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Blues di mezz'autunno



Autore Santo Piazzese
Prezzo € 12,00
Pagine 150
Data di pubblicazione 31 ottobre 2013
Editore Sellerio
Collana La memoria


«Nella mia libreria, tra gli scrittori che apprezzo di più, Piazzese occupa un posto speciale».
Andrea Camilleri

Una giornata di scirocco, una battuta di pesca, un incidente di mare...
Ritorna, attesissimo, Lorenzo La Marca, il biologo per vocazione e detective per necessità protagonista dei romanzi di Santo Piazzese. Questa volta lo scenario non è Palermo; La Marca è in trasferta e la storia che racconta inizia anni addietro, quando era solo uno studente di biologia. Ma già allora possedeva il carattere che gli conosciamo: colto, raffinato, amante di cinema e musica, ironico e sentimentale.
Il ricordo e il flashback nasce in La Marca quando a Erice, il borgo medievale affacciato sulle Egadi, incontra un vecchio amico dei tempi dell’università, Rizzitano. La loro non è stata una di quelle amicizie solide e senza riserve, erano sì colleghi di corso, ma nulla di più. Eppure c’è una cosa che li accomuna, qualcosa che non si può dimenticare e che li segna per la vita. Si tratta de La Spada dei Turchi, piccolo arcipelago di scaglie di pietra nera nel Mediterraneo meridionale, ignorato dai turisti e snobbato dai siciliani. La Marca ci era capitato per certi suoi studi sui tonni, argomento della sua tesi di biologia marina. Se ne era subito innamorato, accolto dagli «stravaganti», uomini e donne capitati sull’isola per alcuni casi della loro vita e che poi non se ne erano più andati. Una piccola comunità di originali che a La Spada cercano la solitudine e forse anche se stessi ma che la sera amano chiacchierare fino a tardi. Rizzitano aveva scoperto anche lui questo paradiso e se ne era appropriato, suscitando forse la gelosia di La Marca. Ma sull’isola un giorno succede qualcosa, una battuta di pesca mentre infuria lo scirocco, un incidente di mare, di quelli che sconvolgono gli isolani, un dubbio, un sospetto, una scoperta, qualcosa che torna a galla.
Piazzese ritorna con questo romanzo con tutta la sua verve e il piacere della scrittura, sprofondandoci in una atmosfera, fatta di mare, di Vecchia Romagna, di scopone scientifico e di solitudine, di passato e di memoria. Un grande ritorno.


Lorenzo La Marca, lo svagato detective dei gialli palermitani di Santo Piazzese, si trova ad Erice, ad un workshop del Centro Ettore Majorana. Mentre gironzola qui e là in cerca di riparo dalla inesorabilità del sole e dei colleghi, fa un incontro inatteso: l’amico dei primi anni di Biologia. Rizzitano, si chiamava, ed era sempre stato tanto capace di navigare tra uomini e donne quanto La Marca era impacciato. La rievocazione inevitabile s’impunta su una zona della memoria evidentemente sensibile: l’isola della Spada dei Turchi.
E qui cambia la scena. L’ironia e il parlare per allusione e contrasti, tipici della spavalderia autocritica del personaggio, si modula, a poco a poco, al tono del ricordo. La mente torna agli inizi di La Marca, il ritratto del personaggio da giovane.
Un pugno di anni di tanto tempo prima, studente alle prime armi, il suo professore, per studiare certi pesci, lo imbarcava su un peschereccio, il Santa Ninfa. Navigando con gente di mare, gli era piaciuto scoprire cose immaginate sui libri di scienze e di avventura ma, una volta, s’era invaghito di un’isola della costa siciliana, la Spada. Ci vivevano «gli stravaganti» – così gli altri isolani chiamavano la colonia di individui finiti là, ognuno venuto da lontano, ognuno per ragioni diverse, qualcuno a viverci stabilmente, altri a ricercare periodicamente se stessi. Gravitavano intorno a un bar dal nome incongruo, fondato nel dopoguerra da un friulano precipitato in quello scoglio insieme alla moglie bellissima. Ma non si può dire che fossero un gruppo, sembrando tutti lasciati lì dalla risacca della vita.
O così piace immaginare a La Marca che comincia a carezzare discretamente le storie e i segreti di quel pezzo di mondo, così angusto per i corpi e sconfinato per le menti, che lo illude che il suo centro autentico sia lì. Fino a quando un fatto vero vi precipita e un segreto vero si squarcia. Come se La Marca l’avesse desiderato e temuto insieme, per molto tempo.
In questo lungo racconto di mare e di costa, calibratissimo tra l’ironia la nostalgia e la tensione, si narra insieme la formazione di un uomo e la nascita di un personaggio, l’una attraverso l’altra reciprocamente, esercizio di letteratura e di letteratura sulla letteratura. Il cui cuore pulsante potrebbe essere la forza ambigua del mistero, di cui si spera e si teme la soluzione.




Last modified Wednesday, October, 23, 2013