In un saggio, Andrea Camilleri individua una delle cause della corruzione in Sicilia
nella Bolla di componenda, «un incredibile tariffario, emesso ufficialmente dal clero con
le percentuali da pagare alla Chiesa per i reati commessi». Ma è questa la verità? Perché
l’accusa nasce all’indomani dell’unificazione italiana da parte di una borghesia, che vuole
celebrare la sua conquistata egemonia? Don Francesco Michele Stabile, sulla base di documenti
e di argomentazioni logiche, ritiene che questa volta la fantasia del romanziere abbia
fuorviato la penna dello storico e lo abbia indotto, suo malgrado, a una prestazione
da “cattivo maestro”.
|