Titolo La mano del Pomarancio
Autore Domenico Cacopardo
Data prima edizione 2003
Paese Italia
Lingua Italiano
Editore Mondadori
Collana  
Data edizione letta 2003
Pagine 222
Euro 16,60
Mini recensione Finalmente sono riuscita a leggere (quasi) tutto d’un fiato un libro di Cacopardo...
La mano del Pomarancio è un bel giallo, con tutti gli ingredienti al posto giusto. Il sostituto procuratore Italo Agrò è stato reso più "umano" rispetto ai due precedenti romanzi, anche se ancora è lungi dal riuscire simpatico. La trama è complicata e contorta come sempre, ma
leggermente più scorrevole, e quantomeno si riesce a cogliere tutti gli intrecci (almeno credo!). E ci sono anche parecchi colpi di scena (forse un po' troppi) che proprio non ci si aspetta.
Ma il bello del libro è tutto nella figura dell’investigatore privato Puccio Ballarò, titolare della Ballarò Investigations... un metro e sessantacinque per ottanta chili, un personaggio da macchietta (anche qui, forse un tantino troppo), traffichino ma in fondo onesto, simpaticissimo nonostante tutto ed esilarante col suo atteggiamento da gran conoscitore del mondo... ma con in mente solo donne, soldi e cibo.
"Adotta" un paio di prostitute, viaggia con un autista che non si può permettere, si imbarca nella ricerca dell’Ascensione del Pomarancio, rubata da una chiesa, su commissione di un gruppo di appassionati. E questo lo porterà, nel pieno di un’indagine complicatissima, tra medici senza scrupoli, politici e magistrati corrotti, protettori da "castigare" e chi più ne ha più ne metta, ad incrociarsi con Agrò. Al quale ruba completamente la scena, non tanto nella storia, quanto nel cuore e nella mente di chi legge.
Lo stile è come al solito un po' troppo tecnico e spesso eccessivamente forbito... e le continue citazioni di Quasimodo infastidiscono parecchio.
Ma a parte questo, il libro inchioda alla lettura, un vero thriller.