Rassegna stampa - Aprile 2000
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L'ingegner Luparello esponente politico di spicco, viene trovato morto nella sua auto in zona malfamata.
E ancora, un anziano capomafia rivela alle forze dell'Ordine l'esistenza
di un deposito di armi in una grotta fuori del paese, ma qui viene scoperta
anche una camera dove sono stati sepolti, con uno strano
rituale, due giovani.
Non si tratta di notizie di cronaca nera, ma dei due nuovi casi che si trovera' a dover risolvere Salvo Montalbano, amato Commissario che opera nella cittadina di Vigata e nella provincia di Montelusa descritto dal suo autore come un "uomo tarchiato, dagli occhi chiari, con un neo sul viso, baffi, sui quarantacinque anni, amante della buona cucina e delle donne. ma eterno fidanzato fedele alla sua Livia, donna del nord", che ormai per il pubblico televisivo ha le fattezze di Luca Zingaretti. Salvo torna, dal 2 maggio, su Raidue, in primaserata, con i due nuovi episodi La forma dell'acqua e Il cane di terracotta, tratti dai romanzi omonimi di Andrea Camilleri, editi dalla Sellerio Editore. A seguire saranno riproposti anche i due precedenti film, La voce del violino e Il ladri di merendine. Montalbano e' interpretato come sempre da Luca Zingaretti, e Livia, l'eterna fidanzata, dall'austriaca Katharina Bohm. Con uno share televisivo del 27% e circa sette milioni di telespettatori (sono dati molto forti per Raidue, cosi' come sottolineano i responsabili di Rai Fiction) Il Commissario Montalbano e' tra i serial tv piu' seguiti, e' uno dei prodotti italiani piu' venduti all'estero, ed e' un esempio di come la qualita' possa legarsi all'audience. Qualita' che ha portato, nel '99, Il ladro di merendine ad ottenere la nomination dell'International Emmy Awards (l'oscar televisivo). Ma a che cosa e' legato il successo di Montalbano, cosa ha conquistato lettori (non dimentichiamo i tre milioni di copie vendute) e telespettatori. Forse, il fatto di essere un uomo ironico, moderno e allo stesso tempo fedele a vecchi valori, codici antichi come la sua terra. Salvo e' un uomo di grande forza, schiettezza, umanita' e liberta' interiore, e' l'antiprotagonista per eccellenza, l'esatto contrario di un arrivista. E la sua provincia e' una provincia e' una provincia dove i veri protagonisti sono i sentimenti, dove la realta' siciliana (che si respira nei nei colori, sapori e paesaggi) si sprovincializza. |
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S
iamo finalmente arrivati alla seconda serie dedicata a Montalbano, come e'
stato tornare sul luogo del delitto?
In effetti siamo tornati indietro perche' questi due nuovi film sono tratti dai primi due romanzi di Andrea Camilleri con Montalbano protagonista: La forma dell'acqua e Il cane di terracotta. E' diffcile trovare altri due libri cosi' belli, sono storie piu' serie e profonde di quelle tarttate ne Il ladro di merendine e ne La voce del violino. Novita' rispetto alla prima serie? Si', nel senso che, proprio per le ragioni dette, il Commissario e' un personaggio piu' maturo e definito. Il maggior spessore artistico dei due romanzi, da cui sono tratti i film, portera il protagonista ad affrontare storie piu' articolate, una di argomento politico, l'altra a sfondo filosofico. Quindi il pubblico e' chiamato ad una prova di maggior impegno, non ha paura che questo possa pregiudicare l'esito della seconda serie? No, perche' comunque il personaggio Montalbano e' entrato nel cuore dei telespettatori. La gente si e' affezionata a lui ma anche a Luca Zingaretti, che lo interpreta. E' un uomo intelligente, sottile, perbene e spinto da una grandissima forza morale; forse non e' assimilabile all'italiano medio, come il bonario Marascialo Rocca, ma il pubblico amera' comunque identificarsi in lui. E' soddisfatto del lavoro svolto? Si', non dobbiamo dimenticare la bravura di Luca, e' un attore staordinario che in questi due ultimi due film ha dato ulteriore prova di se'. |
