Titolo |
Il barone di
Montebello e la strage degli Alberti di Pentidattilo |
Autore |
Alessandro Cavallaro |
Data prima edizione |
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Paese |
Italia |
Lingua |
Italiano |
Editore |
Laruffa Editore |
Collana |
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Data edizione letta |
2003 |
Pagine |
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Euro |
12,00 |
Mini recensione |
Storia di un amore
contrastato quella di Antonia Alberti, marchesa di Pentidattilo, e di
Bernardino Abenavoli, barone di Montebello. É bastato uno sguardo fugace a far
scoppiare una passione forte e sincera tra i due giovani, ma contrastata fin
dall'inizio da don Lorenzo Alberti, marchese di Pentidattilo e fratello di
Antonia, per un'antica rivalità esistente con il vicino feudo di Montebello. Storia di lutto e di dolore
questa. Non solo per i protagonisti, ma anche per la
povera gente. Martoriata da pestilenze, carestie, terremoti e dalle ingenti
tasse da pagare agli spagnoli. Tanta era la fame che nei
periodi più duri questa gente era costretta a mangiare i gatti e i topi o a
fuggire in Aspromonte e diventare brigante per riuscire a sopravvivere.
Potrebbe assomigliare alla più nota tragedia di "Giulietta e Romeo"
di Shakespeare. Ma a morire non saranno i protagonisti ma la famiglia di
Antonia, alla vigilia di Pasqua. E su Bernardino ricadrà interamente la colpa
di una strage che lui non ha mai ordinato. La sua unica e vera colpa è stata
solo di amare la figlia dell'acerrimo nemico di suo padre. E di volerla sposare. Il matrimonio viene
celebrato a Montebello il 19 aprile 1686 il giorno dopo la strage, ma dopo la
notizia della tragica fine dei suoi familiari Antonia non sarà più la stessa. Bernardino è costretto a
fuggire per non cadere nelle mani degli spagnoli. Riesce a mettere in salvo
la sua amata a Reggio e lui a raggiungere Malta. Durante il viaggio sono
tante le domande .di chi è la colpa? Sua? di Scrufari? di don Lorenzo? della
marchesa donna Agnese Velasquez? O forse della maledizione della mano di
pietra che attraverso gli Alberti colpiva anche lui?.
Storia di un amore contrastato questa e di un destino scellerato. In cui non
c'è un lieto fine. In cui i due protagonisti vivranno del ricordo di un amore
vero lontani l'uno dall'altro per il resto dei loro giorni. E ancora oggi.
nelle notti buie e senza luna. chi si fosse avvicinato al castello di
Pentedattilo avrebbe udito, provenienti da quei ditoni di pietra, dei lamenti
umani, ora più deboli ora più forti, che il vento trasportava in lontananza e
che facevano raggelare il sangue. Certo nel libro la storia è più romanzata e
in parte non rispecchia la vera storia, ma vale la pena leggerlo, anche
perché da uno spaccato della situazione economica e sociale dell'epoca che fa
capire anche perché la Calabria è quella che è. |