Raduni del Cfc
maggio-giugno 2005
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Sulla cena non dettaglierei troppo per non infierire, gli antipasti da soli erano gia' un programma tra fagiolane della Val Borbera con salsiccette speziate, carpaccio di carni locali, vari formaggi da freschi a stagionati con miele e composta di viole e vari affettati della zona senza coservanti. I vini consumati passano dalla Bonarda di Travaglino (Oltrepo') alla Barbera Goj della Cascina Castlet'... poi un dolcetto d'Ovada che non ricordo bene perche' consumato all'altra estremita' del tavolo. Ho sentito ordinare mezzelune al Montebore (formaggio locale che era estinto), bistecca di Fassone nappata al Timorasso (vitigno locale), tournedo' di maiale al timo, souffle' al cioccolato e molto altro che smaltiremo! ;-) Come si puo' immaginare tutti i discorsi da qui in poi mi risultano vaghi grazie anche all'ottima grappa. Che dire ancora... non abbiamo fatto particolari test o domande alla giovane Stefania che temeva un'interrogazione d'ammissione... che bravi! ;-) Verso le 23 ci siamo salutati a lungo sull'ingresso, il libro del Sommo capeggiava appoggiato al muro della vecchia mangiatoia (era una stalla la struttura) appoggiata ad un giogo. Baci e abbracci dandoci appuntamento alla prossima occasione. Andrea 'u pitturi - Il Fiorile - Val Borbera 21 maggio 2005 |
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Ma intanto io ho cerco di captare gli argomenti che vanno toccando Ferlita e compagni. Non riesco a capire quasi nulla, se non che discutono di scrittori, case editrici e cose di questo genere, tutti problemi che mi interessano poco e di cui m'intendo ancora meno. Minchiate zero, forse dall'altra parte, ma io non arrivo a sentire la graziosa ragazza che mi sta a fianco, figuriamoci gli altri. Nel frattempo abbiamo già dato un'occhiata al menù. Si decide per un antipasto ed un primo o una pizza a scelta. Da bere birra per chi ne vuole, per il resto vino, per la cronaca Muller Turgau, che io ancora mi chiedo chi l'abbia scelto, forse il presidente per sottolineare la dimensione sovranazionale cel CFC. Il quale presidente si produce in una serie di performances varia ed articolata, che va dagli atti più formali connessi con il suo ruolo istituzionale, ad incombenze più umili come il segnare le ordinazioni di ogni singolo commensale. Nel vederlo attraversare la tavolata mettendo le crocette in corrispondenza delle scelte che noi gli comunichiamo, mi torna naturale alla mente l'immagine del sommo Alfredo Di Stefano, uno dei più grandi, per me il più grande dopo Pelè, calciatore di tutti i tempi. Alfredo Di Stefano, per chi non fosse esperto di cose calcistiche, giocava da Dio in ogni zona del campo. Lo vedevi, all'occorrenza, fare il terzino spazzatutto o il mediano incontrista, o salvare sulla linea di porta per poi avviare l'azione da solo, e da solo proseguirla in un festival di finte, doppi passi, tunnel, dribling, insomma un campionario completo di quanto di più ricercato e stilisticamente pregevole abbia prodotto la tecnica calcistica. Similmente il buon capo del club prende ordini ed immediatamente dopo invita al silenzio per annunciare l'imminente presentazione dei libri di Ferlita e Cacciatore, rispettivamente una galleria di profili di scrittori siciliani ingiustamente dimenticati tra i quali personalità come Angelo Fiore e Carmelo Samonà, ed un romanzo che personalmente mi riprometto di leggere perchè mi piace l'arguzia, lo spirito d'osservazione e la bella capacità di costruire gustosi quadri di vita quotidiana di Cacciatore.
Lorenzo - Kandinsky - Palermo 22 giugno 2005 |
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Wednesday, July, 13, 2011
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