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Gli occhiali d'oro

Il romanzo di Ferrara. 2



Autore Giorgio Bassani
Prezzo Euro 7,80
Pagine 132
Data di pubblicazione 1958
Editore Mondadori
Collana Oscar classici moderni (2001)



Athos Fadigati è un medico appartenente all'agiata borghesia ferrarese che vede rovinosamente diminuire il suo prestigio a mano a mano che tra la sua clientela si diffondono le voci di una sua presunta omosessualità. Piano piano, malignità dopo malignità, il povero Fadigati finisce lentamente per identificarsi nel ruolo che gli è stato assegnato, fino all'estrema esclusione dalla società con il suicidio. Ne "Gli occhiali d'oro", romanzo pubblicato nel 1958, Giorgio Bassani descrive la condizione di solitudine del protagonista, scelto come capro espiatorio del male e della violenza, evidenziando la continua opposizione - e la loro inevitabile contiguità - tra la vita e la morte, tra la menzogna e la verità.


Il triste finale degli occhiali d'oro
In occasione della morte di Giorgio Bassani (13 aprile 2000) Andrea Camilleri ricorda uno dei piú bei racconti del grande scrittore di Ferrara
(La Nación, 14.5.2000)

Nel corso di una intervista nel 1964, lo scrittore Giorgio Bassani aveva dichiarato: "Credo che esistano nella narrazione, diciamo cosí, narratori-narratori e narratori-antinarratori, romanzieri-romanzieri e romanzieri-antiromanzieri. In linea generale, ho l'impressione che i narratori-antinarratori riflettano una sostanziale opposizione a sè stessi di fronte al mondo, opposizione che si raddoppia anche nel senso di una opposizione a sè stessi come poeti... Io sono di un'altra specie".
Bassani era stato oggetto di violente critiche e ironie da parte degli scrittori e poeti del "Gruppo'63", che erano usciti con la lancia in mano contro i romanzi, secondo il loro giudizio, sentimentali e tradizionali di Cassola e di Bassani (e di tanti altri). Orbene, francamente, è abbastanza difficile catalogare come sentimentali Le storie di Ferrara e Il giardino dei Finzi Contini. Il fatto è che in Italia non si ama molto quelli che Bassani definisce come narratori-narratori e tutto è una gran dimenticanza di nomi: da Bacchelli a Alvaro, da Quarantotti-Gambini a Brancati, per citare alcuni nomi che mi vengono in mente.
Sono convinto che un racconto come Gli occhiali d'oro, che Bassani ha dato alla stampa nel 1958, è destinato a perdurare nel tempo. L'ambiente è sempre quello della Ferrara dei tempi del fascismo e delle persecuzioni razziali (Bassani era bolognese di nascita, ma ferrarese per adozione). Il protagonista, Athos Fadigati, veneziano d'origine, esercita come otorinolaringoiatra a Ferrara. Vive circondato dalla stima e la considerazione di tutti. Fino che si scopre che Fadigati è omosessuale, che è legato sentimentalmente con un giovane bello e cinico, Eraldo Deliliers, e non fa niente per nascondere quella relazione che lo condanna agli occhi dei benpensanti.
Perfino un giovane ebreo (il narratore della storia), che fa parte del gruppo frequentato da Fadigati, nota una sensazione di disagio dinanzi alle particolari inclinazioni del medico. Però, e per ragioni ben diverse, anche il giovane ebreo è stato relegato ai margini della società borghese e provinciale di Ferrara, proprio perché il sangue che corre nelle sue vene non è "ariano" e le leggi razziali fasciste obbligano alla emarginazione degli ebrei. Così, poco a poco, il giovane ebreo sente come cede il suo disagio iniziale e comincia a frequentare Fadigati con umana, civile comprensione e solidarietà. Ma il medico, ogni volta piú isolato e disprezzato dalla comunità, un giorno non resiste più e si ammazza lanciandosi nel Po. Non gli sarà nemmeno riconosciuto il suicidio: la Stampa dirà che si è trattato di un incidente (il regime non poteva tollerare che uno desse fine alla propria esistenza: non si viveva forse in una virile felicità?).
A differenza delle precedenti storie ferraresi, qui Bassani evita nella sua scrittura certi spunti lirici frequenti: gli ambienti ferraresi, che prima sembravano avvolti "in una vaga atmosfera d'incantesimo, di sortilegio" (G. Manacorda), adesso aderiscono con ferma lucidità a una precisa realtà di uomini e di luoghi.
L'incontro tra i due "diversi", l'ebreo e l'omosessuale, è raccontato per quello che è, senza cedere mai al patetismo o alla commiserazione, mantenendo sempre il discorso in un alto registro che non è mai astratto.
Luigi Balducci ha scritto nel 1963: "Gli occhiali d'oro è una delle cose più serie che si siano scritte negli ultimi anni, e anche delle più lontane dalla moneta corrente". E poi: "Bassani riesce a risolvere tutto in chiave di narrazione: il finale emerge dalla condotta stessa del romanzo".
Risolvere tutto in chiave di narrazione, il vero e ultimo obbiettivo di un narratore-narratore come è stato Bassani. Come si sa, Bassani è morto il giorno dopo che un giudice ha dettato una sentenza, risultato di una triste e meschina storia famigliare, che lo dichiarava incapace d'intendimento e di volontá. Un'altra, estrema, condanna alla solitudine e alla emarginazione alla quale la morte lo ha sottratto benevolmente.



Last modified Wednesday, July, 13, 2011