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Rassegna stampa - Marzo 2006



Montalbano non morirà

Tv - In onda i due nuovi episodi del commissario di Vigata. Il regista gallaratese Alberto Sironi svela un segreto

«Due episodi anomali rispetto ai soliti, molto intensi e più meditativi dei precedenti». Alberto Sironi si dice molto soddisfatto degli ultimi due film su Salvo Montalbano che andranno in onda martedì 7 e 14 marzo, in prima serata su Rai Uno. Il regista originario di Gallarate, che da sempre dirige la serie ispirata ai romanzi di Andrea Cammilleri con protagonista Luca Zingaretti, considera questi due ultimi episodi in maniera diversa rispetto a quelli realizzati finora: «C’è meno azione, ma sono due storie altamente italiane, entrambe parlano di amore ed entrambe riguardano il passato, raramente raccontato a flashback». I due episodi in questione sono tratti uno dal romanzo "La pazienza del ragno", l’altro, dal titolo "Il gioco delle tre carte" è stato realizzando unendo tre racconti diversi. «Nel primo si parla dell’amore di due fratelli che si trasforma in odio, nel secondo invece si consuma una splendida storia di amore». E Montalbano? «Lui cresce. È sempre un gran personaggio destinato ormai a rimanere nell’immaginario collettivo dei gialli italiani – spiega Sironi, rispondendo anche alla domanda se sia vero che non verranno realizzati più film sul commissario di Vigata -. Mai dire mai. Certo Luca (Zingaretti, ndr) ha dichiarato più volte che non interpreterà più Montalbano, ma non è detta l’ultima parola. Ogni volta che i nuovi episodi vanno in onda fanno milioni di telespettatori e partono subito le repliche. Zingaretti vuole fare anche altri personaggi ed è rischioso rimanere chiusi in un ruolo. Ma non si sa mai. Sul set si è girato come sempre, non ci sono stati addii di nessun genere. E poi di storie da raccontare ce ne sono ancora molte, Camilleri è sempre contento dei nostri lavori. Vedremo in futuro cosa si deciderà». Questi due nuovi episodi di Montalbano vede anche diverse novità dal punto di vista del cast con due personaggi noti al pubblico come Stefano Dionisi e Simona Cavallari. «Anche questa una scelta anomala per Montalbano che ha sempre puntato su fecce meno note al grande pubblico - prosegue il regista -. Sono molto contento e soddisfatto del risultato ottenuto, si riesce a scavare ulteriormente nel personaggio del commissario, a renderlo ancora più umano di quanto già non fosse». Alberto Sironi ha tanti progetti nel cassetto e magari, anche se non si sbilancia, inizia a pensare anche al grande schermo. «Forse una fiction sulla grande guerra, ho appena letto un bellissimo soggetto, ma ci vorrà un po’ di tempo perché la storia sia pronta. Negli ultimi anni ho lavorato molto, penso che qualche mese di riposo non mi farà male».

Manuel Sgarella - VareseNews, 1.3.2006



Difficile abbandonare un personaggio ...

Difficile abbandonare un personaggio molto amato come il commissario Montalbano, ma Luca Zingaretti non teme il futuro. «È stata un'avventura lunga ed esaltante, alle storie di Camilleri devo tantissimo. Ma è necessario chiudere al momento giusto». In fondo, è dal lontano '98 che Zingaretti risolve i casi più strani in quel di Vigata affiancato dai fidi Fazio, Catarella e Mimì Augello. Per questo le puntate in programma martedì 7 e 14 marzo, su Raiuno, sanciranno "l'ultima volta" di Montalbano. «Come dice il maestro Camilleri - puntualizza Zingaretti - è assai importante entrare in scena, ma maggiormente importante poi è uscirne. Salvo Montalbano mi ha consegnato un personaggio pieno di sfacettature, ma a questo punto è tempo di rinnovarsi». Godiamoci così "La pazienza del ragno", l'episodio di martedì diretto come sempre da Alberto e tratto da uno degli ultimi gialli firmati da Camilleri. Montalbano indaga sulla scomparsa di una ragazza, Susanna Mistretta, convinto si tratti di un rapimento. La famiglia della giovane, però, non è così ricca da giustificare un rapimento: il padre è un professore universitario in pensione, la madre soffre di un grandissimo esaurimento nervoso. Anche il fidanzato di Susanna, Francesco, sostiene non si tratti di una fuga d'amore. Ma quando i rapitori si fanno vivi per chiedere un riscatto, il questore sottrae il caso a Montalbano per affidarlo ad un commissario calabrese esperto di sequestri. «Un po' di pausa farà bene a Montalbano - concorda il suo "creatore" Andrea Camilleri - il personaggio non è nato per essere seriale, poveraccio. Quando scrissi il primo "La forma dell'acqua" pensavo di aver chiuso la parentesi poliziesca. Sono stati i lettori a spingermi di continuare». Ma nessun dramma, Montalbano tornerà, per lo meno sulla pagina: a maggio uscirà un nuovo giallo, per Sellerio, «ma non credo scriverò più racconti su di lui». Peccato.

Chiara Pavan - Il Gazzettino, 2.3.2006



Montalbano torna in tv e indaga nel passato

Due nuovi telefilm tratti dai gialli di Camilleri. Parla il regista Alberto Sironi

Alberto Sironi e Andrea Camilleri si incontrarono a Palermo nel '96. Il regista stava girando "Una debole voce" con Licia Maglietta. Lo scrittore aveva appena pubblicato "La forma dell'acqua". "L'hai letto?" chiese. Sironi corse a comprarlo. Poi inserì nel film una scena con il figlio della Maglietta che leggeva "Il ladro di merendine": il primo telefilm delle prima serie del "Commissario Montalbano", girato tre anni dopo da Alberto Sironi. Patito di gialli, regista di inchieste e di polizieschi, Sironi vede in Camilleri il papà del "Maigret" di Gino Cervi, oltre che del Montalbano di Luca Zingaretti: fu infatti grazie a Camilleri, funzionario della Rai di Bernabei, che Simenon concesse alla Rai i diritti da cui nacquero le "Inchieste del commissario Maigret". Dei due telefilm di questa settima serie di Montalbano prodotta da Rai e Palomar, "La pazienza del ragno" e "Il gioco delle tre carte", in onda da martedì, il regista ha un debole per il secondo. Una storia d'amore con personaggi che vengono dal passato, visto che il commissario di Vigàta riapre un caso di vent'anni prima: quello di un uomo (Stefano Dionisi) accusato di aver ucciso il marito della sua amante (Simona Cavallari). E in futuro? Il regista spera di restare a Vigàta, ma una Vigàta dell'800, protagonista di "La stagione della caccia", sempre di Camilleri. Lo scenografo Luciano Ricceri ha già fatto dei sopralluoghi...

