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Il capo sulla neve

Liriche della Resistenza



Autore Alfonso Gatto
Prezzo  
Pagine  
Data di pubblicazione Aprile/Maggio 2012
Editore Fondazione Alfonso Gatto
Collana  


Il "Capo sulla neve" è la più alta testimonianza della Resistenza che ci abbia mai dato la nostra poesia. Ma è soprattutto un atto di rivolta contro "la natura umana offesa".
A. Camilleri

Raccolta di poesie del 1947, ripubblicata dopo 65 anni nell’edizione integrale in occasione del primo anno di attività della Fondazione Alfonso Gatto. L’opera è composta da venti poesie che hanno rappresentato e che ancora oggi rappresentano un manifesto di Resistenza e di Libertà. Quest’edizione, a cura di Filippo Trotta, ce le restituisce intatte nel costrutto poetico. Ferme nel significato, pure nel messaggio. Il corpo centrale della poetica di Alfonso Gatto. Oltre ad una bellissima prefazione di Andrea Camilleri, un saggio di Massimo Bontempelli ed un breve scritto di Italo Calvino. La copertina è di Tanino Liberatore.


Lo comprai dal mio libraio a Caltanissetta. Era un fascicolo scritto su carta povera, semplice, ma contenente la più alta testimonianza della Resistenza che la nostra poesia ci abbia mai dato. Così Andrea Camilleri descrive la sua prima lettura de "Il capo sulla neve".
Tra le pagine compaiono anche due scritti che non figurano in nessun’altra antologia su Gatto in circolazione: l'inno "Alla mia terra" ed il pamphlet "Agli amici che non sono amici". Quest' ultimo, dedicato a tutte le "ombre straniere d'un mondo che dimentica i suoi morti", un tempo alleate, ora "vendute alla ragione dei più forti", è il preferito di Camilleri. Lo conferma nella prefazione: Lo imparai a memoria: è una lirica sempre viva e attuale.
(La Repubblica (ed. di Napoli), 25.4.2012)


25 aprile
La chiusa angoscia delle notti, il pianto
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l’ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l’orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
“Liberate l’Italia, Curiel vuole essere avvolto nella sua bandiera”.
Tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell’azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi,
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.


(Il testo della poesia è stato pubblicato su E - il Mensile il 25 Aprile 2012)




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