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Ma a Vigàta nei siti si va a passeggio

Appena mi hanno fatto sapere che sarebbe stato aperto un sito interamente dedicato al Commissario Montalbano la mia prima dubbiosa domanda è stata: ma che ci azzecca il mio personaggio con i siti? Perché lui è rimasto fermo alla vecchia definizione del termine, quella che indica un posto concreto, un luogo dove ad esempio si possa andare a passeggiare. E come si fa ad andare a passeggiare lungo un sito web? Montalbano non ha mai voluto farsi trasferire, sia perché ha una natura gattesca e quindi come tutti i gatti non ama le novità, sia perché è convinto che la sua capacità di risolvere i casi sia dovuta in gran parte alla conoscenza del territorio, non di un sito che è un luogo di incontro assolutamente indeterminato. E questo suo disagio l’ha ampiamente dichiarato in un romanzo di qualche anno fa che si intitolava “La gita a Tindari”. Poi però mi sono alquanto consolato pensando che il mio personaggio dalla carta è passato alla tv, al gioco interattivo, al fumetto, alla radio, al dvd, all’audiodisco, senza mai subire danni sostanziali. Perché ora dovrebbe temere il sito? Oltretutto, in questi giorni un racconto di Montalbano che io scrissi per aiutare un giornale romano di quartiere sta andando a puntate sul web. La questione dunque non è quella del sito in sé, ma di chi lo fa. Ogni nuovo mezzo di comunicazione è un allargamento della conoscenza tra gli uomini. Se di questi mezzi si fa talvolta un uso improprio, errato e persino criminale, la colpa non è mai del mezzo ma di chi lo fa. Insomma, non esiste la cattiva televisione, esiste chi fa un cattivo uso della televisione. Mi dicono che il sito di Montalbano è ben fatto, che oltre a mostrare il «dietro le quinte» contiene l’invito a risolvere dei casi particolari che vengono proposti o segnalare scene che non siano risultate persuasive, specificandone il motivo. Quindi il visitatore non è solo un passivo recettore, viene invitato a pensare, a ragionare. Basta questo a farmi ben sperare nella bontà del sito.

Andrea Camilleri

(Pubblicato su La Stampa, 17 luglio 2008)


 
Last modified Wednesday, July, 13, 2011