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La forma dell'acqua

c1994 16. ed. 1999
 

23 d. Ponderosa & poderosa Opera del giudice Lo Bianco.

Altra pausa. E quindi:

"Sempre nelle ore d’ufficio, sia chiaro".

Si allontanò. Nelle ore d’ufficio, e non a casa. A casa, era notorio, il giudice Lo Bianco si dedicava alla stesura di una ponderosa e poderosa opera: Vita e imprese di Rinaldo e Antonio Lo Bianco, maestri giurati dell’Università di Girgenti, al tempo di re Martino il Giovane (1402-1409), che egli riteneva suoi, per quanto nebulosi, antenati.

23 a. Ritrovamento del corpo di Silvio Luparello.

"Com’è morto?" spiò al dottore.

"Guardi lei" rispose Pasquano facendosi di lato.

Montalbano infilò la testa dentro l’automobile che pareva un forno (nel caso specifico crematorio), taliò per la prima volta il cadavere e subito pensò al questore.

Pensò al questore non perché fosse sua abitudine elevare il pensiero al superiore gerarchico al principio di ogni indagine, ma solo perché col vecchio questore Burlando, che gli era amico, una decina di giorni prima avevano parlato di un libro di Ariès, Storia della morte in Occidente, che avevano entrambi letto. Il questore aveva sostenuto che ogni morte, anch ela più abietta, conservava sempre una sua sacralità. Montalbano aveva ribattuto, ed era sincero, che in ogni morte, magari in quella di un Papa, non arrinisciva a vederci niente di sacro.

Avrebbe voluto averlo ora al fianco, il signor questore, a taliare quello che lui stava taliando.

75 (a). I coniugi Contino.

Il maestro Contino giaceva su una poltrona [...]. La moglie invece era distesa sul letto, anche lei con del sangue all’altezza del cuore, le mani serrate attorno a un rosario. Doveva avere pregato, prima di consentire che il marito l’ammazzasse. E ancora una volta Montalbano pernsò al questore, che questa volta aveva ragione: qui, la morte, aveva trovato la sua dignità.

Storia della morte in Occidente (1975) / Ariès, Philippe (1914-1984)
 
 
 
 

28 e. Pino Catalano, geometra munnizzaro.

Magari a Pino quella notte non ci potè sonno. Testa speculativa, gli piaceva il teatro e da attore aveva recitato nelle volonterose, ma sempre più rare, filodrammatiche di Vigàta e dintorni. Di teatro leggeva: appena lo scarso guadagno glielo permetteva, correva nell’unica libreria di Montelusa ad accattarsi commedie e drammi.
 
 
 
 

30 e. La lettura dei giornali.

La lettura dei due quotidiani siciliani, uno che si stampava a Palermo e l’altro a Catania, venne a Montalbano interrotta, verso le dieci del mattino, da una telefonata del Questore che gli arrivò in ufficio.
 
 
 
 

30 b. Il Questore telefona a Montalbano.

"Devo trasmetterle dei ringraziamenti" esordì il Questore.

M: "Ah, sì? E da parte di chi?"

Q: "Da parte del vescovo e del nostro ministro. [...] Pensi che il vescovo ha citato persino Pirandello".

M: "Ma no!".

Q: "Sì, invece. Ha citato i Sei personaggi, quella battuta in cui il padre dice che uno non può restare agganciato per sempre a un gesto poco onorevole, dopo una vita integerrima, a causa di un momentaneo sfaglio. Come a dire: non si può tramandare ai posteri l’immagine dell’ingegnere con i pantaloni momentaneamente calati".

M: "E il ministro?".

Q: "Quello Pirandello non l’ha citato perché manco sa dove sta di casa, ma il concetto, tortuoso e bofonchiato, era lo stesso".

Sei personaggi in cerca d’autore (1921) / Pirandello, Luigi (Girgenti, 1867- Roma, 1936)
 
 
 
 

37 e. L’amabile dottor Pasquano al telefono con Montalbano.

