Titolo |
Scarpe rosse, tacchi
a spillo |
Autore |
Luciano Marrocu |
Data prima edizione |
2004 |
Paese |
Italia |
Lingua |
Italiano |
Editore |
Il Maestrale |
Collana |
|
Data edizione letta |
2004 |
Pagine |
235 |
Euro |
8 |
Mini recensione |
Ritorna, in
questo nuovo libro di Luciano Marrocu, docente di storia contemporanea
all’Università di Cagliari, la riuscitissima coppia di investigatori già
protagonista di Faulas e Debrà Libanos. Il
commissario Eupremio Carruezzo e l’ispettore Luciano Serra si sono dimessi
dalle file della polizia segreta fascista. L’8 settembre li ha divisi, si
sono persi di vista per molto tempo. Li
ritroviamo entrambi a Roma, dove cercano di rifarsi una vita; l’ispettore
Serra ha finito gli studi in legge, adesso fa l’avvocato. E’ un avvocato malinconico
e un po’ depresso. Nella sua vita lavorativa, solo beghe condominiali e casi
di poco conto. Il
cavaliere Carruezzo, settant’anni, l’ex commissaro di prima classe
“costretto alle dimissioni”, un giorno
incontra Serra al Palazzo di giustizia… e da quel giorno, con un sorprendente
e geniale capovolgimento degli antichi ruoli ricoperti nell’Ovra, il cavaliere
diventa il suo “giovane di studio”. Capita
finalmente un caso vero… per l’uccisione di un “cravattaro”, finisce in
carcere Adelina Demontis, sarda come Serra. La
difesa è sua. La
Demontis è domestica in casa di un deputato, anch’egli sardo, coinvolto ina
brutta storia su un crollo in miniera. L’indagine è complicata, ricca di
colpi di scena. Serra e Carruezzo cercano di portare avanti un’indagine
parallela; tutto sembra, fin dall’inizio, molto difficile. Ma non è la trama,
o meglio non solo,
la grande forza di questo libro delizioso. E’
nei due protagonisti; la strana coppia di vecchi investigatori è affascinante
come sempre. Ironici, disincantati. Invecchiati,
più nello spirito che nel corpo; e anche per questo piacciono tanto in
questo libro, forse più che negli altri. Per
questo loro occhio stanco ma sempre attento, per questo voler cercare la
verità partendo dai piccoli dettagli. Per la passione che mettono nel lavoro.
E’
un libro un po’ strano, “Scarpe rosse, tacchi a spillo”… C’è come sfondo la
Roma post bellica, una società da ricostruire, c’è un misto di odio e di
rimpianto per ciò che è stato il passato. Ma ci sono momenti di ilarità e di
ottimismo, l’umorismo è sottile. E c’è una grande tenerezza. Marrocu
sa divertire, sa far riflettere. La scrittura è elegante, raffinata. I personaggi, anche quelli di contorno, sono tutti ben delineati, e descritti con uno stile invidiabile. |