Titolo |
L'ombra del vento |
Autore |
Carlos Ruiz Zafon |
Data prima edizione |
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Paese |
Spagna |
Lingua |
Spagnolo |
Traduzione |
Lia Sezzi |
Editore |
Mondadori |
Collana |
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Data edizione letta |
2004 |
Pagine |
438 |
Euro |
18 |
Mini recensione |
allora. ultimamente mi capita di imbattermi in libri
strani. questo forse ne è il principe. un romanzo incredibile bello e struggente. magnetico un gioco di scatole cinesi o di bambole
russe con storie che si incastrano l'una
nell'altra epoche e personaggi e ruoli che si
confondono destini che si intrecciano e si allontanano
mai veramente. le prime pagine del libro sembrano appartenere ad un romanzo per
fanciulli uno di quei romanzi che si leggono da
giovanissimi ed in cui la scoperta di un tesoro o di un
segreto (in questo caso un libro) cambia il corso delle cose e la vita del giovane protagonista. questi attraverso una recherche testarda ed
incredibile abbandonerà l'infanzia e l'innocenza per giungere alle
soglie della vita adulta affrontando dolore e terrore, amore e
perdita. Daniel, il giovane protagonista di queste
prime pagine, orfano di madre, vive con il padre libraio
nell'assenza e nel ricordo della mamma in una Barcellona del 1945 franchista
e ferita. la rivelazione dell'esistenza del Cimitero dei Libri
Dimenticati e la scoperta de "L'ombra del vento" e del suo
maledetto autore aprirà a Daniel il labirinto di nuove strade, fornità al
ragazzino le chiavi di immaginabili porte. e questo inizio da libro
fanciullesco nasconde l'esca per una anzi più storie gotiche e macabre in cui la Vita e la Morte , Eros e Thanatos, il passato ed il presente si contendono la
scena. le chiavi di lettura sono molteplici. i tesori pure. le coincidenze a volte irritanti si risolvono in colpi di scena spesso
ingenui ma ben orchestrati. seguiamo la vita di Daniel per anni all'ombra del fascino del libro e del suo
autore, Julian Carax, ne guardiamo i passi spiegarsi tra le vie e le
ramblas di una città notturna e spettrale o luminosa e
mediterranea. ne spiamo la trasformazione in giovane uomo e a volte ci
perdiamo dietro a finte piste, tranelli che l'autore semina per
distrarre l'attenzione dalla recherche. alla fine resta l'inquietudine di una storia
di fantasmi, di odi, di famiglie distrutte, di destini al
macero. il finale che vola leggero non toglie di dosso la sensazione che
l'oblio non è mai a portata di mano, che il surrealismo dei ricordi torna
sempre ad influenzare il ciclo delle esistenze. la speranza, la
determinazione che alla fine delle notti insonni l'alba spazzerà i demoni anima ogni pagina
ed ogni carattere. in un modo o nell'altro emerge sempre un
attaccamento alla vita. donne fatali e bellissime, giovanotti dal futuro radioso ed illusorio, storie di amicizia profanata, epoche contigue ma lontane anni luce
nell'era del boom innovativo della tecnologia, il passaggio per le strade di una barcellona
art nouveau e una parigi bohémienne fanno di questo libro un baule senza fondo o
almeno con un doppio fondo. un baule da illusionista. rimangono la sensazione che la trama
investigativa sia solo una scusa, il cui meccaniscmo a volte pecca veramente
di ingenuità, per dipingere quadri di sensazioni, atmosfere da film anni quaranta.. ah dimenticavo è un libro che parla di libri, di librerie, di scrittori ed editori, di falò e del potere delle parole. ma soprattutto di lettori. non ci si può non innamorare di Daniel. .. o di Julian. ne consiglio al lettura. vivamente. ma non cercatevi un giallo o un noir (anche se potrebbe essere entrambi) cercate il senso. uno, se non tanti, ne scoverete sicuramente. ps: contiene
chicche di saggezza incredibile ed il personaggio assolutamente imperdibile
di Fermin ne è un pozzo senza fine. incipit: "ricordo ancora il mattino in cui mio
padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano le
prime giornate dell'estate del 1945 e noi passeggiavamo per le strade
di una Barcellona prigioniera di un cielo grigiastro e di un
sole color rame che innondava di un calore umido la rambla de
Santa Monica. Daniel, quello che vedrai oggi non lo devi raccontare a
nessuno disse mio padre. Neppure al tuo amico Tomas. A nessuno. |