Mini recensione
|
Che dire di una storia in cui, partendo dal morto, il
narratore ne ripercorre la storia degli ultimi giorni fino ad incontrare un
altro personaggio che raccontando la sua storia arriva ad introdurre un terzo
personaggio che poi e' il narratore stesso che conclude la narrazione della
sua storia, spiegandoci cosi' come questa lo leghi al morto di cui
all'inizio, svelando motivo e modalita' del "delitto"?
Ecco, e' proprio questa struttura "alla escher" cio' che piu' mi ha
intrigato di questo libro: gioco ad incastro che, secondo un movimento a
ritroso, ci porta dalla vienna dei giorni nostri ai campi di sterminio di ieri. leitmotif ovviamente e' il gioco degli scacchi che lega i
tre protagonisti impregnando le loro vite, disegnando i loro destini; non
causa degli eventi ma mezzo per il loro compimento.
Appena accennate, ma con efficacia, le altre "coppie" di avversari
che punteggiano la narrazione a scandirne i tempi, anche se questo ne fa un
balletto forse volutamente manicheo. breve cenno al rapporto simil-bloom/dedalus
(o, per restare in ambito latino, marcel/haas) tra il giovane mayer e il
narratore, o dell'uso simil-blasfemo dell'iconografia cristiana (il nano
vittorioso alla scacchiera paragonato al gesu' bambino tra i saggi del tempio e anticipatore delle prestazioni del narratore da piccolo tra i grandi giocatori, pure lui
come mozart scortato dal padre da una citta' all'altra dell'europa). il tutto tenuto insieme da uno stile ricercato, a volte in
odore di auto-compiacimento colto, e tuttavia gradevole, scorrevole, affatto
agevole.
|