al poco de embarcar, una serie de extraños acontecimientos convertirá sus días de placer en una investigación de largo recorrido.
Cecè Collura es también un homenaje a Salvo Montalbano, ya que, como explicó el autor en su momento, era el nombre que pensó inicialmente para su inmortal investigador y, aunque al final fue descartado, cobró vida en esta novela.
(EFE)
 
 

I teatri alla radio, 8.4.2021
Le regie di Camilleri - L'innocenza di Camilla, 2a parte
Prosegue l'ascolto della commedia di Massimo Bontempelli diretta da Andrea Camilleri per Radiotre nel 1961 con protagonisti Alberto Lionello, Fulvia Mammi, Gianrico Tedeschi, Franca Tarantini, Mario Chiocchio e Giustino Durano.


 
 

Linkiesta, 8.4.2021
Blog. L'ambulante
Senza Andrea Camilleri tra paura e pandemia

Andrea Camilleri resta il fidato amico di famiglia di ciascuno di noi. Lo troviamo nel soggiorno di casa nostra a tutte le ore. Dalla finestra si sente in lontananza l’ululato delle sirene d’ambulanza che annunciano i malati di Covid alle terapie intensive. Ieri 7 aprile in Italia se ne registravano 3.683 e non sono noccioline. Come ci sentiamo senza Andrea Camilleri tra paura e pandemia?
MONTALBANO AVEVA PAURA, SI SCANTAVA DI CALARSI NEGLI “ABISSI DELL’ANIMO UMANO”
Il Commissario Montalbano continua a tenerci compagnia in tante sere di questa primavera autunnale. Le sue paure sono le nostre. Come si fa a nascondere la paura in questo clima di incertezza per la salute, il lavoro, la vita, il futuro?
La corsa alle vaccinazioni dopo i rallentamenti a sfavore dei più fragili, l’esasperazione di ristoratori e albergatori sul baratro di una guerriglia civile, la voglia di tornare ad una vita normale, il terrore che il futuro non sia roseo come lo avevamo immaginato.
CAMILLERI, CUSTODE DELLE NOSTRE CHIAVI DI CASA
A Camilleri abbiamo consegnato le chiavi di casa, perché in balia delle onde della pandemia non basta nasconderci dietro la voracità di lettori per sentirci naufraghi acculturati dalle sue storie. Prima del Covid sarebbe stato un vezzo generazionale, oggi è piuttosto lo sforzo per trovare una fede comune nella vita. Neanche il ricordo doloroso di Bergamo tra i mezzi militari con le salme della pandemia può sottrarci questa fede nella vita.
SENZA CAMILLERI TRA PAURA E PANDEMIA
Giovani e meno giovani hanno intravisto nel papà del Commissario Montalbano la spina dorsale retta. Le storie di Camilleri sono imbevute di “sicilianità” e rivivono senza i fronzoli degli odiosi stereotipi. Possono accompagnarci dalle certezze del “piccolo mondo antico” prima del Covid verso le incertezze del domani post-pandemia? Sì, perché l’opera dello scrittore e drammaturgo siciliano ci sostiene nel fare dell’accoglienza uno stile di vita e stare legittimamente alla larga dalla subcultura dell’odio e dell’insulto, ancora più marcata nel tempo dei lockdown a singhiozzo.
LA SCRITTURA E L’EREDITA’ DI CAMILLERI
La scrittura di Andrea Calogero, attraverso la mescolanza linguistica Italo-sicula, si riappropria di un’anima meticcia. In fin dei conti si tratta della struttura portante della vita di Camilleri stesso, dedita al teatro, all’insegnamento, agli anni d’oro all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico in cui la regia era ancora un atto religioso per esplorare l’esistenza umana.
“Fatevi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà” non sono le ultime righe di un testamento. È una lucida e amara consapevolezza che il fidato amico Camilleri ci aveva sussurrato sul divano mentre ci stavamo ubriacando di narcisismo inconsistente, tenendo in mano il bicchiere rotto del falò della vanità social.
LA SIGARETTA DI ANDREA COME QUELLA DI ALDA
La sigaretta di Camilleri mi ricorda quella di Alda Merini: mi rassicurò lo sbuffo, l’odore del tabacco mescolato alla carezza della poetessa in un camerino del Filodrammatici di Milano. Chissà cosa direbbero entrambi su questa dolorosa penombra che ha stravolto le nostre vite. Chiediamolo alle loro opere, la cui luce aveva illuminato le zone oscure di quel che restava della nostra coscienza civile, ma noi eravamo troppo distratti.
Rosario Pipolo
 
 

I teatri alla radio, 9.4.2021
Le regie di Camilleri - L'innocenza di Camilla (epilogo) e La ragione degli altri
Si conclude la commedia di Massimo Bontempelli diretta da Andrea Camilleri per Radiotre nel 1961 per passare all'ascolto dell'opera di Luigi Pirandello, in una versione ridotta per Radiouno nel 1974, diretta sempre da Camilleri con protagonisti Mila Vannucci, Marzia Ubaldi, Umberto Ceriani e Vittorio Sanipoli.


 
 

SardegnaEventi24.it / EJATV, 12.4.2021
IX Seminario sull'opera di Andrea Camilleri
La memoria e il progetto
15/16 aprile 2021

Il IX Seminario sull’opera di Andrea Camilleri si terrà in diretta streaming attraverso i canali di EjaTv il 15 ed il 16 aprile. Il tema per questa edizione sarà “La memoria e il progetto”.
Frutto, come sempre, di un percorso di studio e ricerca che ha coinvolto diversi studiosi. Dal 2014 il Seminario ha assunto una dimensione internazionale, con l’invito di studiosi e traduttori provenienti dall’Europa e dall’America del Sud. Purtroppo, l’attività live del seminario è sospesa dallo scorso anno per i motivi che tutti conosciamo, ma continua l’impegno dell’Università di Cagliari nel portare avanti gli studi sul tema e nello sviluppare un progetto tendente a coinvolgere un numero crescente di docenti e di studenti che sono stati i protagonisti dei sei seminari organizzati dal 2013 fino ad oggi.
 
 

OptiMagazine, 12.4.2021
Mario Incudine: cantautore e mago del teatro, da Domenico Modugno a Camilleri
L'ho conosciuto meglio durante la diretta del Premiato Circo Volante del Barone Rosso e sono rimasto affascinato dalla sua versatilità
Cliccare qui per il video dell'intervista, in cui Mario Incudine parla anche del suo rapporto con Andrea Camilleri

[...] Mi ha raccontato anche “Donna Lionora”, il brano che ha composto usando anche la voce dell’amico Andrea Camilleri, e ho mostrato il video fatto di delicati disegni. [...]
Red Ronnie
 
 

Ufficio Stampa Rai, 14.4.2021
RAI 1 14 APR 2021, 21:20
Su Rai1 una nuova indagine per Montalbano
Luca Zingaretti protagonista di "Salvo amato, Livia mia"

Una nuova serata insieme alle indagini del commissario più amato della televisione. Torna su Rai1, mercoledì 14 aprile, Salvo Montalbano, il personaggio interpretato da Luca Zingaretti, nato dalla penna di Andrea Camilleri, protagonista della serie “Il Commissario Montalbano”, la tv movie collection tra le più acclamate da pubblico e critica. Alle 21.25 andrà in onda il film tv, “Salvo amato, Livia mia”: il cadavere di Agata Cosentino viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale. Si tratta forse di una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo dalla vittima. Il commissario scopre subito che la povera Agata era una cara amica di Livia che l’aveva conosciuta a Genova, dove la ragazza aveva lavorato per un paio d’anni prima di ritrasferirsi di nuovo a Vigàta, assunta all’archivio comunale. Agata, timida e riservata, concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino.
 