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Andranno in onda su Raidue martedì e il 9 maggio i nuovi episodi diretti da Alberto Sironi e tratti dai romanzi di Camilleri «Non esiste Salvo Montalbano all'infuori di me». Nessuno complesso di onnipotenza, né narcisimi da attore, tantomeno presunzione: Luca Zingaretti sta solo scherzando. Con il sorriso timido di chi ancora non ci crede ma è stato investito da improvviso successo, con l'umiltà di chi ha conosciuto una lunga gavetta, racconta che quel commissario gentiluomo, ruvido e solitario che gli ha regalato la popolarità, è il suo migliore amico. Un personaggio che non appartiene al branco, che se ne infischia di carriera, quattrini e potere, ma che è pronto a inginocchiarsi in nome dell'onestà...e forse lo farebbe anche in cambio di un bel piatto di pasta e sarde...«Non credo che in quest'epoca i valori siano in ribasso. Per i cinici, forse, per i deboli, probabilmente. Montalbano non lo è. E spero di non diventarlo, mai, neppure io. La sua ricetta è elementare quanto essenziale e paradossalmente poco raggiungibile: cibo, amore, radici, dignità», spiega l'attore. La differenza tra il vecchio e il nuovo Montalbano? «E' cresciuto, è più maturo. Più consapevole, quindi più malinconico...». Torna in tv l'eroe degli antieroi della letteratura gialla, il cavaliere solitario in fuga dai sentimenti capaci di travolgerlo, nato dalla penna di Andrea Camilleri. Martedì 2 maggio alle 21 andrà in onda La forma dell'acqua (affari e malaffari italiani) mentre il 9 toccherà al Cane di terracotta, storia d'amore, morte e mafia d'altri tempi. «Altro che fiction, sono film, e sicuramente migliori di quelli che circolano nelle sale», commenta Carlo Freccero, direttore di Raidue, entusiasta del raffinato lavoro diretto con grande anima da Alberto Sironi, che è riuscito a far battere il cuore al paese immaginario di Vigata, una lingua di terra dove è tornata a pulsare la Sicilia della memoria di Camilleri. Una Sicilia che non c'è più, sapida di salsedine, zagare, polipi e polpa di pomodoro che sfrigolano in larghe padelle di rame. Una Sicilia povera ma gonfia di orgoglio, che lo scrittore di Porto Empedocle ama ricordare «bianca come le basse case in calce dei pescatori, acerba come gli asparagi selvatici della mia giovinezza, polverosa come i vecchi spacci che tra le cianfrusaglie nascondevano libri rari, macchiata dall'inchiostro che si rovesciava nelle cartelle di cuoio dell'infanzia, odorosa della nafta del porto, snob come quei nobili che trascorrevano metà della loro vita nei circoli di provincia, a chiacchierare di caccia e di balli davanti a un bicchiere di latte di mandorle». E quella Sicilia è la Sicilia di Montalbano. Il commissario più famoso della televisione. Lo Sherlock Holmes, il Marlowe, il Maigret, il Pepe Carvalho del nostro Meridione. Ma anche un uomo. Un galantuomo, con il dovuto contorno di vizi, virtù, disincanto, nostalgia, passione e compassione. Un commissario che non vive nel "continente", ma che tra poco, volerà anche in Francia, dove è stato acquistato con orgoglio e soddisfazione di chi l'ha realizzato. Prodotti da Carlo Degli Esposti per Raifiction, sceneggiati da Francesco Bruni e Andrea Camilleri, i nuovi episodi sono interpretati anche da un illustre cast. Una sfilza di attori tra i quali Katharina Böhm nel ruolo di Livia, eterna fidanzata del commissario, e Cesare Bocci, Davide Lo Verde, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Francesco Stella, Angelica Ippolito. E il grande Leopoldo Trieste, antagonista di Zingaretti in Il cane di terracotta, che torna nell'isola dei Gattopardi dove con Pietro Germi girò Divorzio all'italiana. Che Camilleri mai spedisca in pensione il suo commissario: come farebbe il pubblico? E con chi mai potrebbe sostituirlo Raifiction che ha già messo in cantiere La gita a Tindari? Poi toccherà ai racconti. MICAELA URBANO - Il Messaggero, 06.03.2001 |
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Wednesday, July, 13, 2011
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