Titolo

La falce dell'ultimo quarto

Autore

Piero Meldini

Data prima edizione

2004

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Editore

Mondadori

Collana

Scrittori italiani e stranieri

Data edizione letta

2004

Pagine

186

Euro

16

Mini recensione

A chi me l'ha gia' chiesto ho risposto che e' un libro che fa venire l'acquolina in bocca e genera rimpianto per la defunta pasticceria cervellati (ogni citta' ne ha avuta una). in fondo, che altro ci si poteva aspettare da un riminese che collabora attivamente con slow food?
Lasciando da parte le escursioni gastronomiche di artusiana memoria (significativo il monumentale pranzo che occupa la parte centrale del romanzo e che potrebbe rimandare i piu' a quello celebrato nel "pranzo di babette"), il tema di fondo, a dire dell'autore, ruota intorno all'inutilita' degli umani progetti destinati ad essere costantemente frustrati dagli eventi. Di questa sequela di fallimenti si fa emblema il tormentone del testamento che viene piu' volte redatto e corretto ad ogni delusione inflitta al testatario dai suoi eredi. Il tormentone assume infine quasi una parvenza umoristica che pero' non riesce ne' vuole mitigare troppo la drammaticita' della storia.
Il finale non sorprende del tutto il lettore, ma riesce tuttavia a lasciargli uno strano amaro sapore che puo' essere solo ripagato da una sana strafogata di dolci e pasticci!
Accanto alle frustrazioni umane e alle leccornie prelibate si possono tracciare altri temi trasversali (la musica, la fede, gli affari e la ricchezza, la danza di relazioni sociali...). In un' intervista resa a chi scrive, l'autore ha sottolineato che pur trattandosi di un romanzo storico (per l'ambientazione e per la puntigliosa ricerca che meldini ha svolto), in realta' il periodo storico rappresenta soltanto un bel  vestito con cui e' stata abbigliata la storia, a suo dire, atemporale.
Bisogna notare, a questo proposito, che spesso gli autori sono i peggiori critici delle loro stesse opere, immersi come sono nel loro lavoro, mentre i critici di mestiere, che di opere non ne scrivono ma, come e' ben noto, vivono parassitariamente di quelle altrui,
hanno tempo e spazio per distanziarsene e vedere altro, oltre.
E' parere di chi scrive, infatti, che la realta' storica non investe solo la manifestazione esteriore della trama, ma ne  impregna la sua vera essenza, poiche' le stesse azioni dei personaggi sono pesantemente influenzate da e inestricabili dalle leggi morali che governavano quei tempi (a.d. 1829).
Di universale e atemporale ci puo' essere giusto l'animo umano nel suo vano anelito a superare la propria finitezza, nel caparbio tentativo di prolungare la sua volonta' oltre la morte.
Risulta difficile per noi oggi, che viviamo in un periodo di costumi morali relativamente permissivi, immaginare una societa' dominata da una moralita' ferrea e oppressiva che limita le libere aspirazioni dell'individuo; ma proprio perche' cosi' opprimente essa stessa costringe chi non sa adattarsi a gesti inconsulti e comportamenti scandalosi e dannosi. E' vero appunto che uno degli eredi, per inseguire il suo sogno d'amore, debba rinunciare a beni e affetti, dando inoltre origine a succulento materiale per le bocche ciarliere  della cittadina. Cosi' come e' pure vero che chi cerca di soffocare la propria diversita' sottostando alle rigide leggi sociali finisce tuttavia per soccombere tragicamente con un estremo atto di ribellione. i costumi di oggi, avendo allentato la presa morale, hanno anche di fatto esorcizzato la forza dello scandalo.
Pur non deludendo il lettore, il finale ne delude pero' le aspettative
narrative concludendo senza concludere, accostando fino quasi a chiudersi i lembi del sipario della vita, non solo quella di bartolomeo bertolini, ma, in un certo senso e paradossalmente, anche  la nostra quando le umane speranze vengono finalmente restituite alle tenebre.
Riassumendo: un libro scorrevole, di piacevole lettura, gratificante senza essere pedante (lo stile non imita quello dell'epoca) e che ha anche il pregio di lasciare qualche nocciolina in testa da schiacciare (per il dopo-pranzo di natale )