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RASSEGNA STAMPA

DICEMBRE 2021

 
Rai Storia, 1.12.2021
Storie della tv 2021-2022. Il giallo in tv
Un viaggio tra volti leggendari e generi che raccontano il passato e il presente della tv e che mostrano come la televisione si sia intrecciata alla storia del Paese, prima come testimone dei grandi avvenimenti, poi come protagonista essa stessa dei cambiamenti sociali e culturali. Sono la tv italiana e la Rai in particolare le protagoniste della nuova serie in sei puntate di "Storie della Tv"

Prima TV per Rai - Dal Tenente Sheridan al Commissario Montalbano, passando per il successo della Piovra, il racconto di come il giallo sia diventato centrale nei - palinsesti e abbia conquistato il pubblico televisivo. - Di Roberto Fagiolo, regia Matteo Berdini e Ai Nagasawa, produttore esecutivo Alessandra Conforti
“Andrea Camilleri ha lasciato una grande eredità, ma nessun erede” (Maurizio De Giovanni)


 
 

TvBlog, 1.12.2021
Ascolti tv martedì 30 novembre 2021: La stagione della caccia, Il Collegio
Gli ascolti tv del martedì, tra i talk politici, un Camilleri storico, Il Collegio, Il richiamo della foresta, Le Iene

Gli ascolti tv di un martedì di campionato, con gli anticipi in prima serata che modificano un po’ l’andamento della serata. Sostanziale testa a testa tra Ammiraglie, con il film in prima tv di Canale 5, Il richiamo della foresta, che ha la meglio sulla replica de La stagione della caccia per poco meno di 50.000 telespettatori, in media. Terza piazza per Le Iene Show, seguito praticamente a pari merito da DiMartedì (1.105.000) e Il Collegio (1.101.000). Sostanziale pareggio anche per Fuori dal coro e Cartabianca.
ASCOLTI TV PRIME TIME
Su Rai 1 Il film tv La stagione della caccia – C’era una volta Vigata ha registrato 2.804.000 telespettatori, share 13,27%.
[...]
Giorgia Iovane
 
 

Davide Maggio, 1.12.2021
Rai 1 taglia il finale de ‘La Stagione della Caccia’ per dare la linea a Bruno Vespa

Caos ieri in tarda serata su Rai 1, quando la rete, nel dare la linea a Porta a Porta, ha di fatto tranciato il finale de La Stagione della Caccia, film tv tratto da un romanzo di Andrea Camilleri per il ciclo C’era una Volta Vigata.
Succedeva intorno alle 23.30. Mentre i telespettatori si godevano il film, che arrivava alle battute finali e dunque allo svelamento del caso, è partita la pubblicità, che ha lasciato in sospeso una scena ancora in svolgimento. Scena di caccia che vedeva protagonisti Francesco Scianna nei panni di Fofò La Matina e Giorgio Marchesi in quelli di Emiliano di Saint Vincent: l’incontro tra i due avrebbe portato all’importante colpo di scena conclusivo circa dieci minuti dopo.
Invece, al film non si è fatto più ritorno. Dopo la chiusura pubblicitaria con tanto di slogan di congedo “Questo film è stato presentato da...”, la linea è passata direttamente a Bruno Vespa e al suo salotto, nel quale, tra gli altri, Beatrice Lorenzin, Giorgio Palù, Andrea Campana e Laura Chimenti erano pronti a discutere di terze dosi e vaccini da inoculare ai bambini a partire da questo mese di dicembre.
La reazione indignata del pubblico è arrivata immediata sui social. E’ vero che si trattava di una replica – il film era andato in onda in prima tv il 25 febbraio 2019 – ma c’era chi non lo aveva mai visto ed è rimasto col dubbio su chi fosse stato ad uccidere buona parte della famiglia Peluso. La parte finale, sacrificata sull’altare dell’informazione televisiva, è disponibile con tutto il resto del film nel catalogo Rai Play, ma per praticità l’epilogo ve lo riportiamo qui: Fofò, mesi dopo il suo matrimonio con ‘Ntontò (Miriam Dalmazio), confessa a Saint Vincent di essere stato proprio lui a sterminare la famiglia della donna, che era contraria alla loro unione per una questione di rango. Il comandante di guarnigione, seppur a malincuore, si vede costretto a denunciarlo e, dopo il processo, a farlo giustiziare.
Al momento la Rai non si è ancora scusata in alcun modo per l’increscioso incidente. Lo fa notare anche il regista Roan Johnson su Twitter:
"Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché - immagino eh - Porta a Porta sennò va troppo in là? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri?"
Stefania Stefanelli
 
 

Il Messaggero, 1.12.2021
La Stagione della Caccia, finale tagliato su Rai1. Il regista contro Porta a Porta. Vespa replica: «È in malafede»
Su Rai1 tagliati gli ultimi 20 minuti del film tratto dal romanzo di Camilleri. Il regista Johnson: "Atto osceno"

Finale tagliato. Gli ultimi 20 minuti de "La stagione della caccia", il film tratto da uno dei romanzi storici dello scrittore Andrea Camilleri, sono misteriosamente saltati ieri sera su Rai1. C'è chi dice per far partire in orario Porta a Porta. Fatto sta che uno dei capolavori di Camilleri è stato deturpato, tranciando la fondamentale parte finale dove viene spiegata l’intricata vicenda. Tra i telespettatori c'è stata una vera e propria rivolta: molti si sono riversati sui social per esprimere tutto il loro dispiacere, a partire dal regista Roan Johnson, sceneggiatore del film-tv del Maestro Camilleri. Johnson non ha nascosto lo stupore, condividendo sui social alcuni dei messaggi dei fictionari arrabbiati, giustamente.
Il tweet
«Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché - immagino eh - Porta a Porta sennò va troppo in là? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri? - scrive su Twitter - Forse La Stagione Della Caccia dovrebbe essere aperta per trovare il responsabile in Rai (che a mio parere è la prima ad essere stata danneggiata ieri sera)».
«Su RaiUno è andato in scena l'ennesimo atto osceno - scrive un telespettatore - Senza alcun filo logico è stato tagliato il finale della Stagione Della Caccia a favore di un mini Porta a Porta». E ancora: «Ma vi rendete conto di come Rai1 ha trattato tutti noi telespettatori, voi e Camilleri? Si guarda un film aspettando il finale per godere di quello che abbiamo visto. Tagliarlo quando tutto si sta per svelare è una vergogna che non ci meritiamo».
La replica di Vespa
«Solo persone profondamente incompetenti o in clamorosa malafede possono immaginare che io abbia l'autorità o la semplice intenzione di tagliare il programma che precede Porta a porta per andare in onda in anticipo». Così Bruno Vespa ha risposto a Roan Johnson. «Spiace vedere tra queste anche il regista del film di Camilleri, Roan Johnson. Bastava che Johnson telefonasse al produttore Carlo degli Esposti che mi ha chiamato amichevolmente di prima mattina per sapere che cosa fosse successo. E ovviamente - conclude Vespa - gli ho risposto che non ne sapevo niente. Aggredire un professionista prima di avere un briciolo di informazione dimostra lo stato selvatico al quale purtroppo si è ridotta tanta gente».
Veronica Cursi
 
 

La Stampa, 1.12.2021
Il regista di “La stagione della caccia”: “Tagliato i 15 minuti finali del film per Porta a Porta”. Vespa: “Non ho chiesto nulla”. E la Rai si scusa
Roan Johnson invita sui social la tv pubblica a trovare il responsabile. La replica del conduttore: «Clamorosa malafede, sarebbe bastata una telefonata per fare chiarezza». Viale Mazzini: «Solo un errore»

Roma. Il regista Roan Johnson è furibondo è commenta sui suoi profili social sia Facebook e Twitter il taglio del film, passato ieri in replica sulla rete ammiraglia La stagione della caccia (inserito nel ciclo C'era una volta Vigata), tratto da uno dei romanzi storici di Andrea Camilleri. «Come si fa a commentare – ha scritto – il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché - immagino eh - Porta a Porta sennò va troppo in là? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri? Forse La stagione della caccia dovrebbe essere aperta per trovare il responsabile in Rai (che a mio parere è la prima ad essere stata danneggiata ieri sera)». E già ieri su Twitter in molti avevano denunciato l’anomalia, protestando nei confronti della Rai.
A stretto giro posta, è giunta la replica di Bruno Vespa: «Solo persone profondamente incompetenti o in clamorosa malafede possono immaginare che io abbia l'autorità o la semplice intenzione di tagliare il programma che precede Porta a Porta per andare in onda in anticipo» Una presa di posizione molto dure che non vuole lasciare spazio a dubbi: «Spiace vedere tra queste anche il regista del film di Camilleri, Roan Johnson. Bastava che Johnson telefonasse al produttore Carlo degli Esposti che mi ha chiamato amichevolmente di prima mattina per sapere che cosa fosse successo. E ovviamente gli ho risposto che non ne sapevo niente. Aggredire un professionista prima di avere un briciolo di informazione dimostra lo stato selvatico al quale purtroppo si è ridotta tanta gente».
Nella contesa interviene anche il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, che su Twitter scrive: «Si può troncare un film in anticipo e tagliare il finale? La Rai ci dirà i responsabili del taglio? Doveroso chiarire, dopo i tanti commenti inferociti dei telespettatori. Un'offesa alla memoria del grande scrittore».
In tarda mattinata arrivano le scuse dell’emittente di Stato, che ha spiegato in una nota che il taglio è stato «il risultato di uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi di trasmissione. Nessuna responsabilità dell'accaduto può essere attribuita al programma Porta a Porta trasmesso subito dopo. La Rai si scusa con i telespettatori, con la società di produzione "Palomar" di Carlo degli Esposti, con il regista Roan Johnson, il cast e tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione del film.» Quindi l’annuncio riparatorio: «La stagione della caccia verrà riprogrammato nella sua interezza nelle prossime settimane».
Da segnalare che il film ha conquistato 2.804.000 spettatori pari al 13.3% di share mentre Il richiamo della foresta su Canale5 ha convinto 2.851.000 spettatori pari al 13.9% di share.
 
 

Il Fatto Quotidiano, 1.12.2021
RaiUno interrompe il film ‘La stagione della caccia” prima della fine. Il regista furioso: “Porta a Porta sennò va troppo in là?”. Bruno Vespa: “Clamorosa malafede”
Intorno alle 23.30 la rete diretta da Stefano Coletta ha tranciato il finale, interrotto la visione del film e dato la linea a "Porta a Porta". Dopo la chiusura pubblicitaria è apparso in studio Bruno Vespa con i suoi ospiti per parlare di covid e vaccini. I telespettatori sono rimasti a bocca asciutta, non hanno potuto assistere allo svelamento del caso. La Rai fa sapere che si è trattato di "uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi"

Rai1 ha deciso di riproporre martedì 30 novembre l’episodio della serie C’era una volta Vigata dal titolo “La stagione della caccia”, nato dalla magica penna di Andrea Camilleri, diretto da Roan Johnson e interpretato da Francesco Scianna, Miriam Dalmazio, Tommaso Ragno, Ninni Bruschetta, Giorgio Marchesi, Alessio Vassallo e con la partecipazione di Donatella Finocchiaro. Tutto non è però filato liscio.
Intorno alle 23.30 la rete diretta da Stefano Coletta ha tranciato il finale, interrotto la visione del film e dato la linea a “Porta a Porta“. Dopo la chiusura pubblicitaria è apparso in studio Bruno Vespa con i suoi ospiti per parlare di covid e vaccini. I telespettatori sono rimasti a bocca asciutta, non hanno potuto assistere allo svelamento del caso.
Una gestione a dir poco discutibile che ha suscitato l’immediata reazione del regista della pellicola Roan Johnson: “Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché – immagino eh – Porta a Porta sennò va troppo in là? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri? Forse La Stagione Della Caccia dovrebbe essere aperta per trovare il responsabile in Rai (che a mio parere è la prima ad essere stata danneggiata ieri sera)”, ha scritto sul suo profilo Facebook.
Difficile, se non impossibile, immaginare una forma di censura. Non solo per l’importanza del prodotto ma soprattutto perché la trasposizione del romanzo di Camilleri pubblicato nel 1992 era stato trasmesso, interamente, in prima tv il 25 febbraio 2019 visto da 7.115.000 telespettatori con il 30,8% di share.
Un trattamento che non ha suscitato solo la reazione del regista ma anche di moltissimi utenti che sui social hanno espresso tutto il loro stupore per quanto accaduto: “Come rovinare una cosa bellissima”, “Vergognosi, assurdo”, “Atto osceno e senza filo logico”, “Peggio che alle tv locali degli anni 70”. Con critiche dirette a Bruno Vespa ritenuto responsabile da molti del finale anticipato, anche se “Porta a Porta” nel corso della stagione è andata in onda anche a ora più tarda. Ma la Rai fa sapere, attraverso una nota, che la responsabilità non può essere attribuita al talk di Vespa: “La mancata messa in onda ieri sera su Raiuno degli ultimi 10 minuti di ‘La stagione della caccia‘, del ciclo ‘C’era una volta Vigata’, è stata il risultato di uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi di trasmissione. Nessuna responsabilità dell’accaduto può essere attribuita al programma ‘Porta a Porta‘ trasmesso subito dopo”. Seguono le scuse alla società di produzione ‘Palomar’ di Carlo degli Esposti, al regista Roan Johnson, al cast e a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione del film. “‘La stagione della caccia’ verrà riprogrammato nella sua interezza nelle prossime settimane“, conclude la nota.
Intanto è arrivata la replica di Bruno Vespa: “Solo persone profondamente incompetenti o in clamorosa malafede possono immaginare che io abbia l’autorità o la semplice intenzione di tagliare il programma che precede Porta a Porta per andare in onda in anticipo. Spiace vedere tra queste anche il regista del film di Camilleri, Roan Johnson”. E ancora: “Bastava che Johnson telefonasse al produttore Carlo degli Esposti che mi ha chiamato amichevolmente di prima mattina per sapere che cosa fosse successo. E ovviamente gli ho risposto che non ne sapevo niente. Aggredire un professionista prima di avere un briciolo di informazione dimostra lo stato selvatico al quale purtroppo si è ridotta tanta gente”.
Giuseppe Candela
 
 

Corriere della Sera, 1.12.2021
«La stagione della caccia», messa in onda interrotta. La rabbia del regista: «Finale tagliato per Porta a Porta». Bruno Vespa: «Non ne sapevo niente». Poi le scuse di Rai1
Proteste per la messa in onda del film tv tratto dall’omonimo romanzo di Camilleri bruscamente interrotta a 15 minuti dalla fine. Coletta: «É stato un errore materiale»

Martedì 30 novembre in prima serata Rai1 ha riproposto «La stagione della caccia», episodio della serie «C’era una volta Vigata» tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Quasi al termine della messa in onda però il finale è stato bruscamente tagliato, fatto che ha scatenato numerose proteste. Moltissimi telespettatori indignati hanno subito segnalato l’accaduto sui social: «Quindi La stagione della caccia termina con Bruno Vespa che confessa di aver ucciso tutti?», ha scritto un utente. «Ma vi rendete conto di come Rai1 ha trattato tutti noi telespettatori, voi e Camilleri - ha aggiunto un altro commentatore -? Si guarda un film aspettando il finale per godere di quello che abbiamo visto. Tagliarlo quando tutto si sta per svelare è una vergogna che non ci meritiamo».
L’ira del regista
Anche il regista del film tv Roan Johnson non ha nascosto il proprio disappunto: «Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché, immagino eh, Porta a Porta sennò va troppo in là - si legge nel messaggio pubblicato da Johnson su Twitter -? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri? Forse La Stagione Della Caccia dovrebbe essere aperta per trovare il responsabile in Rai (che a mio parere è la prima ad essere stata danneggiata ieri sera)». Sulla questione è intervenuto anche Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai: «Si può troncare un film in anticipo e tagliare il finale? La Rai ci dirà i responsabili del taglio di "La stagione della caccia" tratto dal romanzo di Camilleri? Doveroso chiarire, dopo i tanti commenti inferociti dei telespettatori. Un'offesa alla memoria del grande scrittore».
La reazione di Vespa: «O è incompetente o e in malafede»
«Solo persone profondamente incompetenti o in clamorosa malafede possono immaginare che io abbia l'autorità o la semplice intenzione di tagliare il programma che precede Porta a Porta per andare in onda in anticipo. Spiace vedere tra queste anche il regista del film di Camilleri, Roan Johnson». Lo ha dichiarato il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa, che ha aggiunto: «Bastava che Johnson telefonasse al produttore Carlo degli Esposti che mi ha chiamato amichevolmente di prima mattina per sapere che cosa fosse successo. E ovviamente gli ho risposto che non ne sapevo niente. Aggredire un professionista prima di avere un briciolo di informazione dimostra lo stato selvatico al quale purtroppo si è ridotta tanta gente».
Le scuse di Coletta: «Errore materiale»
È poi arrivato l’intervento di Stefano Coletta, direttore di Rai1, a chiarire l’incidente: «Ieri sera ero a un impegno e non davanti alla tv. È capitata questa cosa molto sgradevole e poco rispettosa nei confronti della platea, il tv movie è stato interrotto 10 minuti prima. Si è trattato di un incidente materiale, che ha delle responsabilità, una cosa che può purtroppo avvenire e abbiamo seriamente chiesto scusa agli spettatori, al regista, al produttore. Purtroppo anche quando la procedura è informatizzata possono esserci questi errori. La prima decisione che ho preso questa mattina è che lo ritrasmetteremo nel mese di dicembre. A nome della Rai, mio, e anche dei colleghi che hanno commesso questo errore chiedo scusa, ma ribadisco che è una cosa che può capitare».
Arianna Ascione
 
 

Barcelos na NET, 1.12.2021
“Eu não sabia nada sobre ela.” Então, desculpas Rai1- Corriere.it

a partir de Ariana Askion
Os protestos para a exibição do filme para televisão baseado no romance homônimo de Camilleri cessaram abruptamente 15 minutos após o término. Coletta: ‘Foi um erro material’
Terça-feira, 30 de novembro, no horário nobre da Rai1, nova proposição ‘época de caça’Episódio de “Era uma vez Vegata”, baseado nos romances de Andrea Camilleri. Quase no final da transmissão, no entanto, o A final foi abruptamente interrompidaO que gerou muitos protestos. Muitos telespectadores indignados imediatamente relataram o incidente nas redes sociais: “Então, a temporada de caça termina com Bruno Vespa confessando ter matado todo mundo?” Um usuário escreveu. “Mas você percebe como Rai1 trata todos os nossos telespectadores, você e Camilleri – acrescentei outro comentarista -? Assistimos a um filme esperando o final para curtir o que vimos. Cortá-lo quando tudo está prestes a se revelar é uma vergonha que não merecemos”.
A raiva do diretor
até o O diretor de cinema para TV Rowan Johnson não escondeu sua decepção: «Como você comenta o fato de que no horário nobre da Rai1 um filme é interrompido 15 minutos depois do fim, porque eu acho que Porta a Porta vai longe demais — leia a mensagem que Johnson postou no Twitter—? Como você pede desculpas aos telespectadores e a todos que trabalharam no filme e a Camilleri? Talvez a temporada de caça deva ser aberta para encontrar o responsável pela raia (que, na minha opinião, foi o primeiro a ser danificado na noite passada). Ele também falou sobre esse assunto Michel Anzaldi, Secretário do Conselho Fiscal de OpiniãoÉ possível cortar o filme de antemão e cortar o final? Ray nos dirá quem foi o responsável por cortar “A Temporada de Caça”, baseado no romance de Camilleri? Dever de esclarecer após comentários irritados dos espectadores. Um insulto à memória do grande escritor.”
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Reação da Vespa: ‘É incompetente ou má-fé’
“Só pessoas incompetentes ou descaradamente mal-intencionadas podem imaginar que eu tinha a autoridade ou a simples intenção de interromper o programa anterior ao Porta a Porta para ir ao ar de antemão. Lamento ver entre eles também o diretor de Camilleri, Rowan Johnson. ” A afirmação é do maestro do porta a Porta porta Bruno Vespa, que acrescenta: “Bastou Johnson ligar para o produtor Carlo degli Esposti, que simpaticamente me ligou de manhã cedo para saber o que havia acontecido. E é claro que respondi que não sabia de nada. Atacar um profissional antes de adquirir um monte de informações ilustra o estado selvagem em que infelizmente muitas pessoas se transformaram.”
Desculpas de Coletta: ‘Erro material’
Então Stefano Coletta, diretor do canal Rai1, veio esclarecer o incidente: “Ontem à noite eu estava comprometido e não na frente da TV. Aconteceu uma coisa muito desagradável e desrespeitosa com o público, o filme para TV foi interrompido há 10 minutos. Foi um incidente físico, tem responsabilidades, algo infelizmente pode acontecer e pedimos desculpas aos telespectadores, ao diretor, ao produtor. Infelizmente, mesmo quando o procedimento é informatizado, podem ocorrer esses erros. A primeira decisão que tomei esta manhã é que o enviaremos de volta em dezembro. Em nome de Ray e de mim, bem como de meus colegas que cometeram esse erro, peço desculpas, mas repito que é algo que pode acontecer.”
June Byrd
 
 

Italy24news, 1.12.2021
‘The hunting season’ by Camilleri, Rai 1 apologizes for the cut of the finale. The director’s protest: “They wanted to anticipate Vespa”

Vigàta based on the historical novels of Andrea Camilleri, is furious against Rai 1 which on Tuesday 30 November cut his film on the occasion of the rerun on the flagship network. And since it is a detective story, the interruption occurred just when the mystery of the numerous deaths in the Peluso family was solved with the recognition of the person in charge (for those wishing to recover it, the film is on RaiPlay). Commenting on his social profiles, Facebook and Twitter, the cut, the director wrote: “How can you comment on the fact that in prime time on Rai 1 a film is cut 15 minutes from the end because – I guess eh – Door to door otherwise it goes too far? How do you apologize to the spectators, to everyone who worked on the film and to Camilleri? Perhaps The hunting season it should be open to find the person responsible for Rai (which in my opinion is the first to have been damaged) “.
Only in the late morning did the Rai 1 director apologize for what happened: “The hunting season it was interrupted by mistake, we apologize, “he said Stefano Coletta. “Last night I was at a commitment and not in front of the TV. This very unpleasant and disrespectful thing happened towards the audience, the TV movie was interrupted 10 minutes earlier. It was a material accident, which bears some responsibility, something that can unfortunately happen and we have seriously apologized to the spectators, the director, the producer. Unfortunately, even when the procedure is computerized there can be these errors. The first decision I made this morning is that we will retransmit it in December. A name of Rai, mine, and also of my colleagues who have made this mistake, I apologize, but I repeat that it is something that can happen”.
The piqued replica of Bruno Vespa the director’s accusations were not long in coming: “Only people who are profoundly incompetent or in blatant bad faith can imagine that I have the authority or the simple intention of cutting the previous program Door to door to go on air in advance ”. ” Sorry to see the director of the film among them Camilleri, Roan Johnson. Johnson just had to call the producer Carlo degli Esposti who called me amicably early in the morning to find out what had happened. And of course I replied that I didn’t know anything about it. Attacking a professional before having a shred of information demonstrates the wild state to which unfortunately so many people have been reduced”.
 
 

La Repubblica - Robinson, 2.12.2021
Salutatemi Vigàta. Le lettere di Camilleri sul nuovo Robinson
Sul nostro supplemento, i messaggi ritrovati dello scrittore da giovane. E un’intervista alle figlie per ricordare il maestro che ci ha regalato Montalbano (e non solo)

“Fisicamente sto bene e finanziariamente non altrettanto: però non trascuro di mangiare bene. Con 300 lire mangio un piattone di pasta asciutta, una sanguinolenta bistecca con contorno di purè di patate, frutta, vino e pane”. Questa gustosa descrizione dal tono neorealista della vita del giovane di belle speranze, squattrinato ma fiducioso, non è stata scritta da un fuorisede qualunque, ma dal giovane Andrea Camilleri nel 1949. Rimasta finora inedita, questa lettera inviata da Roma ai genitori rimasti a Porto Empedocle, in Sicilia, ci restituisce un vivido ritratto dell’artista da giovane nella capitale del dopoguerra, ed è una delle missive del Maestro che il nuovo Robinson, in edicola con Repubblica da sabato 4 dicembre, mette in copertina. Oltre alle lettere (che saranno al centro di un reading di Luca Zingaretti, l’amato Montalbano televisivo, durante la manifestazione libraria Più libri più liberi) in questo numero del nostro supplemento Lucio Luca ha intervistato le tre figlie di Camilleri, che raccontano un altro lato inedito dello scrittore scomparso nel 2019.
Non solo il padre sempre indaffarato nei suoi progetti ma affettuoso e partecipe, ma l’uomo di multiforme ingegno che ha lasciato dietro di sé moltissimo materiale: corrispondenze con nomi di primo piano della cultura europea, note di regia, sceneggiature dei grandi classici tv di cui si occupava lavorando in Rai. Le carte camilleriane sono state recuperate e archiviate con cura: costituiscono un Fondo che, nel quartiere romano di Prati, sarà in futuro aperto alla consultazione. Perché, riflettere Francesco Merlo nel pezzo che chiude la nostra copertina, Camilleri è di tutti noi. E i suoi personaggi, fortunatamente, continueranno a farci compagnia ancora a lungo. E’ la magia della letteratura, che festeggiamo insieme ai nostri lettori anche dal vivo: nei prossimi giorni infatti, fino all’8 dicembre, a Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria in programma a Roma, con un ricco programma di eventi che ci illustra Ilaria Zaffino, ci sarà anche l’Arena Robinson: sulle nostre pagine e online sul nostro sito scoprire chi sarà sul palco con noi.
[…]
 
 

La Repubblica.it, 2.12.2021 / La Repubblica, 3.12.2021
L’autore dei risvolti di copertina dei suoi libri invita a leggere tutti gli scritti del “maestro” raccolti in un grande archivio. Al quale Robinson dedica il prossimo numero
Vigàta e dintorni. Riscoprire Camilleri
Domani [Sabato 4.12.2021, NdCFC] in edicola: “Cara mamma saluti da Andrea”
Le lettere spedite da Roma alla famiglia dal 1949 ai primi anni Sessanta. E poi le poesie, i copioni, i manoscritti. Un patrimonio custodito nel Fondo Camilleri curato dalle figlie. Su Robinson, in edicola domani, tre lettere inedite e articoli di Lucio Luca e Francesco Merlo.

Mi considero una nota a piè di pagina nell’opera omnia di Andrea Camilleri. Dal basso della mia posizione ho “servito“ i romanzi di Camilleri con i miei risvolti di copertina. Ho seguito passo dopo passo lo scrittore, i suoi romanzi, i suoi successi. È stata una gloriosa avventura, che mi ha dato modo di muovermi, con sgomento, dentro l’officina di una grande macchina letteraria. Le opere di Camilleri sono piacevoli da leggere. Talmente piacevoli da nascondere suggestivamente l’archivio culturale che le sostiene. Un archivio che si scioglie in narrazione, senza lasciare scorie. Dietro ogni libro c’è un grande mestiere, una esperienza che si è educata con il cinema, la poesia, le regie teatrali, il saggismo, l’insegnamento in Accademia. C’è una biblioteca sterminata dietro, e un esercizio di lettura a prova di memoria e di dialogo militante con le voci e i movimenti più importanti della letteratura europea e non solo. Un giorno, a Milano, nella Casa del Manzoni, Camilleri, ormai cieco, illustrò i Promessi Sposi attraverso l’analisi delle varianti delle varie redazioni del romanzo citate a memorie e messe in comunicazione, una per una, con le pagine della letteratura antecedente e di quella posteriore fino a Vittorini, Sciascia, Gadda; senza tralasciare la storia del teatro, del cinema, della politica. Il pubblico numerosissimo, tanto che gli spazi disponibili non riuscivano a contenerlo, ascoltava stregato dalla voce cavernosa dell’oratore che tesseva racconti critici a non finire.
La critica letteraria ha un debito con Camilleri. Ha sottovalutato il valore letterario delle sue opere. Ha guardato solo al fenomeno mediatico, al successo di vendite, alle trasposizioni televisive. Nel migliore dei casi si è mantenuta dentro l’ambito linguistico, affrontando anche le difficoltà e il miracolo delle traduzioni all’estero dello strepitoso vigatese. Le recensioni, poche in verità, non hanno saputo collocare i romanzi di Camilleri. Non si sono mai poste il problema di dare a essi una casa e una storia dentro il generale quadro della letteratura italiana. A Camilleri ci si è rivolti con sufficienza: la quantità la si è fatta valere sulla qualità, le vendite sulla valenza letteraria. Fino a resecare dai Montalbano, i pregevoli romanzi storici come Il re di Girgenti, La concessione del telefono, Il birraio di Preston. Sono opere rimaste nell’ombra, che reclamano un’attenzione critica che le colleghi unitariamente ai Montalbano, al comune sperimentalismo non solo linguistico, aldilà della casistica dei generi. Il lascito di Camilleri è enorme, tutto da rileggere e studiare. Tutto da riconsiderare. Ce ne offre l’occasione adesso la sistemazione in archivio delle carte e dei libri di Camilleri. È un patrimonio immenso, quello che ci si offre per la ricostruzione della storia personale dello scrittore, e per quella dell’intelligenza letteraria e politica del paese. Basti pensare all’epistolario, che lega Camilleri a una miriade di personaggi e istituzioni che hanno contribuito alla densità culturale del nostro Novecento, ognuno nel suo campo. Basti considerare la biblioteca, i manoscritti, le bozze di stampa, i documenti raccolti per la costruzione delle trame narrative, le sceneggiature, gli articoli di giornale, le riviste, il materiale tutto da studiare per la storia del teatro, del cinema, della televisione. I percorsi che si possono scegliere sono tanti, tantissimi. Vanno in direzioni diverse. E tutte portano alla ricostruzione dell’archivio mentale di Camilleri (quello stesso che abbiamo potuto intuire leggendo le sue opere), dentro la scena grande di una vita intensamente vissuta nella totalità dei suoi interessi. L’apertura al pubblico dell’archivio, sarà una grande occasione di studio sui tre versanti della formazione di Camilleri, della ricostruzione e ricollocazione storica e letteraria delle sue variegate attività, sulla ricaduta che avrà nella rivisitazione della politica culturale di una buona parte del Novecento.
La morte dello scrittore non ha chiuso il caso Camilleri, che viene riaperto dal materiale dell’archivio. Camilleri rinasce. Torna a nuova vita. I suoi libri potranno essere riletti secondo prospettive mai esplorate. Senza pregiudizi. Con nuovi fondamenti. Misurati su orizzonti più larghi. Bisognerà riconoscere il grande contributo che Camilleri ha dato alla storia della lettura (così malmessa in Italia), portando in libreria una quantità prima inimmaginabile di lettori. E alla storia della letteratura. Le sue opere nascono da un progetto lungimirante. Hanno conquistato il pubblico. E hanno rinnovato le strutture narrative. Quelle del romanzo storico. E quelle del poliziesco rivisitato con la coscienza civile di Sciascia, il sentimento del contrario di Pirandello e l’immissione di una buona dose di comicità, ora misurandosi con Simenon e Dürrenmatt, ora con i maestri anglosassoni: sempre con originalità. Camilleri ha lavorato le sue opere con competenza e consapevolezza letterarie. Ha inventato una lingua tutta sua, lui che aveva studiato approfonditamente la lingua dei classici tanto da poter scrivere una novella apocrifa di Boccaccio e regalare a Caravaggio una convincente prosa secentesca. E si è dato uno stile inconfondibile, riconoscibilissimo. I materiali dell’archivio documenteranno i lunghi e meditati percorsi di così serrato lavoro sulle forme e sui contenuti.
Per tornare ai risvolti di copertina, e per portare un esempio che illumini il carattere di Camilleri, la sua personalità, racconto un aneddoto. Ho dedicato parecchi risvolti alle opere di Camilleri, con il quale avevo un rapporto d’affiatamento e confidenza. Lui non ne ha mai approfittato. Non mi ha mai telefonato per dirmi di aggiungere un aggettivo, un complimento, un giudizio più marcato; o perché correggessi qualche sfumatura. Mi dava la sua approvazione e tutto finiva lì. Solo una volta, con timidezza, delicatamente e quasi vergognandosene, pregò Elvira Sellerio di telefonarmi. Voleva solo suggerirmi di far intravedere che un suo romanzo su una grande figura di donna intendeva essere sì un elogio della femminilità ma anche un omaggio alla moglie che, fra l’altro, era la prima lettrice delle opere che andava scrivendo. Con lo stesso spirito di rispetto non intervenne mai sulla scarsa attenzione della critica, sulla frettolosità e l’approssimazione dei giudizi. E neppure su qualche attacco malevolo. Sapeva benissimo che, una volta pubblicato, un libro apparteneva alla libertà di giudizio dei lettori. E fra questi c’era il risvoltista.
Salvatore Silvano Nigro
 
 

La Repubblica - il venerdì, 2.12.2021
I libri dell'inverno nello Speciale del Venerdì
La storia in bianco e nero, il Natale in giallo, la favola di un vecchio scrittore, le memorie di un grande musicista, gli autori dei nuovi bestseller e molto altro: in edicola con il magazine del 3 dicembre 40 pagine con le novità editoriali di fine anno

[...] una raccolta di racconti gialli nel segno di Camilleri; [...]
 
