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RASSEGNA STAMPA

FEBBRAIO 2023

 
Libri Mondadori, 1.2.2023
Incontri con l’autore
Andrea Camilleri a Torino

Torino (TO). Il curatore Mauro Novelli presenta il libro Meridiano Camilleri presso il Circolo dei Lettori. Ore 18:30. Con Roberto Carnero.
 
 

Tv2000, 1.2.2023
Peppino Mazzotta a Tv2000: “In Calabria facevo il contadino. Camilleri, ci manca la sua ironia perfetta”

Peppino Mazzotta ospite a Tv2000 si racconta, tra l’adolescenza in Calabria e l’esperienza sui set di Montalbano e a fianco di Andrea Camilleri.
L’attore a Effetto notte, il rotocalco sul cinema condotto da Fabio Falzone, in onda venerdì 3 febbraio alle 23.20, parla del suo ritorno al cinema con il film “I nostri ieri” nel ruolo di un regista che in carcere mette in scena un film ispirato a un fatto di cronaca e, nel farlo, si ritrova a contatto con le sue radici e il suo passato.
[…]
“Camilleri è l’altro regalo che abbiamo avuto da Montalbano. L’aver potuto incontrare Andrea, averci potuto parlare, aver potuto chiedergli delle cose in diretta e aver sentito le sue illuminanti risposte è stato un grandissimo privilegio. Chiaramente questi intellettuali quando vengono a mancare, sono delle voci talmente importanti, che quando vengono a mancare di sente forte la mancanza. Camilleri scriveva i suoi romanzi, scriveva Montalbano etc… Ma non ha mai fatto mancare la sua voce quando in questo Paese è successo qualcosa. I ricordi che abbiamo di lui sono tutti belli perché lui è una persona amabilissima e divertente e come tutte le persone estremamente intelligenti aveva un’ironia perfetta, inappuntabile. E con questa ironia riusciva sempre a darti quelle risposte che lì per lì ti facevano ridere, ma dopo ci ripensavi e capivi che ti aveva detto qualcosa che ti poteva servire. Questa era la sua caratteristica. Non faceva mai cadere dall’alto della sua sapienza le cose”.
[…]
 
 

Famiglia Cristiana, 2.2.2023
La guerra privata di Samuele di Andrea Camilleri, Sellerio, pp. 265, €15,00
Narrativa italiana
Un inedito Camilleri

L'anima di narratore del compianto Andrea Camilleri si accompagna alla sua più nota attività di romanziere e spicca in questa raccolta, pubblicata a distanza di oltre tre anni dalla sua morte. 16 racconti (tra cui 2 inediti) traggono ispirazione dalla storia, dalla cronaca, dall'attualità e dalla vita stessa del "maestro di Porto Empedocle". Uno degli inediti è La guerra privata di Samuele, detto Leli, opera incentrata sulla storia di uno studente ebreo, vittima delle leggi razziali e dell'ideologia fascista dei suoi professori. L'altro racconto inedito è La prova, una «commedia degli equivoci e dei tradimenti».
Piero Scaglione
 
 

Premio Chiara, 2.2.2023
Al via la XXXV edizione del Premio Chiara, tra continuità e rinnovamento

Ripartiamo, ringraziando gli enti pubblici e privati, i sostenitori, i soci, tutti coloro che credono nella cultura!
[…]
Tra i personaggi che saranno con noi […] Mauro Novelli, Antonio Franchini e Luca Crovi presenteranno il Meridiano Mondadori di Andrea Camilleri “Altre storie di Montalbano”.
[…]
 
 

Notizialocale, 2.2.2023
Arsoli: al teatro La Fenice la nuova stagione

L’amministrazione comunale di Arsoli e l’associazione Settimo Cielo, in collaborazione con ATCL presentano la stagione teatrale a La Fenice d’Arsoli che prevede un ricco programma di spettacoli adatti ad ogni tipo di pubblico, spaziando dal teatro alla tematica sociale di Ulderico Pesce, al giallo di Camilleri interpretato da Massimo Venturiello, fino al teatro ragazzi che prevede ben 4 matinée rivolte alle scuole del territorio.
[…]
4 marzo ore 21,00 LA PRIMA INDAGINE DI MONTALBANO- di Andrea Camilleri – Massimo Venturiello, a seguito dello straordinario successo attenuto dai suoi audiolibri, porta in scena la prosa musicale e incantata di Camilleri nel racconto che segna la nascita del commissario più famoso d’Italia. Nell’interpretazione dell’attore la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna.
[…]
 
 

El Periódico, 4.2.2023
Guía 'criminal'
BCNegra 2023: 9 citas que no hay que perderse
Del 6 al 12 de febrero, el festival de novela negra desplegará una programación de más de 80 actividades. Bajo estas líneas, una guía de sugerencias:

[…]
Desembarco italiano. El Molino
4. BCNegra […] recordará a Andrea Camilleri, fallecido en 2019, a través de la que fue su amiga, confidente y asistente, Valentina Alferj, a quien el creador de Montalbano dictó sus últimas obras. Ella charlará (miércoles 8; 20 h.) con uno de sus discípulos confesos, Antonio Manzini, que presenta novedad, ‘Hagan juego’.
[…]

Guida "criminale"
BCNegra 2023: 9 appuntamenti da non perdere
Dal 6 al 12 febbraio, il festival del romanzo nero presenterà un programma di oltre 80 attività. Sotto queste righe, una guida di suggerimenti:

BCNegra [...] ricorderà Andrea Camilleri, scomparso nel 2019, tramite quella che fu sua amica, confidente e assistente, Valentina Alferj, a cui il creatore di Montalbano dettò le sue ultime opere. Converserà (mercoledì 8; 20) con un suo allievo riconosciuto, Antonio Manzini, che presenta una novità, 'Fai un gioco'.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Desde New York, 4.2.2023
Crónicas literarias
Reseña: El Precio del Honor, de Andrea Camilleri

Acaba de llegar por estos lares una nueva novelita del gran Andrea Camilleri publicada en nuestro país. El Precio del Honor, es una de las obras más especiales del maestro de la novela negra italiano que tan buenos momentos me ha dado. Como bien anuncia Ediciones Destino, un mini-compendio-trama donde destaca la política, mafia y religión en lo que se considera ya una de las obras más especiales e inolvidable del maestro. Una obra que recuerda al mejor ambiente mafioso que consiguiera transmitir en su día el gran Mario Puzo. Una novelita sobre sicilianos y sus poco ortodoxos métodos de intercambio: entre jueces y ladrones, políticos y mafiosos, pecadores y sacerdotes. Y es que, sólo en Sicilia, puedes negociar incluso con Dios, como bien se indica.
Lo que más admiro del recientemente desaparecido Andrea Camilleri es que aún siendo director y guionista de teatro y televisión, Camilleri se convirtió en novelista bastante tarde. Publicó su primer libro a los 57 años. Lo que para mí es un detalle que me da esperanza a poder hacer lo mismo cuando me libere en tiempo y forma y pueda escribir o plasmar en papel todas las ideas que pasan por mi cabeza. Egocentrismos aparte, Camilleri fue un autor comprometido políticamente, que nunca rehuyó criticar a los que estaban en el poder, vendió unos veinte millones de libros en Italia y publicó unas treinta novelas protagonizadas por Montalbano, su más famoso personaje. Con la creación del comisario, Andrea Camilleri se convirtió en un referente del género negro, reconocido por la crítica y los lectores de todo el mundo. Novelas que han sido traducidas a unos treinta idiomas.
En El Precio del Honor se ve claramente como Andrea Camilleri ocupa un lugar que no existía en la literatura italiana, ofreciendo libros de calidad que atraen al público, como lo hicieron Georges Simenon en Francia o Graham Greene en Inglaterra. Eso hablando a nivel europeo.
Aquí tenemos una historia curiosa y unipersonal donde el propio Andrea Camilleri tiene veinte años y debe presentarse a un examen en Palermo. Un amigo de la familia que también tiene que ir a la capital accede a llevarle en su camioneta cuando, de repente, tres hombres armados detienen el vehículo. Deberán pagarles para tener un viaje «seguro». Una curiosa primera experiencia de Camilleri con la mafia que todo apunta como hecho real.
Una novela-viaje que se lee en nada. Andrea Camilleri nos regala unas páginas inteligentes e hilarantes que te harán recorrer la Italia profunda y comprenderás las costumbres que abarcan estos pueblos donde el odio al vecino o el rencor se consideran de lo más normal. La venganza, el pan nuestro de cada día, en un país famoso por su conocido por su fuerte carácter y rencor.
Durante la lectura estuve todo el rato recordando una frase que le oí a Camilleri durante una vez: “Nunca debes tener miedo del otro porque eres el otro con respecto al otro”. Tremendo.
J.J. Castillo

Recensione: El Precio del Honor, di Andrea Camilleri

È appena arrivato da queste parti un nuovo piccolo romanzo del grande Andrea Camilleri pubblicato nel nostro Paese. El Precio del Honor è una delle opere più speciali del maestro del giallo italiano che mi ha regalato momenti così belli. Come annuncia Ediciones Destino, un mini-compendio-trama dove spiccano politica, mafia e religione in quella che è già considerata una delle opere più particolari e indimenticabili del maestro. Un'opera che ricorda il miglior ambiente mafioso che il grande Mario Puzo riuscì a trasmettere ai suoi tempi. Un piccolo romanzo sui siciliani e sui loro modi poco ortodossi di scambio: tra giudici e ladri, politici e gangster, peccatori e preti. Ed è che, solo in Sicilia, puoi persino negoziare con Dio, come indicato.
Quello che ammiro di più del recentemente scomparso Andrea Camilleri è che, anche se era un regista e sceneggiatore per il teatro e la televisione, Camilleri è diventato un romanziere abbastanza tardi. Ha pubblicato il suo primo libro all'età di 57 anni. Quello che per me è un dettaglio che mi dà speranza di poter fare lo stesso quando mi libererò nel tempo e nella forma e potrò scrivere o mettere su carta tutte le idee che mi passano per la testa. Egocentrismi a parte, Camilleri è stato un autore politicamente impegnato, che non ha mai evitato di criticare chi detiene il potere, ha venduto in Italia una ventina di milioni di libri e ha pubblicato una trentina di romanzi con protagonista Montalbano, il suo personaggio più famoso. Con la creazione del commissario, Andrea Camilleri è diventato un punto di riferimento nel genere noir, riconosciuto da critici e lettori di tutto il mondo. Romanzi che sono stati tradotti in una trentina di lingue.
In El Precio del Honor si vede chiaramente come Andrea Camilleri occupi un posto che non esisteva nella letteratura italiana, proponendo libri di qualità che attirano il pubblico, come fecero Georges Simenon in Francia o Graham Greene in Inghilterra. Questo parlando a livello europeo.
Qui abbiamo una storia curiosa e personale in cui lo stesso Andrea Camilleri ha vent'anni e deve sostenere un esame a Palermo. Un amico di famiglia che deve recarsi anche lui nella capitale accetta di portarlo con il suo camion quando improvvisamente tre uomini armati fermano il mezzo. Dovranno pagarli per fare un viaggio “sicuro”. Una curiosa prima esperienza di Camilleri con la mafia che tutto addita come un fatto reale.
Un romanzo-viaggio che si legge in un attimo. Andrea Camilleri ci regala delle pagine intelligenti ed esilaranti che vi faranno viaggiare in profondità nell'Italia e capirete le usanze che racchiudono queste città dove l'odio verso il prossimo o il risentimento sono considerati normali. La vendetta, il nostro pane quotidiano, in un paese famoso per il carattere forte e il risentimento.
Durante la lettura mi è rimasta sempre in mente una frase che ho sentito una volta da Camilleri: "Non devi mai avere paura dell'altro perché tu sei l'altro rispetto all'altro". Tremendo.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

StraNotizie, 4.2.2023
Un vero regalo ai lettori di Andrea Camilleri: “Storie di Montalbano. 1994-2019”…

Un vero regalo ai lettori di Andrea Camilleri: “Storie di Montalbano. 1994-2019” è il prezioso volume che raccoglie dodici romanzi e una ricca antologia di racconti, lunghi e brevi, del maestro siciliano. A omaggio del più amato commissario d’Italia e della straordinaria vita dello scrittore che gli ha dato vita.
“Storie di Montalbano. 1994-2019” è in libreria e negli store online dal 31 gennaio.
 
