Mini recensione
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Cronaca distaccata ed insieme angosciata dell'iter
dell'autore dopo che,
in una contorta e allucinante sequela di processi, sceglie suo malgrado di fuggire per mezza
europa e nel messico per sottrarsi alla carcerazione.
Incontri di persone, vita in luoghi assurdi, escamotage di sopravvivenza. quello
che mi ha colpito di più è la calma fredda con cui l'autore riesce a parlare dei brandelli
di vita che deve lasciarsi sempre dietro. Delle persone che come lui, devono
fuggire per non essere presi, spesso da una dittatura assassina, la
consotreria dei disperati, la solidarietà degli esseri perduti.
Carlotto scrive usando
parole disperate, e nello stesso tempo piene di speranza.
Avevo già letto i libri di Massimo Carlotto sull' Alligatore, detective anomalo
e fuori dagli schemi, ma questo libro mi ha fatto capire da dove può avere
preso lo stile duro e a volte crudele che vi avevo trovato.
La parte
più impressionante è l'attesa della grazia, o, se dovesse essere negata, la
pianificazione del suicidio.
Viene da chiedersi come può succedere che un innocente possa essere così perseguitato
e un colpevole cavarsela sempre per il rotto della cuffia...
E pensare che la legge dovrebbe essere uguale per tutti.
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