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La congiura dei loquaci



Autore Gaetano Savatteri
Prezzo L 15.000
Pagine 216
Data di pubblicazione 2000
Editore Sellerio
Collana Il divano n.155
e-book € 5,99 (formato epub, protezione acs4)


Novembre 1944. A Racalmuto il sindaco viene trovato morto nella piazza del paese. Del delitto viene subito accusato «Centodieci» contro il quale, innocente, viene montata una «congiura di loquaci» per coprire i veri assassini, killer d'un clan mafioso.
Gaetano Savatteri, giornalista esperto di fatti di Cosa nostra, dai quali ha tratto i materiali per questo romanzo-cronaca di un delitto di mafia, scrive nei Ringraziamenti: «Questo romanzo è ispirato a un fatto vero. Leonardo Sciascia ne scrisse nelle sue Parrocchie di Regalpetra. Ma di ingiustizie, e di stampo giudiziario, simili o peggiori, è fitto il nostro passato e il nostro presente: non c'è nemmeno bisogno di retrodatare di mezzo secolo e di trascinarsi in una Sicilia dove tutti parlano e tutti sanno, a dispetto di ogni luogo comune».


Un romanzo rievoca un delitto a Racalmuto nel 1944: lo scrittore siciliano fra i protagonisti
Sciascia e il killer del sindaco
Un uomo ucciso a pistolettate, condannato uno zolfataio
Nei panni di Nanà, impiegato che legge Shakespeare, l'autore del «Giorno della civetta» spiega a un tenente l'ingiustizia come eredità della Sicilia

Recensione di Andrea Camilleri (La Stampa, 2.10.2000)

La sera del 6 novembre 1944. il Sindaco di Racalmuto viene assassinato con un colpo dì pistola mentre passeggia in piazza. A quella carica era stato nominato dal comando militare alleato (meglio sarebbe dire americano) subito dopo lo sbarco in Sicilia nell'estate del '43.I carabinieri riescono ad arrestare l'omicida dopo una notte d'indagini: furono aiutati da numerose testimonianze che portavano a uno zolfataio il quale aveva motivi di rancore verso il Sindaco. Lo zolfataio, soprannominato Centodieci, arrestato e portato in giudizio prima davanti alla Corte d'Assise di Agrigento e poi davanti a quella d'Appello di Palermo, fu condannato a ven-tiquattro anni di carcere. Contrariamente a quello che capita ai giorni nostri, li scontò tutti e morì l'anno appresso essere tornalo in libertà. Ai racalmutesi apparve subito evidente che l'assassino non era lo zolfataio, incastrato da testimonianze di gente divenuta improvvisamente loquace mentre prima non si riusciva a tirar loro fuori di bocca una parola manco con le tenaglie, ma qualcun altro che si voleva coprire anche a costo di mandare in galera un innocente. Un capro espiatorio, così esemplare da passare in proverbio: Tantu paga Centuedeci.
L'autore di La Congiura dei loquaci (Sellerio editore), il giornalista Gaetano Savatteri, che è di Racalmuto e che fin da j piccolo aveva sentito questo modo di dire, incuriosito, ha voluto scoprirne l'origine. E basandosi su quell'ormai lontano fatto di sangue, ha scritto un romanzo che merita attenzione per più meriti. Il primo è quello di non avere ceduto a una moda oggi molto in voga: quella di scrivere un romanzo «giallo», poliziesco, con una conduzione a indagine. Quella di Savatteri è una scelta di severità. All'autore non interessa la ricerca sulle ragioni dell'omicidio e nemmeno il dibattito processuale che porta alla condanna, all'errore giudiziario.
A Savatteri interessa «dire» lo stato delle cose con estrema oggettività (e segnato una sua frase: «senza passione» che qui suona come un proposito, un intento di scrittura). Altro merito è il disegno dell'assassino designato, personaggio sgradevole reso senza attenuanti, colpevole, per quanto riguarda l'omicidio del Sindaco, di averne avuto l'intenzione ma di non essere riuscito ad attuarlo perché preceduto da altri. Ecco: sono sinceramente grato a Savatteri di avere evitato scavi psicologici, drammatici distinguo tra colpa pensata e colpa attuata, ponderose domande su cosa sia il Male, eccetera eccetera.
Terzo elemento di merito è, a mio avviso, la soluzione trovata perché l'autore possa inter-venire all'interno della narrazione. Savatteri concede la sua delega al personaggio di un tenente americano arrivato a Racalmuto per indagare sulla sparizione di alcuni camion militari e che viene progressivamente ad essere attirato da quell'omicidio apparentemente non misterioso. Il cognome del tenente italo-americano è Adano, e lo stesso Savatteri ci conferma di aver avuto in mente, nella scelta di quel cognome, il titolo di un notissimo romanzo di John Hersey, Una Campana per Adano.
Ci sono pagine, in questo libretto, narrativamente di alto livello. Desidero segnalare almeno due momento di forte intensità narrativa che rivelano in Savatteri un «raccontatore» di razza. Le pagine dedicate al'affannosa corsa dell'obeso Papandré verso il Circolo di Mututo Soccorso sfiorano, per suggestione visiva, quasi il pezzo di bravura. Altro discorso per il capitolo dedicato all'incontro casuale al circolo tra il tenente Adano e un giovane impiegato al Consorzio agrario che si chiama Nanà, che legge Shakespeare e che è facilissimamente identificabile in Leonardo Sciascia. Il quale Sciascia quasi certamente fu uno dei passanti che quella sera erano in piazza. L'incontro tra il tenente Adano (portavoce in un certo senso di Savatteri) e il giovane Sciascia è un momento alto del romanzo, è una sorta di confronto a distanza nel tempo tra due generazioni diverse. Dice Sciascia, rispondendo all'americano che protesta per l'ingiustizia che si sta compiendo: «Questa è l'ingiustizia che lei vede, quella sotto i suoi occhi. E per questo ne resta colpito. Ma è solo l'ultima, in ordine di tempo. Quell'uomo, Centodieci, viveva già nell'ingiustizia. L'ingiustizia della povertà e della debolezza riscattata con la violenza, con il furto, con l'entrare e uscire dalla galera fino a farne un vanto. E nella stessa ingiustizia vivevano i suoi nonni e i padri dei suoi nonni, in un mondo lontano dalla ragione e, quindi, dalla giustizia».
E quindi questo romanzo finisce coll'affrontare un tema che è stato il rovello di Sciascia. Lo ripeto, è una sorta di confronto rispettoso e coraggioso: è la cosciente, razionale, sobria accettazione di un'eredità difficile. A cominciare da questo romanzo dove, secondo l'insegnamento di Sciascia, lo scatto dell'invenzione lega sfericamente con la realtà, col documento.