 

pressenza, 4.2.2023
70 anni di misteri e segreti nel volume di Mondani e Sorrentino su Pio La Torre

Quarant’anni dopo l’omicidio del segretario regionale del PCI Pio La Torre e del militante comunista Rosario Di Salvo (assassinati il 30 aprile del 1982 in Piazza Generale Turba a Palermo), si conoscono gli esecutori, ma restano interrogativi inquietanti sui mandanti, sulle complicità eccellenti e sul contesto nazionale e internazionale.
Alle controinchieste di Pio La Torre e altre illustri vittime su Gladio, servizi segreti, trame occidentali, delitti eccellenti, colletti bianchi, rapporti tra mafia e politica, è dedicato il volume scritto dall’avvocato Armando Sorrentino (legale di parte civile del Partito Comunista Italiano nel processo per il duplice omicidio) e dal giornalista Paolo Mondani (inviato della trasmissione di Rai Tre, Report).
Il volume (presentato nei giorni scorsi nella libreria Tantestorie di Palermo, con un dialogo tra il libraio Giuseppe Castronovo e i due autori) si intitola “Chi ha ucciso Pio La Torre? Delitto di mafia o politico?” (Castelvecchi Editore).
Tra i tanti moventi possibili sono annoverati: la manifestazione pacifista contro i missili occidentali a Comiso in funzione antisovietica; l’ideazione della legge sulla confisca dei beni ai boss; la Relazione di minoranza della Commissione Parlamentare Antimafia scritta da Pio La Torre con Cesare Terranova (ucciso il 26 settembre del 1979 insieme al maresciallo Lenin Mancuso) e altri parlamentari comunisti.
Secondo il giornalista Mondani e l’avvocato Sorrentino, “la vicenda di Pio La Torre appartiene alla democrazia, quella vera, fatta di partecipazione, lucidità e passione che va ricordata e mantenuta dentro i canali di una ricerca delle troppe verità nascoste di questo Paese…. E’ una storia che, negli anni in cui volgeva al termine, raggiunge livelli alti di un discorso concreto sul potere e sul sistema di potere mafioso, fuori da analisi superficiali e di comodo”.
L’avvocato Sorrentino e il giornalista Mondani respingono le tesi depistanti sulla fantomatica “pista interna” e collegano l’assassinio di Pio La Torre e del suo fedele amico Rosario Di Salvo con il contesto della strage di Portella della Ginestra e dei delitti eccellenti degli anni Settanta, in un intreccio di mafia, apparati dello Stato, eversione nera, poteri forti e poteri occulti.
Secondo i due autori, “La Torre aveva fatto coincidere la stagione degli omicidi eccellenti con la messinscena del rapimento di Sindona e i suoi rapporti con la Destra americana. Riteneva che la nuova Cosa Nostra corleonese avesse in testa un progetto condiviso con alcuni capi della Dc. E gridava ad ogni comizio che, con la base di Comiso, la Sicilia sarebbe diventata terreno di manovra di spie, terroristi e provocatori di ogni risma”.
Nel libro si accenna anche all’interesse di Pio La Torre per il dossier scottante del vicequestore Giuseppe Peri che, ostacolato dai superiori, nel 1977 attribuisce il disastro di Montagna Longa e i delitti eccellenti di magistrati (da Scaglione a Occorsio) alla strategia della tensione e all’eversione neofascista.
Il volume “Chi ha ucciso Pio La Torre?” è preceduto da una prefazione del compianto scrittore Andrea Camilleri, che ricorda la sua conoscenza con il deputato comunista, presentatogli da una comune amica.
Secondo Camilleri, «pur provenendo dalla “destra” del partito, La Torre si ritrovò sulle posizioni della diversità berlingueriana, un’idea che continua tuttora a dare fastidio e che in quel momento era un signum individuationis molto preciso. Altro che moralismo! Certo, tra i moventi la proposta di legge sui patrimoni mafiosi può aver contato ma è dimostrato che la mafia si è assunta compiti anche per conto terzi, una parte di interesse nell’omicidio di Pio certamente l’aveva ma poi tornava comodo ad altri come copertura. Spesso in Sicilia si manifestano questi fenomeni di convergenza di intenti. Sindona, la mafia al Nord, Gladio, quanti altarini rischia di scoprire quest’uomo? Ricordo che ci furono reticenze sul movente dell’omicidio. Subito si disse: la mafia, la mafia, la mafia. Poi subito dopo, anche sui giornali, ci fu chi disse addirittura che si trattava di una resa di conti interna al partito, una cosa assolutamente incredibile».
Nella Prefazione del volume di Mondani e Sorrentino, Camilleri evidenzia altri fatti inquietanti: “Nella vicenda La Torre ci sono i servizi segreti che lo pedinano per decenni, spariscono i suoi documenti e sparisce la sua borsa. Le borse, chissà perché, spariscono sempre… C’è un filo che collega Portella e le stragi fino a via D’Amelio? Perché non ipotizzare un continuum? Fino ad un certo periodo la mafia ha agito per interposta persona…”
Pietro Scaglione
 
 

Balarm, 4.2.2023
Storia e tradizioni
La "strage dimenticata" del 1848 in Sicilia: nell'antica torre uccisero 114 persone
Anche lo scrittore Camilleri ha ricostruito quell’eccidio in uno dei suoi romanzi. Tantissime persone in quel maledetto giorno soffocarono e bruciarono vive

Il 1848 fu un anno particolare per la Sicilia: fu l’anno della rivoluzione contro il regime borbonico. La città di Girgenti (oggi Agrigento) insorse subito dopo Palermo. Un comitato rivoluzionario nella Città dei Templi si costituì al comando dell’ex generale borbonico Gerlando Bianchini.
Durante quei moti rivoluzionari avvenne delle più efferate stragi su cui subito si stese un velo di silenzio e non soltanto da parte delle autorità borboniche, tornate presto al potere in tutta la Sicilia: la strage di Porto Empedocle (AG), nella notte tra il 25 gennaio e il 26 gennaio del 1848 nella Torre di Carlo V che veniva utilizzata come prigione.
Lo scrittore Andrea Camilleri nel suo romanzo “La strage dimenticata” (Sellerio) ha ricostruito quell’eccidio di 114 detenuti nell’antica Torre della Borgata Molo, vecchio nome di Porto Empedocle, da parte delle truppe borboniche al comando del maggiore Ignazio Sarzana, che soffocarono e bruciarono vivi in una cella comune i detenuti.
In questo testo presentiamo su quegli eventi anche la testimonianza del generale agrigentino Gerlando Bianchini. I lettori possono mettere a confronto quanto ha scritto lo l’empedoclino Andrea Camilleri e quanto raccontato ad un giornale patriottico palermitano il Generale Gerlando Bianchini, pochi giorni dopo la strage.
Lasciamo prima la parola allo scrittore Camilleri: “Il maggiore Emanuele Sarzana comandava il presidio della Torre alla Borgata Molo. Giorno 25 gennaio 1948 … al tramonto…, una folla di un centinaio di persone si spinge, vociando, sotto le mura della Torre (del Molo di Girgenti n.d.r.). “In quei giorni erano arrivati molti forastieri” contava mia nonna.
E si spiega: parenti e amici avevano avuto tutto il tempo di correre dai loro paesi alla Borgata per organizzare la liberazione dei forzati, e molti di questi forestieri, approfittando dell’ammuino generale, erano arrivati armati (…)
Quando i carcerati sentono le voci da fuori, eccitatissimi, non sapendo precisamente quello che sta succedendo ma comprendendo che comunque sia qualcosa si muove a loro favore, si mettono a fare un gran chiasso. Di fronte a questa situazione, Sarzana, non perdette la testa.
Capì subito che se tutti gli uomini gli servivano per parare il pericolo esterno, bisognava che a sorvegliare i carcerati non restasse manco un soldato.
Ordinò quindi che a botte, a colpi di calcio di fucile, a catenate, tutti i forzati sparsi per la Torre fossero obbligati a calarsi nella fossa comune (…). Lì ammucchiati i carcerati iniziano a ribellarsi e far baccano. I soldati allora isolano l’unica via d’uscita, la scala che era dentro al cilindro.
Ciò significava chiudere l’unica presa d’aria della fossa comune (…). Inizia una sparatoria tra i soldati e la folla fuori la torre. La sparatoria si allunga nel tempo. Questo basta però perché i forzati nella fossa vengono a trovarsi senza aria. I forzati allora fanno voce da disperati e si accalcano, tanto da dar pressione alla grata (…). Il maggiore capisce il pericolo e l’unica cosa da fare è alleggerire il peso che versa sulla grata.
Così comanda ai suoi soldati di lanciare tre petardi nella fossa e di isolare di nuovo la scala. Capisce che, così facendo viene a mettersi in una botte di ferro: se i carcerari muoiono, nessuno potrà sostenere che in luì c’era una volontà di fare una strage (…)”. Il danno è compiuto: 114 detenuti muoiono.
Adesso sugli stessi fatti lasciamo la parola al Gerlando Bianchini, comandante delle truppe rivoluzionarie di Girgenti, che così descrisse quei terribili eventi nella lettera che inviò al vice console inglese, a Girgenti, Oates.
“I bravi cittadini del sottoposto Molo imitarono tosto l'esempio (di Girgenti), però carne venduta ad un tiranno, incallita nelle sevizie, nelle barbarie, la truppa che colà stanziava (nel Molo di Girgenti n.d.r.) unitamente al comandante e bassi uffiziali, inchiodati prima i cannoni della lanterna, rinserrossi nel forte (la torre di Carlo V n.d.r.), e spinta da diabolica risoluzione, la notte del 23 fece fuggire i servi di pena onde far dagli stessi massacrare le oneste e tranquille famiglie di quella borgata; ma tuttoché oscura la notte, scoverti i fuggiaschi dalle pattuglie civiche momentaneamente organizzate, soli 82 rimasero liberi, che sbandati e incalzati dal vivo fuoco delle vigilanti pattuglie, si avviarono disordinati alle loro rispettive comuni.
Fallito il sacrilego colpo di quei vili, rannodato il rimanente di condannati, e in angustissima fossa fattili accatastare gli uni sugli altri, concepirono l'avido disegno di profittare delle somme di quegl'infelici a furia di patimenti e d'indefesso lavoro ammassate, con non mai somma umanità, in quella fossa, capace a stento di soli 40 uomini, disperatamente vi rinchiusero 206 disgraziati, e senza conforto di nostra santa religione, giammai a' più colpevoli negata, tirandogli delle accese granate e zolfo ardente, tutti gli uccisero.
L'indomani sortivano dal forte tredici carri pieni di cadaveri perfettamente ignudi. Ahi dura terra perché non t'apristi! Rimasero morti 134, moribondi 15, e 65 vivi”.
Alla lettera che leggiamo sul numero 27 del “Giornale patriottico”, uscito a Palermo il 21 febbraio 1848, è stata aggiunta una nota che sottolinea che “tale atto di selvaggia crudeltà, di vilissima ferocia, si è taciuto finora sul timore che avesse potuto alla per fine stancare l'eroica moderazione serbata costantemente da questo popolo, in tutto il periodo della rivoluzione, ad onta delle non poche incredibili barbarie che giornalmente commetevansi dalla “morale” e “disciplinata” truppa del re di Napoli.
Sia però detto ad eterna gloria del popolo di Girgenti, che, astretti poscia a cedere, e resisi prigionieri gl'iniqui autori di tanto scempio, i perfidi soldati furono anche eglino fraternamente accolti ed abbandonati solo agli strazi della loro rea coscienza in pena della nefanda scelleraggine di cui eransi mostruosamente resisi colpevoli".
Grave della strage fu il silenzio delle autorità dell’epoca che occultarono la sorte tragica di questa povera gente. Gli assassini e i complici silenziosi fecero carriera. Il maggiore Sarzana fu promosso e trasferito al comando della piazza militare di Licata, come governatore del real Castello a mare S. Giacomo.
Elio Di Bella
 
 

La Repubblica – Robinson, 4.2.2023
Maurizio de Giovanni: "Il mio Ricciardi mi ha salvato"