 

The Guardian, 2.12.2021
Best books of 2021 Best books of the year
Five of the best crime and thrillers of 2021
Final novels from John le Carré and Andrea Camilleri, dark psychological debut Girl A and more

[...]
Riccardino
Andrea Camilleri, translated by Stephen Sartarelli (Mantle)
Written in 2005, Camilleri’s final Inspector Montalbano novel was kept in a safe for publication after the author’s death, which occurred in 2019. Like its much loved predecessors, Riccardino is set in the fictional Sicilian town of Vigata, but this time the increasingly tired and tetchy detective is joined by the author himself, who makes ever more far-fetched suggestions as to how the investigation into the death of the titular character should proceed. The absurdity mounts as the Catholic church persists in sticking its Jesuitical oar in and the revelations about the dead man’s private life grow ever more colourful. This novel is a fittingly exuberant last outing.
[...]
Laura Wilson

Riccardino - Andrea Camilleri, tradotto da Stephen Sartarelli
Scritto nel 2005, l'ultimo romanzo del commissario Montalbano di Camilleri è stato tenuto in cassaforte per la pubblicazione dopo la morte dell'autore, avvenuta nel 2019. Come i suoi amatissimi predecessori, Riccardino è ambientato nella fittizia cittadina siciliana di Vigata, ma questa volta il sempre più stanco e l'irascibile detective è affiancato dall'autore stesso, che dà suggerimenti sempre più inverosimili su come debbano procedere le indagini sulla morte del protagonista. L'assurdità cresce man mano che la chiesa cattolica persiste nell'infilare il suo remo gesuitico e le rivelazioni sulla vita privata del morto diventano sempre più colorate. Questo romanzo è un'ultima uscita giustamente esuberante.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica, 2.12.2021
Posta e risposta
Eccoci Germania d’Europa. Totò ridendo castiga i Mori

[…]
Caro Merlo, martedì sera su Raiuno hanno troncato a un quarto d'ora dalla fine il giallo "La stagione della caccia" tratto da Camilleri, programma di punta della serata. Sono indignato per l'arroganza e la mancanza di rispetto: è come se a un film di Hitchcock tagliassero il finale. Per fare spazio a chi? A Bruno Vespa (me cojoni!). Da siciliano a siciliano le dico: se fosse vivo Camilleri chissà cosa avrebbe detto, e forse non si sarebbero permessi!
Rino Lombardo - Milano
Avrebbe detto: "Io, mi nni staiu futtennu".
[…]
Francesco Merlo
 
 

Il Foglio, 2.12.2021
Contro Mastro Ciliegia
Camilleri e il regista populista
L'assurdo taglio del finale del film "La stagione della caccia" su Rai 1 è un grave errore tecnico. Ma il regista che "immagina, eh", che sia accaduto perché sennò Porta a porta finiva troppo tardi (Vespa basito), dice una scemenza degna di un grillino della prima ora

Verrà giorno, forse, in cui ci libereremo di Mamma Rai e dei suoi canali disfunzionali e “guarderemo tutti Netlix”, come dicono gli intellò che affollano l’internet, più noiosi dei talk di Saxa Rubra. Netflix o meno, è più facile che il fabbricone statale fallisca da solo, o con l’aiutino del partiti. Poco male, del resto, per una tv il cui canale maggiore l’altra sera ha segato dieci minuti di un film tratto da Camilleri, e tanti saluti al finale del giallo. Però ieri il direttore di Rai 1 Stefano Colletta si è cosparso il capo di cenere, e ha spiegato che si è trattato “uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi di trasmissione”. Che è la cosa che ogni persona ragionevole avrebbe pensato, anche senza essere Aldo Grasso. Però invece c’è Roan Johnson, il regista di La stagione della caccia amputata, che via social ha sbarellato: “Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai 1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché – immagino eh – ‘Porta a Porta’ sennò va troppo in là?”. Lui immagina, eh. Immaginiamo allora anche noi, eh: che una scemenza come quella del Kubrick di Vigata non l’avrebbe detta manco un grillino. Neanche prima della conversione macroniana.
Maurizio Crippa
 
 

Reset, 2.12.2021
Il sottoscritto
Rai, Sellerio e il limone Camilleri

Il film La stagione della caccia, tratto da un romanzo di Andrea Camilleri e replicato lunedì 29 su Raiuno, è stato interrotto a circa quindici minuti dal termine, si può dire sul più bello trattandosi di un giallo con un assassino da trovare. Il regista Roan Johnson ha velatamente accusato Bruno Vespa di aver voluto anticipare il suo Porta a Porta, ma sbagliando mira perché Vespa, se avesse avuto il potere di disporre del palinsesto, avrebbe piazzato il tuo talk show in prima serata, cosa che capita solo in occasioni davvero eccezionali.
Sembra che si sia trattato di un errore tecnico, ma di imprecisata e inedita natura, per il quale c’è da chiedersi se, vivo Camilleri, sarebbe mai successo. L’episodio, certamente censurabile e tale da giustificare la rabbia del regista, suggerisce due riflessioni: la prima, l’insistenza della Rai di riproporre Camilleri come se fosse un bancomat di audience (che però stavolta è precipitata a meno di tre milioni di telespettatori); la seconda, il calo progressivo di interesse verso lo stesso autore siciliano, celebrato soprattutto dalla Rai come “grande scrittore” ma non durato dopo la scomparsa, segno che era egli stesso diventato personaggio di spettacolo, pirandellianamente, e quindi nell’impossibilità di sopravviversi, mentre la sua opera sempre più va relegandosi nell’ambito dell’intrattenimento, pur vantando alcuni titoli che probabilmente rimarranno nel tempo.
Non solo la Rai, ma anche il principale editore di Camilleri, la Sellerio, sta cercando di spremere il limone finché può. Dopo il pacchiano tentativo di raddoppiare la cassetta pubblicando due volte Riccardino, una in edizione lusso e l’altra nella “Memoria” con i due testi del romanzo, quello del 2005 e quello rivisto nel 2016 , ma invertendo le stesure, ora la casa editrice palermitana della rimpianta Elvira Sellerio finita nelle mai dello spericolato figlio Antonio ha mandato in libreria una trilogia di racconti uscita già nel 2004 da Mondadori, La prima indagine di Montalbano, presentandola come un evento storico: “Per un curioso intreccio di coincidenze nel 2004 Andrea Camilleri racconta l’inizio e la fine del suo personaggio. È infatti l’anno in cui viene pubblicata La prima indagine di Montalbano e in cui lo scrittore mette mano a quello che sarebbe stato l’ultimo romanzo della saga: Riccardino”. Tutto falso.
Riccardino, ultimo episodio del ciclo di Montalbano, comincia a essere scritto molto prima del 2004, se nel 1999, nella raccolta di racconti Gli arancini di Montalbano figura un racconto, “Montalbano si rifiuta”, nel quale l’autore parla col suo personaggio in una commistione di ruoli che nel 2006 porterà con Le ali della sfinge alla nascita di “Montalbano Secondo” e seguirà un’evoluzione che culminerà proprio in Riccardino. Quanto all’inizio del personaggio del commissario, non si ha affatto nel 2004, perché nella raccolta mondadoriana Un mese con Montalbano, che è del 1998, troviamo in “La veggente” un Montalbano a inizio carriera vicecommissario a Carlosimo in Alta Italia e in “Par condicio” lo vediamo al secondo anno di servizio a Vigata. Il “curioso intreccio di coincidenze” accampato da Sellerio non è che un’altra trovata maldestra e ruffiana per attirare l’attenzione su Camilleri, anzi per risvegliarla. Chi se ne sarebbe risentito sarebbe stato proprio Camilleri, che però avrebbe riso della mannaia calata sull’adattamento televisivo di uno dei suoi romanzi storici più gustosi.
Gianni Bonina
 
 

Il Venerdì di Repubblica, 3.12.2021
Una settimana in giallo, Autori Vari, Editore Sellerio, Pagine 608, Prezzo 16 euro
Sette per uno giallo per tutti
Gli investigatori si dividono fra misteri da risolvere e frustrazioni private

Una settimana. È il tempo a disposizione di questi detective per risolvere un caso. Una settimana, non un minuto di più, senza possibilità di ritardi o scuse. Una settimana in giallo è un'antologia degli innovatori del genere, degli inventori di personaggi non convenzionali catapultati a capo delle indagini più disparate, siano essi poliziotti annoiati dalla monotonia del servizio, giornalisti disperati, una cricca di vecchietti al bar o il vicinato di una casa di ringhiera.
La prima protagonista, creata da Alicia Giménez-Bartlett, è Petra Delicado, detective di Barcellona che vorrebbe casi «più glamour», e che non chiede per forza «una marchesa strangolata nel suo palazzo avito» ma si accontenterebbe almeno di non dover rimestare «nei soliti ambienti degradati e sordidi)». C'è poi l'ironia di Marco Malvaldi, a partire già dal titolo Giovedì gnocchi: un racconto ricco di battute a effetto, scostanti omini con riporto e trambusto di uffici e supermercati, in cui la giovane vicequestora Alice Martelli è impegnata, oltre che nelle indagini, anche nel sedare liti al bancone salumi. C'è lo psico-bibliologo Vince Corso, spinto dal suo creatore Fabio Stassi a indagare su una strage surreale: la scomparsa degli eroi dei grandi romanzi. C'è il vicequestore più famoso d'Italia, Rocco Schiavone (chissà perché tanti vicequestori?), che trova un cadavere sul Monte Bianco, proprio alla frontiera, e vorrebbe appiopparlo alla collega francese, quando cominciano a fioccare gli imprevisti. Ma anche Viola, la giornalista curiosa di Simona Tanzini, che nell'esplorazione di verità scabrose si aiuta con la facoltà non voluta di associare i colori alle persone.
È la prima antologia di polizieschi che la casa editrice siciliana pubblica dopo la scomparsa di Andrea Camilleri, come omaggio alla sua figura, che appare in maniere diverse e inaspettate all'interno delle storie: un suo libro che capita tra le mani di un personaggio, un suo aneddoto che viene ripetuto, una trasmissione televisiva in cui si affaccia. In un eterno ritorno, come un consiglio silenzioso, non richiesto, ma ben accetto.
Una raccolta di personaggi che all'arguzia uniscono simpatia e voglia di trasgredire, come quello di Francesco Recami, che confessa di fare i labirinti della Settimana Enigmistica al contrario, partendo dall'uscita: «va bene, è barare, ma formalmente il risultato è lo stesso. E ammettiamolo, può chi scrive un racconto di misteri non sapere come va a finire?». La settimana dei nostri investigatori si divide tra i misteri da risolvere e i problemi e le insoddisfazioni della vita privata. Una doppia traccia, tra crimine e quotidianità, che li rende molto umani. I protagonisti, in gran parte già noti e mediatizzati dalla loro comparsa nelle serie televisive, assumono qui sfaccettature inaspettate, in un turbinìo di indagini sui fatti ma anche sulle stesse persone che indagano, che man mano scoprono, e rivelano a loro volta, qualcosa di sé.
Mattia Giusto Zanon
 
 

Il Venerdì di Repubblica, 3.12.2021
La situazione è critica
Stroncare un romanzo, un film o un’opera d’arte è diventato un genere sempre più raro. Ma perché, che c’è di male? Lo abbiamo chiesto ad Alfonso Berardinelli, franco tiratore del giornalismo culturale

[…]
Però a chi voglia orientarsi nella letteratura del presente tu non dai nessuna mano. I contemporanei non li leggi nemmeno.
«Ho smesso. Per alcuni anni ho fatto l'esperimento di recensire un paio di romanzi italiani al mese. Ma non me ne è rimasto molto. Per esempio ricordo negativamente Camilleri, con il suo insopportabile esibizionismo “dialettalistico”».
[…]
Marco Cicala
 
 

Davide Maggio, 3.12.2021
Il Commissario Montalbano torna senza Luca Zingaretti?

La notizia sembra assurda, ma a ben pensarci mica tanto: la Rai sta studiando un modo per continuare l’epopea de Il Commissario Montalbano nonostante la decisione di Luca Zingaretti di lasciare il progetto e dedicarsi ad altro. L’attore e regista, che ha prestato il volto a Salvo Montalbano per oltre vent’anni, raccogliendo un consenso e una popolarità senza paragoni, dopo la morte di Andrea Camilleri e di Alberto Sironi, e dopo lunghe e altalenanti valutazioni, ha dichiarato concluso quel capitolo; l’azienda pubblica, pur di non rinunciare al suo titolo più famoso, vorrebbe andare avanti senza di lui.
A darne notizia è stato il direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, che in un’intervista a Tivù ha svelato le valutazioni in atto con la Palomar di Carlo degli Esposti. Valutazioni che, molto probabilmente, hanno radici lontane, dal momento che il produttore aveva lasciato la porta aperta al futuro, in barba ai rumors e alle varie dichiarazioni d’intenti del protagonista. Cosa che, oggi, fa anche la Ammirati.
“A oggi Luca Zingaretti non vorrebbe continuare. Noi stiamo comunque ragionando con Palomar su un’ipotesi di serialità, anche senza Zingaretti, perché questa serie è troppo amata dal pubblico per rinunciarci”.
Se una strada c’è, possiamo scommettere che sarà trovata, perchè archiviare un titolo capace di raggiungere punte di share del 40% e fare sempre bene anche in perpetua replica, non è una cosa così semplice. E quali potrebbero essere le strade percorribili per offrire ancora al vasto pubblico di appassionati nuove storie ambientate nella Sicilia solitaria e affascinante di Montalbano?
Tralasciando l’idea – sempre valida e anche auspicabile – di riportare in scena Il Giovane Montalbano, per raccontare la Vigata di oggi le opzioni sembrerebbero essere due. La prima sarebbe un recasting del protagonista, ma l’idea di vedere un altro attore nei panni del commissario più amato della tv stona non poco, e potrebbe portare ad una forma di critica e rifiuto da parte dei telespettatori, oltrechè rivelarsi artisticamente insidiosa; l’altra è la ben più valida ipotesi di uno spin off, che potrebbe raccontare storie personali ed indagini di Augello, Fazio e Catarella in quei rari momenti in cui il loro capo si assentava.
Stefania Stefanelli
 
 

Rita Guandalini, 3.12.2021
Il ritorno di Camilleri a Vigata

Dopo essere rimasti orfani di Montalbano per fine serie con la morte di Andrea Camilleri la Tv ripropone sceneggiati di questo autore ambientati a Vigata, il paese in apparenza tranquillo e paradisiaco dove invece si celano delitti in quantità.La Stagione di Caccia è il primo episodio in replica con Vigata in periodo fine 800, ai tempi del Gattopardo dopo lo sbarco dei Mille, dove la tragedia si mescola alla farsa in maniera magistrale a confermare il grande talento di un autore come Camilleri abilissimo a coniugare due generi in un unico racconto tragi-comico. E boccaccesco.
“La volgarità non ci appartiene” pigolava la Palombelli da una puntata di Forum. Al Camilleri invece sì. Quando c'è vo' c'è vo'. Camilleri non è un uomo volgare ma questo non toglie che scrivere con volgarità gli dia libidine riuscendo a contagiare chi lo segue. Sì perchè è una libidine sana che fa sgorgare una risata sensuale a bocca aperta come quella di Angelica di fronte alle storielle di Tancredi nel Gattopardo mentre le donne intorno la guardavano scandalizzate. La volgarità è vita. Che dire allora della trilogia del Boccaccio di Pasolini? In Campagna nei matrimoni prima del taglio della cravatta e della raccolta fondi, si portava alla sposa in un vassoio un grosso zucchino con due cipolle per augurarle figli maschi così come abbiamo visto nello sceneggiato quando il Marchese Peluso chiede consiglio al fattore su come far nascere un mascolo: lui gli porta la formula vincente con un simbolo fallico, rappresentato infilzando alla base di un grosso cetriolo due mele tutto da mangiare.
E mascolo fu, anche se crescendo si è poi innamorato di una capretta con la quale consumava la passione. L'episodio è comunque pieno di altre scenette boccaccesche come quella in cui, sempre il Marchese Filippo Peluso (Tommaso Ragno), chiede ad un suo fattore di andare a letto con la moglie che lui acconsente tenendo in alto il lume mentre fan l'amore in camera da letto sentendosi onorato di portar le corna.
Tra una scena di sesso ansimando nel talamo nuziale con sua moglie Donna Matilde (Donatella Finocchiaro) e in quello dell'amante con la quale si accoppia anche pigiando l'uva con a seguir la nascita del mascolo illegittimo da nominare comunque erede, si insinua anche la confessione della figlia del Marchese 'Ntonto (Miriam Dalmazio)che all'età di 26 anni ancora vergine, racconta al prete Don Macaluso (Ninni Bruschetta) di passare le notti ad accarrezzarsi assai pensando al farmacista del paese Fofo' La Matina (Francesco Scianna). Il quale per poterla impalmare avvelena tutti i suoi parenti, anche quelli arrivati dall'America, portandosi così all'altare l'amata vergine marchesa.E fu così che vissero felici e contenti! Sì perchè la fiction è stata tagliata con l'uscita degli sposi dalla Chiesa omettendo di trasmettere l'ultima parte quando lui andando appunto a caccia rivela all'amico poliziotto i suoi misfatti fine ndo dritto alla fucilazione.
Così col taglio più che la volgarità potè ancor peggio il messaggio che l'assassino l'avesse fatta franca!
 
 

EZrome, 3.12.2021
Spettacoli Teatrali Roma
OFF/OFF Theatre in scena lo spettacolo Jennifer – Il Sogno

Per la prima volta nella Capitale – da martedì 7 a giovedì 9 dicembre 2021 presso l’OFF/OFF Theatre di Via Giulia – arriva lo spettacolo Jennifer – Il Sogno tratto da Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello, drammaturgo campano scomparso a soli trent’anni. Nel ricco cartellone del teatro, l’attore e regista Antonello De Rosa è Jennifer, travestito romantico che abita in un quartiere popolare della Napoli degli anni ’80 dove trascorre la maggior parte del suo tempo chiuso in casa in attesa della telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato.
[…]
Lo spettacolo – in scena da quasi vent’otto anni- ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi nazionali, tra cui il prestigioso Premio Camilleri, con una giuria di eccezione: Fioretta Mari, Ida Carrara e lo scrittore Camilleri, dove De Rosa è stato decretato uno dei migliori interpreti teatrali italiani. “Tu non hai interpretato Jennifer, tu sei Jennifer! E dimmi da quale penna di autore esci”, il commento di Camilleri all’attore e regista salernitano in occasione della premiazione alla Valle Dei Templi alcuni anni fa.
[…]
 
 

La Repubblica - Robinson, 4.12.2021


Firmato Andrea
Cara mamma, ho conosciuto Jean Genet…

Pubblichiamo tre lettere inedite inviate alla famiglia dall’allora giovane scrittore appena trasferitosi a Roma, e parte dell’archivio appena nato
”Fisicamente sto bene e finanziariamente non altrettanto: però non trascuro di mangiare bene. Con 300 lire mangio un piattone di pasta asciutta, una sanguinolenta bistecca con contorno di purè di patate, frutta, vino e pane”

ROMA, 1952
È venuto a trovarmi a Roma da Parigi Jean Genet di cui vi ho già parlato. È quel celebre autore francese noto per le sue condanne per furti, minaccia a mano armata, scassi e assalto alla Banca di Lione. È rimasto soddisfatto della mia traduzione, sono stato a pranzo con lui e mi ha fatto conoscere Jean Paul Sartre. Genet è un uomo straordinario che lascia un’impressione profonda in chi lo conosce per il suo spaventoso cinismo. Mi ha dato tutti i diritti per il lavoro che ho tradotto, mi ha detto che ne posso fare quello che voglio e che devo trattenere tutti i quattrini, come se l’autore fossi io, senza dar nulla a lui. «Lei è giovane — mi ha detto — e ha bisogno di quattrini. Io sono ricco e non ho bisogno». «E che posso fare per ringraziarla?» — ho chiesto — E lui: «Fra qualche anno mi manderà dei pacchi». «Dove?» — chiedo io — E lui: «Al carcere naturalmente».

ROMA 11 AGOSTO, 1957
Mamma carissima,
fra 4-5 giorni ti spedirò un altro vaglia telegrafico. Scusami se non posso così su due piedi. Sono travolto dal lavoro di preparazione della commedia di Siro Angeli, Odore di terra, che andrà in scena ad Assisi il 28 di questo mese e sarà contemporaneamente ripresa tutta per televisione. È il primo esperimento che si fa in Italia di questo tipo. Quando riprendono una commedia da un teatro, chiudono il teatro al pubblico (o almeno fanno entrare solo degli invitati) perché le esigenze della televisione sono opposte a quelle del teatro e viceversa. Questo invece è fatto come una normalissima rappresentazione teatrale e come una normalissima ripresa televisiva da studio (e non da un teatro). Si tratta cioè di veder fino a che punto i due generi possano coesistere. Ora se tu pensi che il lavoro teatrale (21 personaggi e 18 cambiamenti di scena) è di per sé difficilissimo, figurati che cosa significa dover anche affrontare i problemi della ripresa televisiva. Fortunatamente direttore della ripresa televisiva è Di Gianni un mio vecchio amico, col quale vado d’accordo. Io proverò a Roma, al teatro delle Arti, fino al giorno 22 sera; quindi, mi trasferirò ad Assisi con tutta la troupe. Potete quindi dare l’annuncio ufficiale di questo mio nuovo lavoro, tanto più che fra qualche giorno ne sarà dato l’annuncio sul Radiocorriere. Io passo da una specie di cieca fiducia a momenti di panico reale: lo spettacolo comporta 4 palcoscenici girevoli, 42 proiezioni, ecc., inoltre gli attori passano (mentre parlano) dalla prosa ai versi e viceversa il che comporta una difficile ricerca di tono. Ma speriamo bene: se tu pensi che il personale tecnico impiegato supera le 20 persone!
In salute sto bene, il dente si è calmato ma bisognerà che io uno di questi giorni prenda il coraggio a due mani e vada dal dentista. Anche Rosetta sta benino è sempre sotto controllo o della levatrice o del medico, perché così voglio io. Soffre un pochino la notte, a causa del caldo infernale che si è sviluppato in questi giorni. Cercherò di dire una mezza parola per il figlio di Paolino, sebbene alla T.V. fino a 10 giorni fa non conoscessi nessuno e ora invece mi telefonano spesso e volentieri (sono anche loro un pochino preoccupati). La cosa meravigliosa è che questo lavoro mi è capitato in agosto, quando l’Enciclopedia è chiusa. Nell’Enciclopedia da 3 mesi sono successe cose sinistre che non ti ho detto per non impensierirti. Sappi solo questo: Lele D’Amico e Squarzina sono stati costretti a dimettersi, Sandro è stato licenziato. Theodoli ha tenuto invece a chiamarmi per rassicurarmi della sua rinnovata fiducia nel mio lavoro, e attraverso Chicco, mi ha fatto pervenire una proposta di lavoro anche dopo la fine (fra tre anni) dell’Enciclopedia. Ma l’atmosfera è cambiata, l’ingiusto licenziamento di Sandro ci ha duramente colpiti. Ma può darsi che anche questo riesca a essere superato. Ti invio le altre critiche sul mio spettacolo dei Satiri, uscite in questi giorni. Adamov ha visto il suo lavoro, e l’ha trovato migliore dell’edizione parigina. Spero di riuscire entro il prossimo anno, a mettere in scena un suo lavoro in tre atti (ameno, lui vorrebbe che glielo mettessi in scena io).
Vi abbraccio tutti con tanto amore. Fate sistemare la T.V. altrimenti giorno 28 come farete a vedere il mio spettacolo!
ANDREA

OSTIA, 29 NOVEMBRE 1949
Famiglia Camilleri

Carissimi,
due parole in fretta per dirvi che ho ricevuto il pacco con le maglie, il pacchetto con i due libri, il vaglia e le due lettere, tutto questo in un giorno. Ieri, appena ho ricevuto il materiale, non ho potuto scrivervi perché sono tornato ad Ostia alle nove e mezzo di sera e questa sera sono tornato alle otto ma abbastanza stanco. Però non vorrei che la chiara esposizione di quella che è attualmente la mia vita facesse nascere in voi delle preoccupazioni veramente eccessive. Fisicamente sto bene e finanziariamente non altrettanto: però non trascuro di mangiare bene. Pensate che con 300 lire mangio un piattone di pasta asciutta, un secondo che è una sanguinolenta bistecca alta due dita e grande quanto quella che mangio a casa con contorno di purè di patate, frutta, vino e pane. Certe volte, quando ne sento il bisogno mangio un altro secondo in soprappiù. Poi non parliamo quello che mi fa trovare la sera zia Michelina! È incredibile come riesca a mangiare tutto con grande appetito: mi stupisco io stesso. Per quello che riguarda un mio probabile esaurimento nervoso rispetto al veramente massacrante lavoro in Accademia, non credo che sia una eventualità da considerare: credo che mi esauriva di più il non far niente di Porto. Freddo e acqua qui ad Ostia e a Roma ce ne sono in abbondanza ma se riuscirò a stabilirmi a Roma molta parte ne resterà eliminata, perché quello che mi fa star male in definitiva è il dovermi alzare caldo dal letto alle 5.30 del mattino per arrivare alle 8 in Accademia. A Roma invece mi potrei alzare addirittura alle 7. Domenica andrò dai Cumbo e spero di riuscire a combinare qualcosa: la vostra è stata certamente una buona idea.
Andrea Camilleri
 
 
Camilleri siamo
“Nelle sue carte sentiamo ancora la voce di papà”

La mania di archiviare tutto, le confidenze sulle questioni d’amore e quell’ultimo desiderio del maestro
Parlano le figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina

All’inizio del 2018, un anno prima di andare via per sempre lasciando ai suoi lettori ancora un ultimo romanzo, Andrea Camilleri convocò la moglie Rosetta e le figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina chiedendo loro di esaudire un suo grande desiderio: «Vorrei rimettere a posto il mio archivio – disse il maestro – ma sono stanco e ormai non ci vedo più. Dovete aiutarmi voi. Lo so, è un lavoraccio, ma qualcuno dovrà pur farlo. Giuro, è l’ultima cosa che vi chiedo. Per favore, non ditemi di no».
La signora Rosetta e le sue figlie impallidirono: rimettere in ordine centinaia di faldoni, vecchi copioni, prime stesure di libri, lettere, fotografie, audiovisivi e persino appunti presi in settant’anni di attività, sembrava un lavoro titanico. Perché Andrea Camilleri era un collezionista pignolo e infaticabile: «Catalogava tutto. E, soprattutto, conservava tutto. Solo che lui ha iniziato a lavorare a Roma qualche anno dopo la guerra e fino all’estate di due anni fa, quando ci ha lasciato, ha accumulato una mole di materiale impressionante – raccontano le figlie, le voci che si accavallano perché ognuna di loro ha qualcosa da raccontare, un istante da immortalare – Per fortuna ci ha aiutato la nostra amica archivista Patrizia Severi, da sole non ce l’avremmo mai fatta. Sì, in primavera apriremo le porte di un grande appartamento, nel quartiere Prati, che ospiterà il Fondo Andrea Camilleri. Era il regalo che nostro padre ci aveva chiesto. Non potevamo deluderlo».
Dall’archivio, dichiarato di interesse storico dalla Soprintendenza archivistica del Lazio insieme alla biblioteca, arrivano anche le lettere che pubblichiamo in esclusiva su Robinson. Il carteggio di un giovanissimo Andrea con i genitori Giuseppe e Carmela Fragapane. Una fonte unica e inedita sulla sua vita dal 1949, quando si trasferì a Roma da Porto Empedocle, ai primi anni Sessanta quando, giovane poeta e scrittore, inizia il suo percorso di formazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica come regista teatrale.
Gli studi, gli entusiasmi e le difficoltà, i soldi che non bastano mai, gli incontri con personalità di primo piano della cultura e del mondo intellettuale. Camilleri raccontava tutto ai suoi genitori: «Era entusiasta – riprendono Mariolina, Andreina ed Elisabetta – non si fermava mai. Da ogni cosa che succedeva, ogni persona che conosceva, traeva un dettaglio, una frase, qualcosa che si è poi portato dentro. Non era ancora l’Andrea Camilleri che tutto il mondo ha imparato ad apprezzare soltanto diversi decenni più tardi. Ma era già un giovane uomo dotato di estrema curiosità e voglia di fare nuove esperienze».
Un uomo che ha vissuto beato tra le donne. La moglie, tre figlie…
«Se è per questo a casa c’erano anche due nonne, due donne di servizio e pure la cagnetta. Ci stava bene in mezzo a noi. Chissà, forse si sentiva protetto. Di sicuro non si è mai lamentato, anzi».
Da ragazzine era geloso di voi, delle vostre storie d’amore?
«Ma no, figuriamoci. Tra l’altro se c’era uno con cui parlavamo dei nostri fidanzati o delle pene d’amore era lui. Altro che mamma Rosetta, il nostro confidente era papà. Diciamo che è stato un padre non molto presente, troppo preso dal suo lavoro, dai suoi mille impegni. Ma quando avevamo bisogno di lui non è mai mancato, lo ricorderemo sempre al nostro fianco».
Poi, quando ha avuto bisogno di voi, come nel caso del Fondo Andrea Camilleri, non vi siete tirate indietro…
«Vero, però dobbiamo confessare che quando ha espresso questo desiderio ci siamo sentite perse. Non sapevamo da dove cominciare, c’erano carte dappertutto: in casa sua, nelle nostre, a Porto Empedocle. Parliamo di scatole enormi da studiare, mettere in ordine. Un lavoro terrificante, da non crederci. E poi mancava sempre qualcosa, come se nostro padre avesse dimenticato di conservare qualcosa».
Impossibile, conoscendo la sua “mania” per l’archivio.
«E infatti un giorno dalla cantina di casa di Andreina, per puro caso, sono saltate fuori nuove casse piene di documenti. Erano rimaste lì per chissà quanto tempo. La pioggia, l’umidità potevano distruggerle e invece è venuto fuori un tesoro inestimabile di lettere, foto, appunti, manoscritti, critiche teatrali. Ma anche riviste culturali, audiovisivi, copioni teatrali. Persino le agendine conservava nostro padre. Catalogate anno per anno. E meno male, perché tra quelle pagine abbiamo scoperto anche alcune poesie inedite, versi che scriveva per sé, chissà se ha mai pensato di pubblicarle».
Quando avete trovato tutto questo materiale, il maestro era ancora vivo. Come reagì alla notizia?
«Ne fu felicissimo. Tra l’altro cominciammo a leggergli qualcosa di quello che avevamo trovato e si ricordava tutto per filo e per segno. Parliamo di scritti degli anni Cinquanta, Sessanta: mezzo secolo e passa prima. Aveva una memoria di ferro. Quel giorno, di fatto, è nato il Fondo Andrea Camilleri».
In un’intervista rilasciata nel 2016, disse che oggi, quando parliamo di archiviare una storia, intendiamo dire dimentichiamocela, mandiamola in una specie di buco nero dove tutto si perde. Ed invece gli archivi sono esattamente l’opposto. Sono eternamente vivi perché rappresentano la memoria del nostro passato, una memoria palpabile che tutti possono verificare e controllare. Sarà questo il compito del Fondo che porta il suo nome?
«Le sue carte raccontano gran parte della storia culturale del Novecento. Si incrociano vicende, esperienze e protagonisti. Ci sono le regie teatrali a partire dai primi anni Cinquanta di autori italiani ed europei, Pirandello, Giacosa, Betti, Fabbri, Bracco, Campanile, Strindberg, Cocteau, Adamov, Ionesco. Fu lui, per esempio, a portare in tv per la prima volta le opere di Beckett. E ancora, i saggi delle sue classi di regia all’Accademia Silvio D’Amico negli anni Ottanta, il lavoro in Rai come regista della programmazione radiofonica quotidiana dei contenuti di prosa caratterizzato da significative scelte personali e da un forte interesse per la sperimentazione. E poi le regie, le sceneggiature e le produzioni televisive dei grandi sceneggiati, dal Commissario Maigret al Tenente Sheridan ad altri lavori meno noti realizzati con autori di primo piano».
Per non parlare delle corrispondenze con nomi di primissimo piano della cultura italiana ed europea
«Abbiamo ritrovato gli scambi epistolari della redazione dell’Enciclopedia dello spettacolo a cui nostro padre ha lavorato per i contenuti teatrali dal 1951 e le lettere di Orazio Costa, Silvio D’Amico, Eduardo De Filippo, Elio Vittorini, Francesco Pavolini, Primo Levi, Jean Genet, solo per citarne alcuni. Da tutte emergono progetti professionali e stretti legami di amicizia e stima reciproca».
Un Camilleri, per certi versi, assai lontano dai fasti del commissario Montalbano che lo ha reso celebre in tutto il mondo
«Ma nemmeno tanto, se possiamo dire. Non ci sarebbe stato quell’Andrea Camilleri senza le esperienze accumulate nei decenni precedenti. Tutto si lega, le carte dell’archivio lo spiegano chiaramente».
A proposito, ma la prima volta che vi è capitato di leggere un romanzo di vostro padre, con quella lingua così particolare che, di fatto, è una sua invenzione letteraria, cosa avete pensato?
«È stato come risentire la “parlata” di casa nostra. E siamo state colpite dalla musicalità di certe parole, dall’ironia di espressioni perdute nel tempo. Ci abbiamo visto nostro padre, i nostri nonni, Porto Empedocle, Vigàta. E non abbiamo mai pensato che fosse una follia usarle in un romanzo. Del resto, paradossalmente, il successo per Andrea Camilleri è arrivato prima al Nord. Al Sud è stato scoperto solo più tardi. E non ci sono mai volute note per spiegare certe frasi, le hanno sempre capite tutti i lettori».
C’è una cosa che vi manca in particolare di vostro padre?
«È impossibile rispondere a questa domanda. Ci manca lui, la sua voce, i suoi consigli, i suoi racconti. Ci manca papà, anche se lo rivediamo nei libri, nei copioni, nelle lettere che abbiamo ritrovato».
L’8 dicembre, a conclusione di “Più libri più liberi” sarà Luca Zingaretti, il commissario Montalbano televisivo, a leggere alcune lettere di vostro padre scritte ai suoi genitori nei primi anni del trasferimento a Roma. Si annuncia una serata di grandi emozioni.
«Luca è stato allievo di mio padre alla scuola di Arte drammatica. Quando fu scelto per interpretare Montalbano in tv, anche se nel suo immaginario quel personaggio era completamente diverso, papà fu doppiamente felice. Perché Zingaretti era bravo e perché lo aveva conosciuto da ragazzino, quando sognava di diventare un attore. Sì, sarà bello sentire la voce di Andrea “prestata” da un suo grande amico. Ma c’è un’altra cosa che ci sembra importante aggiungere».
Che cosa?
«Nostro padre voleva che questo Fondo fosse aperto a chiunque volesse visitarlo, ma soprattutto alle scuole. Nelle sue lettere c’è la storia della sua vita, quella di un ragazzo del profondo Sud che non ha mai smesso di inseguire un sogno. Ecco, il messaggio che Andrea Camilleri ha voluto dare chiedendo a noi figlie di curare il suo archivio è proprio questo. Far capire ai giovani che niente è impossibile, che i sogni si avverano. E noi siamo orgogliose di averlo aiutato. Speriamo soltanto di esserne all’altezza».
Lucio Luca
 