 

La Repubblica, 14.4.2021
'Montalbano', arrivano le repliche. Il pubblico ritrova un amico e la Sicilia di Camilleri
Da mercoledì 14 aprile su Rai 1 tornano le avventure del commissario interpretato da Luca Zingaretti. Si comincia con 'Salvo amato, Livia mia'

Un nome che è una garazia di ascolti e qualità. Da mercoledì 14 aprile Rai 1 ripropone le avventure del Commissario Montalbano. Le repliche hanno un pubblico fedele, specie in questo periodo complicato ritrovare l'atmosfera magica della Sicilia di Andrea Camilleri, gli amici di quel commissario dove niente è cambiato, neanche la macchina usata da Luca Zingaretti, è una sicurezza. La squadra formata da Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Fazio) e Angelo Russo (Catarella) è al fianco del nostro antieroe, ancora legato a Livia (Sonia Bergamasco). Ma si sa come andrà a finire...
Si comincia mercoledì, poi dalla prossima settimana Montalbano andrà in onda il martedì. Salvo amato, Livia mia è un episodio recente: quando fu trasmesso il 9 marzo dello scorso anno venne seguito da 9 milioni 377mila spettatori (pari al 39 per cento di share). Zingaretti che firma anche la regia con Alberto Sironi, storico regista della serie, scomparso il 5 agosto 2019. "Subentrando a Sironi" aveva spiegato l'attore "ho pensato essenzialmente al suo stile e non c'è giornata in cui non abbia riflettuto su cosa avrebbero detto lui o Camilleri". Nel tv movie - tratto dai racconti Salvo amato... Livia mia e Il vecchio ladro - il commissario indaga sulla morte di Agata Cosentino (Federica De Benedittis): il corpo viene ritrovato nell'archivio comunale. L'inchiesta si rivela subito complessa, era una ragazza che faceva volontariato, molto riservata. A sorpresa, Montalbano scopre che era amica di Livia. Dal racconto della sua fidanzata capisce che a uccidere Agata può essere stato solo qualcuno che le era molto vicino. Ma allo stesso tempo Montalbano indaga anche su un caso che coinvolge il figlio di Adelina (Ketty Governali), la governante che gli prepara i manicaretti. L'uomo viene fermato da una guardia giurata davanti a una villa, di cui è stata forzata la serratura.
Il 20 aprile sarà la volta di La rete di protezione. A Vigata c'è una gran confusione, una produzione italo-svedese deve girare una fiction e cerca vecchi filmini, per poter ricostruire com'era il paese negli anni Cinquanta. Quando l'ingegnere Ernesto Sabatello si mette a cercare a casa i Super 8 ne trova sei, del padre, girati dal 1958 al 1963, tutti nello stesso giorno e alla stessa ora. Nelle immagini si vede solo il muro di una casa di campagna. Chiede aiuto a Montalbano per risolvere il mistero.
Il 27 aprile è la volta di L'altro capo del filo che intreccia la tragedia dei migranti e l'indagine su un delitto; nel 2019 quando andò in onda ascolti record (oltre 11 milioni di spettatori col 44,9% di share) e social impazziti. Il 4 maggio è previsto Un diario del '43 che lega tre vicende del passato: guerra, emigrazione e ritorni in Sicilia, oltre a un omaggio al dottor Pasquano, interpretato dal grande Marcello Perracchio, scomparso nel 2017.
Il 18 maggio sarà trasmesso La danza del gabbiano in cui Montalbano indaga sulla sparizione di Fazio: in commissariato arriva il padre dell'ispettore, spiegando che non si è presentato all'appuntamento che avevano. La sera prima Salvo aveva chiesto a Fazio di andare al porto. Da allora il cellulare è rimasto spento, la preoccupazione cresce. Il 25 maggio chiude la collana La luna di carta del 2008, in cui il commissario, impegnato a risolvere un delitto, rimane turbato dall'incontro con due donne: la bionda Antonia Liskova, amante dell'uomo ucciso, e la bruna Francesca Chillemi, la ex fidanzata.
Silvia Fumarola
 
 

LaNostraTV.it, 14.4.2021
Montalbano, tradimento fidanzata. L’attrice: “Tutta Italia è con Livia”
Il commissario Montalbano e il tradimento di Livia. L’attrice Sonia Bergamasco: “Tutta Italia è con lei”

Tornerà in onda oggi, mercoledì 14 aprile 2021, in prima serata su Rai1 Il commissario Montalbano, con Luca Zingaretti, che farà compagnia ai telespettatori con un episodio in replica, ‘Salvo amato Livia mia’, già trasmesso con grande successo qualche tempo fa. E in vista del ritorno di Montalbano con puntate in replica, l’attrice che interpreta la fidanzata Livia (Sonia Bergamasco) ha rilasciato alcune dichiarazioni pubblicate sull’ultimo numero del settimanale DiPiùTV, commentando il tradimento di Livia avvenuto nell’episodio in prima visione trasmesso all’inizio di marzo, dal titolo ‘Il metodo Catalanotti’, nel quale Salvo Montalbano si è lasciato andare con un’altra donna.
Livia non era mai stata simpatica al pubblico, adesso invece tutta l’Italia è con lei
ha detto l’attrice.
Montalbano torna in replica. L’attrice della fidanzata Livia: “Camilleri ha voluto ‘distante’ questo personaggio”
Sempre parlando del personaggio da lei interpretato nella fiction Il commissario Montalbano, Sonia Bergamasco su Livia ha dichiarato:
Andrea Camilleri si è divertito a volere un po’ ‘distante’ Livia perché, essendo legata a Salvo, destava gelosie.
“Il fatto che Montalbano, però, si sia innamorato di una donna più giovane e abbia lasciato Livia con una telefonata è stato considerato inaccettabile dai telespettatori” ha aggiunto subito dopo.
Il commissario Montalbano: trama dell’episodio in replica ‘Salvo amato Livia mia’ in onda questa sera
Vediamo ora la trama di ‘Salvo amato Livia mia’, l’episodio in replica de Il commissario Montalbano (che non sfiderà Amici, come si era pensato nei giorni scorsi) che andrà in onda stasera. Nell’archivio del Comune di Vigata viene uccisa una giovane impiegata, ma nessuno sa perché si trovasse lì dato che gli uffici erano chiusi per ristrutturazione. Le indagini portano alla luce la variegata personalità della ragazza, le sue molteplici vite e il legame con Livia, la fidanzata di Salvo Montalbano. Diverse sono le persone sospettate dell’omicidio…
Emanuele Fiocca
 
 

DavideMaggio, 15.4.2021
Ascolti TV | Mercoledì 14 aprile 2021. Montalbano 19.6%, Chi l’ha visto (12.8%) batte Daydreamer (10%). Arranca Game of Games (3.9%), bene Name That Tune (3.2%). Sempre flop Il Punto Z (2.7%)

