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Il giro di boa

c2003, 1. ed. 2003
 

pag 77-78
“Ma come diceva Eliot nella poesia «Morte per acqua», a proposito di Fleba, un fenicio morto annegato: «Gentile o Giudeo, /o tu che giri la ruota e guardi la direzione del vento, / pensa a Fleba...» lui a quel morto senza nome avrebbe continuato a pensarci. Morte per acqua (Eliot, Thomas Stearns)

Di famiglia agiata, Eliot già a dieci anni mostra interesse per la poesia. Nel 1906 si s’iscrive all’Harvard University dove studia francese, tedesco, letteratura inglese, storia medievale e storia della filosofia. Nel frattempo, s’interessa di Dante e legge la Divina Commedia, segue un corso sui poeti metafisici e incontra Conrad Aiken un poeta che gli resterà amico per tutta la vita. Nel 1917 esce la sua prima raccolta di poesia Prufrock e altre osservazioni, nel 1919 e 1922 rispettivamente, Poesie e La terra desolata. Dal 1923 è direttore della rivista “The Criterion” poi della casa editrice Faber and Faber, mentre nel 1927 Eliot riceve la cittadinanza inglese e si converte all’anglicanesimo (nel 1933 si trasferirà a Londra nella parrocchia della St. Stephen's Churc, anglo-cattolica, e diverrà Vicar's Warden, la più alta posizione di un laico nella chiesa). E’ di questo periodo anche l’interessamento di Eliot per il teatro che si concretizza con la produzione di alcuni saggi e alcuni lavori quali, Assassinio nella cattedrale, La riunione di famiglia, Cocktail party, L’impiegato di Fiducia e Il grande statista. Nel 1948 Eliot è insignito del premio Nobel per la letteratura. La poesia citata (IV. Death by water) è tratta dalla raccolta The Waste land (Terra desolata); in essa, l’elemento acqua ha il sopravvento ed il marinaio fenicio (che, negli antichi rituali per la fecondità, simboleggia il dio) prepara ad una affermazione mistica. D’altronde, l’acqua per il commissario Montalbano ha un potere purificatore e quasi catartico, dal momento che egli preferisce il morso freddo del liquido piuttosto che rimanere a cataminarsi nel letto.

pag 81
Dopo lunga e perigliosa navigazione, Ulisse finalmenti aviva trovato la so' tanto circata Itaca. "Odissea" (Omero )

pag 115
“E gli tornò a mente un romanzo di Dürrenmatt dove un commissario consuma la sua esistenza per tenere fede alla promissa fatta ai genitori di una picciliddra ammazzata di scoprire l’assassino... Un assassino che intanto è morto e il commissario non lo sa. La caccia ad un fantasima.” La promessa (Dürrenmatt, Friedrich)

Il romanzo a cui Montalbano si riferisce nasce nel 1958 come soggetto cinematografico (La promessa), alla base del film Il mostro di Magendorf, di Ladislao Vajda, soltanto in seguito diventa un’opera letteraria autonoma. È definito l’anti-giallo per eccellenza: "Promisi sulla mia coscienza di trovare l'assassino, solo per non essere costretto a vedere ancora il dolore di quei genitori... e ora devo mantenere la mia promessa." Il freddo e infallibile investigatore, il commissario Matthäi, è vincolato all'impegno preso, e obbligato a risolvere il caso di una bambina di sette anni brutalizzata e uccisa in un bosco. Ma La promessa, grande "antiromanzo giallo", liquida con un massimo di crudeltà e finezza il genere poliziesco colpendolo proprio alla radice, cioè nella sua favolosa e assoluta consequenzialità. Gli elementi del genere ci sono tutti: i colleghi, ottusi o altezzosi, che si rifiutano di prestare fede alle sorprendenti intuizioni del commissario; un delitto raccapricciante con drammatici precedenti; un presunto colpevole; e la sorpresa finale, con lo scioglimento del mistero e la rivelazione dell'autentico assassino. Tutto viene però parodisticamente distorto e deformato nella celebrazione funebre del personaggio del detective e del racconto giallo tradizionali. Dürrenmatt sostituisce alla morale pratica di ogni poliziotto (il delitto non paga) una morale metafisica in cui regna l'assurdo: il razionale non prevale affatto sul caos, o almeno non fatalmente, e chi fa affidamento sulla razionalità finisce per esserne la prima incompresa vittima. Un po’ la crisi che attanaglia il commissario Montalbano e che trova espressione nella disperata ricerca dell’assassino del piccolo extracomunitario. La promessa è stato recentemente portato sul grande schermo con un cast d'eccezione: Jack Nicholson, Benicio Del Toro, Vanessa Redgrave, Mickey Rourke, Sam Shepard. Regia di Sean Penn. (2001). "Nella primavera del 1957 il produttore Lazar Wechseler mi commissionò un soggetto cinematografico. Tema: delitti sessuali sui bambini. Scopo: mettere in guardia la gente contro un pericolo che, purtroppo, si presenta sempre più spesso. Consegnai un racconto, una prima stesura del romanzo. In collaborazione col regista del film, Ladislao Vajda, lo elaborai poi in una sceneggiatura. Finita la sceneggiatura, mi rimisi al lavoro, ripresi la storia, rifacendola da capo e sviluppandola al di là d’ogni intenzione pedagogica. Da un caso particolare sono arrivato al caso del detective in genere, alla critica di uno dei più tipici personaggi ottocenteschi." Friedrich Dürrenmatt.

pag 149
“«Mentre a Tricase le casuzze si danno cunfidenza, pare che parlano tra loro». «Sei diventato poeta?» spiò Montalbano.

Suggestione da Quasimodo?
...Vicolo: una croce di case / che si chiamano piano / e non sanno ch’è paura / di restare solo nel buio...

Tratto dalla raccolta “Acque e terre”, pubblicata nel 1930. Inutile sottolineare che tutta la poesia di Quasimodo è permeata dalla Sicilia vista in tutte le sue più profonde manifestazioni. Quando ho letto questo passaggio del libro ho dovuto riflettere a lungo per capire da dove venisse questa suggestione, perchè ricordavo di averla sentita profondamente legata alla Sicilia. (Quasimodo )


pag 155
... Spigonella era una terra disolata, tanto per citare Eliot ... Ma Spigonella doviva essere gia' morta al momento di nasciri. Nel suo principio c'era la sua fine, tanto per storpiare ancora Eliot. (Eliot)


Legenda [1]

Legenda [2]



Last modified Saturday, July, 16, 2011