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Rassegna stampa 

Dicembre 1984

Tipo Titolo Autore Data Fonte
Art

La torre di Carlo V

«La tozza eppur poderosa mole della Torre di Carlo V, da sempre, ha contraddistinto il panorama di Porto Empedocle: sia che si giunga da est, attraverso la Valle dei Templi; oppure da ovest, per la direttrice Sciacca-Realmonte; o vi si approdi dal mare, a sud. La cittadina porta il nome del filosofo, poeta, medico e scienziato agrigentino Empedocle, vissuto dal 490 al 430 a.C. ed appartenente alla schiera dei pre-socratici. A nord è circondata dalla dorsale dell'altipiano della Lanterna, sforacchiato da antiche caverne ed oggi invaso da nuove costruzioni. Fu borgata e "caricatore" di Girgenti dalla seconda metà del 400 e divenne, appena quattro secoli dopo, Comune autonomo: era il 4 gennaio 1863. Soltanto la Torre di Carlo V si è sempre chiamata con lo stesso nome, è sempre stata al suo posto, e ha sfidato il tempo e le pastoie burocratiche che, da secoli, hanno caratterizzato la nostra ben amata isola a tre punte. "A nessuno, al momento della sua costruzione, passò per l'anticamera del cervello che una qualsivoglia castellana avrebbe potuto alleggerire, con la sua presenza, la cupezza del luogo...".
Così recita, ad un certo punto, lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri nel suo recente libro La strage dimenticata. L'autore, indagando sull'eccidio compiuto nella Torre fra il 25 e il 26 gennaio del 1848 per mano dei borboni allo sbaraglio, ha fatto, prepotentemente, rimbalzare agli onori della cronaca la torre empedoclina. ...

Federico Hoefer 5 dicembre La Sicilia

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