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Manifesto dei vecchi democratici


Per la realizzazione della costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista

Sei ‘democratici della terza età’ fanno appello ai giovani affinché partecipino, in vista delle prossime elezioni politiche, al processo di costruzione di una lista della società civile che si assuma l’ambizioso compito di traghettare il paese verso l’ideale della democrazia presa sul serio. Da troppo tempo, ormai, la democrazia italiana si dibatte in una crisi profonda. Nel contesto attuale, è la semplice fedeltà alla Costituzione repubblicana, patrimonio di ogni ‘moderato’, ad esigere una svolta radicale.

Andrea Camilleri
Paolo Flores d’Arcais
Margherita Hack
Mario Alighiero Manacorda
Adriano Prosperi
Barbara Spinelli


"Vecchi democratici" con nuove idee
Il manifesto degli intellettuali per risollevare il paese, dalla giustizia alle televisioni con un maggiore coinvolgimento della società civile
A cura di Luca De Carolis - Il Fatto Quotidiano, 21.11.2012
In tempi di rottamazione, vera o presunta, si definiscono “democratici della terza età”. E si rivolgono ai giovani, a cui offrono idee per ricostruire “l’Italia ridotta in macerie”. La possibile via per la rinascita è un programma che vale anche come un appello: il “Manifesto dei vecchi democratici”, a firma di Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Margherita Hack, Mario Alighiero Manacorda, Adriano Prosperi e Barbara Spinelli. Uscirà sul numero di MicroMega in edicola da domani. E rappresenta una base da cui (ri)partire: per i giovani, “a cui chiediamo di realizzare una lista della società civile, intenzionata ad allearsi con tutte le forze che condivideranno gli elementi essenziali di un programma democratico”. Tante soluzioni per una possibile alternativa: “Non un nuovo partito, ma uno strumento a geometria variabile, solo per questa tornata elettorale”. Una lista di candidati “che non abbiano mai ricoperto cariche politiche, e che non abbiano mai avuto a che fare con la giustizia”. Così auspicano gli autori: dall’età importante (“il meno giovane di noi ha 98 anni, il più giovane 66”) ma con tanta voglia di una svolta, “nella fedeltà alla Costituzione”.
RIFORMA ISTITUZIONALE
Il Parlamento disegnato nel Manifesto è molto più snello e non ammette privilegi o lussi. Quindi: una sola Camera effettiva, con un’altra con compiti di difensore civico, formata per metà dai sindaci delle principali città. Drastica riduzione dei parlamentari, e limite massimo di due mandati. Poi la scure: abrogazione di tutti i privilegi legali (anche per gli ex), tranne l’assenso all’arresto. Una “rigorosa legge” sul conflitto d’interessi, eterna promessa mai mantenuta dal centrosinistra. E cura dimagrante anche per gli enti locali, con drastiche restrizioni al ricorso alle consulenze e limite “ancora più radicale” per le auto blu.
GIUSTIZIA
Primo obiettivo, cancellare gli orrori di berlusconiana memoria: ovvero, abrogazione di tutte le leggi ad personam. Ma anche il presente nel segno dei tecnici è opaco; e allora, riscrittura della legge anticorruzione appena approvata, e reintroduzione della precedente legge sul falso in bilancio. Poi, diverse novità: introduzione dei reati di traffico d’influenza (traducibile con il fatto di promettere, offrire o procurare, direttamente o indirettamente, qualsiasi vantaggio indebito), e auto riciclaggio; divieto per i magistrati di candidarsi a cariche elettive, con obbligo di dimettersi prima della candidatura. Il Manifesto invoca quindi l’ampliamento del reato di concorso esterno ad associazione mafiosa, e "una riforma radicale della giustizia amministrativa, oggi di nomina politica". Ma per una giustizia migliore servono norme più razionali e meno burocrazia. E allora, gli autori chiedono l’abrogazione delle leggi attuali su droga e clandestinità, "che intasano le carceri", e la depenalizzazione del reato per gli assegni a vuoto, per cui invece si chiede la responsabilità delle banche. Mentre vanno semplificate le procedure di notifica, di cui deve essere garantita solo la ricezione da parte dell’imputato, o del suo avvocato.
LAVORO
La prima urgenza è il contrasto a tutte le forme di precariato, anche usando norme già sperimentate nel resto d’Europa, per fermare fenomeni sempre più diffusi di “para-caporalato”. La seconda è il rispetto dei diritti sindacali in ogni azienda, con una più dettagliata definizione del comportamento antisindacale. Infine, referendum obbligatorio per ogni accordo contrattuale nazionale o aziendale.
FISCO
La priorità, ovviamente, è la lotta all’evasione. Da incrementare, innanzitutto prendendo idee "dalle migliori leggi dei paesi più efficienti nel combatterla". Si chiede l’arresto per i casi di gravità medio-alta. E si invocano nuove regole: dall’obbligo di denunciare nella dichiarazione dei redditi tutti i conti correnti, le cassette di sicurezza "e qualsiasi altra forma di patrimonio", sino al divieto di avere conti in paesi che non garantiscano interventi o rogatorie in armonia con le leggi italiane. Diventa reato l’intestazione fittizia di proprietà, a singoli e società. Poi, un cambio d’impostazione: diminuzione del carico fiscale sui ceti medi, con conseguente, forte aumento delle tasse per benestanti, ricchi e "straricchi".
TELEVISIONI
L’obiettivo è la liberalizzazione dell’etere, con una vera legislazione antitrust, sul modello delle più severe leggi europee. Poi, rafforzamento della televisione pubblica, per farne “una Bbc prima maniera”.
SCUOLA
Il punto di partenza è il primato della scuola pubblica, nel rispetto della Costituzione che esclude "oneri per lo Stato" a vantaggio delle scuole private. Quindi, una riforma dei vari ordini e gradi, imperniata "sulla serietà e sulla difficoltà degli studi". Ma la scuola del Manifesto deve soprattutto rimettere al centro la competenza: serve "un sistema di concorsi che per la prima volta privilegi il merito, con ampia presenza di commissari internazionali, visto il livello irrimediabile di nepotismo o scelte per amicizie".
SANITÀ
Si chiede ai medici di effettuare una scelta radicale tra professione privata e lavoro nel settore pubblico. E si auspicano concorsi internazionali per le cariche mediche e amministrative. Poi, il tema del rapporto tra diritti e salute: abrogazione dell’obiezione di coscienza per l’aborto, testamento biologico e leggi sul fine vita "in linea con i più avanzati paesi europei".

 



Last modified Saturday, November, 24, 2012