Marianna Buonassisi - Il Venerdì di Repubblica, 3.3.2006



Torna in televisione Montalbano

Torna in televisione il Commissario più amato dagli italiani, Salvo Montalbano, nato dalla penna dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri e interpretato in Tv da Luca Zingaretti, il quale ha tenuto a precisare che si è prestato per l'ultima volta. Il Commissario Montalbano ritorna in televisione con due nuovi episodi che andranno in onda su Rai Uno. In particolare, martedì 7 marzo alle ore 21 con «La pazienza del ragno»; e martedì 14 marzo sempre alle ore 21 con «Il gioco delle tre carte» (tratto dal racconto omonimo de Gli arancini di Montalbano e da altri racconti). I telefilm sono come sempre sceneggiati da Francesco Bruni e Salvatore De Mola con la supervisione di Andrea Camilleri, prodotti dalla Palomar, diretti da Alberto Sironi e interpretati da Luca Zingaretti. «Dopo questi episodi la serie finirà, - ha detto Sironi - anche se non è escluso un ultimissimo episodio sull'ultimo romanzo di cui Andrea Camilleri ci ha dato delle anticipazioni. Un racconto straordinario che credo ispirerà l'ultimo film della fortunata serie televisiva». La pazienza del ragno inizia esattamente dove terminava «Il giro di boa». Montalbano ferito durante un conflitto a fuoco che metteva la parola fine all'indagine. Il celebre commissario, in questa inchiesta senza sangue indaga con quella sua verve sbarazzina tanto amata dai lettori. Due episodi sicuramente tutti da vedere anche perché come al solito c'è la simpatia e la schiettezza di Luca Zingaretti che ormai è entrato nel cuore di molti appassionati. Ci sono voluti mesi e mesi di duro lavoro per realizzare questi due nuovi episodi e, con molta probabilità anche l'anno prossimo, la Palomar, girerà altri due episodi per la stagione 2007. I film tratti dalle opere di Camilleri riscuotono sempre e comunque un grande successo e proprio per questo motivo la Rai, oltre ai due nuovi episodi, quest'anno manderà in onda anche tutti i vecchi, che hanno riscosso uno share inimmaginabile. Ma tutti gli amanti di questo Commissario, non più un giovanotto e che al contempo non si decide a crescere, si attendono di leggere il nuovo libro, atteso per il prossimo mese di maggio. C'è sicuramente molta curiosità per sapere come andrà a finire la storia con la dolce Livia, c'è la curiosità se il palato del Commissario, con l'età che avanza inesorabile, cambia qualcosa. Rispetto al primo Montalbano, non riesce più a mangiare tantissimo Salvo, evidentemente l'appetito non è più quello di una volta. Andrea Camilleri ha già fatto sapere che ha già pronto anche l'undicesimo libro sul commissario, ma non ha voluto anticipare cosa succederà. Una cosa è certa: Montalbano morirà assieme a Camilleri e d'altronde, non potrebbe essere diversamente. E in attesa di poter leggere il nuovo libro, tutti gli appassionati potranno vedere in Tv due episodi molto interessanti. L'unico neo, è quello di non vedere in Tv i paesaggi dell'Agrigentino, bensì quelli del Ragusano (che grazie ai luoghi di Montalbano sono visitatissimi e il turismo è letteralmente esploso), ma questa è tutta un'altra storia.

Gaetano Ravanà - La Sicilia, 3.3.2006



Montalbano lo voglio uccidere io

Addio Vigàta! Su Raiuno due avventure inedite

Arrivano in tv gli ultimi episodi con Luca Zingaretti protagonista. E poi? Ci saranno altre serie? Sorrisi l'ha chiesto al produttore, all'attore e ad Andrea Camilleri, il papà del commissario. Che rivela: "Ho già scritto la storia in cui il mio eroe morirà" Nicoletta Brambilla "Ho deciso, smetto" (ma il produttore spera che cambi idea) N.B. Ho incontrato Camilleri al bar (e l'ho imitato alla radio) Fiorello (testo raccolto da Cinzia Marongiu

Sorrisi e Canzoni TV, 11.3.2006 (in edicola 5.3.2006)



"Ho fatto morire Montalbano"

Un´intervista dello scrittore: "Ho già scritto il finale, il romanzo è nella cassaforte della Sellerio" Camilleri, il testamento choc

L´attore. Il protagonista del film tv Luca Zingaretti "Se cambia idea pronto a tornare" Roma - La fine, ormai è nota. Montalbano morirà. Per milioni di italiani il commissario ha lo sguardo di Luca Zingaretti, che ha interpretato l´eroe di Camilleri nei film di Alberto Sironi (gli ultimi due con l´attore andranno in onda oggi e martedì su Rai1). Lei ha deciso di abbandonare Montalbano; Camilleri ha annunciato che ha già scritto la fine della saga del commissario. Che ne pensa? «Mi dispiace e sono sicuro dispiacerà agli affezionatissimi lettori dei racconti di Camilleri. Credo che capiti raramente quel che è successo con i libri di Andrea: le persone si sono affezionate in maniera incredibile al protagonista. Montalbano ormai è uscito dalle pagine e dallo schermo, è diventato un personaggio "reale", quasi un simbolo». Cos´ha di più di tanti altri eroi letterari? «Porta con sé un mondo, è ricco umanamente, complesso. Affascina perché è un uomo di legge con forte senso della libertà». Ma lei ha deciso di lasciare la serie, come Michele Placido lasciò il commissario Cattani. «Sì perché un personaggio come questo ti lega in modo forte, viscerale. Le nostre strade si separano. Ma nella vita succedono tante cose. Chissà, se un giorno Camilleri tra 4-5 anni cambiasse idea e decidesse di pubblicare il racconto col finale di partita che chiude la saga, potrei tornare».

(s. f.) - La Repubblica, 6.3.2006



Zingaretti: lascio Montalbano

Stasera su RaiUno il primo degli ultimi due episodi con il commissario di Camilleri Zingaretti: lascio Montalbano chiudo un ciclo e divento regista "Porterò con me questo personaggio e sarò geloso di chi lo interpreterà"