Il ritorno in libreria e in televisione del commissario Ricciardi, personaggio di culto di Maurizio de Giovanni, sarà al centro della XVII edizione del NebbiaGialla Noir Festival. La manifestazione si terrà dal 10 al 12 febbraio a Suzzara, in provincia di Mantova, a cura di Paolo Roversi e de Giovanni interverrà l'11 febbraio alle 21 per presentare il suo nuovo romanzo su Ricciardi, Caminito (Einaudi).
[…]
Le presentazioni, le rassegne restano fondamentali per mantenere e sviluppare questo rapporto, quasi intimo, con il pubblico?
«Faccio tantissimi incontri. Ricordo una mia presentazione a Cosenza: duecentocinquanta persone per un libro, in un periodo storico in cui si legge poco, e continuavano ad arrivare. A proposito del NebbiaGialla, Roversi e il Comune di Suzzara hanno capito che il romanzo nero italiano è un movimento, non è più un genere come gli altri. Un movimento che viene da lontano — Scerbanenco, Fruttero e Lucentini, Gadda, Sciascia, Eco — che si è consolidato con Camilleri. Il racconto frammentato e caleidoscopico di realtà regionali, a volte addirittura urbane. Il giallo di altri Paesi invece si somiglia».
[…]
Annarita Briganti
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 5.2.2023
Conversazioni con Camilleri, Dipasquale racconta il sodalizio per il teatro
Il regista scriverà un libro: "Così riducevamo i suoi romanzi per la scena"


Andrea Camilleri con Giuseppe Dipasquale

"Con Andrea Camilleri stavamo lavorando alla Trilogia della metamorfosi per il teatro. Siamo riusciti a buttare giù insieme l'ossatura del progetto che comprendeva, oltre all'adattamento de "Il casellante", che vide con grande emozione, anche de "Il sonaglio" e "Maruzza Musumeci"".
Giuseppe Dipasquale, il regista catanese scelto dallo stesso Camilleri per la riduzione teatrale di alcuni dei suoi racconti, parla per la prima volta del lavoro che è riuscito ad ultimare assieme allo scrittore che gli fu maestro e amico: "Mi auguro di portare questa Trilogia presto in scena" dice Dipasquale che riannoda i ricordi delle sue conversazioni con lo scrittore di Porto Empedocle mettendo tutto nero su bianco per un libro che sarà pubblicato da Sellerio: "Sì, una conversazione sul teatro, sulle opere che abbiamo scritto insieme, i racconti della sua vita, le regie, gli incontri memorabili di una lunga carriera, gli autori amati, Pirandello". Quasi un rapporto che continua, attraverso il filtro della scrittura, in questa "conversazione" con al centro i racconti straordinari di un maestro della parola: "Ho sempre considerato Camilleri - dice il regista - un nuovo tipo di aedo moderno. È stato un cantore di storie con una coscienza popolare dell'uditore, un affabulatore di miti moderni. È stato il cantore di Vigàta". I due si erano conosciuti nel 1985, quando Dipasquale entra nel corso di Regia all'Accademia d'arte drammatica "D'Amico": "Avevo ventidue anni, fu per me un'occasione folgorante. Andrea non è stato solo un maestro, ma un amico e un padre. Ha avuto nei miei confronti una generosità disinteressata".
Salvatore Picone
 
 

La Sicilia, 6.2.2023
Cultura
Camilleri che c’illumina d’immenso
A meno di quattro anni dalla morte è da poco arrivato in libreria un quinto [Terzo, NdCFC] Meridiano con “Altre storie di Montalbano 2003-2019” a cura di Mauro Novelli

Lo scrittore Andrea Camilleri classico tra i classici: a meno di quattro anni dalla morte è da poco arrivato in libreria un quinto [Sic!, NdCFC] Meridiano con “Altre storie di Montalbano 2003-2019” (Mondadori, 1856 pagine, 80€ a cura e con un saggio introduttivo del prof. Mauro Novelli e cronologia di Antonio Franchini), che contiene sei romanzi del ciclo del Commissario Montalbano (da «Giro di boa» a «Riccardino»), e una raccolta di racconti. Un’opera che conferma, oltre alla inossidabile popolarità dell’autore, come “l’onda sismica camilleriana” non si placa anzi, tende a rinsaldare il suo solido rapporto con milioni e milioni di lettori vecchi e nuovi. Abbiamo intervistato il prof. Novelli autore di numerosi saggi, che all’Università Statale di Milano insegna Letteratura e cultura nell’Italia contemporanea.
Prof. qual è “la chiave magica” di questo successo europeo, ma potremmo dire mondiale?
«La lingua, viene da rispondere d’acchito! Ma il suo vigatese, così ricco di sapori locali, non basta a spiegare gli entusiasmi che Camilleri ha saputo suscitare. L’impressione è che non ci sia una chiave sola, ma un mondo intero: l’umorismo irresistibile, gli scenari suggestivi, i dialogati incalzanti, le storie in cui modernità e tradizione si intrecciano. La capacità di riformulare gli stereotipi… e naturalmente il profilo di un personaggio memorabile come Montalbano, esotico e casereccio al tempo stesso»
Definendo Camilleri scrittore “meticcio”, cosa intende veramente?
«Nelle storie di Montalbano il narratore usa un linguaggio ibrido, meticcio, lo stesso dei personaggi. Alcuni sostengono che Camilleri scriva in siciliano, ma non è affatto vero. Il suo “vigatese” si fonda sulla mescolanza di italiano e dialetto, ancora oggi così tipica della conversazione reale, in tante parti del nostro Paese. Il punto è che in Camilleri il dialetto non è una semplice spezia gettata sul piatto per insaporirlo, ma si rivela funzionale alla comprensione delle vicende. Basta una parola, un gesto, anzi una taliata»
Perché lei mette sotto la lente d’ingrandimento la solitudine di Montalbano!
«Sì, certamente. Va detto però che Camilleri insiste sulla solitudine del suo eroe sino ai limiti del paradosso, neanche fosse uno di quegli investigatori privati americani di una volta. Singolo inquilino di un’isolata villetta in riva al mare, figlio unico, senza genitori, la fidanzata a migliaia di chilometri, la squadra tenuta a debita distanza nelle indagini… Quasi un misantropo, ma non un asceta! Montalbano si concede diversi piaceri, tutti rigorosamente solitari: la lettura e persino la cucina, sempre in religioso silenzio»
Ci sono evidenti variazioni linguistiche e compositive tra il Camilleri saggista e i libri con protagonista il commissario Montalbano?
«Sì, senz’altro. Camilleri è sempre attento a variare la sua miscela in ragione dei generi prescelti. Per cui ad esempio nei gialli spinge un po’ meno il pedale del dialetto e dello sperimentalismo, rispetto ai romanzi storici. Ma anche nelle storie di Montalbano si è permesso in ultimo tanto exploit, contando sulla fiducia dei lettori. Penso ad esempio all’ultimo romanzo della serie, Riccardino, in cui inscena una disfida pirandelliana fra il commissario di carta e il suo alter ego della serie tv»
La critica in generale ha sempre colto nei libri di Camilleri come ha fatto lei, il messaggio d’una Sicilia con tutte le sue anime letterarie e tradizionali?
«Certo Camilleri appartiene a una generazione che si formò sulle pagine dei rondisti, e alla letteratura si appassionò fin da ragazzo; non dimentichiamo che negli anni Quaranta esordì come poeta. Ma sua propria è un’estrema consapevolezza delle peculiarità dei generi in cui si è provato: il giallo, ma anche il romanzo storico o la fiaba. Un autentico professionista della scrittura. Il che è un complimento non un’ingiuria come credono certi bellettristi ancora oggi»
L’Italia letteraria oggi è giallista, noir con sue specifiche connotazioni? L’affermazione di Alberto Savinio del 1938, è stata smentita in pieno?
«Proprio negli anni in cui Savinio definiva il giallo un’imitazione malriuscita di un prodotto estero, Gramsci constatava l’egemonia straniera nel campo narrativo italiano. Col nuovo millennio, finalmente la nostra narrativa di genere è riuscita ad imporsi, per cui sì, il giallo italiano oggi è un prodotto nazionalpopolare. Anzi ha saputo farsi amare anche all’estero. In questo ribaltamento Camilleri ha avuto un ruolo cruciale. Basti pensare che la fiction tratta dai suoi libri è la serie italiana più vista di tutti i tempi: ha registrato nel mondo oltre un miliardo di spettatori»
Francesco Mannoni
 
 

BCNegra, 8.2.2023
El doble com a influència
Hi participen: Valentina Alferj, Antonio Manzini
Ho modera: Laura Cervini
Taula rodona
dimecres, 8 de febrer de 2023, 20.00 h
El Molino
Vila i Vilà, 99

Desaparegut l’any 2019, resulta impossible tornat a gaudir de la companyia i la saviesa criminal i literària d’Andrea Camilleri, aquell gran amic del mestre Vázquez Montalbán. Però potser encara podem comunicar-nos amb ell a través de dos deixebles i amics que, si no són els dobles del pare literari de Montalbano, sí que han absorbit com esponges els seus ensenyaments. Valentina Alferj va ser amiga, confident i assistent de l’autor. I quan aquest ja no podia escriure a causa dels problemes de visió, ella va proposar-li que li dictés les seves ficcions més noves. També imbuït de l’essència camilleriana, l’actor, director de teatre i escriptor Antonio Manzini va ser alumne d’Andrea Camilleri a l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. I fruit dels seus ensenyaments és la sèrie de novel·les protagonitzades pel sotscap Rocco Schiavone, entre els quals hi ha la darrera, Hagan juego (2023).
Amb la col·laboració de l’Istituto Italiano di Cultura - Barcellona.
Hi haurà servei de traducció simultània.

Il doppio dell'influenza

Scomparso nel 2019, è impossibile godere di nuovo della compagnia e della saggezza criminale e letteraria di Andrea Camilleri, quel grande amico del maestro Vázquez Montalbán. Ma forse possiamo ancora comunicare con lui attraverso due discepoli e amici che, se non sono i sosia del padre letterario di Montalbano, hanno assorbito come spugne i suoi insegnamenti. Valentina Alferj è stata amica, confidente e assistente dell'autore. E quando non poteva più scrivere a causa di problemi di vista, lei gli propose di dettare i suoi ultimi romanzi. Intriso anch'egli dell'essenza camilleriana, l'attore, regista teatrale e scrittore Antonio Manzini è stato allievo di Andrea Camilleri all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica. E il frutto dei suoi insegnamenti è la serie di romanzi con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, tra cui l'ultimo, Fate il vostro gioco (2023).
Con la collaborazione dell'Istituto Italiano di Cultura - Barcellona.
Ci sarà un servizio di traduzione simultanea.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]


Foto Cosimo Polisena - Camilleri Fans Club
 
 

ANSA Latina, 9.2.2023
La luz de Andrea Camilleri entre las sombras


Valentina Alferj junto a Andre Camillieri en una imagen reproducida en Twitter (foto: Ansa)

Barcelona - Valentina Alferj, asistente de Andrea Camilleri durante 17 años, fue la encargada de dar forma a sus últimos libros cuando el escritor perdió la vista, convirtiéndose en un “tubo catódico”, cuenta en entrevista a ANSA, en la que relata su experiencia.
Camilleri (1925-2019) no le dictaba, como se ha dicho, sino que le pedía que escribiera lo que él le sugería, colocando los personajes en un lugar y explicándole cómo tenían que interactuar.
“Para mi era fácil escribir sobre personajes después de 20 entregas del comisario Montalbano que tú ya conoces perfectamente y que son como tu familia”, cuenta Alferj, que participó esta semana en una mesa redonda sobre el escritor en BCNegra, en Barcelona.
Es la primera vez que habla sobre su relación con su “maestro” desde su fallecimiento.
En este tiempo no habló porque “fue una experiencia tan íntima y privada que viví con él, que contarla me parecía traicionarlo al principio. Necesitaba tiempo”.
Camilleri “me formó en la escritura de sus novelas”, dice Alferj, que recuerda el momento en el que le pedía escribir.
“Yo respiraba y recuerdo la compacidad física, es decir, convertirme en un tubo catódico y en el momento en que se me había dado esa orden yo lo conseguía. Luego llegaba él, lo corregía y seguíamos”.
Alferj cree que lo consiguió porque “no tuve ninguna aspiración literaria. Si yo hubiese querido ser escritora habría comenzado a cuestionar lo que él me decía”.
Lo califica como una “verdadera magia” esa “capacidad que teníamos tan fuerte de conectarnos”.
Su relación con Camilleri, con quien durante 17 años, hasta su muerte, pasó todos los días cuatro horas por la tarde -al principio le leía las 10 páginas que escribía por las mañanas-, era “familiar” y de hecho “lo veía más que a mis padres”.
Lo describe como una persona “muy curiosa, generosa dando consejos, que no se tomaba demasiado en serio, y decía que la felicidad es como una mariposa, que se posa un momento y luego se va”.
Cuenta que el escritor siciliano le tomaba el pelo y le decía: “Escribirás “Mi vida con”.
“No sé si lo escribiré -responde-. Tengo apuntes y de momento los ordenaré para no olvidar, porque la idea de olvidarlo me da miedo, pero no sé si lo publicaré”, señala Alferj, en la actualidad agente literaria.
Cuando Camilleri perdió la vista en 2016, a los 90 años, “se deprimió mucho” hasta que encontró esta forma de escribir.
Ayudada por Alferj escribió “Tirar del hilo” (2016) “La red de protección” (2017) y “El método Catalanotti” (2018), todos de la serie del inspector Montalbano.
En cambio, para “Riccardino”, que había escrito en 2006 y se publicó a título póstumo en 2020, el escritor, ayudado por Alferj, realizó una revisión del lenguaje.
Camilleri y Manuel Vázquez Montalbán fueron muy amigos y de él tomó el nombre para su inspector.
“Fue un homenaje a la lectura del libro “El pianista”, de Montalbán, pues gracias a ese libro resolvió el problema de “La ópera de Vigatà”, que no conseguía escribir porque no le funcionaba el plano temporal, y al leerlo dijo: Ah, podría ponerlo todo en presente”, recuerda Alferj.
A Leonardo Sciascia lo consideraba “sus pilas. Cuando necesitaba cargarse leía un libro de él. Decía que tenía una escritura muy aguda, como un bisturí”.
Considera a Camilleri, autor de más de 150 libros, “un escritor muy necesario porque contó muy bien nuestro país de una forma generosa y también severa”.
Mónica Uriel

