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Il giro di boa



Autore Camilleri Andrea
Prezzo € 10,00
Pagine 220
Data di pubblicazione 14 marzo 2003
Editore Sellerio
Collana La Memoria n.570
e-book € 6,99 (formato epub, protezione acs4)


L'inchiesta più dura del commissario Montalbano comincia con un cadavere pescato per caso in alto mare, un corpo con i polsi e le caviglie profondamente incisi e mezzo decomposto. L'incrocia Montalbano mentre nuota al limite dello stordimento per lavarsi di dosso una notte di cattivi pensieri e malumori. I fatti politici, certi eventi di repressione poliziesca, l'atteggiamento verso gli immigrati: tutto cospira a farlo sentire un isolato, forse superato dai tempi, e il cadavere anonimo, destinato com'è a restare senza pace di giustizia, archiviato da banale caso di clandestino annegato, gli sembra armonizzarsi macabramente col suo senso di solitudine. Per il commissario è una sfida, che lo scuote dal proposito di dimettersi, e lo spinge per la rischiosa strada di un'inchiesta doppia, su delitti apparentemente indipendenti e accomunati solo dall'infame ferocia che lasciano immaginare. Due casi da "convergenze parallele", li definirà: due linee che pur destinate a ritrovarsi in un punto, si rifiutano di farlo: qualcosa, di enigmatico, di inquietante, di resistente, impedisce agli indizi di sistemarsi nel puzzle, lasciando i due casi, appunto, paralleli. La verità che aspetta, alla fine, il commissario, sarà di quelle di inaccettabile orrore, che cambiano per sempre una persona. Anche uno come il commissario Montalbano. Più che scrivere storie, Camilleri inventa personaggi e poi li fa recitare fra le quinte di un teatro di cui è lui il regista. E noi assistiamo alla commedia, divertiti, fino a che il crescendo di drammaticità non diventa incalzante e la nostra immaginazione, appena prima distratta dalla commedia, si trova di colpo a dipendere dalla geometria del meccanismo poliziesco, del thriller: perché ci sciolga dalla prigione di tensione che le è cresciuta intorno.

Un brano del romanzo è stato pubblicato sulla AgeMDa 2009 (Edizioni Angolo Manzoni), l'agenda di Magistratura Democratica: Migranti.





Nota Enrico Deaglio
Prezzo € 6,90
Pagine 272
Data di pubblicazione 28 agosto 2014
Editore Sellerio
Collana Le indagini di Montalbano n.7


«Il giro di boa venne scritto sotto l’impulso di due avvenimenti distanti tra loro, ma che mi colpirono e m’indignarono in modo particolare. Il primo fu il G8 di Genova e il comportamento non certo esemplare delle Forze dell’ordine in quelle terribili giornate. Il secondo avvenimento fu la scoperta che alcuni trafficanti di carne umana avevano sbarcato sulle nostre coste dei bambini per venderli».
A.C.

«Il giro di boa è il romanzo della cesura: quello in cui si passa dagli arancini e dalle merendine ai manganelli, ai colpi di Stato e al racket internazionale dei trapianti d’organo. Salvo Montalbano, che pure è un funzionario della Polizia di Stato, non è coinvolto negli avvenimenti della lontana Genova, ne sente però immediatamente il peso e la portata devastante».
E.D.

Nuttata fitusa,’nfami, tutta un arramazzarsi, un votati e rivotati, un addrummisciti e un arrisbigliati, un susiti e un curcati. E non per colpa di una manciatina eccessiva di purpi a strascinasali o di sarde a beccafico fatta la sira avanti, perché almeno una scascione di quell’affannata insonnia ci sarebbe stata, invece, nossignore, manco questa soddisfazione poteva pigliarsi, la sira avanti aviva avuto lo stomaco accussì stritto che non ci sarebbe passato manco un filo d’erba. Si era trattato dei pinsèri nìvuri che l’avevano assugliato doppo avere sentito una notizia del telegiornale nazionale. «All’annigatu, petri di ’ncoddru» era il detto popolare che veniva esclamato quando una insopportabile serie di disgrazie s’abbatteva su qualche sbinturato. E per lui, che già da qualche mese nuotava alla disperata in mezzo a un mare in timpesta, e si sentiva a tratti perso come un annegato, quella notizia era stata uguale a una vera e propria pitrata tiratagli addosso, anzi una pitrata che l’aviva pigliato preciso ’n testa, tramortendolo e facendogli perdere le ultime, debolissime forze.
Con un’ariata assolutamente indifferente, la giornalista del tg aveva detto che la procura di Genova, in merito all’irruzione della polizia alla scuola Diaz nel corso del G8, si era fatta pirsuasa che le due bombe molotov, trovate nella scuola, erano state portate lì dagli stessi poliziotti per giustificare l’irruzione. Questo faceva seguito – aveva continuato la giornalista – alla scoperta che l’agente il quale aveva dichiarato di essere stato vittima di un tentativo di accoltellamento da parte di un no-global, sempre nel corso di quell’irruzione, aveva in realtà mentito: il taglio alla divisa se l’era fatto lui stesso per dimostrare la pericolosità di quei ragazzi che invece, a quanto si andava via via svelando, nella scuola Diaz stavano pacificamente dormendo. Ascutata la notizia, per una mezzorata Montalbano era restato assittato sulla poltrona davanti al televisore, privo della capacità di pinsari, scosso da un misto di raggia e di vrigogna, assammarato di sudore. Non aveva manco trovato la forza di susirisi per rispondere al telefono che stette a squillare a longo. Bastava ragionare tanticchia supra quelle notizie che venivano date col contagocce e con governativa osservanza dalla stampa e dalla televisione per farsi preciso concetto: i suoi compagni e colleghi, a Genova, avevano compiuto un illegale atto di violenza alla scordatina, una specie di vendetta fatta a friddo e per di più fabbricando prove false. Cose che facevano tornare a mente episodi seppelluti della polizia fascista o di quella di Scelba. Poi s’arrisolse ad andare a corcarsi. Mentre si susiva dalla poltrona, il telefono ripigliò la camurria degli squilli. Senza manco rendersene conto, sollevò la cornetta. Era Livia.



Last modified Monday, July, 28, 2014