Roma - Per capire il fenomeno del Montalbano televisivo basterebbero i numeri: dal ‘99 dodici film seguiti (con le varie repliche) da quasi 200 milioni di spettatori. Ora la saga del commissario creato da Andrea Camilleri si chiude: stasera e martedì prossimo andranno in onda su RaiUno gli ultimi due film di Alberto Sironi interpretati da Luca Zingaretti: "La pazienza del ragno" (Sellerio editore) e "Il gioco delle tre carte" (dalla raccolta "Gli arancini di Montalbano", Mondadori). L´attore che ha dato un volto all´eroe letterario più amato degli ultimi anni, lascia il personaggio che gli ha regalato la popolarità e l´affetto del pubblico. «Lo stesso che provo io nei confronti di Montalbano» racconta Zingaretti «ma ho quarant´anni, e una gran voglia di fare altre cose. Sto pensando alla regia, nella vita bisogna anche rischiare per cambiare». Mentre l´attore prende la sua strada, il commissario cambia pelle. «Quando ho letto "La pazienza del ragno" e "Il gioco delle tre carte", due indagini su un sequestro e un delitto che sono in realtà indagini sull´amore», spiega il regista Sironi «ho capito che questo sarebbe stato un Montalbano diverso. Più riflessivo, meno irruento. Ha uno sguardo sul mondo più saggio, come se gli anni avessero smussato gli angoli del suo carattere». Zingaretti, lei è cresciuto con Montalbano. «In un certo senso sì. Ma era inevitabile che le nostre strade si separassero, anche se Montalbano lo porterò con me perché mi ha dato tanto. E´ andato oltre le pagine dei libri e la fiction, come se il pubblico si fosse riconosciuto nei valori in cui crede». Com´è cambiato il commissario di Vigata? «E´ stanco, fa sempre più fatica a mettere le mani nella sporcizia del mondo. Come dargli torto? Ma affronta la vita con un´ironia amara, tutta siciliana, che lo rende unico». Lei lascia, la Rai ha cercato in tutti i modi di farle cambiare idea. «Ringrazio Raifiction, sono stati molto gentili. Ma ripeto, ci sono cicli che si chiudono. Per me era arrivato il momento, com´era accaduto a Michele Placido col commissario Cattani. Non si può rimanere ancorati, anche se sarebbe stato comodo, sotto svariati punti di vista». Non le dispiacerà vedere Montalbano interpretato da un altro? «Sì, moltissimo. Credo sia normale». Ha detto che pensa alla regia. «Passare dietro la macchina presa è una decisione importante, è un´esigenza che sento da un po´. Il tema che mi appassiona di più è l´amicizia: ho in testa la storia di due amici che si perdono, perché la vita li porta lontano, a fare scelte opposte, e si ritrovano. Un legame che dura negli anni. Mi affascinano i percorsi personali. Tornatore mi ha raccontato che dopo il successo di "Nuovo Cinema Paradiso" un grande maestro lo chiamò. Parlarono di progetti, gli chiese se avesse nuove idee e lo consigliò di far sedimentare la storia. Solo quando diventa davvero chiara, l´hai messa a fuoco dentro di te, puoi cominciare a scriverle». Seguirà anche lei il consiglio? «Sì. Un po´ mi fa paura, ma ho anche voglia di misurarmi. Seneca dice: "Non è perché le cose sono difficili che non osiamo; è perché non osiamo che sono difficili"». Sta diventando filosofo. «Ma no. Però in questo periodo leggo molto. Cerco spunti. M´interessa anche la regia dei documentari, dovrebbe uscire quello dedicato a Suso Cecchi D´Amico». Intanto ha girato il film di Tavarelli ed è a Milano sul set di Francesca Comencini. «"Non prendere impegni stasera" è un film corale, sulla mia generazione, Tavarelli è un regista dalla sensibilità rara. Anche "A casa nostra" è un film in cui s´intrecciano le storie di personaggi diversi. Interpreto un banchiere privo di scrupoli, una fotografia dell´Italia di oggi».

Silvia Fumarola - La Repubblica, 7.3.2006



Il ritorno di Montalbano

Televisione. Stasera e martedì prossimo due nuovi (e forse ultimi) episodi Il commissario è pronto a fare incetta di ascolti

Roma — Dopo il Sanremo flop di Panariello la Rai schiera un prime time primaverile tutto all’insegna delle fiction. E riparte dalla miniserie più attesa, quella del Commissario Montalbano che ha il volto di Luca Zingaretti. Stasera e il 14 marzo andranno in onda su Raiuno gli ultimi due episodi della serie diretta da Alberto Sironi con cui Zingaretti dice addio al commissario che gli ha dato tanta notorietà e del quale Camilleri ha rivelato di aver scritto la fine. «Sicuramente adesso c’è bisogno di una pausa — dice l’attore —. Ma chissà, fra qualche anno, se Andrea Camilleri scriverà nuove storie, nuovi romanzi ricchi di spunti per il personaggio, potrei prendere in esame l’ipotesi di tornare a interpretarlo». Prodotta per Rai Fiction da Carlo Degli Esposti, la serie di 12 film ha avuto medie d’ascolto vicine al 30% di share anche in replica. Nel primo appuntamento, stasera, sarà proposta "La pazienza del ragno" (dal romanzo omonimo di Camilleri pubblicato da Sellerio) in cui Montalbano indaga sull’anomalo sequestro di una ventenne, scomparsa misteriosamente mentre tornava a casa in motorino per una strada di campagna. Martedì 14 marzo sarà trasmesso invece "Il gioco delle tre carte" (ispirato alla raccolta di racconti Gli arancini di Montalbano della Mondadori) che vede come motore della storia la morte di un noto costruttore edile di Vigata, legato alla famiglia mafiosa dei Riolo, trovato cadavere sul ciglio di una strada. E se "Il giro di boa", trasmesso a settembre, fece discutere per i riferimenti al G8 di Genova, questa volta, in piena par condicio, non ci saranno spunti politici: «Ormai il politically correct è arrivato ai limiti della libertà personale», ironizza l’attore. «Anche dire ‘sono astemio’ può offendere i produttori di vino. Comunque si può stare tranquilli: riferimenti politici non ce ne sono». Qualche problema sulla messa in onda delle prossime miniserie (in onda la domenica e il lunedì) di Raiuno lo creano invece, in periodo di elezioni, le date dei programmi politici con i faccia a faccia che dovrebbero essere trasmessi il lunedì. Così non è ancora confermata la data dell’atteso Bartali di Alberto Negrin, prodotto da Palomar per Raifiction, con Pierfrancesco Favino che per mesi si è allenato a pedalare per entrare nei panni del mitico ciclista e Nicole Grimaudo nel ruolo della moglie