La luce nell'ombra di Andrea Camilleri

Valentina Alferj, assistente di Andrea Camilleri per 17 anni, era incaricata di dare forma ai suoi ultimi libri quando lo scrittore ha perso la vista, diventando un "tubo catodico", racconta all'ANSA in un'intervista, in cui racconta la sua esperienza.
Camilleri (1925-2019) non le ha dettato, come si è detto, ma le ha chiesto di scrivere ciò che gli aveva suggerito, collocando i personaggi in un luogo e spiegando come dovevano interagire.
"Per me è stato facile scrivere di personaggi dopo 20 puntate del Commissario Montalbano che già conosci perfettamente e che sono come la tua famiglia", dice Alferj, che questa settimana ha partecipato a una tavola rotonda sullo scrittore al BCNegra, a Barcellona.
È la prima volta che parla del suo rapporto con il suo "maestro" dalla sua scomparsa.
Durante questo periodo non ha parlato perché “è stata un'esperienza così intima e privata quella che ho vissuto con lui, che raccontarla sembrava tradirlo all'inizio. Avevo bisogno di tempo".
Camilleri «mi ha formato a scrivere i suoi romanzi», dice Alferj, che ricorda il momento in cui le chiese di scrivere.
“Respiravo e ricordo la compattezza fisica, cioè diventare un tubo catodico, e nel momento in cui mi è stato dato quell'ordine, l'ho realizzato. Poi arrivava, lo correggeva e noi continuavamo”.
Alferj crede di esserci riuscita perché “non avevo aspirazioni letterarie. Se avessi voluto diventare una scrittrice, avrei iniziato a mettere in discussione quello che mi ha detto".
La descrive come una "vera magia" quella "capacità che avevamo così forte di connetterci".
Il suo rapporto con Camilleri, con il quale per 17 anni, fino alla morte, trascorse quattro ore pomeridiane tutti i giorni -prima leggeva le 10 pagine che scriveva al mattino-, era "familiare" e infatti "lo vidi più dei miei genitori”.
Lo descrive come "una persona molto curiosa, generosa nel dare consigli, che non si prendeva troppo sul serio, e diceva che la felicità è come una farfalla, che atterra un attimo e poi se ne va".
Racconta che lo scrittore siciliano la ha preso in giro e le ha detto: "Scriverai "La mia vita con".
"Non so se lo scriverò", risponde. Ho degli appunti e per il momento li metterò in ordine per non dimenticare, perché l'idea di dimenticarlo mi spaventa, ma non so se lo pubblicherò”, dice Alferj, attualmente agente letterario.
Quando Camilleri ha perso la vista nel 2016, all'età di 90 anni, "è diventato molto depresso" fino a trovare questo modo di scrivere.
Aiutato da Alferj, ha scritto “L'altro capo del filo” (2016), “La rete di protezione” (2017) e “Il metodo Catalanotti” (2018), tutti tratti dalla serie Il commissario Montalbano.
Invece per “Riccardino”, che aveva scritto nel 2006 e pubblicato postumo nel 2020, lo scrittore, aiutato da Alferj, ha effettuato una revisione linguistica.
Camilleri e Manuel Vázquez Montalbán erano molto amici e da lui prese il nome del suo ispettore.
“È stato un omaggio alla lettura del libro “Il pianista”, di Montalbán, perché grazie a quel libro ha risolto il problema de “Il birraio di Preston”, che non riusciva a scrivere perché il piano temporale non gli ha funzionato , e leggendolo disse: Ah, potrei mettere tutto al presente”, ricorda Alferj.
Considerava Leonardo Sciascia “le sue batterie. Quando aveva bisogno di caricarsi, leggeva un suo libro. Ha detto che aveva una calligrafia molto tagliente, come un bisturi”.
Considera Camilleri, autore di oltre 150 libri [oltre 100, NdCFC], "uno scrittore molto necessario perché ha raccontato molto bene il nostro Paese in modo generoso e anche severo".
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

El Periodico, 9.2.2023
La cita con la novela criminal
Andrea Camilleri, en el recuerdo de dos buenos amigos
La asistente del autor, Valentina Alferj, y el escritor y amigo Antonio Manzini, sucesor del siciliano, reivindican su legado en BCNegra


La moderadora Lauras Cervini, junto al escritor Antonio Manzini y la colaboradora de Andrea Camilleri, Valentina Alferj. / Manu Mitru

Barcelona. Dos de las personas que mejor conocían al añorado Andrea Camilleri han visitado Barcelona para traer su recuerdo. Son Valentina Alferj, asistente del autor, la mujer que le ayudó a escribir en su ceguera, y Antonio Manzini, autor de novela negra a quien todos señalan como el sucesor del siciliano, un honor que él pudorosamente rechaza. BCNegra recogía este miércoles en El Molino la evocación del incansable padre del comisario Salvo Montalbano por parte de estos amigos que tan bien le conocieron.
Alferj conoció a Camilleri en el 2002 en un evento cultural en Roma cuando el autor se encontraba en la cumbre de su propio fenómeno literario y desde entonces se convirtió en alguien importante organizando su trabajo y más tarde imprescindible. Fue las manos y los ojos de un autor encerrado en la total ceguera que le sobrevino en el 2016. Porque eso no frenó a Camilleri en su incansable actividad como escritor. “Tenía que escribir diez páginas todas las mañanas de cualquier cosa. Ya fuera literatura o una carta a su nieta. Por la tarde necesitaba leérselas a alguien porque para él, que había sido un hombre de teatro, la oralidad era muy importante”, explica aquella colaboradora que en la actualidad lleva una agencia literaria en la que también gestiona los derechos de autor de Manzini.
Una lengua inventada
Se ha dicho que Alferj era la mujer que recogía el dictado de Camilleri pero eso no corresponde exactamente a lo que realmente hacía. Es sabido que las novelas del autor están escritas en vigatés, una lengua inventada por el propio autor a partir de las variantes dialectales de la isla de Sicilia y especialmente de la de Agrigento. Vigata es una ciudad imaginaria en la que muchos han querido reconocer Porto Empedocle, el lugar donde el autor nació en 1925. Alferj, nacida en los Abruzos lejos de Sicilia, se impregnó, sin embargo, de aquella lengua nueva y arcaica a la vez a la que Camilleri había accedido de niño cuando escuchaba a los campesinos y los pescadores. La colaboradora reinterpretaba el texto junto al escritor en un insólito proceso creativo. “Andrea con sus libros enseñó a sus lectores este idioma, el vigatés, de tal forma que muchas de las expresiones y las palabras que él había inventado pasaron a ser parte del idioma italiano”. Eso hizo que una novela como 'Riccardino', el último Montalbano, recientemente aparecida en Salamandra, tuviera dos versiones: la primera escrita en un vigatés incipiente en el 2006 y la segunda, diez años después y ya con la ayuda de Alferj, en plena posesión de esa lengua. “Y pudo hacerlo porque había adquirido un pacto muy fuerte con los lectores”. Alferj no se considera una escritora, no ha escrito nada fuera de las colaboraciones con Camilleri, “yo fui solo un instrumento para que él pudiera expresarse, nada más”.
Con una nueva novela bajo el brazo, 'Hagan juego' (Salamandra), séptima entrega del comisario Rocco Schiavone y centrada en el tema de la ludopatía como lacra social, Manzini explica el valor de Camilleri en la literatura italiana. “Él hizo que la novela negra fue considerada en Italia verdadera literatura. Abrió de par en par una puerta que años atrás en cierta manera había inaugurado Leonardo Sciascia con un mayor contenido político. Andrea recuperó el modelo serial del comisario Maigret de Simenon y destacó en un país donde existen 14.825 detectives de ficción".
Elena Hevia

L'appuntamento con il romanzo poliziesco
Andrea Camilleri, nel ricordo di due cari amici
L'assistente dell'autore, Valentina Alferj, e lo scrittore e amico Antonio Manzini, successore del siciliano, rivendicano la loro eredità a BCNegra

Barcellona. Due delle persone che meglio conoscevano lo scomparso Andrea Camilleri hanno visitato il Barcellona per ricordarlo. Si tratta di Valentina Alferj, l'assistente dell'autore, la donna che lo aiutò a scrivere quando era cieco, e Antonio Manzini, l'autore di gialli che tutti additano come il successore del siciliano, onore che lui modestamente rifiuta. BCNegra ha raccolto questo mercoledì a El Molino il ricordo dell'instancabile padre del commissario Salvo Montalbano da parte di questi amici che lo conoscevano così bene.
Alferj ha conosciuto Camilleri nel 2002 in occasione di un evento culturale a Roma quando l'autore era all'apice del proprio fenomeno letterario e da allora è diventata una persona importante nell'organizzazione del suo lavoro e successivamente fondamentale. E' stata le mani e gli occhi di un autore chiuso nella totale cecità che lo ha colpito nel 2016. Perché questo non ha fermato Camilleri nella sua instancabile attività di scrittore. “Doveva scrivere dieci pagine ogni mattina di qualsiasi cosa. Che si trattasse di letteratura o di una lettera a sua nipote. Nel pomeriggio aveva bisogno di leggerli a qualcuno perché per lui, che era stato un uomo di teatro, l'oralità era molto importante», spiega quella collaboratrice che attualmente dirige un'agenzia letteraria dove gestisce anche i diritti d'autore di Manzini.
Una lingua inventata
Si è detto che Alferj era la donna che ha preso la dettatura di Camilleri ma ciò non corrisponde esattamente a ciò che ha effettivamente fatto. È noto che i romanzi dell'autore sono scritti in vigatese, lingua inventata dall'autore stesso a partire dalle varianti dialettali dell'isola di Sicilia e soprattutto di quella agrigentina. Vigata è una città immaginaria in cui molti hanno voluto riconoscere Porto Empedocle, il luogo in cui l'autore è nato nel 1925.
Alferj, nata in Abruzzo lontano dalla Sicilia, era però impregnata di quel linguaggio nuovo e allo stesso tempo arcaico a cui Camilleri aveva avuto accesso da bambino quando ascoltava contadini e pescatori. La collaboratrice ha reinterpretato il testo insieme allo scrittore in un insolito processo creativo. "Andrea con i suoi libri insegnava ai suoi lettori questa lingua, il vigatese, in modo tale che molte delle espressioni e parole che aveva inventato sono entrate a far parte della lingua italiana." Ciò ha fatto sì che un romanzo come 'Riccardino', l'ultimo Montalbano, recentemente apparso su Salamandra, avesse due versioni: la prima scritta in un incipiente vigatese nel 2006 e la seconda, dieci anni dopo e già con l'aiuto di Alferj, integralmente padrona di quella lingua. "E ha potuto farlo perché aveva stretto un patto molto stretto con i lettori". Alferj non si considera una scrittrice, non ha scritto nulla al di fuori delle sue collaborazioni con Camilleri, “per lui ero solo uno strumento per esprimersi, niente di più”.
Con un nuovo romanzo sotto braccio, 'Fate il vostro gioco' (Salamandra), settimo capitolo del vicequestore Rocco Schiavone e incentrato sul tema del gioco compulsivo come piaga sociale, Manzini spiega il valore di Camilleri nella letteratura italiana. “Ha fatto il romanzo nero che in Italia era considerato la vera letteratura. Spalancava una porta che Leonardo Sciascia aveva inaugurato anni prima con un maggior contenuto politico. Andrea ha recuperato il modello seriale del commissario Maigret di Simenon e si è distinto in un Paese dove ci sono 14.825 detective letterari".
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