 
Montalbano chi?
Altri personaggi in cerca di un lettore

Negli oltre cento romanzi che ci ha lasciato si nascondono le sue “genti di nenti”. Caratteri indimenticabili che aspettano solo di essere riscoperti
Anche Camilleri come Simenon ha un appuntamento col destino se è vero che chi legge dimentica le sue trame ma conserva il sapore, il suono sicilianoide, le atmosfere, la sua grandezza senza grandezze

L’Italia non si rassegna — Montalbano siamo — e fruga e gratta con le unghie, scamìna e scalìa si dice in siciliano, per diseppellire inediti che sempre più somigliano agli ovuli non fecondati visto che Andrea Camilleri — s’abbenedica maestru — era fiero di non tenere carte segrete: «Distruggo le variazioni. Non si potranno fare tesi di laurea sulle diverse versioni di questo o di quel romanzo». In attesa, dunque, di diseppellire gli editi e smentire la profezia dello stesso Camilleri, «ho la certezza che di me non resterà niente», il grande popolo dei suoi lettori è stanco di suppisare gli omaggi critici — apparati, note, saggi — che sono lapidi cimiteriali e pietre tombali, persino più monumentali dell’arcigna statua che Agrigento esibisce come Manhattan esibisce la statua della Libertà. E l’Italia orfana di Camilleri è anche estenuata dalle repliche in tv di Montalbano di cui troppo si è saziata, abbuffata, anzi addubbata.
Ci sono invece tutti i suoi libri, più di cento, già tradotti in 120 lingue [Forse in 120 paesi, NdCFC], che aspettano di tornare a fare scruscio come il mare di Vigata. E, tra loro anche se altro da loro, c’è Montalbano che, come Maigret, attende dieci, cento, mille Zingaretti, ma senza più la mediocrità della Raitv dove mille e una faccia sono mille e una volta la stessa faccia. Proprio come a Vigata, quella vera, non quella replicata dalla Rai a Ragusa, insomma come a Porto Empedocle — che ci trase Ragusa con noi? — dove imitare Zingaretti era un mestiere perché in strada replicavano le scene tv, Montalbano siamo, e si scoprì che in tanti avevano quella stessa faccia tunna tunna e anch’io andai a passiare sul molo del levante. Arrivai nel giorno del lutto, nel luglio del 2019, quando restarono strammati perché avrebbero voluto seppellirlo lì, ma non c’è rilancio ca arrinesci in quella povera terra sdirrupata, anche se la casa di Pirandello è al confine, c’è la madre di Pirandello suttirrata, e lui qui studiò da picciriddo nella stessa scuola dove poi ha studiato Camilleri. Eppure di pinsate ne hanno avute tante, ma non è diventato business neppure taliare Vigata dal mare come nella Forma dell’Acqua e andare ad ammucciarsi sulla montagna del Crasto che — dice il Cane di Terracotta — «montagna non si era mai sognata di essere».
«Si ricordi che Montalbano non le appartiene» scrivevano a Camilleri che di Montalbano si sentiva prigioniero: «mi nesci dall’occhi». E ancora gli dicevano: «Non si arrischi a passargli le sue idee di sinistra». Al contrario un comunista di Udine aveva raccontato a Camilleri di un compagno che volle con sé nella tomba un ritratto di Che Guevara e i libri di Montalbano.
Eppure anche gli altri romanzi e racconti, il pirandelloide Re di Girgenti e il mitologico Maruzza Musumeci per esempio, sembrano scritti per essere visti. E sono fantasie cinematografiche, gialli e atmosfere tra l’ironia e la pietà, La pensione di Eva [Sic!, NdCFC], Il Casellante, Le Pecore del pastore [Sic!, NdCFC], Il tailleur grigio, sono cinema il miracolo nel bordello, la donna che diventa un albero, il vecchio incatenato alla moglie giovane, le fucilate al vescovo. È cinema scritto che solo i registi non hanno letto, soprattutto quelli “laureati” che purtroppo in Italia sono rapiti dalla fregola dell’Oscar e dalla “dolce vita” eternamente imitata. Fatevi sotto invece di farvela sotto produttori, sceneggiatori e attori: vi aspettano gli spettatori.
Proprio come accadde con les petites gens di Simenon, anche lui convinto che nulla di sé sarebbe rimasto, un giorno Donna Giusberta e Patò, il ragioniere Bovara, Genuardi con il suo telefono, Augello, Catarella, Livia e Fazio, evaderanno, come Montecristo dalla prigione, dai Meridiani e dai cofanetti, ormai troppo recensiti per essere letti. Occhi futuri attendono il prefetto cavalier Bortuzzi, Gisuè, Girlando e Filonìa. Come le figure dei quadri di Harry Potter l’omini fitusi e le due sorelle, Lulla la brutta e Mirella la bella, dolcemente usciranno dai libri da possedere e non sfogliare. Insomma, tutti i genti di nenti di Camilleri, baciamu li mani e pastasciutta, arancini e ‘na’anticchia d’olio, torneranno al loro abito naturale, il buon gusto a poco prezzo, l’economico-classico, carta da letto, da bagno e da treno per viaggiatori distratti, per il lettore che s’arramazza invece di dormire, e per persone sole: «Sembra che il numero delle persone sole sia in aumento. Io le riconosco per strada dal modo in cui camminano».
È così che Simenon ridivenne l’autore più venduto: quando si scoprì che il suo vero inedito era l’edito. Anche Camilleri ha un appuntamento col destino se è vero che i lettori dimenticano le sue trame ma conservano il sapore, il suono sicilianoide, le atmosfere, la sua grandezza senza grandezze: il picciriddu che si suca il latte, il superchiaturi che non permetterà che gli cachino dintra il letto, il brigante fallito a cui piace pigliarissila commuda.
Ma ancora siamo nel momento del rimpianto, che è intorciamento di stomaco perché non ci sono eredi, ma epigoni, sia tra i nuovi indagatori televisivi, da Ricciardi a Imma Tataranni e a Lolita Lobosco, dal Gioè di Macàri [Sic!, NdCFC] ai Bastardi di Pizzo Falcone [Sic!, NdCFC], e sia tra gli autori d’alto numero di vendite, protagonisti dell’eterna disputa tra l’accademia e il successo, in un turbinio di giallisti e soprattutto di scrittrici, Elena Ferrante e [Sic!, NdCFC], Cristina Cassar Scalia, Nadia Terranova, Stefania Auici [Sic!, NdCFC] …: l’emancipazione è giallo-shocking.
Il punto è che solo Camilleri scriveva con leggerezza per “spurnisciare” i lettori che in Sicilia significa liberarli dai pensieri, dalle sfurniscie. E infatti ancora oggi la casa nel quartiere Prati di Roma che tutti indicano a dito è la casa della saggezza, modesta sia dentro sia fuori, com’era la casa di Vigata, e com’era la sua vita: «Non abbiamo mai cambiato lo stile di vita. I soldi che ci ha portato Montalbano sono arrivati tardi, ma non hanno modificato nulla del nostro modo di vivere. Anche se volessi, mia moglie non accetterebbe un gioiello, un abito di gala …». È questo essere di sinistra? «Sì. Se perdiamo tutto non perdiamo nulla. La sola cosa a cui teniamo sono gli affetti».
Ricco e modesto, Camilleri divenne dunque il bene rifugio di un Paese che, umiliato dalla giustizia, si risarciva con Montalbano, infallibile eroe di giustizia, ma senza sociologismi e sempre con la bonomia di una provincia che è la più letteraria del mondo, solo se la talii dalla giusta distanza teatrale. E si sa che di teatro Camilleri è stato l’ultimo, vero maestro.
Camilleri era, per dirla alla Camilleri, l’ultimo grande tragidiaturi delle nostre anime perse, ma con il sorriso dell’uomo buono. Era il cieco che quando non riuscì più a scrivere su quel computer che ingrandiva le ombre, si mise come Borges a comporre i suoi racconti e i suoi saggi direttamente a mente, dettandoli poi senza alcuna esitazione e senza alcuna necessità di correzione. E benché il tabacco fosse già stato espulso dall’attività godereccia, non più accomodato tra Bacco e Venere, Camilleri era il fumatore che non si ammalava ma arrochiva la voce, il santo bevitore che non si ubriacava ma “si ispirava”, il siciliano che odiava la mafia ma non sproloquiava di mafia. Ed era la nostra biblioteca di Alessandria, conteneva in sé tutti i libri del mondo, e su ogni autore, da Dostoevskij a Simenon, da Pirandello a Dumas raccontava un aneddoto intrecciato con la sua vita, con la Vigata dove andava sempre più raramente, il borgo selvaggio che aveva abbandonato e proprio per questo sapeva cantare, perché mai c’era arristatu incarzaratu.
Eppure, anche se a modo loro, il funerale pubblico glielo fecero solo a Vigata, esibendo foto inedite con lui, tirando fuori dai casciola di famiglia registrazioni private, raccontando aneddoti speciali e mostrando feticci: «questo accendino a gas me lo diede la bonarma», una birritta niura con un buco, un bicchiere, «lì beveva il caffè», «lì si sedeva con i suoi amici, Fofò Gaglio, Fiorentino e Ciccio Burgio», «lì leggeva Repubblica».
Ebbene, tre anni dopo [Sic!, NdCFC], siamo di nuovo a caccia di simulacri, e non solo di inediti che non ci sono. Rivogliamo la bellezza del Sud che in Camilleri divenne etica, il barocco e gli aranceti che trasformò in candori di Voltaire e, senza più lui, stanno già tornando ai neri scenari di mafia. Rivogliamo le donne meridionali belle e fatali che finalmente strappò all’insopportabile stereotipo dell’universo pesante e povero dove il maschio valeva meno di un asino e la femmina meno del maschio. E lo fece senza compiacimenti generazionali per la malafemmina né concessioni alla moda detestabile del maschio femminista: «Considero le donne esattamente come gli uomini. Se dipendesse da me abolirei, insieme alla retorica, anche le quote rosa, la festa dell’8 marzo e tutto quello che sottolinea la diversità». E ci manca il suo mare che accoglie e purifica, il mare delle spiagge solitarie e senza stagioni, non quello degradato a bidet che si affolla d’estate, l’acqua celebrata come una patria, l’acqua “che non ha forma” ma prende quella del commissario che ritrova, nella solitudine della nuotata, la certezza di sé. Camilleri ha restituito dignità ai cannoli e ai fichidindia, al colore nero, ha sottratto il più bel dialetto del mondo alla mafia e al pittoresco e l’ho ha riconsegnato alla fantasia. E su tutto c’è la giustizia che purtroppo all’Italia fa agghiuttiri sputazza. Montalbano è l’investigatore che non intercetta ma indaga: interroga, intuisce, sente e capisce l’innocenza che tutela e custodisce. Montalbano è la giustizia che non c’è. Ecco perché in attesa di sciusciari una nuova vita alla letteratura e al cinema, tutti ancora “Montalbano siamo”.
Francesco Merlo
 
 

Pupia News, 4.12.2021
Roma - Alla Nuvola la ventesima edizione di 'Più libri più liberi'

Roma - "Siamo felicissimi di ospitare qui alla Nuvola la ventesima edizione di 'Più libri più liberi', nel solco dell'anno straordinario che abbiamo vissuto qui all'Eur, in cui abbiamo cercato di introdurre la visione di questi luoghi per Roma, per i cittadini e i ragazzi. Abbiamo fatto nascere Eur Culture, che è una sezione di Eur Spa che produce spettacoli, concerti, balletti, teatro, e siamo orgogliosi l'8 dicembre di aprire il nostro Auditorium della Nuvola, uno spazio da 1.800 posti, per uno spettacolo inedito su Camilleri che la famiglia ci ha gentilmente voluto offrire". Lo ha detto all'agenzia Dire l'amministratore delegato di Eur Spa, Antonio Rosati, partecipando all'inaugurazione della ventesima edizione di 'Più libri più liberi', la fiera della piccola e media editoria, in corso nella Nuvola dell'Eur di Roma. "Sarà uno spetttacolo realizzato da Luca Zingaretti del giovane Camilleri che venne a Roma per studiare e per vivere una grande avventura che lo ha portato fin dove lo conosciamo- ha aggiunto Rosati- E' uno spettacolo affascinante, inedito, è una perla dentro la manifestazione". "Dopo 'Arte e Nuvola' che ha avuto un grande successo, continuiamo a produrre cultura con questi quattro giorni che sono convinto registreranno un boom di partecipanti- ha concluso Rosati- e ci avviamo verso la fine dell'anno con il grande concerto Gospel atteso il 22 dicembre".
 
 

ANSA, 4.12.2021
Ecco la "Domenica con" di Simonetta Agnello Hornby
"Da Falcone a Camilleri, la mia Sicilia"

Roma - "Io sono fiera, come tutti i siciliani, dei giudici che abbiamo avuto: Falcone, Borsellino, Livatino e molti altri che hanno pagato con la vita l'impegno per la giustizia.
E dico con orgoglio che questi uomini erano siciliani, che sapevano che avrebbero potuto perdere la vita e hanno continuato a fare il loro dovere.
Quando mi dicono: 'Sicilia mafia', io rispondo" 'Sicilia Falcone'". La Sicilia antimafia, ma non solo: una regione che l'avvocatessa scrittrice Simonetta Agnello Hornby porta sul piccolo schermo, scegliendo e commentando il palinsesto della "Domenica Con", lo spazio curato da Giovanni Paolo Fontana ed Enrico Salvatori, in onda domenica 5 dicembre dalle 14 alle 24 su Rai Storia.
Un palinsesto in cui nel pomeriggio, partendo dalle "radici" della sua Palermo e dal Gattopardo secondo Ugo Gregoretti, si intrecciano le storie di Falcone e Borsellino, della Sicilia secondo John Turturro e voci e volti di donne, dalla cantautrice Rosa Balistreri alla fotoreporter Letizia Battaglia. E alle donne siciliane, alla battaglia per i diritti dedica anche il doc "Volere Votare" che le evoca scene familiari: "In Sicilia, la libertà vera è stata quella del voto".
In prima serata la scrittrice sceglie la Sicilia al cinema in "A ciascuno il suo" di Elio Petri, tratto da Sciascia, con Gian Maria Volontè e Irene Papas. In seconda serata, invece, c'è "Vigàta nel cuore", l'omaggio affettuoso ad Andrea Camilleri: "Andrea è stato un grande uomo e noi siciliani gli dobbiamo tanto".
La domenica di Simonetta Agnello Hornby si chiude con il doc "Io & George", il viaggio da lei fatto con il figlio, affetto da sclerosi multipla, dall'Inghilterra alla Sicilia. Un'occasione per riflettere sul tema della disabilità e per tornare a parlare del "cuore" dei siciliani: "I siciliani, sulla disabilità, sono straordinari: quando abbiamo fatto 'Io e George', appena notavano che aveva bisogno, intervenivano. In Sicilia c'è sempre questo aiuto immediato a chi non è abile, uomo o donna, straniero o no. Sappiamo che dobbiamo aiutarci tra di noi e aiutare il prossimo".
 
 

RaiNews 24, 5.12.2021
L'archivio di Andrea Camilleri, le carte di una vita

Parlano per la prima volta in tv le figlie di Andrea Camilleri che ci svelano l'archivio dei documenti. Il Fondo Camilleri aprirà al pubblico nella primavera prossima. E ci sono le carte di una vita con tante sorprese.
Loretta Cavaricci
 
 

ANSA, 5.12.2021
Nella cantina di Camilleri le figlie trovano scritti inediti
Esclusiva di RaiNews24, costituiranno Fondo Camilleri

Roma - Garage e cantina restituiscono le carte intatte di Andrea Camilleri.
Faldoni originali, foto di scena, privato.
Una scoperta per le figlie del "papà" del commissario Montalbano: "Abbiamo ritrovato un uomo affascinante e intelligente" dicono in esclusiva a RaiNews24. "Papà ci aveva chiesto di recuperare il suo materiale, ma la cosa che ci ha dato grande gioia è stato trovare tanti documenti, tanti scritti e di riuscire a raccontarglielo perché lui era ancora in vita quando abbiamo cominciato a trovare veramente un tesoro", dicono Andreina e Mariolina. Un tesoro in cui rientrano anche tanti inediti: "Un giorno gli abbiamo detto 'papà abbiamo trovato Sweet Giorgia Brown' - raccontano le figlie di Camilleri - e lui ci disse 'mamma mia avete trovato il mio primo tentativo di racconto', quindi lui era felice e questa cosa per noi è una gioia immensa ma anche una responsabilità grande". Andreina e Mariolina raccontano che tutto il tesoro ritrovato confluirà nel "Fondo Camilleri" in costruzione, disegnato dall'architetto Simone di Benedetto, ma già riconosciuto dalle istituzioni di interesse storico. Aprirà al pubblico in primavera per studiosi, appassionati e per le scuole. In anteprima e in esclusiva a RaiNews24 sono stati mostrati i taccuini di un Andrea adolescente, alla fine degli anni '930, rilegati da lui stesso sugli stati d'animo e le agende con gli impegni: leggeva un libro ogni due giorni e ancora le prime poesie definite "assai buone" da Elio Vittorini e tra le tante cose il documento originale di una vera richiesta per la concessione di una linea telefonica che diventerà la storia di un romanzo di documenti. A RaiNew24 sono stati raccontati anche aneddoti che rivelano un po' dell'animo di Camilleri, come la storia di "Giudizio a mezzanotte", commedia che Andrea Camilleri ha sempre raccontato di aver lanciato giù dal finestrino mentre rientrava a casa da un viaggio a Firenze per un premio, ma le figlie hanno trovato in cantina cinque copie del romanzo, smentendo di fatto il racconto del papà.
 
 

Italy24 News, 5.12.2021
Andrea Camilleri, the daughters find writings and other unpublished documents in the cellar

A great find for all fans of Andrea Camilleri. Andreina and Mariolina, the daughters of the writer who died in July 2019, have announced that they have found, in a garage and in a cellar, a series of unpublished writings and documents.
These are original folders, set photos and cards absolutely intact, which belonged to Inspector Montalbano’s ‘father’. “Dad asked us to retrieve his material, we found a charming and intelligent man” – tell the children of Andrea Camilleri exclusively to RaiNews24 – “The thing that gave us great joy was finding so many documents, so many writings and being able to tell him about it because he was still alive when we really started to find a treasure”.
A treasure which also includes many unpublished works: “One day we told him ‘dad we found Sweet Giorgia Brown’ – Camilleri’s daughters tell us – and he told us’ mamma mia you found my first attempt to tell, so he was happy and this is a joy for us immense but also a great responsibility “. Andreina and Mariolina say that all the treasure found will flow into the “Fondo Camilleri” under construction, designed by the architect Simone di Benedetto, but already recognized by institutions of historical interest. It will open to the public in the spring for scholars, enthusiasts and schools.
The notebooks were shown as a preview and exclusively at RaiNews24 of an adolescent Andrea, at the end of the ‘930s, bound by himself on moods and agendas with commitments: he read a book every two days and the first poems defined as “very good” by Elio Vittorini and among the so many things the original document of a real request for the concession of a telephone line that will become the story of a novel of documents. RaiNew24 was also told anecdotes that reveal a little of Camilleri’s soul, such as the story of “Judgment at midnight”, a comedy that Andrea Camilleri has always said he threw out of the window while returning home from a trip to Florence to an award, but the daughters found five copies of the novel in the cellar, effectively contradicting their father’s story.
 
 

Rai Storia, 5.12.2021
Domenica con Simonetta Agnello Hornby
Andrea Camilleri Vigàta nel cuore
22:50
Prima TV per Rai - La Sicilia è la protagonista della Domenica Con la scrittrice Simonetta Agnello Hornby. Dai ricordi dell'infanzia, fino ai volti familiari di personaggi come Sciascia, Tomasi di Lampedusa e Camilleri. Un viaggio pieno di passioni e di sapori antichi. - di Giovanni Paolo Fontana e Enrico Salvatori. A cura di Serena Valeri. Produttore Esecutivo Fawzia Moccia

Nell'anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 17 luglio 2019, Rai Storia propone un omaggio al regista teatrale, autore televisivo ma soprattutto scrittore siciliano. Tradotto in 22 lingue, con più di 15 milioni di copie vendute, Andrea Camilleri resta ancora il fenomeno editoriale degli ultimi anni, seguito ed apprezzato simbolo della creatività siciliana nel mondo. - Regia di Flavia Ruggeri.
 
 

The Canberra Times, 5.12.2021
Andrew [Sic!, NdCFC] Camilleri: Sicilian crime drama reaches its end
Riccardino, by Andrea Camilleri. Mantle, $32.99.

Riccardino is the last Inspector Montalbano novel, the 28th in the international best-selling series from Andrea Camilleri, who died in 2019.
The text of the novel was given to his publisher in 2005, marginally updated by Camilleri in 2016, and now published in English in 2021.
Camilleri wrote the first book, about Salvo Montalbano, head of the police department in the fictional municipality of Vigata in Sicily, when he was nearly 70. By 2005, sales were booming and the RAI television series, starring Luca Zingaretti, was proving to be an international success.
Nonetheless, in 2005, Camilleri was adamant that after his death, "it will not be possible to recover Montalbano. In that last book, he's really finished".
Riccardino is far from the usual structure of a Montalbano novel, although it does contain familiar characters, such as Livia, Mimi and Fazio but they have lesser roles to police station front man, Catarella, that constant source of garbled names, misunderstandings, and ever crashing through doors.
"A sombre, but fitting end, perhaps to Camilleri's superb series of Mediterranean noir."
It is decidedly metafictional. Camilleri, referred to as "The Author" throughout, inserts himself into the text and tells Montalbano, "it is me who informs you... The story about Riccardino, I'm writing it as you live it, it's as simple as that".
The novel begins when Riccardo Lopresti is shot and killed outside a bar in front of his three friends, whom it turns out he has cuckolded.
Montalbano confronts the usual police bureaucracy, political corruption, episcopal bullying and mafia entrenchment:
"One always ended up caught in dangerous webs of relations, collusions between the Mafia and politicians, the Mafia and entrepreneurs, politicians and banks, money-launderers and loan sharks. What an obscene ballet! What a petrified forest of corruption, fraud, rackets, villains, business!"
Montalbano's investigation seems to be going nowhere.
Camilleri complains in a telephone call, "I offer you a lead and you mess around, and I find myself in trouble. As a writer, I mean. We can't go on like this, you have to start investigating."
Montalbano hangs up believing the novel "is a big hodgepodge that reads like it was written by a beginner"... its "a pile of horseshit that doesn't hold together".
Colin Steele
 
 

SpecialMag, 5.12.2021
Nuova figuraccia in Rai, ne hanno combinato un’altra: il comunicato è grottesco
Figuraccia senza precedenti per la rete televisiva Rai a causa di un errore madornale ed inaspettato: il comunicato non basta.

Cresce di ora in ora la polemica intorno al lavoro della rete televisiva Rai divenuta ormai protagonista di una serie di errori madornali. L’ultimo pochissimi giorni fa quando un episodio in particolare ha colpito il grande pubblico.
Lo scorso 30 novembre, la Rai ha deciso di mandare in onda il film La Stagione della Caccia – C’era una volta Vigata. Alle 23.30 la rete ha mandato in onda l’ultimo slot pubblicitario prima del finale ma al termine della pubblicità, il pubblico si è ritrovato catapultato nello studio di Porta a Porta.
Una situazione surreale con i telespettatori che non hanno così visto il finale con l’annessa risoluzione del caso. La rete televisiva di Viale Mazzini ha spiegato come sono andate le cose ed ha deciso di riprogrammare i minuti finali della fiction.
In questi giorni la Rai è intervenuta attraverso un comunicato per fare chiarezza sulla situazione sottolineando come Porta a Porta sia esente da colpe: “La mancata messa in onda su Raiuno degli ultimi 10 minuti di “La stagione della caccia”, del ciclo “C’era una volta Vigata”, è stata il risultato di uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi di trasmissione“.
La rete ha deciso poi di scusarsi con tutti i coinvolti nel caso: “La Rai si scusa con i telespettatori, con la società di produzione “Palomar” di Carlo degli Esposti, con il regista Roan Johnson, il cast e tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione del film“.
In queste ore è poi arrivata la decisione definitiva con la Rai che ha scelto di riprogrammare i 10 minuti del film. Questi saranno trasmessi martedì 7 dicembre dopo l’appuntamento con La Concessione del Telefono.
L’iniziativa della volenterosa rete televisiva sembra però non bastare in quanto la polemica sui social continua ad essere accesa. Questo anche perché così facendo, la Rai costringerà i telespettatori ad una lunga attesa serale prima di poter sapere come si è risolta tutta la storia.
[A prescindere dal clamoroso errore di Rai 1, non capiamo come si possa essere così in fibrillazione per conoscere il finale di una... replica (per tacer del romanzo), NdCFC]
Maria Ferriero
 
 

TV-műsor, 5.12.2021
2021.12.18 21:30 - 00:00 Life TV (HD)
Montalbano, a zsaru 23.
olasz tvfilm sorozat, 2012

(INSPECTOR MONTALBANO)
Az olasz Columbo esetei Szicília varázslatos de veszélyes helyszínein. Az embereivel kissé nyers, de vajszívű és acéljellemű Montalbano a legrejtélyesebb gyilkosságoknak is utánajár. Nyomozásai során nap mint nap találkozik a sziget alvilágának bűnügyeivel. 

Montalbano, il poliziotto 23.
Serie TV italiana, 2012
I casi del Colombo italiano nei luoghi magici ma pericolosi della Sicilia. Con i suoi uomini, Montalbano, un po' crudo ma dal cuore burroso e d'acciaio, traccia anche gli omicidi più misteriosi. Durante le sue indagini, incontra ogni giorno i crimini della malavita dell'isola.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Rai Ufficio Stampa, 6.12.2021
RAI 1 07 DIC 2021, 21:25
Per "C'era una volta Vigata" il film tv "La concessione del telefono"
Tratto dall'omonimo romanzo storico di Andrea Camilleri

Nuovo appuntamento con la serie "C’era una volta Vigàta" che prosegue con "La concessione del telefono" per la regia di Roan Johnson, in onda martedì 7 dicembre alle 21.25 su Rai1. Nell’immaginifico mondo di Vigàta, nato dalla magica penna di Andrea Camilleri, entra Pippo Genuardi, nato il 3 settembre 1856, un commerciante di legnami. Ma quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, si può dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell’uomo più ricco di Vigàta, ma il protagonista è appunto un uomo che in realtà non si accontenta mai. E così, spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista), mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l’uomo “di rispetto” Don Lollò, che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso. Per ottenere l’agognata “concessione del telefono”, infatti, Genuardi sarà disposto a tutto: cercare l’appoggio di suo suocero, ma anche della mafia; corrompere funzionari pubblici e tradire il suo vecchio amico Sasà. Il tutto sotto gli occhi del Questore Monterchi, venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il concatenarsi folle degli eventi.
 
 

La Repubblica, 6.12.2021
TV
Tutto Baglioni canzone per canzone

[…]
La Stagione della caccia, il Camilleri col finale tagliato su Rai 1 la scorsa settimana verrà effettivamente recuperato.
Martedì, dopo la Prima della Scala e dopo un altro Camilleri, La concessione del telefono. Inizio previsto, oltre mezzanotte. Se qualcuno aveva perso il sonno per quell'errore, è pregato di resistere.
 