Adriana - La Provincia, 7.3.2006



Atto finale per Montalbano

Zingaretti abbandona la serie. Gli ultimi episodi stasera e martedì 14 su Raiuno

La saga televisiva di Montalbano, il commissario siciliano frutto della penna di Andrea Camilleri, si avvia alla fine. Stasera e martedì prossimo la Rai trasmette, in prima serata, due film inediti per la regia di Alberto Sironi, "La pazienza del ragno", tratto dall’omonimo romanzo edito da Sellerio, e "Il gioco delle tre carte", tratto dalla raccolta "Gli arancini di Montalbano", pubblicata da Mondadori. Con i due nuovi film Luca Zingaretti torna in Sicilia, tra Ragusa e Trapani, a vestire i panni dell’ombroso commissario Salvo Montalbano, ma per l’ultima volta. «Trovo coraggioso lasciare un personaggio che mi ha dato successo - ha detto l’attore, che sta girando a Milano "A casa nostra", per la regia di Francesca Comencini -. Non volevo rimanere prigioniero di un ruolo. Sono Montalbano dal 1998, ho girato quattordici episodi. Può bastare». Nell’episodio in onda stasera, il commissario con il suo fiuto, la grande umanità e la simpatia mediterranea mitigata talvolta dal carattere solitario e un po’ spigoloso, dovrà risolvere il complicato caso del sequestro di una ventenne. Il questore assegna l’indagine al commissario Valente. Per la prima volta Montalbano mostra, infatti, segni di invecchiamento e inadeguatezza. La produzione è, come sempre, di Rai Fiction e Palomar, la realizzazione di Carlo Degli Esposti, la sceneggiatura di Francesco Bruni, dello stesso Camilleri e di Salvatore De Mola. Quanto al cast, è in gran parte confermato quello delle edizioni precedenti per quanto riguarda gli interpreti fissi, a fianco dei quali sono stati inseriti alcuni attori nuovi nei cast dei due episodi. Accanto a Zingaretti, perciò, vedremo ancora Cesare Bocci nel ruolo di Mimì Augello, Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella) e Davide Lo Verde (Galluzzo). I due nuovi film vanno ad aggiungersi ai dodici episodi della serie Montalbano cominciata nel 1998 su Raidue e accompagnata ogni volta dal favore della critica e dall’entusiasmo dei telespettatori. Per tre anni, sempre a maggio, sono stati trasmessi "Il ladro di merendine" e "La voce del violino", poi "Il cane di terracotta" e "La forma dell’acqua', infine "La gita a Tindari" e "Tocco d’artista". Nell’autunno del 2002 la serie è passata su Raiuno, che ha mandato in onda quattro nuovi episodi: "Il senso del tatto", "Gli arancini di Montalbano", "L’odore della notte" e "Gatto e cardellino". Dopo tre anni, arrivano ancora su Raiuno altri due episodi: "Giro di boa" e "Par condicio" lo scorso settembre. «Per quasi dieci anni ho raccontato Montalbano e oggi, dopo quattordici film, potrei avere la presunzione di conoscerne il segreto, ma non è così. Montalbano è ogni volta nuovo anche per me. Quando ho letto "La pazienza del ragno" e "Il gioco delle tre carte", due straordinarie storie d’amore, ho capito che questo sarebbe stato un Montalbano diverso», ha dichiarato il regista che ha poi aggiunto: «Ognuna per il suo verso, sono storie molto letterarie. Il commissario è un uomo più fermo, riflessivo: legge, studia, pensa». Merito soprattutto dell’abilità del prolifico scrittore siciliano che, Sironi definisce, «un affabulatore straordinario». «Quando racconta - conclude - lo ascolto sempre con piacere, le sue parole sono già romanzo».

La Padania, 7.3.2006



Torna Montalbano. Ma non resta

Ultimi episodi per Zingaretti: «La pazienza del ragno » e «Il gioco delle tre carte» Stasera e martedì

Roma. Montalbano vivo o morto? Se la fine letteraria del commissario nato dalla penna di Camilleri, è ancora avvolta nel mistero, quella televisiva lo è ancora di più. Stasera e martedì prossimo RaiUno manda in onda due nuovi film tratti dai romanzi dello scrittore siciliano: «La pazienza del ragno» e «Il gioco delle tre carte». Luca Zingaretti torna dunque nella mitica Vigata, a rivestire il ruolo di Salvo Montalbano. Ma forse per l’ultima volta. L’attore ha infatto deciso di appendere al chiodo la divisa del commissario, anche se il produttore Carlo Degli Esposti e la Rai sperano sempre in un ripensamento. Il Commissario Salvo Montalbano, della Polizia, è il protagonista di una fortunata serie di romanzi e racconti caratterizzati dall'uso di un italiano fortemente contaminato da elementi del dialetto siciliano e da una ambientazione siciliana particolarmente curata. Montalbano ha una fidanzata, Livia, che vive a Boccadasse in Liguria e che appare nei romanzi come filo rosso sempre presente nella sua vita. Nel 2003 l'amministrazione comunale di Porto Empedocle (Agrigento) ha deciso di mutare la denominazione ufficiale del comune in Porto Empedocle Vigata. Con il benestare dello scrittore che, nell'occasione, si dichiarò particolarmente onorato della richiesta degli Amministratori, il toponimo inventato dallo scrittore per ambientare le sue storie fu aggiunto al nome storico del comune agrigentino. Il personaggio de commissario Montalbano ha ricevuto ulteriore fama dalla serie televisiva, in cui il protagonista viene interpretato da Luca Zingaretti, che ne ha dato un’interpretazione asciutta, immediata, tipica di quegli uomini del Sud che sanno agire senza esternare né i propri sentimenti né il proprio stato emotivo. La sceneggiatura di questo grande successo televisivo - milioni di spettatori hanno simpatizzato con questo commissario piuttosto duro e schivo, distante anni luce dagli stereotipi comunemente usati per tratteggiare i rappresentanti delle istituzioni è stata "firmata" dagli sceneggiatori Francesco Bruni e Salvatore De Mola. Radio2 ha trasformato i tv movie "Il ladro di merendine", "La forma dell'acqua", "L'odore della notte", "La voce del violino" e "La gita a Tindari" in serie radiofoniche di 10 puntate l'uno, integrando con brevi raccordi narrativi, tratti ovviamente dall'opera di Camilleri e letti dalla voce fascinosa di Michele Gammino, le scene in cui l'azione era affidata alle sole immagini. La Palomar si è assicurata i diritti anche di altri libri di Camilleri, in attesa che si chiarisca il caso Zingaretti. Dopo il successo dei 12 precedenti film tv, RaiUno si aspetta un grande successo anche per i due nuovi titoli, sempre per la regia di Alberto Sironi, che si è avvalso della sceneggiatura di Francesco Bruni, dello stesso Camilleri e di Salvatore De Mola. Quanto al cast, è in gran parte confermato quello delle edizioni precedenti per quanto riguarda gli interpreti fissi, mentre sono stati inseriti alcuni attori nuovi nei cast dei due episodi. Accanto a Zingaretti, perciò, si vedranno ancora Cesare Bocci nel ruolo di Mimì Augello, Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella), Davide Lo Verde (Galluzzo), Marco Cavallaro (Tortorella), Roberto Nobile (Nicolò Zito) e Carmelinda Gentile (Beba).

L'Arena, 7.3.2006



TV: ascolti; oltre 8 milioni per Montalbano, vince Raiuno

Roma - Oltre 8 milioni di spettatori hanno seguito ieri su Raiuno il ritorno del commissario Montalbano con 'La pazienza del ragno'. Gli spettatori sono stati 8.241.000, share 30,43%. In una serata caratterizzata anche dal buono ascolto del satellite (7,72%) trainato dalla partita di Champions Juve-Werder Brema, Raiuno ha vinto nettamente nel prime time col 28,56% contro il 19,96% di Canale 5 e nonostante i 7.930.000 spettatori di Striscia la notizia (27.17% di share) che ha superato Affari tuoi (7.714.000 spettatori, 26.34% di share).