"E con ciò? Che cavolo vuole significare? Che gli hanno avvelenato la pastiglia di diuretico? Crede di essere ancora ai tempi dei Borgia? O si è messo a leggere libri gialli di scarto? Se fosse stato avvelenato me ne sarei accorto, no?"
 
 
 
 

61-62 b. Nella cammara di Pino Catalano, con la madre.

Una stanzetta piena di libri e di riviste, un tavolinetto coperto di carte sotto la finestra.

"Pino dov’è andato?"

"A Raccadali, sta provando un travaglio di Martoglio, quello che parla di san Giovanni dicullatu. Ci piaci, a me figliu, fari u triatru".

San Giuvanni decullatu (1908) / Martoglio, Nino (Belpasso, 1870- Catania, 1921)

(segnalato da Filippo Lupo, ottobre 2000)
 
 
 
 

79 c. Nicolò Zito.

Cangiò canale. Su "Retelibera", la voce dell’opposizione di sinistra, c’era Nicolò Zito, l’opinionista più seguito, che spiegava come qualmente, zara zabara per dirla in dialetto o mutatis mutandis per dirla in latino, le cose nell’isola, e nella provincia di Montelusa in particolare, non si cataminavano mai, magari se il barometro segnava tempesta. Citò, ed ebbe gioco facile, la frase saliniana del cangiar tutto per non cangiare niente…

Il Gattopardo (1958, postumo) / Tomasi di Lampedusa, Giuseppe (Palermo, 1896- Roma, 1957)
 
 
 
 

85 d. Nicolò a cena da Salvo.

Poi Zito attaccò a contargli un romanzo che aveva in mente di scrivere e fecero le quattro…
 
 
 
 

102 e. Biblioteca di Villa Luparello.

"L’aspettavano, signor commissario".

Lo guidò per un lungo corridoio, gli aprì una porta, gli fece cenno d’entrare. Montalbano si trovò in una grande biblioteca, i libri a migliaia erano ben tenuti, allineati in enormi scaffali.
 
 
 
 

106 c. La signora Luparello.

"Vede, mio marito si è bellamente concesso ai suoi vizi, ma non ha mai avuto tentazioni di annichilimento, di estasi verso il basso come diceva una scrittore francese. [...]"

Probabilmente Baudelaire, Charles (Parigi, 1821- ivi, 1867)

(Ipotesi di Sandra, 19 novembre 2000)

La condition humaine ("extase vers le bas")André Malraux (Parigi, 1901-1976)

(Ipotesi di Giulio Pianese, settembre 2002)
 
 
 
 

158 a. Dopocena dal Questore.

Q: "Meditava un ricatto?"

M: "No, meditava sulla scrittura di un’opera teatrale. Mi creda, non aveva alcuna intenzione di commettere un reato. E qui entriamo nel vivo della questione, e cioè Rizzo".

Q: "Aspetti. Mi ero riproposto, stasera di trovare il modo di rimproverarla. Del suo volere spesso complicare le cose semplici. Lei ha letto sicuramente Candido di Sciascia. Si ricorda che il protagonista a un certo punto afferma che è possibile che le cose sono quasi sempre semplici? Io questo volevo ricordarle".

M: "Sì, ma vede, Candido dice quasi sempre, non dice sempre. Ammette delle eccezioni. E questo di Luparello è un caso dove le cose vengono disposte in modo d’apparire semplici".

Q: "E invece sono complicate?".

M: "Lo sono assai. A proposito di Candido, ne ricorda il sottotitolo?".

Q: "Certo, Un sogno fatto in Sicilia".

M: "Ecco, qui invece siamo a una sorta d’incubo. [...]".

Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia (1977) /

Sciascia, Leonardo (Racalmuto, 1921- Palermo, 1989)

Legenda [1]

Legenda [2]



Last modified Saturday, July, 16, 2011