Nella serata di ieri, mercoledì 14 aprile 2021, su Rai1 la fiction in replica Il Commissario Montalbano - episodio Salvo Amato, Livia Mia – ha appassionato 4.504.000 spettatori pari al 19.6% (Camilleri Racconta: 4.278.000 – 15.7%).
[...]
Mattia Buonocore
 
 

La Stampa, 15.4.2021
Lato Boralevi
Salvo amato, 4 milioni e mezzo

Nell’acqua scura davanti a Vigata, un braccio virile si alza e si abbassa in un crawl perfetto. Inchiodati davanti alla tivvù, in 4 milioni e mezzo lo stanno a guardare.
È successo sulla Rai Uno di Stefano Coletta ieri sera.
Replica di Montalbano (a me pare la seconda volta, cioè la terza in totale, ma magari sbaglio). “Salvo amato, Livia mia”.
Serata vinta.
Vince sempre e comunque, Montalbano. Vince quando l’episodio è nuovo e quando è vecchio. Vince in aprile e in estate. Vince e stravince.
Di certo, di quei 4 milioni e mezzo di italiane e italiani seduti davanti a Rai Uno, la gran parte, “Salvo amato, Livia mia”, l’aveva già visto.
E di certo, aveva visto l’ultimo episodio della nuova serie, dove si vede Salvo che Livia sua, così gentile e paziente, dopo oltre un decennio, la lascia per telefono, avvinto da una ragazza che, invece, la sua vita la tiene in mano da sé.
Quindi, i 4 milioni e mezzo di spettatori, ieri sera, hanno dovuto fare anche una operazione di reset. Hanno verificato con immediatezza che l’episodio era vecchio. Ma ci sono rimasti incollati.
Ho già analizzato, in questo Lato, le ragioni per cui, secondo me, il personaggio di Montalbano è irresistibile. In breve: macho ma gentile, coraggioso ma riflessivo, sensuale ma onesto, fedele alle amicizie e capace di umanità. Un uomo diritto.
Un modello di maschio di qualche decennio fa, lievemente incipriato dal nuovo gender fluid.
Ma quello che a me pare davvero interessante, è il codice della narrazione. Mèlo.
E l’ambientazione.
Basta accendere Montalbano, e ci si trova a camminare in una Sicilia blu e oro, di pietre magnifiche e di panorami senza orizzonte, soli, con i protagonisti. Perché la geniale invenzione del regista fu proprio cancellare il resto del mondo. A Vigata, abitano e si mostrano solo e soltanto i personaggi di Camilleri. Le vie sono deserte, le case vuote.
Un altrove dove lo spettatore viene inglobato.
E allora, cosa c’è di meglio di un altrove, dove potersi rifugiare? Ora che il mondo reale dove abitiamo ci pare un pavimento scivoloso?
Sono certa che anche la quinta replica di “Salvo amato, Livia mia” vincerà la serata.
E bravo Direttore Coletta. Occorre anche saper respirare lo spirito del momento.
O no?
Antonella Boralevi
 
 

de Lagarde, 15.4.2021
Montalbano: Italiaanse detective naar Netflix

De tv-bewerking van de boeken van Andrea Camilleri is al decennialang te zien op de Italiaanse televisie.
Eind deze maand voegt Netflix een aantal nieuwe afleveringen van Inspector Montalbano (Il commissario Montalbano) toe aan het aanbod. De serie is al sinds het einde van de jaren negentig te bekijken op de Italiaanse televisie, waarbij elk seizoen bestaat uit twee of vier afleveringen met de speelduur van een film. Luca Zingaretti geeft in het drama gestalte aan Salvo Montalbano, een agent die misdaden oplost in een fictieve provincie van Sicilië. De tv-serie werd voor het grootste gedeelte opgenomen in de zuidelijke provincie Ragusa. Montalbano is een bewerking van de boeken van de in 2019 overleden Andrea Camilleri. Gedurende de eerste veertien seizoenen was de regie in handen van Alberto Sironi, die echter ook in 2019 overleed, waarna Zingaretti zelf de regie overnam.
De nieuwe afleveringen van Montalbano verschijnen 28 april op Netflix.
Tom van Steensel
 
 

Università degli Studi di Cagliari, 15-16.4.2021
IX Seminario sull'opera di Andrea Camilleri
La memoria e il progetto






 
 

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro, 16.4.2021
“Non ci vedo ..Ma ci credo”

Uno spazio settimanale creato per confrontarsi su tematiche sociali ,culturali, e far conoscere ogni aspetto della disabilità visiva .
Questo venerdì 16 aprile ,lo dedicheremo alla
“Vita che prende forma tramite la Narrazione ed in particolare il saper raccontare l’umanità di Andrea Camilleri”
Dall’idea di Luciana Loprete
Modera Antonella Mascaro
Intrattenimento musicale di Karol Grazia Mascaro
Intervengono:
- Prof. Giuseppe Fabiano [con un intervento su Andrea Camilleri]
- Prof.ssa Rosanna Fabiano
 
 

La Repubblica - Robinson, 17.4.2021
Invito in edicola con delitto
“I Grandi Investigatori” è la nuova collana dedicata ai protagonisti più amati del crimine. Sedici titoli gratuiti, ogni sabato e domenica con il nostro giornale per riscoprire i classici di ieri e di oggi. Da Miss Marple a Petra Delicado, da Maigret a Montalbano

"La vita ha una trama pessima, preferisco scrivere gialli". Pare che Agatha Christie abbia risposto così a chi le chiedeva della sua passione per intrighi e delitti. Forse è per questo che i gialli negli ultimi mesi hanno dominato le top ten più del solito, perché la quotidianità in questa fase stressata dal Covid scarseggia di plot avvincenti. Ora Repubblica lancia la collana I Grandi Investigatori dedicata ai protagonisti più amati dei classici del crimine di ieri e dei nostri giorni: 16 libri gratuiti che usciranno in edicola il sabato e la domenica. Il debutto è sabato 24 con il racconto Doppia indagine di Andrea Camilleri, dove incontriamo un Montalbano giovane e baldanzoso.
Che siano frequentatori di bettole o bistrot, tipi stilosi o di modestia impiegatizia, i detective letterari vivono di abitudini proprie che diventano tic identitari, dal birdwatching di Miss Marple al calvados di Maigret. Miss Jane Marple fa la sua apparizione all'inizio degli anni Trenta con un vestito di broccato nero mettendosi subito a indagare sui misteri del suo noioso villaggio inglese, apparentemente tranquillo. Curiosa come poche si inventa investigatrice un po' per combattere la monotonia un po' perché non c'è sfumatura dell'animo umano che le sfugga. Se oggi esiste una tosta come Petra Delicado, la dura ispettrice della Policía di Barcellona inventata da Alicia Giménez-Bartlett, è anche grazie alla vecchia Miss Marple. Un giorno Agatha Christie aveva perfino ipotizzato di farla incontrare con Poirot, poi visti i temperamenti ci ripensò: "Quell'egocentrico di Poirot non gradirebbe di farsi dare delle lezioni da un'anziana zitella come Miss Marple". Ma forse sarebbe stata Marple a non gradire quell'ometto con la testa a uovo e i baffi enormi.
Vale la pena leggere per la prima volta o rileggere per puro godimento questi libri e infine sentirsi liberi di scegliere, decidere se dare credito a quel burbero affascinante del commissario Maigret o al british Sherlock Holmes, elegante anche quando estrae la siringa dal suo astuccio di marocchino. Tra gli investigatori di oggi, il più politicamente scorretto è il vicequestore Rocco Schiavone, creato da Antonio Manzini, e come gli altri consacrato dal successo dello schermo, che ha reso indimenticabile anche il bonario Padre Brown interpretato da Renato Rascel. Ma forse l'antieroe disincantato più umano di tutti è Pepe Carvalho, investigatore buongustaio e donnaiolo che Manuel Vázquez Montalbán fa girare in una Barcellona ancora piena di botteghe e taverne. Ed è questa atmosfera provinciale, il calore della combriccola pettegola, il segreto del successo de I vecchietti del BarLume di Marco Malvaldi, sideralmente distante dalle inquietudini nordiche che impegnano il commissario svedese Kurt Wallander di Henning Mankell.
In chiusura un grande classico: La lettera rubata di Edgar Allan Poe, racconto di straordinario ingegno molto amato da Freud. A conferma che i gialli sono congegni psichici che rivelano molto di quello che siamo.
Il calendario delle uscite
24 aprile. Andrea Camilleri, Doppia indagine (Commissario Montalbano)
[...]
Raffaella De Santis
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 18.4.2021
La “Palermo male” che ha tradito una generazione

