Il prezzo della frittata
Non ce la faccio proprio a unire la mia voce al coro dei catoni di sinistra per le telefonate di luglio scorso tra Consorte e Fassino. Non riesco a capire in che consista lo scandalo.
Ho letto con attenzione quei dialoghi, mettendomi addirittura nei panni del commissario Montalbano. Fassino si dimostra contento del successo dell’Unipol, ma nello stesso tempo dice (ricordate «I promessi sposi»?) quasi le stesse parole del cancelliere Ferrer al suo cocchiere: «adelante, Pedro, con juicio». Si preoccupa infatti di «possibili ricorsi in sede giudiziaria», consiglia di aspettare tempo per denunziare i calunniatori, esorta a «comportarsi bene». Pare il grillo parlante (quello di Pinocchio, non l’altro). Ha suggerito di aggirare illegalmente gli ostacoli? Ha chiesto una «dazione» a babbo morto?
Dove sta lo scandalo? A meno che lo scandalo non consista nel fatto che gente vicina ai Ds entri in possesso di una banca usufruendo dei relativi vantaggi. Cioè che i diessini non siano più un’appendice dei frati minori francescani. No, io semmai mi sento di rimproverare a Fassino di avere per un momento dimenticato le responsabilità che gravano sul segretario di un grande partito e di essersi abbandonato al suo carattere emotivo, facile alla commozione per gli elogi e alla suscettibilità per le critiche. Si è addentrato, con eccesso d’entusiasmo e di faciloneria («Avete una banca!», «E’ fatta!») in un campo minato dove ad ogni passo si rischia di saltare in aria. Lì si salvano solo quelli con tanto di pelo sullo stomaco e non gli implumi.
Mentre Fassino ha sempre l’aria d’avere rotto pochi minuti prima il guscio dell’uovo dentro il quale stava. Ora credo sia vitale per i Ds, a pochi mesi dalle elezioni, dimostrare che la loro «diversità morale» non è una «favola», come si è affrettato a dire un ex comunista folgorato sulla via per Arcore, ma una realtà viva e operante. Altrimenti il prezzo politico da pagare per la frittata sarà assai alto. E la frittata, oltretutto, risulterà indigesta.
Andrea Camilleri
(Pubblicato
su La Stampa, 5 gennaio 2006)
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