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La Laurea Magistrale honoris causa in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane che oggi conferiamo allo scrittore Andrea Camilleri può, sotto un certo punto di vista, essere considerata come il compimento di un percorso, culturale e umano, che si è sviluppato in un lungo arco di tempo.
Voglio citare soltanto due date, menzionando l’anno accademico 1996/1997, quando Camilleri accettò per la prima volta l’invito del professor Giuseppe Marci e partecipò alle attività didattiche della Facoltà di Lettere, e il 2003/2004 quando, nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Marci tenne un corso di Letteratura italiana contemporanea dedicato a Il re di Girgenti, romanzo che ieri abbiamo saputo essere anche il preferito dallo scrittore.

Da allora a oggi le situazioni sono cambiate.
La rivoluzione digitale ha modificato notevolmente gli scenari dello studio, dell’informazione, della vita sociale, della partecipazione alla vita pubblica, al dibattito politico, al processo di formazione delle decisioni che riguardano la vita di tutti. Un fenomeno nell’insieme positivo ma che presenta anche aspetti sui quali dobbiamo fermarci a riflettere.
La facilità dell’accesso ai dati, in sé positiva, implica una capacità di gestione che, nella scuola e nell’università, cerchiamo di formare, sapendo dei nostri limiti e della crescente difficoltà del compito assegnatoci. Non possiamo, infatti, sottovalutare come nella nostra società, per tutta una serie di motivi, e forse in primo luogo per la mancanza di serie occasioni di lavoro, i giovani possano avere minori stimoli all’impegno di studio, alla formalizzazione dei pensieri e alla loro organizzazione nella scrittura.

Quasi per un paradosso, in questo stesso periodo si è affermato uno scrittore che ha come caratteristiche proprio la complessità linguistica e la profondità dei concetti contenuti nelle sue opere, la capacità di creare l’ampio disegno razionale delle indagini poliziesche di cui è protagonista il commissario Montalbano.
Nel merito delle questioni letterarie entrerà il professor Marci. Per parte mia vorrei fare solo due osservazioni, da lettore ed estimatore di Andrea Camilleri. È nota la grande diffusione dei suoi lavori, letti e discussi appassionatamente con familiari e amici. Credo che questa godibilità sia un formidabile strumento di attrazione per i giovani, invogliati così allo studio e alla comprensione dei fenomeni che costituiscono l’oggetto tanto dei romanzi polizieschi, come di quelli storici.

Vorrei ringraziare il professor Marci e i colleghi della Facoltà di Scienze Umanistiche per aver utilizzato la bravura di Camilleri, l’amicizia che in tutto questo tempo ci ha dedicato, non per sfruttare la sua fama accendendo un effimero spot su di noi, ma per fare meglio il nostro mestiere di formatori.
Anche in questa circostanza, si è voluto che il conferimento della Laurea honoris causa non fosse un mero atto formale, ma l’occasione per avviare un processo didattico, organizzando un seminario preparatorio che ha coinvolto oltre sessanta studenti e ha visto mobilitati, per le lezioni, i docenti che oggi formano la Commissione per l’esame di laurea.
Gli studenti hanno frequentato le lezioni, hanno studiato e hanno scritto, come relazione conclusiva, una recensione su uno dei romanzi di Camilleri. Tali recensioni sono state valutate in un concorso letterario istituito per l’occasione.
Camilleri dice, parlando di sé, della necessità di tenere in esercizio la mano, nell’atto della scrittura. Possiamo facilmente immaginare i problemi affrontati da giovani che quell’esercizio lo aveva abbandonato da tempo. Il professor Marci e i suoi colleghi, con passione e professionalità, hanno coinvolto e guidato i giovani e hanno costituito una Giuria Internazionale per valutare gli elaborati e stabilire quali fossero meritevoli di premiazione.
La Giuria, formata da quindici docenti, originari della Sardegna e che insegnano in importanti università dell’Europa, degli Stati Uniti, del Messico e della Nuova Zelanda, in gran parte laureati a Cagliari – consentitemi: a conferma della qualità della preparazione conseguita nel nostro Ateneo –, ha svolto con severità il suo compito e, insieme alla terna dei vincitori, ci ha segnalato i limiti rilevati: ciò costituirà una guida e uno stimolo per il futuro lavoro.
Ieri ho partecipato all’incontro fra lo scrittore e gli studenti che hanno frequentato il Seminario di studio sulla sua opera e, più ampiamente, fra lo scrittore e i lettori cagliaritani.
È stato un incontro denso di emozioni, di contenuti culturali e di spunti di riflessione, un’occasione importante che la nostra Università ha saputo creare, interpretando il suo ruolo non solo nei confronti degli iscritti ma proiettandosi all’esterno, verso la società e il territorio in cui opera.
Ringrazio, per tutto questo, il Maestro Camilleri che con il fascino della sua scrittura ha propiziato il nostro lavoro.

Vorrei aggiungere che sottoscrivo in pieno l’idea che sta alla base del Seminario organizzato quest’anno e la rilancio come una sorta di sfida ai docenti presenti in questa Commissione e a tutti gli altri dell’Ateneo. Propongo loro di impiegare la potenzialità didattica emersa, riprogrammando per il prossimo anno un’analoga iniziativa di studio; possibilmente proiettandola in una dimensione più ampia, che superi gli ambiti territoriali in cui opera il nostro Ateneo e, se ci riuscissimo, i confini dell’Italia.
L’opera di Andrea Camilleri è stata tradotta in moltissime lingue. Il professor Marci, sulla base di recenti esperienze, sostiene che in altre università, in Europa e in America, c’è ampio interesse nei confronti della nostra storia, della storia culturale e letteraria e che i romanzi di Camilleri assolvono bene al ruolo di ambasciatori nel mondo.
Credo esistano, dunque, le condizioni per le quali l’Università di Cagliari si proponga come motore di un’iniziativa volta allo scopo di promuovere un’attività didattica e di ricerca centrata sull’opera di Andrea Camilleri che si sviluppi a livello internazionale.
Mi piacerebbe trasformare l’evento che celebriamo, e che abbiamo detto essere compimento di un percorso, nel punto di partenza di una nuova esperienza nella quale sapremo mettere a frutto le competenze e le qualità organizzative delle quali disponiamo.

Sarebbe un modo per onorare il magistero della scrittura di Andrea Camilleri e manifestargli la gratitudine per l’amicizia di cui ha voluto dar prova accettando l’invito a venire fra noi.


Conferisco la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane, honoris causa, allo scrittore Andrea Camilleri:

Per l’alto valore della sua opera letteraria che abbraccia generi e ambiti narrativi diversi, elabora originali soluzioni stilistiche e propone contenuti contraddistinti da intensa passione civile.

Per l’efficacia di una sperimentazione linguistica che, apparentemente percorrendo le strade di uno spazio circoscritto e locale, sa farsi mezzo comunicativo capace di avvincere lettori in ogni parte d’Italia.

Per aver saputo raccontare i casi minimi della storia nazionale, elevandoli al rango di grande narrazione rivolta al vastissimo pubblico che, in Europa come in America e negli altri continenti, legge in traduzione le sue opere.

Per averci fatti persuasi che stiamo tutti sulla sponda dello stesso lago e che i problemi della modernità possono essere risolti solo attraverso lo sforzo concorde delle genti.

Giovanni Melis

Introduzione del Magnifico Rettore in occasione del conferimento della Laurea Magistrale Honoris Causa in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane ad Andrea Camilleri, Cagliari, 10 maggio 2013


 
Last modified Tuesday, May, 21, 2013