La "Palermo male" di Vincenzo Profeta si presenta come un pamphlet molto politicamente scorretto, eretico, blasfemo, costruito ad arte per demolire il perbenismo di una società descritta nel pieno della propria inarrestabile decadenza. Profeta, alla maniera del Laboratorio Saccardi, l'iconoclasta collettivo artistico di cui è stato fondatore, non risparmia niente e nessuno nelle sue spietate invettive («Ragioni storico-geografiche hanno trasformato il Sud in un luogo di venduti e parassiti sociali…»), fustiga la letteratura e l'arte, i social media, la televisione, l'intrattenimento nazionalpopolare: Camilleri, per esempio, è «l'uomo che ha creato una mitologia turistica per scimmie ammaestrate», e via dicendo.
[...]
Roberto Giambrone
 
 

L'Espresso, 19.4.2021
I grandi investigatori
Intrighi e misteri in sedici volumi, con Repubblica e L’Espresso dal 24 aprile
Da Miss Marple a Sherlock Holmes, dal commissario Ricciardi all’ispettore Maigret, una collezione gratuita dedicata ai più amati protagonisti del giallo

Il commissario Montalbano sono! Chi non conosce questa celebre frase di Andrea Camilleri, parte ormai del patrimonio culturale italiano? A pronunciarla è Salvo Montalbano, commissario di polizia frutto della penna dello scrittore siciliano, che svolge le sue indagini nella immaginaria cittadina di Vigata. Un introverso ma ostinato uomo di legge, con un’innata abilità a dipanare misteriosi intrighi. Innata sì, [...]
Michela Pagano
 
 

La Sicilia, 21.4.2021
Mussolini sospese le repliche del “Figlio cambiato” e lo scrittore offeso trascurò di citarlo al conferimento del Nobel, ma non ci fu nessuna presa di distanza dal regime
Pirandello, fascista dal cuore devoto

In una video intervista del 2004 rilasciata al giornalista Felice Cavallaro, lo scrittore Andrea Camilleri affermò che nel dicembre 1934 Luigi Pirandello, nel corso della cerimonia in cui gli venne assegnato il premio Nobel, non fece alcun discorso ufficiale per non dover citare Mussolini e il fascismo. E questo perché Pirandello «nel ’34 era ben diverso dal Pirandello che dieci anni prima, proprio nel ’24, in pieno marasma dovuto al delitto Matteotti, aveva chiesto l’iscrizione al Partito fascista. Le sue idee erano ben lontane dal fascismo ormai».
L’ipotesi di Camilleri è suggestiva quanto campata in aria, smentita com’è dalla militanza politica di Pirandello, che alla data del 1935 registra episodi significativi: approvazione della guerra contro l’Etiopia, accettazione del ruolo della guardia d’onore al Palazzo delle Esposizioni, offerta della medaglia del Nobel e altri oggetti in oro contro le “inique sanzioni”. Premesso che Pirandello in occasione del Nobel non era obbligato a citare Mussolini e il fascismo, forse è più credibile affermare che il 10 dicembre 1934 il supposto “silenzio” del drammaturgo era il retaggio dell’amarezza procuratagli da Mussolini nella primavera di quello stesso anno, quando il Duce fece ritirare dal cartellone del Teatro dell’Opera di Roma l’opera musicale di Gian Francesco Malipiero “La favola del figlio cambiato”, sul libretto dell’artista agrigentino. Era successo che nel novembre del 1933 Leopoldo Zurlo, nella sua qualità di addetto alla censura degli spettacoli teatrali, aveva riscontrato nel libretto di Pirandello alcuni passi che potevano essere interpretati come un invito a mancare di rispetto ad ogni forma di autorità. Dopo essersi consultato con Mussolini, Zurlo, tenendo conto che Pirandello intratteneva buoni rapporti con il fascismo e godeva fama internazionale, gli aveva proposto la cancellazione dei passi incriminati. Cancellazioni accettate da Pirandello. E così “La favola del figlio cambiato” andò in scena e fu portata in tournée in molte città d’Europa. Nel gennaio del 1934 però l’opera incappò nella censura nazista e fu cancellata dal tour tedesco a causa della storia del bimbo brutto e nero figlio di una nazione cultrice della pura razza ariana, giudicata oscena e potenzialmente «sovvertitrice e contraria ai principi dello Stato popolare tedesco».
Il 24 marzo del 1934 il Teatro dell’Opera di Roma ospitò la “prima” italiana della “Favola del figlio cambiato”. Mussolini, presente allo spettacolo, alla fine del primo atto espresse la sua approvazione con un applauso, poi però il resto della messa in scena fu fischiato dai fascisti presenti in sala, influenzati dai successivi segni di disapprovazione manifestati dal Duce, che fece rimuovere l’opera dal cartellone.
Pirandello nel chiedere i motivi dell’annullamento delle repliche, scrisse direttamente a Mussolini, ma si dovette accontentare di una breve nota redatta dal segretario particolare del capo del Governo in cui si leggeva: «In seguito sua richiesta il Duce mi incarica di comunicarle che ha proibito ulteriori rappresentazioni del “Figlio cambiato” perché così gli è parso». Pochi mesi dopo l’accademico d’Italia Pirandello, probabilmente ancora memore dell’affronto subito, percepito come una «offesa gratuita e brutale», durante la serata del premio Nobel trascurerà di citare Mussolini e il fascismo senza per questo cominciare a prenderne le distanze. Significativo risulta in questo senso il discorso pronunciato da Pirandello il 29 ottobre 1935 al teatro Argentina di Roma, dove il commediografo, esaltato anche dal fatto che Mussolini aveva dato il suo assenso a una antica aspirazione del Nostro, cioè la realizzazione di un teatro di Stato, esprimeva lodi eccessive, servili: «L’opera nostra, [cioè l’impresa contro l’Etiopia] quando sarà compiuta, non risentirà di questa prima accoglienza ostile che oggi le fa il mondo… l’Autore di questa nostra grande opera in atto è anch’egli un Poeta che sa bene il fatto suo. Vero uomo di teatro, eroe provvidenziale che Dio al momento giusto ha voluto concedere all’Italia, agisce, autore e protagonista, nel Teatro dei Secoli; e ogni volta opportunamente sa dire la giusta parola a tutti, la giusta battuta, sia che la sua voce debba essere udita e vagliata oltre i confini della Patria, sia che in Patria parli alle milizie che partono per conquistare al popolo italiano, che ne ha diritto e bisogno, un po’ di terra al sole, o che parli con tanto amore della terra e con tanta umanità agli agricoltori perché non ci lascino mancare il pane quotidiano di cui, ove occorra, sapremo tutti accontentarci; o che parli ai poeti, quando vuole che il popolo sia ammesso al teatro, non certo per assistere a effimeri e vani giuochi scenici, ma per nutrire e ritemprare il suo spirito con opere degne di questi tempi di sensi svegli e di serissimi impegni. Auguriamoci, o Signori, che i provvedimenti già presi e tutti quelli maggiori e più effettivi ancora da prendere, diano presto fondamento e decoro al nostro teatro… e salutiamo intanto, con cuore fedele e con cuore devoto fino all’estremo, il nostro Duce».
Lorenzo Catania
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 21.4.2021
Il teatro Regina Margherita di Racalmuto può riaprire: una storia tra Sciascia e Camilleri
Dopo otto anni di chiusura arriva il nullaosta