EFE, 9.2.2023
Novela negra
Antonio Manzini: Italia juega la Champions de la corrupción y a veces gana

Barcelona - El escritor italiano Antonio Manzini, que participa esta semana en el festival BCNegra y que fue discípulo de Andrea Camilleri, ha asegurado que "Italia juega la Champions League de la corrupción y ganamos bastantes veces".
Manzini ha llegado a Barcelona con una novedad editorial, la séptima entrega de su serie protagonizada por el policía Rocco Schiavone, "Hagan juego", en la que el popular subinspector se enfrenta a un asesinato relacionado con la adicción al juego, a la avaricia y al mundo de la ludopatía.
En "Hagan juego" (Salamandra), que se suma a "Pista negra" (2015), "La costilla de Adán" (2015), "Una primavera de perros" (2016), "Sol de mayo" (2017), "7-7-2007" (2018) y "Polvo y sombra" (2020), el lector encuentra a Schiavone "en un momento en que se ha establecido en Aosta y ya ha dejado la idea de volver a Roma", ha explicado en una entrevista con EFE.
El protagonista también "empieza a entender las debilidades de los policías que trabajan con él, a los que hasta ahora miraba como seres inferiores, y en cambio se da cuenta de que son seres humanos, tienen dificultades, sobre todo Italo, que tiene un problema de ludopatía".
En este libro, confiesa Manzini, quería enfrentarse a este tema y su paradoja: "El Estado combate la ludopatía pero al mismo tiempo gana mucho dinero de los casinos y de los ludópatas".
Para Manzini, "Italia está en la Champions League de la corrupción y ganamos bastantes veces; somos el Real Madrid de la corrupción, el equipo al que todo el mundo quiere ganar, pero tenemos a los mejores jugadores" y añade con ironía: "En los Mundiales perderíamos contra Colombia, Bolivia o México, porque son unas selecciones bastante fuertes, quizá también Brasil y la Argentina de los Kirchner".
La intención del escritor italiano es "contar mi país a través de los libros" y constata que "existe un cortocircuito moral en el Estado, porque se permite la ludopatía, se gana dinero a costa de ello, aún significando la destrucción de familias enteras, obligadas a buscar dinero de prestamistas".
De su "maestro y amigo" Andrea Camilleri, Manzini aprendió "primero el teatro y después a no tomarme demasiado en serio lo que hacemos y tener siempre una distancia irónica que te ayuda a sobrevivir".
Recuerda además que uno de los principios de su amistad era "no tocarle los cojones al otro" y quizá por esa razón optó por no dejarle ver el manuscrito de su primera novela. "Andrea igual se hubiese sentido obligado a leerlo, pero escribió una frase buenísima sobre mi libro y Rocco", añade.
A pesar de no ser lector de novela negra, Manzini piensa que "Italia vive un momento de fervor, porque hay una producción excepcional, con tantos comisarios, inspectores y detectives que parecería un país de asesinos además de corruptos; y escritores maravillosos y muchísimos festivales".
Acompaña a Manzini en el BCNegra Valentina Alferj, la que fuera asistente de Camilleri, quien en la misma entrevista destaca que la escritura del fallecido escritor siciliano se distribuyó en tres tramas: "la serie Montalbano, las novelas históricas y civiles y las novelas escritas en italiano contemporáneas y muy psicológicas y al límite con la novela negra".
Sobre el procedimiento literario, Alferj apunta que "las novelas de Montalbano siempre nacían de una noticia que le llamaba la atención y a partir de ahí actuaba como un director de cine" y agrega: "Cuando ya estaba ciego, escribíamos un resumen enorme del libro y cada capítulo se contaba, se leía, se imaginaba y yo tomaba apuntes y después lo desarrollábamos, pero él sabía que en la línea 26 de una página tenía que pasar una cosa determinada".
En cuanto a las novelas históricas y civiles, siempre empezaba con un hecho del pasado.
La que fuera su asistente más directa asegura que "la mayoría de la obra que Camilleri consideró importante ya se ha publicado, no hay obras póstumas fundamentales; y actualmente existe una Fundación Andrea Camilleri, de la que se ocupan sus hijas", pero advierte que el escritor "antes de morir, quiso que todo estuviera en su lugar".
Alferj evoca los últimos dos años junto al padre de Montalbano, ya ciego, y su "valentía": "Había subido el listón y había creado un espectáculo, 'Tiresias', que escribió, leyó y dirigió, que se aprendió de memoria para leerlo en el teatro".
"La historia de Tiresias era parecida a la suya, porque era un oráculo que veía a pesar de ser ciego, sentía mejor con los otros sentidos", comenta Alferj, que asegura que "antes de morir, Camilleri estaba escribiendo un monólogo sobre Caín, que hubiera presentado en el teatro de las Termas de Caracalla el mismo día que murió".
"Acabó su carrera como un cuentacuentos que se sitúa en medio de la plaza y cuenta una historia", repone Alferj.
Jose Oliva

Antonio Manzini: l'Italia gioca la Champions League della corruzione ea volte vince

Barcellona - Lo scrittore italiano Antonio Manzini, che questa settimana partecipa al festival BCNegra e che è stato allievo di Andrea Camilleri, ha assicurato che "l'Italia gioca nella Champions League della corruzione e noi abbiamo vinto tante volte".
Manzini è arrivato a Barcellona con una novità editoriale, il settimo capitolo della sua serie con protagonista il poliziotto Rocco Schiavone, "Fate il vostro gioco", in cui il popolare vice-questore affronta un omicidio legato alla dipendenza dal gioco, all'avidità e al mondo del gioco d'azzardo.
[...]
Dal suo "maestro e amico" Andrea Camilleri, Manzini ha imparato "prima il teatro e poi a non prendere troppo sul serio quello che si fa e ad avere sempre una distanza ironica che ti aiuta a sopravvivere".
Ricorda anche che uno dei principi della loro amicizia era "non toccarsi le palle" e forse per questo scelse di non fargli vedere il manoscritto del suo primo romanzo. "Andrea si sarebbe comunque sentito in dovere di leggerlo, ma lui ha scritto una frase formidabile sul mio libro e su Rocco", aggiunge.
[...]
Manzini è accompagnato al BCNegra da Valentina Alferj, che fu assistente di Camilleri, la quale nella stessa intervista sottolinea come la scrittura del compianto scrittore siciliano fosse divisa in tre filoni: "la serie di Montalbano, i romanzi storici e civili e i romanzi scritti in italiano contemporaneo e molto psicologico e confinanti con la narrativa poliziesca".
Riguardo al procedimento letterario, Alferj fa notare che "i romanzi di Montalbano nascevano sempre da una notizia che catturava la sua attenzione e da lì si comportava come un regista cinematografico" e aggiunge: "Quando era già cieco, scrivemmo un enorme riassunto del libro e ogni capitolo veniva contato, letto, immaginato e io prendevo appunti e poi lo sviluppavamo, ma lui sapeva che alla riga 26 di una pagina doveva succedere qualcosa di certo".
Quanto ai romanzi storici e civili, cominciava sempre con un avvenimento del passato.
Colei che è stata la sua più diretta collaboratrice assicura che «la maggior parte dell'opera che Camilleri considerava importante è già stata pubblicata, non ci sono opere postume fondamentali; ed esiste attualmente una Fondazione Andrea Camilleri, di cui si occupano le sue figlie», ma avverte che lo scrittore "prima di morire, voleva che tutto fosse al suo posto".
Alferj rievoca gli ultimi due anni insieme al padre di Montalbano, ormai cieco, e al suo "coraggio": "Aveva alzato l'asticella e creato uno spettacolo, 'Tiresia', che ha scritto, letto e diretto, che ha imparato a memoria per recitarlo in teatro".
«La storia di Tiresia era simile alla sua, perché era un oracolo che vedeva pur essendo cieco, ci sentiva meglio con gli altri sensi», racconta Alferj, la quale ricorda che «prima di morire, Camilleri stava scrivendo un monologo su Caino, che avrebbe presentato al teatro delle Terme di Caracalla lo stesso giorno che morì".
"Ha concluso la sua carriera come narratore che sta in mezzo alla piazza e racconta una storia", risponde Alferj.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Corriere di Bologna, 9.2.2023
Maurizio de Giovanni a Bologna per il suo "Caminito": «In Emilia i più grandi giallisti italiani»
Lo scrittore sarà il 10 febbraio alle 18 a Bologna in Salaborsa e il 12 febbraio alle 17.30 a Modena al Bper Forum Monzani.

Maurizio De Giovanni, lo scrittore dei noir di culto sul commissario Ricciardi, sui bastardi di Pizzofalcone, Sara, Mina e tanti altri è pronto per un mini-tour in Emilia che lo vedrà presentare il suo ultimo libro «Caminito» il 10 febbraio alle 18 a Bologna in Salaborsa e il 12 febbraio alle17.30 a Modena al Bper Forum Monzani.
[…]
Napoli ormai è un elemento imprescindibile dei suoi scritti, una città noir come Bologna del resto. In cosa si somigliano le due città?
“Premetto che tra i più grandi giallisti in tanti o sono emiliani come Carlo Lucarelli, o vivono in Emilia come Valerio Varesi e Marcello Fois però è tutto il nostro territorio italiano ad essere impregnato di noir ed è un genere così di successo proprio per la sua differenza. Pensiamo alla Roma di Costantini e De Cataldo, la Padova di Carlotto, alla Milano di Biondillo e Dazieri, alla Catania di Cristina Cassar Scalia, alla Firenze di Vichi, alla Torino di Pandiani, alla Genova di Morchio, al Friuli di Ilaria Tuti, all’Alto Adige di D’Andrea, alla Bari di Carofiglio, alla Martinafranca di Carrisi. Il romanzo nero è il grande racconto polifonico del nostro Paese”.
Come mai questo genere ha così successo sia in libreria sia in tv?
«Solo le giurie parruccone dei grandi premi letterari snobbano la grandezza e la bellezza della scrittura nera. I lettori l’hanno capito invece e non passa settimana in cui in classifica non ci siano tre o quattro romanzi noir. È la grande lezione di Camilleri: contiamo gli anni in a.C e d.C avanti Camilleri e dopo Camilleri perchè ha cambiato completamente la lettura in questo Paese rendendo localizzato il romanzo nero. Per questo non ci percepiamo tra concorrenti tra di noi, come invece fanno i romanzieri main stream, noi ci vogliamo davvero bene e ci facciamo i complimenti. Per tutto il mese mi sono alternato in testa alla classifica con Donato Carrisi, e ci siamo sempre scritti e letti con affetto e i nostri libri sono diversissimi: i suoi più adrenalinici, i miei più sentimentali».
[…]
Vittoria Melchioni
 
 

Latina Oggi, 11.2.2023
Sipario
Vigata tour torna a Latina prosegue il viaggio con Andrea Camilleri
Lo spettacolo a cura dell’associazione Cantiere dell’arte si terrà domani

Se siete amanti di Andrea Camilleri, domani, domenica 12 febbraio alle 17.30 non potete mancare all'appuntamento presso il Teatro San Francesco a Latina. Il "Vigata tour tra le pagine di Andrea Camilleri'', con la regia di Alfonso Borzacchiello, è messo in scena dall'Associazione Culturale Cantiere dell'Arte. Lo spettacolo, che sbarca nel capoluogo dopo il successo al Teatro Fellini è un viaggio tra l'opera, la musica e le parole dell'estroso Maestro che ha dato vita al Commissario Montalbano e che ha creato il così detto "Vigatese", mix tra siciliano e italiano. Gli episodi trattati come veri e propri testi teatrali si fonderanno in ritmo e musica. Del resto lo stesso Camilleri per sua ammissione diceva di amare la musica "di avere gusti un po' rognosi che non sono quelli di Montalbano, ma di non sentirsi un grande cantante" e di averla spesso "mescolata" all'interno delle sue opere. I brani scelti per la sceneggiatura daranno vita a episodi distinti ma legati indissolubilmente dal filo conduttore della penna di Camilleri, una tessitura musicale costruita ad hoc, attraverso 'topoi' di particolare valenza comunicativa e lirica. In questo spettacolo musica e testi si fondono per esaltarsi reciprocamente e, per la prima volta, rivelano la natura essenzialmente ritmico-musicale che firma in modo inconfondibile lo stile di Camilleri. Praticamente in questo viaggio teatrale la musica non è solo semplice sottofondo o accompagnamento, ma una trasposizione vera e propria del brano a cui è riferita; il testo si completa proprio attraverso le note, le strutture dell'uno e dell'altra si compenetrano. Le scenografie del "Vigata Tour" sono a cura di Peppe Porcu, le musiche di Vincenzo Li Causi, i testi di Lorenzo Calamia e Peppe Li Causi.
Info e prenotazioni al numero 324.8876861.
Daniela Novelli
 