 

Il Messaggero, 7.12.2021
Parlano le figlie dell’autore, Andreina e Mariolina, al lavoro sul Fondo paterno
«Quanti inediti, ecco i tesori di nostro padre»

«Abbiamo trovato lettere di nostro padre a Jean Genet, a Eduardo De Filippo, i quaderni in cui abbozzava il personaggio di Montalbano, addirittura il primo tentativo di racconto, e il documento sulla concessione del telefono, che ha ispirato un suo famoso romanzo». Non lontano dalla casa romana del quartiere Prati in cui Andrea Camilleri viveva e immaginava le storie del commissario più famoso d’Italia, le sue figlie, Andreina, Elisabetta e Mariolina, lavorano alacremente per riordinare l’imponente mole di documenti che darà vita al grande Fondo che porterà il suo nome, e che sarà aperto agli studiosi nell’aprile del 2022. A parlarne sono Andreina, 63 anni, che oggi lavora in una società di produzione televisiva come lettrice di testi da trasporre cinematograficamente, e Mariolina, 58, un’apprezzata illustratrice. Ad aiutare la famiglia in questo compito gigantesco, di riconosciuto interesse nazionale, c’è una vera archivista, Patrizia Severi. Alcuni testi saranno al centro dello spettacolo Mamma Carissima – Lettere inedite dall’archivio Camilleri che si terrà domani a Più libri più liberi, all’Auditorium della Nuvola dell’Eur, con le letture di Luca Zingaretti e il ricordo di Maurizio De Giovanni.
Quando avete iniziato?
Andreina: «Verso il 2018: papà aveva espresso questo desiderio di cominciare a mettere mano ai suoi documenti, li teneva tutti in dei faldoni già catalogati e ordinati, in un garage. Poi tante cose invece sono uscite in maniera del tutto inaspettata, da una cantina. Un vero tesoro, che si è mantenuto perfettamente per cinquant’anni». Mariolina: «Era un desiderio di papà e per noi è una gioia rivedere tante cose del suo passato».
Cosa vi ha colpito di più?
M: «Molte lettere importanti. La vita di nostro padre prima che diventasse uno scrittore affermato, le relazioni professionali, private, il mondo culturale di quel tempo». A: «Lui è appena arrivato a Roma, senza un soldo, lavora duramente e rassicura i genitori».
Pensate di raccoglierle in un libro?
M: «Per ora è prematuro, è parte di un Fondo in costruzione, stiamo ancora lavorando alla catalogazione di tutto il materiale. Poi penseremo a cosa fare. Quello che ci importa ora è di aprire al pubblico, agli studiosi, alle scuole. Anche alla gente del quartiere, come avrebbe voluto papà».
Avete trovato anche le prime prove narrative di Camilleri?
A: «Sì, avrà avuto quindici o sedici anni. Ce ne saranno sicuramente altri di testi del genere, ma questo in particolare è un manoscritto scritto su un foglio, Sweet Georgia Brown. Quando lo abbiamo detto a papà lui ha detto: “Ah, avete trovato il mio primo tentativo di racconto”». M: «Lui diceva sempre di aver gettato dal finestrino il suo primo dramma, Giudizio a mezzanotte, e invece ne abbiamo trovate cinque copie». A: «Ci sono le sue regie teatrali, con gli appunti manoscritti, le locandine, le foto. E le poesie che scriveva da quando aveva tredici anni».
A vent’anni fu elogiato da Elio Vittorini.
A: «Sì lui aveva iniziato così, scrivendo poesie. M: «Aveva anche vinto diversi premi, ne abbiamo trovate tantissime».
Altri testi?
A: «Molta corrispondenza con Arthur Adamov, con Jean Genet. Lui fu il primo a mettere in scena Come siamo stati di Adamov». M: «Genet fu tanto soddisfatto della traduzione che papà fece con Luigi Vannucchi, che gli regalò i diritti. Ma nelle lettere si parla anche di Orazio Costa, che fu il suo maestro, e poi importanti compagni d’accademia, come Franco Graziosi, Glauco Mauri…» A: «Ed Eduardo De Filippo, con cui aveva lavorato in televisione. Per la tv papà curò la regia di una serie di commedie, lo ha raccontato anche in un libro, Esercizi di memoria».
Immagino ci siano anche lettere a Gadda, è così?
A: «Lei forse se ne ricorda». (Chiama l’archivista Patrizia Severi, che interviene): «Sì, Camilleri racconta che, quando andò a lavorare in Rai, Gadda aveva appena concluso il suo impegno e a lui fu assegnata la stessa scrivania dell’autore del Pasticciaccio. Camilleri lo nomina spesso come uno dei suoi scrittori di riferimento, anche come giallista».
E lettere a Manuel Vázquez Montalbán, lo scrittore spagnolo che poi diede nome al commissario di Camilleri?
M: «La loro amicizia è più recente, non ci siamo ancora arrivate». A: «Papà raccontava dei suoi rapporti con Montalbán: c’era una grande stima, non una frequentazione assidua, ma si sentivano».
Altri personaggi di cui in casa sentivate parlare?
M: «In campagna in Toscana veniva Stefano D’Arrigo, autore di Horcynus Orca, ma noi eravamo adolescenti, non ci davamo tanto peso. Si vedeva anche Orazio Costa. E più di recente Antonio Manzini, che era stato un suo allievo all’Accademia. E De Giovanni, Simonetta Agnello Hornby, con cui papà aveva un legame molto forte».
Avete anche trovato manoscritti di romanzi o racconti?
M: «Lui diceva sempre di non aver conservato bozze di suoi romanzi, negli ultimi vent’anni. Abbiamo trovato i primi due, Il corso delle cose e Un filo di fumo. E qualche quaderno, con i primi abbozzi di Montalbano». A: «Il Fondo sarà importante per gli studiosi, che potranno vedere come si è sviluppato il lavoro di papà, e come è nata la sua lingua, soprattutto».
E poi, la famosa concessione del telefono.
M: «Sì, che diventò un romanzo. Lui partiva sempre da un documento e poi costruiva la storia. Abbiamo trovato questa richiesta nel 1894, per avere il telefono tra due abitazioni». A: «Poi ci sono le agendine, lui diceva sempre che leggeva un libro al giorno ed era vero: a sedici-diciassette anni si appuntava i titoli dei libri che leggeva. Dal 2 gennaio 1942: “Leggo Montale, Le occasioni”. E poi arrivavano i bombardamenti a Porto Empedocle»
Riccardo De Palo
 
 

La Stampa, 8.12.2021
Le missive che lo scrittore inviava alla sua famiglia negli anni da studente all’Accademia nazionale d’arte drammatica
Andrea Camilleri e le sue lettere inedite: “Mamma cara, non dovevi mandarmi i dolci?”
Cliccare qui per ascoltare il podcast
Oggi a Roma alle 19, in chiusura di Più Libri Più Liberi, Luca Zingaretti leggerà alcuni estratti da “Mamma Carissima – Lettere inedite dall’archivio Camilleri”, il carteggio del giovane scrittore con i suoi genitori. Si tratta di un’opera preziosa e unica, che restituisce un tassello insostituibile dell’identità dello scrittore siciliano. L’incontro è promosso da Eur Spa, rientra nel programma di Eur Culture per Roma. Pubblichiamo due delle lettere ritrovate dalle figlie Andreina e Mariolina, per gentile concessione del Fondo Andrea Camilleri.


Ostia, 1 dicembre 1949
Cara mamma.
Ho ricevuto ieri la tua lettera dove mi dici che non hai ricevuto nulla di mio. Strano, perché ti avevo scritto una lettera dove c’era dentro anche una mia fotografia: speriamo che a quest’ora ti sia arrivata, sia pure con ritardo.
Il lavoro in accademia, soprattutto quello che faccio con Costa, è veramente appassionante. Io gli ho regalato il libro con le mie poesie e gli sono piaciute: è stata una buona cosa per me la pubblicazione di queste poesie. Questa sera vi scrivo rubando un poco di tempo allo studio: Costa mi fa sgobbare maledettamente. Quando tornerò giù avrò un sacco di cose da raccontarvi. Se una persona estranea entrasse all’improvviso in Accademia mentre ci sono le lezioni credo che avrebbe l’esatta impressione di trovarsi fra pazzi: l’altro giorno per esempio, io salito sulla pedana, facevo l’ulivo. Proprio così, facevo con tutto il mio corpo mimicamente, un ulivo. Una ragazza accanto a me era un albero di mandarini e un’altra si rifiutava fare il pino perché le era “antipatico”. Poi siamo stati un’ora di seguito a guardarci negli specchi e a ripetere: am, ap, ab e a respirare col solo naso o con la sola bocca. Cose stranissime che vi spiegherò poi a lungo a viva voce quando sarò venuto giù.
Carissima, assieme a papà ti abbraccio forte forte e ti bacio.
Tuo, Andrea

Roma, 12 marzo 1950
Carissimi.
I limoncelli m’hanno fatto molto piacere ed io ne ho mangiati in tutto una decina. A proposito di pacchi, vorrei pregarvi di continuare a spedirmi i libri, mi sono veramente necessari, non ne posso fare a meno per tante ragioni. Io qui la solita vita con il solito pesantissimo lavoro, Costa mi sta facendo preparare, per esercizio, la regia di uno dei migliori e difficili lavori di Shakespeare. “Antonio e Cleopatra”. Avendomi l’altro giorno detto che lui ancora non si sente la maturità necessaria per farne una regia vera (e non d’esercizio) io gli chiesi sorridendo: “E allora io, quando potrò metterlo su?”. E lui “Fra un sei anni”. Dal che si dimostra che mi stima molto.
Ferrero m’ha fatto conoscere ad Anna Proclemer (l’attrice moglie di Brancati) ed inoltre sono diventato molto amico di Patroni-Griffi (il direttore della sezione teatro della R.A.I.) tanto che ci diamo del tu e ci vediamo quasi ogni sera, sono anche diventato amico dell’aiuto di Luchino Visconti, Franco Rosi. A proposito vi volevo dire che fra un mese circa alcune mie poesie saranno lette dall’attore Piazza alla “Dante Alighieri” di Roma. Vi terrò informati anche di questo. Ma non mi era stato promesso, o m’inganno, un pacco con dei dolci????
Vi abbraccio forte forte forte
Andrea
E scrivetemi a tempo, non mi fate stare più in pensiero!
Andrea Camilleri
 
 
Maurizio De Giovanni e gli anni trascorsi con lo scrittore siciliano
Così il mio Gigante ha cambiato la letteratura
la sua arte era l’istinto del racconto

Dunque, mi trovavo a Roma per una chiacchierata pubblica con quei due pazzi di Antonio Manzini e Alessandro Robecchi, due personaggi poco raccomandabili che porto nel cuore. Al solito ci divertimmo un mondo, perché non c’è compagnia più allegra dei cupi scrittori di romanzi neri. Alla fine ognuno aveva la sua fila di lettori, curiosi di conoscere i costruttori dei propri sogni e ansiosi di rimanerne inevitabilmente delusi; io ebbi la fortunata visita di due belle signore, che mi portarono qualche romanzo da firmare gratificandomi con complimenti e asserendo che, quando i libri gli arrivavano dall’editore, se li disputavano vigorosamente. Incuriosito, chiesi come mai godevano dell’invio dei volumi all’uscita, e loro, con un sorriso, mi dissero il loro cognome.
Non credevo alle mie orecchie: erano le figlie del Grande Maestro, colui che aveva cambiato, raccontando storie, le abitudini di milioni di persone e le sorti di un genere letterario che prima di lui poteva aspirare al massimo a qualche uscita in collane da edicola e mai agli scaffali principali delle librerie, almeno in Italia. Richiusa la bocca e chiesta la foto celebrativa, feci la faccia tosta e domandai: ma potrei aspirare, quando e se sarete tutti comodi, a venire a conoscerlo? Chi ha avuto contatti con quella famiglia sa dell’umiltà, della gentilezza, della cordialità e dell’intelligenza di tutti quelli che la compongono: ma io non lo sapevo. Quindi fui felicemente sorpreso quando il sorriso si allargò e le due belle signore risposero sì, ma certo, quando vuoi.
Vedete, in questo piccolo pezzetto e, in genere, quando mi capita di ricordarlo e di parlarne in pubblico, ho difficoltà a scriverne il nome. Mi pare inutile, giacché tutti capiscono a chi mi riferisco. È una cosa che mi capita soltanto con altri due nomi, quello della mia città (che non troverete scritto in alcun romanzo, nonostante sia ben chiaro dove essi siano ambientati) e quello del piccolo grande capitano della mia squadra del cuore, l’immortale numero dieci per eccellenza. È questione di personale, incantato rispetto verso il ristretto numero di componenti di un pantheon abitato da realtà che trascendono la semplice orizzontale permanenza sulla terra per diventare qualcos’altro. Qualcosa di più.
Perché da quel fortunato incontro, e tutte le volte che in seguito ebbi la benedizione di poterlo andare a trovare, compresi il significato semplice e complesso, altissimo eppure facile dell’anima stessa non solo di questo mestiere, ma soprattutto della natura sociale dell’essere umano: l’istinto del racconto.
È qualcosa di esistente dall’inizio dell’umanità, probabilmente: ma ce l’hanno in pochi, e uno se ne accorge subito. Perché se tutti voi che leggete lo riconoscete con certezza alla prima pagina, vi posso assicurare che il Gigante era ancora più diretto e acuto con le parole. Apriva bocca, e vi trovavate in un altro tempo e in un altro spazio, rapiti da un’aneddotica sterminata e da un’ironia affettuosa senza pari. Incontravate con lui personaggi giganteschi e persone normali, viaggiando a cavallo di una memoria di ferro che tuttavia si concedeva a commenti e opportune variazioni, per diventare favola e leggenda.
Poteva raccontare di Simenon e di Eduardo, di cui aveva curato le trasposizioni televisive che ancora adesso guardiamo incantati; ma anche dei suoi studenti dell’accademia, e di editrici immense e di piccoli contabili con elevate posizioni e anime anguste, e di eroici infermieri e dolci compagne di viaggio. Poteva raccontare di personaggi che diventavano letterari, e anche viceversa in un perenne cortocircuito tra la vita reale e quella della mente. Poteva raccontare di un lungo passato composto con pari presenza e pari potenza dai suoi genitori e dalle figlie deliziose, dalla moglie immensa e dagli amati nipoti, e tu non capivi mai se fosse tutta un’architettura di quella mente articolata e piena di vicoli o solo un costante attingere da un baule meraviglioso e senza fondo. Perché la cosa incredibile è essere stati spettatori degli effetti degli eventi, così tanti e così intensi, su un cuore di quelle dimensioni. Ma poteva con pari forza raccontare il futuro, che vedeva con chiarezza coi suoi occhi ciechi, perché ne conosceva le strade percorse da sempre, che restano purtroppo uguali. E faceva nomi e cognomi dei pericoli che incombono su di noi, e i fatti gli hanno dato, gli danno e gli daranno ragione.
Qualche volta, sorridendo e scuotendo il capo di fronte a quel ragazzino di novant’anni che dietro il sorriso celava la potenza del narratore che aveva cambiato la storia della letteratura italiana (perché di questo si tratta, e non ho dubbi che il futuro gli renderà maggiore giustizia del presente), gli chiedevo: ma tu, da grande, che vorresti fare? Una domanda seria, perché il destino non mi pareva abbastanza forte da contrastarne l’esistenza. E lui, serio: mi voglio sedere sul bordo della fontana del mio paese. E voglio raccontare una storia, per poi girare con la coppola tra i presenti. Poi mi fumo una sigaretta, e racconto un’altra storia.
Era questo, il Gigante. E io ringrazio la scrittura, perché conoscerlo è tra i più grandi regali che io abbia ricevuto da essa.
Maurizio De Giovanni
 
 

EUR - Culture per Roma / Più libri più liberi, 8.12.2021
Mamma carissima - Lettere inedite dall'archivio Camilleri
Inedito di Andrea Camilleri
La Nuvola - Auditorium, ore 19:00

"Roma, 13 giugno 1954. Carissima mamma, ma quant'è difficile campare!"
Andrea Camilleri

È l'ultimo capolavoro inedito di Andrea Camilleri e la prima produzione del Fondo Camilleri, in una lettura di Luca Zingaretti, suo interprete prediletto, che firma anche la regia. Il carteggio del giovane Camilleri con i genitori Giuseppe e Carmela Fragapane costituisce una fonte unica e inedita sulla vita dello scrittore. Un corpus di lettere mai pubblicato scritte dal Maestro alla "mamma carissima" per raccontare avventure e disavventure del giovane Camilleri a Roma. I suoi incontri con Anna Magnani, Jean Genet e il variegato mondo della Dolce Vita romana degli anni '50. Aprirà l’incontro Maurizio De Giovanni con un ricordo di Camilleri.
Un progetto di EUR - Culture per Roma in collaborazione con Più Libri Più Liberi.


 
 

Repubblica Tv, 8.12.2021
Più libri più liberi, Zingaretti legge la lettera "rendiconto" di Camilleri: "Il mio arrivo a Roma"

Una performance di parole e musica per ricordare il grande scrittore siciliano, scomparso nel 2019. Nell'evento conclusivo di Più libri più liberi l'attore Luca Zingaretti ha letto scritti di Camilleri, a partire dalla prima lettera del 1949 che racconta l'arrivo dello scrittore a Roma, la ricerca di un letto in un albergo e gli esami all'Accademia Silvio D'Amico
Camilla Romana Bruno e Andrea Lattanzi
 
 

ANSA, 8.12.2021
Diventeranno libro? Figlie, finita catalogazione vedremo
Zingaretti legge Camilleri, lettere inedite chiudono fiera

Una foto di Camilleri che sorride ha aperto il reading di Luca Zingaretti dedicato alle lettere inedite inviate dal giovane scrittore ai genitori trovate dalle figlie che stanno lavorando all'archivio del maestro.
L'evento all'Auditorium della Nuvola dell'Eur a Roma realizzato da Eur Culture con Più libri più liberi ha chiuso la sera dell'8 dicembre l'edizione 2021 della Fiera della piccola e media editoria.
In prima fila le figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina. "Sono una quindicina quelle scelte per la lettura. Sono tante vanno dal '49 al 60. Le lettere sono meravigliose e la lettura bellissima. L'8 in genere era il giorno in cui papà chiudeva la fiera, ci teneva a venire qui ed è un modo di ricordarlo bene". Usciranno per Sellerio? "Una volta finita la catalogazione ci penseremo" dicono le tre sorelle. E Antonio Sellerio, anche lui nelle prime file in platea spiega: "è prematuro parlarne".
Il reading si è aperto con un ricordo di Maurizio De Giovanni che ha sottolineato: "Con lui passavi da un luogo stretto a uno enorme. Ogni volta veniva voglia di chiedere gli aneddoti sulle vite incredibili che aveva vissuto. Avrebbe potuto raccontare la sua conoscenza di Simenon ed Eduardo de Filippo. Devo raccontarvi il significato enorme del suo lavoro all'interno di questo paese: avere un impegno civile, guardarsi intorno. Le cose più terribili raccontate con leggerezza e viceversa.
Attraverso Camilleri la piccola e media editoria è diventata grande e centinaia di migliaia di italiani grazie a lui hanno scoperto la lettura. Diceva che voleva solo raccontare storie" ha detto De Giovanni.
Zingaretti, il Montalbano tv dei suoi racconti, dopo un lungo silenzio ha letto la lettera da Ostia del 3 novembre 1949.
"Gli archivi sono eternamente vivi perchè sono la memoria del nostro passato" dice lo stesso Camilleri in un video che ha chiuso il reading con musiche composte dal maestro Manuel Bandettini.
 
 

TvBlog, 8.12.2021
Ascolti tv martedì 7 dicembre 2021: Prima Scala, Champions League
Ascolti tv del 7 dicembre 2021, Sant’Ambrogio e vigilia dell’Immacolata, con la Prima della Scala tornata in presenza e su Rai 1.

[...] Rai 1, con La concessione del telefono in onda dopo la Prima, non arriva al milione di telespettatori venendo di fatto superata da tutte le principali generaliste [...]
Giorgia Iovane
 
 

vozpopuli, 8.12.2021
Georges Simenon, el hombre que hizo siempre la misma pregunta
Su estilo fue la sublimación de lo sencillo: no quería que ningún lector quedase fuera

Empecemos con una anécdota telefónica. “Buenas tardes, soy Alfred Hitchcock. ¿Está el señor Simenon?… Lo siento, pero está ocupado, acaba de comenzar una novela… Bien, no cuelgo, espero”. Si no tragamos con la leyenda, el también escritor de novelas policiacas Andrea Camilleri aporta una hazaña en uno de sus textos sobre el prolífico novelista belga. Cuenta Camilleri que tal era su fama ya de joven que la editorial le puso mesa, silla y máquina de escribir en un escaparate de una vía pública y allí se pasó el día, colgando del cristal cada página escrita. El transeúnte podía seguir la novela por entregas, pero si la gente se agolpaba era para contemplar a aquel fenómeno.
[...]
César Estabiel
 
 

Corriere Tv, 9.12.2021
Luca Zingaretti legge lettere inedite del giovane Camilleri: così chiude «Più libri più liberi»
La preoccupazione economica per l’affitto, la malinconia per una famiglia lontana e l’emozione per i primi successi da regista

La gioia per la vittoria della borsa di studio all’Accademia Silvio D’Amico, la preoccupazione economica per l’affitto, la malinconia per una famiglia lontana e l’emozione per i primi successi da regista. Il reading di Luca Zingaretti dedicato alle lettere giovanili di Andrea Camilleri alla famiglia ha chiuso «Più libri più liberi», la fiera della media e piccola editoria che si è svolta alla Nuvola. L’appuntamento, organizzato da Eur Culture, ha permesso di realizzare un viaggio nel tempo e ripercorrere i passi di un giovanissimo Camilleri trasferitosi per studio a Roma dalla Sicilia. Le lettere sono state recentemente trovate dalle tre figlie dello scrittore, che stanno ora lavorando a una riorganizzazione del suo archivio. Lo stesso padre di Montalbano aveva affermato in passato: «Gli archivi sono eternamente vivi perché sono la memoria del nostro passato». Ad aprire il reading è stato l’intervento di Maurizio De Giovanni che ha ricordato l’importanza culturale della figura di Camilleri: «Con lui passavi da un luogo stretto a uno enorme. Ogni volta veniva voglia di chiedere aneddoti sulle vite incredibili che aveva vissuto. Avrebbe potuto raccontare la sua conoscenza di Simenon come di Eduardo de Filippo. Devo raccontarvi il significato enorme del suo lavoro all’interno di questo Paese: avere un impegno civile, guardarsi intorno. I fatti più terribili raccontati con leggerezza, e viceversa. Con Camilleri la piccola e media editoria è diventata grande e centinaia di migliaia di italiani, grazie a lui, hanno scoperto la lettura».
Sabina D'Oro e Giuseppe Cucinotta
 
 

Le Soir, 9.12.2021
Polar: les années 80 du commissaire Montalbano
On croyait tout savoir du célèbre héros d’Andrea Camilleri, mais cette collection de récits se déroulant dans les années 80 nous en apprend un peu plus sur ses habitudes, ses amours, ses collègues. Et c’est toujours un régal.

Il va bien falloir s’y faire : le commissaire Montalbano ne connaîtra plus de nouvelles aventures. Non pas qu’il ait quitté la police, qu’on l’ait muté ou qu’il ait été victime d’un des malfrats qu’il a fait arrêter… Non, si Montalbano ne sévira plus au commissariat de Vigata, c’est tout simplement que son créateur, Andrea Camilleri, est décédé en 2019, ce qui, pour un héros de papier est généralement synonyme de terminus.
Heureusement, il y a toujours les inédits, les derniers romans non encore traduits et, comme dans ce cas, les formes courtes, les nouvelles, souvent parues dans diverses revues et enfin rassemblées dans un savoureux ouvrage publié par le Fleuve Noir.
Ce n'est pas le premier roman de Camilleri que je lis, mais c'est la première fois que je rencontre le jeune Montalbano : je ne peux comparer le jeune homme avec le vieux, cependant le picciotto ne m'est pas tout à fait inconnu. J'ai trouvé les premières histoires coulantes mais pas trop appétissantes, alourdies par quelques répétitions thématiques, mais ensuite Camilleri s'échauffe et révèle le meilleur de son métier : les intrigues sont bien construites, captivantes, sans fioritures. Et le style, le style mérite une dégustation minutieuse, une recherche de perles qui font émerger l'ironie.
Un grand métier d'écriture, celui de Camilleri, rusé mais pas malhonnête, raffiné par l'expérience, aiguisé dans l'usage habile des langues, surtout l'art de construire le contexte, qui accueille la couleur sicilienne en l'alternant avec la stabilité de l'italico idioma, à le bon point et sans excès. Il n'y a pas de problèmes de glossaire : l'environnement s'exprime sans incertitude, le récit captive et satisfait. Les personnages sont peints avec des traits rapides et habiles, mais sans stéréotypes. Parfois, ils sont improbables, comme le voleur vertueux qui laisse le reste et se repent finalement avec émotion volontaire. Heureusement, il y a aussi ceux qui sont trop plausibles, comme le procureur qui dissimule la vidéo qui cloue des morceaux trop gros dans un crime vraiment trop sale. Le pourcentage de petites filles très pauvres dépasse cependant un peu. Et les femmes moustachues ne sont pas forcément grosses (et vice versa).
Montalbano est un personnage agréable. Il n'aime pas la rigueur, respecte peu les règles écrites, joue avec les non écrits, intervient souvent lourdement pour redresser un faux bien né. Montalbano est un protagoniste qui reflète avec grâce la méfiance de ses lecteurs envers la justice. Mais la sienne reste une vision idéale : ceux qui la connaissent vraiment savent que la patrie du droit est bien plus tordue, inefficace, barbare et injuste qu'on ne pourrait l'imaginer.
La finale de ces jaunes laisse souvent un arrière-goût incertain, dur comme le terrain dans lequel il est posé : un accueil brusque, une réponse manquée, quelques implications de trop soulignent que non, ce n'est pas le jaune bien défini d'Agatha Christie et les cellules grises de Poirot dans l'air trop chaud de la Sicile seraient gaspillées.
Jean-Marie Wynants
 
 

Las lecturas de Guillermo, 9.12.2021
«El método Catalanotti», de Andrea Camilleri
«Antepenúltima entrega del comisario Montalbano.»
«Un misterio apasionante que sabe a puro teatro.»

Pues sí, solo quedan dos novelas por traducir del maestro Camilleri, Il cuoco dell’Alcyon publicada en 2019 y Riccardino, una novela de amplísimo recorrido que Camilleri escribió en 2005, la reelaboró en 2016 y fue publicada póstumamente en 2020. Es la última novela de la serie dedicada a las investigaciones del comisario Montalbano.
La novela comienza de una forma muy divertida pues en esta ocasión la investigación del comisario Montalbano no se abre con la llamada telefónica habitual de Catarella, sino con el subcomisario Mimì Augello quien, estrellándose en la casa del comisario en medio de la noche, le dice que accidentalmente encontró un cadáver en un piso deshabitado durante la noche. Que cómo ocurrió, pues en una velada como cualquier otra para el incansable mujeriego Mimí Augello en la alcoba de su enésima amante. Pero cuando el marido de ésta regresa inesperadamente a casa, la fiel mano derecha del comisario Montalbano decide deslizarse por la ventana y buscar refugio en el piso de abajo.
De un peligro a otro: en el apartamento vislumbra en la oscuridad un cuerpo tendido en la cama, elegantemente vestido y rígido por el frío de la muerte. A la mañana siguiente, una llamada a la comisaría notifica el hallazgo de un cadáver bajo las mismas circunstancias, excepto que no coincide con el primer muerto. ¿Cómo ha podido pasar esto? ¿Y qué ha sucedido con el otro cuerpo? ¿Por qué toda la escena del crimen tiene algo extraño que sabe a teatro?
Todo sucede en una Vigàta, que no se salva de las tragedias familiares del paro; y violencia doméstica. La pasión civil enciende de indignación al inspector, que usa una idea retorcida para sacar de problemas a una pareja de jóvenes desempleados, culpables sólo de querer formar una familia. Aunque participa en varios frentes, Montalbano mantiene todo bajo control. Las investigaciones le llevan a hacerse cargo de la apasionante actividad de una compañía de teatro amateur que, entre los miembros de la dirección, incluye a Carmelo Catalanotti: una figura compleja y secreta de artista y usurero a la vez; y como director, experimenta un método de actuación traumático, basado no en el mimetismo de las acciones escénicas, sino en la identificación de las pasiones más oscuras de los actores con el similvero de la actuación. Catalanotti tiene una cultura teatral propia actualizada sobre las vanguardias del siglo XX. Está convencido de la primacía del texto. Y de la necesidad de trabajar en el actor, inducido a confrontar sus verdades más profundas y extremas. La novela entrelaza cuento y pasión teatral.
Carmelo Catalanotti, —el otro muerto— es encontrado muerto en su apartamento con una puñalada en el pecho, Montalbano se da cuenta de inmediato de que algo anda mal y que la hipótesis de un asesinato por usura es débil por lo que comienza a investigar. Mientras tanto, la llegada de Antonia Nicoletti, jefa de la científica, sacude profundamente al comisario, enamorándolo de manera abrumadora y empujándolo a querer cambiar radicalmente su vida, tal vez incluso a renunciar a su carrera en la policía y a Vigàta. Livia, su eterna novia, está lejos, ausente.
 
 

La tana di una booklover, 10.12.2021
Recensione: "La forma dell'acqua" di Andrea Camilleri - Ovvero del perché sto leggendo da capo la serie di Montalbano

Caro visitatore della Tana,
se frequenti questo blog da un po', saprai che Andrea Camilleri è uno dei miei autori del cuore.
Ebbene, oggi devi prepararti a leggere una confessione che, sono sicura, non ti saresti mai aspettato alla luce di quanto io abbia parlato di questo autore.
Ma forse è meglio cominciare dall'inizio.
TRAMA
Il primo omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica - un omicidio eccellente seguito da un altro, secondo il decorso cui hanno abituato le cronache della criminalità organizzata - ha la forma dell'acqua («"Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. "Qual è la forma dell'acqua?". "Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"»). Prende la forma del recipiente che lo contiene. E la morte dell'ingegnere Luparello si spande tra gli alambicchi ritorti e i vasi inopinatamente comunicanti del comitato affaristico politico-mafioso che domina la cittadina di Vigàta, anche dopo il crollo apparente del vecchio ceto dirigente. Questa è la sua forma. Ma la sua sostanza (il colpevole, il movente, le circostanze dell'assassinio) è più antica, più resistente, forse di maggior pessimismo: più appassionante per un perfetto racconto poliziesco.
LA MIA OPINIONE
La prima edizione de La forma dell'acqua è uscita nel 1994 per Sellerio, che nonostante alcune importanti pubblicazioni, all'epoca era ancora un editore di provincia.
Io avevo appena tre anni e di Andrea Camilleri avrei sentito davvero parlare solo qualche anno dopo, dai miei genitori, che hanno intuito il potenziale del Commissario Montalbano un po' prima che arrivasse nelle nostre case attraverso il tubo catodico e nelle vesti di Luca Zingaretti.
Loro si sono appassionati tantissimo a questa serie e lo stesso ho fatto io, divorando i libri non appena uscivano e seguendo la serie televisiva, repliche comprese, ogni volta che era possibile.
Vi starete chiedendo, a questo punto, perché sono qui a parlarvi del primo romanzo di questa serie, che a conti fatti, considerato quanto mi sento legata a Camilleri come autore, dovrei conscere non dico a memoria, ma quasi.
La verità, molto semplicemente, è che non lo avevo ancora letto.
Anzi, se dobbiamo dirla tutta, la mia lettura dei volumi dedicati al Commissario Montalbano è stata piuttosto confusionaria all'inizio, perché avevo semplicemente fame di libri e sono stata decisamente aiutata dal fatto che in questi gialli la trama orizzontale sia facilmente ricostriubile. In altre parole, possono essere letti in qualsiasi ordine.
In questa prima avventura del Commissario, siamo catapultati nella sua Vigàta, dove all'alba, alla Mànnara, un luogo frequantato da prostitute, è stato ritrovato il cadavere dell'ingegnere Luparello, un uomo molto in vista nella cittadina perché impegnato in politica, anche se non in prima persona.
Il problema non è soltanto la morte dell'ingegnere, ma anche il modo in cui il cadavere è stato ritrovato: nella sua auto, seminudo, dopo aver terminato un rapporto sessuale.
Quello in cui sta per infilarsi Montalbano è un vero ginepraio, perché le piste da percorrere per risolvere questo caso sono diverse e sembrano una più rischiosa dell'altra.
Ma il Commissario non è un uomo che si lascia spaventare. I suoi metodi non seguono esattamente le procedure, ma ha un intuito invidiabile e in un'indagine come questa sapere come muoversi, tra atti ufficiali ed iniziativa personale, è importantissimo.
La matassa di cui Montalbano deve ritrovare il capo è davero ingarbugliata, ma non certo impossibile da riprendere.
Questo primo volume della serie è davvero breve, sono appena 170 pagine, e si leggono praticamente in un pomeriggio.
Brevità però non corrisponde a semplicità, infatti i risvolti di questo caso sono molteplici e solo seguendo passo per passo l'indagine insieme al Commissario possiamo capire quale sia la sconvolgente verità nascosta dietro un depistaggio architettato ad arte.
Nonostante questo sia soltanto il primo romanzo di una lunga serie, il protagonista è già delineato molto bene, così come i personaggi che orbitano intorno a lui, come la fidanzata Livia ed i suoi più stretti collaboratori, Fazio e Mimì Augello.
Quello che salta all'occhio sin da subito è il carattere spigoloso di Montalbano, il suo essere tanto un lupo solitario quanto un investigatore molto capace. Non è di certo simpatico, ma ha un'ironia tagliente che lo rende magnetico. Ecco perché, nella mia opinione, è un perisonaggio che funziona così bene.
Il linguaggio, sebbene sia ancora lontano dal vigatese espresso in tutta la sua bellezza negli ultimi volumi della serie, è già una prima sperimentazone dell'unicum linguisico che il Maestro è riuscito a creare, affiancato allo stile immediato ma allo stesso tempo evocativo.
Come nel mio caso, non bisogna certo leggere questo volume per primo per conoscere Montalbano, ma forse è una buona idea cominciare da qui per immergersi al meglio non solo nella psicologia ma anche nella poetica di Camilleri e della sua creatura più riuscita.
Il mio voto per questo romanzo è di quattro riccetti!
 