Riapre dopo otto anni il Teatro Regina Margherita di Racalmuto. Un piccolo gioiello nel cuore del centro storico, progettato da Dioniso Sciascia, allievo del Basile che aveva resistito dieci anni dopo la prima riapertura. Nel 2003, infatti, venne riaperto dopo quarant’anni di chiusura, inaugurato da Carlo Azeglio Ciampi, allora presidente della Repubblica con la direzione artistica affidata ad Andrea Camilleri.
Nonostante la fortuna delle stagioni, il teatro chiuse subito i battenti nel 2013, anno del commissariamento dopo lo scioglimento per mafia del Comune, perché non rispettava le norme sulla sicurezza. Dopo un lungo braccio di ferro tra Vigili del fuoco e la sovrintendenza di Agrigento, è arrivato il via libera in seguito ai lavori effettuati, a rilento, negli ultimi anni e oggi conclusi con l’amministrazione Maniglia.
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Alan David Scifo
 
 

Quaderni camilleriani, 22.4.2021
Comunicato
Quaderni camilleriani - Volume speciale 2021 - Bibliografia tematica sull’opera di Andrea Camilleri

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato un “Volume speciale 2021”: https://www.camillerindex.it/wp-content/uploads/2021/04/Quaderni-camilleriani-Volume-speciale-2021.pdf
Si intitola Bibliografia tematica sull’opera di Andrea Camilleri ed è opera di Simona Demontis, pioniera degli studi camilleriani con il volume I colori della letteratura. Un’indagine sul caso Camilleri (Rizzoli, 2001).
L’Autrice – che nel corso degli anni ha coltivato una costante attenzione nei confronti dello scrittore di Porto Empedocle, e ha pubblicato numerosi contributi – si cimenta in questa occasione con un compito che così descrive: “Il successo dell’opera di Andrea Camilleri e la sua diffusione all’estero hanno determinato un interesse da parte della critica, specializzata o meno, piuttosto ampio e variegato, in linea con la poliedricità della produzione dello scrittore. Dopo la sua scomparsa sembra utile e opportuno ordinare questo vasto e composito materiale, costituito da centinaia di libri e articoli di vario spessore, organizzando tali contributi in maniera organica, in una Bibliografia tematica. Lo scopo è realizzare uno strumento in continuo aggiornamento che, destinato alla condivisione in Rete, sia di valido aiuto alla comunità degli studiosi dell’autore, nonché ai tanti lettori che Camilleri ha saputo raccogliere intorno a sé”.
Il “Volume speciale” che compare nella collana Quaderni camilleriani è, dunque, il primo passo di un’opera destinata a svilupparsi nel tempo con successivi aggiornamenti che saranno messi a disposizione degli studiosi e dei lettori, utilizzando le opportunità e i vantaggi offerti dal formato elettronico.
 
 

Cruzeiro do Sul, 23.4.2021
As camadas de um gênio

E lá vou eu falar de novo sobre o Andrea Camilleri, escritor italiano de narrativas policiais e uma das paixões literárias aqui de casa. Digo “aqui de casa” porque a Patrícia conhece a fundo as peripécias do comissário Montalbano. E esperamos que o João Pedro mantenha a chama da devoção acesa.
Não se assustem. Vocês não lerão um texto de análise literária. Na verdade, o Camilleri vai servir muito mais de gatilho para umas coisas que quero dizer. Mas eu preciso dar aquela contextualizada de praxe. Tenham paciência.
Os contos e romances policiais de Camilleri trabalham a partir da repetição do pano de fundo. Montalbano é comissário de polícia numa cidadezinha siciliana. Namora Livia, que mora em outra cidade. Seus auxiliares são figuraças. Montalbano e sua trupe precisam lidar com crimes de todos os tipos. Os pesados e os cômicos. Os passionais e os promovidos pela máfia. Corrupção fria e assassinatos cometidos no calor da hora. O leitor sempre encontrará humor e gastronomia de primeira. Acreditem: o resultado é um milagre. Camilleri vicia.
Pensei bastante no Camilleri nos últimos dias. E pensei por vários motivos. Já aconteceu com vocês? Essa história de uma figura despertar pensamentos bem diferentes entre si? Vou tentar explicar o que aconteceu comigo.
Já passei faz bastante tempo da fase de responder à pergunta “o que você quer ser quando crescer?” Estou contente com a vida que levo. Digamos que pensei no Camilleri como complemento neste quesito. É que gastei quase duas horas vendo, no YouTube, algumas entrevistas que ele deu poucos anos atrás. O cenário era a biblioteca da casa dele. Vejo um senhorzinho de voz professoral falando a respeito de Simenon. Baita aula sobre as engrenagens do romance policial. Pensei: quero envelhecer como o Camilleri. Não é pouca coisa chegar à casa dos 90 com a cabeça fresca e com o humor afiado.
Deixei para explicar o lance do Camilleri como complemento neste parágrafo. Não quero encavalar as coisas. O Camilleri como complemento funciona assim: quero continuar professor, mas não seria ruim se eu tivesse talento para escrever histórias policiais como as do Camilleri. Uma atividade não excluiria a outra. E nem é uma questão financeira. É mais pelo desafio intelectual. Acho que faz bem para a mente bolar histórias engenhosas e engraçadas.
Isso me leva para outro pensamento a respeito de Camilleri. Agora vou falar de algo mais literário. Não serei árido. Não sei se já aconteceu com vocês, mas comigo acontece de vez em quando: perceber quando um autor teve genuíno prazer ao escrever algo. Não ter prazer na hora de escrever não significa que o resultado será necessariamente ruim. Por exemplo, não consigo imaginar Graciliano Ramos deleitando-se com a elaboração de “São Bernardo”, mas consigo imaginar Nelson Rodrigues vibrando na hora de escrever “Asfalto Selvagem”.
Bom, se tem um autor que deixa evidente o prazer da escrita é o Camilleri. Sujeito de sorte. Uma das grandes sortes nesta vida. Ou não? Prazer autêntico na hora de exercer um ofício. Pensem em como são raras as pessoas atingidas por essa dádiva. Paro por aqui neste quesito. Não quero descambar para um papo de coach.
Outro pensamento motivado por Camilleri: a narrativa policial como lente para entender a sociedade. Já cansei de dizer aqui que a boa narrativa policial é entretenimento e bisturi ao mesmo tempo. Camilleri mostra as delícias e as misérias italianas. Poucos autores mostram tão bem os mecanismos do crime organizado. Fico imaginando esse jeitão de ver as coisas aplicadas ao Brasil.
Material não falta, infelizmente. Torçamos para um Camilleri aparecer por estas bandas.
Nelson Fonseca Neto
 