 

Glicine, 11.2.2023
Recensioni: “Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri falsario” di Luca Crovi

Nessuno di noi lettori si sognerebbe mai di mettere in dubbio l’originalità e autenticità dell’opera monumentale di Andrea Camilleri. Lo si appella addirittura Maestro, noncuranti del suo definirsi contastorie per omaggiare i tanti menestrelli che giravano per i paesi siciliani fino a un secolo fa. Camilleri perpetua la tradizione medievale dei cuntruvadori meridionali che – attivi alla corte di Ruggero II e Federico II – vagavano per il Regno narrando non solo le gesta dei reali ma anche la cronaca, basta riprendere e sfogliare Il re di Girgenti, in cui abilmente la storia del capopopolo Zosimo, già romanzata dalla tradizione orale, diviene un falso nel falso trasformandosi in un falso d’autore.
Luca Crovi, nel suo saggio-ricordo Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri falsario (Oligo Editore, 2022), indaga l’opera dello scrittore siciliano non per screditarlo ma riconoscendo che “anche essere falsari non è concesso a tutti e in ogni campo della scrittura: è lecito solo a chi incarna l’Arte del racconto”. E in questo, sì, Camilleri è stato un Maestro perché non ha disperso gli insegnamenti della letteratura classica, quella nata per strada assimilando nozioni popolari e culturali diverse, ma le ha approfondite, plasmate, sezionate fino a ridurle in elementi essenziali, cliché capaci di dare anche al racconto più moderno un’aura di tradizionale.
Camilleri non ha attinto solo dalla vox populi per i suoi romanzi ma ha osato falsificare e reinventare autori quali Sciascia, Pirandello (cugino della nonna e che, bambino, aveva avuto l’onore di conoscere), Boccaccio ampliando il suo raggio d’azione giungendo persino a Caravaggio.
Il siciliano di Camilleri
Il lavoro metodico e scientifico dell’autore agrigentino ha una base solida, strettamente legata al teatro e alle sue regole: leggere i suoi libri è come assistere a uno spettacolo in più atti dove le unità aristoteliche vengono perfettamente rispettate. Ma Camilleri non rifiuta neanche la visione manzoniana della tragedia, accetta di stravolgere i suoi canovacci per rendere il più verosimigliante il suo racconto, tanto da coniare un linguaggio nuovo: il siciliano di Camilleri si arricchisce costantemente di neologismi plasmati per essere funzionali a saldare l’ambientazione dei suoi romanzi.
"Leggi anche Leonardo Sciascia e Italo Calvino, le lettere tra lo scrittore e l’editor"
“Senza la Sicilia l’Italia sciddrica”, ma scivolerebbe via anche buona parte dell’opera vastissima costruita pezzo per pezzo, libro per libro. Non a caso il talento del falsario si esplicita nei romanzi storici: se il successo giunge con la serie letteraria e televisiva del commissario Montalbano, ben altra è la caratura dei romanzi ambientati in una Sicilia lontana dove il plot è ben radicato negli eventi realmente accaduti, dove lo studio e la ricerca diventano un magma in cui l’autore sguazza e si diverte.
“La fantasia è l’arma più pericolosa perché permette di regalare sogni.”
Che i libri di Camilleri siano opere originali o falsi d’autore poco importa, su questo concordiamo perfettamente con Luca Crovi e il suo Copiare/Reiventare. Andrea Camilleri falsario: ricalcare pedissequamente o rielaborare pagine già scritte non è da tutti, ci vuole maestria e una buona dose di immaginazione per ridare unicità a quanto prodotto e in questo Camilleri ha dato il meglio di sé.
Letizia Cuzzola
 
 

El Mañana, 12.2.2023
Domingo cultural
El salto mortal de la novela negra
El festival reúne a los grandes autores de un género literario que, del ´thriller´ vasco al ´tartan noir´ escocés, se reinventa sin cesar para evitar que explote su burbuja

Frecuentado en masa por público y autores, versátil y capaz de reinventarse cada cierto tiempo, la situación actual del género negro es el resultado de una exitosa carrera de obstáculos en la que ha sobrevivido a modas más o menos uniformadoras (country noir, domestic noir, romantic noir, todo lo nórdico, cozy crime, etc.) y a sus propios excesos, surgidos muchas veces de la búsqueda del nuevo Stieg Larsson o de la caza de la siguiente Reina roja y, de paso, de un trozo del suculento pastel de Netflix.
Por el camino, tanto en literatura en español como en la traducida se ha consolidado un género que, sin perder de vista a los clásicos, alumbra nuevos fenómenos casi cada año en sus múltiples acepciones, etiquetas, subgéneros, experimentos y que sigue gozando de una presencia no equiparable en el mercado editorial. Buena muestra de ello es el festín que cada inicio de año se dan autores y lectores con BCNegra como coartada.
El festival barcelonés, que acogerá a muchos de los citados en estas líneas, celebra su decimoctava edición entre el 6 y el 12 de febrero convertido ya en un referente europeo y en escaparate de las editoriales que, ávidas de espacio mediático y exposición pública, van poniendo en el mercado los libros con vistas a este encuentro.
Pero la disponibilidad del lector es limitada —nadie lo diría al ver los más de 80.000 títulos que se publican al año en todos los géneros— y esto no puede ser sino una selección razonada y organizada de todo el torrente editorial. Ante la diversidad de estilos, colecciones, editoriales y subgéneros y la falta de cifras del sector hemos optado por analizar las novedades divididas por categorías que no son sino expresiones de la fluidez con la que los autores se mueven en un género que ha roto todas las barreras.
[...]
La gran estirpe italiana
La novela negra mediterránea no se entiende sin Andrea Camilleri, escritor tardío y prolífico, creador del entrañable Salvo Montalbano, del que nos llegó de forma póstuma en octubre Riccardino (Salamandra) la última de las 33 novelas de la serie. Ahora se publica El precio del honor (Destino) un texto sobre su primer contacto con la mafia. Camilleri muestra la importancia de crear un mercado, unos lectores que luego se han volcado con otros autores autóctonos o traducidos (Alicia Giménez Bartlett, por ejemplo). No es el único clásico italiano presente en las librerías. Tusquets publica El caballero y la muerte de Leonardo Sciascia, otra novela breve y contundente del maestro siciliano.
[...]
Juan Carlos Galindo

Il salto mortale del romanzo noir
Il festival riunisce i grandi autori di un genere letterario che, dal 'thriller' basco al 'tartan noir' scozzese, si reinventa costantemente per evitare che la sua bolla scoppi

Frequentato in massa da pubblico e autori, versatile e capace di volta in volta di reinventarsi, l'attuale situazione del genere noir è il risultato di un riuscito percorso ad ostacoli in cui è sopravvissuto a mode più o meno uniformi (country noir, domestic noir, noir romantico, tutto il nordico, cozy crime, ecc.) e i suoi stessi eccessi, molte volte derivanti dalla ricerca del nuovo Stieg Larsson o dalla caccia alla prossima Regina Rossa e, per inciso, un pezzo della succulenta torta di Netflix.
Lungo il percorso, sia in lingua spagnola che nella letteratura tradotta, si è consolidato un genere che, senza perdere di vista i classici, quasi ogni anno fa nascere nuovi fenomeni nelle sue molteplici accezioni, etichette, sottogeneri, sperimentazioni e che continua a godere di una presenza senza eguali nel mercato editoriale. Un buon esempio di ciò è la festa che autori e lettori danno ogni anno con BCNegra come alibi.
Il festival di Barcellona, che ospiterà molti di quelli citati in queste righe, celebra la sua diciottesima edizione tra il 6 e il 12 febbraio, diventando già un punto di riferimento europeo e una vetrina per gli editori che, desiderosi di spazio mediatico e visibilità pubblica, stanno mettendo i libri sul mercato in vista di questo incontro.
Ma la disponibilità del lettore è limitata —nessuno direbbe così guardando gli oltre 80.000 titoli che vengono pubblicati ogni anno di tutti i generi— e questa non può che essere una selezione ragionata e organizzata dell'intero torrente editoriale. Data la diversità di stili, collezioni, editori e sottogeneri e la mancanza di numeri per il settore, abbiamo scelto di analizzare le novità suddivise per categorie che altro non sono che espressioni della fluidità con cui gli autori si muovono in un genere che ha rotto ogni le barriere.
La grande stirpe italiana
Il giallo mediterraneo non si può capire senza Andrea Camilleri, compianto e prolifico scrittore, creatore del tenero Salvo Montalbano, da cui ci è giunto postumo in ottobre Riccardino (Salamandra), ultimo dei 33 romanzi della serie. Ora esce La bolla di componenda (Destino), un testo sul suo primo contatto con la mafia. Camilleri mostra l'importanza di creare un mercato, lettori che si sono poi rivolti ad altri autori autoctoni o tradotti (Alicia Giménez Bartlett, per esempio). Non è l'unico classico italiano presente nelle librerie. Tusquets pubblica Il cavaliere e la morte di Leonardo Sciascia, altro romanzo breve e potente del maestro siciliano.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

El Diario de Huesca, 12.2.2023
Los domingos son para leer
Riccardino, la novela póstuma de Andrea Camilleri

El librero de la Anónima José María Aniés nos recomienda esta semana Riccardino, la novela póstuma de Andrea Camilleri. No es la última de su autoría cronológicamente, ya que la dejó escrita en 2005 como manera de cierre de la historia del popular comisario Montalbano.
Myriam Martínez Iriarte
 
 

Quaderni camilleriani, 14.2.2023
Comunicato

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato un “Volume speciale 2023”: https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-volume-speciale-2023/
Si intitola Indice degli autori, opere e personaggi citati da Andrea Camilleri in saggi e interviste, ed è opera di Simona Demontis, pioniera degli studi camilleriani con il volume I colori della letteratura. Un’indagine sul caso Camilleri (Rizzoli, 2001).
L’Autrice – che nel corso degli anni ha coltivato una costante attenzione nei confronti dello scrittore di Porto Empedocle e ha pubblicato numerosi contributi – si cimenta in questa occasione con un compito impegnativo che offre i risultati di una perlustrazione su oltre 20 titoli, alla ricerca di scrittori, artisti, opere, personaggi letterari e protagonisti della scena culturale citati da Andrea Camilleri in testi non narrativi.
Lo scopo di questo lavoro – come pure della precedente Bibliografia tematica sull’opera di Andrea Camilleri (2021) – è quello di realizzare uno strumento in continuo aggiornamento che, destinato alla condivisione in Rete, sia di valido aiuto alla comunità degli studiosi dell’autore, nonché ai tanti lettori che Camilleri ha saputo raccogliere intorno a sé.
Simona Demontis mantiene così la promessa di realizzare un’opera destinata a svilupparsi nel tempo con successivi aggiornamenti che saranno messi a disposizione degli studiosi e dei lettori, utilizzando le opportunità e i vantaggi offerti dal formato elettronico.
 
 

Siracusa News, 15.2.2023
"Noto è cinema"
Scelti i 16 film che saranno protagonisti dell’Infiorata di Noto
Scelti e già assegnati ai maestri infioratori: a loro il compito di estrapolare le immagini che diventeranno i bozzetti infiorati

[…]
C’è chiaramente Il Commissario Montalbano, la fiction Rai tratta dai romanzi dell’immortale Andrea Camilleri, con alcune scene girate a Noto sia all’inizio degli anni 2000, sia tra il 2017 e il 2018, con set cinematografici individuati anche alla Loggia del Mercato.
[..]
 
