Titolo

Il cammello e la corda

Autore

Domenico seminerio

Data prima edizione

2006

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Editore

Sellerio

Collana

La memoria

Data edizione letta

2006

Pagine

315

Euro

11,00

Mini recensione

Dopo il primo romanzo, "Senza re nè regno", in cui ci porta a scoprire
i turpi misfatti di una società corrotta e anarcoide che possiamo
fortunatamente figurarci molto distante dalla nostra personale esperienza,
con "Il cammello e la corda" il Professor Seminerio ci propone un apologo
che invece, volendo, ci riguarda tutti da molto vicino.
Di questi tempi chi si può sottrarre a una riflessione morale sul dualismo
fra tolleranza e fanatismo, fra ipocrisia e fede, fra ideologia e ragione?
Seminerio propone il tema, naturalmente senza voler dare una precisa
risoluzione, senza assolvere o condannare.
E in questa sospensione di giudizio sta anche la forza di coinvogimento
nei confronti del lettore.
 
Tranquilli ! Non stiamo parlando di un trattato di filosofia. Al contrario:
è un racconto piacevolissimo, con una struttura molto semplice che pure
propone episodi pieni di fantasia.
E' molto difficile a questo punto chiarire e approfondire, senza rivelare
troppo gli spunti "concreti", per così dire, in oggetto.
Anzi, se volete gustare appieno le sorprese della lettura, vi suggerisco di
evitare anche le note sui risvolti di copertina, troppo rivelatrici.
  
Padre Salvatore Sotero, quarantenne, prestante, cacciatore per svago,
parroco di un paesotto siciliano, più o meno ai nostri giorni, ha il suo bel
daffare fra le incombenze della sua missione, il confronto con un ambiente
sociale sottoposto al "pacifico" controllo di un boss devotissimo come
una vecchia bizzoca,  le direttive episcopali da impartire al gregge,
le mormorazioni di paese, ora deferenti, ora velenose.
E poi le tentazioni, combattute e contrastate con un incessante
turbinare di Pater, Ave, Gloria.
Amen.
Non è il caso di aggiungere altro.
  
In parallelo, una seconda vicenda si svolge nelle stesse contrade verso
la fine del IV secolo, quando l'impero romano impone, con la forza se
necessario, la conversione dal paganesimo al cristianesimo.
  
Le due vicende si incontrano, naturalmente, sottoponendo padre Salvatore
ad una inattesa prova di forza emotiva, morale, fisica.
  
Se state pensando cattiverie sul conto del nostro povero parrino, dovreste
vergognarvi, e vi meritereste una delle sue occhiatacce e uno dei suoi
più saggi proverbi: "Il lupo di mala coscienza, come opera pensa !".
Vi dice niente?