AGE, 8.3.2006



Montalbano ritorna in gran forma

La Sicilia rappresentata dal regista Alberto Sironi e bellissima, dolente e allegra, fatiscente e splendida, tutti gli spettatori le sono affezionati. Così come sono affezionati al commissario Montalbano di Luca Zingaretti. "La oazienza del ragno" in onda l'altra sera su Raiuno di fronte a 8 milioni 241 mila spettatori, e "Il gioco delle tre carte" di martedì prossimo potrebbero essere gli ultimi appuntamenti tv. Così dice Zingaretti, così dice Camilleri, che è anche sceneggiatore, insieme con Francesco Bruni e Salvatore De Mola. Se gli ultimi episodi del commissario erano stati deludenti, con la serie e il personaggio che si stavano uniformando agli altri prodotti di genere, questo è ritornato agli alti livelli dei primi lavori. L'interpretazione, intanto. Sarà per la consapevolezza di lasciare presto il ruolo, sta di fatto che il protagonista era in gran forma, ha ridato vitalità e anima a un ruolo che rischiava di diventare maschera. Macchietta Catarella lo è sempre stato, lo è anche nei romanzi: però, come nei libri, così in questa "Pazienza del ragno" la macchietta si umanizza. Che era poi il trucco della vecchia commedia dell'arte: le caratteristiche tipiche di Arlecchino o di Pulcinella sono ridicole, però pure universali, nella loro versione grottesca. Bravi anche gli altri interpreti: e questo è un altro valore aggiunto. In molti sceneggiati, una volta scelto il protagonista, gli altri girano intorno aprendo bocca, non recitando. Diversamente qui. Pensiamo solo all'aria sinceramente sofferente del padre e dello zio della protagonista, quella Susanna Mistretta che simula il proprio rapimento. Lo fa a fin di bene, il commissario, che lo aveva sospettato sin dall'inizio, alla fine riesce anche a dimostrarlo. E tace. Pago, verso la sua coscienza e verso il mondo, di aver scoperto la verità: Montalbano anche nei romanzi è uno che a volte, lui per primo, la legge l'aggira un po', cercando di interpretarne lo spirito. Può essere un atteggiamento pericoloso, in effetti, ma nello sceneggiato ce ne godiamo tutte le conseguenze positive. "Mi auguro solo che lei, Susanna, non tradisca la speranza" dice il commissario alla ragazza, nel salutarla. "Capì che stava dicenno parole di vecchio, ma stavolta senne futtì". Montalbano se ne stracafotte di molte cose, ma ci tiene a essere perbene. Che sospiro di sollievo. Per questo piace così tanto.

Alessandra Comazzi - La Stampa, 9.3.2006



La Biodiversità di Montalbano

In attesa che si compiano i destini del commissario Montalbano (Andrea Camilleri ne ha già decretato la fine letteraria, Luca Zingaretti non vuole più interpretarlo) proviamo a dire qualcosa di sensato, se ci riesce, sulla fiction "La pazienza del ragno", regia di Alberto Sironi (Raiuno, martedì, ore 21.15). Il commissario Montalbano è forse la serie di maggior prestigio realizzata dalla nostra tv: storie avvincenti, location splendide e inusuali, grande interpretazione di Zingaretti (una spanna sopra i vari Castellitto, Placido, Rubini, Accorsi e compagnia recitante). Adesso è arrivata alla raffinatezza della metaindagine. Con un furbo espediente narrativo (al commissario non è affidata ufficialmente l’indagine, si muove per conto suo), Montalbano vive già come personaggio all’interno della storia, le sue inchieste vengono confrontate con quelle letterarie e televisive di Maigret e Poirot, riflette sui metodi di indagine, si abbandona a giudizi politici (il «cattivo» si candida con un certo partito), può permettersi persino di «fottersene» della legge e dare un senso morale alla verità (i soldi del riscatto finiscono in beneficenza), e siccome a metà racconto si capisce già chi è il «colpevole», Montalbano si dedica a particolari apparentemente insignificanti ma di grande raffinatezza scrittoria: mangia il pesce con il vino rosso da gourmand, non si fa incantare da un avvocato che esibisce alle sue spalle l’intera biblioteca Adelphi, pronuncia parole come «metafora», si lascia commuovere da una ragazza che fa un voto di castità quasi manzoniano. Si sfila dalle indagini perché ha scoperto la verità (l’unica che televisivamente conti): Montalbano resta un ibrido tra film d’autore e serie televisiva. Anzi la sua vera sconfitta (un disagio che inciderà sul suo destino?) è di non essere riuscito a serializzare le sue imprese. Perché, com’è ben noto, "Montalbano" non è "C.S.I", non è "24", non è "Colombo". Curiosamente, è un prodotto pre-industriale, non seriale, di alto artigianato regionale. È la biodiversità televisiva. Val la pena di farla scomparire?

Aldo Grasso - Corriere della sera, 9.3.2006



Montalbano, qualità e grandi ascolti

Mattinale. Televisioni Vespri

Antiche e decadenti dimore siciliane, squarci di mare d'inverno e foreste di palme bagnate da torrenziali acquazzoni. Il Commissario Montalbano, con il suo cappottone largo e lungo, cammina per le strade deserte di una Vigata onirica e fredda. Una ragazza è stata rapita, la madre sta morendo di depressione a causa di un fratello ingegnere, tipo davvero poco raccomandabile, che, coinvolto suo malgrado nella misteriosa scomparsa della nipote, vedrà fallire l'avventura elettorale. «Avrebbe dovuto essere in lista in un collegio blindato», dice l'amico avvocato. «Inutile chiedere per quale partito», chiosa l'ironico commissario. La trama, specialmente quando si tratta delle avventure di Montalbano, è un sottile filo di ragionamento, pretesto letterario per affondare la penna (di Andrea Camilleri) e la telecamera (del regista Alberto Sironi) negli ambienti sociali, nella psicologia umana, nel paesaggio di straordinaria intensità. Il commissario è un uomo di sinistra, rispettoso della legge ma soprattutto amante della libertà, un inguaribile idealista che si inchina solo all'onestà dei sentimenti. Se nel corso delle indagini incontra una povera venditrice di uova che, per curare il marito, fa la prostituta, lui è pronto a chiudere tutti e due gli occhi per aiutarla. Se una ragazza finge il proprio rapimento per punire lo zio cattivo, lui non scriverà nessun rapporto all'autorità (con cui, peraltro, intrattiene rapporti assai conflittuali). Perché capisce come «un'estrema capacità d'amore possa trasformarsi in una estrema capacità di odiare». E viceversa. Luca Zingaretti, ormai così identificato nel personaggio da meditare di uscirne definitivamente dopo sette anni di felice convivenza, si è fatto più meditabondo. «Il commissario è un uomo più fermo, riflessivo: legge, studia, pensa», dice il regista, e, nell'accomiatarsi dai numerosi fan, aggiunge: «uscendo da questa scena non sono solo, mi porto nel taschino, come quelle con cui giocavo da bambino le figurine di Montalbano». Il ritorno della popolare serie tratta dai best-seller di Camilleri accende le serate dei telespettatori, finalmente ripagati del canone con una fiction di alta scuola, prodotta da Raifiction e dalla Palomar di Carlo Degli Esposti. Accanto a Zingaretti si muovono i suoi fedeli collaboratori: Cesare Bocci nel ruolo di Mimì Augello, Peppino Mazzotta in quello di Fazio, Angelo Russo nei panni di Catarella, insieme a Davide Lo Verde, Marco Cavallaro, Roberto Nobile e Carmelinda Gentile. Le musiche sono di Franco Piersanti, la fotografia è firmata da Stefano Ricciotti, la scenografia è di Luciano Ricceri. L'episodio "La pazienza del ragno" (Raiuno) è stato il programma più visto della serata, con otto milioni di spettatori e il 30 per cento di share.