 

newsfounded, 11.12.2021
Komissaari Montalbano sanoi hyvästit, ovela ja ovela viimeisimmässä rikosasiassa – Kulttuuri
Kulttuuri|Televisio-arvostelu

Sisilian komission toimia on seurattu yli 20 vuoden ajan. Sarjan kauneus ei muutu.
Aivan sama ei kestä ikuisesti, vaikka joskus voisi ajatella niin. Italialainen tv-sarja Commissioner Montalbano on ohi. Jälkimmäinen tapaus on lähes kahden tunnin murhamysteeri, joka seuraa aikaisempia kaavoja.
Salvo Montalbano tarjoilee edelleen kahvia merenrantaparvekkeella ja syö herkullisen lounaansa kannoillaan. “Kun syömme, emme puhu.”
Mimìn naisten seikkailut ovat loputtomia, Fazio pysyy vakaana ja luotettavana, ja Catarella koputtaa ovelle joka kerta.
Andrea Camillerin Romaaneihin perustuva RAI-sarja alkoi vuonna 1999, ja siitä lähtien kaudet ovat valmistuneet tasaiseen tahtiin, vaikka joissakin on vain kaksi jaksoa. Näyttelijät pysyivät samoina Montalbanosta alkaen 
Luca Zingarettista. Sisilialaisesta kuvauspaikasta tuli pyhiinvaelluspaikka.
Sarjan kauneus ei muutu. Poliisiasemalla ei kuitenkaan juurikaan käytetä tietokoneita, eikä kukaan lähetä viestejä, vaan asiat toimitetaan aina ”henkilökohtaisesti”. Kääntäjä Myös Kari Jokelain jättävät omat hyvästinsä lopussa.
Myös naisen kuva on pysähtynyt vuosikymmeniä, vaikka suhde Liviaan on suhteellisen moderni. Viimeisessä vaiheessa Montalbano rakastuu ensimmäiseen naiskumppaniinsa ja kiusalliseen romanssiin.
Kuten ennenkin, itse mysteeri on todella ovela ja kimurantti. Mimì kirjaimellisesti romahtaa vartalolleen yöseikkailussaan, ja pian toinen ruumis näkyy lähistöllä.
Komissaari Montalbano, TV1 klo 22 ja Yle Areena. (K12)

Il commissario Montalbano ha detto addio, furbizia e furbizia nell'ultimo caso criminale - Cultura
Cultura | Rassegna televisiva

Le attività del Commissariato Siciliano sono monitorate da più di 20 anni. La bellezza della serie non cambia.
La stessa identica cosa non durerà per sempre, anche se a volte potresti pensarlo. La serie tv italiana Il commissario Montalbano è finita. Quest'ultimo caso è un mistero di omicidio di quasi due ore che segue le formule precedenti.
Salvo Montalbano serve ancora il caffè sul balcone sul mare e mangia il suo delizioso pranzo alle calcagna. "Quando mangiamo, non parliamo."
Le avventure delle donne di Mimì sono infinite, Fazio rimane stabile e affidabile e Catarella bussa alla porta ogni volta.
La serie RAI basata sui romanzi di Andrea Camiller è iniziata nel 1999 e da allora le stagioni sono state completate a ritmo costante, anche se alcune hanno solo due episodi. Gli attori sono rimasti gli stessi da Montalbano a Luca Zingaretti. La scena siciliana divenne luogo di pellegrinaggio.
La bellezza della serie non cambia. Tuttavia, la stazione di polizia fa poco per usare i computer, nessuno invia messaggi e le cose vengono sempre consegnate "di persona". Alla fine ci saluterà anche la traduttrice Kari Jokelain.
Anche l'immagine della donna è in stallo da decenni, sebbene il rapporto con Livia sia relativamente moderno. Nella fase finale, Montalbano si innamora della sua prima compagna e di una imbarazzante storia d'amore.
Come prima, il mistero stesso è davvero astuto e kimurant. Mimì crolla letteralmente sul suo corpo nella sua avventura notturna, e presto un altro corpo appare nelle vicinanze.
Commissario Montalbano, TV1 alle 22 e Yle Areena. (K12)
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Nuovo Quotidiano di Puglia, 12.12.2021
Camilleri e la memoria come eredità

Camilleri: un ricordo, una sera.
La voce arrochita che pareva provenisse dall’antro di una antichità misteriosa. Le parole scandite che s’inchiodavano nell’aria. Le mani che si aprivano e si congiungevano, le braccia che si stendevano ad abbracciare la sera, e poi si appoggiavano sul petto, come per cercare un riposo. Il suo volto che sembrava scolpito nella pietra. Gli occhi coperti di buio per scrutare oltre il buio.
Era l’11 giugno del 2018, quando nel teatro greco di Siracusa Andrea Camilleri diventò Tiresia.
Diceva che a novant’anni aveva sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità. Ma forse l’eternità si può percepire soltanto attraverso l’azzardo di un vaticinio, di una profezia, con l’energia di uno sguardo cieco che trapassa la densa fumaglia del presente e raggiunge orizzonti di verità diversamente impensabili, e vede una luce che senza quella cecità non si può vedere.
La voce vortica nell’aria. L’indovino, la creatura multiforme, fa esperienza dell’azzardo di una profezia, penetra nell’universo scuro dell’incognita e lo attraversa con il raggio di un pensiero che vorrebbe metterci sull’allerta come sentinelle a difesa dei nostri destini.
Andrea Camilleri racconta e riempie il buio con un universo di colori immaginari, fantastici, con un meraviglioso onirico che in qualche modo compensa il suo sguardo sbarrato.
Lui sa perfettamente che, al principio, non c’è una scrittura ma una voce. Probabilmente è questa la ragione essenziale del suo Tiresia raccontato con la voce. E’ il ritorno all’origine, alla radice, all’essenza della narrazione. Al respiro che si fa una sola cosa con l’aria, con il vento, l’umidore, la calura, il silenzio. Al racconto che non è mai definitivamente chiuso, che si rende disponibile alla sovrapposizione delle voci, ad una continua riformulazione, alla contaminazione, al rimando, all’innesto, alle interferenze, alle manipolazioni, che si sfrangia in digressioni, si interrompe, riprende, si dilata, che subordina la sua possibilità di esistenza esclusivamente alla possibilità della memoria.
Per Camilleri memoria vuol dire profondità abissale e altezza vertiginosa.
A proposito dei suoi “Esercizi di memoria”, disse che un libro così non si può scrivere a quaranta, a cinquanta, a sessant’anni; un libro così si può scrivere soltanto a novanta. Perché la vita è prima, e poi te la ricordi.
Perché c’è un tempo per ogni scrittura. C’è un tempo per la scrittura come una cattedrale gotica e un tempo per la scrittura come un capanno sulle dune.
C’è un tempo per la scrittura, come per ogni altra condizione della vita.
Per Andrea Camilleri si era fatto il tempo di una scrittura essenziale. Irripetibile. Come il giorno, l’ora, l’istante di una vita: irripetibili. Si era fatto il tempo di una scrittura come un segno del corpo, sul corpo. Che insieme ad esso diviene, con esso si assimila, s’identifica. Si era fatto il tempo di una scrittura che diceva del tempo. Perché a un certo punto non si può raccontare nient’altro che il tempo; non si può dire altro se non la nostalgia, se non il dolore, le gioie, gli stupori, i sogni, i trasalimenti, le emozioni, i rimpianti, i travagli, gli amori, nella trasparenza di un’immagine, in una parola, in una scena che riaffiora dalla profondità della lontananza.
Diceva che tutto era cominciato nella casa dei nonni, dalla lettura di “Alice nel paese delle meraviglie” che gli faceva sua nonna Elvira. Fu lei a parlargli di Alice, del gatto senza ghigno, del cappellaio magico.
Ma la morte della madre di sua madre, non è mai riuscito a scriverla. Lui che ha scritto più cento libri non è riuscito a scrivere la storia di quella morte. E’ riuscito solo a raccontarla a voce. Non si era mai spostata da Palermo, sua nonna. Poi a novant’anni andò a Roma a vedere Papa Giovanni. Vide Papa Giovanni e poi volle andare a vedere la villa di Adriano. La vide. Su una specie di ringhiera disse: tutta questa bellezza è insostenibile. Piegò la testa e morì sulla spalla di sua figlia. Morì di bellezza, raccontava Camilleri.
Ha scritto più di cento storie ma questa storia non ha saputo scriverla. Chissà perché. Forse perché, lui, architetto di trame, tessitore d’intrecci, si ritrovava a confrontarsi con un gesto che stringe tutte le possibili trame e i possibili intrecci. Con quella testa piegata, con quella bellezza che dilaga negli occhi e li chiude in un sonno senza risveglio.
Antonio Errico
 
 

ANSA, 13.12.2021
Storytel-Sellerio, parte con Camilleri nuova collaborazione
15 dicembre 8 audiolibri Montalbano. Poi Malvaldi e Manzini

Roma - S'inaugura con gli audiolibri di 8 titoli di Andrea Camilleri la nuova collaborazione in esclusiva tra Storytel e Sellerio.
In uscita il 15 dicembre, attesissimi dagli ascoltatori, gli audiolibri, letti dalla voce di Massimo Venturiello, designato come lettore delle sue opere da Camilleri stesso, sono: 'Il cane di terracotta', 'Il ladro di merendine', 'Il giro di boa', 'La vampa d'agosto', 'La rete di protezione', 'Una lama di luce', 'Un mese con Montalbano' e 'Riccardino'.
Venturiello regala agli ascoltatori e alle ascoltatrici un'esperienza immersiva e coinvolgente, che spazia in tutti i registri della penna del grande scrittore siciliano. La versione audio, fedele al testo scritto dei romanzi, rappresenta un'esperienza unica per riscoprire i gialli più famosi del Commissario di Vigata. La prima piattaforma europea di audiolibri e podcast unisce le forze con uno tra gli editori indipendenti più apprezzati dal pubblico di lettori in una partnership in esclusiva, in cui per la prima volta la storica casa editrice Sellerio si avvia a produrre una versione audio dalle opere del proprio catalogo che vedrà tra le prossime uscite altri autori famosi della tradizione della casa editrice come Antonio Manzini e Marco Malvaldi.
"La collaborazione in esclusiva con Sellerio e l'arrivo di Camilleri in audio rappresentano un grande successo per Storytel: i romanzi del commissario Montalbano sono tra i contenuti più attesi da sempre dagli ascoltatori, e proprio 'Camilleri' è una delle parole più cercate in app. Con queste prime otto avventure, Storytel offre per la prima volta ai suoi ascoltatori le storie e la lingua di Camilleri attraverso l'esperienza unica del racconto orale, primo passo di un progetto che porterà nella forma audio le opere degli autori Sellerio più amati", spiega Marco Ferrario, country manager di Storytel Italia. E l'editore Antonio Sellerio dice: "Siamo felici di avviare la produzione in proprio della versione audio di alcuni dei nostri libri. Abbiamo deciso di iniziare con i titoli del nostro autore più rappresentativo, letti con grande maestria da Massimo Venturiello che lo stesso Andrea Camilleri aveva individuato come voce di Montalbano. Molti lettori ce li chiedono da tempo, quello dell'audio è un mondo che ci appassiona moltissimo, abbiamo deciso di entrarci insieme a Storytel, un partner di grandissima professionalità e competenza. Ci metteremo il nostro massimo impegno, cercando di non deludere chi già segue il nostro lavoro, e nella speranza di incontrare nuovi lettori".
 
 

Italy24news, 13.12.2021
Storytel-Sellerio, part with Camilleri new collaboration – Books – Other Proposals

The new exclusive collaboration between Storytel and Sellerio is inaugurated with the audio books of 8 titles by Andrea Camilleri. To be released on December 15, highly anticipated by listeners, the audio books, read by the voice of Massimo Venturiello, designated as reader of his works by Camilleri himself, are: ‘The terracotta dog’, ‘The snacks thief’, ‘Il giro di boa ‘,’ The August heat ‘,’ The protection net ‘,’ A blade of light ‘,’ A month with Montalbano ‘and’ Riccardino ‘.
Venturiello gives listeners an immersive and engaging experience, which sweeps through all the registers of the great Sicilian writer’s pen. The audio version, faithful to the written text of the novels, represents a unique experience to rediscover the most famous detective stories of the Vigata Commissioner. The first European audiobook and podcast platform joins forces with one of the independent publishers most appreciated by the reading public in an exclusive partnership, in which for the first time the historic publisher Sellerio starts to produce an audio version from the works of the own catalog that will see among the next releases other famous authors of the publishing house tradition such as Antonio Manzini and Marco Malvaldi.
“The exclusive collaboration with Sellerio and the arrival of Camilleri in audio represent a great success for Storytel: the novels of Inspector Montalbano are among the most awaited contents of all listeners, and ‘Camilleri’ is one of the most searched words in app. With these first eight adventures, Storytel offers its listeners for the first time the stories and language of Camilleri through the unique experience of the oral story, the first step of a project that will bring the works of the most loved Sellerio authors into audio form. “, explains Marco Ferrario, country manager of Storytel Italia. And the publisher Antonio Sellerio says: “We are happy to start producing the audio version of some of our books on our own. We decided to start with the titles of our most representative author, read with great skill by Massimo Venturiello and Andrea himself. Camilleri had identified Montalbano as the voice. Many readers have been asking us for them for some time, the audio world is a world that we are very passionate about, we have decided to enter it together with Storytel, a partner of great professionalism and competence. We will put our utmost effort into it. , trying not to disappoint those who already follow our work, and in the hope of meeting new readers “.
(ANSA)
 
 

Frizzifrizzi, 13.12.2021
Design
La scomparsa di Patò: la tesi di laurea di Cecilia Porrino trasforma il romanzo di Camilleri in un’esperienza di lettura multimediale

N romanzi gialli e polizieschi l’autore o l’autrice coinvolgono le lettrici e i lettori costruendo trame avvincenti e usando tutte le “armi” che la letteratura offre per rendere l’esperienza la più trascinante possibile: dipingendo personaggi complessi, costruendo ansiogeni climax, ribaltando il punto di vista, gestendo magistralmente anticipazioni, indizi cruciali e false piste, fabbricando ipotesi che mettono alla prova l’intelligenza di chi si immerge nella storia, richiamando flashback rivelatori, nascondendo informazioni fondamentali, fino a trasformare la pagina stampata in un labirintico campo d’azione in cui perdersi tra mille strade senza uscita sotto la guida dello sguardo onnisciente dello scrittore o della scrittrice.
Ma che succede se a tutto questo si aggiunge anche la dimensione materiale dell’oggetto libro, fornendo fisicamente a chi fruisce dell’esperienza della lettura gli elementi per portare avanti la propria indagine in una sorta di “realtà aumentata” fatta però non di bit e schermi ma di carta e inchiostro?
«Oggi si sente la necessità di realizzare dei progetti editoriali che facciano i conti con il fruitore e per questo si studiano dei modi per metterlo al centro dell’esperienza di lettura» spiega la giovane designer casertana Cecilia Porrino, che per la sua tesi di laurea ha preso un romanzo di grande successo come La scomparsa di Patò di Andrea Camilleri e l’ha tradotto in un nuovo formato sperimentale, affiancando agli “utensili” narrativi del narratori quelli progettuali di chi fa comunicazione visiva.
Il risultato è Romanzo sperimentale: La scomparsa di Patò, che ha valso a Porrino la selezione per la mostra ABC | Aiap Book Community in occasione dell’evento WE AIAP, tenutosi a Milano nel 2018, e in seguito anche quella per la quarta edizione del festival Oggetto Libro, attualmente in corso presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano (fino al 12 gennaio).
Con alle spalle una laurea triennale in Design della comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli e una magistrale in Graphic Design per la comunicazione pubblica nel medesimo istituto, seppur giovanissima Porrino si è già fatta un nome nell’ambito del design editoriale, figurando pure tra le vincitrici della seconda edizione del concorso I libri-gioco si fanno con le macchine, realizzando poi il libro-gioco Primi libri coi fili (l’abbiamo presentato di recente su Instagram), anch’esso selezionato per la Oggetto Libro ed esposto all’ADI Design Museum di Milano nel settembre scorso.
Oggi la designer — che si è fatta le ossa prima nella squadra di progettazione della segnaletica museale per la Certosa e Museo di San Martino di Napoli e poi in alcune agenzie di comunicazione tra Napoli e Caserta — lavora come freelance principalmente nel campo del cosiddetto “ecodesign” («una scelta fatta in seguito alla crescente consapevolezza delle problematiche ambientali» dice, «unita alla riflessione sul ruolo del design oggi. Da qui la sfida di passare a un design circolare, più responsabile e sostenibile»).
Per saperne di più sulla sua tesi le ho chiesto di raccontarla.
Simone Sbarbati

Oggi si sente la necessità di realizzare dei progetti editoriali che facciano i conti con il fruitore e per questo si studiano dei modi per metterlo al centro dell’esperienza di lettura.
Per fare ciò, il progettista si assume il compito di ideare del processi che mettano in primo piano l’interazione col lettore, che deve essere stimolato e incuriosito da contenuti di ogni genere e tipologia: il testo, l’illustrazione, la fotografia, la composizione tipografica, la scelta dei materiali e dei formati. In sintesi, si fa ricorso a media diversi per stimolare diversi livelli di sensorialità, realizzando in tutto e per tutto un libro “multimediale”, proprio nel senso che esso attinge da diversi ambiti mediatici per la definizione dei propri contenuti.
Partendo da queste considerazioni, nasce il progetto di tesi Romanzo sperimentale: La scomparsa di Patò, che prende in esame un romanzo già esistente per riproporlo in una forma-libro innovativa e sperimentale.
La scelta è ricaduta sul romanzo di Andrea Camilleri, presentato al lettore in forma di dossier: la storia infatti è raccontata attraverso una raccolta di documenti — rapporti, lettere, manifesti, scritte murali. Per la forma in cui è stato scritto, il romanzo ben si presta a una reinterpretazione grafica dei contenuti.
Durante lo sviluppo del concept, uno studio approfondito sul supporto è stato decisivo per la scelta tra differenti tipologie di carta, con lo scopo di comunicare dei messaggi precisi al lettore attraverso sensazioni tattili e visive proprie del mezzo cartaceo.
Il progetto è stato interamente realizzato con carte Fedrigoni.
Ambientato nella Sicilia del 1890, il romanzo racconta le vicende di alcuni agenti dell’Arma dei Carabinieri e della Questura, incaricati di indagare sulla scomparsa del rispettabile ragioniere Antonio Patò. Le indagini vengono però presto ostacolate e la verità sul caso non verrà mai (pubblicamente) a galla.
Importante nella narrazione del libro è la rappresentazione teatrale del «Mortorio», alla quale partecipa anche il ragioniere Patò in veste di Giuda.
L’essenza e il significato del libro di Camilleri sono stati sintetizzati in tre parole chiave: “indagini”, “messa in scena” e “verità oscurata”. Due di queste keywords sono risultate fondamentali per lo sviluppo del concept.
L’idea alla base del progetto parte infatti dal concetto delle “indagini”: ossia, il lettore diventa investigatore. Si sviluppa l’ipotesi di stravolgere l’ordine narrativo dei documenti, attuata però solo verso l’ultima parte del libro.
Iprimi due capitoli sono sviluppati in vere e proprie cartelle, con i documenti in ordine cronologico così come li ha strutturati l’autore del libro. Questa prima parte del progetto — dove i documenti vengono subito messi a disposizione del fruitore — serve a introdurre il lettore alle dinamiche della storia, per fargli prendere confidenza con i nomi dei personaggi e per incuriosirlo.
Gli elaborati sono rilegati da dei pressini fermafogli in metallo per essere tenuti “fermi” tra loro, ma potranno essere sciolti dal lettore in qualsiasi momento. Tutti i documenti che compongono la cartella sono infatti resi autonomi l’uno dall’altro, poiché realizzati in pagine singole. Il lettore avrà, in questo modo, la possibilità di prendere il singolo foglio stampato — separandolo dal resto — e analizzarlo nella sua forma e contenuto.
Ogni tipologia di documento si differenzia per la sua fattezza: carta, colore e formato sono stati quindi personalizzati in base al tipo di contenuto da impaginare e al messaggio emozionale che si vuole trasmettere al lettore. Anche il carattere tipografico cambia a seconda del mittente: questo contribuisce a una personalizzazione visiva dei documenti, che si può scorgere già a un primo impatto col progetto.
Le carte colorate sono tipiche della tipologia degli indizi, i quali servono a condurre il lettore verso riflessioni e considerazioni sullo svolgimento dell’indagine. I rapporti riservati e le lettere private sono presentati chiusi e inaccessibili alla lettura: sarà il fruitore stesso a dover intervenire su di essi, strappandoli e aprendoli, per scoprire le informazioni celate. Altri documenti, invece, sono composti da più allegati — tutti di tipo cartaceo — i quali, il più delle volte, sono tenuti insieme da delle graffette o contenuti in delle buste da lettera.
La terza parte del progetto si presenta in una scatola contenente gli ultimi documenti del romanzo. Questi, stavolta, non sono rilegati ma si presentano in un ordine sparso: è qui che il lettore è chiamato a ricostruire i fatti.
Ad aiutare il lettore a ricomporre l’ordine degli accadimenti è la data, stampata su ciascun elaborato. Su ogni foglio sono visibili due fori posti lateralmente al testo: questi serviranno al lettore per rilegarli uno ad uno con uno spago, messo a sua disposizione e contenuto all’interno della scatola. Così facendo, il lettore avrà realizzato una sorta di libretto artigianale.
La ricostruzione dei fatti, tuttavia, non sarà ancora quella definitiva, poiché mancano all’appello i documenti che rivelano informazioni scottanti, e di conseguenza anche la verità dell’indagine. Questi, opportunamente nascosti, verranno fuori per ultimi, rivelando la verità sul caso Patò.
Cecilia Porrino
 
 

Quotidiano di Sicilia, 13.12.2021
Commissario Montalbano il programma tv più visto, la top 10 2020-2021
Ispirato ai racconti di Andrea Camillari, la serie tv del Commissario Montalbano è stata più seguita del Festival di Sanremo. La classifica dei programmi più visti dell'anno

E’ l’episodio ‘Il metodo Catalanotti’ della serie del Commissario Montalbano al primo posto (9.017.000 spettatori) nella top 10 dei programmi di prime time dell’anno 2020-21, seguito dal Festival di Sanremo (8.305.000).
[...]
 
 

Italy24news, 13.12.2021
Commissioner Montalbano the most watched TV program, the top 10 2020-2021

Inspired by the stories of Andrea Camillari, the TV series by Commissioner Montalbano was more followed than the Sanremo Festival. The ranking of the most viewed programs of the year
It is the episode ‘The Catalanotti method’ of the series by Commissioner Montalbano in first place (9,017,000 spectators) in the top 10 of the prime time programs of the year 2020-21, followed by the Sanremo Festival (8,305,000).
[...]
 
 

La Gaceta, 13.12.2021
Semana de estrenos en la televisión por aire y por cable
Se producirán dos importantísimos regresos a la TV argentina: hoy debuta Moria Casán y el sábado, Mirtha Legrand retomará la conducción de su programa.

[...]
La señal Europa Europa pondrá en pantalla el capítulo final de “El comisario Montalbano”, el domingo 19 a las 20. El entrañable personaje, creado por el escritor Andrea Camilleri e interpretado por Luca Zingaretti, se convirtió en un favorito del público italiano y mundial. En el último capítulo veremos al comisario investigar el asesinato de Carmelo Catalanotti, artista y fundador de una compañía de teatro amateur que posee un muy personal e inquietante método, y Montalbano deberá encontrar la solución al misterio de su muerte. Paralelamente, comienza a cuestionarse todos los pilares principales de su vida y a moverse en una dirección imprevista. La serie se despide, tras el fallecimiento de su creador y director de todos los episodios. Luca Zingaretti, protagonista y quién también participa de la dirección comentó en una entrevista acerca de su trabajo a modo de despedida: “en El método Catalanotti, la anteúltima novela de la saga, están todos los temas queridos por Camilleri. El amor que mueve al mundo, el sexo, la infidelidad, pero también el teatro con el eterno dilema pirandelliano de si la realidad o la fantasía es más verdadera, la vejez y su eterno intento de apoderarse de la juventud, la tragedia y lo trágico de la cultura siciliana”. Desde el 6 de mayo de 1999, la RAI ha producido y emitido 15 temporadas, hasta marzo de 2021, con un total de 37 episodios originales de “El comisario Montalbano”.
[...]
Alicia Liliana Fernández

Settimana di anteprime in onda e via cavo

Il canale Europa Europa metterà in scena il capitolo finale de "Il Commissario Montalbano", domenica 19 alle 20. Il simpatico personaggio, ideato dallo scrittore Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, è diventato uno dei preferiti del pubblico italiano e mondiale. Nell'ultimo capitolo vedremo il commissario indagare sull'omicidio di Carmelo Catalanotti, artista e fondatore di una compagnia teatrale amatoriale che ha un metodo molto personale e inquietante, e Montalbano deve trovare la soluzione al mistero della sua morte. Allo stesso tempo, inizia a mettere in discussione tutti i pilastri principali della sua vita e a muoversi in una direzione imprevista. La serie dice addio, dopo la morte del suo creatore e regista di tutti gli episodi. Luca Zingaretti, il protagonista e che partecipa anche alla regia, ha commentato in un'intervista il suo lavoro di addio: “Nel metodo Catalanotti, penultimo romanzo della saga, ci sono tutti i temi che Camilleri amava. L'amore che muove il mondo, il sesso, l'infedeltà, ma anche il teatro con l'eterno dilemma pirandelliano se sia più vera la realtà o la fantasia, la vecchiaia e il suo eterno tentativo di impadronirsi della giovinezza, della tragedia e del tragico della cultura siciliana”. Dal 6 maggio 1999 la RAI ha prodotto e trasmesso 15 stagioni, fino a marzo 2021, per un totale di 37 puntate originali de “Il commisario Montalbano”.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Lista, 13.12.2021
Cinco de las mejores novelas policíacas y de suspenso de 2021
Las últimas novelas de John le Carré y Andrea Camilleri, el oscuro debut psicológico Chica Uno y más.

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Riccardino
Andrea Camilleri, traducido por Stephen Sartarelli (Manto)
Escrita en 2005, la última novela del inspector Montalbano de Camilleri estuvo guardada en una caja fuerte para su publicación tras la muerte del autor, la cual ocurrió en 2019. Al igual que sus muy queridas predecesoras, Riccardino está ambientada en la ficticia ciudad siciliana de Vigata, pero esta vez al cada vez más cansado y enojón detective se le une el mismo autor, que hace sugerencias cada vez más descabelladas sobre cómo debe proceder la investigación de la muerte del personaje titular. Lo absurdo aumenta a medida que la iglesia católica se empeña en intervenir con su remo jesuita y las revelaciones sobre la vida privada del fallecido se vuelven cada vez más pintorescas. Esta novela es una última entrega convenientemente exuberante.
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Laura Wilson
 
 

Style24, 13.12.2021
Ginevra Pisani lascia L’Eredità: addio al ruolo di Professoressa
Ginevra Pisani lascia L'Eredità: il suo ruolo di Professoressa rimpiazzato da Andrea Cerelli.

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Ginevra Pisani lascia L’Eredità: l’annuncio
Dopo le parole del conduttore de L’Eredità, la Pisani ha rotto il silenzio e ha spiegato di aver preso questa decisione perché ha un altro importante progetto in ballo. Ginevra, infatti, approderà in teatro con La Concessione del Telefono, capolavoro di Andrea Camilleri. L’ex Professoressa ha dichiarato:
“L’Eredità, la mia casa. Non smetterò mai di ringraziare chi mi ha dato l’opportunità di entrare in questa casa, di avermi fatta sentire accolta dal primo giorno. Ho imparato così tante cose, ho conosciuto delle persone meravigliose che mi hanno saputo tutelare come una figlia, amare, insegnare. Da gennaio, infatti, sarò in tournée per la rappresentazione teatrale de ‘La concessione del telefono’, capolavoro del maestro Camilleri. Il cuore batte forte e l’emozione è inspiegabile. Sono commossa da tutti i vostri messaggi, sono tanti e stupendi perché in questi anni abbiamo costruito un legame speciale”.
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La Repubblica (ed. di Palermo), 14.12.2021
Camilleri in cuffia: otto gialli di Montalbano diventano audiolibri
L'accordo tra Sellerio e Storytel: il via mercoledì

Camilleri aveva un desiderio: trasformare in audiolibri le avventure del commissario Montalbano. Tre anni e mezzo fa ne aveva parlato con un suo alunno dei tempi in cui insegnava regia all'Accademia di arte drammatica, diventato poi attore, doppiatore e regista teatrale: Massimo Venturiello, sarebbe stata la sua la voce di Montalbano.
"Andrea Camilleri era entusiasta, aveva questa idea di farmi leggere il suo libro "La rete di protezione" - confida Venturiello - Sappiamo tutti che era diventato cieco, gli ultimi libri li aveva realizzati dettandoli a voce. Ecco, credo che la scelta degli audiolibri sia nata proprio dalla sua condizione e dalla volontà di far immaginare, grazie alle parole, Vigàta e tutto il mondo di Montalbano, che era anche il suo". L'audiolibro fu registrato, ma non se ne fece nulla: prima la scomparsa dell'autore, poi la pandemia, e ogni progetto si fermò. Almeno fino a poco tempo fa. "Evidentemente era destino che si realizzasse il desiderio di Camilleri. Quando il progetto sembrava ormai arenato, mi ha chiamato Antonio Sellerio annunciandomi che di libri ne avrei letti altri sette", racconta l'attore, che a Palermo, per il teatro Biondo, è stato Mackie Messer ne "L'opera da tre soldi". La collaborazione tra la casa editrice palermitana e Storytel, la prima piattaforma europea di audiolibri e podcast, farà infatti rivivere, nella versione audio, le storie del commissario diventato star della tv.
Ascoltare Camilleri mentre si fa jogging o quando si prepara il pranzo da domani sarà possibile grazie a un'app che prevede diverse tipologie di abbonamento. Otto titoli in esclusiva e sette ore in media di ascolto a romanzo, gli ascoltatori in cuffia potranno scegliere tra alcuni dei gialli più amati di Camilleri come "Il cane di terracotta", "Il ladro di merendine", "Il giro di boa", "La vampa d'agosto", "La rete di protezione", "Una lama di luce". In catalogo anche la raccolta di trenta racconti, "Un mese con Montalbano", e il romanzo pubblicato postumo per volere dell'autore, "Riccardino", l'ultimo della serie dedicata alle indagini di Montalbano.
Ogni titolo viene suddiviso in capitoli di ascolto, e ogni capitolo può essere messo in pausa, "come si fa quando si ascolta la musica, né più né meno, con la possibilità di riprendere dal punto esatto in cui si è interrotto il racconto e di aggiungere dei segnalibri per evidenziare dei passaggi", spiega Marco Ragaini, direttore editoriale di Storytel Italia.
D'altronde, il mercato del digitale è in continua crescita, e così lo sono anche gli audiolibri che hanno registrato, nell'ultimo anno, un aumento superiore al dieci per cento rispetto al 2020, fidelizzando dieci milioni di italiani. In maggioranza hanno un'età tra i 25 e i 44 anni, e vivono per lo più nel sud Italia i fruitori dei libri in cuffia. "Spesso sono ragazzi che non comprano libri e che si avvicinano ai romanzi proprio grazie all'esperienza di ascolto digitale, in netta crescita durante la pandemia, che ha cambiato le abitudini della gente, avvicinandola al mondo tech", chiarisce Ragaini. Nessuna concorrenza, quindi, con i libri. "Audiolibri e libri sono complementari: non si fanno la guerra, la cultura genera cultura sempre e il trend positivo degli audiolibri non influenza in negativo le vendite dei libri. Anzi, molti ascoltatori iniziano a frequentare per la prima volta le librerie".
Chi ascolta audiolibri è, infatti, meno abituato alla lettura oppure ottimizza i tempi utilizzati per stare alla guida, per correre sul tapis roulant o per sbrigare faccende domestiche: "Non a caso il 50 per cento dei fruitori di Storytel utilizza l'app quando è impegnato in altre attività", spiega il leader dell'azienda distributrice di audiobook.
L'editoria palermitana accetta la sfida e sceglie di stare al passo coi tempi. Gli amanti di Camilleri lo chiedevano a gran voce. "Da tempo pensavamo di lanciarci sul mercato degli audiolibri e abbiamo scelto di farlo con il nostro autore più rappresentativo, venendo incontro alle richieste dei nostri lettori", dice Antonio Sellerio. Non a caso, sull'app di Storytel "Camilleri" è la parola più cercata, un successo che resiste alla morte dell'autore di Porto Empedocle e che viene confermato da Marco Ferrario, country manager di Storytel Italia: "I romanzi del commissario Montalbano sono i contenuti più attesi di sempre dai nostri ascoltatori".
Montalbano al debutto audio quindi, dopo tanta tv, un po' di teatro qualche incursione al cinema. "Non è solo un nuovo trend o una questione di mancanza di tempo, l'ascolto, rispetto al cinema e alla tv, ha un vantaggio: l'immaginazione -racconta Venturiello - Mentre ascolti i libri di Camilleri immagini Vigàta, la casa di Montalbano, la Mannara, le disegni tu con la mente facendoti guidare dal racconto. È ciò che facevano i cantastorie, e anche io mi cimento in qualche modo nel cunto". La scelta del narratore diventa, dunque, centrale. E Venturiello, sul grande schermo è la voce di Richard Gere e Colin Firth, dà alla sua interpretazione un taglio teatrale, lontano dallo storytelling da speaker. "Ad ogni parola pronunciata ho immaginato di avere davanti a me la faccia di Camilleri, per provare a raccontare come avrebbe fatto lui - spiega l'attore - La prova più difficile è stata leggere Riccardino". Eccolo lì, allora, Camilleri, che irrompe nell'ultimo romanzo per dialogare con il suo Montalbano, con la "voce arragatata dalle sigarette". Ma perché la scelta di una voce narrante non siciliana per leggere Montalbano?
Prova a spiegarlo Venturiello: "Camilleri aveva creato un siciliano tutto suo e voleva che la lingua rimanesse la sua, non quella del dialetto siciliano, che avrebbe finito per caratterizzare eccessivamente Montalbano in un modo che avrebbe potuto essere diverso da quello che lui aveva immaginato".
Irene Carmina
 