 

Literatura Policial, 16.2.2023
Sequestros na Noite é o 23º livro de Camilleri

Salvo Montalbano é o protagonista da série de romances policiais do italiano Andrea Camilleri, e Sequestros na Noite é o 23º livro com o detetive.
Depois de muitos anos na força policial, Montalbano está incerto se ainda tem as habilidades necessárias para continuar trabalhando. É nesse clima que ele vai investigar se existe alguma ligação entre sequestros-relâmpago de mulheres e um incêndio que acontece na pequena cidade de Vigàta.
Grande parte dos livros de Camilleri são ambientados no sul da Itália, com constantes referências aos costumes e cultural local.
Fãs da série literária estão sempre esperando uma menção aos pratos deliciosos com frutos do mar de Adelina, às trapalhadas do assistente Catarella e às rabugices do próprio inspetor.
Andrea Camilleri ficou mundialmente conhecido pela série de livros com o detetive Salvo Montalbano. O primeiro livro da série, A Forma da Água, foi publicado em 1994, e desde então foram lançados mais de vinte livros com o detetive. A série, que mistura elementos de romance policial, comédia e crítica social, é conhecida por seu estilo ágil, irônico e repleto de referências à cultura e à culinária sicilianas.
Considerado um dos autores mais populares e influentes da literatura italiana contemporânea, Camilleri faleceu em 17 de julho de 2019 em Roma, deixando inúmeros livros incríveis para as novas gerações. Sequestros na Noite é mais uma oportunidade para conhecer a sociedade siciliana e as histórias deste ilustre detetive italiano.

La giostra degli scambi è il 23° libro di Camilleri

Salvo Montalbano è il protagonista della serie di romanzi polizieschi dell'italiano Andrea Camilleri, e La giostra degli scambi è il 23° libro con il detective.
Dopo molti anni nelle forze dell'ordine, Montalbano non è sicuro di avere ancora le capacità per continuare a lavorare. È in questo clima che va a indagare se ci sia qualche legame tra rapimenti fulminei di donne e un incendio che avviene nel piccolo paese di Vigàta.
La maggior parte dei libri di Camilleri è ambientata nel sud Italia, con continui riferimenti alle usanze e alla cultura locali.
I fan della serie letteraria sono sempre in attesa di un accenno ai deliziosi piatti di mare di Adelina, ai pasticci dell'assistente Catarella e all'irascibilità dello stesso commissario.
Andrea Camilleri è diventato famoso in tutto il mondo per la serie di libri con il detective Salvo Montalbano. Il primo libro della serie, La forma dell'acqua, è stato pubblicato nel 1994 e da allora sono stati pubblicati più di venti libri con il detective. La serie, che mescola elementi di romanzo poliziesco, commedia e critica sociale, è nota per il suo stile agile, ironico e ricco di riferimenti alla cultura e alla cucina siciliana.
Considerato uno degli autori più apprezzati e influenti della letteratura italiana contemporanea, Camilleri è deceduto il 17 luglio 2019 a Roma, lasciando innumerevoli libri incredibili per le nuove generazioni. La giostra degli scambi è un'altra occasione per conoscere la società siciliana e le storie di questo illustre detective italiano.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Blasting News, 16.2.2023
Cambio programmazione Rai1 primavera 2023: torna Un passo dal cielo 7, Il Paradiso si ferma
Le novità della programmazione Rai per la primavera 2023: torna Gigi D'Alessio con una serata evento

[…]
Previsti anche degli appuntamenti in replica con Il Commissario Montalbano, la sempreverde fiction tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, con protagonista Luca Zingaretti nei panni del commissario più amato dal pubblico televisivo italiano.
[…]
Domenico Mungiguerra
 
 

PalermoToday, 17.2.2023
"Don Chisciotte in Sicilia", Roberto Mandracchia presenta il suo libro al bookstore Flaccovio Mondadori

È una vera avventura picaresca, tragicomica e tenera, quella che Roberto Mandracchia rende viva nel suo “Don Chisciotte in Sicilia” (Minimum Fax), suo terzo volume che presenterà venerdì 17 febbraio alle 18.30 al bookstore Flaccovio Mondadori di via Roma 270 confrontandosi con la scrittrice Stefania Auci e l’editor Corrado Melluso.
Lillo Vasile, professore in pensione, ha 78 anni, gli ultimi dei quali passati in casa a leggere romanzi gialli. Quando viene aggiunto il nome Vigata alla targa del suo paese, qualcosa gli scatta nella testa e lo porta a convincersi di essere l’amato commissario Montalbano. In compagnia della sua fedele spalla Fazio (che in realtà si chiama Ousmane ed è un venditore ambulante senegalese), si getterà a capofitto in un delirante carosello di incontri, risse, evasioni e agguati, convinto di poter riportare la giustizia nella sua terra. Tra cappelli di paglia come elmi di Mambrino e pale eoliche come mulini a vento, le sue avventure ricalcheranno quelle di Don Chisciotte e del fido Sancho Panza, filtrate alla luce dell’isola che ammorbidisce ogni sogno di lettore, quello di essere un altro, forse anche uno (strampalato) cavaliere errante.
Roberto Mandracchia, agrigentino, classe ‘86, ha scritto per il cinema, la pubblicità e l'editoria scolastica. I suoi primi due romanzi sono “Guida pratica al sabotaggio dell'esistenza” (Agenzia X, 2010) e “Vita, morte e miracoli” (Baldini&Castoldi, 2014). È redattore di TerraNullius.
 
 

Teatro Garibaldi, 18-19.2.2023 Rinviato al 2024
SABATO 18 FEBBRAIO 2023 ORE 21:00
DOMENICA 25 FEBBRAIO 2023 ORE 18:30
La concessione del telefono
di Andrea Camilleri

Alessio Vassallo
con Mimmo Mignemi, Carlotta Proietti, Paolo La Bruna, Cocò Gulotta, Ginevra Pisani,
Cesare Biondolillo, Alfonso Postiglione, Alessandro Romano, Franz Cantalupo, Alessandro Pennacchio
regia Giuseppe Dipasquale

 
 

Tempostretto TV Messina, 19.2.2023
Peppino Mazzotta si racconta: dal personaggio di Fazio a "I nostri ieri"

L'attore, celebre per il ruolo dell'ispettore nel Commissario Montalbano e per "Anime nere", ha presentato al Lux di Messina il suo ultimo film.
 
 

Teatro Stabile di Catania, 21-26.2.2023 Rinviato al 2024
La concessione del telefono
MARTEDÌ 21 FEBBRAIO 2023 ORE 20:45
MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2023 ORE 20:45
GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2023 ORE 17:30
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 2023 ORE 17:15
SABATO 25 FEBBRAIO 2023 ORE 17:15
DOMENICA 26 FEBBRAIO 2023 ORE 20:45



dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri edito da Sellerio
testo teatrale di Andrea Camilleri - Giuseppe Dipasquale
regia Giuseppe Dipasquale
con Alessio Vassallo
e Mimmo Mignemi
e con (in ordine alfabetico) Cesare Biondolillo, Franz Cantalupo, Cocò Gulotta, Paolo La Bruna, Alessandro Pennacchio, Ginevra Pisani, Alfonso Postiglione, Carlotta Proietti, Alessandro Romano
scene Antonio Fiorentino
costumi Dora Argento
musiche Germano Mazzocchetti
produzione Teatro Biondo di Palermo

Il regista Dipasquale firma una nuova edizione del fortunato adattamento teatrale dell'opera di Camilleri. Una commedia degli equivoci dai risvolti surreali, ambientata sul finire dell'Ottocento a Vigàta, il paese immaginario in cui lo scrittore agrigentino ha ambientato tutti i suoi romanzi, fino alle avventure del commissario Montalbano. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica, avanzata dal signor Genuardi, innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.
La concessione del telefono è, tra i romanzi di Camilleri, uno dei più divertenti, una sorta di commedia degli equivoci ambientata in una terra, la Sicilia, che è metafora di un modo di essere e di ragionare, arcaica e moderna nello stesso tempo, comica e tragica, logica e paradossale.
Cosa indica la ridicola e allo stesso tempo legittima pretesa di un personaggio come Pippo Genuardi, che vuole ottenere una linea telefonica per potersi meglio organizzare con la sua amante?
È la metafora di un crudele gioco dell'inutilità  umana e sociale o la pessimistica ipotesi di un atavico immobilismo del processo storico di evoluzione dell'individuo e della società?
Camilleri sembra non voler dare risposte, ma allo stesso tempo, con gli strumenti ingegnosi della lingua e del gioco letterario e teatrale, ci pone dinanzi a situazioni paradossali che smascherano le ipocrisie, i pregiudizi e la cattiva coscienza di una comunità molto simile a quella in cui viviamo.

 
 

La Sicilia (ed. di Catania), 21.2.2023
Lo spettacolo. Tratto dal romanzo di Andrea Camilleri con l’adattamento di Daniela Ardini e Pietro Montandon
Il mito raccontato in Maruzza Musumeci

Da giovedì 23 a sabato 25 febbraio, nella Sala Futura, va in scena “Maruzza Musumeci”, spettacolo tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, con l’adattamento di Daniela Ardini e Pietro Montandon, rispettivamente regista e protagonista assoluto.
Uno spettacolo che parla del mito come fonte inesauribile di possibilità di interpretazione del presente, delle relazioni tra le cose, dei pensieri e del mondo.
«Anche in una favola leggera, ironica, ma anche inquietante come quella raccontata da Andrea Camilleri – dice Ardini, che firma la regia oltre che l’adattamento insieme con Montandon – ritornano i motivi classici della sirena, del suo canto che uccide e di una vendetta covata per millenni contro un Ulisse dedicato ai campi. Il protagonista Gnazio Manisco (un anti-Ulisse) – continua la regista – ritorna dall’America senza mai guardare il mare, per dedicarsi a coltivare la terra. Acquista un campo che è come un’isola sull’acqua e decide di sposarsi. La donna di cui si innamora perdutamente è bellissima e canta canzoni meravigliose che solo lui comprende. Da qui si dipanano una serie di eventi sorprendenti che coinvolgono personaggi radicati nella cultura siciliana, dalle più diverse caratteristiche, creati dalla maestria divertita di Andrea Camilleri».
Il lavoro di adattamento ha rispettato la parola di Camilleri, lasciando la fascinazione del racconto di una lingua misteriosa (terragna e materica, velata e oscura) che dà forma alle cose e suscita nella memoria di chi l’ascolta una serie infinita di echi e di rimandi.
Il protagonista è Pietro Montandon, attore di grande esperienza e capacità mimetica (interpreta tutti i ruoli) avendo collaborato sia con primarie compagnie di prosa, sia, per otto anni, con la compagnia internazionale Mummenschanz.
«Attraverso il susseguirsi incessante degli eventi vogliamo prendere idealmente il pubblico per mano e condurlo in un viaggio attraverso una mitologia rude, selvaggia, sensuale, popolata da Aulissi Dimare, Sirene Catananne, cani feroci ma anche attraverso la poesia, l’ironia e la levità della storia d’amore di Gnazio e Maruzza, fino al messaggio finale dell’immortalità del canto delle sirene racchiuso in una conchiglia che dona l’ultimo conforto ad un soldato morente», conclude la regista.
Le scene sono di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, produzione Lunaria Teatro. Gli orari degli spettacoli: giovedì 23 alle 20:45, venerdì 24 alle 20:45, sabato 25 alle 18.
 
 

Teatro Stabile di Catania - Sala Futura, 23-25.2.2023
Maruzza Musumeci
CALENDARIO RAPPRESENTAZIONI
GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2023 ORE 20:45
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 2023 ORE 20:45
SABATO 25 FEBBRAIO 2023 ORE 18:00



regia Daniela Ardini
con Pietro Montandon
produzione Lunaria Teatro

Il protagonista Gnazio Manisco (una sorta di anti-Ulisse) ritorna dall’America senza mai guardare il mare, per dedicarsi a coltivare la terra. Acquista un campo che è come un’isola sull’acqua e decide di sposarsi. La donna di cui s’innamora perdutamente è bellissima, canta canzoni meravigliose che solo lui comprende e “ad ogni cancio di stascione” diventa una Sirena. Da qui si dipanano una serie di eventi sorprendenti che coinvolgono personaggi radicati nella cultura siciliana, dalle più diverse caratteristiche, creati dalla maestria divertita di Andrea Camilleri. L’adattamento teatrale ha lasciato la fascinazione del racconto, di una lingua evocativa che suscita nella memoria di chi l’ascolta una serie infinita di echi e di rimandi.
 