Norma Rangeri - Il Manifesto, 9.3.2006



Montalbano è senza rivali

Oltre 8 milioni hanno visto il commissario più famoso d’Italia

Milano — Vola sul podio più alto il commissario Montalbano con oltre 8 milioni di telespettatori trascinando Rai Uno pure alla vittoria della ‘prima serata’; fa il record stagionale Pressing, abilmente condotto da Massimo De Luca (Retequattro) centrando il terzo miglior risultato dal 2000 con un picco di oltre 4 milioni che sfiora lo share del 30%. Nella notte del ritorno del poliziotto inventato da Andrea Camilleri e della Champions, le previsioni sono addirittuta andate oltre le più ottimistiche attese. A conferma, in ogni caso, che la buona fiction ed il buon calcio, pagano sempre. MONTALBANO – Opportunamente promosso, corroborato da una intelligente polemica (Luca Zingaretti, nonostante l’enorme successo popolare, abbandonerà il personaggio che lo ha reso famosissimo?), il commissario Montalbano ha ripreso il suo cammino con cifre da capogiro: oltre 8 milioni di spettatori per l’episodio "La pazienza del ragno", indagine su una ragazza scomparsa (Federica De Cola), figlia di un docente universitario (Luigi Nicolosi). Lo share è stato del 30.43%. Risultato straordinario in una serata di grande calcio rafforzata, nel prime time, dalla platea storica della fiction sui Carabinieri (sempre sopra i 4 milioni in entrambi gli episodi). Ora resta da vedere se davvero Camilleri sopprimerà la sua creatura come hanno fatto, ad esempio, Stephen King in "Misery" (da cui è stato tratto un famoso film) e Sir Arthur Conan Doyle nel 1891 con Sherlock Holmes ne "Il problema finale". Anche per Pinocchio fu così ma Camilleri deve tener conto del pubblico, facile alla ribellione. [...]

Paolo Pirondini - La Provincia, 9.3.2006



Scicli tra cultura e Montalbano

Nell'angolo sud orientale della Sicilia tutto il mese di marzo è dedicato a letteratura, musica, teatro e cinema Nella cittadina barocca visite guidate ai luoghi della fiction

Non uno ma diversi spunti ci portano questa settimana in quel di Scicli, nell´angolo sud orientale della Sicilia, nel cuore del celebrato barocco isolano. Il primo è il "Mese della cultura", in pieno svolgimento (fino alla fine di marzo) con una quantità di appuntamenti, dalla musica al teatro passando per il cinema e la poesia. [...] Il "Mese della cultura", inoltre, prevede anche visite guidate sulle orme del commissario Montalbano e il momento non potrebbe essere più propizio, visto che proprio in questi giorni vanno in onda le ultime due puntate dell´amato telefilm. Si potranno così vedere di pirsona pirsonalmente le stanze che, all´interno del municipio, ospitano il «gabinetto del questore» e l´«ufficio del commissario», la via Mormino Penna, che con la sua scenografica sequenza di chiese ed eleganti palazzine ha fatto da sfondo a più di un esterno, il Palazzo Iacono. Sempre sulle tracce del commissario, si potrà poi proseguire verso la frazione di Sampieri, dove il gigantesco rudere della Fornace Penna, che al principio del Novecento era uno stabilimento per la lavorazione dei mattoni, si fa riconoscere come il luogo in cui nel recente episodio "La pazienza del ragno" viene ritrovato il motorino della ragazza scomparsa, fino al borgo marinaro di Donnalucata, anch´esso immediatamente riconoscibile dagli appassionati. [...]

Maria Cristina Castellucci - La Repubblica (ed. di Palermo), 9.3.2006



Zingaretti-Montalbano, l'ultimo eroe tv

Luca Zingaretti con l'episodio in onda la prossima settimana ("Il gioco delle tre carte") lascia il personaggio Montalbano. Andrea Camilleri annuncia la dipartita del suo commissario, poi precisa "è una fine letteraria". In ogni caso, sarà un'altra storia. Vedendo il primo ("La pazienza del ragno") della coppia di episodi che chiudono una grande saga popolar-televisiva, forse era davvero il caso: Zingaretti non ne può più, e si vede, lo fa per dovere, si toglie giusto qualche sfizio ("Penso che sia inutile precisare a che partito appartiene questo signore" dice, riferendosi al palazzinaro fedifrago che si vuole buttare in politica), sa che ogni espressione abbinata al commissario viene già anticipata dal pubblico, che lo conosce ormai alla perfezione e prevede i momenti di arrabbiatura, ne anticipa l'ironia in arrivo e sa che alla fine farà la cosa giusta e penserà nel modo migliore possibile. Però è stata una bella storia, con seguito di pubblico sempre molto alto. Fin dagli esordi, quando Zingaretti sbucò in quella parte e nessuno, proprio nessuno tra quelli che avevano letto i primi Camilleri aveva immaginato per Montalbano una fisionomia simile. Da allora Montalbano è invece diventato così, e quindi Zingaretti ha stravinto e gliene va dato atto, eccome. Insieme a chi ha curato il progetto, a chi ha saputo assecondare il crescente successo di pubblico: se la storia della tv avesse ancora un senso corrente, e non fosse invece costretta a inseguirne i mille rivoli indistinti e quasi tutti inutili, lo Zingaretti-Montalbano meriterebbe il piedistallo che in passato è stato dei grandissimi del romanzo popolare in tv. Però, ammesso che qualcuno volesse raccoglierla, la sfida a ricreare tutto con personaggi nuovi e un passo diverso, potrebbe essere interessante: proprio per questo sarà di difficile realizzazione. Più probabile un improvviso ripensamento degli attori in gioco. Si vedrà. Per la tv, comunque, ossigeno puro. Prima con l'avvento di "Lost" su Raidue (un po' penalizzata dal grande richiamo che aveva avuto sul satellite, lo scorso anno, dove tra pochi mesi andrà la seconda stagione). E poi un Montalbano, giusto per riprendersi da Sanremo e dai post-Sanremo, dalla fiera delle vacuità e delle ripiccucce che hanno ammorbato l'ambiente come mai in passato.

Antonio Dipollina - La Repubblica, 10.3.2006



Alle urne, alle urne

Notarelle stravaganti di una campagna elettorale in cui l'unica cosa che vola sono gli stracci Ora e sempre Santo Silvio Mike Bongiorno ambasciatore negli Usa, una nuova autostrada in Libia, i marines a Napoli: cronaca fantasiosa (ma non troppo) di quello che succederebbe se il centrodestra ri-vincesse le elezioni.

