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Storie di Amore e Psiche

Diciannove versioni della storia d'amore più antica del mondo



Autore a cura di Annamaria Zesi
Prezzo E 25,00
Pagine  
Data di pubblicazione 19 novembre 2010
Editore L'Asino d'oro edizioni
Collana Strenne


Con 'U Re d'Amuri, una favola tradotta da Andrea Camilleri

Nel grande flusso di storie orali che hanno attraversato millenni e spazi grandissimi abbiamo scelto di raccoglierne alcune definite “del tipo Amore e Psiche”, ovvero quella che crediamo essere la più antica storia d’amore del mondo, che racconta, in modo più significativo di altre, la storia del rapporto tra un uomo e una donna. L’intreccio contenuto in ognuna di quese storie, che provengono da epoche e aree geografiche diverse, dalla Germania all’India, dalla Scandinavia al Tibet, dalla Siberia all’Africa, varia moltissimo nei particolari, ma conserva una struttura ed un andamento comune: in un modo o nell’altro, una ragazza va in sposa ad un essere misterioso. Spesso lo sposo è uomo di notte ed animale di giorno. Comunque non è dato vederlo nelle sue vere spoglie, né indagare sulla sua vera identità. La ragazza ama l’insolito e sconosciuto amante ma infrange, complici parenti invidiosi, il patto segreto: brucia troppo presto la pelle d’animale di cui lo sposo si spoglia ogni notte, ne spia di nascosto le fattezze alla luce di una lucerna, insiste per conoscere il suo nome o, come Semele con Zeus, la reale potenza. In un lampo lo Sposo sparisce. La felice vita notturna della coppia è interrotta. La ragazza dovrà attraversare diverse e difficili prove per riconquistare l’amore perduto. Ogni storia racconta sempre, pur con colori, linguaggi, personaggi e stratagemmi diversi, la stessa storia: l’eterno rapporto, amore e scontro, tra un uomo e una donna. Una delle storie è raccontata, nel suo originalissimo siciliano, da Andrea Camilleri.

Annamaria Zesi, laureata con una tesi di Letteratura comparata alla Facoltà di Lettere, Università degli studi di Roma, Sapienza, è studiosa ed esperta dell’origine e storia della favola di Amore e Psiche, alla quale ha dedicato gran parte delle sue ricerche e sulla quale ha pubblicato numerosi articoli.


“Storie di Amore e Psiche”, in un libro 19 variazioni della favola d’amore più antica del mondo: dall’Iran alla Sicilia, con una “perla” di Camilleri

Il segreto di un’identità invisibile, i cui protagonisti sono da sempre ragazze e ragazzi innamorati, di ogni civiltà, pervade gli strati della storia, appartiene a tutte le zone del mondo, e definisce un filone narrativo senza confini: è la favola universale dello sconosciuto che la fanciulla può amare soltanto di notte. Dopo averne tradito il mistero, istigata da parenti invidiosi, deve poi superare ardue prove per riconquistarlo.
Un’affascinante testimonianza del vagabondare attraverso l’antichità di questa arcaica trama, talmente diffusa da poterla considerare “la storia d’amore più antica del mondo”, si scopre in“Storie di Amore e Psiche”, a cura di Annamaria Zesi, studiosa di storia del folklore e della letteratura di tradizione orale, in uscita nelle librerie di tutta Italia, venerdì 19 novembre 2010, per i tipi de L’Asino d’oro edizioni, e che verrà presentato a “Più Libri più Liberi”, il Salone del libro di Roma, sabato 4 dicembre (ore 19).
Il volume raccoglie diciannove “varianti” della favola - una delle quali, intitolata “’U Re d’Amuri” è stata riscritta in siciliano per l’occasione da Andrea Camilleri -, che dall’Hindustan alla Scandinavia, dalla Persia alle coste Berbere del Mediterraneo, fino alla Russia passando per l’Italia, ripropongono in modo diverso il “plot” della favola di “Amore e Psiche”.
Sintesi di una ricerca che Annamaria Zesi svolge da decenni, inseguendo tra biblioteche e racconti degli anziani ai mercati mediorientali, le tracce di un ciclo narrativo orale che dall’Anatolia e dall’Iran, attraverso il Caucaso, assume origine letteraria nell’India del II millennio a.C., per giungere poi sotto molteplici vesti (Dracula, La Bella e la Bestia, Biancaneve), fino ai giorni nostri.
Il racconto che nel II sec. a.C Apuleio traspose nella prima forma letteraria conosciuta, identifica un vero proprio genere, le cui fila la studiosa ha ricostruito con estrema sensibilità filologica, riportando alla luce e donando un senso a date, traduzioni e documenti a volte incongruenti. E’ il sogno del principe azzurro, l’immagine ideale di ogni adolescente, che segna il passaggio all’età adulta.
Che si chiami Urvasi, come la ragazza indoiranica protagonista di un inno vedico (Rgveda) di quattromila anni fa, oppure si chiami Tulisa, figlia di falegname e amica degli scoiattoli o sia la bellissima Sguardo Amoroso (Mer Niga), la persiana o la misteriosa berbera Yamina, o Parmetella la napoletana, oppure si chiami Rusiddra, protagonista siciliana della fiaba di Camilleri, tradotta da un racconto del Pitré, l’immagine di Psiche attraversa le epoche e ripropone forse il fascino di “una creazione collettiva”, come adombra nella introduzione Annamaria Zesi, indagando con sapienza l’origine semantica del nome psyché: dall’omerico vita e respiro, fino all’iconografia etrusca che trasforma la parola in farfalla.
E lo sconosciuto sposo, animale di giorno e bel giovane, aitante, di notte? Nella fantasia degli aedi che portavano per il mondo conosciuto le favole dei popoli senza scrittura, diventa a volte serpente, altre volte enorme aragosta oppure un cammello, che al buio si sveste della pelle selvatica e diventa umano.
Tra i motivi che tornano in tutti i racconti, assieme a quello del divieto di guardare il volto dell’amante o di conoscerne il nome (“la gioia e lo smarrimento del misterioso abbraccio notturno, commenta Calvino”, ricorda Annamaria Zesi nell’introduzione), ci sono l’invidia dei parenti che tramano inganni, e le difficili prove per riconquistare il bene perduto.
Quasi che si trattasse di un “apprendistato della ragazza verso l’età adulta”, afferma la Zesi, che cita nell’introduzione il professore Massimo Fagioli, autore dell’originale disegno di copertina di “Storie di Amore e Psiche”, che in una lezione di psicologia parla di Psiche come di “una protagonista, che attraverso tutto il percorso della storia realizza la sua piena identità di donna”.
Comunicato stampa, 15.11.2010



Last modified Wednesday, July, 13, 2011