 

La Repubblica, 23.4.2021
Con Repubblica il delitto non è mai perfetto
Ogni sabato e domenica il giornale regala ai lettori la collana in sedici volumi dedicata ai grandi detective. Si comincia con il commissario Montalbano di Andrea Camilleri e Miss Marple di Agatha Christie

«Quello che cerco è che le persone leggano, mi leggano. Perché, quando mi leggono, significa che non mi sono sbagliato troppo sull'uomo». Così Georges Simenon chiariva a Francis Lacassin, in un'intervista del 1969, i suoi scopi e desideri di romanziere. Al centro della sua scrittura metteva l'invenzione del personaggio, quell'«entrare completamente nei suoi panni» che era in grado di rendere un carattere fittizio credibile, così credibile da farne, per il lettore, un compagno, un complice, un modello, un confidente. L'inventore del Commissario Maigret sapeva d'essere riuscito, grazie all'enorme successo dei suoi libri, nell'impresa. Ma l'intuizione vale per tanti altri autori che si sono cimentati nel giallo e nel noir, facendone, dall'Ottocento ad oggi, uno dei generi più amati e scegliendo un investigatore, o un'investigatrice, come catalizzatori della trama e spesso come spunto di riflessione su vizi e virtù di una società.
Per divertirsi con il giallo, mettendosi nei loro panni, arriva ora, in regalo per i lettori di Repubblica, una collana in sedici volumi dedicata proprio a "I grandi investigatori": sedici storie che hanno per protagonisti le sue figure iconiche, in tutte le diversissime forme che la penna talentuosa degli scrittori ha fatto loro assumere.
Sono golosi o ascetici, scontrosi o gioviali, giovani e vecchi, maschi e femmine, ma tutti guidati da quella capacità speciale e spesso scomoda di sapere leggere, oltre la superficie delle maniere e delle ipocrisie di classe, la vera natura del Male e di chi lo fa. Si comincia domani con il Maestro Andrea Camilleri e il suo amatissimo commissario Montalbano. Sarà un piacere scoprirlo o riscoprirlo protagonista in Doppia Indagine, tornare ad accomodarsi insieme a Salvo davanti al mare, cercando il bandolo della matassa di un caso complicato, godersi le messe in scena che, da abilissimo teatrante, Camilleri fa compiere a ogni comprimario di quella grande commedia, o tragedia, chiamata Sicilia.
[...]
Se c'è un punto in comune tra autori e storie così diversi e lontani nel tempo e nello spazio è proprio la capacità di aver dato una forma all'inquietudine, seguendo la lezione del grande Allan Poe con la cui Lettera rubata si chiude la collana. Una forma riconoscibile, quella dell'indagine su un delitto, su un crimine, che nei casi migliori diventa grande letteratura liberandosi dallo stigma di essere puro intrattenimento.
«Oggi — spiegava Andrea Camilleri a Carlo Lucarelli — non interessa tanto chi ha ucciso, ma perché ha ucciso». Godetevi, quindi, le risposte a 16 ottimi "perché?".
Lara Crinò
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 23.4.2021
Il racconto
Luci a Racalmuto riapre il teatro amato da Sciascia
Lo scrittore ambientò al "Regina Margherita" diverse pagine dei suoi libri: qui vide "i migliori spettacoli della sua vita"
L'inaugurazione nel 1880, la stagione di Camilleri e la lunga chiusura: ora c'è l'agibilità