[...] MONTALBANO. Se ri-vince Berlusconi, di sicuro Luca Zingaretti ci ripensa. Tornerà a interpretare il commissario Montalbano perché, insomma, è una gran rottura di cabasisi questa sua decisione di non fare più il poliziotto di Vigàta. Se ri-vince il Cavaliere (santo subito!), certamente Zingaretti si convincerà a continuare i suoi duetti con l'agente Catarella, perché troverà il sale giusto per condire il suo spettacolo: se appunto ri-vince il Cavaliere, quel pizzico di illegalità in più sarà garantito in tema di realismo e di una messinscena così lui, che è un grande attore, non potrà privarsene. Se proprio non vuole fare la figura di Ubaldo Lay, come teme Andrea Camilleri, l'inventore della saga, cerchi però di non fare la fine di Gano di Maganza (giusto, don Andrea?). [...]

Pietrangelo Buttafuoco - Panorama, 16.3.2006 (in edicola 10.3.2006)



Pollici Montalbano e i siciliani

Il Montalbano di Camilleri che passa in tivù è indiscutibile. Cioè, se ne può solo dire tutto il bene possibile. Grazie soprattutto all´interpretazione di Luca Zingaretti, che si è incollato addosso magistralmente tutti i lampi e i disincanti del protagonista. Bontà di una fiction cui sicuramente hanno contribuito anche, e non poco, le location. La magnificenza di Scicli o di Donnalucata è un altro elemento inconfutabile. I mari e le architetture, gli scorci e gli arredi urbani sono talmente eloquenti da arrivare a stordire pure noi gente di Sicilia. Però. Però si percepisce il curioso controcanto di una sorta di acquario, di una specie di riserva indiana, costruiti dagli autori del serial. Il fondale su cui il celebre commissario sgomita è sì assolutamente abbacinante, ma è altrettanto, sorprendentemente, desertificato. Cioè, noi gente di Sicilia non ci siamo. Cioè, nello schermo si muovono esclusivamente i buoni e i cattivi che danno vita al singolo episodio. Gli uomini e le donne di Vigata (Scicli), di Sicilia, sono da un´altra parte. Tanto valeva girare a Cinecittà.

Giancarlo Mirone - La Repubblica (ed. di Palermo), 14.3.2006



TV: ascolti; vola Raiuno con Montalbano, quasi 9 mln

Roma - Successo e grandi ascolti per 'Il commissario Montalbano' su Raiuno. La fiction interpretata da Luca Zingaretti è stata infatti seguita da 8.850.000 telespettatori con 31.78% di share, risultando il programma più seguito del prime time e battendo il film di Canale 5 'Ma che colpa abbiamo noi' che ha ottenuto il 16.89% con 4.338.000. In particolare, su Raiuno per Montalbano la platea televisiva è stata quasi sempre superiore ai 9.500.000, con punte di share oltre il 36 per cento. [...]

AGE, 14.3.2006



Montalbano, Auditel e critica concordi

È un vero peccato che Luca Zingaretti abbia deciso, pur con la precauzione scaramantica di «mai dire mai», di abbandonare le vesti del commissario Montalbano dopo gli ultimi nuovi episodi appena andati in onda. È vero che, per un attore come per qualsiasi professionista, è bene lasciare la scena o magari anche solo un personaggio di successo finché si è ancora in forma, al top del gradimento e delle proprie potenzialità espressive. Ma questo vale soprattutto per chi ha già dato il massimo di sé e si appresta a una china discendente già accennata o comunque facilmente pronosticabile. Il caso di Zingaretti è diverso, perché non c'è stagione televisiva in cui la sua caratterizzazione del commissario Montalbano non sia apparsa di volta in volta migliore della precedente, con sfumature interpretative sempre nuove e arricchenti, tanto che ormai «Montalbano» è una sigla riconducibile più all'interprete che al suo creatore Andrea Camilleri. Senti nominare Montalbano e subito il tuo pensiero va alla ruvida schiettezza del commissario Zingaretti prima ancora che alla penna di chi gli ha dato vita, e se è vero che la ribalta televisiva privilegia spesso gli attori fino a «nascondere» il testo, Zingaretti ha avuto il merito di dare una tale forza espressiva al «suo» Montalbano, una così robusta identità, da far sembrare i racconti portati sul video migliori di quello che sono in realtà, il che non capita molto facilmente. Funziona naturalmente anche il bel lavoro d'équipe di tutta la struttura che ha partecipato a questa serie: la trasposizione sullo schermo dei romanzi e dei racconti dello scrittore siciliano si avvale di una grazia particolare, di un benefico equilibrio tra il timbro singolare del linguaggio espresso sulle pagine e l'atmosfera da «esterno Sicilia» resa con fascinosa sobrietà dal contributo congiunto della regia e della fotografia. Il commissario Montalbano è uno degli esempi più riusciti di compromesso tra testo e adattamento sullo schermo, tanto è vero che è stato capace di accontentare un po' tutti: chi conosceva le gesta del protagonista attraverso la pagina scritta, chi lo ha incrociato per la prima volta solo in televisione, fino alle parole di elogio che lo stesso Camilleri ha rivolto all'attore. Una tale unanimità di vedute è cosa davvero rara nel campo degli adattamenti televisivi. Per tutti questi motivi il distacco di Zingaretti da Montalbano è un peccato, da qualunque punto di vista lo si guardi. L'interprete viveva in perfetta simbiosi con il personaggio, nel pieno di una maturità professionale che ci avrebbe regalato altre serate qualitativamente pregevoli; il pubblico non aveva ancora fatto in tempo a stancarsi; Auditel e critica andavano (una volta tanto) d'accordo.

Il Giornale, 15.3.2006



Montalbano alla grande, vola Vespa

La sfida degli ascolti. ‘Striscia’ è ancora una volta il programma più visto. Spettatori fedelissimi per ‘Chi l’ha visto?’ La fiction tratta da Camilleri seguita da quasi 9 milioni. ‘Porta a Porta’ senza rivali con il rapimento Onofri

Milano — [...] Il prime time è stato vinto dal commissario Montalbano con una media di quasi nove milioni di spettatori (31.78%); il doppio di quanto ottenuto dal film di Carlo Verdone e Margherita Buy (Ma che colpa abbiamo noi, commedia del 2002). Ora Andrea Camilleri, lo scrittore che ha inventato Montalbano affidandolo all’ottima intrepretazione di Luca Zingaretti, dovrà spiegare ai suoi fans con quale coraggio farà calare il sipario sul Maigret di casa nostra. Dice infatti Camilleri: «Ho già scritto la storia in cui il mio eroe morirà». Ma sarà vero? [...]

