Panorama 07.05.1998ALL'INDICE Il colore del futuro è il giallo di Roberto Cotroneo
Se noi scrittori, critici e giornalisti guardassimo meglio, forse smetteremmo
di seguire mode effimere, e tendenze inventate. Cannibali, pulp e altre amenità paraletterarie non sono
una tendenza letteraria irresistibile di questi anni. Ma soltanto l'ottimo lavoro di bravi uffici stampa
che hanno convinto tutti; così sembrava tendenza nient'altro che un salottino giovanile.
In realtà
il filo da seguire è un altro: sarebbe il caso di fare attenzione ai gialli che escono in Italia negli
ultimi tempi. Perché è quello il genere vero, quello che sposta copie veramente. I due nomi principali,
quelli che trainano tutti sono certamente Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli.
Camilleri (il nuovo
libro appena pubblicato da Sellerio è "La concessione del telefono", pp. 268, lire 15 mila) è un caso
letterario, vende cinquantamila copie a romanzo, è costantemente in classifica, e il suo successo è di
quelli veri, fatto di lettori che attraverso il passaparola hanno scoperto i suoi romanzi. Carlo Lucarelli
è forse uno degli scrittori più interessanti e intelligenti tra quelli che hanno pubblicato negli ultimi
anni. "Almost blue" è veramente un bel libro, e forse merita ancora più successo di quello che ha avuto.
Ma
l'elenco è lungo. Marco Neirotti, ha pubblicato da Mondadori un romanzo intitolato "La vocazione del
falco" ('pp. 316 lire 29 mila), scritto con lo stile di un cronista di nera - agile e piacevole per molte
pagine - in una Torino fosca, angosciosa e inaspettata. In questi autori (e cito anche Andrea Pinketts,
Bruno Ventavoli, Gianni Farinetti) c'è un tentativo di uscire da un genere letterario alto, sofisticato,
soltanto per rientrarci successivamente. Quasi fosse necessario, per affermare una letteratura sempre
più allo stremo, uscirne: vagando nei territori del giallo e del noir.
Tiziano Sclavi l'ha insegnato
a tutti. E i suoi allievi lavorano in proprio, con buoni risultati. Contrariamente a quanto pensa certa
critica con la fissazione dell'avanguardia, spesso sono loro i più bravi nel raccontare le contraddizioni
e i cambiamenti veri di questo paese.