Una guida completa
alle case editrici italiane disposte a inserire tra i loro autori anche chi non
ha ancora pubblicato una propria opera. Il testo è il frutto di una selezione
delle circa 5.000 case editrici esistenti in Italia: sono state escluse quelle
che pubblicano soltanto autori noti o almeno alla seconda opera, quelle
squisitamente tecniche, di settore, e quelle il cui catalogo nel 2003 non ha
raggiunto i dieci titoli. Per ogni casa editrice compresa nella guida sono
indicati la ragione sociale e i dati aziendali, ma soprattutto il nome del
referente al quale l'aspirante si può rivolgere. I
consigli di Andrea Camilleri “Pazienza e
autocritica”. Sono i due “consigli” che un maestro della narrativa e
grande divulgatore come Andrea Camilleri suggerisce a coloro che intendono
pubblicare il proprio primo libro, saggio o raccolta di poesie. Oggi può
sembrare incredibile ma anche lo scrittore siciliano, a dispetto dei milioni di
copie vendute in decine e decine di paesi, per pubblicare il suo primo romanzo,
‘Il corso delle cose’, ha dovuto superare ostacoli enormi e attendere dieci
anni prima di trovare un editore disposto a pubblicargli il libro.
“E’ sempre più difficile impegnare lettori privati seri visto il gran
numero di persone che scrivono – spiega lo scrittore siciliano –
Personalmente, ad esempio, mi arriva una tale quantità di manoscritti che se
volessi leggerli tutti non potrei fare null’altro nella vita. Per questo il
primo consiglio che mi sento di dare agli aspiranti è avere pazienza, perché
senza un colpo di fortuna il loro scritto difficilmente sarà letto. Anche perché
in questa gigantesca produzione si verifica un fenomeno strano, che i pochi
libri buoni finiscono per essere come contagiati da quelli non buoni, e diventa
difficile distinguerli, individuarli”. Il secondo consiglio è
l’autocritica: “Non credete che avendo scritto un libro si sia raggiunto un
risultato particolare – ammonisce Camilleri - siate cioè estremamente critici
con voi stessi e fidatevi degli amici che vi maltrattano, quelli crudeli, una
volta capito che non sono tali per cattiveria, ovviamente”. Questo perché
“il lettore pretende molto”.
Italia paese di santi, navigatori ma soprattutto di scrittori o presunti tali.
Secondo una sua personale stima, sui tanti libri che si scrivono – pubblicati
o no - qual è la percentuale di opere buone rispetto alle altre?
“All’incirca uno su mille, non credo di più sinceramente”
Camilleri invita alla severità con se stessi. C’è troppa autoindulgenza?
“Occorre che l’autore si migliori e migliori ciò che ha scritto; soltanto
quando lui stesso e non altri capirà che il libro non potrà andare oltre
allora è il momento di tentare la strada della pubblicazione. Agendo con tale
severità con se stessi, aumentano le possibilità che quel colpo di fortuna di
cui parlavo possa realizzarsi”.
Una volta che l’autore ha raggiunto tale consapevolezza cosa deve o può fare?
“A quel punto comincia la roulette. Si fanno copie e copie del libro e si
spediscono a tutte le case editrici che si ritiene possano pubblicarlo. Io ho
fatto così la prima volta”
E com’è andata? “Ho spedito ‘Il corso delle cose’ a dieci editori e ho
ricevuto dieci rifiuti”.
Non è certo incoraggiante. “Infatti. Però a quel punto ho avuto due colpi di
fortuna: ho avuto una proposta per sceneggiarlo e, consequenzialmente, quando un
editore ha saputo che la storia sarebbe stata mandata in onda ha deciso di
pubblicarla. Il secondo colpo di fortuna fu quello di far leggere ‘Un filo di
fumo’ a Ruggero Jacobbi al quale piacque molto e lo fece avere a Garzanti. Si
è trattato, comunque, di una trafila privilegiata”.
Se
non avesse avuto questi colpi di fortuna avrebbe fatto stampare il suo libro a
pagamento pur di vederlo pubblicato? “No, ma è una scelta personale;
pubblicare a pagamento non è per niente disdicevole. Ungaretti, ad esempio,
pubblicò pagando il suo primo libro di poesie. Chi sceglie questa strada, però,
verifichi che a pubblicare siano editori che garantiscano un minimo di
distribuzione e che non si limitino a stampare un migliaio di copie che poi ti
vengono spedite a casa”.
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