Mini recensione
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Un libro di quelli che
hanno fatto la storia, magari anticipandola, eppure, come tanti libri
"datati", ovvero legati ad un preciso contesto storico, leggendoli
sembra quasi che avendo perso quel legame con la storia si sia perso un treno
e che la sua lettura oggi non possa che essere "letteraria", avulsa
dal con-testo di cui sopra. ma anche questo approccio risulta incespicante,
poiche' da quel legame con la storia il lettore, ancor memore, non puo'
slegarsi.
Del suo valore letterario colpisce invece in primis lo stile, schietto e
pulito, cesellato nelle scelte ("erano, invece, insieme un pezzo di
questione meridionale"), dove il dialetto "puro" Entra per
brevi tratti ("ingiuria", "barruggeddu") e significativamente
illustra la realta' vista da chi siciliano non e' (ma sta leggendo).
Cosi' come piu' magistralmente la sicilianita' si rivela nella costruzione e
ancor piu' nei ragionamenti, nei discorsi pur scritti in un italiano
impeccabile, tradendo la un modo di concepire la vita e una scala di valori
che al "continentale" risulta ancora misterioso.
Di questo mistero il lettore acquista tuttavia consapevolezza, e gia' questo
e' sufficiente a farlo sentire moralmente distante dal "continentale
medio", qui rappresentato dalle ragazze di parma, che della sicilia
hanno una visione filmica, romanticamente falsa che quasi diventa preliminare
erotico (bellodi riferisce un episodio di prepotenza mafiosa che le ragazze
"trovarono delizioso"; poi "mangiarono, bevvero whisky e
cognac, ascoltarono jazz, parlarono ancora della sicilia, e poi dell'amore, e
poi del sesso").
A parlare di morale alla fine di questo libro si rischia di sconfinare nel
banale, nell'ovvio, persino nella piaggieria.
Lle conclusioni che il lettore trarra' dal racconto (cosi' lo stesso sciascia
lo definisce, anzi, un "per esempio") potranno variare a seconda
della sua condizione e localizzazione, poiche' e' ben difficile dedurne ne'
un barlume di speranza (bellodi ci si "rompera' la testa") ne' un
grido di disperazione (lo stesso capitano bellodi benche' uomo del nord ha
saputo penetrare e comprendere la realta' siciliana cosi' bene da riuscire a
giocare ad armi pari con il suo avversario, il mafioso arena che
ammirativamente lo chiamera' "uomo", non "ominicchio").Che
poi bellodi sia il capostipite di tanti eroi di certa letteratura e certa
cinematografia dei decenni successivi (e anche dell'antimafia...) va da se' e
altri, meglio di me, ne hanno gia' detto a palate.
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