TV SORRISI E CANZONI 29.10.1995 

Cineracconto
Il cinema come eterna illusione 

L'uomo delle stelle

Sicilia, 1953. Joe Morelli, disincantato cialtrone con la faccia da buono, gira l'isola a bordo del suo furgoncino offrendo a tutti la possibilità di diventare ricchi e famosi. Ma davanti alla sua cinepresa, più che aspiranti attori, sfilano gli esemplari di un'umanità umiliata in cerca di confessione e riscatto. Racconta il film per "Sorrisi" lo scrittore e sceneggiatore Andrea Camilleri

Il testo qui riportato è l'originale e integrale dell'articolo pubblicato sulla rivista, a cui furono portati dei piccoli tagli per esigenze editoriali, ed è stato pubblicato a cura di Alberto Anile su "Bianco e nero" n. 590

Nella Sicilia dei primi del '50 un furgone con l'altoparlante e le fiancate coperte da foto di stelle del cinema, viaggia ora per trazzère di campagna, ora per vie di paìsi. Dove va, il paisaggio è sempre l'istesso: se campagna, la terra cotta di sole che gode l'unico verde in quattro pale di ficodìnnia; se paìsi, una decina di case disolate torno torno a una chiesa. L'uomo che lo guida di nome fa Joe Morelli ed è romano. Quando arriva sulla piazza di un paìsi, Joe monta un tendone e dentro ci mette una macchina da presa. Egli è stato incaricato dalla sua società del continente - dice con l'altoparlante - di fare provini per scoprire facce nuove per il cinematò. Finalmente - dice ancora - il successo per voi arrivò, basta una prova di recitazione la quale consiste in due battute da "Via col vento", una per omini e una per fìmmine. Quest'ultima è la famosa "dopotutto, domani è un altro giorno" (bella scuperta - commenterà un tale). Il provino costa 1.500 lire per rimborso spese di pellicola e di sviluppo. Ma che rapprisèntano 1.500 miserabili lire a petto della possibilità d'avere gloria, bella vita, dinaro se, metti caso, il provino piace a un produttore? In ogni paìsi che tocca succede un quarantotto, tutti vogliono fare il provino e chi non ha manco quei pochi soldi, rompe il sarbadanaro, li domanda in prestito, propone una riduzione o paga in natura (com'è il caso di una giovane madre che vuole il provino per la figlia). La prima picciotta che si prisènta, cangia la battuta a modo suo: "domani m'ammazzo!" e chiangi, disperata. È incinta, non sa come dirlo ai suoi. È un segnale preciso: davanti alla macchina da presa, che il provino sia fatto nel chiuso del tendone o sia fatto all'aperto tra i paisàni che talìano e sentono, le due battute saranno dette poche volte. La gente invece ha bisogno di contare storie proprie e con parole sue. E così, dopo che Joe ha detto il rituale "profilo sinistro, profilo destro, profilo centro, parla", la gente si mette a parlare, si sfoga, si confida. Come i fratelli Nasca che fanno la storia di tutti i figli che i loro genitori "hanno nato"; come la giùvane che domanda se, oltre che parlare, deve magari fare la musica d'accompagno; come l'anziano che conta solo storie tristi perché non sa "èssiri allegru"; come il pecoraro che dice di ragionare con le stelle del cielo; come la picciotta Lococo che si lamenta di non trovare marito perché sparlata. E poi il garibaldino di 112 anni, il caruso che s'è appena cresimato, il reduce, il conquistatore di fìmmine... C'è pure l'incontro, in una strata di campagna dove non passa manco un cane, con i fratelli Badalamenti, briganti, superstiti di una famigli di morti ammazzati. Joe li persuaderà a farsi fare il provino e dopo avrà la faccitosta di volere il pagamento. E quelli, considerato che "u pani è pani", in parte lo pagano. Tra i tanti, tre sono i provini che in qualche modo coinvolgono Joe. Uno è con un uomo di varba bianca, vestito di nìvuro, che da anni non vuole più parlare, s'esprime a gesti. Una notte, davanti alla macchina da presa, l'uomo con difficoltà ritroverà la parlata per dire, in spagnolo, una poesia di gloria per quelli che combatteranno contro Franco. L'altro è con un barberi, si chiama Strazzeri, un povirazzo che il paìsi dileggia perché è diverso. A tutti perdonano - dice Strazzeri - a chi ha ammazzato, a chi ha rubato, ma a un "garruso" no. E il suo sommesso lamento ("me ne voglio andare, me ne voglio andare"...) è poi il desiderio di tutti, magari non detto a parole ma con gli occhi, con i gesti. Il terzo provino che commuove Joe è quello di Beata, una bella picciotta, figlia della Madonna, cioè trovatella, che dorme in un convento di monache e si suda la vita come cammarèra, puliziando scale. Candidamente dice a Joe che, se ha bisogno di qualche lira in più, fa vedere le minne agli omini che glielo dimandano. Per darle le 1.500 lire, uno stavolta ha voluto vederla tutta, però lei non s'è fatta toccare. Joe le fa il provino ma rifiuta i suoi soldi. Poco appresso, Joe viene portato da due persone in una càmmara ardente: il morto che deve cinematografare è un pezzo da novanta. Ne ricava un grosso pagamento. Intanto Beata viene scacciata dalle monache, non sa dove andare e s'attacca a Joe. Poco a poco tra i due nasce un curioso amore. Un brutto giorno Joe viene arrestato dal maresciallo Mastropaolo (che ha già fatto un provino recitando Dante da lui istesso tradotto in siciliano): Morelli è un ricercato, un piccolo delinquente che ha rubato la macchina da presa e la pellicola, che non serve perché è scaduta. Più che dei furti, il maresciallo l'incolpa d'avere tradito la fiducia che la gente ha riposta in lui. Ed è forse per questo che consente che due uomini lo massacrino a botte per avere offìso l'onore del morto boss, pigliandolo in giro con la finta ripresa. Quando Joe uscirà dal càrzaro, non ritroverà Beata. E allora si metterà a cercarla. Il convento non c'è più, nisciuno sa niente. Finché gli diranno che la picciotta è uscita pazza e si trova in manicomio. Zoppo e malannato com'è, la va a trovare. Beata non lo riconosce, lui allora le dice che è un amico di Joe. Nella sua pazzia, Beata crede di avere ottenuto il successo, la celebrità, ma che tutto è finito quando è morto il suo uomo. Joe se ne riparte, riattraversa lo stretto, viaggia in furgone verso Roma risentendo le voci, rivedendo i volti di quelli che ha incontrato. Però è certo che quel Joe Morelli che arrivò tempo avanti in Sicilia, non è lo stesso Joe Morelli che sta tornando a casa.

Andrea Camilleri