La Repubblica - Giovedì, 1 ottobre 1998 - pagina 42
dal nostro inviato MARIO DI CARO

La bella Afef in tv con il commissario di Camilleri
MONTALBANO, VIA AL PRIMO CASO "OGNUNO S' IMMAGINA IL COMMISSARIO IN UN CERTO MODO: MA NON SI POSSONO ASSECONDARE TUTTE LE IMMAGINAZIONI. L' IMPORTANTE È CONQUISTARNE LO SPIRITO" SI GIRA VICINO A TRAPANI "IL LADRO DI MERENDINE" CHE APRIRÀ LA FICTION DI RAIUNO SUL POLIZIOTTO SICILIANO

TRAPANI - Il commissario Salvo Montalbano ha la testa rasata, un filo di barba grigia e un piglio grintoso che non ammette passi falsi. Il poliziotto creato da Andrea Camilleri esce dalle pagine dei romanzi con le fattezze di Luca Zingaretti, protagonista della serie televisiva che il regista Alberto Sironi gira in questi giorni in Sicilia. Quattro episodi da un' ora e mezzo ciascuno, in onda su RaiUno a partire dal febbraio del prossimo anno. Il primo "giallo" in lavorazione è "Il ladro di merendine" che vede Montalbano alle prese con un intrigo di marca tunisina: due delitti che portano sulle tracce di un misteriosa cameriera- prostituta, interpretata dalla modella tunisina Afef Jnifen, e di suo figlio Francois, ladro per necessità di panini con frittata. Sul set di Custonaci, in una grotta utilizzata per l' agguato notturno al piccolo extracomunitario, oltre a Zingaretti ci sono la tunisina Mouna Nourredine, interprete della vecchia Aisha, l' attrice austro-polacca Katerina Bohm, nel ruolo di Livia, la fidanzata di Montalbano, e un gruppo di giovani siciliani nei panni dei poliziotti Fazio, Augello e Gallo. "Le avventure di Montalbano sono state lette da tantissima gente" dice Zingaretti per spiegare il suo approccio al personaggio. "Ciascuna di queste persone si immagina il commissario in un certo modo: è chiaro che non si possono assecondare tutte le immaginazioni possibili. L' importante è conquistare lo spirito di Montalbano. Se ci riusciremo allora avremo messo d' accordo tutti". Ma che idea s' è fatto Zingaretti dell' investigatore che ha sbaragliato il mercato letterario? "Io dico sempre che Montalbano è uno che odora di capperi, di rosmarino. E' uno che quando chiudi il libro continui a pensarlo come un amico che sta da qualche parte. Di lui mi piace il carattere tipicamente italiano. Se guardiamo alla crisi del nostro cinema ci rendiamo conto che noi italiani da un po' di tempo abbiamo difficoltà a raccontarci: Camilleri, invece, ha aperto uno squarcio, perché racconta storie e personaggi tipicamente italiani. Forse perché la Sicilia è ancora una culla di certe caratteristiche". Già, la Sicilia: come fa un "forestiero" come Zingaretti a barcamenarsi con la lingua di Camilleri, mutuata dal dialetto? "Il commissario si esprime in maniera diversa a secondo dei personaggi che incontra" risponde l' attore. "Col questore parla un italiano "pulito", coi suoi collaboratori si lascia andare a certe cadenze. Ecco, più che cercare il dialetto vero e proprio io cerco la cadenza siciliana, tenendo presente il fatto di rivolgermi a un pubblico televisivo". Il regista Sironi tiene a puntualizzare la "sicilianità" dell' intera operazione. "La lingua di questi film sarà il più vicino possibile a quella di Camilleri" dice "con qualche concessione alla comprensibilità. Abbiamo fatto un lavoro che è partito dal cast, composto per la maggior parte da attori siciliani. E allora, visto che il protagonista è "continentale", ho costruito attorno a lui dei cardini siciliani. E' innegabile che la sicilianità è una componente fondamentale dei libri di Camilleri. Lo stesso Montalbano ha una straordinaria presenza morale che ricorda tanti eroi siciliani, magistrati o poliziotti". Vigata, la cittadina che fa da sfondo ai gialli di Camilleri, sarà ricostruita attraverso un mosaico di vari scorci siciliani. La parte del leone la farà Ragusa Ibla, dove sarà girato anche "La voce del violino", il secondo episodio in programma. "E' difficile riuscire a portare sullo schermo i libri di Camilleri" osserva Sironi. "E' uno scrittore che ha una grande impudicizia perché usa tutti i materiali possibili, tra cui anche il cinema. Nella sua letteratura ci sono tante atmosfere cinematografiche, c' è il respiro del grande cinema italiano degli anni Cinquanta. E in Montalbano ci sono echi di un grosso attore italiano. Se noi riusciremo a raccontare bene queste atmosfere significa che avremo fatto un buon film. Di sicuro c' è che di fronte a bei romanzi come questi non si può solo "copiare"". Gli fa eco Andrea Camilleri che da ex regista invita il collega a "tradirlo" come crede. "Nelle trasposizioni televisive o cinematografiche la fedeltà non paga mai" dice. "Preferisco un razionale tradimento". "Il personaggio di Montalbano ognuno lo immagina a modo suo" continua lo scrittore. "Io stesso non riesco a definirlo fisicamente. Forse per molti lettori Zingaretti non ha il fisico del ruolo e magari qualche spettatore avrà qualche riserva. Ma quando un attore è bravo riesce a convincere il pubblico di essere l' unico interprete possibile per quel personaggio. Suggerimenti a Sironi? Me ne sono ben guardato: ho fatto per troppi anni il regista per non sapere quanto siano fastidiose le intromissioni dell' autore. Semmai sono intervenuto sulla lingua, la cosa che più mi interessava, per "camillerizzarla" un po' ".