 

Testo [come si diventa un libro], 24.2.2023
Stazione Leopolda, Firenze - 18.00 - Sala Ginzburg
Camilleri fa Testo
L'opera e il Meridiano
Camilleri

intervengono Mauro Novelli, Gaetano Savatteri e Adriano Sofri [Sofri non è poi stato presente, NdCFC]


Foto Laura Modesti - Camilleri Fans Club
 
 

Musicaest, 25.2.2023
Radio Techetè in giallo – storie di investigazioni si inizia con la saga Commissario Montalbano
Radio Techetè in giallo – Rai PlaySound
storie di investigazioni

Si inizia con gli episodi del Commissario Montalbano su Rai Radio Techetè:
Il ladro di merendine,
La voce del violino,
La forma dell’acqua,
Il cane di terracotta,
La gita a Tindari,
Tocco d’artista,
Il senso del tatto,
Gli arancini di Montalbano,
L’odore della notte,
Gatto e cardellino.
Radio Techetè si tinge di giallo a partire da lunedì 27 febbraio 2023 (alle ore 07.00, 15.00 e 23.00) con le più belle storie di investigazioni della Rai da ascoltare. Si inizia dalla saga di successo del Commissario Montalbano, la fiction Rai esportata in tutto il mondo e tratta dai best seller di Andrea Camilleri.
Il ciclo Radio Techetè in giallo, frutto della collaborazione con Rai Fiction, curato da Giacinto De Caro, prende il via con l’episodio “Il ladro di merendine” del Commissario Montalbano. Ogni episodio sarà suddiviso in due parti e andrà in onda su Rai Radio Techetè, il lunedì ed il martedì. Gli ascoltatori ritroveranno così le voci di Luca Zingaretti, nelle vesti del commissario Salvo Montalbano e di tutti gli altri protagonisti.
link https://www.raiplaysound.it/programmi/lafictionallaradio
 
 

Teatro Val d'Agrò, 26.2.2023
Santa Teresa di Riva (ME)
Maruzza Musumeci


 
 

Corriere della Sera, 26.2.2023
Il personaggio
Teresa Mannino , divisa tra Palermo e Milano, tra pubblico e privato
L’attrice comica è in tournée in giro per l’Italia: tutte le tappe esaurite. L’amore per il teatro, il successo in tv, la passione per Camilleri, il nuovo compagno

[...]
5/9 La passione per Camilleri
Teresa ha detto di aver incontrato tanti personaggi noti ma l’unico «che mi ha emozionato davvero è stato Andrea Camilleri . La cultura e il sapere mi mettono sempre un po’ di emozione e soggezione». Sul set del docufilm su Camilleri, «Il maestro senza regole», Teresa Mannino ha incontrato il suo attuale compagno, un produttore cinematografico di nome Paolo. «Quando mi sono innamorata di Paolo mi sono confidata con lui – confessò – Si era creato un rapporto molto forte, così gliel’ho detto, facendogli capire che sarebbe stato un casino. E lui mi rispose (e qui Teresa Mannino imita la parlata di Camilleri, ndr.): “Non problematizzare”. Da allora è diventato il nostro mantra»
[...]
Maria Volpe
 
 

Diari de Girona, 28.2.2023
L’últim Montalbano

És tallar curt qualificar de decebedora la novel·la Riccardino, obra pòstuma de l’escriptor sicilià Andrea Camilleri, mort el 17 de juliol de 2019. La va començar a escriure el primer de juliol del 2004 i la va acabar el 30 d’agost del 2005, amb una reelaboració l’any 2016.
L’ajornament de l’edició a Itàlia fins al 16 de juliol del 2020 era fruit de l’acord entre l’autor i l’editorial: no es publicaria fins que «li haguessin passat les ganes d’escriure».
De fet, ajornar la publicació d’un llibre no és cap novetat. Entre altres, també ho va fer Agatha Christie en les novel·les pòstumes Assassinat adormit i Teló! L’últim cas de Poirot.
Bé, tornem a l’últim Montalbano. L’argument gira entorn de l’assassinat d’un jove director d’una sucursal bancària, però es complica el que semblava una revenja per qüestions d’honor entre quatre amics. Tot i que la trama és trivial, sense arrossegar el lector, l’histrionisme dels policies frega el surrealisme, Vigata és el poble de ficció a la vora del mar, que enamora per la lluminositat mediterrània, i Livia és l’amant llunyana capaç de treure’l de polleguera. Ara bé, la presència dels personatges i de situacions habituals és, en aquests cas, una qüestió supèrflua, eclipsada per una crítica mordaç a la jerarquia eclesiàstica personificada en un bisbe amb molta influència a les altes esferes.
Així, quan el comandant li fa saber que el prelat de la diòcesi està descontent amb la manera com porta la investigació, Montalbano es fa el suec i pregunta amb ironia si Sa Excel·lència ha fitxat pel Ministeri de l’Interior. El seu superior li etziba: «Sap perfectament que en aquest país a l’Església no li cal que la fitxin enlloc perquè ja és a tot arreu».
L’escriptor deixa en testament una pulla sobre el poder terrenal d’una institució retrògrada, avesada a la pompa i l’oripell i encobridora de pedòfils.
Una altra curiositat a ressenyar és la presència de l’Autor, que interactua per telèfon amb el comissari, per intentar imposar-li el seu criteri sobre l’evolució de l’obra.
El recurs literari de barrejar realitat i ficció és la cirereta de l’amarg pastís que Camilleri ha ideat per desfer-se de Montalbano. Les converses entre l’Autor i el comissari són una delícia, tot i que es deixi entreveure la previsible derrota del protagonista. L’Autor sempre té les de guanyar perquè, si li passa per la barretina, només cal esborrar el personatge del text.
És a dir, deixa clar que tota obra és de l’autor i els personatges no tenen vida més enllà de la voluntat del seu creador. I s’ha acabat el bròquil!
Dit això, aquesta novel·la negra és la carta de comiat de Camilleri per posar punt i final a les aventures del comissari Montalbano.
Descansin en pau!
Carlos Arbó

L'ultimo Montalbano

Descrivere come deludente il romanzo Riccardino è riduttivo, opera postuma dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, scomparso il 17 luglio 2019. Ha iniziato a scriverlo il 1° luglio 2004 e lo ha terminato il 30 agosto del 2005, con un rielaborazione nel 2016.
Il rinvio della èubblicazione in Italia al 16 luglio 2020 è stato frutto dell'accordo tra l'autore e l'editore: non sarebbe stato pubblicato finché "non fosse passata la voglia di scrivere". [in realtà, l'accordo è stato per la pubblicazione postuma, NdCFC]
In effetti, posticipare la pubblicazione di un libro non è una novità. Tra gli altri, anche Agatha Christie nei romanzi postumi Sleeping Murder e Sipario! L'ultimo caso di Poirot.
Ebbene, torniamo all'ultimo Montalbano. La trama ruota attorno all'omicidio di un giovane manager di una filiale di banca, ma quella che sembrava essere una vendetta per questioni d'onore tra quattro amici si complica. Nonostante la trama sia banale, senza trascinare il lettore, l'istrionismo dei poliziotti stride contro il surrealismo, Vigata è il paese fittizio sul mare, che si innamora della luminosità mediterranea, e Livia è l'amante lontana capace di tirarsela fuori il pollice. Ora, la presenza dei personaggi e delle situazioni abituali è, in questi casi, una cosa superflua, messa in secondo piano da una feroce critica alla gerarchia ecclesiastica personificata in un vescovo molto influente nelle più alte sfere.
Così, quando il questore lo informa che il prelato della diocesi non è contento del modo in cui sta conducendo le indagini, Montalbano fa lo svedese e ironicamente chiede se Sua Eccellenza ha la firma del ministero dell'Interno. Il suo superiore gli ha detto: "Lei sa perfettamente che in questo Paese la Chiesa non ha bisogno di essere registrata da nessuna parte perché è già ovunque".
Lo scrittore lascia una testimonianza del potere terreno di un'istituzione retrograda, adusa a fasti e orpelli e che ospita pedofili.
Altra curiosità da segnalare è la presenza dell'Autore, che interagisce telefonicamente con il commissario, per cercare di imporre la sua opinione sull'evoluzione dell'opera.
La scelta letteraria di mescolare realtà e finzione è la ciliegina sulla torta che Camilleri ha escogitato per sbarazzarsi di Montalbano. Le conversazioni tra l'Autore e il commissario sono una delizia, anche se si accenna alla prevedibile sconfitta del protagonista. L'Autore ha sempre la meglio perché, se gli gira per la testa, non deve far altro che cancellare il carattere dal testo.
In altre parole, chiarisce che ogni opera appartiene all'autore e che i personaggi non hanno vita al di fuori della volontà del loro creatore. E i broccoli sono finiti!
Detto questo, questo romanzo oscuro è la lettera d'addio di Camilleri per porre fine alle avventure del commissario Montalbano.
Riposa in pace!
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Il Secolo XIX, 28.2.2023
Teatro
In scena a Genova "Tridicino", un filo tra Liguria e Sicilia nel nome di Camilleri
All’Auditiorium Montale il 18 marzo lo spettacolo della regista genovese Daniela Ardini

Genova – Un filo ideale sempre più saldo tra Genova e la Sicilia nel nome di Camilleri. “Tridicino”, che approda all'Auditorium Montale il 18 marzo è l'ultima dimostrazione della tenace tenuta teatrale del “papà” di Montalbano, che ha trovato nella regista genovese Daniela Ardini, direttrice di Lunaria, uno dei veicoli più efficaci di diffusione in tutta Italia, Sicilia compresa.
Il recital si immerge nella versione marinara di una favola che nella tradizione ha anche ambientazioni terrestri e boschive. Tridicino, in barca fin da piccolo per sfamare i dodici fratelli, conosce tutti i tentacoli e le fauci mostruose che si nascondono sotto il mare. Non ha ancora fatto i conti, tuttavia, con il vento che lo frusta in superficie, con trombe d'aria che sembrano invincibili come la stregonesca “dragunara”. Costretto a fronteggiare la tempesta, con l'aiuto di un vecchio pescatore trova il modo di sottrarsi a un ondeggiare che evoca, in versione fiabesca, quello tra Scilla e Cariddi. Comincia così la sua iniziazione alla vita, raccontata da Pietro Montandon accompagnato dal musicista Antonio Catalani.
“Tridicino” fa parte di un'esplorazione che Daniela Ardini ha avviato da tempo nella produzione teatrale del suo vecchio maestro all'accademia nazionale di Arte drammatica. Ai tempi del successo planetario del Commissario Montalbano in tv, i media l'avevano un po' trascurata, anche se, nel mare di Vigata e dintorni, l'autore aveva seminato più di un indizio che lasciava intuire la passione che lo accompagnava da sempre: il mito greco rimpastato anche nella cultura popolare della sua regione o rivissuto in assoluto, come nel caso di Tiresia al Teatro di Siracusa.
Parallela alla tournée di “Tridicino” Lunaria ne ha avviata un'altra: di “Maruzza Musumeci”, che ha debuttato qualche stagione fa a Genova sul sagrato di Piazzetta san Matteo, è stata rappresentata, come “Tricidino”, anche nella stagione di Lunaria a Levante e che giorni fa è andata in scena con successo a Catania. E' la storia di un ex emigrante tornato dall'America in Sicilia, dove sposa una donna che nasconde un segreto: si tratta di una sirena carica di un desiderio di vendetta millenario nei confronti di Ulisse, colpevole di aver resistito al suo canto.
Tutto fa pensare che il rapporto di Lunaria con Camilleri non si fermerà qui e che riserverà al pubblico nuovi appuntamenti anche la prossima estate. La scommessa sulla lingua, un impasto di dialetto con innesti che sono frutto della creatività pirotecnica dell'autore, a Catania è stata garantita dalla sicilianità dell'interprete, Montandon: anche se qualche termine, per arrivare con l'immediatezza che richiede il teatro, ha dovuto essere tradotto anche nell'isola, c'è comunque tra platea e palcoscenico una naturale “sintonia”. Ma nelle altre regioni come la Liguria, la Sardegna e quelle del centro Italia? Il significato arriva, per una certa confidenza che gli appassionati di Camilleri hanno acquisito con il linguaggio “camillieriano” grazie ai libri e alla televisione. I meno esperti intuiscono sull'onda delle emozioni.
Silvana Zanovello
 
 

Rolling Stone, 28.2.2023
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Guardando al futuro: almeno Il giovane Montalbano tornerà in tv?
Me lo auguro. In passato giravano voci in tal senso, ma poi non si è mosso nulla. A Vigata comunque non dirò mai di no: Il giovane Montalbano mi ha svoltato la carriera e mi ha arricchito anche umanamente, come uomo. Io sono disponibile. Intanto sto portando a teatro La concessione del telefono.
È stato giusto sospendere Montalbano dopo la morte di Camilleri e del regista Alberto Sironi?
Personalmente mi è spiaciuto, ma non sono scelte sulle quali posso dire la mia. Noi attori siamo un po’ come i pompieri: ci chiamano e noi ci caliamo dal palo e andiamo sul set.
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Francesca D'Angelo
 
 

 


 
Last modified Saturday, March, 04, 2023