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Pubblicate esordienti?
Guida pratica per chi ha un libro nel cassetto

Con un intervento di Andrea Camilleri



Autore Emanuela De Crescenzo e Francesco De Filippo
Prezzo E 7,00
Pagine 76
Data di pubblicazione 2004
Editore Nutrimenti
Collana  


Una guida completa alle case editrici italiane disposte a inserire tra i loro autori anche chi non ha ancora pubblicato una propria opera. Il testo è il frutto di una selezione delle circa 5.000 case editrici esistenti in Italia: sono state escluse quelle che pubblicano soltanto autori noti o almeno alla seconda opera, quelle squisitamente tecniche, di settore, e quelle il cui catalogo nel 2003 non ha raggiunto i dieci titoli. Per ogni casa editrice compresa nella guida sono indicati la ragione sociale e i dati aziendali, ma soprattutto il nome del referente al quale l'aspirante si può rivolgere.

I consigli di Andrea Camilleri

“Pazienza e autocritica”. Sono i due “consigli” che un maestro della narrativa e grande divulgatore come Andrea Camilleri suggerisce a coloro che intendono pubblicare il proprio primo libro, saggio o raccolta di poesie. Oggi può sembrare incredibile ma anche lo scrittore siciliano, a dispetto dei milioni di copie vendute in decine e decine di paesi, per pubblicare il suo primo romanzo, ‘Il corso delle cose’, ha dovuto superare ostacoli enormi e attendere dieci anni prima di trovare un editore disposto a pubblicargli il libro.
“E’ sempre più difficile impegnare lettori privati seri visto il gran numero di persone che scrivono – spiega lo scrittore siciliano – Personalmente, ad esempio, mi arriva una tale quantità di manoscritti che se volessi leggerli tutti non potrei fare null’altro nella vita. Per questo il primo consiglio che mi sento di dare agli aspiranti è avere pazienza, perché senza un colpo di fortuna il loro scritto difficilmente sarà letto. Anche perché in questa gigantesca produzione si verifica un fenomeno strano, che i pochi libri buoni finiscono per essere come contagiati da quelli non buoni, e diventa difficile distinguerli, individuarli”. Il secondo consiglio è l’autocritica: “Non credete che avendo scritto un libro si sia raggiunto un risultato particolare – ammonisce Camilleri - siate cioè estremamente critici con voi stessi e fidatevi degli amici che vi maltrattano, quelli crudeli, una volta capito che non sono tali per cattiveria, ovviamente”. Questo perché “il lettore pretende molto”.
Italia paese di santi, navigatori ma soprattutto di scrittori o presunti tali. Secondo una sua personale stima, sui tanti libri che si scrivono – pubblicati o no - qual è la percentuale di opere buone rispetto alle altre? “All’incirca uno su mille, non credo di più sinceramente”
Camilleri invita alla severità con se stessi. C’è troppa autoindulgenza? “Occorre che l’autore si migliori e migliori ciò che ha scritto; soltanto quando lui stesso e non altri capirà che il libro non potrà andare oltre allora è il momento di tentare la strada della pubblicazione. Agendo con tale severità con se stessi, aumentano le possibilità che quel colpo di fortuna di cui parlavo possa realizzarsi”.
Una volta che l’autore ha raggiunto tale consapevolezza cosa deve o può fare?
“A quel punto comincia la roulette. Si fanno copie e copie del libro e si spediscono a tutte le case editrici che si ritiene possano pubblicarlo. Io ho fatto così la prima volta”
E com’è andata? “Ho spedito ‘Il corso delle cose’ a dieci editori e ho ricevuto dieci rifiuti”.
Non è certo incoraggiante. “Infatti. Però a quel punto ho avuto due colpi di fortuna: ho avuto una proposta per sceneggiarlo e, consequenzialmente, quando un editore ha saputo che la storia sarebbe stata mandata in onda ha deciso di pubblicarla. Il secondo colpo di fortuna fu quello di far leggere ‘Un filo di fumo’ a Ruggero Jacobbi al quale piacque molto e lo fece avere a Garzanti. Si è trattato, comunque, di una trafila privilegiata”.
Se non avesse avuto questi colpi di fortuna avrebbe fatto stampare il suo libro a pagamento pur di vederlo pubblicato? “No, ma è una scelta personale; pubblicare a pagamento non è per niente disdicevole. Ungaretti, ad esempio, pubblicò pagando il suo primo libro di poesie. Chi sceglie questa strada, però, verifichi che a pubblicare siano editori che garantiscano un minimo di distribuzione e che non si limitino a stampare un migliaio di copie che poi ti vengono spedite a casa”.

 



Last modified Wednesday, July, 13, 2011