Prezzo € 13,00
Pagine 200
Data di pubblicazione 30 marzo 2017
Editore Sellerio
Collana La memoria n.1060
e-book € 8,99 (formato epub, protezione acs4)


Con una Nota di Andrea Camilleri.

Una comunità in cui l’omertà è regola aurea improvvisamente comincia a parlare, ad accusare. Che gioco sociale c’è dietro, che concetto di giustizia?
Nel novembre del 1944 a Racalmuto, il paese di Sciascia e di Gaetano Savatteri, viene ucciso il sindaco durante la passeggiata serale, di fronte a molti testimoni. Invece di tacere come norma e obbligo in tali circostanze, costoro diventano loquaci e tutti accusano uno zolfataro, un personaggio odioso soprannominato Centoedieci, che presto viene giudicato e condannato. Eppure è tanto evidente a tutti la sua innocenza che ne nasce un detto nel paese: Tantu paga Centoedieci.
Sul fatto vero accaduto nel periodo torbido e confuso seguito allo sbarco angloamericano in Sicilia è costruito questo «romanzo senza passione» che vuole riflettere e scoprire.
«Ci sono pagine, in questo libretto, narrativamente di alto livello» ha scritto Andrea Camilleri. «Desidero segnalare almeno due momenti di forte intensità narrativa che rivelano in Savatteri un “raccontatore” di razza. Le pagine dedicate all’affannosa corsa dell’obeso Papandrè verso il Circolo di Mutuo Soccorso sfiorano quasi il pezzo di bravura. Altro discorso per il capitolo dedicato all’incontro casuale al circolo tra il tenente Adano e un giovane impiegato al Consorzio agrario che si chiama Nanà, che legge Shakespeare ed è facilissimamente identificabile in Leonardo Sciascia. L’incontro tra il tenente Adano (portavoce in un certo senso di Savatteri) e il giovane Sciascia è un momento alto del romanzo, è una sorta di confronto a distanza nel tempo tra due generazioni diverse. [...] E quindi questo romanzo finisce coll’affrontare un tema che è stato il rovello di Sciascia». La giustizia.



Last modified Tuesday, April, 04, 2017