Civiltà della Tavola,
n. 228, 6.2011
L’Accademia ha attribuito il premio “Orio Vergani”
2011 ad Andrea Camilleri e a Luca
Zingaretti, che impersona il commissario
Montalbano nella serie televisiva.
Tra i premi dell’Accademia, rivolti a tutti coloro
che, a vario titolo, lavorano nel mondo della
gastronomia, diffondendone i valori culturali e
garantendone i principi, il Premio Orio Vergani è il
più importante. Viene conferito a persone, enti o
associazioni che, estranei all’Accademia, abbiano
grandemente onorato, con la loro attività, la
cultura gastronomica e la Civiltà della Tavola
italiana, in qualsiasi campo, in Italia o
all’estero.
Quest’anno l’Accademia ha voluto premiare,
attraverso il personaggio del commissario Montalbano,
il suo autore Andrea Camilleri e il suo interprete
televisivo Luca Zingaretti. Tra le fiction
televisive più riuscite prodotte dalla Rai negli
ultimi anni figura infatti, a buon diritto, la serie
dedicata alle indagini del commissario Montalbano.
Facile fare del buon cinema - si potrebbe dire - con
a disposizione tutta quella gustosissima letteratura
di base messa a disposizione da Andrea Camilleri con
decine di storie scritte sul tema. Purtroppo non è
sempre così; accade anzi spesso che una buona storia
non venga tradotta sullo schermo con l’incisività
che merita.
In questo caso gli autori (tra cui lo stesso
Camilleri), il regista (Alberto Sironi), gli
interpreti (primo tra tutti Montalbano - Luca
Zingaretti ma anche comprimari e caratteristi sempre
all’altezza) hanno saputo offrire un prodotto
cinematografico di qualità. Ma per l’Accademia le
storie di Montalbano sono interessanti in modo
speciale perché pervase dal profumo della buona
cucina. Quella cucina casereccia ma di qualità,
fatta di dettati antichissimi, di corretta
esecuzione, di sapore, che il personaggio Montalbano
sembra amare forse più delle sue indagini, forse più
di Livia, l’eterna fidanzata.
“Se la pasta ’ncasciata, quanno scomparse (dopo una
cenetta ben riuscita, ndr), fu rimpianta assà, le
milanzane alla parmigiana si meritarono, arrivate al
termine, ’na speci di lungo lamento funebre. Colla
pasta, trovò onorevole morte macari ’na bottiglia di
un bianco tenero e ’ngannevoli, con le milanzane si
sacrificò invece ’na mezza bottiglia di un altro
bianco che, sutta ’n’apparenza di mitezza,
ammucciava un animo tradimentoso”. È un passo tratto
da Le ali della sfinge.
Sarebbe proprio un buon Accademico il commissario
Montalbano, perché, competente ed esigente, onora la
cultura gastronomica italiana. Per questo lo si
premia.

AISE,
16.6.2011
L’Accademia Italiana della Cucina conferisce il
premio ''Orio Vergani'' al Commissario Montalbano:
per la prima volta trionfa un personaggio letterario
Roma - La Sicilia, le sue passioni e le sue
contraddizioni. L’ironia e soprattutto… la cucina.
Tutti elementi presenti nel mondo di Salvo
Montalbano, il popolare Commissario che al cibo,
nella sua vita, ha riservato un posto davvero
speciale. Un legame viscerale che va di là del
semplice piacere per la buona tavola e racconta un
profondo affetto verso la terra natia, le persone e
i sapori intramontabili della cucina familiare.
Ed è proprio al “romantico” personaggio, nato dalla
fantasia del grande scrittore Andrea Camilleri e
interpretato nella serie televisiva dal celebre
volto di Luca Zingaretti, che l’Accademia Italiana
della Cucina - Istituzione Culturale della
Repubblica Italiana da oltre mezzo secolo impegnata
in difesa della cultura gastronomica nazionale - ha
attribuito oggi, 16 giugno, a Roma, il premio Orio
Vergani 2011. Un riconoscimento prestigioso - porta
il nome del grande giornalista fondatore
dell’Accademia Italiana della Cucina - che viene
conferito ogni anno, dal 1984, a chi ha onorato la
cultura gastronomica con la propria attività, in
ogni campo, in Italia o all’Estero. Un premio che
unisce in sé i valori della letteratura e della
gastronomia, destinato a segnalare quelle opere che,
nel tempo, hanno segnato delle tappe importanti
nella storia della civiltà della tavola italiana.