Si rialza il sipario. Il teatro di Racalmuto torna a vivere, a respirare, a risuonare di note e parole. Dopo anni di lavori lunghi e tormentati la commissione di vigilanza di Agrigento dà il via libera per riaprire il "Regina Margherita". Ci sono voluti quasi vent'anni da quel 14 febbraio del 2003, quando il piccolo teatro amato da Leonardo Sciascia è stato inaugurato per dotare la struttura di tutte le misure di sicurezza e delle certificazioni necessarie.
Ora il teatro è agibile, si può aprire. Una scommessa vinta da tutta la città che attendeva di rivedere le luci accese in quel palcoscenico storico che fa parte ormai dei luoghi del mito e della letteratura siciliana. Grazie sicuramente a Leonardo Sciascia, lo scrittore nato qui cento anni fa, che in questo teatro ha visto «gli spettacoli più belli » e per il quale si mobilitò, nei primi anni Ottanta, affinché il "suo" teatro tornasse a vivere. L'incantesimo si è spezzato in questa primavera di pandemia che vede ancora tutti i teatri con le luci spente. La metafora di una speranza siciliana che parte dal teatro di Racalmuto, in attesa di una nuova stagione.
Un teatro portato a nuovo grazie al lavoro delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute sin dal 2003 quando, dopo quarant'anni di chiusura, il suo cuore è tornato a battere. Con Andrea Camilleri impegnato in prima fila che accettò di dirigere, con il regista Giuseppe Dipasquale, la prima stagione artistica.
Era il 9 novembre del 1880 quando, con il " Rigoletto" di Verdi, il teatro apriva i battenti. In scena la compagnia di Argenide Innocenti. Sul palco d'onore, accanto agli amministratori, il senatore del Regno Francesco Paolo Perez, già ministro dei Lavori pubblici, che si complimentò con il progettista, l'architetto agrigentino Dionisio Sciascia, allievo della scuola del Basile, che progettò anche il teatro " Pirandello" di Agrigento.
Il teatro racalmutese riproduce in piccolo le linee del Massimo di Palermo: «Dopo il 1860 – scrisse Sciascia – il paese aveva avuto amministratori non solo onesti ma anche di illuminismo illuminati». I lavori iniziarono nel 1870 grazie a quella borghesia colta che fece di tutto per avere nel paese un piccolo gioiello dell'architettura ottocentesca.
Annesso alla sede del municipio, ospitato nell'ex monastero di Santa Chiara, il teatro ha poco più di 250 posti, due ordini di palchi e una struttura da teatro all'italiana. Autore degli stucchi è il palermitano Giuseppe Carta che dipinse anche il sipario che raffigura i "Vespri siciliani". Quel sipario che Sciascia vide, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, «squarciato ed ammuffito». Ne scrisse sull'Espresso raccontando quel suo ritorno al teatro che lo incantò da ragazzo: «In quel teatro – incantevole di stucchi, ori, velluti, allegorie e luci – ho visto il più bel teatro della mia vita: teatro d'opera e di prosa, dal Barbiere di Siviglia al Così è ( se vi pare)… Più dentro un teatro, mi è parso di trovarmi dentro una delle carceri di Piranesi… il velluto rosso dei palchi è a brandelli; stucchi e affreschi cascanti e corrosi; quinte e scenari macerati d'umidità e di escrementi; macchine sceniche scadute; il palcoscenico fradicio ed insicuro… Volevo andare verso i camerini, che ricordavo fitti di scritte e firme… c'era il pericolo di finire là dove, nell'annuale rappresentazione del Mortorio del Cavaliere d'Orioles, finiva nell'ultima scena di Giuda Iscariota: quando la botola si apriva ad inghiottirlo nella dannazione, nell'inferno». Come accadde ad Antonio Patò raccontato da Andrea Camilleri che per il suo romanzo La scomparsa di Patò s'ispirò ad un fatto realmente accaduto a Racalmuto, al teatro "Regina Margherita". Ne parla anche Sciascia nelle ultime pagine di A ciascuno il suo, riportando quel detto popolare «Spirì comu a Patò ‘ni lu Mortoriu» a indicare misteriose scomparse di persone o di oggetti.
Un teatro che è luogo di letteratura, dunque, tappa di tanti turisti e viaggiatori alla ricerca dei luoghi di Sciascia lungo la " strada degli scrittori". Qui lo scrittore scopre l'amato Luigi Pirandello vedendo, tra il 1933 e il 1934, il film Il fu Mattia Pascal interpretato da Marcel L'Herbier. Un luogo che accese in lui la passione per il cinema: «Fin oltre i vent'anni – scrisse – sognai di fare il regista, il soggettista, lo sceneggiatore». E lo fece a ventidue anni, nel 1943, mettendo in scena, nelle vesti di regista accanto all'amico di sempre, Aldo Scimè, I nostri sogni di Ugo Betti. Uno spettacolo realizzato da un gruppo di giovani racalmutesi per raccogliere fondi destinati ai loro coetanei impegnati sul fronte russo.
Raccontò questo teatro in tante pagine dei suoi libri, da Gli zii di Sicilia e Fatti diversi di storia letteraria e civile: «Era un vecchio teatro, e ce ne andavamo sempre in loggione. Dall'alto, al buio, passavamo due ore a sputare in platea, ad ondate, con qualche minuto di intervallo, tra un attacco e l'altro: la voce dei colpiti si alzava violenta nel silenzio – le mamme puttane… Quando nel film c'erano scene d'amore cominciavamo a soffiar forte, come in preda a un desiderio incontenibile, o facevamo quel rumore di succhiare lumache, che voleva essere il suono dei baci». Sembra una delle scene di "Nuovo Cinema Paradiso". Ed è invece un passo del racconto La zia d'America.
Pagine che hanno spinto Andrea Camilleri ad avvicinarsi a questo luogo, «Questo teatro io l'ho amato attraverso le parole di Sciascia – disse lo scrittore quando accettò il ruolo di direttore artistico – la sua chiusura gli faceva male, perché credo che Leonardo attribuisse al teatro l'importanza che tutti riconosciamo».
Toccò a Camilleri accompagnare l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che venne a Racalmuto proprio nel 2003 per inaugurare il teatro che era stato riportato all'antico splendore da Antonio Foscari. Dopo Ciampi, passò tra questi palchi, nel maggio del 2009, anche Giorgio Napolitano, alzando lo sguardo alla volta che riproduce l'Apoteosi di Apollo. Dopo Camilleri e Dipasquale, le stagioni teatrali furono firmate da Fabrizio Catalano, il regista nipote di Sciascia. Poi le luci si sono spente, in attesa dell'agibilità definitiva arrivata in questi giorni.
Salvatore Picone
 
 

Ufficio Stampa Rai, 26.4.2021
RAI 1 27 APR 2021, 21:25
Torna "Il Commissario Montalbano" su Rai1
Luca Zingaretti nell'episodio "La rete di protezione"

Martedì 27 aprile alle 21.25 Rai1 ripropone l’episodio de “Il Commissario Montalbano” dal titolo La rete di protezione, tratto dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri. Luca Zingaretti nei panni del commissario più amato d'Italia si ritrova a dover risolvere un nuovo e strano enigma. L’ingegner Sabatello porta a Montalbano alcuni filmini super8 girati per decenni dall’ormai defunto padre che raffigurano sempre la stessa cosa: l’inquadratura fissa di un muro. Il commissario intuisce che non si tratta solo di un fatterello bizzarro, ma che dietro quelle strambe pellicole si nasconda una remota vicenda dalle tinte tragiche e fosche. Non sarà però solo questo cold case a impegnare il commissario perché, proprio in quei giorni, nella scuola frequentata dal figlio di Augello viene compiuto uno spaventoso quanto incomprensibile attentato. Due individui a volto coperto fanno irruzione nell’istituto, sparano seminando il terrore fra insegnanti e ragazzi e lanciano un loro minaccioso e oscuro proclama. Un nuovo mistero su cui fare luce… e giustizia.
 
 

Mollica istantanee, 27.4.2021

Camilleri sta a Omero come Montalbano sta a Ulisse
Per me fu così che visse lesse e scrisse.


 
 

La Repubblica, 27.4.2021
Il commissario Montalbano Rai 1 - 21.25

La rete di protezione è il Montalbano in replica — andò in onda a marzo 2020 — qui alle prese con un uomo che gli consegna dei video girati dal padre in cui si inquadra sempre, fisso, lo stesso muro. Criptico, ma non per il commissario che dietro a quelle immagini intercetta una storia vecchia, oscura e tragica.
 
 

El País.cat, 28.4.2021
Un nou festí de Montalbano
Edicions 62 publica ‘La xarxa de protecció’, la nova novel·la del comissari sicilià i la primera que Camilleri va dictar

