Titolo

La morte e il salumiere

Autore

Massimo Marcitullio

Data prima edizione

 

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Editore

Todaro Editore

Collana

Impronte

Data edizione letta

 

Pagine

166

Euro

13,00

Mini recensione

Un nuovo ruspante e per nulla irreprensibile investigatore privato si aggira per le strade di Milano, Beo Fulminazzi. Nella sua prima folgorante entrata in scena, il Marlowe padano, deve scoprire chi sta decimando i salumieri della metropoli. Ben quattro pizzicagnoli assassinati in soli sei mesi e tutti a Milano. Il primo salumiere è stato eliminato simulando un incidente d'auto, il salumaio dei Vip lo hanno massacrato nel salotto di casa sua a colpi di cric. Il terzo è stato ucciso a colpi di pistola e l'ultimo lo hanno incaprettato nel bagagliaio di un'auto rubata. Difficile pensare a banali coincidenze.
Un serial killer? La mala? La mafia? Chi può volere morti i pizzicagnoli della Madonnina?
Al nostro Beo Fulminazzi toccherà scoprire il mistero che si cela dietro quelle morti La polizia, insiste nel non voler collegare tra loro i fatti, sia per evitare che la stampa si scagli sulla notizia e la trasformi nel caso del killer dei salumieri, sia per evitare che la categoria piombi nel terrore (ma anche per pararsi il fondoschiena visto che dopo sei mesi non ha messo insieme un indizio che sia uno).
Il salumiere di fiducia di Beo Fulminazzi però, a cui il nostro ogni mese sborsa diverse centinaia di euro per soddisfare le insaziabili voglie alimentari della salumifera Dolly, la sua infedele compagna, già non dorme più la notte. E' vicepresidente di un'associazione di categoria, ha paura, e propone all'investigatore squattrinato, di indagare su quegli omicidi in cambio di un abbuono per le ingenti spese di culatelli e prosciutti crudi che Dolly, bruna mozzafiato con le curve giuste al posto giusto, consuma esclusivamente senza
pane, mandando il nostro in rovina.
La storia, ricca di verve e battute fulminanti, scritta con stile personale ed indubbie capacità linguistiche, porterà il nostro Fulminazzi sulle scene di un quinto omicidio dove troverà ciò che gli assassini tanto ferocemente bramano. Servirà a qualcosa quella scoperta foderata di rosso che a prima vista nulla gli suggerisce?Intanto un'altra grana incombe: il falco Morrone e i suoi sgherri.
Il commissario, e non ha torto, è affetto da fiera idiosincrasia verso i tipi come Fulminazzi e non fa nulla per nasconderlo, minacciandolo senza mezzi termini e mettendogli alle calcagna la sbirraglia.
Nelle sue ricerche sempre più intricate e dure, con botte da orbi e sequestri di persona, repentine fughe e inseguimenti sfiancarespiro, il nostro farà la conoscenza di Tatù, una sorta di brontosauro umano affetto da agorafobia, nonché teledipendente patologico, alla perenne ricerca della mamma.
Gli elementi in mano a Fulminazzi man mano, pestaggio dopo pestaggio, trovano posto, i dettagli cominciano ad incastrarsi l'uno con l'altro e presto appare chiaro che dietro la mano omicida dei salumieri di Milano c'è una strategia ben precisa che si riallaccia a ciò che egli tanto abilmente ha occultato nella tasca del soprabito. Non aggiungiamo altro per non togliere ai lettori il
piacere della lettura che fluisce snella e per nulla gravosa sino all'epilogo finale, dove Fulminazzi mostra tutta la sua natura umana, assai poco ideale e molto pratica.
Un giallo umoristico che consacra l'esordio letterario in Italia di Massimo Marcotullio, autore pavese che, singolarmente, prima di pubblicare in Italia, ha pubblicato con successo in Germania i suoi racconti.
Un giallo frizzante che nelle ultime pagine rende anche omaggio a Carlo Emilio Gadda, uno degli autori preferiti da Marcotullio che ne cita il capolavoro: "La cognizione del dolore" tra saette e fulmini che fanno di un uomo una morchia fetida.