“L’assegnazione del Premio Vergani al commissario
Montalbano, - afferma Giovanni Ballarini, Presidente
dell’Accademia Italiana della Cucina - vuole
sottolineare il ruolo fondamentale che due strumenti
divulgativi come la letteratura e la televisione di
qualità hanno avuto nella diffusione e quindi nella
salvaguardia delle tradizioni gastronomiche
regionali. Nell’opera di Camilleri e
nell’interpretazione di Zingaretti emerge uno
spaccato unico dei valori della civiltà della
tavola: dal rilievo dato all'importanza dell'origine
e della naturalità degli alimenti, alla loro
interpretazione familiare, fino al tema, a noi tanto
caro, della convivialità. Un universo gastronomico
dove materie prime, partecipazione umana e
tradizione sono inscindibilmente unite”.
È la prima volta che il premio viene assegnato ad
una figura “di fantasia” – il commissario Montalbano
- e “consegnato” ad entrambi gli artefici del
successo del celebre personaggio. Da una parte
Andrea Camilleri, geniale ideatore del Commissario
di Vigata e delle magiche atmosfere - raccontate nei
suoi libri - che raccontano il lato più emozionante
della cultura gastronomica siciliana. Dall’altra
Luca Zingaretti, il volto televisivo di Montalbano,
a cui va riconosciuto il merito immenso di aver
contribuito a diffondere, attraverso il piccolo
schermo, gli usi e i costumi della cucina
tradizionale, facendo appassionare alla cultura del
cibo anche il grande pubblico.
“Nei miei libri ho sempre raccontato la civiltà del
cibo”, afferma lo scrittore Andrea Camilleri.
“Mangiare ha un suo tempo, esige una scansione
temporale e quindi io sostengo la comodità del
mangiare. Mangiare non è solo nutrirsi ma anche
obbedire ad un rituale di vita. I piatti della mia
vita cambiano di anno in anno, di età in età:
rimangono come fari nella notte gli arancini che
richiedono, nella mia ricetta familiare,
un’elaborazione di almeno 2 giorni di lavoro”.
“Ogni volta che mi hanno chiesto cosa l’attore Luca
Zingaretti avesse in comune con il Commissario
inventato dalla penna di Andrea Camilleri, non ho
mai rivelato quello che sto per dire: in comune
abbiamo l’amore per la buona cucina”, afferma
l’attore Luca Zingaretti. “Ecco perché è un piacere
celebrare il mio amico Salvo Montalbano per questo
prestigioso riconoscimento. Mangiare, ma soprattutto
saper mangiare bene è un dono, una fortuna e una
magia”.
Orio Vergani, fondatore dell’Accademia Italiana
della Cucina e giornalista del Corriere della Sera è
stato un personaggio di primo piano nel mondo del
giornalismo, della letteratura e dell’arte.
Scrittore finissimo, commediografo, critico d’arte
cronista attento e curioso ha lasciato di sé una
profonda impronta nel giornalismo italiano.
L’idea di fondare l’Accademia Italiana della Cucina
è maturata durante le manifestazioni sportive del
Giro d’Italia, e soprattutto di Francia, che gli
diedero modo di scoprire anche la gastronomia e i
Paesi che traversava. Aveva infatti imparato a
memoria tutti i vini di Francia e per questo metteva
in imbarazzo i camerieri con nomi che non avevano
mai sentito. Per questo si era convinto della
necessità di fare qualcosa in rapporto alla nostra
cucina e alla nostra enologia, soprattutto dopo che
aveva avuto modo di conoscere da vicino la rete dei
clubs e delle chaines che sostenevano in Francia il
primato della tavola che tutto il mondo le
riconosceva. Fu così che il 29 giugno 1953, diede
vita all’Accademia Italiana della Cucina.