Madrid. Quan se li va concedir el Premi Nobel a Bob Dylan es va produir un intens debat sobre si un bard –no el d'Astèrix, evidentment, però un bard, al cap i a la fi– es mereixia el màxim guardó de les lletres mundials. És indiscutible el pes que el cantautor ha tingut en la cultura del segle XX (i XXI), però una altra cosa és fins a quin punt se'l pot considerar un escriptor. No obstant això, aquest debat obviava una dada essencial: que la literatura va començar de manera oral, que Homer, un dels pares de la cultura occidental, no escrivia els seus poemes, sinó que els cantava i que així es van difondre i van conservar la Ilíada i l'Odissea. A principis del segle XX, investigacions d'antropòlegs van revelar que encara quedaven poetes als Balcans que, malgrat ser analfabets, eren capaços de recitar de memòria llargs cants èpics amb ressons homèrics.
L'oralitat ha arribat fins a nosaltres, creixents consumidors de podcasts i d'audiollibres, com una forma fonamental d'escoltar històries. I aquí continua, completament viva, com demostra La xarxa de protecció (Edicions 62, traducció de Pau Vidal), el llibre número trenta protagonitzat pel comissari Montalbano i el primer que el seu autor, Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925 - Roma, 2019), que havia anat perdent la vista, no va escriure, sinó que va haver de dictar. Camilleri va començar a escriure novel·les força tard: va publicar als 64 anys el primer volum de Montalbano, La forma de l'aigua. Va morir a Roma el 2019 als 93 anys, però per problemes de visió havia hagut de deixar d'escriure fa uns anys, tot i que no va renunciar a explicar les seves històries. Edicions 62 ha anat publicant religiosament cada any un montalbano, però el final definitiu de la sèrie s'apropa. Ja només en queden dos d'inèdits en català, Il metodo Catalanotti i Riccardino.
Cada vegada millor
Es podria pensar que, després de tres desenes de títols, els relats de Montalbano estaven condemnats a anar baixant de qualitat. Tot el contrari. Des de fa anys, els lectors del comissari sicilià comprovem que cada nou llibre és millor que l'anterior, tot i que, cal dir-ho, en els últims temps s'havien anat tornant cada vegada més foscos. No perquè perdessin el sentit de l'humor –mai!–, sinó perquè era impossible que no arribés a l'obra de Camilleri l'Europa egoista i malaurada que el vell escriptor contemplava des de la seva creixent lucidesa.
La xarxa de protecció compleix la primera regla, és una novel·la magistral; però se salta la segona. Potser precisament per l'oralitat, perquè es nodreix de la vella alegria d'explicar, és un llibre especialment lluminós i divertit. No és que no tracti assumptes durs, ni que no hi aparegui aquesta Itàlia salvinesca, que indignava Camilleri; però aconsegueix que una mena de bon humor suri sobre tot el llibre. La novel·la ofereix un gran macguffin –aquest truc de Hitchcock per despistar l'espectador amb una trama secundària– perquè arrenca amb el rodatge d'una pel·lícula sueca, amb un equip que ha envaït l'afable Vigàta. Com tots els montalbanos, després la novel·la ofereix moltes ramificacions, una de les quals és una bonica, inquietant i apassionant reflexió sobre els secrets que una família amaga en el seu passat.
Com menys s'expliqui de la trama, molt millor. Es pot avançar, això sí, que és un llibre especialment gustós perquè Camilleri para una notable atenció en el menjar: ofereix un desplegament de gastronomia siciliana per contrarestar les receptes nòrdiques que intenta introduir la troupe cinematogràfica. El menjar és un element essencial per a Montalbano, que es passa el dia pendent dels festins a la Trattoria di Enzo i del que l'Adelina li hagi deixat a la nevera, però aquí simbolitza més que mai la saviesa del Mediterrani, que Camilleri ha sabut transmetre als seus personatges i, en un regal que no podrem agrair-li mai prou, als seus lectors.
Guillermo Altares
 
 

Il Messaggero, 28.4.2021
Montalbano batte Real Madrid-Chelsea: il commissario conquista il 20.4% di share. Ecco gli ascolti tv

Il Commissario Montalbano, trasmesso ieri da Rai1, è stato il programma più seguito delle prima serata televisiva di martedì. L'episodio della serie "La Rete di Protezione" ha registrato 4.707.000 spettatori e il 20.4% di share.
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Adoxa, 28.4.2021
Montalbano, où est Vigàta exactement ? Les secrets du plateau sicilien

La fiction de Rai1, Il commissario Montalbano, basée sur les romans d’Andrea Camillieri, se déroule dans la ville imaginaire de Vigàta, en Sicile. C’est précisément sur l’île que la série a été tournée, au milieu de paysages à couper le souffle et de lieux d’une rare beauté qui font ressortir toute l’histoire et le caractère unique de la Sicile.
Porto Empedocle, ville natale d’Andrea Camilleri, décédé en 2019, se prête à être la Vigàta imaginaire de Salvo Montalbano (Luca Zingaretti). La maison du commissaire est située à Punta Secca, un hameau de la municipalité de Santa Croce Camerina dans la province de Ragusa et est en fait un B&B. À une courte distance se trouve un phare construit en 1853 par la marine.
M. Camilleri a déclaré dans une interview que Vigàta est né grâce à la collection d’histoires qu’il écoutait dans la cour de l’école qu’il fréquentait étant jeune et que le nom est inspiré de la Licata voisine. Les noms des zones voisines ont également été modifiés pour les besoins de l’histoire.
De nombreuses scènes de la fiction ont été tournées à Ragusa Ibla, le plus ancien quartier du centre historique de la ville de Ragusa, parmi des rues étroites, des temples sacrés et des bâtiments anciens uniques et fascinants.
Les scènes du Commissariato di Vigata ont récemment déménagé à l’hôtel de ville de Scicli. Avec ses lignes baroques, la ville sicilienne est inscrite au patrimoine mondial de l’UNESCO depuis 2002. L’île de Levanza où, Montalbano passe un week-end avec Livia est en fait Lampedusa. La mannara, le lieu où le commissaire enquête dans certains épisodes, est en fait la Fornace Penna qui se trouve à Sampieri, un hameau de Scicli et qui produisait autrefois des tuiles.
Les lieux de la fiction sont maintenant devenus une destination pour les fans et à Porto Empedocle, vous pouvez également trouver une sculpture dédiée au commissaire Montalbano.
Si vous êtes curieux découvrez d’où vient le nom de famille de Montalbano dans notre approfondissement.
 
 

L’Unione Sarda, 29.4.2021
Il progetto. La studiosa Simona Demontis firma una Bibliografia tematica sull'autore
Il composito universo Camilleri ora si trova in rete

Tutto o quasi su un amatissimo scrittore. E' in rete "Bibliografia tematica sull'opera di Andrea Camilleri", la più recente fatica di Simona Demontis, studiosa che firma il "Volume speciale 2021", fratello diverso dei 14 Quaderni camilleriani fin qui editi. «L'autrice - dichiara Giuseppe Marci - direttore della collana, ideatore e compilatore del CamillerIndex - si è assunta il compito di raccogliere e ordinare tutti gli scritti dedicati al creatore del Commissario Montalbano e di tanti altri bei romanzi».
Compendio in divenire
Dunque non un insieme di saggi, ma un'autentica bibliografia tematica. Un compendio in divenire, che potrà in futuro essere corredato di altri interventi e disamine, dato l'interesse che ancora suscita la narrativa di uno scrittore assai più profondo di quanto il suo umorismo possa far pensare. Divenuto cieco nei suoi tardi giorni, l'indomito non ha cessato di ragionare con spirito acuto anche se le sue trame le doveva dettare a una collaboratrice. Simona Demontis si occupa da decenni della sua complessa poetica e già nel 2001 ha pubblicato con Rizzoli il "I colori della letteratura. Un'indagine sul caso Camilleri".
"Riccardino"
Il volume speciale include centinaia di testi, articoli, interviste, in un'articolazione tassonomica che si sofferma sui singoli titoli di una produzione inesauribile, sino al postumo e delizioso racconto lungo "Riccardino". Del siciliano geniale non si trascura alcunché, neppure la controversa questione dell'uso del dialetto (inventato, dicono i puristi) e della sufficiente benevolenza nei suoi confronti del mondo accademico. Raro caso, in effetti, di uno scrittore che ai suoi esordi ha senza saperlo fatto nascere una sorta di circolo di aficionados che aspettavano come congiurati le sue uscite in libreria. L'approccio sistematico di Simona Demontis garantisce un'indagine scientifica e allo stesso tempo illumina il bel lato umano dello scrittore tanto amato Andrea Camilleri.
Alessandra Menesini
 
 

 


 
Last modified Wednesday, October, 19, 2022