La Repubblica 08.11.1998
Un giallo di Camilleri tradotto in francese. Con qualche difficolta' ...
BONJOUR, monsieur Montalbano. Il commissario di Vigata creato da Andrea
Camilleri adesso si prepara a conquistare anche i lettori francesi.
La casa editrice "Fleve noir", infatti, ha tradotto il romanzo "La
forma dell'acqua", che nell'edizione francese e' diventato "La forme
de l'eau", prima tappa di un percorso che portera' alla traduzione
dell'opera omnia di Camilleri.
Insomma, dopo avere monopolizzato le classifiche delle vendite, con
cinque libri ai primi cinque posti, la fortuna dello scrittore
siciliano arriva anche all'estero.
Un successo "sdoganato" anche grazie a un lungo articolo su Liberation
e a un' intervista di Marcelle Padovani su Nouvelle Observateur che
sono serviti a presentare alla Francia l'autore del "Birraio di Preston".
Gia', ma come la metiamo con i "sicilianismi" della lingua di
Camilleri?
Come si fa a tradurre in francese quei "non e' cosa" e quei "spiare"
cosi' frequenti nei suoi gialli?
Il traduttore, Serge Quadruppani, non nasconde le difficolta'
dell'operazione e ammette di dover ricorrere a sua volta a termini
dialettali piuttosto in voga in tutte le regioni francesi.
E cosi' "tampasiari", verbo utilizzato per indicare il girare dei
pollici di un individuo in dolce far niente, in francese diventa "rouniziosie", una parola del dialetto della Normandia ma usato un po'
ovunque.
Nella sua introduzione a "La forma dell'acqua", Quadruppani spiega che e'
impossibile rendere alla lettere tutte le nervature della scrittura
di Camilleri.
Per questo motivo ha dovuto adottare una strategia che in qualche modo
puo' ricreare l'atmosfera delle sue pagine, traducendo parole siciliane
con termini dei dialetti francesi comprensibili a tutti.
Un "camillerese" francesizzato, dunque, a beneficio della
comprensibilita'.
Ma se "nanticchi" puo' tranquillamente diventare "un peux". i deliri verbali
del centralinista Catarella si annunciano alquanto tosti da spiegare
ai francesi, pur dando fondo a gergalita' provenzali e alsaziane.
Vallo a tradurre "propriamente di pirsona".
Il lavoro di vocabolario, a quel punto, potrebbe fare diventare il povero
Quadruppani piuttosto "nirbuso".