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La mia casa di Montalbano

La storia da romanzo della villa di Puntasecca, da Bufalino a Camilleri



Autore Costanza Diquattro
Prezzo € 15,00
Pagine 122
Data di pubblicazione 20 giugno 2019
Editore Baldini + Castoldi
Collana Le boe


Sicilia, primi anni Novanta, una casa sul mare. La terrazza brulica di avventori accaldati, brocche di caffè freddo e aranciata presidiano la tavola, e i bambini seminano la sabbia sul pavimento. Tra loro, anche l'autrice, Costanza, che a tinte lievi e imbevute d'infanzia ripercorre la vita dentro e fuori le stanze della casa di villeggiatura di famiglia, prima che quelle facessero spazio al set televisivo ispirato ai romanzi più amati di Andrea Camilleri. In un valzer di ricordi, tra ospiti illustri, le corse ai ricci di mare e il confine impaziente tra l'inverno e l'estate, "La mia casa di Montalbano" regala personaggi insieme unici e veri: a cominciare dal nonno, chino sul pianoforte o in un baciamano, e dalla nonna, con la sua grazia decisa e i prendisole fiorati. Eppure, tutto non può che cambiare quando Punta Secca rinasce nella fittizia Vigàta, il vecchio soggiorno in una camera da letto, e l'uomo di casa in un commissario di polizia: Salvo Montalbano. Una biografia corale e agrodolce che restituisce rughe, vita e passato a una casa che «prima era mia e poi di tutti» e ormai entrata, per rimanervi, nell'immaginario collettivo nazionale.


Postfazione
Cercherò di spiegarvi con quale magia abbiamo trovato la casa di Montalbano a Puntasecca, la casa della famiglia DiQuattro costruita nel 1912. Avevamo girato tutta la Sicilia per scegliere dove ambientare i romanzi di Montalbano. Alla fine abbiamo scelto la zona di Ragusa, in particolare verso il mare, tra colline verdi e le meraviglie del tardo barocco, il tutto circondato da un mare che ti accompagna con il suo rumore, i suoi colori dall’alba al tramonto.
Andrea Camilleri se n’era andato giovane dalla Sicilia e le avventure di Montalbano, pur se ambientate oggi, erano piene di ricordi, ricordi del passato. Tutto questo ha cambiato completamente il colore e l’atmosfera del film. Avevo capito che dovevo sollevare le storie in un’atmosfera magica, irreale. La casa della famiglia DiQuattro è una casa affacciata sulla spiaggia: ricordo quando andammo a vederla per la prima volta. Arrivammo a Puntasecca nel tardo pomeriggio. Entrammo in casa, guardammo gli ambienti, il pianterreno, la cucina, il salotto, e poi salimmo al primo piano. Lì c’è la stanza più grande nella quale abbiamo ambientato la camera da letto di Montalbano e il suo studio. In fondo a questa stanza si apre una portafinestra che si affaccia sul mare. Entrando nella verandina il sole stava tramontando… Il mondo era cambiato, c’era una malinconia, come un ricordo di un tempo passato. Questo libro parla di quanta gioia abbia portato questa casa nell’animo di Costanza. Che cosa fa il regista quando cerca gli ambienti per il suo film?
Il regista cerca quello che non c’è nelle parole, quello che sta sotto alle parole: per noi il significato vero dei luoghi è più importante delle parole stesse. Noi che dovevamo scegliere la casa di un commissario di polizia, il commissario Montalbano, l’abbiamo scelta per i ricordi di Camilleri che si sono sovrapposti ai ricordi dell’autrice.
Alberto Sironi



Last modified Friday, August, 09, 2019