 

Torino Today, 14.12.2021
Grugliasco, al Gerbido la nuova piazzetta è dedicata ad Andrea Camilleri
Si tratta della prima intitolazione, nel Torinese, allo scrittore siciliano scomparso nel 2019

È stata intitolata ad Andrea Camilleri, a Grugliasco, in borgata Gerbido, la piazzetta all'angolo con strada Moncalieri e via don Boario.
La piazzetta appena riqualificata intitolata a Camilleri
A seguito di una mozione approvata all'unanimità dal consiglio comunale, l'amministrazione locale ha deciso di intitolare allo scrittore siciliano Andrea Camilleri, scomparso nel 2019, all'età di 94 anni, la piazzetta appena riqualificata con la nuova fontana adiacente la chiesa dello Spirito Santo. Si tratta della prima intitolazione allo scrittore siciliano, nel Torinese.
"Ci sembra un giusto riconoscimento – ha detto il consigliere comunale di Grugliasco Serafino Gianni Sanfilippo, conterraneo di origine di Camilleri – ad una persona che ha lasciato all'intera nazione un inestimabile patrimonio culturale e una preziosa testimonianza di impegno civile".
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Alexia Penna
 
 

Strisciarossa, 14.12.2021
Undici big per “Una settimana in giallo”. Senza, ma con Camilleri

Tempi e luoghi differenti ma consueti per “Una settimana in giallo” di Sellerio.
A Barcellona Delicado e Garzón affrontano la morte, probabilmente per avvelenamento, di Ismael Gómez Lahuerta, un bel 31enne; era sposato con Asunción del Corral Medina, una parrucchiera 53enne, madre della robusta 25enne Sara.
Giménez-Bartlett con Petra e l’ombra di Montalbano
Il commissario Coronas è nervoso e mette loro fretta, fra l’altro deve ricevere in ufficio un certo Montalbano della polizia italiana, in visita ufficiale.
L’autopsia si fa attendere e dopo qualche giorno evidenzia, a sorpresa, che c’erano tracce di tallio nell’organismo. Petra pensa che l’amore è insieme la peggiore delle fregature e la più grande delle ricompense e, pur probabilmente non avendo letto David Cooper, che in tutte le famiglie ci sono buoni motivi per desiderare la morte di uno dei suoi componenti. Forse.
Robecchi con Monterossi e una complessa eredità
A Milano Monterossi, Falcone e Cirielli ricevono un nuovo cliente dell’Agenzia investigativa Sistemi Integrati: il notaio 46enne Francesco Ghisoni li incarica di verificare se sia rintracciabile entro pochi giorni un primogenito concepito nel 1961 con una domestica e non riconosciuto, comunque prima dell’apertura del testamento del ricchissimo padre deceduto, con i familiari affamati di eredità e desiderosi di non spartirla (mentre gli sarebbero potuti essere destinati un quarto di liquidità e quote, oltre a molto altro); scoprono che ama La nuvola in calzoni di Majakovskij (soggetto teatrale per Camilleri), gli altri eredi della famiglia ufficiale non lo vedrebbero comparire con letizia. Forse.
E poi a Palermo La Marca, a Napoli Acanfora, a Roma Corso (con Osvaldo Soriano), a Màkari Lamanna, a Pineta Massimo e Alice, su un’isola siciliana Viola, a Pisa Corbo, a Milano nella casa di ringhiera la famiglia Giorgi, sul Monte Bianco Schiavone hanno tutti circa una settimana per risolvere inediti misteri, più raramente veri e propri delitti.
Una settimana in giallo 2021. la prima senza Camilleri
Ennesima (quattordicesima?) antologia di racconti gialli per la casa editrice palermitana, scritti per l’occasione, in continuità con le accorte riuscite sperimentazioni che hanno costituito una svolta nel genere del genere. Per l’edizione 2021, qualità media ottima, testi godibili, intrattenimento garantito. (Una settimana in giallo, autori Alicia Giménez-Bartlett, Longo, Malvaldi, Manzini, Piazzese, Recami, Robecchi, Savatteri, Simi, Stassi, Simona Tanzini. Racconto spagnolo tradotto da Maria Nicola. Sellerio editore, 2021, Pag. 602 euro 16).
Ma in ognuna si omaggia il maestro perduto
Le ho recensite tutte (dal 2011) e questa è la prima pubblicata in assenza di Andrea Camilleri, ideata e scritta dopo la sua morte. Così oltre alla solita regola valida per tutti, ogni volta diversa, qui l’intervallo settimanale di tempo per le vicende narrate, è stato concordato un omaggio al maestro, con un qualche ruolo assegnato a Camilleri o al suo principale personaggio in ognuno dei racconti, sempre a proprio modo e in tre casi attraverso una presenza obliqua tutta da decifrare.
Sono undici gli autori coinvolti della scuderia Sellerio: Alicia Giménez-Bartlett, Robecchi, Piazzese, Longo, Stassi, Savatteri, Malvaldi, Simona Tanzini, Simi, Recami, Manzini.
Il tema (un po’ forzato, ma ben gestito) sono i sette giorni di un’unica settimana “in giallo”, perlopiù contemporanea. La lunghezza è omogenea (poco più lungo Savatteri, come al solito; più brevi Tanzini e Simi), la raccolta ribadisce una contaminazione che non inficia gli stili noti e amati di ogni autore, come d’abitudine quasi tutti narranti in prima persona (eccetto Robecchi, Malvaldi, Manzini), talora al passato e talora al presente, come caratteristico di ogni relativa serie di romanzi.
Impossibile ricordare tutti i vini citati o le colonne sonore, ormai conoscete gli autori e si può lasciar vagare l’immaginazione con competenza.
Valerio Calzolaio
 
 

Europa Europa, 14.12.2021
El comisario Montalbano: El método Catalanotti
Título Original: Montalbano S15.35: Il metodo Catalanotti
Género:
Próximas Emisiones: domingo 19 de diciembre 08:00, 19:45
viernes 24 de diciembre 08:00, 19:45

El comisario Montalbano investiga el asesinato de Carmelo Catalanotti, usurero y artista de teatro ferviente y original, alma y fundador de Trinacriarte, una muy activa compañía de teatro amateur de Vigàta, de la que fue gurú. Un gurú que supo ser brillante, pero también cruel y sádico. Tanto, que Montalbano se da cuenta de que es precisamente en su concepción del arte trágico y en su muy personal e inquietante Método, donde debe encontrar la solución del misterio de su muerte… Paralelamente, y sobre todo en su ámbito privado, es donde el Comisario debe resolver otro problema, abrumado por la pasión. Es que durante su investigación, Salvo conoce a una joven colega, Greta, que le hace reconsiderar toda su vida: todos sus puntos de referencia, como el vínculo con su hermosa tierra y su relación con Livia, vacilan por primera vez. Esta es la noticia: cuestiona todos los pilares principales de su vida y está abierto a moverse en una dirección imprevista
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 14.12.2021
“Parola”: il cantautore Giovanni Caccamo a Napoli con il nuovo disco ispirato a Camilleri
Questa sera a Palazzo Zevallos di Stigliano. "Napoli è spensieratezza, la musica è un antidoto alla violenza e alla camorra"

Con una parola sbagliata si può uccidere una persona, ma con le parole giuste si può cambiare il mondo e si può salvare Napoli dall’oppressione della camorra. Ne è certo Giovanni Caccamo, il giovane talentuoso cantautore siciliano vincitore delle nuove proposte del Festival di Sanremo nel 2015 e terzo classificato tra i “grandi” nel 2016. Caccamo, attualmente in tournée con il suo nuovo disco “Parola”, ispirato da Andrea Camilleri, farà tappa questa sera a Napoli, presso Gallerie D’Italia a Palazzo Zevallos Stigliano di via Toledo, sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo.
[...]
Com’ è nato il suo ultimo disco “Parole”?
“Sono partito da un appello di Camilleri che dopo aver ricordato la grande importanza delle parole, si rivolse ai giovani chiedendo loro di far partire un nuovo Umanesimo. Ho deciso nel mio piccolo di raccogliere questo appello e creare un disco in cui ogni canzone fosse ispirata a un testo di letteratura contemporanea. In questo progetto ho coinvolto tanti amici: Liliana Segre, Patti Smith, Willem Dafoe, Michele Placido, Aleida Guevara, Beppe Fiorello e altri compagni di viaggio”.
[...]
Vincenzo Rubano
 
 

Sellerio Editore, 15.12.2021
Gli audiolibri Sellerio su Storytel

Cari amici,
siamo felici di annunciarvi che Sellerio ha iniziato la produzione della versione audio di alcuni libri del catalogo.
Abbiamo deciso di partire, affiancandoci a Storytel, con i titoli del nostro autore più rappresentativo e più atteso sulle piattaforme, Andrea Camilleri, per poi proseguire con una serie di uscite che coinvolgeranno altri grandi scrittori amati dai lettori, da Marco Malvaldi ad Antonio Manzini.
A partire dal 15 dicembre su Storytel le indagini del commissario Montalbano di Andrea Camilleri ritrovano una nuova vita lette magistralmente da Massimo Venturiello che il Maestro stesso aveva individuato come voce del commissario più famoso d'Italia.
E dunque lasciatevi coinvolgere da questa nuova esperienza per riscoprire i gialli di Montalbano e viaggiare nelle storie di un raccontatore unico e straordinario attraverso l'ascolto dei primi otto audiolibri: Il cane di terracotta, Il ladro di merendine, Il giro di boa, La vampa d’agosto, La rete di protezione, Una lama di luce, Un mese con Montalbano, Riccardino.
Accompagnateci in questa avventura approfittando della speciale prova gratuita di 30 giorni, anziché 14, che Storytel ha messo a disposizione dei lettori Sellerio in questa pagina dedicata: https://www.storytel.com/it/it/c/sellerio
Buon ascolto!
 
 

La Stampa, 15.12.2021
Libri: Camilleri per la prima volta diventa audiolibro
Disponibili dal 15 dicembre grazie a un accordo storico fra Sellerio e Storytel

La voce l’aveva scelta Camilleri stesso, ed è quella di Massimo Venturiello. Sarà lui per la prima volta a trasformare i suoi celebratissimi romanzi in audiolibri. La notizia era attesa con ansia dagli appassionati del «papà» del commissario Montalbano. Ed ecco, promto da scartare, il regalo di Natale che aspettavano: l’accordo fra Storytel – la prima piattaforma europea di audiolibri e podcast, e Sellerio, uno tra gli editori indipendenti più apprezzati dal pubblico di lettori per realizzarequesti audiolibri. Si tratta di una partnership in esclusiva, in cui per la prima volta la storica casa editrice di Palermo si avvia a produrre una versione audio dalle opere del proprio catalogo. La collaborazione prenderà forma con l'uscita in esclusiva degli audiolibri delle indagini del commissario Montalbano. Dopo essere passate per anni dalla pagina scritta alla tv presto troveranno una nuova vita nella versione audio e saranno disponibili a partire da oggi 15 dicembre su Storytel, primi di una serie di uscite
che coinvolgerà altri noti autori della tradizione Sellerio, da Marco Malvaldi a Antonio Manzini. Letti dalla voce di Massimo Venturiello, designato come lettore delle sue opere da Camilleri stesso, saranno Il cane di terracotta, Il ladro di merendine, Il giro di boa, La vampa d'agosto, La rete di protezione, Una lama di luce, Un mese con Montalbano, Riccardino i primi otto audiolibri disponibili in vista delle Feste natalizie.
L’interpretazione magistrale del dialetto siciliano
La tanto amata lingua creata da Andrea Camilleri è riportata con la cadenza e il ritmo di un'interpretazione magistrale: Venturiello regala agli ascoltatori e alle ascoltatrici un'esperienza immersiva e coinvolgente, che spazia in tutti i registri della penna dell'autore siciliano. La versione audio, fedele al testo scritto dei romanzi, rappresenta un'esperienza unica per riscoprire i gialli più famosi del Commissario di Vigata. Così Marco Ferrario, Country Manager di Storytel Italia: «La collaborazione in esclusiva con Sellerio e l'arrivo di Camilleri in audio rappresentano un grande successo per Storytel: i romanzi del commissario Montalbano sono tra i contenuti più attesi da sempre dagli ascoltatori, e proprio “Camilleri” è una delle parole più cercate in app. Con queste prime otto avventure, Storytel offre per la prima volta ai suoi ascoltatori le storie e la lingua di Camilleri attraverso l'esperienza unica del racconto orale, primo passo di un progetto che porterà nella forma audio le opere degli autori Sellerio più amati».
La felicità dell’editore
L’editore Antonio Sellerio spiega: «Siamo felici di avviare la produzione in proprio della versione audio di alcuni dei nostri libri. Abbiamo deciso di iniziare con i titoli del nostro autore più rappresentativo, letti con grande maestria da Massimo Venturiello che lo stesso Andrea Camilleri aveva individuato come voce di Montalbano. Molti lettori ce li chiedono da tempo, quello dell'audio è un mondo che ci appassiona moltissimo, abbiamo deciso di entrarci insieme a Storytel, un partner di grandissima professionalità e competenza. Ci metteremo il nostro massimo impegno, cercando di non deludere chi già segue il nostro lavoro, e nella speranza di incontrare nuovi lettori».
Emanuela Minucci
 
 

Grupo La Provincia, 15.12.2021
Tras 22 años, se despide El comisario Montalbano

“El comisario Montalbano”, serie televisiva basada en la exitosa saga literaria del escritor italiano Andrea Camilleri, que sigue a un gruñón investigador siciliano y los casos de los que está a cargo en la imaginaria localidad de Vigata, llegará a su fin después de 22 años con la emisión de su último capítulo este domingo a las 20 por la señal Europa Europa.
Protagonizada por el actor Luca Zingaretti y estrenada en 1999, se convirtió en una serie de culto a la altura de la obra literaria en la que se inspira; favorita del público italiano en sus emisiones en la RAI, su largo recorrido de 37 capítulos en 15 temporadas atrajo espectadores de diferentes generaciones, elogios de la crítica y hasta una serie precuela "El joven Montalbano" (2012-2015).
Salvo Montalbano es el comisario de policía de Vigata, donde a pesar de su carácter malhumorado y la heterodoxia para encarar sus pesquisas, destaca por su sagacidad, intuición y compromiso con el trabajo y con la Ley.
Cada caso, inspirado en alguna de las decenas de novelas y relatos cortos que escribió Camilleri sobre el personaje antes de su fallecimiento en 2019, lleva a Montalbano y sus colaboradores tras las pistas de los más variados crímenes de la localidad y la región. Hechos relacionados con la mafia, secuestros, asesinatos y malversaciones no se resisten al olfato del inspector, que siempre consigue resolverlos y encontrar al culpable.
El capítulo final, que como toda la serie es en rigor una película para la TV de una hora y media de duración de carácter autoconclusiva, se titula “El método Catalanotti” y sigue a Montalbano en la pesquisa por el asesinato de un artista y fundador de una compañía de teatro amateur. Mientras desentraña las alternativas del caso, el policía comienza a cuestionarse todos los pilares principales de su vida y a moverse en una dirección imprevista, se adelantó a través de un comunicado de prensa a modo de sinopsis.
“En ‘El método Catalanotti’, la anteúltima novela de la saga, están todos los temas queridos por Camilleri. El amor que mueve al mundo, el sexo, la infidelidad, pero también el teatro con el eterno dilema pirandelliano de si la realidad o la fantasía es más verdadera, la vejez y su eterno intento de apoderarse de la juventud, la tragedia y lo ‘trágico’ de la cultura siciliana”, explicó Zingaretti, quien además de encarnar al protagonista se hizo cargo de la dirección de los tres últimos episodios.
El actor asumió la tarea de realización tras el fallecimiento de Alberto Sironi, creador de la serie y director de todos los capítulos desde 1999 hasta su muerte, que como la de Camilleri ocurrió en 2019.
“En esta novela Andrea nos deleita con trucos y anécdotas de su inagotable bagaje, dibujando personajes inolvidables -continuó Zingaretti-. Pero la mayor noticia es la pérdida de control del comisario, abrumado por la pasión por una joven colega. Salvo nos había acostumbrado a unos pocos, pero muy firmes puntos: amor por su obra, devoción a Livia, apego imprescindible a su tierra”.
El intérprete avisó que en `El método Catalanotti´ “todo se pone en tela de juicio” y el comisario “está dispuesto a dejarlo todo y a todos para poder disfrutar de la cercanía y el amor de una joven”: “Para contar todo esto era necesario dar un salto, marcar la diferencia, encontrar un nuevo dolor, una valentía desesperada. Creo que puedo decir que lo hemos logrado y hemos hecho, todos juntos, un gran trabajo”, concluyó.
(Télam)

Dopo 22 anni il Commissario Montalbano saluta

“Il Commissario Montalbano”, una serie televisiva basata sulla fortunata saga letteraria dello scrittore italiano Andrea Camilleri, che segue un burbero investigatore siciliano e i casi di cui è incaricato nella città immaginaria di Vigata, si concluderà dopo il 22 anni con la trasmissione della sua ultima puntata questa domenica alle 20 sul segnale Europa Europa.
Interpretato dall'attore Luca Zingaretti e uscito nel 1999, è diventato una serie cult all'apice dell'opera letteraria a cui si ispira; Prediletto dal pubblico italiano nelle sue trasmissioni RAI, la sua lunga serie di 37 episodi in 15 stagioni ha attirato il pubblico di diverse generazioni, il plauso della critica e persino una serie prequel "Il giovane Montalbano" (2012-2015).
Tranne Montalbano è il commissario di Vigata, dove nonostante il suo carattere lunatico e l'eterodossia per affrontare le sue inchieste, si distingue per sagacia, intuito e dedizione al lavoro e alla Legge.
Ogni caso, ispirato a una delle decine di romanzi e racconti che Camilleri ha scritto sul personaggio prima della sua morte nel 2019, conduce Montalbano e i suoi collaboratori sulle tracce dei più svariati delitti della cittadina e della regione. Fatti legati alla mafia, rapimenti, omicidi e malversazioni non resistono al naso dell'ispettore, che riesce sempre a risolverli e a trovare il colpevole.
Il capitolo finale, che come tutta la serie è in senso stretto un film tv autoconclusivo di un'ora e mezza, si intitola “Il metodo Catalanotti” e segue Montalbano nell'indagine sull'omicidio di un artista e fondatore di una compagnia teatrale amatoriale. Mentre dipanano le alternative del caso, il poliziotto inizia a mettere in discussione tutti i pilastri principali della sua vita e a muoversi in una direzione imprevista, avanzando attraverso un comunicato stampa come sinossi.
“Nel ‘Metodo Catalanotti’, penultimo romanzo della saga, ci sono tutti i temi amati da Camilleri. L'amore che muove il mondo, il sesso, l'infedeltà, ma anche il teatro con l'eterno dilemma pirandelliano se sia più vera la realtà o la fantasia, la vecchiaia e il suo eterno tentativo di impadronirsi della giovinezza, della tragedia e di quanto 'tragico' della cultura siciliana”, ha spiegato Zingaretti, che oltre a incarnare il protagonista ha assunto la regia degli ultimi tre episodi.
L'attore ha assunto il compito della realizzazione dopo la morte di Alberto Sironi, creatore della serie e regista di tutti i capitoli dal 1999 fino alla sua morte, avvenuta come quella di Camilleri nel 2019.
"In questo romanzo, Andrea ci delizia con trucchi e aneddoti del suo inesauribile background, disegnando personaggi indimenticabili", ha continuato Zingaretti. Ma la notizia più grande è la perdita di controllo dell'assessore, travolto dalla passione per un giovane collega. Tranne che ci eravamo abituati a pochi, ma molto fermi punti: l'amore per il suo lavoro, la devozione per Livia, un attaccamento essenziale alla sua terra”.
L'interprete ha avvertito che ne “Il metodo Catalanotti” “tutto è messo in discussione” e il curatore “è disposto a lasciare tutto e tutti pur di godere della vicinanza e dell'amore di una giovane donna”:“ Raccontare tutto questo è stato necessario fare un salto, fare la differenza, trovare un nuovo dolore, un coraggio disperato. Penso di poter dire che ci siamo riusciti e abbiamo fatto, tutti insieme, un ottimo lavoro", ha concluso.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Bücher Rezensionen, 15.12.2021
Storie di Natale
von Camilleri, Calaciura, Manzini, Stassi u.a.
Sieben außergewöhnliche Erzählungen ganz unterschiedlichen Charakters
Weihnachtliches · Sellerio · 2021 · 304 S. · ISBN 9788838942983 Sprache: Italien · Herkunft: Italien · Region: Italien
Ein Weihnachtsbuch für Italien-Fans (in italienischer Sprache)
5/5

Wir wissen alle, was uns wahrscheinlich erwarten wird, wenn wir ein »Weihnachtsbuch« auf-schlagen: Christbaumkugeln, Kinderaugen, Gänsebraten, Wohlgefallen, Tannenbaum, Kerzen-schein, Engelshaar und Lobgesang garnieren eine rührselige, sarkastische, mehr oder weniger lustig oder spannend konstruierte Handlung, die in der Weihnachtszeit spielt und idealerweise am Heiligen Abend kulminiert.
Wie aber ist das in Italien? Dieses Buch gibt uns einen interessanten, unerwartet breiten Einblick, denn jede seiner sieben Geschichten (alle von namhaften Autoren und literarisch hochwertig) hat einen ganz eigenen Charakter und unterscheidet sich grund-sätzlich von den anderen. Gemeinsam ist ihnen nur, dass den Protagonisten just zu Weih-nachten Entscheidendes in ihrem Leben widerfährt. Religiöse Bezüge spielen allenfalls eine Nebenrolle, von Gefühlsduselei und romantischem Kitsch fehlt jede Spur.
Und natürlich tragen sich alle irgendwo in Italien zu. Deswegen lernen wir beim Lesen beiläufig die Rituale, Floskeln, Stimmungen, Speisen, Mythen, Traditionen kennen, die die Menschen zur Weihnachtszeit erwarten, sich wünschen, lieben oder hassen.
Die Sammlung erschien erstmals im Jahr 2016, wurde 2021 neu aufgelegt und wird sicher alle Jahre wieder im Sellerio-Programm auftauchen.
Andrea Camilleri: I quattro Natali di Tridicino
Gleich die erste Erzählung kappt alle Leinen zu nordeuropäischer Bildlichkeit. Auch am Heiligen Abend müssen die Fischer von Vigàta hinaus aufs Meer fahren, all ihre Kraft und Geschicklichkeit gegen Wind, Brandung und Strömung einsetzen, auf einen guten Fang und gesunde Heimkehr hoffen. Vor diesem Hintergrund breitet Camilleri eine Familiengeschichte aus, die von märchenhaften und naturmythischen Elementen bestimmt wird. Der Fischerjunge Tridicino (von »tredicesimo« – das dreizehnte Kind seiner Eltern) hat ungewöhnliche Begabungen und Eigenschaften, die ihn befähigen, Be-währungsproben zu bestehen, die sich ihm auf und unter dem Wasser stellen. Ein alter Fischer vermacht ihm das Geheimnis, wie man eine »dragunara« (Wasserhose?) ihrer zerstörerischen Kraft beraubt, aus der Tiefe kann er eine große Muschel bergen, die wundersame Klänge erzeugt, und er muss sich der Herausforderung eines geheimnis-vollen Riesenpolypen in seiner Höhle stellen. An vier Weihnachtstagen in seinem Leben schafft Tridicino so die Grundlagen für Glück und Wohlstand für sich und die Seinen.
[…]

Sette storie straordinarie con personaggi molto diversi
Un libro di Natale per i fan italiani (in italiano)
Sappiamo tutti cosa ci aspetta quando apriamo un "libro di Natale": palle dell'albero di Natale, occhi di bambini, oca arrosto, piacere, albero di Natale, lume di candela, capelli d'angelo e canti di lode guarniscono un sdolcinato, sarcastico, più o meno trama divertente o eccitante che nel periodo natalizio e culmina idealmente alla vigilia di Natale.
Ma com'è in Italia? Questo libro ci offre uno spaccato interessante, inaspettatamente ampio, perché ognuno dei suoi sette racconti (tutti di autori noti e di alta qualità letteraria) ha un suo carattere ed è fondamentalmente diverso dagli altri. L'unica cosa che li accomuna è che proprio a Natale accade qualcosa di cruciale ai protagonisti della loro vita. I riferimenti religiosi giocano solo un ruolo minore e non c'è traccia di sentimentalismo o kitsch romantico.
E ovviamente si svolgono tutti da qualche parte in Italia. Ecco perché durante la lettura impariamo casualmente a conoscere i rituali, le frasi, gli umori, il cibo, i miti, le tradizioni che le persone si aspettano, desiderano, amano o odiano nel periodo natalizio.
La collezione è apparsa per la prima volta nel 2016, è stata rilanciata nel 2021 e sicuramente riapparirà nel programma Sellerio anno dopo anno.
Andrea Camilleri: I quattro Natali di Tridicino
La primissima storia taglia tutti i legami con le immagini del Nord Europa. Anche la vigilia di Natale i pescatori di Vigàta devono prendere il largo, usando tutte le loro forze e abilità contro vento, onde e correnti, sperando in una buona pesca e in un sicuro ritorno a casa. In questo contesto, Camilleri racconta una storia familiare che è determinata da elementi di fiabe e miti naturali. Il ragazzo pescatore Tridicino (da »tredicesimo« – il tredicesimo figlio dei suoi genitori) ha doti e qualità insolite che gli permettono di resistere alle prove che affronta sull'acqua e sott'acqua. Un vecchio pescatore gli lascia in eredità il segreto per derubare una "dragunara" (tromba d'acqua?) del suo potere distruttivo, può recuperare dal profondo un grande guscio che produce suoni meravigliosi, e deve affrontare la sfida di un misterioso polipo gigante nella sua caverna messo. In quattro giorni di Natale della sua vita, Tridicino crea le basi per la felicità e la prosperità per sé e per la sua famiglia.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Europa Europa, 16.12.2021
Comisario Montalbano: los dejamos cinco episodios para amarlo

“El placer de las visitas suele resultar molesto cuando transforman la sorpresa en reincidencia. Pero el comisario Montalbano, un hombre elegante y discreto, se sentó a cenar en la mesa de cientos de miles de familias italianas durante dos décadas sin que nadie pusiera mala cara.” Eso decía el diario español El País en ocasión de cumplirse los 20 años de TV del querido comisario.
Con el último episodio “El método Catalanotti”, a la vuelta de la esquina (se estrena el domingo 19/12 en Europa Europa), el artículo recordaba que el show es el más longevo y exitoso de la historia de la TV italiana.
La excusa está servida: llegando al final, mirar con amor hacia atrás y repasar algunos de los capítulos de Montalbano que más nos conmovieron. No se trata de una lista definitiva, cada fan tendrá sus favoritos. Es más bien una mezcla de logros, fechas claves y momentos importantes:
1- “El ladrón de meriendas”, primer episodio, 1999. La primera vez nunca se olvida: el debut de Montalbano tiene lugar con un caso sencillo, un contable y su amante han sido asesinados. El único testigo es su hijo. Una historia densa en la que vemos ya desde el comienzo el lado humano del Comisario. Así empezamos a quererlo.
2-“El perro de terracota”, temporada 2, 2000. Una de las mejores novelas de Andrea Camilleri es llevada a la vida en este episodio sin perder grandeza. Un negocio de armas, esqueletos en el armario y una historia violenta y apasionada: todos las piezas del rompecabezas a disposición de Luca Zingaretti.
3-“Un giro decisivo”, temporada 5, 2005. A partir de los acontecimientos de la cumbre del G8 en Génova, el episodio explora los temores de Montalbano, que incluso se plantea dejar la policía. El comisario descubre una red de tráfico de personas y está decidido a desmantelarla. El alma de Montalbano se asoma a la oscuridad total.
4-“El juego de las tres cartas”, temporada 6, 2006. Suele señalárselo como uno de los mejores episodios de toda la saga, aunque ciertamente no fue fácil crear una trama coherente. De hecho, la historia se basa en cuatro relatos diferentes. El elemento de misterio viene dado por el entrelazamiento de elementos ligados a los bajos fondos locales, especialmente a la mafia, y a historias de pasión y rencor. En este caso el punto de partida es la muerte de un capataz, aparentemente atropellado por un coche. Sin embargo, detrás del suceso parece haber un problema que se remonta a veinte años atrás. Clásico giro montalbaniano.
5-“Salvo amado, Livia mía”, temporada 14, 2020. Un violento asesinato que toca personalmente a Salvo: Ágata, una chica introvertida y con pocas relaciones sociales, era en realidad una amiga íntima de la eterna enamorada de Montalbano, Livia, que decide volver a Vigàta para estar cerca de los padres de la chica. Una nube oscura aleja a Montalbano y a sus colaboradores de la buena comida y las pausas de convivencia. La pasión, el amor, de todas las orientaciones e intensidades, vuelve a ser un motivo dominante en los asesinatos de Vigàta.
El comisario Montalbano, episodio final.
Domingo 19 de diciembre a las AR CL 20 h VE 7 p.m. co 6 p.m. MX 5 p.m.
 
 

ActuaLitté, 17.12.2021
Des trésors à découvrir dans les archives d'Andrea Camilleri
Le garage et la cave sont les principaux endroits où les filles de Camilleri ont trouvé de nombreux écrits de leur père, après avoir accueilli son désir de les remettre en ordre et les conserver. Les archives qui garderont ce trésor sont en cours de construction.

