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Omicidio al Savoy



Autore Maj Sjöwall e Per Wahlöö
Prezzo € 14,00
Pagine p. 327
Data di pubblicazione 2008
Editore Sellerio
Collana La memoria
e-book € 9,99 (formato epub, protezione acs4)


Alle origini del poliziesco cosiddetto procedurale, che ha avuto un lungo seguito di epigoni e grandi prosecutori, sono riconosciuti i dieci romanzi del commissario della polizia criminale di Stoccolma Martin Beck, una serie ideata nella seconda metà degli anni Sessanta da una coppia di coniugi svedesi. I polizieschi procedurali raccontano l’inchiesta da dietro le spalle degli agenti che la conducono, ma i romanzi di Sjöwall e Wahlöö offrono una originalità: i poliziotti, con le loro diverse idee, con le loro diverse storie esperienze e frustrazioni, sono il tramite per una critica spietata della società neocapitalistica (che i due autori, socialisti di sinistra, non amavano affatto). Il risultato narrativo è un realismo molto mosso e di notevole freschezza, che ha reso maestri celebrati i due autori, e i loro romanzi un modello da seguire: non c’è personaggio – è stato detto dai critici – che non sembri vivere di vita autonoma. I poliziotti che formano la squadra, vero protagonista collettivo oltre lo stesso Martin Beck, hanno forti opinioni e caratteri, invecchiano e cambiano nel corso degli anni, rendendosi ciascuno familiare al lettore. In Omicidio al Savoy, Viktor Palmgren viene ucciso, durante un brindisi nel lussuoso ristorante di un grande albergo, da un individuo che riesce a restare irriconoscibile e confuso a tutti i presenti, nonostante la spettacolarità del delitto. La vittima era, in vita, un magnate, proprietario di svariate aziende e speculatore finanziario. Su di lui giravano voci poco edificanti, di prosperi affari con governi carogna che non potevano piacere ai giovani contestatori. Da cui la pista del delitto politico esemplare da parte di estremisti, che Martin è invitato a seguire, con ogni raccomandazione di prudenza, dai massimi gradi del comando poliziesco e governativo. Il detective, con l’aiuto del solito Kollberg, lo scettico poliziotto che odia i metodi della polizia, e degli altri nuovi e vecchi della squadra, scopre un’altra traccia, che lo proietta verso una verità più modesta e triste.


Papà e mamma del poliziesco d’oggi
di Andrea Camilleri:

Alla fine degli anni Sessanta mi capitò tra le mani un ro­manzo di un giornalista svedese, Per Wahlöö, dal titolo Sgombrate la piazza! Era stato pubblicato da Mondadori in una collana che comprendeva romanzi che potevano essere d'azione o di suspense, ma che non lo erano del tutto perché facilmente svicolavano in una narrativa alla qua­le era difficile apporre etichette. E alcune firme erano di tutto rilievo. Il romanzo dello svedese prima di allora sconosciuto, ambientato in un paese nel quale era in corso un tentativo rivoluzionario, mi colpì in modo particolare per la forza delle immagini e la secchezza volutamente sbrigativa del racconto. Cercai di procurarmene altri, ma mi fu detto che quello era l'unico suo libro apparso in Italia. Appena qualche anno dopo, rividi il suo nome sulla copertina di un nuovo romanzo. Era però preceduto da un altro nome, quello di Maj Sjöwall, una donna. Il romanzo faceva parte della collana dei «Gialli Garzanti» che pubblicava non solo polizieschi ma anche storie di spionaggio d'ottima qualità. Dal risvolto di copertina appresi che i due erano marito e moglie e che Maj, prima di mettersi a scrivere romanzi polizieschi in collaborazione con il marito, era nota come poetessa. In breve tempo apparvero nuovi libri della coppia, Roseanna, L'autopompa fantasma, Il poliziotto che ride e altri che letteralmente mi affascinarono. Sempre in quel risvolto di copertina stava scritto che di loro già si parlava come degli «eredi legittimi di Simenon». Ma a me, tutto sommato, non sembrarono per niente eredi di Simenon. Certamente Simenon aveva loro generosa­mente prestato qualcosa e loro in tutta onestà riconoscevano il debito. Ma erano molte, troppe le cose che differenziavano da lui i cosiddetti eredi, tanto che mi venne da pensare che se veramente avessero avuto quell'eredità, l'avrebbero accettata sì, ma col beneficio d'inventario. Faccio qualche esempio. Quando un lettore comune legge un'indagine del commissario Maigret, non saprà mai nulla di quello che sta. capitando in Francia al momento di quell'indagine. Nel corso degli anni durante i quali Simenon dedicò ben 76 romanzi a Maigret, vale a dire dal 1931 al 1976, l'Europa soffrì guerre, rivoluzioni, guerre civili, avventi e scomparse di dittature, l'olocausto, e la Francia si trovò in prima linea in queste tragiche vicende, ma niente di tutto ciò si riverbera nelle pagine di quei romanzi polizieschi. Le inchieste si muovono in uno spazio in sé concluso, non collegato con la realtà sociale e politica del paese. Nella coppia invece il contesto socio-politico-economico della società svedese è l'humus indispensabile allo svolgersi dell'indagine. La critica serrata di Maj e Per alla socialdemocrazia del loro paese mostra il rovescio di una medaglia che ai nostri occhi appariva perfettamente lucida. Un'altra notevole differenza è data dai sistemi d'indagine dell'ispettore capo Martin Beck, il protagonista (il quale tra parentesi ha una vita personale assai diversa da quella di Maigret), che non ama la ricerca delle atmosfere, delle suggestioni care al suo collega francese e preferisce i fatti concreti. E ancora: mentre i componenti la squadra di Maigret, i suoi ispettori, non hanno nessuna autonomia rispetto alloro capo e si limitano a metterne in pratica gli ordini, gli uomini di Beck hanno tutti una loro definita personalità e il loro capo sa come sfruttare al meglio la memoria di Melander o l'infaticabilità di Larsson o le intuizioni di Kollberg... E l'elenco delle diversità potrebbe continuare. Garzanti non pubblicò tutti i libri della coppia, che in tutto erano dieci. Poi, alla morte del marito, Maj non se la sentì di continuare da sola. Qualche anno fa mi venne voglia di rileggere i romanzi dei due svedesi. Non solo non li trovai per niente invecchiati ma mi sfiorò il sospetto che i due andassero collocati tra i padri fondatori del romanzo poliziesco contemporaneo, quello che oggi conosce tanto successo, quello cioè dove l'indagine poliziesca è solo un aspetto di un'indagine più ampia che investe tutta intera la società. Per questo motivo ho suggerito alla casa editrice Sellerio di ripubblicarli.

(Questo testo è apparso su La Stampa il 15.7.2008)



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