Civiltà della Tavola,
n. 229, 7.2011
Premio "Orio Vergani"
“Montalbano” ritira il
premio
Il premio ad Andrea Camilleri e a Luca Zingaretti.
Consegna e conferenza stampa a Roma con numerosa
partecipazione di giornalisti
Dieta. “Questa probabilmente è stata la parola che
ho pronunciato addirittura prima di dire mamma e
papà”. Così esordisce il commissario Montalbano,
pardon, Luca Zingaretti in occasione della
conferenza stampa organizzata dall’Accademia per la
consegna del premio “Vergani” 2011. Ma poi via via
si smentisce, perché come la madre, che gli ha
insegnato quella prima parola, mostra invece di
amare molto la buona cucina.
Una cucina che, come ha sottolineato il Presidente
Ballarini, oggi mostra spesso una “voglia di
tradizione”, così come alla tradizione si è ispirata
l’Accademia nell’attribuire il premio, intitolato al
suo Fondatore, a un personaggio che fosse testimone
del valore della cucina italiana in Italia e nel
mondo. Già, un personaggio, ha fatto notare il
Presidente Ballarini, che però è un uomo reale, come
accade per quelle figure, per esempio Ulisse o
Sherlock Holmes, che nell’immaginario collettivo
sono diventate vere, reali. Montalbano vive tramite
Luca Zingaretti che ha assunto nella mente dei
lettori e dei telespettatori il ruolo di mediatore
tra lo scrittore e la realtà. Ma il personaggio non
sarebbe così reale se non mangiasse e Montalbano non
solo mangia ma è anche un critico gastronomico
quando, spesso, parla di cucina con chi gli prepara
i piatti che gusta.
Luca Zingaretti ha dichiarato di essere lusingato e
onorato di ricevere il premio da un’Istituzione come
l’Accademia. Conoscerne gli obiettivi, ha detto, gli
ha fatto ritornare il sorriso e l’ha fatto sentire
fiero di essere italiano, sinonimo, nel mondo, di
cultura, eleganza e qualità della cucina.
Nel rispondere poi alle domande che gli sono state
rivolte dal Presidente Ballarini e dal Segretario
Generale Paolo Petroni, oltre che dai numerosi
giornalisti intervenuti, si è soffermato a parlare
del suo personaggio riconoscendogli il ruolo per cui
è stato premiato, insieme al suo autore Andrea
Camilleri: quello di ambasciatore della cucina
italiana di qualità nel mondo, in quanto i libri che
lo vedono protagonista sono diffusi e tradotti in
moltissimi Paesi stranieri.
Montalbano piace, ha aggiunto Zingaretti, perché
vive in pieno la sua esistenza e trova dentro di sé
ciò di cui ha bisogno per essere felice. E la
cultura della buona cucina, un aspetto tipicamente
italiano, è per lui uno dei primi piaceri della
vita, oltre a essere un modo per leggere un
ambiente, un territorio, una storia. E a questo
proposito Zingaretti si è soffermato, sollecitato
anche dalle domande della stampa, a parlare dei
luoghi in cui vengono girati gli episodi televisivi.
Sono quelli della provincia di Ragusa, fuori dai
circuiti turistici, caratterizzati dal candore e
dalla semplicità delle persone laboriose che li
abitano. È in questi luoghi che anche lui,
ritrovandosi la sera a cena con la troupe, ha
conosciuto la vera cucina regionale siciliana della
quale ha imparato ad apprezzare le ricette,
comprendendone anche i valori identitari.
La conferenza stampa ha avuto un seguito
gastronomico, sulla terrazza e poi nella bella
veranda dell’hotel “Flora”, a Roma, dove è stato
servito un pranzo con menu siciliano, interamente
ispirato ai piatti preferiti del commissario
Montalbano.
Silvia De Lorenzo
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