Dans une émission exclusive à RaiNews24, les filles de Camilleri affirment, comme rapporté par l’agence de presse Ansa : « Papa nous avait demandé de récupérer son matériel, mais ce qui nous a donné une grande joie, c’est de trouver tant de documents, tant d’écrits, et de pouvoir lui en parler parce qu’il était encore vivant quand nous avons commencé à vraiment trouver un trésor. »
En effet, les filles du grand auteur sicilien ont commencé à récupérer une partie de l’héritage littéraire de Camilleri alors qu’il était encore en vie : l’auteur lui-même avait demandé à ses filles et à sa femme de l’aider à remettre en ordre ses archives personnelles.
Une entreprise titanesque
Les filles et la femme de Camilleri ont été initialement découragées face à une entreprise qui avait l’air quasiment impossible : remettre en ordre des centaines de dossiers, de vieux scripts, de premières ébauches de livres, de lettres, de photographies, d’audiovisuels et même de notes prises en soixante-dix ans d’activité.
Car Andrea Camilleri était un collectionneur infatigable : « Il cataloguait tout. Et, surtout, il a tout gardé. Seulement, il a commencé à travailler à Rome quelques années après la guerre et jusqu’à l’été d’il y a deux ans, quand il nous a quittés, il avait accumulé une quantité impressionnante de matériel », rappellent les filles à La Repubblica. Elles confessent avoir demandé de l’aide à l’amie archiviste Patrizia Severi.
Andreina, Elisabetta et Mariolina racontent aussi que les matériaux iront composer le Fonds Camilleri, actuellement en construction et qui ouvrira au public au printemps 2022.
Un patrimoine littéraire richissime
Mais qu’est-ce qu’il y a dans ses archives ? « Ses papiers racontent une grande partie de l’histoire culturelle du vingtième siècle. Les événements, les expériences et les protagonistes se croisent. Il y a des mises en scène de théâtre du début des années 1950 par des auteurs italiens et européens, Pirandello, Giacosa, Betti, Fabbri, Bracco, Campanile, Strindberg, Cocteau, Adamov et Ionesco. C’est lui, par exemple, qui a porté pour la première fois les œuvres de Beckett à la télévision. Et encore, les essais de ses cours de mise en scène à l’Académie Silvio D’Amico dans les années 80, son travail à la RAI comme directeur de la programmation quotidienne des dramatiques radiophoniques (…). Et puis les mises en scène, les scénarios et les productions télévisées des grands drames (…) », racontent les filles toujours à La Repubblica.
Par ailleurs, RaiNews24 — l’une des principales chaînes de télévision italiennes — a montré dans une émission des images des carnets de Camilleri adolescent à la fin des années 1930, reliés par lui-même, ainsi que ses agendas. D’après ces matériaux, il apparaît qu’il lisait un livre tous les deux jours et que ses premiers poèmes avaient été qualifiés de « très bons » par le grand intellectuel sicilien Elio Vittorini.
De nombreuses œuvres inédites ont également été retrouvées parmi les papiers, dont sa première tentative de nouvelle, Sweet Giorgia Brown. Enfin, cinq versions du roman Giudizio a mezzanotte, que Camilleri avait prétendu avoir jeté, ont été retrouvés dans la cave.
Une histoire exemplaire
« C’était le cadeau que notre père nous avait demandé. Nous ne pouvions pas le décevoir », affirment enfin les filles de l’auteur sicilien à La Repubblica.
Et elles concluent : « Notre père voulait que ce Fonds soit ouvert à tous ceux qui voulaient le visiter, mais surtout aux écoles. Dans ses lettres, on trouve l’histoire de sa vie, celle d’un garçon du Sud profond qui n’a jamais cessé de poursuivre un rêve. Le message qu’Andrea Camilleri a voulu transmettre en demandant à ses filles de s’occuper de ses archives est précisément celui-ci. Faire comprendre aux jeunes que rien n’est impossible, que les rêves se réalisent. Et nous sommes fiers de l’avoir aidé. Nous espérons seulement être à la hauteur. »
Federica Malinverno
 
 

Oksijen, 18.12.2021
Terrakotta Köpek – Komiser Montalbano Serisi 2 / Andrea Camilleri / Çeviren: Semih Topçu / Mylos Kitap / Roman / 272 Sayfa
Polisiyenin zirvelerinden biri
İtalyan polisiyesinin ustası Andrea Camilleri’nin onunla bütünleşen Komiser Montalbano Serisi’nin ikinci kitabı Terrakotta Köpek, Sicilya’nın kadim tarihine dek varan bir macera…

Komiser Salvo Montalbano mafya hakkındaki kitapları sevmez. Nedeni mafyayı Sicilya’da her Allah’ın günü bizzat görmesidir. Onun yerine soyadı kendininkine benzeyen İspanyol yazar Manuel Vásquez Montalbán’ın kitaplarını okur. Yine de mesleğinden bıkmış gibi bir hali yoktur. Ne zaman cinayetle karşılaşsa, tehlikeye aldırmadan soruşturmaya başlar. Hatta Terrakotta Köpek romanındaki gibi cinayet elli yıl önce işlenmiş bile olsa.
Modern polisiyenin babalarından Andrea Camilleri’nin ikinci Komiser Montalbano romanı Terrakotta Köpek Türkçede yayımlandı. Hem de ülkemizde polisiye denince ilk akla gelen yayınevlerinden Mylos Kitap tarafından ve Semih Topçu çevirisiyle…
Terrakotta nedir?
İtiraf edeyim, terrakotta nedir, bu roman sayesinde öğrendim. İtalyanca “pişmiş toprak” anlamına geliyor. Pişmiş kil bazlı, kahverengimsi kızıl renkli, mat seramik… Türkçede terakota şeklinde de yazılıyor. Camilleri’nin romanına adını verense bu malzemeyle yapılmış bir köpek heykeli. Komiser Montalbano’nun görev yaptığı hayali Sicilya kasabası Vigata yakınlarındaki, İkinci Dünya Savaşı’ndan kalma mağarada bulunuyor. Birbirine sarılmış haldeki bir kadınla bir erkeğin cesetlerinin yanı başında.
Çifte cinayet ve Sicilya hicvi
Adli tabip çiftin elli yıl önce öldürüldüğünü tespit ettiğinde, Montalbano için çifte cinayet soruşturması başlamış oluyor. Oysa kahramanımızı ve ekibini mağaraya götüren bir silah kaçakçılığı vakası. İtirafçı bir mafya tetikçisinin ölmeden önce fısıldadıkları. Mağarada bulunan düzinelerce silah.
Montalbano mağaranın arkasındaki gizli bölmeyi o meşhur sezgileriyle keşfedince, yarım yüzyıllık cesetler (ve tabii terakota köpek heykeli) ortaya çıkıyor. Komiserin savaş yıllarında işlenmiş cinayetin katilinin peşine düşmesi amirlerinin hiç hoşuna gitmiyor. Oysa iki soruşturmanın kesişmesi an meselesi.
Bu ikinci Montalbano romanında hem kahramanımızı hem de Camilleri’nin kalemini daha yakından tanıyor, daha çok seviyoruz. Soruşturma derinleştikçe Güney İtalya’nın kadim tarihi katman katman açılıyor. Sicilya Adası coğrafyası ve karmaşık kültürüyle adeta karakterlerden birine dönüşüyor. Montalbano’nun uzak mesafe ilişkisi yaşadığı sevgilisine sadakati, bazen kafası İsveçli güzel Ingrid yüzünden karışsa da asilce sürüyor. Ahaliyi avcunun içi gibi tanıyan komiser iz sürerken yardımcısı bazen en mümtaz şahsiyetler bazen de şehrin muhabbet tellalı oluyor. Sicilya hicvi her sayfada hissediliyor.
Suç bilimiyle göstergebilim birlikte
Özellikle münzevi bir rahibin Umberto Eco ve Julia Kristeva’nın göstergebilim incelemelerinden bahsederek Montalbano’ya yardım ettiği bölüm hayranlık verici. Yaşlı adam her cinayetin açıklamasının aslında cesedin yanı başında yazılı olduğunu hatırlatıyor. Tabii soruşturmayı yürüten dedektif, dili ve kodları çözdüğü takdirde… Eh, suç bilimiyle göstergebilimi edebiyatta buluşturmak da bize bu harika romanları hediye eden Andrea Camilleri’ye yakışırdı zaten.
Tuna Kiremitçi

Uno dei vertici della criminalità
Il cane di Terracotta, il secondo libro della Collana Il Commissario Montalbano di Andrea Camilleri, il maestro della criminalità italiana, è un'avventura che risale all'antica storia della Sicilia.

Al commissario Salvo Montalbano non piacciono i libri sulla mafia. Il motivo è che Dio vede ogni giorno la mafia in Sicilia. Invece, legge libri dell'autore spagnolo Manuel Vásquez Montalbán, il cui cognome è simile al suo. Tuttavia, non sembra stanco del suo lavoro. Ogni volta che incontra un omicidio, inizia a indagare, indipendentemente dal pericolo. Anche se l'omicidio è stato commesso cinquant'anni fa, come nel romanzo Cane di terracotta.
È uscito in turco il secondo romanzo del Commissario Montalbano di Andrea Camilleri, uno dei padri della moderna narrativa poliziesca. E con la traduzione di Semih Topçu di Mylos Kitap, una delle prime case editrici che vengono in mente quando si parla di criminalità investigativa nel nostro Paese.
Cos'è la terracotta?
Devo ammettere che ho imparato cos'è la terracotta grazie a questo romanzo. Significa "terracotta" in italiano. Ceramica opaca a base di argilla cotta, rosso-brunastra... In turco è anche scritto terracotta. Una scultura di cane realizzata con questo materiale è ciò che dà il nome al romanzo di Camilleri. Si trova in una caverna della seconda guerra mondiale vicino alla città fittizia siciliana di Vigata, dove prestò servizio il commissario Montalbano. Accanto ai cadaveri di un uomo e di una donna, rannicchiati insieme.
Doppio omicidio e satira siciliana
Montalbano inizia un'indagine per duplice omicidio quando il medico legale scopre che la coppia è stata assassinata cinquant'anni fa. Considerando che, è un caso di contrabbando di armi che porta il nostro eroe e il suo equipaggio alla grotta. I sussurri di un sicario confessionale della mafia prima di morire. Decine di armi trovate nella grotta.
Cadaveri di mezzo secolo (e, naturalmente, la statua del cane in terracotta) vengono rivelati quando Montalbano esplora il vano segreto dietro la grotta con la sua famosa intuizione. Ai suoi superiori non piace il fatto che il commissario cerchi l'assassino dell'omicidio commesso negli anni della guerra. Tuttavia, l'incrocio delle due inchieste è solo questione di tempo.
In questo secondo romanzo di Montalbano, conosciamo meglio sia il nostro eroe che la penna di Camilleri e la amiamo di più. Man mano che l'indagine si approfondisce, la storia antica dell'Italia meridionale si apre strato dopo strato. L'isola di Sicilia si trasforma in uno dei personaggi con la sua geografia e cultura complessa. La lealtà di Montalbano alla sua fidanzata di lunga data rimane nobile, anche se a volte è confuso dalla bella svedese Ingrid. Mentre il commissario, che conosce la gente come le sue tasche, rintraccia, il suo assistente è a volte le personalità più illustri ea volte il chiacchierone della città. La satira siciliana si fa sentire in ogni pagina.
Crime science e semiotica insieme
Particolarmente ammirevole è l'episodio in cui un prete solitario aiuta Montalbano citando studi semiotici di Umberto Eco e Julia Kristeva. Il vecchio ci ricorda che la descrizione di ogni omicidio è in realtà scritta accanto al cadavere. Certo, se l'investigatore che conduce l'indagine riuscisse a decifrare il linguaggio e i codici… Ebbene, mettere insieme la scienza del crimine e la semiotica nella letteratura andrebbe bene ad Andrea Camilleri, che ci ha regalato questi meravigliosi romanzi.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Sicilia (ed. Sicilia Centrale), 19.12.2021
Anche nella residenza empedoclina di Andrea Camilleri sono stati rinvenuti scritti e fotografie che saranno destinati al “Fondo” di Roma
Quei documenti trovati alla Marina

La conferma arriva da Andreina, la figlia primogenita di Andrea Camilleri, (scomparso il 17 luglio 2019) che assieme alle sorelle Elisabetta e Mariolina, in questi mesi è impegnata nella ricerca di documenti e materiali da destinare al "Fondo Camilleri".
«Papà - dice Andreina - ci aveva chiesto di recuperare il suo materiale, ma la cosa che ci ha dato grande gioia è stato trovare tanti documenti, tanti scritti. Anche nella casa di Porto Empedocle, dove tutto è rimasto come allora - continua Andreina - tra le cose di papà abbiamo trovato documentazione d'interesse, soprattutto familiare».
Com’è ormai noto, in primavera nascerà a Roma il Fondo Andrea Camilleri, già dichiarato d’interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio; questo conterrà oltre ai libri, l'archivio storico dello scrittore empedoclino nonché molta documentazione fotografica; insomma le carte di una vita spesa con la propria "fedele compagna": la scrittura. Il Fondo sarà ospitato nell'appartamento di via Asiago, nel quartiere Prati, quasi accanto al palazzo della Rai; appartamento che Camilleri acquistò nel lontano passato e che abitò con la famiglia fino alla sua scomparsa [in realtà il Fondo sarà ospitato in un altro immobile, sempre nel quartiere Prati, NdCFC]. Il Fondo Camilleri, progettato dall'architetto Simone Di Benedetto, sarà di libero accesso a studiosi, appassionati e soprattutto a studenti e scolaresche per tenere viva la memoria e l’opera dello scrittore.
La casa empedoclina di via La Porta dietro al palazzo comunale, un modesto appartamento all'ultimo piano di una palazzina, veniva frequentata da Camilleri soprattutto nei mesi estivi e ancora oggi viene frequentata occasionalmente dai suoi familiari.
«Molti anni fa - spiega Andreina - si era tentato di dare vita alla Fondazione Andrea Camilleri con sede proprio a Porto Empedocle, ma l’iniziativa non era andata in porto. Ecco perché adesso stiamo lavorando al Fondo».
Nell'appartamento dell'ultimo piano del palazzo, che sorge nei pressi della piazzetta Chiesa Vecchia, c’è ancora al suo posto la vecchia poltrona di Andrea con il tavolino con il suo posacenere. Poi la scrivania con la macchina da scrivere e i libri allineati sulle mensole.
«Moltissimo materiale papà l'aveva già trasferito poco per volta da qui alla casa di Roma - continua Andreina - ma ultimamente a Porto Empedocle abbiamo trovato vecchie fotografie di famiglia ed altri documenti».
Ad Agrigento, tra l’altro, sul finire degli Anni Ottanta, Andrea Camilleri, quando ancora non era esploso del tutto il grande successo editoriale, collaborava con suoi racconti, alla rivista letteraria '‘Sintesi’’ periodico stampato in bianco e nero che veniva edito da Rosetta Romano, cara amica dello scrittore, e di cui viene conservata l’intera collezione. Altro materiale inedito di Camilleri, soprattutto appunti di regia e sue bozze di testi teatrali, si trova invece conservato nell’archivio del "Piccolo Teatro Pirandelliano Città di Agrigento" col quale lo scrittore aveva a lungo collaborato d’estate per gli spettacoli della Settimana Pirandelliana.
Nel frattempo per gli appassionati della fiction del Commissario Montalbano pare stiano arrivando grosse novità: «Stiamo ragionando con Palomar su un’ipotesi di serialità, anche senza Luca Zingaretti - ha dichiarato di recente Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction - perché questa serie è troppo amata dal pubblico per rinunciarvi».
Insomma, la casa di produzione di Carlo Degli Esposti, che da sempre ha firmato la fiction tratta dalle opere di Andrea Camilleri, sta immaginando il futuro di Montalbano senza colui che lo ha incarnato per oltre vent’anni entrando negli annali della tv italiana (non va dimenticato che Montalbano è una delle fiction italiane esportate e apprezzate in tutto il mondo). Dunque, dopo 15 stagioni e 37 episodi - tutti con ascolti record -, si starebbe ipotizzando di realizzare almeno altre 2 puntate, la prima tratta da “Riccardino", uscito postumo nel 2020, la seconda da "Il cuoco dell’Alcyon", edito nel 2019. Con un nuovo Commissario che prenderà il posto di Zingaretti.
Lorenzo Rosso
 
 

Premio «Museo Nino Cordio», 19.12.2021
XIII edizione



[Nel docufilm sono inseriti alcuni interventi e citazioni di Andrea Camilleri, NDCFC]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 21.12.2021
Da “L’Ora” a Letizia Battaglia l’altra Sicilia possibile della tv

[…]
Se le serie tv quest'anno parlano siciliano è in parte merito di un apripista come Camilleri, secondo Gaetano Savatteri, l'autore dei gialli Sellerio che hanno dato vita a "Makari", ma prima ancora di una narrazione diversa dell'Isola finalmente possibile. «La Sicilia di una volta non c'è più e allora adesso qui si possono raccontare storie di resistenza civile, commedie, gialli, passioni — ragiona Savatteri — Questo è stato possibile perché è saltato il tappo della mafia: negli anni Ottanta era impensabile raccontare la storia dei Florio, qualcosa che non parlasse di mafia, perché sarebbe potuta sembrare una mossa depistante, voler parlare d'altro mentre qui esplodevano le bombe e si ammazzavano prefetti e poliziotti. Non c'era lo spazio di ascolto, in Sicilia, per qualcosa di diverso dalla mafia. Poi, dopo le stragi, nel '94 arriva Camilleri e nasce il giallo "normale" con la mafia che agisce solo sullo sfondo: il resto d'Italia si rende conto che in Sicilia ci può essere un commissario che arresta gli assassini, che il delitto è commesso per gelosia o per avidità, si appassiona a storie che intrecciano amore, omidicio e sorriso. Era il momento giusto per un cambio di passo in tv: abbiamo recuperato la possibilità di un'Isola che sorride che avevamo perso dai tempi di Franchi e Ingrassia».
[…]
Il commissario Montalbano, primo artefice del nuovo look televisivo della Sicilia non indaga più, ma dietro i suoi "arancini" c'è una miniera da scavare.
Mario Di Caro
 
 

La livrophage, 22.12.2021
« Mort en pleine mer et autres enquêtes du jeune Montalbano – Fleuve noir, traduit par Serge Quadruppani

« Ils étaient assis sur la véranda, à parler de choses et d’autres, quand Livia, soudain, sortit une phrase qui surprit Montalbano .
-Quand tu seras vieux, tu te comporteras pire qu’un chat routinier, dit-elle.
-Pourquoi? demanda le commissaire, éberlué.
Et aussi un peu irrité, ça ne lui faisait pas plaisir de pinser à lui en vieux.
-Tu ne t’en rends pas compte, mais tu es extrêmement méthodique, ordonné. Un truc qui n’est pas à sa place, ça te met de mauvaise humeur.
-Allez!
-Tu ne t’en aperçois pas, mais t’es comme ça. Chez Calogero, tu t’assieds toujours à la même table. Et quand tu ne vas pas manger chez Calogero, tu choisis toujours un restaurant à l’ouest. »

Je crois que vous savez maintenant avec certitude que j’aime Andrea Camilleri et Salvo Montalbano, et puis aussi ce traducteur qui partage si bien ces textes, Serge Quadruppani. C’est une bien belle idée d’avoir regroupé des histoires courtes écrites en 1980. Courtes, et savoureuses, tendres, drôles et néanmoins contenant une belle et saine colère sur certains sujets. On sait à quel point Salvo Montalbano n’est pas « dans les clous », on connait ses colères, ses emportements, mais aussi sa profonde humanité. Même si Livia le trouve routinier ce côté organisé en fait un bon flic. Un bon flic qui pourtant n’hésite pas à faire ce qu’il veut comme il l’entend. Montalbano paradoxalement a quelque chose d’anarchique en quelque sorte. Bon vivant aussi:
« Il se prépara une assiette avec un peu de saucisson, du caciocavallo, du jambon et une dizaine d’olives, se prit une bouteille de vin et emporta le tout sur la véranda. Il fit passer ainsi une heure, puis rentra et alluma le tilévision. On diffusait le troisième épisode de La Pieuvre, une série sur la Mafia qui avait un énorme succès. Il en regarda un bout, on aurait dit que les Italiens venaient juste à l’instant de découvrir la Sicile, mais du pire côté, donc il changea de chaîne. Et là, il y avait Toto Cutugno qui chantait « Con la chitarra in mano », prisenté l’an dernier à San Remo. Il éteignit et revint sur la véranda pour fumer en se tourmentant la coucourde. »
J’ai donc pris un plaisir infini à cette lecture où l’on voit à l’œuvre Montalbano et son équipe, avec une efficacité qui marche grâce au collectif, additionnant les tempéraments, chacun apportant son savoir-faire. Ainsi l’inénarrable Catarella, avec son langage burlesque, parce qu’il est toujours dans les starting-blocks – d’où les portes qui claquent, les glissades, les cafouillages sur les noms – Catarella est indispensable. Fazio, lui, connait tout Vigata et en particulier les belles femmes et les cocus. Et il faut le dire, un grand nombre d’affaires à Vigata incluent des belles femmes et des cocus ! Bref, l’équipe en est bel et bien une vraie qui marche Il y a aussi des femmes comme Mme Rosalia Insalaco:.
« Restée veuve, et devant vivre avec une maigre pension, Mme Rosalia Insalaco, sexagénaire grosse comme un baril et couverte de colliers et de bracelets pire que la madone de Pompéi, avait eu la bonne idée de diviser en deux appartements la petite villa de faubourg dans laquelle elle habitait et d’en louer la moitié. »
Je ne vais pas résumer ici les 8 histoires, enquêtes dont il est question. Ce serait idiot, elles sont courtes, ça ne rimerait à rien. Je veux juste ici vous inviter à les lire, pour leur saveur, pour le bonheur que ça apporte de se retrouver à Vigata, chez Calogero au restaurant, en bord de mer – ne rêve-t-on pas tous un peu de ça en ce moment?-. Lire pour, ayant lu les romans d’Andrea Camilleri écrits, dictés à la fin de ses jours, se rendre compte que notre cher Salvo n’a pas tant changé, qu’il a gardé sa fougue, son fin bec et son amour pour Livia. Lire Andrea Camilleri parce que c’est bon, c’est drôle, mais c’est également percutant dans les constats politiques – au sens du regard sur les institutions et leurs représentants – et sociaux amenés avec un naturel qui enlève toute lourdeur au propos; c’est donc très intelligent, les personnages y sont plus vrais que nature, le langage me ravit, le vocabulaire est toujours fleuri de termes populaires qui me réjouissent, lire Andrea Camilleri parce qu’on y prend le soleil parmi des gens « ordinaires » ou presque.
« C’était un sexagénaire grassouillet, au visage ouvert et cordial, avec un petit air de bonhomie qui faisait naître chez ses vis-à-vis confiance et envie de se confier. Il était vêtu en paysan, veste et pantalon de futaine mais avait les manières de la bonne éducation. Il répondit au salut d’un homme qui venait d’entrer par un sourire qui lui donna une expression entre l’épiscopal et le paternel. Il était parfaitement tranquille, à son aise.
Non, ce n’était en rien l’attitude de quelqu’un qui venait de subir un attentat. »

Le lire, moi je le fais parce que ça me fait du bien. Je vous invite à y gouter si ce n’est pas déjà le cas, ces 8 histoires courtes sont le format idéal pour une belle rencontre avec cet écrivain . Bonne lecture!
 
 

Giornale di Sicilia, 22.12.2021
La suggestione della festa nella letteratura: una tradizione sentita e celebrata anche da Brancati e Camilleri
Il Natale visto dai grandi autori siciliani
Dai fanciulli che si affollano dietro la cornamusa di Verga ai versi di pace di Quasimodo
La nostalgia dei riti del Pirandello tedesco, la povertà e la magia dei bambini di Sciascia

[…]
Natale si tinge di giallo nell’inchiesta del commissario Montalbano di Camilleri “Un caso di omonimia”, e lo scrittore di Porto Empedocle in “Don Sasà” ricorda la sua disavventura giovanile in una rischiosa partita a carte.
[…]
Antonino Cangemi
 
 

ANSA, 23.12.2021
Teatro: debutta al Biondo "La concessione del telefono"
Con Alessio Vassallo nel ruolo di Filippo Genuardi

Palermo - Debutterà il 6 gennaio 2022, in prima nazionale al Teatro Biondo di Palermo che lo produce, "La concessione del telefono" di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, adattamento dell'omonimo romanzo dello scrittore siciliano edito da Sellerio.
Protagonista di questo nuovo allestimento dello spettacolo, prodotto dal Biondo di Palermo, è Alessio Vassallo nel ruolo di Filippo Genuardi, lo stesso che aveva interpretato nel fortunato adattamento televisivo.
Al suo fianco: Cesare Biondolillo, Franz Cantalupo, Cocò Gulotta, Paolo La Bruna, Mimmo Mignemi, Alessandro Pennacchio, Gi-nevra Pisani, Alfonso Postiglione, Carlotta Proietti, Alessandro Romano. Le scene sono di Antonio Fiorentino, i costumi di Dora Argento e le di musiche Germano Mazzocchetti. Repliche fino al 16 gennaio. La concessione del telefono è una commedia degli equivoci dai risvolti surreali, ambientata sul finire dell'Ottocento a Vigàta, il paese immaginario in cui lo scrittore agrigentino ha ambientato tutti i suoi romanzi, fino alle avventure del commissario Montalbano. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica, avanzata dal signor Genuardi, innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale. La concessione del telefono è, tra i romanzi di Camilleri, uno dei più divertenti. Cosa indica la ridicola e allo stesso tempo legittima pretesa di un personaggio come Pippo Genuardi, che vuole ottenere una linea telefonica per potersi meglio organizzare con la sua amante? È la metafora di un crudele gioco dell'inutilità umana e sociale o la pessimistica ipotesi di un atavico immobilismo del processo storico di evoluzione dell'individuo e della società? Camilleri sembra non voler dare risposte, ma allo stesso tempo, ci pone dinanzi a situazioni paradossali che smascherano le ipocrisie, i pregiudizi e la cattiva coscienza di una comunità molto simile a quella in cui viviamo.
 
 

La Voce dell'Isola, 23.12.2021
La concessione del telefono di Camilleri al Teatro Biondo di Palermo

Debutta il 6 gennaio 2022, in prima nazionale al Teatro Biondo di Palermo, La concessione del telefono di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore siciliano edito da Sellerio.
Protagonista di questo nuovo allestimento dello spettacolo, prodotto dal Biondo di Palermo e diretto da Dipasquale, è Alessio Vassallo nel ruolo di Filippo Genuardi, lo stesso che aveva interpretato nel fortunato adattamento televisivo. Al suo fianco: Cesare Biondolillo, Franz Cantalupo, Cocò Gulotta, Paolo La Bruna, Mimmo Mignemi, Alessandro Pennacchio, Ginevra Pisani, Alfonso Postiglione, Carlotta Proietti, Alessandro Romano.
Le scene sono di Antonio Fiorentino, i costumi di Dora Argento e le di musiche Germano Mazzocchetti.
Repliche fino al 16 gennaio.
La concessione del telefono è una commedia degli equivoci dai risvolti surreali, ambientata sul finire dell’Ottocento a Vigàta, il paese immaginario in cui lo scrittore agrigentino ha ambientato tutti i suoi romanzi, fino alle avventure del commissario Montalbano. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica, avanzata dal signor Genuardi, innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.
La concessione del telefono è, tra i romanzi di Camilleri, uno dei più divertenti, una sorta di commedia degli equivoci ambientata in una terra, la Sicilia, che è metafora di un modo di essere e di ragionare, arcaica e moderna nello stesso tempo, comica e tragica, logica e paradossale.
Cosa indica la ridicola e allo stesso tempo legittima pretesa di un personaggio come Pippo Genuardi, che vuole ottenere una linea telefonica per potersi meglio organizzare con la sua amante? È la metafora di un crudele gioco dell’inutilità umana e sociale o la pessimistica ipotesi di un atavico immobilismo del processo storico di evoluzione dell’individuo e della società?
Camilleri sembra non voler dare risposte, ma allo stesso tempo, con gli strumenti ingegnosi della lingua e del gioco letterario e teatrale, ci pone dinanzi a situazioni paradossali che smascherano le ipocrisie, i pregiudizi e la cattiva coscienza di una comunità molto simile a quella in cui viviamo.
Come sottolinea il regista Dipasquale: «La storia è un sistema di azioni che sommano le quotidiane differenze degli individui, ma il cui conto è sempre in negativo. Nelle maglie di queste continue sottrazioni i tanti Pippo Genuardi, redenti dalla loro ingenuità, rimangono condannati e stritolati dalle mani dei prepotenti di turno. E tutto questo, in forma di metafora storicizzata e storicizzante, non può che accadere a Vigàta, dove i suoi personaggi sono credibilmente fantastici, e paradossalmente veri. Essi sono personaggi di una fiaba realistica, come fiabe sono quelle che Camilleri racconta: v’è l’essenziale della storia, e i meccanismi tra azione e personaggi, azione e morale, sono perfetti. Il resto, il critico retaggio di molta postura letteraria, è lasciato intelligentemente da canto perché il racconto ha uno spessore popolare. Non è sofisticato e non può essere raccontato in modo sofisticato».
Quando Andrea Camilleri, nel 2005, firmò insieme a Dipasquale l’adattamento teatrale del proprio romanzo scrisse: «Non è retorica, ma non ho mai smesso di provare un’autentica emozione, ogni volta che si apre il sipario su un’opera teatrale. Nel caso di un mio romanzo, l’emozione è, per certi versi, doppia, sia pure, per fortuna, mitigata da un certo naturale disincanto che porta un uomo della mia età ad emozionarsi più per le cose degli altri che per le proprie. Sarà il mio destino, sarà la mia vita passata di uomo di teatro, sarà che Dipasquale riesce sempre a convincermi, fatto sta che un altro mio romanzo si trasforma in una pièce teatrale».
dal 6 al 16 gennaio 2022 – Teatro Biondo Palermo, Sala Grande – prima nazionale
La concessione del telefono
dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri edito da Sellerio
testo teatrale di Andrea Camilleri – Giuseppe Dipasquale
regia Giuseppe Dipasquale
scene Antonio Fiorentino
costumi Dora Argento
musiche Germano Mazzocchetti
interpreti e personaggi
Alessio Vassallo Filippo Genuardi (Pippo)
Mimmo Mignemi Calogero Longhitano (Don Lollò)
Carlotta Proietti Gaetanina Schillirò (Taninè)
Paolo La Bruna Emanuele Schillirò (Don Nenè)
Cocò Gulotta Arrigo Monterchi
Ginevra Pisani Calogera Lo Re (Lillina)
Cesare Biondolillo Corrado Parrinello
Alfonso Postiglione Vittorio Marascianno
Alessandro Romano Ignazio Caltabiano, Agostino Pulitanò, Giacomo La Ferlita
Franz Cantalupo Gesualdo Lanza (Turò), Rinaldo Rusotto, Don Cosimo Pirrotta, Dottor Zingarella, Filippo Mancuso, Giacomo Giliberto, Mariano Giacalone
Alessandro Pennacchio Paolantonio Licalzi, Gegè
la voce registrata di Sasà La Ferlita è di Sebastiano Tringali
aiuto regia Angelo Grasso
assistente volontaria alla regia Giorgia Conigliaro
produzione Teatro Biondo Palermo
 
 

TV Spored - Siol.net, 23.12.2021
02:25 - 04:15
Inšpektor Montalbano
Il commissario Montalbano
Nadaljevanka / Kriminalka, 6. sezona, 1. del, Italija
110 min | IMDB: 8,5
Serija tudi v 6. sezoni spremlja šarmantnega, vztrajnega, pronicljivega in nonšalantnega detektiva Montalbana iz policijske postaje na Siciliji.

V antikvariatu izbruhne požar in več kot očitno je, da je bil podtaknjen. Poleg tega pa izgine tudi lastnik antikvariata Marcello Di Carlo. Medtem ko Montalbano preiskuje primer, nekdo s pomočjo kloroforma ugrablja dekleta in jih nekaj dni kasneje izpusti v okolici Vigate. Montalbano spozna, da sta primera povezana.
Kriminalno serijo so posneli po romanu italijanskega pisatelja in scenarista Andrea Camillerija. Televizijska priredba Montalbanovih pustolovščin, v kateri igra odlični Luca Zingaretti, je bila že od prve epizode velika uspešnica. Zaradi prizorišča snemanja - s soncem obsijane sicilijanske province Raguse z osupljivo lepim podeželjem in obalo - odlične režije, fotografije in igralske zasedbe, predvsem pa zaradi glavnega junaka Montalbana, ki bije osebne bitke proti svojim profesionalnim idealom, njegove predanosti razmerju na daljavo z lepim dekletom v Liguriji in njegovega nenehnega spogledovanja z največjo skušnjavo - sicilijansko kulinariko - je ta kriminalna serija eden najboljših izdelkov sodobne italijanske produkcije. Kriminalno serijo so posneli po romanu italijanskega pisatelja in scenarista Andrea Camillerija.
Režija: Alberto Sironi
Igrajo: Luca Zingaretti , Cesare Bocci , Maurizio Marchetti , Biagio Pelligra , Clelia Rondinella , Federica De Cola , Alessandro Rugnone , Peppino Mazzotta , Pasquale Spadola , Angelo Russo

Le ali della sfinge
Anche nella sesta stagione, la serie segue l'affascinante, persistente, perspicace e disinvolto detective Montalbano di una stazione di polizia in Sicilia.

Nel negozio di antiquariato divampa un incendio ed è più che evidente che sia stato appiccato. Inoltre, scompare anche il titolare del negozio di antiquariato, Marcello Di Carlo. Mentre Montalbano indaga sul caso, qualcuno rapisce le ragazze con l'aiuto del cloroformio e le rilascia qualche giorno dopo nei pressi di Vigata. Montalbano si rende conto che i due casi sono collegati.
La serie poliziesca è basata su un romanzo dello scrittore e sceneggiatore italiano Andrea Camilleri. L'adattamento televisivo de Le avventure di Montalbano, con protagonista l'ottimo Luca Zingaretti, ha riscosso un grande successo sin dal primo episodio. Grazie alla location delle riprese - l'assolata provincia siciliana di Ragusa con una campagna e una costa straordinariamente belle - regia, fotografia e cast eccellenti, e soprattutto il protagonista Montalbano, che combatte battaglie personali contro i suoi ideali professionali, il suo impegno nelle relazioni a distanza La Liguria e il suo continuo flirt con la più grande tentazione - la cucina siciliana - questa serie poliziesca è uno dei migliori prodotti della moderna produzione italiana. La serie poliziesca è basata su un romanzo dello scrittore e sceneggiatore italiano Andrea Camilleri.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

ČSFD, 23.12.2021
ČT1 06.01.2022 22:30
ČT1 09.01.2022 00:40
Komisař Montalbano - Série 10 (2016) (série)
Choulostivá záležitost (S10E01)
(epizoda)
Una Faccenda Delicata
Krimi / Drama / Mysteriózní
Itálie, 2016, 1 h 57 min
Kostýmy: Chiara Ferrantini

Obsahy
Montalbano je nucen přerušit dovolenou s Livií kvůli neobvyklému případu uškrcené sedmdesátileté prostitutky Marii Castellinové. Augello přichází s teorií, že vrahem musí být jeden z jejich klientů. Montalbano je ale zdrženlivý a chce nalézt neznámého muže, jehož se Maria údajně bála. Důležitým svědkem se stane malý Casimiro, který ho spatřil. Montalbano si jde také vyslechnout ředitele místní základní školy Vasalica, který před dveře zavražděné položil květiny. Zde se na chodbě dozvídá o incidentu zneužívání žačky učitelem a začne řešit další případ. Mezitím Augello přichází se šokující zprávou, že nalezl škrtiče gerontofila, co zabil Mariu... (Česká televize)

Una Faccenda Delicata

Montalbano è costretto a interrompere le vacanze con Livia a causa dell'insolito caso della prostituta 70enne strangolata Maria Castellino. Augello ipotizza che l'assassino debba essere un loro cliente. Ma Montalbano è reticente e vuole trovare uno sconosciuto di cui si dice che Maria abbia paura. Il piccolo Casimiro, che lo ha visto, diventa un testimone importante. Montalbano va anche a sentire il preside della locale scuola elementare, Vasalica, che ha deposto dei fiori davanti alla porta dell'ucciso. Qui, nel corridoio, viene a conoscenza dell'incidente dell'abuso dello studente da parte di un insegnante e inizia a risolvere un altro caso. Intanto arriva Augello con la sconvolgente notizia di aver trovato uno strangolatore gerontofilo che ha ucciso Maria... (Televisione Ceca)
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Telkáč, 23.12.2021
Komisár Montalbano - Majstrovský Ťah
Dĺžka: 120 minút
Rok: 2016
Réžia: Alberto Sironi
Napísal: Francesco Bruni , Andrea Camilleri , Leonardo Marini
Rok: 1999
Réžia: Alberto Sironi
Napísal: Francesco Bruni , Andrea Camilleri
Hrajú: Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Miriam Dalmazio

Obsah:
Vyšetřování krádeže v supermarketu vlastněném mafiánskou rodinou zavede Montalbana až do vyšších pater politiky. Viníka bude potřeba lovit jako vzácnou rybu a komisař k tomu použije velmi nekonvenční udičku. Nadřízení se vztekají, média provokují, ale Montalbano nehledí napravo ani nalevo. Hlavní je přece vyřešit případ, zvlášť když mrtví přibývají.

