Mini recensione
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Il F@raone è il primo
romanzo di una coppia di autori decisamente sui generis, Massimo Albani e
Renato Valentini, pubblicato dalla casa editrice L'Ambaradan.
In una Torino che si sta preparando a ospitare i giochi olimpici, a un team
di tecnici della Alvanet Lab viene affidato il compito di dotare le sale del
Museo delle Divinità e dei Faraoni Egizi di un sofisticato apparato wi-fi di
informazione ai visitatori.
Un giovane tecnico che sta lavorando al progetto, viene però ucciso in
circostanze misteriose e a partire da questo momento una serie di eventi
inquietanti intralcia il lavoro dei tecnici.
Quale mistero si cela dentro la statua di Tuthmosis III? Quale veleno sconosiuto
ha ucciso Valerio Ghini? E perché all'interno delle sale del museo il sistema
di comunicazione wi-fi non riesce a funzionare?
Questa in breve la trama del romanzo che racchiude elementi tipici del genere
thriller uniti a componenti storiche e misteriche, completate da tematiche
tecnologiche e all'avanguardia.
Esso rappresenta quindi un puzzle complesso in cui gli autori hanno inserito
ogni pezzo con attenzione fino a giungere alla composizione complessa di un
quadro unico.
Lodevole è il lavoro di limatura e di rifinitura, che si legge tra le righe
del romanzo, che regala all'opera una forte unità, nonostante sia frutto di
due mani differenti e nonostante spazi tra argomenti e scenari molto diversi.
L'alternarsi di presente e passato, di personaggi attuali e storici, di
tecnologia avanzata e di culti arcaici porta l'attenzione del lettore su
quello che è il vero protagonista del libro: il tempo.
Attorno a esso infatti ruota l'intera vicenda, esso si insinua tra le pieghe
della narrazione scoprendosi in varie sfaccettature, fino alla soluzione del
caso.
Legata alla gestione dei molti elementi inseriti dagli autori è però anche la
sbavatura più grossa e evidente del romanzo: una certa fatica da parte di
Valentini e Albani a tagliare il superfluo.
In alcuni passaggi sembra che i pensieri abbiano preso il sopravvento, costringendo
gli autori a mettere da parte il filo conduttore della storia e a seguire
tematiche estemporanee e slegate tra loro. Si trovano così alcune
digressioni, sicuramente ben scritte e suggestive, ma che rallentano troppo
il ritmo narrativo e il flusso delle vicende. Forse questo è dovuto alla
voglia e all'entusiasmo di dire tutto, di essere completi e spesso si fatica
a tagliare dei brani che sembrano ben riusciti, ma la bravura di un autore
sta anche nel saper scegliere quello che è davvero indispensabile per la
riuscita dell'opera e quello che invece la appesantisce.
A parte questa considerazione, il giudizio sul libro è assolutamente buono,
soprattutto considerandolo come la prima opera di una coppia di autori, che,
con l'esperienza, sicuramente produrranno storie sempre più complete e
accattivanti.
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