Paolo Pirondini - La Provincia, 15.3.2006



I segreti di Montalbano

"Il grandissimo vantaggio di essere regista è soprattutto quello di non avere mai nessuno a cui dare la colpa! Quasi tutti hanno qualcosa o qualcuno a cui dare la colpa. Non i registi. Essi posseggono l’inconcepibile possibilità di rappresentarsi da soli le proprie realtà, i propri destini, insomma la vita, comunque la si voglia chiamare".

Quando ho letto "La pazienza del ragno" e "Il gioco delle tre carte" due straordinarie storie d’amore, ho capito che questo sarebbe stato un Montalbano diverso.

Che c’è di più affascinante che raccontare gli amori, le paure, l’angoscia, il dolore, insomma i sentimenti che muovono la vita degli uomini? Il regista per mestiere fa questo, e ogni volta che affronto un nuovo film provo un sottile piacere: percorrere i pensieri dei personaggi, indicare la strada agli attori… "La pazienza del ragno" e "Il gioco delle tre carte", ognuno per il suo verso, sono storie molto letterarie. Il commissario è un uomo più fermo, riflessivo: legge, studia, pensa.

Non voglio raccontarvi la trama, ma posso dirvi che in questi film mi muovo su piani diversi: tempo, spazio, ricordo, sogno, realtà… Queste storie abitano più nel passato e di tanto in tanto si affacciano alla realtà.

Camilleri è un affabulatore straordinario, e quando racconta io lo ascolto sempre con piacere, le sue parole sono già romanzo. Poi il regista prende il testo, lo fa suo, ci mette le sue esperienze, la sua sofferenza, paura, timore, gioia, brutalità e lo consegna agli attori perché lo mostrino al pubblico.

Finchè siamo sul palcoscenico, noi registi, attori, etc… ci accorgiamo di destare attrazione, la gente ci guarda, ci ama. Quando usciamo di scena in pochi ci riconoscono, non abbiamo più la maschera del personaggio. Voglio salutare il pubblico dicendo che, uscendo da questa scena non sono solo, mi porto nel taschino, come quelle con cui giocavo da bambino, le figurine di Montalbano.

Rai



De Luca: vi racconto il mio segreto

Televisione. ‘Pressing’ in onda dopo la fiction Rai. Ed è boom

Milano — Aria di grande euforia negli studi Mediaset di Cologno Monzese per il record di Pressing. Sugli scudi il conduttore Massimo De Luca, il regista Andrea Sanna ed il produttore Roberto Calabrese. De Luca, un successo in fondo non inatteso… «Beh direi un successo voluto, costruito, di squadra». In che senso? «Lo racconto volentieri ai lettori de La Provincia». Avanti… «Sapevamo che la bella fiction di Montalbano sarebbe finita soltanto alle 23.05. Ed allora abbiamo preso tempo. Voglio dire: abbiamo aspettato prima di mandare in onda l’attesa sintesi di Juve-Werder Brema che il commissario di Camilleri calasse il sipario». [...]

(p.p.)



Montalbano, Auditel e critica concordi

È un vero peccato che Luca Zingaretti abbia deciso, pur con la precauzione scaramantica di «mai dire mai», di abbandonare le vesti del commissario Montalbano dopo gli ultimi nuovi episodi appena andati in onda. È vero che, per un attore come per qualsiasi professionista, è bene lasciare la scena o magari anche solo un personaggio di successo finché si è ancora in forma, al top del gradimento e delle proprie potenzialità espressive. Ma questo vale soprattutto per chi ha già dato il massimo di sé e si appresta a una china discendente già accennata o comunque facilmente pronosticabile. Il caso di Zingaretti è diverso, perché non c'è stagione televisiva in cui la sua caratterizzazione del commissario Montalbano non sia apparsa di volta in volta migliore della precedente, con sfumature interpretative sempre nuove e arricchenti, tanto che ormai «Montalbano» è una sigla riconducibile più all'interprete che al suo creatore Andrea Camilleri. Senti nominare Montalbano e subito il tuo pensiero va alla ruvida schiettezza del commissario Zingaretti prima ancora che alla penna di chi gli ha dato vita, e se è vero che la ribalta televisiva privilegia spesso gli attori fino a «nascondere» il testo, Zingaretti ha avuto il merito di dare una tale forza espressiva al «suo» Montalbano, una così robusta identità, da far sembrare i racconti portati sul video migliori di quello che sono in realtà, il che non capita molto facilmente. Funziona naturalmente anche il bel lavoro d'équipe di tutta la struttura che ha partecipato a questa serie: la trasposizione sullo schermo dei romanzi e dei racconti dello scrittore siciliano si avvale di una grazia particolare, di un benefico equilibrio tra il timbro singolare del linguaggio espresso sulle pagine e l'atmosfera da «esterno Sicilia» resa con fascinosa sobrietà dal contributo congiunto della regia e della fotografia. Il commissario Montalbano è uno degli esempi più riusciti di compromesso tra testo e adattamento sullo schermo, tanto è vero che è stato capace di accontentare un po' tutti: chi conosceva le gesta del protagonista attraverso la pagina scritta, chi lo ha incrociato per la prima volta solo in televisione, fino alle parole di elogio che lo stesso Camilleri ha rivolto all'attore. Una tale unanimità di vedute è cosa davvero rara nel campo degli adattamenti televisivi. Per tutti questi motivi il distacco di Zingaretti da Montalbano è un peccato, da qualunque punto di vista lo si guardi. L'interprete viveva in perfetta simbiosi con il personaggio, nel pieno di una maturità professionale che ci avrebbe regalato altre serate qualitativamente pregevoli; il pubblico non aveva ancora fatto in tempo a stancarsi; Auditel e critica andavano (una volta tanto) d'accordo.

Il Giornale, 15.3.2006



Da Montalbano a Bartali le fiction a Taormina

Da "Pompei", miniserie che sarà pronta a fine estate, di cui vengono proposte alcune scene in anteprima, a "Bartali", appena passata con successo di pubblico su Raiuno. Sono solo due delle molte fiction, documentari, film, del catalogo Raitrade che saranno offerti ai buyers internazionali riuniti da domani a Taormina per gli screenings. Sulle 100 postazioni tv in alta definizione a disposizione dei buyers nella tre giorni di screenings saranno, tra l'altro, disponibili tutte le 14 puntate di Montalbano, diventato un cult anche all'estero.

La Repubblica (ed. di Palermo), 29.3.2006



Cultura e spettacolo

Ascolti tv: Ballaro' vince la serata, supera anche "Montalbano"

Roma - Dopo la rincorsa della settimana scorsa, il programma di Raitre "Ballaro'" ha vinto la sfida in prima serata battendo anche le fiction delle ammiraglie Raiuno e Canale 5. Il programma di Giovanni Floris, che ieri sera ospitava Berlusconi, Bertinotti, Rotondi ed Emma Bonino, ha sfiorato i 5 milioni e 600mila spettatori, con uno share del 21.02%. Dietro, con circa centomila spettatori in meno ma uno share leggermente piu' alto al 21.20% "Il commissario Montalbano" su Raiuno. [...]

Agr, 29.3.2006





Last modified Wednesday, July, 13, 2011