Commissario Montalbano - Mossa Campionato

Indagare sul furto in un supermercato di proprietà della mafia porterà Montalban ai vertici della politica. Il colpevole dovrà essere pescato come un pesce raro e il commissario utilizzerà una canna molto anticonvenzionale. I vertici si arrabbiano, i media provocano, ma Montalbano non guarda né a destra né a sinistra. La cosa principale è risolvere il caso, soprattutto quando il bilancio delle vittime.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Pangea, 23.12.2021
“A me piacciono le opere anomale, cadute nell’oblio, sparite”. Dialogo con Giovanni Pacchiano

Nelle diverse, arabescate, spesso pilotate, reiterate e di fatto inutili analisi sulla “critica italiana” a mezzo stampa – non quella che ha i tempi grigi dell’accademia – di rado si fa il nome di Giovanni Pacchiano.
[...]
Sul “Sole 24 Ore” nel 2001, ha osato dire che la “macchina a produzione continua che è Andrea Camilleri” spesso s’inceppava, che “discontinua è tutta l’abbondante (anche troppo) produzione di Camilleri”, che “non nascono spesso romanzieri come Simenon”.
[...]
 
 

La Repubblica, 24.12.2021
Dall'imprescindibile 'Una poltrona per due' a 'Ritorno a Coccia di morto', i film del Natale in tv
La programmazione dei giorni 24, 25 e 26 dicembre sui canali generalisti e un po' di suggerimenti per i film sulle piattaforme tra classici e anteprime tv

[...]
Ancora animazione, ma assolutamente "made in Italy" (anche se prodotta dai francesi), per il capolavoro dell'illustratore, fumettista e regista italiano Lorenzo Mattotti: su Rai Tre dopo il Festival Internazionale del Circo di Montecarlo (assolutamente in tema) c'è il cartoon La famosa invasione degli orsi in Sicilia da Dino Buzzati. L'orario è un po' proibitivo per i più piccoli (23:55), ma ne vale veramente la pena. Racconta del papà Leonzio, re degli orsi che fa di tutto per ritrovare suo figlio Tonio che è stato rapito dagli uomini e che ora è diventato un'attrazione da circo. Una storia poetica, piena di insegnamenti, perfetta per ogni genitore di adolescenti ma anche per i ragazzi e con la voce dell'indimenticabile Andrea Camilleri.
[…]
Chiara Ugolini
 
 

ANSA, 24.12.2021
'Una settimana in giallo' a Natale
Dopo due anni torna con omaggio a Camilleri

Roma. Torna l'antologia in giallo di Sellerio per Natale. Ultimo titolo dell'anno pubblicato dalla casa editrice, diventato ormai una tradizione, dopo la morte di Camilleri, avvenuta il 17 luglio 2019, il volume non è uscito per due anni, complice nel 2020 anche il Coronavirus.
Ma negli undici casi ad alta tensione del nuovo 'Una settimana in giallo' il creatore del Commissario Montalbano è ancora presente attraverso legami e riferimenti a un suo titolo, a un'intervista televisiva o a un aneddoto del Maestro, che si trova nei racconti degli autori più amati di casa Sellerio, da Antonio Manzini ad Alicia Gimenez-Bartlett e da Marco Malvaldi a Francesco Recami.
E poi Alessandro Robecchi, Andrej Longo, Santo Piazzese, Gaetano Savatteri, Giampaolo Simi, Fabio Stassi e Simona Tanzini.
"Questo libro riveste per noi un significato particolare.
'Una settimana in giallo' è la prima delle nostre antologie di racconti polizieschi che pubblichiamo in assenza di Camilleri, la prima ideata e scritta dopo la sua morte", spiega nella nota al libro l'editore Antonio Sellerio. E racconta: "abbiamo pensato di trascinare il ricordo del Grande scrittore dentro i racconti stessi facendo di lui in qualche modo un personaggio letterario".
Così oltre a seguire le indagini di Petra Delicado, di Rocco Schiavone, del vicequestore Alice Martelli, compagna di Massimo del BarLume, i lettori si possono divertire a riconoscere e trovare le tracce di Camilleri e anche a risolvere enigmi. Come nel caso di Francesco Recami che inserisce nel racconto 'Una settimana enigmatica' una pagina attinta da un'opera di Camilleri da indovinare. Invece "la sfida di Giampaolo Simi consiste nel mimetizzare nel suo racconto i titoli dei romanzi con il Commissario Montalbano; e Alessandro Robecchi, con insinuante casualità, colloca nella libreria del proprio detective dilettante un certo libro di un grande poeta: ma fu il soggetto di uno dei suggestivi interventi drammaturgici di Andrea Camilleri!" spiega l'editore. Altre volte nelle storie è un libro di Camilleri che capita tra le mani, un programma tv in cui compare.
Ad accomunare gli undici casi, tra umorismo suspense e autentiche sorprese, è che si svolgono tutti sul filo di una settimana tra misteri da risolvere e i problemi e le soddisfazioni della vita privata. L'ispettrice della Polizia di Barcellona Petra Delicado creata da Alicia Gimènez-Bartlett vorrebbe in 'Tutti vogliono essere belli' occuparsi per una volta di un delitto nel mondo del glamour "non dico di una marchesa strangolata nel suo palazzo avito", azzarda e invece si trova alle prese con una storia "deprimente e squallida", ma almeno il caso si risolve rapidamente, nel giro di una settimana. Rocco Schiavone, il vicequestore più famoso d'Italia, in 'Confini' di Antonio Manzini cerca di appioppare il caso di un cadavere trovato sul Monte Bianco, nella frontiera franco-italiana, alla collega transalpina, ma il rischio che la sua settimana libera vada in fumo è molto alto. E' invece sulle tracce di una strage fantastica, la scomparsa degli eroi dei grandi romanzi, lo psicobibliologo Vince Corso creato da Fabio Stassi. In 'Occhi' di Robecchi, che riporta una citazione di Marilyn Monroe: "Non sono interessata al denaro. Voglio solo essere meravigliosa", il trio Carlo Monterossi, Oscar Falcone e Agatina Cirrielli deve scovare l'erede ignoto di un industriale milionario.
Nell'antologia troviamo, per la prima volta, Viola, la giornalista curiosa di Simona Tanzini, incontrata nel giallo 'Conosci l'estate?', che utilizza nelle sue indagini la dote di associare i colori alle persone. E poi Il giovane poliziotto Acanfora di Andrej Longo che ne 'La neve a Natale' ci porta all'atmosfera delle feste con la madre che deve comprare il capitone al mercato alle sei di mattina. Tutto sembra tranquillo, ma poi arriva una chiamata: hanno trovato un cadavere sul Vesuvio. E il Natale si tinge di ferocia e pietà.
Mauretta Capuano
 
 

PORT, 25.12.2021
Vetítések
21:30, szombat (december 25.) LifeTv
14:25, vasárnap (december 26.) LifeTv
Montalbano felügyelő
Il Commissario Montalbano / La luna di carta
olasz krimisorozat, 18. rész, 110 perc

A műsor ismertetése: Az olasz Columbo esetei Szicília varázslatos de veszélyes helyszínein. Az embereivel kissé nyers, de vajszívű és acéljellemű Montalbano a legrejtélyesebb gyilkosságoknak is utánajár. Nyomozásai során nap mint nap találkozik a sziget alvilágának bűnügyeivel.

I casi del Colombo italiano nei luoghi magici ma pericolosi della Sicilia. Con i suoi uomini, Montalbano, un po' crudo ma dal cuore burroso e d'acciaio, traccia anche gli omicidi più misteriosi. Durante le sue indagini, incontra ogni giorno i crimini della malavita dell'isola.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Kripkit, 26.12.2021
Ensayos de Andrea Camilleri

Las palabras contadas. Pequeño diccionario de términos teatrales
Las palabras contadas. Piccolo dizionario dei termini teatrali es una obra de Andrea Camilleri, editada por Roberto Scarpa, publicada en 2001 por Rizzoli
A cada palabra, el autor, con una larga experiencia teatral, no da una definición, sino que recupera una breve historia autobiográfica o sus consideraciones irónicas que explican de manera personal y vívida el término teatral. Entonces lo hace, por ejemplo, sobre el lema "actor" : En uno de los últimos ensayos de una novedad de Diego Fabbri, que iba a debutar en un teatro milanés, fue el crítico Renato Simoni que era un hombre de teatro completo, director y autor de comedias en dialecto veneciano. Había un actor de gran experiencia que no podía entrar en la parte, era un sacerdote del país a quien una joven pareja había ido a pedir ayuda espiritual. "Te doy una sugerencia" , dijo el director, que era intelectual, del público. "¿Conoces a Bernanos? Bueno, eres uno de esos sacerdotes. Compórtate con esta joven exactamente como el sacerdote de Bernanos se comporta con Mouchette." El actor, que nunca había tenido la intención de hablar de Bernanos o Mouchette, salió, regresó y lo hizo peor que antes. - "Tal vez no me expliqué bien" , dijo el director. "Te digo algo que simplificará todo para ti. Tú, como personaje, debes mucho al jansenismo. Claro? Así que actúa en consecuencia." El actor aterrorizado, salió, regresó y casi se redujo a tartamudeo. Entonces Simoni, que era un hombre muy gordo, se levantó pesadamente, partió hacia el escenario. El actor se inclinó para escucharlo. Simoni, como siempre lo hizo, le habló en veneciano: - "Mira ¿Alguna vez has visto cómo uno de esos perros guardianes se comporta con un rebaño de ovejas?" - "Usted" . - ?Qu? est? haciendo? " " Bueno, persigue a las ovejas escapadas y las corta de nuevo en el rebaño. " -" ¿La muerde? " -" Nunca ". -" Bueno, ese perro es tu personaje, el sacerdote. " Los ojos del actor se iluminaron, se dio una mano en la frente, salió, regresó y actuó muy bien." .

Los teatros estables en Italia (1898-1918)
I teatri stabili in Italia (1898 - 1918) es una obra de Andrea Camilleri publicada en 1959 por Cappelli.
La realización de este proyecto en sus estructuras económicas y organizativas encuentra una dificultad inicial en la cuestión de si proceder con la formación de teatros estables o compañías turísticas. El establecimiento de teatros estables habría hecho duradera y controlable la transformación de toda la estructura teatral en el territorio y habría proporcionado una oferta constante al público, pero también era necesario tener en cuenta la tradición italiana centenaria de comediantes errantes más adecuada incluso a los hábitos establecidos. Camilleri en este trabajo documenta las primeras etapas de esta su innovación del teatro italiano en una historia que va desde el intento de Turín, Domenico Lanza, desde el fracaso del Establo Romano Eduardo Boutet y Garavaglia, por los experimentos de Marco Praga en el Teatro Manzoni de Milán hasta los primeros años del ''900, que se ve en Pirandello, el innovador más

Un honorable siciliano. Las investigaciones parlamentarias de Leonardo Sciascia
Un honorable siciliano. Le interpellanze parlamentari Di Leonardo Sciascia es una obra de Andrea Camilleri publicada en 2009 por la editorial Bompiani.
Con motivo del vigésimo aniversario de la muerte de Leonardo Sciascia (1921 – 1989), miembro del siciliano verdaderamente "honorable" , Camilleri rinde homenaje a su amigo, recordando el interrogatorio que el escritor de Racalmuto dirigió al Gobierno, como representante del Partido Radical, del 15 de diciembre de 1979 al 31 de enero de 1983. Desde los temas tratados en las preguntas de Sciascia, especialmente los relativos a la delincuencia mafiosa, Camilleri destaca la extrema actualidad de los problemas que Italia hoy aún no ha podido resolver sordos como era, y como es, a las palabras de quienes lo amaron.

Nuestras cabezas. Crónicas con ira 2009-2010
Nuestras cabezas. Cronache con rabbia 2009-2010 es una obra de Andrea Camilleri y Saverio Lodato publicada el 8 de julio de 2010 por la editorial Chiarelette. El libro recoge una serie de artículos publicados en el diario L'unità.
El volumen es el seguimiento ideal del invierno Italiano anterior. Crónicas con ira 2008 - 2009 donde los dos autores describen a su manera la situación política y social Italiana de esos años. Desafortunadamente, en este período de dos años también hay nuevos acontecimientos de la crónica política que, según los autores, rozan más la farsa que el drama. Camilleri dice que lo que está sucediendo en Italia supera el gusto por la paradoja de "Pirandello en su tiempo parecía cerebelótico, hoy sería un cronista de poca imaginación." Casi desesperado por describir la situación política italiana Camilleri observa con tristeza que estamos viviendo ". tiempos difíciles para las ideas. Estos son los tiempos de una exasperada arrogancia de poder. Son los tiempos de las máscaras que no se avergüenzan de sonreír a la luz del sol. Estos son tiempos en los que negar la evidencia, revertir la verdad, ocultar las responsabilidades, beatificar a los culpables, se han convertido en tantos trucos para ejercer el mando sobre una población perdida, doblada y vacía." ¿Cuál será entonces el modelo del hombre que esta generación le está dando al venidero? El presente de esta historia, que nos hemos resignado a vivir, está destruyendo la esperanza para la historia futura.

Un invierno Italiano. Crónicas con ira 2008-2009
Un invierno Italiano. Cronache con rabbia 2008-2009 es una obra de Andrea Camilleri y Saverio Lodato publicada en 2009 por la editorial Chiareletter.
El libro recoge los artículos publicados por Camilleri y Saverio Lodato en el periódico L''unità de noviembre de 2008 a mayo de 2009. Es la historia cotidiana de un invierno, de una helada que endurece la democracia italiana bajo la acción de un gobierno que despierta indignación y comentarios amargamente irónicos en los autores. De las leyes ad personam, al Conflicto de interés del Presidente del Consejo, del avance de la inexorable de la crisis económica a la arrogancia superficialmente optimista que Italia habría sido tocada, el caso Englaro, del ridicolaggini de patrulla po a la defensa de "Nacional" del vector bandera airline aviación Alitalia. Una obra escrita en memoria.

El paraguas de Noah. Recuerdos y conversaciones sobre el teatro
El paraguas de Noah. Memorie e conversazioni Sul teatro es una ópera de Andrea Camilleri publicada en 2002 por Rizzoli.
Muy poco puede hacer un paraguas cuando se inunda, pero al menos uno se engaña a sí mismo para protegerse de la lluvia y, por lo tanto, es el teatro el que da una ilusión para protegerse del diluvio de la vida. El libro es una pequeña historia del teatro italiano del '' 900 contada a través de los recuerdos de Camilleri. Antes de convertirse en el autor de Montalbano, la vida de Camilleri estuvo dedicada al teatro, donde dirigió los dramas de Arthur Adamov, Beckett, Jean Genet, Pirandello, Shakespeare, y trabajó con Orazio Costa, Silvio D''Amico, y luego Pietro Sharoff, Eduardo, Peppino De Filippo, Titina De Filippo. Camilleri también ha enseñado durante muchos años en la Academia Nacional de Arte Dramático Silvio d''Amico y se le acredita con docenas de teatro, televisión y dirección de radio. La ola de recuerdos de Camilleri de tics, anécdotas, historias de muchos personajes del teatro se acompaña y se mantiene en jaque por una entrevista conversación con Roberto Scarpa que guía al escritor a través de las reflexiones de la teoría teatral y sus historias.
 
 

Il Giornale d'Italia, 27.12.2021
Alessandra Basile intervista Gloria Giorgianni, fondatrice della casa di produzione Anele
Con una breve recensione del Biopic su Carla Fracci

La casa di produzione cinematografica, televisiva e multimediale Anele produce, dal 2013, film e fiction, particolarmente raccontandoci storie italiane, sia al maschile che, forse soprattutto, al femminile e volendo trasmettere alcuni valori del nostro paese fra noi e nel mondo, in nome di talento, tenacia, creatività, risultato e condivisione, anche futura. A capo di questa bella realtà, che agisce nel nome, anche, dell’indipendenza, la producer Gloria Giorgianni, che intervisto di seguito, partendo da Carla, con la presenza attiva e gradita sul set di Carla Fracci, e proseguendo su altri fronti, tutti interessanti.
[...]
BASILE. Con Anele, diceva, le interessa raccontare storie, in particolare, su alcune figure femminili.
GIORGIANNI. Ho una tematica più ampia: il racconto del nostro Paese. Ed ha valore, per me, farlo in termini di indipendenza. Come sa, molte case di produzione, specie grosse, sono partecipate in larga misura o sono state acquistate dalle multinazionali straniere, il che, io penso, impatta molto sui temi narrativi. Lo osservo, non lo giudico, rimarcando la differenza con il poter fare un racconto più diretto, provenendo da noi. Io ne sento l’esigenza. Oltre alla Mafia e a certi stereotipi diffusi nel mondo, io credo vadano esportate l’identità dell’Italia e le storie di chi ha regalato al nostro Paese una memoria importante. Il racconto biografico è, poi, poco battuto da noi, mentre, in America, di prodotti così ce ne sono tanti. Tra le storie al femminile, ‘Donne[2]’, quelle di Camilleri, è una delle prime produzioni di Anele: è una fiction, in 10 parti da 10 minuti l’una, sulle donne che realmente Camilleri incontrò nella sua vita e sui profili che lui ne tracciò. Il racconto al femminile penso possa aiutare quel cambio di mentalità che ha già fatto passi avanti enormi, ma che ha ancora grandi spazi di miglioramento. Se avanzasse anche solo di un millimetro, ne sarei felice.
[...]
Alessandra Basile
 
 

Paudal, 29.12.2021
Does the Writer talk? Then Commissioner Montalbano just hangs up

When thriller writers have died, their creations are outlawed. Just think: Sir Arthur Conan Doyle, Ian Fleming, Dorothy Sayers, Appie Baantjer, Mai Sjöwall & Per Wahlöö – all dead. But Sherlock Holmes, Peter Wimsey, James Bond, De Cock and Beck continued to catch crooks, in books, in films and in series, described by other writers. Well, what do you want, there is a lot to earn from them. But it’s a land grab and that’s what Andrea Camilleri, the author of the thriller series about Commissioner Salvo Montalbano, suited. He wrote one or two, sometimes three, every year. Taking all the thriller codes into account, but peppered with surrealistic developments that reflect Camilleri’s views on corrupt Sicilian politics and mafia crime. Montalbano became a global success, fueled further by a series of popular tv movies. Sometimes they are sloppy, sometimes surprisingly good and dark. Check it out, Netflix has them.
Camilleri died, but he wouldn’t let Montalbano be hijacked. He set a trap. Not by will or by a promise that is broken after someone’s death (because that’s how it goes). He did what a writer should do: He trusted the power of literature and left a very last Montalbano novel, for posthumous publication: Riccardino. The book was published in Italian and English and I hope for a Dutch translation, because it is beautiful. A morbid philosophical whodunnit about murder and fraud. But… In which twilight zone does this take place? Montalbano grumbles on the TV Montalbano, when he notices that people are once again disappointed that he is not that sexy actor.
Commissioner Salvo Montalbano does not appear as sexy in Andrea Camilleri’s books as actor Luca Zingaretti on TV.
His investigation stalls – that’s how it always goes in this series. Only, now suddenly the Writer is on the phone. With directions, to the chagrin of the commissioner. I am the writer, snort the Writer, do as I say! Don’t think so, says Montalbano and hangs up. Wait a minute, I think, isn’t the Writer a character too? And then I realize he’s not Camilleri himself. This is where the predatory writer is brought down: his plot ideas are worthless. Montalbano doesn’t want to hear from him. And it is blocked: the connection is broken.
With Riccardino, Camilleri created a literary palace of mirrors in which the Writer hopelessly gets lost and Salvo Montalbano escapes. And this stunt is especially moving because Camilleri with his dying breath also salutes his admired kindred spirit Luigi Pirandello and his most beautiful play Six Characters in Search of an Author. Camilleri loved Pirandello. In his unconventional Pirandello biography (2007), he first calculated that they were related. How sweet is that?
Riccardino’s last sentence consists of one word: “I”. I Montalbano. I Andrea Camilleri. fused. gone. There is no longer a sequel to this book.
Joyce Roodnat

Lo scrittore parla? Poi il Commissario Montalbano riaggancia

Quando gli scrittori di thriller muoiono, le loro creazioni vengono messe al bando. Pensa: Sir Arthur Conan Doyle, Ian Fleming, Dorothy Sayers, Appie Baantjer, Mai Sjöwall e Per Wahlöö – tutti morti. Ma Sherlock Holmes, Peter Wimsey, James Bond, De Cock e Beck hanno continuato a catturare i truffatori, nei libri, nei film e nelle serie, descritte da altri scrittori. Bene, cosa vuoi, c'è molto da guadagnare da loro. Ma è un accaparramento di terra ed è quello che ha risposto Andrea Camilleri, l'autore della serie thriller sul commissario Salvo Montalbano. Ne scriveva uno o due, a volte tre, ogni anno. Prendendo in considerazione tutti i codici del thriller, ma costellato di sviluppi surreali che riflettono le opinioni di Camilleri sulla politica siciliana corrotta e sulla criminalità mafiosa. Montalbano è diventato un successo mondiale, alimentato ulteriormente da una serie di famosi film per la tv. A volte sono sciatti, a volte sorprendentemente buoni e oscuri. Dai un'occhiata, Netflix li ha.
Camilleri morì, ma non lasciò che Montalbano fosse dirottato. Ha preparato una trappola. Non per volontà o per promessa che viene infranta dopo la morte di qualcuno (perché è così che va). Ha fatto quello che dovrebbe fare uno scrittore: si è fidato del potere della letteratura e ha lasciato un ultimo romanzo di Montalbano, per la pubblicazione postuma: Riccardino. Il libro è stato pubblicato in italiano e inglese e spero in una traduzione olandese, perché è bellissimo. Un morboso giallo filosofico su omicidi e frodi. Ma... In quale zona crepuscolare avviene? Montalbano brontola alla TV Montalbano, quando nota che la gente è ancora una volta delusa dal fatto che non sia un attore così sexy.
Il commissario Salvo Montalbano non appare così sexy nei libri di Andrea Camilleri come l'attore Luca Zingaretti in tv.
La sua indagine si blocca: è così che va sempre in questa serie. Solo che ora all'improvviso lo Scrittore è al telefono. Con indicazioni, con disappunto dell'assessore. Io sono lo scrittore, sbuffa lo scrittore, fai come dico! Non credo, dice Montalbano e riattacca. Aspetta un attimo, penso, anche lo scrittore non è un personaggio? E poi mi rendo conto che non è Camilleri in persona. È qui che viene abbattuto lo scrittore predatore: le sue idee sulla trama sono inutili. Montalbano non vuole sue notizie. Ed è bloccato: la connessione è interrotta.
Con Riccardino, Camilleri crea un palazzo letterario di specchi in cui lo Scrittore si perde irrimediabilmente e Salvo Montalbano scappa. E questa acrobazia è particolarmente commovente perché Camilleri con il suo ultimo respiro saluta anche il suo ammirato spirito affine Luigi Pirandello e la sua più bella commedia Sei personaggi in cerca d'autore. Camilleri amava Pirandello. Nella sua non convenzionale biografia di Pirandello (2007), ha calcolato per la prima volta che erano imparentati. Quanto è dolce?
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

NRC, 29.12.2021
Heeft de Schrijver praatjes? Dan hangt commissaris Montalbano gewoon op
Na hun dood zijn de creaties van thrillerschrijvers vogelvrij. Andrea Camilleri zorgde er met zijn laatste, prachtige roman voor dat dat met zijn commissaris Salvo Montalbano niet kon gebeuren. Joyce Roodnat hoopt op een Nederlandse vertaling.

Zijn thrillerschrijvers gestorven, dan zijn hun creaties vogelvrij. Ga maar na: Sir Arthur Conan Doyle, Ian Fleming, Dorothy Sayers, Appie Baantjer, Mai Sjöwall & Per Wahlöö – allemaal dood. Maar Sherlock Holmes, Peter Wimsey, James Bond, De Cock en Beck bleven boeven vangen, in boeken, in films en in series, beschreven door andere schrijvers. Tja, wat wil je, er valt veel aan ze te verdienen. Maar het is wel landjepik en daar paste Andrea Camilleri voor, de auteur van de thrillerserie over commissaris Salvo Montalbano. Jaarlijks schreef hij er een of twee, soms drie. Met inachtneming van alle thrillercodes, maar daarbij gepeperd met surrealistische ontwikkelingen die Camilleri’s opvattingen over de corrupte Siciliaanse politiek en maffiose criminaliteit weerspiegelen. Montalbano werd een wereldsucces, verder opgestookt door een reeks populaire tv-films. Soms zijn die slordig, soms ook verrassend goed en duister. Kijk maar even, Netflix heeft ze.
Camilleri stierf, maar van hem mocht Montalbano niet worden gekaapt. Hij zette een val. Niet per testament of door een belofte die toch gebroken wordt na iemands dood (want zo gaat dat). Hij deed wat een schrijver moet doen: hij vertrouwde op de kracht van literatuur en liet een allerlaatste Montalbano-roman na, voor postume publicatie: Riccardino. Het boek verscheen in het Italiaans en het Engels en ik hoop op een Nederlandse vertaling, want het is prachtig. Een zwartgallig filosofische whodunnit over moord en fraude. Maar... In welke twilight zone speelt zich dit af? Montalbano kankert op de tv-Montalbano, als hij merkt dat de mensen weer eens teleurgesteld zijn dat hij die sexy acteur niet is.
Zijn onderzoek loopt vast – zo gaat het in deze serie altijd. Alleen, nu hangt ineens de Schrijver aan de telefoon. Met aanwijzingen, tot ergernis van de commissaris. Ik ben de schrijver, briest de Schrijver, doe wat ik zeg! Dacht het niet, zegt Montalbano en hangt op. Wacht even, denk ik, de Schrijver is toch óók een personage? En dan besef ik dat hij niet Camilleri zelf is. Hier wordt de roofschrijver onderuit gehaald: zijn plot-ideeën zijn waardeloos. Montalbano wil niks van hem weten. En hij wordt geblokkeerd: de verbinding wordt verbroken.
Met Riccardino schiep Camilleri een literair spiegelpaleis waarin de Schrijver hopeloos verdwaalt en Salvo Montalbano ontsnapt. En deze stunt is eens zo ontroerend omdat Camilleri met zijn laatste adem ook een saluut brengt aan zijn bewonderde geestverwant Luigi Pirandello en diens mooiste toneelstuk Zes personages op zoek naar een auteur. Camilleri hield van Pirandello. In zijn onconventionele Pirandello-biografie (2007) becijferde hij om te beginnen dat ze familie van elkaar waren. Hoe lief is dat?
De laatste zin van Riccardino beslaat één woord: „Ik”. Ik Montalbano. Ik Andrea Camilleri. Versmolten. Verdwenen. Op dit boek is geen vervolg meer mogelijk.
Joyce Roodnat
 
 

EFE, 29.12.2021
Literatura ficcion 2022
Le Carré, Camilleri, Allende, Herzog y Pamuk, novedades literarias en 2022
La novela póstuma de John Le Carré y las últimas obras de Andrea Camilleri, Isabel Allende, Javier Cercas y Orhan Pamuk destacan entre las novedades editoriales de 2022, en que aparecerá el debut narrativo del cineasta Werner Herzog y un libro inédito de poemas de Juan Ramón Jiménez.

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En el próximo trimestre aparecerán tres obras de Andrea Camilleri, fallecido en 2019, inéditas en castellano: "El cocinero del Alcyon" (Salamandra), penúltima entrega de Montalbano; "La secta de los ángeles" (Destino), una novela histórica ambientada en la Sicilia de 1901; y el volumen de cuentos "Gran Circo Taddei y otras historias de Vigata" (Altamarea).
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Corriere del Ticino, 29.12.2021
Franco Enna, l’inventore del «giallo provinciale»
ANNIVERSARI Cent’anni fa nasceva lo scrittore luganese di origine siciliana , tra i primi grandi protagonisti della prima stagione italiana del genere poliziesco e della fantascenza – Prolifico autore ha firmato oltre un centinaio di romanzi ed è stato il «maestro» di Andrea Camilleri

Tra gli anniversari che hanno caratterizzato questo 2021 ormai agli sgoccioli c’è il centenario della nascita dello scrittore ticinese più prolifico del secondo Novecento: Franco Enna, alias di Francesco Cannarozzo, nato nel 1921 a Enna, la città dell’entroterra siciliano posta a mille metri d’altezza nel mezzo della Trinacria, ma luganese d’adozione avendo trascorso buona parte della sua vita in riva al Ceresio, dove è poi scomparso nel 1980 e dove scrisse la maggior parte dei suoi numerosissimi romanzi. Enna, che si dotò del suo pseudonimo su suggerimento di Alberto Tedeschi (direttore della collana «Libri Gialli» di Mondadori) nel 1955, aveva cominciato a pubblicare alla fine degli anni ’40 proprio a Lugano per le edizioni Tell. In precedenza, era stato amico e mentore di Andrea Camilleri [...]
Sergio Roic
 
 

TvBlog, 30.12.2021
Renato Scarpa è morto: fu Robertino e Cazzaniga, ma anche il ‘padrino tv’ de Il Commissario Montalbano
È morto Renato Scarpa: un malore improvviso lo ha stroncato nella sua casa romana. Aveva 82 anni e una brillante carriera nel cinema e in tv.

È morto a 82 anni nella sua casa romana Renato Scarpa, amatissimo e popolare volto del cinema italiano ‘prestato’ per apparizioni speciali in diversi titoli fictional di stampo storico, ma noto al grande pubblico soprattutto per due ruoli che hanno segnato l’immaginario collettivo del Paese. Impossibile non ricordarlo nel ruolo, breve ma cesellato e indimenticabile, di Robertino in Ricomincio da tre (1981), opera prima di Massimo Troisi; difficile sciogliere la filosofia partenopea del prof. Bellavista dal rigore ingenuo e nordico del dott. Cazzaniga, nuovo capo del personale dell’AlfaSud trasferito da Milano in quel di Napoli che anima al pari del protagonista quel Così parlò Bellavista (1984) di Luciano De Crescenzo che resta una chicca del cinema italiano.
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Ma a noi piace ricordarlo nel ruolo, anch’esso breve ma verrebbe da dire chirurgico sia per la scrittura di Camilleri che per la sua interpretazione, del misterioso Lohengrin Pera ne Il ladro di merendine, il primo film tv della collection de Il commissario Montalbano. Correva l’anno 1999 e il personaggio del commissario di Vigàta debuttava in tv col volto di Luca Zingaretti nel primo di decine di appuntamenti che si sarebbero rivelati uno dei più grandi (se non il più grande e duraturo) successo fictional della Rai in casa e all’estero. Con il suo personaggio ambiguo e insospettabile ha di fatto tenuto a battesimo una serie che ha fatto la storia del genere in Italia: vien da pensare che per il casting di quel debutto ci si sia voluti affidare a dei fuoriclasse. Renato Scarpa lo è stato, senza dubbio.
Giorgia Iovane
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 31.12.2021
I "Vespri" dell'antimafia e Paul Auster a Taobuk: va in scena il nuovo anno
Emma Dante cita "il Padrino III" al teatro Massimo, lo scrittore star a Taormina, Crippa a De Francovich a Siracusa

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Una scena che esibisce un mondo oppresso dalle scartoffie di carta, la rutilante lingua di Camilleri e un cast di volti noti segna il nuovo allestimento de “La concessione del telefono” con la regia di Giuseppe Dipasquale che debutterà, in prima nazionale, al Teatro Biondo (produttore dello spettacolo) il 6 gennaio. Tra i protagonisti oltre al palermitano Alessio Vassallo, che ha già ricoperto il ruolo di Filippo Genuardi nella serie tv, anche Camilla Proietti, figlia di Gigi e, al suo debutto in teatro, Ginevra Pisani, ex “professoressa” del programma televisivo “L’eredità’”.
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Mario Di Caro, Eleonora Lombardo
 
 

 


 
Last modified Tuesday, January, 18, 2022